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settembre 2011

Sulle tracce di un lord - Terza parte

Londra, 1825

Il pesante portone di legno si aprì dolcemente sui cardini ben oliati, proiettando sui gradini di marmo un fascio di luce dorata; la nera figura di un uomo si delineò per un attimo sulla soglia e poi, preceduta da una lunga ombra sottile, scese velocemente le scale. Premuroso, un valletto aprì lo sportello della vettura che attendeva il gentiluomo: il suo mantello di seta si gonfiò dolcemente alla brezza notturna e scomparve velocemente all’interno del veicolo. Un breve schiocco di redini e il tilbury si avviò rapido, sorpassando alcune carrozze appesantite dal carico di dame e cavalieri diretti verso una delle tante feste da ballo di quella Season straordinariamente affollata.
Lord X guardò fuori dal finestrino, anticipando con il pensiero le delizie che lo attendevano alla Maison di M.me Belle, un affascinante e raffinato nome francese per una realtà assolutamente britannica, che di raffinato aveva ben poco.
O forse giusto la vernice, l’apparenza. Così come era apparenza l’accento parigino e il calore con il quale le ragazze di Madame lo salutavano e gli si stringevano intorno. Un calore che non raggiungeva mai gli occhi, anche se emanava dalle vesti velate e da mani che volevano sembrare ansiose di procurargli piacere e che forse, invece, cercavano di affrettare il più possibile un amplesso indesiderato…
Vagamente turbato, il gentiluomo si domandò perché mai i suoi pensieri avessero preso una tal piega: l’appuntamento con la Maison, la migliore di Londra, era una piacevole abitudine ormai da qualche tempo, un “sano” sfogo maschile per uomini come lui, che non avevano ancora nessuna intenzione di far scivolare il collo nel cappio matrimoniale. La casa era lussuosa e frequentata dalla più alta nobiltà: le giovani donne che vi lavoravano erano tutte molto belle, perfettamente addestrate, assolutamente sane e di conseguenza i loro favori non erano certo ottenibili con pochi scellini, così come avveniva per le strade più buie della città.

 I loro nomi fantasiosi e vagamente esotici o le caratteristiche fisiche che le contraddistinguevano non sarebbero mai comparse in pubblicazioni come la Harris’s List of Covent Garden Ladies, nota anche come Man of Pleasure’s Kalendar, il giornale che, solo fino a qualche anno prima, si poteva comprare per due scellini e 6 pence in ogni libreria; per la prima volta, Lord X considerò che nonostante fosse ormai un cliente della Casa da diverso tempo, nulla sapeva di quelle giovani donne, alcune delle quali tradivano, nell’accento e nel comportamento raffinato, una vita precedente ben diversa dall’attuale.

Forse, ad incuriosirlo sulla loro identità era stato il recente scandalo, quello di cui parlava tutta Londra; se una donna come Harriette Wilson era riuscita ad avere per amanti il Principe di Galles, il Lord Cancelliere, il Duca di Wellington e ben quattro futuri Primi Ministri, si doveva pur supporre che le sue qualità fossero notevoli… e non solo a letto! In fondo, quella di Harriette era stata, oltre che una vendetta, una splendida beffa nei confronti di molti nobili presuntuosi. Solo nel 1801, Harriette era stata una quindicenne graziosa, figlia di un orologiaio svizzero; per necessità o per scelta era poi scivolata, come capitava a molte giovani, nella categoria delle donne cui era impossibile sposarsi. Di fronte all’alternativa di diventare governante o dama di compagnia, aveva preferito mettere a frutto le sue doti fisiche e il suo spirito brillante, per crearsi una schiera di adoratori perennemente in competizione fra loro. Si diceva che avesse cambiato amanti più velocemente delle scarpe e che chiedesse 50 sterline solo per esserle presentati. Amica di Lord Byron, per una ventina d’anni aveva “tenuto corte” dal suo palco all’opera, fino al grande scandalo, nato per la seguente ragione: volendo forse emulare il successo di un’altra cortigiana, la bella e famosa Elizabeth Armistead che nel 1802 aveva sposato il politico Charles Fox, Harriette aveva ottenuto una proposta di matrimonio dal figlio del Duca di Beaufort; questi, per scongiurare il pericolo, aveva accettato di pagarle un vitalizio di 500 sterline annue, grazie al quale l’ormai maturagrande horizontale” avrebbe finalmente potuto ritirarsi. Il Duca però, non aveva mantenuto la parola e la Wilson aveva deciso di dare alle stampe le sue Memorie, facendole precedere da lettere di ricatto ai suoi ex amanti che, dietro pagamento di 200 sterline, avrebbero potuto evitare la pubblicazione.

    

Molti avevano pagato ma altri, come Wellington, si erano rifiutati: “Che pubblichi e sia dannata” era stata la sentenza del Duca di ferro, che come risultato, era stato ridicolizzato nelle Memorie (Ha ansimato e grugnito su di me per un’ora… eppure, non ero forse l’oggetto dei suoi più ardenti desideri non appena arrivato dalla Spagna?). Il successo del libro, spiritoso e divertente, era stato tale che procurarsene una copia era divenuto assolutamente imperativo anche se molto difficile, vista la velocità con la quale andava a ruba.
Al solo pensiero, Lord X riacquistò un po’ del buon umore che sembrava essersi velato: era stata veramente una storia incredibile e chissà, forse in futuro qualcuno avrebbe potuto trarne lo spunto per un romanzo… (1)
L’idea di mantenere un’amante per il proprio esclusivo piacere, a volte aveva sfiorato anche lui ma visti i costi che questa scelta comportava e la difficoltà di interrompere il rapporto instaurato (con i relativi rischi), per ora vi aveva rinunciato. Conosceva benissimo la “procedura” in uso: i suoi amici avrebbero dovuto negoziare con gli “amici” della signora prescelta, raggiungendo un accordo economico che avrebbe previsto, oltre alla cifra annuale, una casa, una carrozza, gioielli e argent de poche per qualche capriccio. La spesa corrente per una ballerina dell’opera si aggirava, tutto compreso, intorno alle 2.800 sterline annue (2) ma c’era chi pagava molto, molto di più. Si mormorava ad esempio, che il Conte di Harrington avesse una relazione costosissima con la bella e famosa attrice Maria Foote e c’era chi prevedeva addirittura un futuro matrimonio fra loro(3).
I problemi sorgevano quando, per una qualunque ragione, si desiderava porre fine alla liaison; in questo caso, si dovevano mettere in conto scenate e pianti femminili a non finire, che solo un cospicuo omaggio fatto recapitare dal più famoso gioielliere della città sembrava riuscisse ad arginare…

Dall’esterno della carrozza, intanto, provenivano i rumori di una gaia confusione: sporgendosi dal finestrino per godere il fresco della notte, Lord X realizzò di essere vicino a Covent Garden, una delle zone più frequentate da coloro che erano in cerca di piaceri, leciti o meno. Vicino al teatro infatti, coraggiosamente in piena luce o timidamente sporgenti dall’ombra dell’edificio, donne di tutte le età, spesso in gruppetti di cinque o sei e generalmente vestite in modo non troppo appariscente, rendevano comunque chiara la loro professione elargendo sorrisi e cenni di saluto che sarebbero stati sconvenienti per qualunque signora.
Il suo sguardo si soffermò su una piccola figura isolata, certamente femminile, a non più di dieci passi da lui; avvolta da capo a piedi in abiti scuri, non si esibiva né si nascondeva ma rimaneva lì, quasi in bilico fra la luce e l’ombra, come fosse incerta fra il proporsi e il fuggire.
La carrozza si era fermata a causa del traffico intenso: improvvisamente, un brusco moto del capo da parte della donna, fece scivolare indietro il cappuccio del suo mantello, mentre una lama di luce vagabonda, proveniente dal teatro, accendeva una cascata d’oro scuro intorno a un delizioso viso di fanciulla. Il tempo parve dilatarsi: occhi dal colore impossibile da definire si guardarono intorno spaventati e per un attimo si agganciarono a quelli del gentleman, trasmettendogli una sensazione profonda che lui tuttavia non riuscì ad interpretare. Rapida, una mano bianchissima ed esile uscì dal mantello e sistemò nuovamente il cappuccio: la giovane restò immobile un istante poi, con un movimento fluido e veloce, sembrò rientrare nell’ombra e svanire nella notte.
Tutto era avvenuto in una manciata di secondi e il veicolo aveva già ripreso la sua marcia prima che Lord X avesse il tempo di ordinare al cocchiere di fermarsi.
Perché poi, avrebbe dovuto farlo? Forse perché sentiva di dover correre dietro ad un mantello scuro per afferrare quella piccola lucciola d’oro? Cosa mai gli era preso? Pure, sapeva per esperienza che il suo istinto era una voce preziosa da seguire, un mentore affidabile che più volte, in passato, gli aveva persino salvato la vita…

La fronte di Lord X si contrasse pensosamente, quasi fosse costretta a richiamare le considerazioni che aveva appena abbandonato. Si ricordò della discussione che era stata intavolata proprio quel giorno alla Camera dei Lords, l’ennesimo richiamo alla moralità per salvare la Capitale dal mercato del vizio che rischiava di soffocarla. Qualcuno aveva citato il censimento del 1797, dal quale risultavano, nella sola Londra, oltre 50.000 prostitute, pari a circa il 10% di tutta la popolazione femminile; qualcun altro, facendo presente che la situazione non era affatto migliorata nel tempo, aveva addirittura riportato in aula la testimonianza di Casanova, il noto libertino italiano che visitando Londra nel 1763 aveva descritto vividamente i “bagni” nei quali ci si poteva dedicare a “splendide gozzoviglie per sole sei ghinee”.

Infine, una terza voce aveva fatto rabbrividire l’Aula descrivendo una realtà terribile e troppo spesso ignorata, quella delle Case di punizione dove le prigioniere “potevano scegliere” se morire di fame o prostituirsi ai sorveglianti, che le cedevano al costo di uno scellino per notte ai visitatori occasionali o le vendevano alle tenutarie delle case più malfamate. Uno dei suoi “Onorevoli Colleghi”, aveva sghignazzato scompostamente per tutto il tempo, vantandosi sottovoce di conoscere i posticini più allettanti della città, dove si potevano fare incontri di ogni tipo: dalle ragazze di colore a giovanissimi fanciulli per chi aveva gusti particolari: c’era persino una chiatta sul Tamigi, aveva riferito, con un buon ristorante e le camere al primo piano…

La legge non perseguiva la prostituzione, anche se, in teoria, chi ne traeva guadagno era punibile con una multa e con la prigionia: in realtà, ciò accadeva raramente e la condanna delle tenutarie era più che altro di origine morale. Solo pochi anni prima, nel 1818, era stata ristampata a cura di Baldwin, Cradock and Joy, la serie delle incisioni chiamata The Harlot's Progress di William Hogarth,originariamente datate 1732, che illustravano la storia di una fanciulla ingenua arrivata dalla campagna e corrotta da una Madama.

Assorto nel ricordare la discussione avuta in proposito con gli altri Pari e con gli occhi che inconsapevolmente ancora cercavano una figuretta scura, Lord X si accorse con un sobbalzo di essere giunto a destinazione.

Scese rapidamente, dando istruzioni al suo cocchiere di rientrare a casa: per quanto lo riguardava, forse al ritorno avrebbe preferito camminare e magari, chissà, si sarebbe fermato dalle parti di Covent Garden …
Quattro lievi colpi con il suo bastone contro la porta di quercia e si trovò di fronte all’anziano maggiordomo che, premuroso come sempre, lo introdusse in una larga sala circolare nella quale uomini e donne, profumi e suoni si mescolavano, creando un’atmosfera vagamente irreale.
La giovane che gli si fece incontro - le mani tese in un saluto cordiale e un po’ sfacciato, un lieve sorriso sulle labbra dipinte - indossava uno di quei vestiti di mussola sottilissima, tanto di moda ormai da qualche anno. A differenza di una vera lady, però, la signora in questione non portava alcuna sottoveste, con il risultato che il tessuto chiaro, quasi trasparente e probabilmente anche un po’ bagnato per aumentare l’effetto, non lasciava assolutamente nulla all’immaginazione.

E’ vero che talvolta anche le sottovesti erano così sottili da non proteggere troppo: solo nel 1810, tutto il ton aveva malignamente riso di fronte al disegno realizzato da James Gillray che ritraeva le tre famose bellezze della famiglia Tollemache, ironicamente battezzate “Le tre Grazie al vento”.
 

    

Lord X osservò con un compiacimento tutto maschile le belle forme che si offrivano al suo apprezzamento; la ragazza aveva un portamento notevole e gli spacchi laterali della lunga veste lasciavano intravedere due splendide, lunghissime gambe. Una simile bellezza, pensò il gentiluomo, non poteva che essere messa in risalto da un abbigliamento di tal fatta: peccato che anche alcune sconsiderate matrone avessero iniziato a seguire la moda, non rendendosi conto di cadere nel ridicolo e diventando per questo facili bersagli delle più spietate caricature.

    

Il gentleman prese fra le sue le nude mani che gli erano state offerte nel gesto di benvenuto, e chinando la testa, depose, con fare galante e malizioso, un bacio su ogni palma.
- Lord X, che piacere rivedervi – iniziò la donna con una voce gradevole anche se non del tutto priva di una lieve inflessione dialettale.
Un brivido di anticipazione percorse il corpo dell’uomo, mentre tutti i suo sensi venivano coinvolti da un pungente stato di eccitazione.
Pronto a rispondere con una sciocca galanteria e già predisponendosi a sospingere la schiena velata verso le scale che conducevano al piano superiore, rialzò la testa e cercò lo sguardo della giovane.
Nel preciso istante in cui i suoi occhi affondarono in quelle scure pupille, realizzò che erano tristemente prive di espressione e vagamente dilatate. Forse, pensò, sopportare il suo tocco e quello di molti altri non era poi così scontato e forse la giovane aveva avuto bisogno di ricorrere all’alcool, ad un goccio di laudano o a qualche altro rimedio.
Pure, la donna che aveva davanti non era una vergine ignara della professione, ma una cortigiana che serviva la Maison da diverso tempo.
Certo, si fosse trattato della prima volta, sarebbe stato diverso: per una fanciulla innocente, così sfortunata e disperata da cadere in una tale necessità, un’esperienza simile doveva certamente essere traumatica e per una creatura delicata avrebbe potuto persino rivelarsi un “battesimo” fatale…

Improvvisamente il tempo sembrò cristallizzarsi, mentre luci e colori si confondevano in una nebbia colorata e la sua memoria gli presentava l’immagine di un candido profilo e un bagliore d’oro scuro. Realizzando di trovarsi sospeso in uno di quegli istanti che cambiano il corso dell’esistenza, avvertì nel suo petto l’eco di una disperazione senza nome e improvvisamente comprese ciò che aveva visto affiorare in occhi profondi come pozze scure: il terrore viscerale di chi stava per affrontare un destino ritenuto peggiore della morte.
Raddrizzò le spalle con gesto sicuro, mormorò una scusa dovuta all’improvviso rammentarsi di un impegno precedente e salutando ancor più cortesemente del solito, si accomiatò da Mademoiselle, rassicurandola che avrebbe comunque provveduto al pagamento del tempo a lui riservato.
Ora però, doveva andare.
Doveva assolutamente andare.
Recuperò mantello e cilindro da un maggiordomo troppo educato per mostrarsi perplesso, e uscì velocemente, inghiottito dalla notte.

(1) Fra i romances che hanno trattato le vicende di Harriette Wilson, ricordiamo "Seduzione" di Amanda Quick e "The Duke" di Gaelen Foley.
(2) Circa 100.000 sterline dei nostri giorni.
(3) Avvenuto, in effetti, il 7 aprile 1831

 

 

 

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ESCE IN LIBRERIA UN AFFAIRE CONIUGALE ( Une affaire conjugale ), di Eliette Abecassis, EDIZIONE TROPEA.

L'amore è fragile. Nell'era tecnologica è diventato un optional. Lo sa bene Agathe, che attraverso i social network, la posta elettronica e i telefoni cellulari scopre i tradimenti del marito Jerome. Agathe e Jerome. Due figli, otto anni di matrimonio alle spalle, otto anni di progetti insieme. E poi, il tempo che tutto logora, la routine che prende il posto della passione, la complicità di ieri sepolta sotto le bugie e i sotterfugi. Per lei c'è un'unica via d'uscita: il divorzio. Ma la sua decisione porterà a una guerra senza esclusioni di colpi, che da tutte e due le parti non risparmierà scorrettezze, recriminazioni e falsità. È un "tramonto coniugale" che Agathe affronta contesa tra la voglia di cambiare vita e la paura del prezzo che questa scelta impone, tra le illusioni del passato e le verità scomode che affiorano dalle ceneri del suo matrimonio.



Nota di Paige79: In questo romanzo Éliette Abécassis racconta l'odissea sentimentale di una donna, il suo dramma e la sua rinascita, il suo incubo e il lento risveglio. E con uno stile incisivo, quasi chirurgico, ci consegna un ritratto tanto cinico quanto realistico dell'amore ai tempi di internet.
L’autrice, figlia del professore di filosofia francese Armand Abecassis, è nata a Strasburgo nel 1967. Allieva dell’École Normale Supérieure di Parigi, è docente universitaria di Filosofia a Caen. Ebrea praticante, la Abécassis è particolarmente legata alle proprie tradizioni e alla propria religione. Fra i suoi romanzi "Qumran" (1997), "L’oro e la cenere" (1998), "Ripudiata" (2001), "Il tesoro del tempio" (2002), "Mio padre" (2003), "Clandestino" (2004), tutti pubblicati da Marco Tropea Editore. "Sefardita" è stato finalista al Prix Renaudot, ha vinto il Prix Ecriture au Féminin 2009, e il Prix Alberto Benveniste 2010.
 

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ESCE IN LIBRERIA L’AMORE PROIBITO ( The Affair ), di Santa Montefiore, EDIZIONE SONZOGNO.
 

Ha un marito devoto e seducente, con modi da parigino che all'inizio le avevano fatto battere il cuore, e di cui ora si pavoneggia davanti alle amiche. Con lui ha costruito un perfetto nido d'amore: hanno due figli e una casa arredata con gusto in cui invitare a cena la migliore società londinese. È un'affermata scrittrice per ragazzi e una donna da sempre sensibile alla bellezza: lo scintillio del sole sulla ragnatela bagnata di rugiada, la nebbiolina sullo specchio d'acqua del lago, un candeliere di cristallo antico, gli uccelli tra i rami di una magnolia, la luna piena, la nostalgia della brughiera d'inverno, la neve. Ma un giorno, nella sua magnifica fortezza di felicità fa irruzione uno straniero arrivato dal Sudafrica, un uomo al quale Angelica un tempo non avrebbe mai dedicato un sorriso di troppo. Come in balìa di un vento forte e caldo, Angelica prova di nuovo le sensazioni di una antica euforia. E quella che era iniziata come un'amicizia a distanza si trasforma in qualcosa di ben più profondo, ai limiti dell'ossessione. Dalle pulsanti strade di Londra ai lussureggianti vigneti del Sudafrica, Angelica trova il coraggio di inseguire, sebbene per pochi giorni, un sogno che mette a rischio tutto ciò che le è più caro. Ma la magia si consuma in fretta e troppo presto bussa alla porta una verità che la mette dinanzi a una scelta che non avrebbe mai voluto fare. Forse il destino toglie con una mano ciò che restituisce con l'altra?


 
Nota di Paige79: di questo romanzo il “Daily News” ha scritto: “Una storia di tentazioni e passione che coglie perfettamente l'intossicante ossessione di un amore proibito”.

Santa Montefiore vive a Londra con il marito scrittore Simon Sebag-Montefiore e i due figli. Nel 1998 si è convertita alla religione ebraica. Fin da quando frequentava il liceo ha scritto storie d'amore usando i maschi più belli della scuola come personaggi dei suoi romanzi. Oggi i suoi libri, ambientati sia in Inghilterra che in località esotiche, sono tradotti in tutto il mondo. Per Sonzogno ha pubblicato "L'albero degli amanti perduti" (2001).

 

Parmigianino e l'Amore: la Schiava Turca

 

Schiava turca

 

Se l'eleganza avesse un nome sicuramente porterebbe quello di un pittore sensibile, misterioso e affascinate come Girolamo Francesco Maria Mazzola meglio conosciuto come Parmigianino, dalla città di Parma che gli diede i natali nel lontano 1503. Esponente di quella complessa corrente artistica nota come manierismo, si distinse non solo per l'incredibile raffinatezza dei particolari e l'estrema ricercatezza dell'esecuzione ma anche per quella sottile vena di mistero, seduzione e incanto che aleggia impalpabile ma evidente in tutte le sue opere. Il manierismo era una corrente artistica e letteraria decisamente dotta, piena di richiami alla filosofia, alla cultura umanista che spesso fu accusata, proprio per questa rigida esaltazione del linguaggio pittorico e dei contenuti, di essere troppo affettata e poco spontanea....insomma un po' noiosa. Eppure osservando le tele del maestro emiliano tutto avvertiamo fuorché noia. Forse è merito, oltre che della sua straordinaria abilità pittorica di quella segreta passione per l'alchimia che lo accompagnò per tutta la sua vita e che coltivò sempre parallelamente alla sua attività di artista. L'alchimia, strano ibrido fra scienza, chimica e magia, ha numerosi riferimenti in molte sue opere, contribuendo a donare loro una straordinaria aura di mistero e ambiguità che ancora oggi continua ad affascinare l'osservatore moderno. Ma la tela che ho scelto per voi, sebbene rifletta quella vena di intrigante magia che accompagna tutte le opere di  Parmigianino, è, molto più semplicemente una tela d'amore. Quella ritratta in questo quadro infatti è  una sposina. Sebbene l'opera porti il nome di Schiava turca (1533), per l'esotico copricapo della  donna, in realtà si tratta di un ritratto signorile fatto in occasione di uno sposalizio: lo capiamo dalla sottile vera d'oro all'anulare sinistro (oggi poco visibile) e dal medaglione con Pegaso, il cavallo alato, posto al centro del prezioso copricapo, simbolo e metafora nella cultura umanista dell'iniziazione amorosa. Se da una parte possiamo sicuramente apprezzare e rimanere sbalorditi di fronte all'accuratezza dei dettagli del vestito e della splendida cuffia intarsiata di fili d'oro è soprattutto l'espressione della ragazza a catturare l'attenzione dell'osservatore. La maliziosa espressione degli occhi così vivi ed espressivi, le gote arrossate in un pudore virginale e sensuale al tempo stesso, il gesto civettuolo di coprirsi il seno con un lezioso ventaglio di piume ci fa quasi immaginare che accanto al pittore ci sia il novello sposo che forse stuzzica la sua modella con qualche commento licenzioso e che produce nella giovane quel sorriso enigmatico e dolce, vero fulcro della tela. Se Parmigianino fu sicuramente uno dei capisaldi di quella corrente dotta, ragionata e complessa che fu il Manierismo, sicuramente qui a trionfare sono i sentimenti e la spontaneità di una giovane sposa di un tempo lontano...ma forse non troppo

  

Slightly Dangerous - Capitolo 10

SLIGHTLY DANGEROUS

by Maet


Tutti i soggetti descritti nelle storia sono maggiorenni e comunque fittizi. I personaggi e le situazioni presenti nella fanfiction si ispirano a quelli creati da Mary Balogh, che detiene tutti i diritti sull'opera;  questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro e nel rispetto dei rispettivi proprietari e copyright.  

Potete leggere il prologo qui:
PROLOGO

Qui il primo capitolo:
CAPITOLO 1

Qui il secondo:
CAPITOLO 2

Qui il terzo:
CAPITOLO
3

Qui il quarto:
CAPITOLO 4

Qui il quinto:
CAPITOLO 5

Qui il sesto:
CAPITOLO 6

Qui il settimo:
CAPITOLO 7

Qui l'ottavo:
CAPITOLO 8

Qui il nono:
CAPITOLO 9
                                                                            

                                                                      10


Elizabeth spostò lo sguardo dal soffitto alla porta. Per la millesima volta. Le mani incrociate sul petto erano immobili, eccetto per i pollici, impegnati a ruotare senza sosta l’uno intorno all’altro. Sdraiata sul letto ad imitazione di un’effige funebre nobiliare, vibrava di energia trattenuta.
Nonostante non ci fossero candele accese, la luna illuminava a sufficienza la stanza da svelare le sottili crepe sul soffitto. Dopo averle osservate per un tempo che poteva variare dai trenta minuti all’ora e mezzo, si era convinta che riproducessero il disegno del labirinto, per quanto razionalmente sapesse che era impossibile. Eppure, le pareva che quelle linee tracciassero un percorso intricato verso un proprio centro, o forse era il labirinto che era divenuta la sua vita che stava guardando.
Appena pochi mesi prima tutto era stato chiaro, scontato, lineare, nella sua esistenza, ora le pareva di procedere senza sapere dove dirigersi e di perdersi sempre più.
Qualche ora prima, per esempio, era stata più che convinta di desiderare la visita di Wulfric, per terminare ciò che avevano iniziato nei giardini; adesso dopo quella lunga attesa e raffreddati i bollenti spiriti, iniziava a dubitare della saggezza dell’invito sconsiderato che gli aveva rivolto. Erano ospiti in una dimora che brulicava di lingue biforcute e nonostante tutte le rassicurazioni, tuttora non poteva credere che sarebbe divenuta la duchessa di Bewcastle. Di certo sarebbe stato più conveniente perdere la propria virtù in una situazione di maggiore tranquillità e con maggiore discrezione, soprattutto se non ci sarebbe stato nessun matrimonio riparatore.

Che brutta espressione e che brutta idea quella di sposarsi per riparare a qualcosa! Impegnarsi con una persona fino alla morte era quanto di più serio e sacro ci fosse, se non si era in grado di contare su un minimo di entusiasmo, almeno come spinta iniziale, allora il cammino si presentava solo in salita e irto di ostacoli.
Certo, lei non era ricca, non era bella, non vantava nobili natali da poter esibire e non era nemmeno quel tipo di donna che conduceva gli uomini alla pazzia. Cosa poteva offrire a un uomo che aveva tutto e che meritava la migliore delle mogli e delle castellane?
Le immagini del suo rientro le si affacciarono veloci e pungenti alla mente: occhiate sprezzanti, sguardi di sufficienza, bisbigli fin troppo forti, risatine mal celate. Lady Darnely e la signorina King non avevano perso tempo e si erano fatte un dovere di informare tutta la compagnia del suo presunto fidanzamento. Mentre saliva le scale che conducevano alla sua camera si era sentita trapassare la schiena da miriadi di piccole lame acuminate, le gambe che scricchiolavano come il legno che calpestava. Per quanto si affrettasse, le folate intense come aria riscaldata di invidia e cattiveria, provenienti dal piano inferiore, l’avevano fatta vacillare.

Qual era il demone che possedeva le persone, si domandò. Perché il primo sentimento verso gli altri non era di apertura, di disponibilità, di condivisone per un evento felice, bensì di chiusura, di competizione, di desiderio di spogliare il fortunato per appropriarsi di ciò che era suo, materialmente o moralmente? Per quale ragione, soprattutto le donne, si avventavano sulle altre per strappar loro ogni scampolo di felicità, senza riuscire invece a gioirne insieme? La signora Derrick, sola e maestosa nello splendore del suo cuore generoso, le si era avvicinata per sorriderle a cingerla in un breve ma caloroso abbraccio; unico fiore in un deserto sterile.

L’amicizia che lei e Rose avevano condiviso era stata rara e preziosa, nonostante i rispettivi limiti e il ritegno di fondo che aveva impedito a entrambe di confidarsi tutto. Fortunatamente non c’erano state meschinità tra loro e anche il suo amore per Wulfric non l’aveva indotta a detestare l’amica né a compiacersi della sua malattia o peggio ancora della sua morte.
Tuttavia, nel profondo, sapeva  che solo la dipartita di Rose aveva provocato la serie di eventi che erano culminati con quell’attesa spasmodica e spaventata dell’uomo che amava, ieri una stella del firmamento, ora un re lontano ma accessibile, fatto di carne e sangue.
Un re che si ritrovò inaspettatamente accanto. Immersa nei suoi pensieri al punto di esserne sommersa, non aveva udito la porta aprirsi, né i suoi passi avvicinarsi. Il cuore diede un soprassalto e tutto il corpo le si risvegliò all’istante, formicolando dalla testa ai piedi.
Elizabeth si sollevò sui gomiti e girò il volto nella sua direzione. Lo sentiva respirare di un respiro grave e regolare, lontano da quello irregolare e ansioso dell’uomo affamato di lussuria. L’entusiasmo le venne meno, un germoglio stroncato sul nascere da qualche pianta nociva e quindi più pervicace. Bene, già non la desiderava più…
Si sedette sul letto senza chiederle il permesso. Sospirò, poi si schiarì surrettiziamente la gola. Brutto, brutto presagio…
―Elizabeth ho bisogno di parlarvi e vorrei che mi ascoltaste senza interrompermi.
Ecco, stava per calare la mannaia sul suo collo.
Meno male che non potevano vedersi bene, altrimenti l’espressione del viso avrebbe tradito il suo disappunto.
Per un attimo contemplò l’idea di prenderlo a calci e strappargli i suoi bei capelli pettinatissimi uno ad uno, perché solo un uomo intenzionato a dare una grande delusione esordiva in tale maniera. Come aveva osato illuderla anche per un solo istante e quindi ricacciarla nell’oblio? Che crudeltà era mai questa?
Wulfric fece scivolare la propria mano sotto la sua, una presa salda, né troppo debole né troppo forte, equilibrata come lo era lui. ─ Mi rendo conto che questa non è l’occasione più adatta per parlarvene, però ho ritenuto di informarvi il prima possibile.
Ah! Allora dopotutto non era sul punto di abbandonarla… Però a che si stava riferendo?
─ Al nostro ritorno c’era della corrispondenza ad attendermi e una missiva recava notizie che vi riguardano. E’ mia abitudine fare dei controlli sul personale che assumo, particolarmente su quello con cui ho contatti giornalieri o quasi. Su di voi all’inizio non trovai nulla, ma ho un investigatore particolarmente capace che è riuscito a ricostruire molta della vostra storia.

Elizabeth si irrigidì e tentò di spostare la mano.
Lui non glielo permise.
Continuò il suo monologo, alzando leggermente il tono che aveva tenuto fino a quel momento poco più alto di un sussurro.
─  Se lo desiderate potremo approfondire l’argomento più avanti, c’è molto da dire a da chiarire, sappiate solo che non era e non è mia intenzione mancarvi di rispetto o ferirvi. Non conosco tutto quello che avete passato e come siete sopravvissuta Elizabeth, tuttavia so il vostro vero nome e le vicende che vi hanno spinta a fuggire dalla Francia per riparare qui.
Wulfric avanzò sul copriletto e le si appressò maggiormente. ─ So che vi era rimasta una sola persona di tutta la vostra famiglia. Forse speravate di rivederla un giorno… io… ─ Si interrupe, in cerca delle parole adeguate, incapace di trovarle, frustrato e risentito perché per certe perdite, per certi dolori, non esistevano termini nemmeno lontanamente adeguati ad esprimerli. ─  Con grande rammarico debbo annunciarvi la morte di vostra zia Nadine, lei… non c’è più, mi spiace. Domani se volete, vi fornirò i dettagli.

Silenzio, buio, torpore.

Elizabeth non fiatò, non si mosse, quasi non respirò. Tutto era nero, tutto era vuoto e pieno al tempo stesso.
C’era il nulla, l’assenza.
Elizabeth tornò a fissare il soffitto.

Poi le crepe sul muro si infittirono, si rincorsero e si aprirono, riversandole addosso una pioggia di calce viva che la bruciò la pelle fino alle ossa.
Un attimo prima non c’erano suoni e quello dopo miriadi di campanelli le esplosero nelle orecchie, urlando come poiane attorno ad un cadavere.

Bewcastle era impazzito, di che andava cianciando? Che ne sapeva lui di zia Nadine e della sua famiglia? Niente di niente! Stava inventando tutto, non era possibile! Si sbagliava di certo, si sbagliava maledizione, si sbagliava! Dio non poteva essere così crudele, no, le aveva strappato via tutti e tutti, che bisogna aveva di prendersi anche zia Nadine? Lei era così solare, così vivace, così allegra… Wulfric si sbagliava.

Elizabeth ricadde sul letto e si cacciò una mano in bocca per non gridare. Non voleva crederci, non poteva crederci. Eppure, da qualche parte dentro di lei, sapeva con assoluta certezza che era vero. Nadine se ne era andata e lei ora era completamente sola. Le sue radici, la sua storia, la sua identità andate, volate via assieme allo spirito indomito e fiero della zia. Iniziò a singhiozzare silenziosamente, per una donna che non vedeva da dodici anni, per i suoi fratelli scomparsi, per l’Elizabeth che moriva insieme all’ultima della sua famiglia, per quell’affetto che le mancava e le era necessario più del pane, più dell’aria.
─ Volete che me ne vada Elizabeth?
La voce di Wulfric penetrò la coltre del dolore che la stava martoriando, lontana eppure forte e chiara. Quella avrebbe dovuto essere la notte in cui sarebbe finalmente diventata sua, in cui gli avrebbe regalato tutto l’amore e la passione repressi da anni. Invece  si ritrovava a piangere disperata, in una casa estranea piena di sconosciuti maldisposti nei suoi confronti, di fronte a un uomo che voleva sedurre più di ogni cosa al mondo. Non, non era così che avrebbe dovuto andare.

─ Dipende da voi Wulfric ─ ripose quasi borbottando. ─  Se le mie lacrime e la mia persona vi disgustano andate pure, non vi biasimerò, la situazione è imbarazzante e inappropriata. Ma mi piacerebbe che rimaneste… io non me la sento di stare da sola, almeno per un poco. E’ troppo e tutto insieme, io…
Wulfric non aggiunse una sola inutile frase, si limitò a sdraiarsi accanto a lei, silente.

Elizabeth tentava di dominarsi, ma la sofferenza esigeva uno sfogo, zampillando a fiotti dal suo corpo come acqua sorgiva. Se anche Wulfric la detestava o la disprezzava per la sua debolezza e la sua mancanza di decoro non le importava affatto: lei era questa, non si sarebbe più celata o camuffata. Prendere o lasciare.

E lui la prese. Così, d’un tratto. La fece girare su un fianco e le si strinse addosso da dietro. La abbracciò stretta stretta, senza sensualità ma colmo di  un calore  che si confondeva con una parvenza di affetto. La strinse mentre piangeva, mentre si fermava e poi ricominciava. La strinse quando si assopiva brevemente, spossata, per poi risvegliarsi oppressa dal peso del patimento. La strinse per ore e non la lasciò andare. Nemmeno quando alle prime luci dell’alba entrambi si abbandonarono esausti al sonno che li reclamava.

Prima si sprofondare tra le braccia di Morfeo, Elizabeth si innamorò nuovamente di Wulfric. Ciò che stavano condividendo era più intimo di qualsiasi atto carnale, lei si era mostrata nuda e lui non l’aveva respinta. Lei aveva teso una mano chiedendo aiuto e lui non era fuggito. Era restato con lei, confortandola come poteva, contro ogni convenzione sociale e morale. Era lì per lei come nessuno lo era più stato da tanto, tanto tempo.
Elizabeth lo amava e lui si era mostrato degno del suo amore, tutto il resto non contava.

 

Untitled

FILM TRATTI DA ROMANZI



WASHINGTON SQUARE, 1997

Regia di Agniezska Holland, con Jennifer Leigh (Catherine Sloper), Robert Downey jr (Morris Towsend), Ben Kingsley (Dottor Sloper), Maggie Smith (Lavinia Pennimann).
 

Nella Londra di fine ‘800 vive Catherine Sloper, donna non più giovanissima e per di più timida e bruttina, che per questo non è mai stata corteggiata da nessuno e vive col padre medico, il dottor Sloper, che non prova molto affetto per la goffa figlia. Incredibilmente per chiunque, e soprattutto per se stessa, Catherine comincia a essere corteggiata dal bel Morris Towsend,  apparentemente un ricco e affascinante sconosciuto, in realtà un cacciatore di dote che cerca di sistemarsi con una ricchissima ereditiera, come è appunto Catherine. Tutto questo viene scoperto dal dottor Sloper che ha indagato sul conto del corteggiatore della figlia e la informa, ma ormai Catherine è innamorata e non gli crede, tant’è vero che anche quando il padre minaccia di diseredarla se sposerà Morris. Lei, che ha già progettato insieme all’amato la fuga (e che ha rivelato i propositi del padre al giovane), accetta il rischio e si presenta all’appuntamento il giorno fissato. Si presenterà lo stesso Morris?


Tratto dall’omonimo romanzo (1880) di Henry James, è - per ora - l’ultima trasposizione cinematografica di questo famoso romanzo, già portato magistralmente sul grande schermo nel 1949 con il titolo L’EREDITIERA, protagonisti Olivia de Havilland e Montgomery Clift. Nonostante la drammaticità della storia, il clima di questa trasposizione è meno tragico e più introspettivo, pon e sotto una nuova luce la sfortunata protagonista vista non più totalmente vittima ma persona capace di fare delle scelte ben precise e coraggiose nel tentativo di prendere in mano la propria vita, nel bene e nel male. Anche Morris viene visto sotto una nuova prospettiva: non più solo ed esclusivamente un cacciatore di dote senza scrupoli, ma un uomo che, forse, intuisce le buone qualità di Catherine ed è davvero in qualche modo attratto da lei, ma che non può agire diversamente, o forse non vi riesce.
Questa interpretazione della figura di Catherine è resa molto bene dall’attrice Jennifer Jason Leigh, solo apparentemente tranquilla e dimessa ma in realtà tormentata e pensierosa; molto buone anche le interpetazioni dei comprimari Albert Finney e Maggie Smith. Buona anche la ricostruzione di ambienti e costumi dell’epoca.
Chi conosce la storia già sa che è abbastanza triste, ma il film è comunque interessante da vedere.

      
 




VANINA VANINI, 1961

Regia di Roberto Rossellini, con Sandra Milo (Vanina Vanini), Laurent Terzieff (Pietro Missirilli), Enrico Glori (Monsignor Bernini), Nerio Bernardi (Cardinale Savelli).

Nella Roma del 1823 Vanina Vanini, principessa romana, si innamora ricambiata di Pietro Missirilli, giovane carbonaro che fuggito di prigione trova rifugio a Palazzo Vanini. Quando Pietro torna in Romagna per continuare la lotta carbonara, Vanina lo segue, ma non tarda a sentirsi messa da parte in nome dell’ideale patriottico.
A causa di ciò prende una decisione estrema che porterà solo guai…

Tratto dall’omonimo racconto presente nelle CRONACHE ITALIANE di Stendhal, è un drammone tipico di una certa parte di vecchio cinema italiano, a dire la verità guardandolo senza sapere il regista si stenta a riconoscere lo stile di Roberto Rossellini, il maestro del neorealismo, anche se non manca la predisposizione a raccontare il dramma nudo e crudo.
In effetti la storia è drammatica e tormentata, più che come storia d’amore, per i dilemmi che attanagliano i due tormentati protagonisti: Vanina (interpretata da un’ottima Sandra Milo, nel suo ruolo migliore - a mio avviso - insieme a quello del film LA VISITA, che con la sua recitazione fa trasparire il dramma, la passione e la sofferenza della protagonista) è una giovane nobildonna che nell’amore vede un riscatto dalla vita troppo chiusa e conformista che il suo rango le impone, una vita che la soffoca con la sua mediocrità; le sue aspettative verranno tragicamente deluse, portandola a una rovina da lei stessa perpetrata per disperazione e incoscienza.
Anche il protagonista maschile, sebbene l’attore che lo impersona reciti in modo più “manierato” e aderente al ruolo di bello e dannato, esprime tormento e dolore, diviso com’è tra amore e patriottismo (anche se non ho mai capito, a tutti gli effetti, perché dovesse per forza scegliere… si vede che non mi sono calata abbastanza nel periodo storico!).
Alla tragedia che si consuma fa da cornice una Roma prima e una Romagna poi bellissime e ottimamente evidenziate dalla fotografia.
Essendo un classico dimenticato del nostro cinema, meriterebbe una riscoperta, ma attenzione: troppo tragico, potrebbe deprimervi!



DOLCI RICORDI ( Remembrance ), 1996

Regia di Bethany Rooney, con Angie Dickinson (Margaret Fullerton), Eva LaRue Callahan (Serena), Jeffrey Nording (Brad Fullerton), James Calvert (Cliff Fullerton)
 

Nel secondo dopoguerra Serena, giovane italiana, si trasferisce col marito Brad (soldato conosciuto durante la liberazione), negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita. Ma da subito la suocera la prende in antipatia, tanto che la coppia taglia i ponti con la donna; Charles, fratello di Brad e giovane medico neolaureato, costruisce con la nuova cognata un rapporto molto affettuoso. Poco tempo dopo Brad muore durante la guerra di Corea, e Serena rimasta sola dà alla luce una figlia, Vanessa…

 

Tratto dal romanzo RICORDO D’AMORE, di Danielle Steel, appartiene al filone di tv movie tratti dai romanzi della famosa autrice; filone cospicuo, che sarà certamente apprezzato dai fans della Steel ma che, per chi lo vede da fuori, appare abbastanza banale e scontato. Il livello dei film è più o meno lo stesso, il minimo sindacale che ci aspetta da un tv movie (infatti li passano sempre d’estate il pomeriggio per riempire i buche dei palinsesti…); il piacere o meno del film è affidato alla storia, quindi ovviamente a discrezione degli spettatori. Nel caso specifico ho trovato più realistico, rispetto al romanzo (che non ho letto ma conoscevo come trama) il fatto che abbiano tolto alla protagonista un assurdo titolo di principessa italiana decaduta e diventata povera, lasciando solo il fatto - certamente più realistico - di essere una povera ragazza di origine italiana, come ce ne furono molte nel dopoguerra, che immigrarono dopo aver sposato soldati americani. La storia è piena di colpi di scena ma abbastanza triste e tragica - a tal punto che viene spontaneo domandarsi quali siano i "dolci ricordi" che la voce narrante ricorda, appunto - e gli attori funzionano abbastanza, soprattutto l’acida suocera che sembra non avere un cuore. Utile per passare un pomeriggio se non avete nulla da fare….
 

 




CINQUE FIGLI E UN AMORE ( Changes ), 1994


Regia di Charles Jarrott, con Cheryl Ladd (Melanie Adams), Micahel Nouri ( Peter Hallar), Christopher Gartin , Renee O’Connor.

La presentatrice Tv Melanie Adams , divorziata con due figlie,incontra il ricco Peter Hallar,vedovo con tre figli. I due s’innamorano, si sposano e vanno a vivere tutti insieme nella grande casa di Peter, ma sorgeranno molti problemi, soprattutto per via dei figli…

Tratto dal romanzo SVOLTE (1983) di Danielle Steel, come il precedente DOLCI RICORDI appartiene al cospicuo filone tv dedicato ai romanzi della Steel, con una piccola aggiunta: stavolta alla sceneggiatura ha partecipato anche la scrittrice. Non si nota però la differenza rispetto a tutti gli altri film tratti dai suoi romanzi, se non una sorta di partigianeria per la protagonista e le sue figlie, tre personaggi femminili che, per quasi tutto il tempo, ho trovato egoisti e antipatici, così come ho trovato fuori luogo la “vittoria” alla fine, dei loro interessi, come se fossero per forza migliori o più importanti. La storia è tipica delle storie con famiglie allargate, se non altro ha il merito di mostrare i problemi che possono trovarsi ad affrontare persone che decidono di compiere questo tipo di scelta (e non propinarcele continuamente in salsa “Cesaroni” come va oggi di moda); certo, del risvolto alla “Scandalo al sole” non se ne sentiva proprio il bisogno….



  





 

Uscite Romanzi Mondadori Ottobre 2011

 


Questo mese le uscite delle collane Mondadori, ci offrono una ricca gamma di ambientazioni, dal medioevo di AMANDA SCOTT al periodo georgiano di ELOISA JAMES, dal regency di MARY BALOGH e MARY BLAYNEY, al periodo vittoriano con PAOLA PICASSO, fino ad arrivare al frizzante contemporaneo di LISA CACH, negli Extra Passion, la nuova collana erotica che a partire da agosto scorso ha iniziato ad abbinare ai romanzi storici anche i contemporanei (e non dimentichiamo che sul blog Mondadori sono già stati annunciati i famosissimi Navy Seals di Lora Leigh!). Ma al di là delle diverse ambientazioni storiche e al picco erotico degli Extra Passion ( per chi ama le storie veramente bollenti ), questo mese abbiamo la fortuna di vedere ripubblicate due vere chicche del genere, due romanzi che ciascuno a modo suo, hanno fatto un pezzo di storia del romance d'oltreoceano e di quello italiano: SPOSA A META' di Mary Balogh, il primo romanzo della amata serie Slightly dedicata ai Bedwyn, e, udite udite, dopo 23 anni dalla prima pubblicazione, CAPELLI DI LUNA di Miriam Formenti.
 

Le appassionate del MEDIOEVO, tra i titoli di questo mese non possono perdere IL SIGNORE DELLE ISOLE (Lord of the Isles), di Amanda Scott (RM Classic 977), una delle più apprezzate autrici di romance ad ambientazione scozzese, che ha esordito per la prima volta in Italia a Marzo, col romanzo La Principessa delle Highlands.
Ambientato nella Scozia del 1370, questo è il secondo romanzo della serie delle Isole dei Templari, ed inaugura anche le storie delle sorelle Macleod, figlie di Murdo Macleod (Cristina, la maggiore è protagonista di questa storia)

1 - LA PRINCIPESSA DELLE HIGHLANDS (Highland Princess) – protagonisti Mairi MacDonald e Lachlan Lubanach Maclean, detto “l’Astuto” ("The Wily") - potete leggere le nostre note QUI
2 - IL SIGNORE DELLE ISOLE (Lord of the Isles) - protagonisti Cristina Macleod e Hector Maclean, detto “il Feroce” ("the Ferocious")
3 - Prince of Danger - protagonisti Isobel Macleod e Sir Michael St. Clair, master of Rosslyn Castle
4 - Lady's Choice - protagonisti Sorcha Macleod e Sir Hugo Robison, cavaliere templare
5 - Knight's Treasure - protagonisti Adela Macleod e Sir Robert Logan, cavaliere templare
6 - King of Storms - protagonisti Sidony Macleod e Sir Giffard Maclennan, cavaliere templare

I romanzi sono collegati tra loro soprattutto per il fatto che le protagoniste sono sorelle (Cristina, Mariota, Adela, Maura, Kate e poi Isobel, Sidony e Sorcha), e che i protagonisti maschili dei primi due romanzi, Lachlan e Hector, sono gemelli. Ad unire però le singole storie, c'è una trama comune : ovvero la caccia al tesoro dei Cavalieri templari, che si dipana da un romanzo all'altro, rendendoli strettamente collegati. Per questo è consigliabile leggerli nella sequenza di pubblicazione.

In una notte buia e tempestosa l'affascinante Lord Hector Reganoch, Signore di Lochbuie, trova rifugio nella casa di Lord Macleod. Costretto dalle cattive condizioni metrologiche a trascorrere del tempo nella dimora del suo ospite ha l'occasione di fare la conoscenza delle sue figlie e in particolare dell'adorabile e bellissima Mariota, la seconda figlia più grande di Macleod, di cui si invaghisce al primo sguardo. Rapito da tanta avvenenza il giovane la chiede subito in sposa ma il padre della fanciulla gli spiega che per superstizione deve maritare prima la figlia più anziana, Cristina, meno bella di Mariota, ma giudiziosa, dolce, generosa e decisamente adatta a divenire una buona moglie. Hector però non ne vuole sapere ed insiste a volere la bella Mariota. Così la famiglia escogita un piano per ingannarlo ed il giovane si ritrova una mattina a dover smaltire una bella sbornia con accanto la moglie "sbagliata": Cristina, che ha acconsentito al piano perché fin da subito innamorata del bel Lord. Immaginatevi la collera dell'uomo! Se il suo soprannome vi dice qualcosa, il destino della povera Crstina sembra ben misero. Sa che Hector non riuscirà mai ad amarla, ma non immagina che intanto lui sta cominciando a notare la sua sposa e ad apprezzarla molto più di quanto avrebbe immaginato. Tutto sembra a posto quindi...se non che Mariota, che dapprima aveva rifiutato la corte del lord, ora vuole a tutti i costi farlo suo...

Un romanzo molto apprezzato per la caratterizzazione dei personaggi, l'ambientazione storica accurata ma soprattutto per la sottile vena di humour che caratterizza la trama vivace. Se amate la Scozia, il medioevo, gli inganni e gli amori difficili da conquistare, allora non perdete Il Signore delle Isole. (Sensualità: WARM)

Per chi invece ama le ambientazioni tardo settecentesche, troverà un romanzo molto ben scritto in DUCHESSA DEL MIO CUORE (This Duchess of Mine) di Eloisa James (RM Classic 976)
Ambientato attorno al 1780 in pieno periodo GEORGIANO, è il penultimo romanzo della serie "Duchesse Disperate" (Desperate Duchesses), così composta:

1 - DUCHESSE DISPERATE (Desperate Duchesses) - protagonisti Roberta St. Giles e Damon Reeve, conte di Gryffyn – potete leggere le nostre note sul romanzo QUI  e la nostra recensione QUI
2 - PRIMA DI NATALE (An Affair before Christmas) - protagonisti Perdita (Poppy) Selby e “Fletch”, Duca di Fletcher – potete leggere le nostre note sul romanzo QUI  
3 - LA NOTTE DELLA DUCHESSA (Duchess By Night) - protagonisti Harriet, Duchessa di Berrow, e Lord Justinian "Jem" Strange – potete leggere le nostre note sul romanzo QUI  
4 - IL RITORNO DEL DUCA (When the Duke Returns) - protagonisti Isidore, Duchessa di Cosway, e Simeon Jermyn, Duca di Cosway - potete leggere le nostre note QUI  
5 - DUCHESSA DEL MIO CUORE (This Duchess of Mine) - protagonisti Jemma, Duchessa di Beaumont, e Elijah, Duca di Beaumont
6 - A Duke of Her Own - protagonisti Eleanor Lindel, figlia del duca di Montague, e Leopold Dautry, Duca di Villiers

Le campane nuziali che celebrano le nozze combinate fra la graziosa Duchessa di Beaumont e il suo posato e imperturbabile Duca tacciono quando una scioccante scoperta induce Jemma a lasciare il palazzo ducale e a fuggire. Per nove anni rimane all’estero, creando un delizioso scandalo dietro l’altro (se si vuole credere ai pettegolezzi).
Elijah ,Duca di Beaumont, ha creduto a quei pettegolezzi.
Ma l’affascinante duca ha bisogno di un erede, così richiama a casa la sua seducente moglie. Jemma ride degli occhi freddi e del cuore di ghiaccio di Elijah- ma con suo grande sgomento, ella stessa non crede in quei sentimenti. Infatti racchiude un segreto e vuole l’impossibile: il cuore del marito ai suoi piedi.
Ma quale tipo di seduzione avrà in mente Jemma, perché un uomo possa innamorarsi follemente della propria moglie? 

***Nominato nel 2009 come miglior romanzo ambientato nelle Isole Britanniche***
***RT top pick***

Eloisa James è un'autrice di talento, capace di toccare le lettrici in profondità, e di far loro credere nel potere dell'amore di superare qualsiasi ostacolo. Un romanzo in cui i protagonisti sono coinvolti in un gioco di seduzione, e l'amore è la posta più alta. (Sensualità WARM)

Non manca neppure questo mese una bella storia ad ambientazione REGENCY, IL BACIO DEL TRADITORE (Traitor's Kiss) di Mary Blayney (RM Classic 978), un romanzo storico ambientato tra Francia e Inghilterra, con una trama movimentata e misteriosa, spie, traditori e inganni, secondo la migliore tradizione regency. IL BACIO DEL TRADITORE è il primo romanzo della serie dedicata ai Pennistan, quattro fratelli e una sorella. Lynford il maggiore, duca di Meryon, Jess, David, Gabriel e Olivia, e ad ora è così composta:

1 - IL BACIO DEL TRADITORE (Traitor's Kiss) - protagonisti Gabriel Pennistan e Charlotte Parnell
2 - Lover's Kiss - protagonisti Olivia Pennistan e Michael Garrett
3 - Stranger's Kiss - protagonisti Lynford, duca di Meryon e Elena Verano
4 - Courtesan's Kiss - protagonisti David Pennistan e Mia Castellano
5 - One More Kiss - storia di Jess Pennistan, uscita prevista per il 2012

Un uomo imprigionato per un crimine che non ha commesso..una donna che lo salva ma che potrebbe essere il suo più grande pericolo. Un romanzo emozionate e ricco di colpi di scena.

Una donna misteriosa travestita da suora si intrufola in una prigione francese per far evadere Gabriel Pennistan, una spia inglese detenuta in attesa di essere impiccata poiché accusata di aver tramato contro Napoleone. Ma si sa, anche la libertà ha un prezzo e l'uomo è ora alla mercé della sua salvatrice, la bellissima ed enigmatica Charlotte Parnell, che rifiuta però di rivelargli perché lo ha salvato dal suo destino. Desideroso di raggiungere quanto prima l'Inghilterra per riabilitare il proprio nome, Gabriel acconsente ad accompagnare Charlotte in un viaggio che metterà alla prova entrambi in modi che non possono nemmeno immaginare. I due infatti scopriranno insieme una passione imprevista e bruciante e così quando Charlotte scomparirà improvvisamente dalla vita di Gabriel, l'uomo non avrà pace fino a quando non l'avrà ritrovata, non importa il prezzo che dovrà pagare.... (Sensualità: WARM)

 

"LE ITALIANE"

Sempre più spazio alle Italiane in casa Mondadori! E anche noi abbiamo deciso d'ora in avanti di dedicare all'interno di questo post una sezione speciale tutta per loro, per la gioia delle lettrici che le seguono fedelmente.
Anche questo mese sono due i titoli in uscita. Il romanzo ottocentesco ad ambientazione Irlandese di Paola Picasso, IL DESTINO CI ATTENDE, per la collana Classic, e l'attesissima ristampa di CAPELLI DI LUNA di Miriam Formenti per la collana Oro.
Entrambe le autrici hanno accettato di presentare i loro romanzi personalmente, e la cosa non può che farci piacere, perché chi può farlo meglio di loro? A noi non resta che dirvi: godetevi queste chicche e non perdetevi i romanzi!


IL DESTINO CI ATTENDE di Paola Picasso (RM Classic 975)

La storia riguarda due sorelle: Marianne, la maggiore, è una ragazza ubbidiente, sottomessa e molto religiosa; Sacha, la minore è vivace, allegra e bellissima. Marianne viene scelta come sposa di Stephen, futuro duca di Ironcrown e benché desideri farsi suora, parte da Parigi con madre e sorella per andare in Irlanda a conoscere il futuro sposo. Il primo incontro però avviene tra Sacha e Steve ed è folgorante. L’amore travolge i due giovani dal primo istante, ma è un amore proibito sia per la giovane età di Sacha, sia perché la scelta è stata fatta. Le regole ferree della società impongono che il matrimonio si celebri e che tutti si scarifichino. Sacha torna in Francia con la madre e la tragedia assume tinte fosche. Ma il destino è in agguato e si compie quando Marianne annuncia di essere incinta… (Sensualità WARM)

Care amiche, riguardo a questo romance, posso dirvi che coltivavo questa storia da tempo e quando mi succede d’avere un’idea in testa, la sera prima di addormentarmi, ci ricamo sopra, limo, smusso, levigo, finché dalla pietra grezza emerge una gemma luminosa.

Delineata la trama, comincio a scrivere e dopo un po’, dipende dalla tempra dei personaggi, il Lui, la Lei, o altri, prendono la parola e mi dettano affinché io ripeta ciò che “loro” vogliono dirvi.
Sono loro i protagonisti ed esigono rispetto e ubbidienza. Talvolta, con un atto di generosità, aprono la porta a degli estranei che tuttavia non potranno mai primeggiare.
Le due sorelle del romanzo, Sacha e Marianne hanno entrambe una spiccata personalità, una grande forza di carattere e lo dimostrano attraverso alterne vicende che in certi momenti le vogliono quasi sconfitte. Ho detto quasi perché nessuna delle due si lascerà spezzare. Spero che queste due giovani donne rimangano nel vostro ricordo. Per me ogni eroe, o eroina è indimenticabile, fa parte del mio vissuto come i miei figli, fa parte di me, forse la parte migliore perché è là che la fantasia, la speranza, l’aspettativa di un premio finale hanno posto.
E sono la mia ricchezza. Grazie a Sacha e a Marianne, ho vissuto la loro incredibile storia, la loro lotta per realizzarsi e giungere alla meta. Ho palpitato, riso e pianto con loro e in definitiva non sono mai stata sola. Scrivere è sinonimo di solitudine, tuttavia, quando si è circondate da tanti personaggi affascinanti ci si sente al centro di un palcoscenico fantastico.
Spero che chi mi leggerà, proverà le stesse emozioni.

Paola Picasso

CAPELLI DI LUNA di Miriam Formenti
(RM Oro 107)

Viola "dai capelli di luna" fugge disperata per non sottoporsi a un matrimonio umiliante quanto forzato. Mentre vaga per le strade di Desenzano incontra un mercenario molto attraente, ma non sa che l'uomo è un nemico della sua famiglia e che farà di tutto per riprendersi ciò che gli è stato sottratto dai parenti di Viola alcuni anni prima. Da un atto d'amore consumato in una taverna nascerà per Viola qualcosa di nuovo ed esaltante assieme...  (Sensualità WARM)
 

‘Capelli di Luna’ non è stato il primo romance che ho scritto, tuttavia lo considero il mio romanzo d’esordio poiché è stato il primo ad essere pubblicato nella collana ‘I Romanzi Mondadori’ con la mia firma. Devo dire che allora, parliamo di quasi 23 anni fa, mi era parsa una conquista, dato che fino a quel momento avevo pubblicato solo con pseudonimi inglesi.

Dopo aver scritto ‘Un uomo da odiare’, un romance ambientato nel 1150, che per motivi editoriali era in quel momento bloccato, per ‘Capelli di luna’ avevo optato ancora una volta per il Medioevo, nonostante non avessi ancora deciso la città in cui si sarebbe svolta la storia che era appena un abbozzo nella mia mente, né il periodo preciso. La risposta l’avevo trovata in uno dei libri di mio padre sulla storia di Brescia, la nostra città natale. Sfogliandolo, infatti, mi aveva colpito un particolare momento, forse nemmeno molto conosciuto, che aveva interessato i Visconti, la Repubblica Veneziana e la Riviera del Garda nel 1351.
L’inizio è un po’ particolare. Dopo poche pagine si profila una scena piuttosto forte, terribile per una donna, ma molto importante, poiché su quella ho costruito tutto il romanzo. Il seguito è ricco di avvenimenti in una società in cui era l’uomo a comandare, ma è la storia di un amore sofferto, che rimane vivo e vibrante nonostante le avversità e il passare del tempo.
Avevo in mente un protagonista dal carattere deciso; un uomo del tempo, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Chi ha letto il libro mi ha detto che Francesco è un bastardo DOC. Certamente lo è: sfrontato, beffardo, troppo sicuro di sé… tuttavia è anche in grado di amare e, soprattutto, di farsi amare.
Prima Edizione - I Romanzi Mondadori 1988Per le più curiose dirò che Francesco non è stato un parto della mia fantasia; è esistito davvero, se non nel carattere almeno nel fisico. Io, infatti, l’ho visto.
Un uomo bruno e attraente, che da un cartellone pubblicitario guardava i passanti regalando a tutti un sorriso disincantato. Non ricordo come fosse vestito e nemmeno cosa pubblicizzasse; vedendolo però lo avevo riconosciuto subito: lui era il mio protagonista.
In quanto a Viola, l’amore della sua vita, l’ho sentita crescere a poco poco. Da fanciulla orgogliosa e ostinata si è trasformata pagina dopo pagina in una donna vera; una donna coraggiosa che merita infine di avere tutto, soprattutto l’amore.
Per me è una grande gioia vedere ristampato questo romance e mi auguro che le lettrici possano apprezzarlo. Aggiungo che resta sostanzialmente uguale all’inedito. Ho solo cambiato alcune parole; poche brevi frasi qua e là, arricchendo anche una scena d’amore. Nient’altro, poiché credo che un vecchio romanzo possa subire qualche piccola modifica, ma non può essere cambiato.

Ringrazio Maet e le sue colleghe per avermi ospitato nel blog e, soprattutto, per avermi permesso di andare a ruota libera in questa esposizione.
Ringrazio anche le amiche che avranno la pazienza di leggermi, stringendo tutte quante in un abbraccio affettuoso.

Miriam Formenti

Miriam Formenti è stata ospite del blog in occasione dell'uscita del romanzo ISABELLA PER SEMPRE, potete leggere l'interessantissima intervista cliccando QUI

 

"SCELTI PER VOI"

Care lettrici, fortunatamente per noi,in questi ultimi tempi il panorama romance nel nostro Paese si sta incredibilmente arrichendo grazie alle molte case editrici che sempre più spesso sembrano voler ascoltare e dare voce ai nostri desideri. Ecco perchè per aiutarvi a sceglere e ad orientarvi nella sempre più nutrita rosa dei romanzi in pubblicazione noi di Isn't it romanti? abbiamo deciso di rinnovare le vesti delle uscite Mondadori selezionando quelle che noi consideriamo imperdibili; possono essere ristampe o - finalmente! - edizioni italiane di libri tanto attesi.
Sperando quindi che i nostri "Scelti per voi" vi piacciano e incontrino i vostri gusti, vi auguriamo... Buona Lettura!!

 

SPOSA A META' (Slightly Married) di Mary Balogh  (RM Oro 108)

Per la gioia di quanti amano Mary Balogh e non hanno avuto la possibilità di leggere per intero la serie o per coloro che ne hanno sentito solo parlare senza mai provarla, la Mondadori inizia la ristampa della celeberrima serie Bedwyn. Già ad agosto scorso era stato pubblicato quello che in qualche modo viene considerato un prequel, ovvero UN’ESTATE DA RICORDARE e QUI potete trovare la nostra nota, ma la saga vera e propria comincia con questo volume.

***Miglior romance storico del 2003 per ALL ABOUT ROMANCE***

Protagonisti i quattro fratelli e le due sorelle che compongono la nobile, antica e potente casata dei Bedwyn per l’appunto. Una famiglia piena di temperamento e di passione, ma anche di generosità, senso della giustizia e ferrei valori. In ciascuno dei romanzi compare l’enigmatico e affascinante e duca di ghiaccio, Wulfric, il cui ritratto si arricchirà di particolari di libro in libro fino a giungere all’ultimo, quello che lo vede protagonista.

1 - SPOSA A META' (Slightly Married) – protagonisti il colonnello Aidan Bedwyn e Eve Morris – potete trovare la nostra recensione QUI
2 - INCIDENTE D'AMORE (Slightly Wicked) – protagonisti Rannulf Bedwyn e Judith Law – potete trovare la nostra recensione QUI 
3 - UNA LADY SCANDALOSA (Slightly Scandalous) – protagonisti Lady Freyja Bedwyn e Joshua Moore, marchese di Hallmere – potete trovare la nostra recensione QUI  
4 - LA TENTATRICE (Slightly Tempted) – protagonisti Gervase Ashford, conte di Rosthorn, e Morgan, la più giovane dei Bedwyn – potete trovare la nostra recensione QUI 
5 - INNAMORARSI DI UN LORD (Slightly Sinful) – protagonisti Alleyne Bedwyn e Rachel York – potete trovare la nostra recensione QUI 
6 - IL DUCA DI GHIACCIO (Slightly Dangerous) – protagonisti Wulfric Bedwyn, duca di Bewcastle, e Christine Derrick – potete trovare la nostra recensione QUI

SPOSA A META’ è la storia di Aidan, il secondogenito, serio, introverso, coraggioso il cui sogno sarebbe stato di amministrare le proprietà di famiglia e che invece è stato obbligato a divenire un soldato. Per tenere fede alla promessa fatta ad un commilitone morente e nonostante la grande disparità culturale e sociale, ne sposerà la sorella Eve, una donna in difficoltà eppure estremamente prodiga, tanto materialmente che moralmente. Per Eve aiutare gli altri è naturale e fonte di gioia. Riusciranno i due a superare le tante difficoltà e a trasformare un matrimonio all’inizio solo di facciata, in un’unione anche di cuori e anime?  (Sensualità WARM)

SEDUZIONI PERICOLOSE (Something Reckless) di Jess Michaels  (RM ExtraPassion 9)

Ritorna la serie dedicata alle sorelle Albright! Ambientata in Inghilterra nel periodo REGENCY, Jess Michaels (lo pseudonimo usato da Jenna Petersen per i romanzi erotici) rivela segreti, svela desideri e accende passioni nascoste...
Di questa serie abbiamo parlato e scritto diffusamente sul blog, dato che l'abbiamo letta in lingua originale diverso tempo fa, e difatti potete trovare già le recensioni di tutti i libri che la compongono:

1- PIÙ DI UN DESIDERIO (Everything Forbidden) – protagonisti la sorella maggiore, Miranda Albright, e Ethan Hamon, conte di Rothschild – potete trovare la ns. recensione del romanzo QUI
2- SEDUZIONI PERICOLOSE (Something Reckless) – protagonisti Lady Penelope Norman e Jeremy Vaughn, duca di Kilgrath - potete trovare la ns. recensione del romanzo QUI
3- Nothing Denied – protagonisti Beatrice Albright e Gareth Berenger, marchese di Highcroft – potete trovare la ns. recensione del romanzo QUI

più un romanzo di spinoff
- Taboo – protagonisti Cassandra Willows e Nathan Manning, conte di Blackhearth - potete trovare la ns. recensione del romanzo QUI

La vedova Penelope Norman si è fatta paladina di tutte le mogli che devono subire e sopportare le infedeltà dei loro mariti. E i mariti in questione, ma non solo loro, sono decisi a fare qualsiasi cosa per farla tacere, e dal momento che non possono uccidere la donna, devono almeno uccidere la sua reputazione. Lo splendido esemplare che dovrà portare a termine questo compito è il Duca di Kilgrath, cui nessuna donna ha mai resistito. Il suo piano è sedurre Penelope, farle conoscere la passione, e poi comprometterla. Come? Esserne amico di giorno, e l'amante mascherato di notte. Avrà successo il suo piano? O si ritorcerà contro di lui? (Sensualità BURNING)

I SEGRETI DI UNA CAMERIERA (The Erotic Secrets of a French maid ) di Lisa Cach  (RM ExtraPassion 10)

Nelle collane Mondadori hanno da poco debuttato i CONTEMPORANEI e negli Extra Passion troviamo un romanzo davvero molto stuzzicante! Una commedia sexy che vi regalerà attimi di intensa ilarità.

Lui è il signore della casa. Lei la signora dei suoi desideri...

Emma Mayson è una giovane e brillante laureata in architettura che stenta a trovare lavoro nel suo campo, ma per sbarcare il lunario e pagare le bollette si adatta a far da donna delle pulizie nelle ville dei benestanti di Seattle. Uno di questi Russell Carrick oltre che ricco è anche giovane e attraente, per quanto serioso, tanto che Emma si propone anche come governante, non solo per guadagnare di più ma anche per stargli maggiormente vicino. Russell dopo attenta riflessione e valutate le opzioni, accetta. Una storia semplice dunque? Niente affatto, a volte degli enormi fraintendimenti possono nascere dalle frasi più ovvie e così mettere in moto una serie di eventi assolutamente imprevisti che conducono molto, molto lontano. (Sensualità BURNING)

Una storia frizzante, divertente e tenera al tempo stesso, da un’autrice ancora pressoché sconosciuta in Italia, molto versatile e tutta da scoprire, che spazia dal contemporaneo, allo storico al paranormal allo young adult.
E' stata pubblicata da Harlequin diversi anni fa (Appuntamento senza Anestesia, del 2002), e per la gioia di tutte le amanti del paranormal, la Mondadori ne ha annunciato la pubblicazione nella collana Dark Passion!
 



ANTICIPAZIONI DEL PROSSIMO MESE

ROMANZI CLASSIC

979 - Mary BALOGH - Caro angelo inatteso (Dark Angel)
980 - Ornella ALBANESE - Aurora d’amore
981 - Karen RANNEY - Il diavolo di Ambrose (The Devil Wears Tartan)
982 - Deborah RALEIGH - Un affare di cuore (Some Like It Wicked)

ROMANZI PASSIONE

59 - Karen ROBARDS - Folle tentazione (Irresistible)
60 - Lisa KLEYPAS - Sposare uno sconosciuto (When Strangers Marry)

ROMANZI DARK PASSION

21 - Donna Lea SIMPSON - Fuoco di passione (Awaiting the Fire)
22 - Angela KNIGHT - Bacio eterno (The Forever Kiss)



 

Hanno collaborato a questo post:
naan, maet1, paige79, chiaromattino, poppy77, antonella

Anteprima "Corinna. La Regina dei Mari"

E' IN ARRIVO IN LIBRERIA CORINNA. LA REGINA DEI MARI  di Kathleen McGregor - LEGGEREDITORE


Finalmente il 29 Settembre uscirà in edizioni Leggereditore, Corinna La regina dei Mari, uno dei romanzi più attesi degli ultimi anni, in edizione integrale e riveduta. Pubblicato per la prima volta in Italia dalla Mondolibri, è stato già all’epoca un grande successo.

Oceano Atlantico, 1662.

Una giovane donna, vestita da uomo, ha deciso di solcare i mari, per sfuggire a un matrimonio combinato che la condannerebbe all’infelicità. Bellissima e indomabile, il volto incorniciato da una chioma rossa e selvaggia, tiene testa anche al più temibile dei corsari. Il suo nome è Corinna.
Nei burrascosi mari tropicali, pirati e corsari si contendono bottini e ostaggi in feroci assalti a qualunque nave abbia la sventura di incrociare la loro rotta. Non fa eccezione il vascello su cui è imbarcata Corinna. Rapita da un uomo spregevole, la donna rimpiange il giorno in cui ha lasciato la casa paterna. Ma quando ha ormai perso ogni speranza, durante un’incursione nelle prigioni in cui è stata rinchiusa, il famigerato corsaro Dorian O’Rourke la vede e la porta via con sé. Dapprima a fianco dell’affascinante uomo di cui si innamora, poi al comando di un veliero tutto suo, Corinna si trasforma in una vera regina dei mari un capitano temuto e rispettato da tutti.
Tra violente tempeste, arrembaggi e mille traversie, si snoda la storia d’amore e d’avventura di un’eroina fuori dagli schemi, pronta a combattere fino all’ultima goccia di sangue per la propria libertà, per i propri principi e per l’uomo che ama.

 

La saga del Mar dei Caraibi ad ora è così composta:

1- CORINNA. LA REGINA DEI MARI : storia di Corinna McPherson e Dorian O'Rourke
2- CUORE PIRATA : storia di Walter Avery e Brandy McKindry
3- L'IRLANDESE : storia di Juan Corraya e Alma De Castillo
4- NOTTE DI TEMPESTA : racconto dedicato a Pablo (contenuto nel numero 0 della rivista Romance Magazine acquistabile sul sito delosbooks.it)

Kathleen McGregor è una scrittrice di rara intensità e maestria. I suoi sono romance sui generis, nei quali l’avventura, la passione e l’esatta documentazione storica si fondono, restituendoci una prova di altissimo valore. I suoi romanzi sono un inno alla libertà e a ogni pagina riescono a far appassionare il lettore, trascinandolo in un viaggio dalle atmosfere esotiche, e avvincenti, ma anche romantiche e da sogno.
Il sito dell'autrice: www.kathleenmcgregor.com  

E qui potete leggere l'interessante intervista all'autrice pubblicata sul sito dell'Editore:
http://www.leggereditore.it/blog.php?id=132
 

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ESCE IN LIBRERIA ATTRAZIONE INFERNALE ( A Match Made in Hell ), di Terri Garey - EDIZIONI DELOS, COLLANA ODISSEA STREGHE

Una nuova storia di Nicki Styx, la ragazza sensitiva dai poteri eccezionali che le permettono di comunicare con le anime dei morti rimaste bloccate su questa Terra perché hanno ancora delle storie "in sospeso".

L'aver sfiorato la morte e aver fatto un rapido giro nell'aldilà hanno reso Nicki Styx, la proprietaria di un negozio di abiti vintage, un'amica dei morti suo malgrado. Può vedere e sentire gli spiriti, e altroché se vogliono farsi sentire! Fortunatamente il suo nuovo ragazzo, un medico molto sexy di nome Joe Bascombe, è pronto ad aiutarla, specialmente quando Nicki affronta il suo ultimo fantasma: una donna che indossa un abito di lustrini rosa e che detiene la chiave di alcuni segreti di famiglia.
Sfortunatamente salta fuori che ci sono più scheletri nell'armadio di famiglia di quanto lei pensasse, inclusa una sorella gemella e una casa misteriosa piena di spiriti e di sorprese. Le cose vanno di male in peggio quando fa la sua comparsa il diavolo stesso, determinato a sedurre Nicki e a farle vendere la propria anima per una sola, incredibile notte!

 

Fantasmi, spiriti, spettri chiamateli come vi piace, ma non fatelo a voce troppo alta... potrebbero sentirvi

Nota di andreina65. Secondo volume  della serie Nicki Styx così composta:

- LE RAGAZZE MORTE SONO FACILI (Dead girls are easy)

- ATTRAZIONE INFERNALE (A Match made in Hell)

- You're the One I Haunt

- Silent Night, Haunted NighT

 

Terri Garey, nata e cresciuta in Florida si è laureata in Scienze Elettroniche alla University of South Florida, è sposata e madre di tre figli. Prima di intraprendere la carriera di scrittrice a tempo pieno è stata analista di sistemi elettronici presso una società di finanza e assicurazioni; poi, nel 2005, ha venduto e pubblicato il suo primo libro con l'editore Harper Collins, Dead Girls Are Easy (il presente Le ragazze morte sono facili) con il quale ha dato inizio alla fortunata serie delle storie di Nicki Stix, una ragazza sensitiva in grado di parlare con le anime dei morti e di sistemare i pasticci che questi avevano lasciato in sospeso. La serie di Nicki Styx che ha subito riscosso una grande successo, è poi continuata con i romanzi A Match Made in Hell (2008), You're the One That I Haunt (2009) e Silent Night, Haunted Night (2009).
Sin dal suo esordio, l'autrice ha ricevuto entusiastici apprezzamenti dai lettori della narrativa paranormale; ha visto il prestigioso Rita Award per l'opera prima e il Prism Award per il miglior romanzo light paranormal.


 

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ESCE IN LIBRERIA FOREVER di Maggie Stiefvater - EDIZIONE RIZZOLI

È arrivata una nuova primavera a Mercy Falls. Grace, che per sopravvivere ha dovuto cedere al suo animo di lupo, continua a mutare forma. Sam, saldo nella sua pelle di umano, la cerca. Perché la ama e conosce il dolore delle metamorfosi.
Quando nel bosco viene ritrovato il cadavere di una ragazza la situazione precipita: il branco è in pericolo, Grace è in pericolo, e Sam deve tentare di salvarli, deve salvare Grace, a qualunque costo…


“Il lupo levò il capo e ululò.
Fu un gemito lungo, lamentoso, triste e distinto. Dopo un istante schiusi la bocca e ululai anch’io.
Insieme, le nostre voci erano più forti. Gli altri lupi si premettero contro di noi, prima uggiolando, poi ululando. Non esisteva luogo nel bosco in cui quel richiamo non potesse giungere.”

Nota di andreina65: La Trilogia The Wolves of Mercy Falls (I lupi di Mercy Falls) è composta da:
-SHIVER
-DEEPER (Linger)
-FOREVER

Maggie Stiefvater ha trent’anni e vive in Virginia insieme al marito e ai due figli, due cani e un gatto. Pittrice e illustratrice, da anni scrive con successo libri per giovani adulti a sfondo fantasy. La trilogia dei lupi di Mercy Falls ha conquistato migliaia di lettori in tutto il mondo.

 

Sotto i Riflettori: Monica Granchi



L'AUTRICE


Monica Granchi è nata a Siena dove ancora oggi vive con la sua gatta Medea, un persiano golden dagli occhi verdi. Specializzata in Musica e Spettacolo, si occupa da sempre di teatro e dirige una piccola etichetta musicale indipendente. Dopo aver insegnato per molti anni, di recente ha deciso di dedicarsi completamente alla letteratura, sua prima grande passione.
Di prossima uscita, Descansos, una raccolta di racconti al femminile scritti da un’angolazione precisa e dichiarata. Il volume presenta ritratti di donne a un bivio della loro esistenza. Storie senza tempo né luogo, toccate da un realismo magico in cui le protagoniste fanno i conti con gli eterni temi dell’amore, della fede e del fato, della sopraffazione e della gelosia. Ma anche figure vicine a un mondo più conosciuto e contemporaneo che mostrano i tratti specifici di donne in cerca di lavoro, donne costrette all’immigrazione, donne che vendono il proprio corpo per riempire il vuoto della loro esistenza. Donne che tutte noi potremmo essere.
Attualmente l’autrice sta lavorando alla stesura di un romanzo fantasy, ricco di sorprese e colpi di scena, che si apre a scenari adatti al grande schermo.
 

Tra tutte coloro che lasceranno un commento verrà sorteggiata una copia di Il mercante", gentilmente offerta dalla casa editrice, quindi non dimenticate di firmarvi con un nome o con un nick!

IL LIBRO

IL MERCANTE

EDITORE PROTAGON
Pagine: 357
Prezzo: € 15,00
Anno di edizione: 2009
ISBN: 978-88-8024-254-3


Una serie di eventi drammatici e il pesante fardello di una bellezza senza eguali sembrano segnare il destino di Ariel, fiera e coraggiosa ragazza irlandese che non sa rassegnarsi all’idea di consegnare la sua vita nelle mani di un fato avverso senza combattere. Rapita e portata in Marocco, sarà inaspettatamente liberata dall’avvenente figlio del Sultano. Il giovane Niko, ombroso e affascinante guerriero in lotta per l’indipendenza del suo popolo, innamoratosi perdutamente di lei saprà far breccia nella sua corazza di donna ferita e tuttavia orgogliosa, utilizzando inaspettate armi di seduzione che sapranno toccare le corde giuste del cuore indomito di Ariel. Al raggiungimento della felicità dei due protagonisti si frappongono, però, destini e figure. Due uomini innamorati della stessa donna. L’amicizia di un impeccabile precettore vinto dalla propria umanità. La crudeltà efferata di Kabir, vendicativo berbero fratello di latte di Niko. L’ambizione della bellissima Eva, prima moglie del Sultano Omar. Le vite di quanti, nell’oscurità, tramano per il proprio profitto contro lo svolgersi di un destino collettivo più grande. Un’avvincente storia d’amore che, contro ogni previsione, sfocia sullo sfondo delle sfarzose stanze di palazzo di un paese in rivolta alle soglie del Novecento. Spezzato e mai vinto, quell’amore saprà ritrovarsi, dopo vent’anni, più intenso e più vero.
La figura del Mercante, oscuro burattinaio in bilico tra leggenda e realtà, getta la sua ombra inquietante sul passato e il futuro dei protagonisti, accompagnando il lettore da mondi esotici e lontani a quelli più conosciuti di un’America moderna e laboriosa in cerca della propria grandezza. Un enigma che non si svela fino all’ultima pagina.
 

Il giudizio di Antonio Tabucchi:
Un romanzo “d’avventure” che soddisfa pienamente, con efficacia e divertimento, gli appassionati di questo genere


Il libro è distribuito da PDE, e si può ordinare in tutte le librerie d'Italia. Si può acquistare anche sui siti di libri generici come Ibs  o, nello specifico, su sienalibri.it.

Per ordinare il libro, sul portale www.toscanalibri.it , le lettrici possono scrivere direttamente all'indirizzo mail redazione@toscanalibri.it.
Presentandosi a nome di Isn't it romantic?', si potrà avere il volume a prezzo di copertina senza l'aggiunta delle spese di spedizione.



1-ESTRATTO - dal romanzo "Il mercante"

Un piccolo stormo di uccelli variopinti si avvicinò alle stanze di Ariel distraendo l’uomo dai suoi pensieri e dai tanti ricordi. Riusciva quasi ad immaginarla… Con il passare dei giorni si era rasserenata, quasi dimenticando quanto era successo. Le piaceva raccogliere i capelli in maniera scomposta, con qualunque cosa le capitasse a tiro: una matita, un bastoncino… persino una forchetta: le convenzioni sembravano non riguardarla. Si accucciava spesso davanti ad una piccola feritoia che dava sui giardini, seduta sulle sue stesse calcagna, con la punta dei piccoli piedi nudi girata verso l’interno, a toccare tra loro gli alluci. Aveva imparato a trovare un contatto con l’esterno pur rimanendo confinata nella sua stanza: tenendo gli avanzi dei suoi pasti in una mano sporgeva il braccio dalla feritoia e gli uccelli, dapprima diffidenti, mangiavano ormai dalle sue mani. Edward era l’unico ad essere riuscito a scalfire quella corazza di diffidenza che la rendeva spesso ostile e invisa agli altri. Da quando si era rimessa lo aveva sommerso di domande: la sua intelligenza era vivida e la sua curiosità la rendeva simile ad una spugna capace di assorbire ogni cosa. Ma ormai l’uomo sapeva bene che non le sarebbero più bastate le sue parole o quelle scambiate con la servitù in un perfetto francese, ormai Ariel era determinata ad uscire dalle sue stanze e a sapere esattamente cosa le riservava il futuro. Edward le aveva detto che sarebbe passato a prenderla nel pomeriggio per fare un giro del Palazzo e le aveva fatto recapitare i vestimenti adeguati per coprire il volto e i meravigliosi capelli troppo ribelli per quel luogo in cui l’indicazione di un temperamento fiero sarebbe stata certo mal interpretata. Quando li vide, Ariel si schernì ma le donne, impaurite da quella azzardata mancanza di sottomissione, le fecero intendere che se l’avessero trovata senza velo circolare per le stanze del palazzo, le guardie l’avrebbero certo frustata e imprigionata. La giovane pensò che non avrebbe mai ceduto al ricatti di un’usanza così barbara che faceva della donna poco più di un oggetto ma poi la curiosità prevalse e si decise a vestirsi in attesa del suo accompagnatore. Riguardo al suo futuro, lo stesso Edward non sapeva cosa pensare. La matassa si era complicata e non era facile ritrovarne il bandolo: Niko aveva sottratto la ragazza ad un potente commerciante di donne e di schiavi che l’avrebbe venduta ad un ricchissimo compratore che l’aveva scelta proprio per la sua bellezza indomita. In un solo colpo si era fatto due nemici che non aspettavano altro che egli uscisse dal territorio protetto del Sultano o che facesse comunque un passo falso. La situazione all’interno della Kasbah non era certo migliore data la presenza inquietante di Kabir. Ma troppi pezzi mancavano all’uomo per ricomporre il puzzle: chi era il Mercante? Quanto c’era di vero nella sua leggenda? Cosa era successo a Niko in tutti questi anni? E cosa intendeva fare adesso? Edward non sapeva che una delle sue domande avrebbe avuto presto una risposta inaspettata.
Raggiunse la stanza di Niko prima di andare da Ariel, intenzionato a farsi raccontare ogni cosa e a trovare anche per lei le risposte che cercava e a cui aveva diritto.


2-ESTRATTO - dal romanzo "Il mercante"

Sotto l’ombroso padiglione del giardino piccolo, scrigno segreto di preziosi mosaici incastonati tra piante esotiche e variopinti fiori aulenti, pensieri contrastanti turbavano la naturale quiete di Edward. Il ritorno di Niko aveva messo in allarme Kabir che non avrebbe certo tardato a scoprire le sue carte. La posta in gioco era molto alta e Edward sapeva bene che, nei lunghi anni di assenza di Niko, Kabir si era conquistato un posto speciale accanto al sultano. Niente sembrava essere andato secondo i disegni stabiliti: il cielo, si sa, asseconda mal volentieri i piani dei mortali. Ma forse si sbagliava: forse il disegno delle stelle coincideva proprio con quello che Edward aveva sempre indovinato nei neri occhi del piccolo figlio del deserto che un giorno ormai lontano aveva unito il suo destino a quello di Niko. Orfano di madre ed erede del regno, il giovane figlio di Omar era stato affidato alle cure di Amina, madre di Kabir. La ragazza apparteneva ad una potente stirpe nomade e, secondo una antica e venerabile tradizione del deserto, le donne beduine potevano offrirsi come balie dei figli di nobili o ricchi cittadini creando un debito di riconoscenza che stringeva i due bambini in un eterno legame di fratellanza. Fratelli di latte li chiamava la tradizione, come il latte della donna che li aveva nutriti entrambi, ma si trattava a tutti gli effetti di un indissolubile patto di sangue. La vicenda dei due bambini aveva colpito molto Edward fin da quando era giunto in Marocco, poco prima della nascita di Niko, per ricoprire il ruolo di precettore del futuro erede del regno. I primi anni trascorsi presso la corte del Sultano avevano scosso ogni sua certezza e solo la grande curiosità e l’inappagabile sete di conoscenza che da sempre lo accompagnavano l’avevano spinto a restare. Il sultano lo aveva accolto con ogni premura, assicurandosi che ogni sua necessità trovasse un’adeguata risposta così che nessun ostacolo potesse frapporsi al naturale svolgimento delle funzioni cui era stato chiamato. La vita ordinata del Palazzo reale gli aveva trasmesso in principio un senso di serenità ma ben presto si era accorto dell’esistenza di limiti che non gli era assolutamente consentito varcare oltre i quali regnava il dominio della forza e della brutalità. Lo stesso Omar sembrava soggiacere all’ambivalenza di questo doppio ordine di cose: ospite impeccabile, amabile conversatore, uomo colto ed illuminato tra le pareti delle sue stanze eppure guerriero spietato e ferreo sovrano dal volto troppo spesso disumano. L’anno in cui Edward aveva abbandonato la sua amata Inghilterra per vivere l’avventura di una seconda vita nelle esotiche terre d’Africa, il regno del Sultano Omar era completamente avvolto nel caos. La lunga assenza del sultano aveva prodotto un clima di instabilità che a stento i Consiglieri di Omar erano riusciti a contenere. Dalle preziose e quiete stanze in cui trascorreva i suoi giorni, era difficile per il giovane inglese carpire più di un’eco della rivolta che stava divampando appena fuori di lì ma la sua acuta sensibilità bastava a fargli intuire la ferocia dei toni della repressione adottati in nome del ripristino della pace. Gliepisodi che accompagnarono il suo arrivo tolsero subito ad Edward ogni romantica illusione su quelle terre sconosciute dove la vita degli uomini valeva quanto una manciata di sabbia in pieno deserto. Con ogni probabilità sarebbe fuggito lontano se l’incontro con Maria non gli avesse reso quel primo impatto più sopportabile. Stranieri in una terra densa di contraddizioni e di inaspettata violenza, fu facile ai due giovani suggellare un legame di fraterna amicizia. Maria, ultima moglie di Omar, ormai al quinto mese di gravidanza, confidava ad Edward le preoccupazioni sul futuro del bambino, quasi dimentica della condizione che, come donna, avrebbe ormai dovuto accettare avendo deciso di seguire il suo uomo in un paese mussulmano. Ma il suo era stato un atto d’amore e l’amore non conosce ragioni; così, ogni volta che le sue parole ricreavano la magia di quel primo, inatteso incontro col potente Sultano, due splendidi occhi neri, socchiusi come quelli di un felino, le illuminavano il volto e la voce si faceva morbida, pronta per le parole più dolci che orecchio mortale avesse mai udito. Edward non si stancava mai di ascoltare il suo racconto e si inebriava di quel sentimento raro fino a stordirsi.


Tutto era accaduto in un bellissimo giorno di primavera: un vento giocherellone di tramontana soffiava da nord divertendosi ad increspare le onde tutto intorno a quel pugno di case bianche che costituivano l’isola di Santorini. Quel giorno Maria e gli altri pescatori non erano potuti scendere sul fondo in cerca di spugne da vendere al mercato. Mentre camminava lentamente sul bagnasciuga, lasciando che le onde più forti le lambissero il corpo fin quasi alle ginocchia, teneva la testa china, ad osservare le conchiglie portate dal mare, ma lasciava che i pensieri volassero in alto, fin sopra le nuvole. Da sempre, passeggiando sulla spiaggia, sognava che il mare le portasse in dono il suo sposo; ma quel giorno la realtà superò di gran lunga i suoi romantici desideri di giovane donna. Un rumore sembrò richiamare la sua attenzione; si girò verso l’orizzonte senza scorgere niente. Chinò di nuovo la testa ma il rumore si fece suono distinto e il suono lamento… poi non ci furono più dubbi: un uomo, a largo, si dibatteva tra le onde, esausto; sicuramente un naufrago. Si gettò in acqua senza pensare e, raggiuntolo in un lampo, lo tirò a riva con tutta la forza che poté. In ginocchio accanto a quel corpo esanime si guardò intorno in cerca d’aiuto. La spiaggia era deserta. Senza perdere tempo gli soffiò aria nei polmoni e appena il suo corpo dette segno di ripresa, scuotendosi impercettibilmente, Maria lo girò su un fianco per fargli uscire l’acqua dalla bocca. L’uomo si riprese. Tossì con violenza poi respirò profondamente scuotendo la testa; infine posò lo sguardo carico di gratitudine verso il suo salvatore ma i suoi occhi non erano preparati a quel viso radioso e alla sensualità dirompente di quel corpo ancora ansimante. Nella foga del soccorso la donna aveva lacerato una delle spalline del vestito nero che adesso poggiava proprio sopra l’attaccatura del seno sinistro dove gocce di acqua marina scendevano attraverso i lunghi capelli corvini, ora bagnati, per perdersi nella profondità di quell’insenatura appena percepibile. Sopra le ginocchia, la gonna era annodata, probabilmente per permetterle di cercare telline o cavallucci marini sulla riva; ma le gambe tornite ed abbronzate da quella vita semplice e forte si
mostravano per intero sotto il vestito che le si era ormai appiccicato addosso come una seconda pelle. Omar la fissò a lungo senza trovare parole adatte. Poi il suo sguardo non poté più fare a meno di accarezzarla. Fu così che i suoi occhi, carichi di una voluttà del tutto nuova, sfiorarono dapprima quel seno che sembrava offrirglisi per poi scendere lungo i fianchi che si aprivano larghi e rotondi dopo l’incurvatura della vita. Si fermò, impedendo al suo sguardo di far razzia di quanto restava dell’abbondanza di quel corpo. Uno scrupolo mai provato prima di allora gli impedì di fare di Maria ciò che aveva sempre fatto di ogni donna: farla sua a dispetto di tutto quanto lei pensava, voleva o desiderava. Questa volta era diverso, questa volta era importante che anche lei lo volesse. Per la prima volta Omar provava il bisogno struggente di essere desiderato da quella donna il cui corpo sembrava fatto per l’amore; se lui stesso non l’avesse reputato impossibile, avrebbe detto che desiderava essere amato da lei. I suoi occhi cercarono quelli di lei e quando finalmente l’incontrarono, Omar si rese conto che nonostante la fatica fosse ormai svanita, la donna ansimava ancora, preda di quel desiderio che li aveva vinti entrambi. Le carezzò il volto dolcemente ma con decisione, gettandole i lunghi capelli sulle spalle a scoprire il collo, lungo e invitante. Quando con le labbra cominciò ad asciugarlo dalle piccole gocce di mare ancora rimaste, la donna ebbe un fremito e senza più riuscire a resistere gli offrì le labbra. I baci furono subito roventi, come fossero stati attesi troppo a lungo. Maria era davvero fatta per amare. Ogni volta che Omar le mordeva le labbra fino ad arrivare alla punta della lingua, sembrava che tutti i suoi sensi si risvegliassero e confluissero lì per compiacere il suo uomo; e quando lui le baciava la spalla nuda o le insinuava la mano forte tra le pieghe del vestito a toccare le cosce fin quasi all’attaccatura dell’inguine, allora Maria cercava i suoi baci con più foga, sperando di placare così il desiderio che quella mano tanto sicura si spingesse oltre. Omar sembrò intuire i suoi pensieri e, dopo averla fissata negli occhi ancora per qualche secondo, strappò con forza ciò che era rimasto dei loro vestiti e in un attimo le fu addosso con tutta la forza del suo corpo e di quel sentimento così giovane e nuovo. Le gambe della donna si aprirono al suo sesso senza vergogna né imbarazzo. In cuor suo Maria sapeva che quello splendido straniero venuto dal mare sarebbe stato suo per sempre. Quando Omar raggiunse l’apice del piacere, un’onda si infranse sul corpo di Maria, steso sulla sabbia bagnata, e quando l’onda si ritrasse in cerca del mare, portando con sé Omar, anche il suo piacere scivolò via finalmente appagato. Restarono così, distesi sul letto delle onde finché il sole non tramontò. I giorni che seguirono furono giorni d’amore. Con il sole Maria insegnava ad Omar tutte le tecniche della pesca a mani nude: un giorno gli insegnò anche a distinguere le ostriche che contenevano perle… Maria le adorava; ne teneva una manciata sparse nel letto dove dormiva nuda poiché – così le avevano detto – le perle hanno bisogno del calore umano per diventare più belle. Le davano la stessa spensierata allegria che un pugno di biglie colorate avrebbero dato a un bambino. Omar non la finiva mai di guardarla: il sole le donava una forza ammaliante cui non sapeva resistere. Di notte, però, era lui ad insegnarle i mille segreti degli amanti che lei accettava con il candore con cui si riceve un dono prezioso. Niente, nelle lunghe settimane che seguirono, riuscì a turbare quell’equilibrio perfetto: Maria non faceva domande e Omar gliene era riconoscente; finché un giorno quello stesso mare che aveva portato loro l’amore portò a riva una piccola scialuppa di guerrieri. Anche stavolta Omar non parlò; non cercò di spiegare a se, agli altri e tanto meno a lei quanto era successo ma chiuse piuttosto il suo bel sogno in un angolo in fondo al cuore e si apprestò a partire. Prima di andare si tolse dal collo un prezioso medaglione bizantino e lo passò sulla testa di Maria; poi, senza guardarla negli occhi disse solo:
“Sono Omar Hassan Sultano del Marocco Il mio posto è tra la mia gente. Loro hanno bisogno di me. Devo andare.” Poi, quasi scusandosi per quanto stava per dire, aggiunse “Se verrai con me, sarai mia moglie. Ma se deciderai di restare io capirò”
Maria sapeva leggergli nell’animo come nessuno aveva saputo fare prima e intuendo la complessità di quel momento che pure non comprendeva fino in fondo, sorrise tentando di alleggerire il cuore di quell’uomo che sentiva suo
“Se dormirai con me sarai il più bel Sultano di tutto l’Islam, proprio come le mie perle” disse ridendo di cuore; poi, quasi distrattamente, aggiunse “… inoltre porto in grembo tuo figlio.” “ Vengo con te” concluse infine irremovibile.
Omar le cercò le mani e le strinse forte nelle sue; il suo cuore non aveva mai provato tanta gioia
“Dopo la mia gente, tu e nostro figlio sarete il mio primo pensiero. Non posso prometterti altro” Il suo volto era inquietante come il carattere che Maria aveva imparato ad amare: luci ed ombre vi regnavano in ugual misura.
“Ci basterà” disse infine lei con il cuore gonfio di speranza.



 

 

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RECENSIONE: IL FIORE SBOCCIATO (The reluctant suitor), di Kathleen E. Woodiwiss


Anno: 1999

Pubblicato in Italia da: Sonzogno

Formato: hardcover

Livello di sensualità: warm (caldo)

Genere: historical

Ambientazione: Inghilterra, fine '700

Voto: 5/10


 

Da bambina Lady Adriana Sutton è stata promessa sposa a Lord Colton Wyndham, ma lui si era ribellato al volere delle famiglie ed era scappato arruolandosi nell’esercito; dopo sedici anni ritorna a casa e trova Adriana cresciuta e trasformata in una splendida donna, che però non ha ancora dimenticato la cocente delusione provata e l’umiliazione di sentirsi definire “uno spaventapasseri dagli occhi troppo grandi”, e che quindi mostra freddezza nei suoi confronti. Nonostante siano passati sedici anni Colton scopre non solo che la promessa matrimoniale è ancora valida, ma che il testamento paterno lo vincola a un corteggiamento di tre mesi per provare almeno a scoprire se lui e Adriana sono di reciproco gradimento.
Contrariamente sedici anni prima Colton è fermamente deciso a conquistare Adriana, ma ostavolta a scontrarsi con la sua delusione, deve anche vedersela con Roger, un pretendente un po’ troppo insistente che nel corso della storia rivelerà ben altra natura da quella del tranquillo giovane ambizioso…

Penultimo romanzo della grande regina dei romance, devo dire che mi ha deluso molto; se per PER SEMPRE (l’ultimo romanzo) ci poteva essere la giustificazione che il romanzo era stato scritto durante la malattia dell’autrice ed in seguito completato da altri dopo la sua morte, davvero non saprei come giustificare questo IL FIORE SBOCCIATO, che risale al 1999, quindi a tempi non sospetti.
Un romanzo lento, noioso, che prende poco e solo per inerzia e buona volontà del lettore, e soprattutto che parte da un assunto davvero poco credibile e assurdo: laportagonista Adriana, per tutta la prima parte del romanzo, rimarca la sua delusione, il suo shock, la sua sofferenza per il rifiuto di Colton al matrimonio combinato dai genitori; viene altresì fatto spesso notare dall’autrice che il padre di Colton aveva combinato quest’unione perché aveva capito che Adriana, per le sue qualità fisiche e caratteriali, era sicuramente la donna più adatta a suo figlio. Tutto ok? Certo… finchè non si scopre che all’epoca del presunto trauma sentimentale, Colton aveva 16 anni… e Adriana ne aveva otto!!!
Ora io dico: quante di voi stanno ancora soffrendo per la delusione d’amore patita a otto anni? Spero poche…
Alla luce di questo piccolo particolare che per l’autrice sembra irrilevante, ho provato grande solidarietà con questo sedicenne che, giustamente, non provava nessun interesse per quella che è solo una bambina; solidarietà che è improvvisamente scemata quando, dopo il suo ritorno (passati sedici anni dal fattaccio) - e causa la trasformazione della ex bambina in una donnian niente male sia fisicamente che come carattere - il nostro comincia ad ammettere che sì… forse… il padre aveva ragione e lui ha sbagliato a ribellarsi, avrebbe dovtuo accettare di buon grado… a quanto pre, gli ormoni possono compiere miracoli.
Anche non volendo considerare tutto ciò (e per me è stato impossibile, troppo irreale come cosa!), Colton e Adriana nonostante l’impegno dell’autrice nell’inscenare siparietti maliziosi, litigate sotto cui si dovrebbe intravede il fuoco della passione, stuzzicamenti vari, sono due protagonisti che comunicano ben poco, se non nulla, molto lontani da alcuni loro predecessori pieni di fascino, di magnetismo come Cole e Alaina o Christopher ed Erienne; la storia che li riguarda, nonostante gialli, traversie e colpi di scena, si trascina stanca, e a nulla contribuiscono i personaggi di contorno che rimangono, appunto tali.
Forse gli unici personaggi un po’ degni di nota sono il cattivo Roger, che inizialmente appare come un bravo ragazzo ma che nasconde un’anima nera, e la moglie Felicity, che da ragazzina sciocca e superficiale che si troverà ad affrontare un’esperienza da incubo grazie alla quale comunque maturerà, e troverà alla fine la meritata felicità.
Sono sempre stata una fan della Woodiwiss, ma quando mi trovo davanti ad un libro scadente non posso non notarlo, indipendentemente dal nome dell’autrice. E questo romanzo, purtroppo, lo è. E non me la sento di nasconderlo.

 

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ESCE IN LIBRERIA RITRATTO DI DONNA IN CREMISI ( Överenskommelser ), di Simona Ahrnstedt, EDIZIONE SPERLING & KUPFER.


 

Stoccolma, 1880. È una sera di dicembre e la città è come incantata sotto una coltre di neve bianchissima. Nel foyer luccicante del Teatro dell’Opera, gremito di dame in abiti eleganti e gentiluomini dell’alta società, tra il profumo delle ciprie e l’aroma dei sigari, un uomo e una donna si incontrano. Lei è Beatrice Löwenström, dai meravigliosi capelli rosso fuoco e il viso spruzzato di lentiggini, una ragazza volitiva e ribelle che mal sopporta le rigide convenzioni borghesi degli zii con cui vive. Lui è Seth Hammerstaal, lo scapolo più discusso della città, con un debole per le belle donne e per le regole da infrangere. Un incontro fuggevole, eppure destinato a cambiare per sempre due vite. Perché quella sera nasce la più travolgente passione che la fredda Stoccolma abbia conosciuto: da allora le strade di Seth e Beatrice si incrociano più volte, per caso, nelle mille occasioni mondane dei salotti buoni della città. Seth è incantato dall’intelligenza di Beatrice, una donna che non assomiglia a nessun’altra, e Beatrice spaventata e insieme sedotta da quest’uomo affascinante e inaffidabile, che non ha mai vissuto secondo gli schemi...




Nota di Paige79: E’ il romanzo d’esordio di Simona Ahrnstedt, nata a Stoccolma (dove vive ancora con il marito e i due figli) nel 1967, laureata in psicologia e di professione terapista, la cui passione per la scrittura l’ha portata però a collaborare anche con varie riviste occupandosi di articoli sulle dinamiche dei rapporti tra uomo e donna.
Questo suo primo romanzo in Svezia ha ottenuto un enorme successo, tanto che la critica ha definito l’autrice “una nuova e più provocante Jane Austen”.
 
 

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ESCE IN LIBRERIA QUASI QUASI MI INNAMORO, di Anna Mittone, EDIZIONE PIEMME.

 

Ci sono momenti nella vita in cui si vorrebbe scomparire, “mandare avanti veloce”, come davanti a un film dell’orrore. E questo per Consolata Bogetto è uno di quei momenti. Mentre aspetta l’autobus sotto una pioggia scrosciante, ovviamente sprovvista di ombrello, in attesa di raggiungere l’odiato ma inevitabile pranzo domenicale dai suoi, incontra l’uomo che le ha spezzato il cuore. E lei non è, come in tutti i sogni a occhi aperti che ha fatto nell’ultimo anno (e cinque mesi e relativi giorni e ore), accompagnata da un uomo meraviglioso e adorante, fasciata in un abitino sexy, nel privé di un locale trendy. Ma in mezzo alla strada, con i capelli incollati al volto e il trucco sciolto, mentre lui la saluta da un ombrello formato famiglia accanto alla nuova impeccabile compagna e a una carrozzina rosa in cui, tra ninnoli e piumini, si intravede una bambina.Quando si dice “fortuna”.Meno male che nella vita di Consolata ci sono alcuni punti fermi. La famiglia: una madre logorroica che per vederla sposata sarebbe pronta a uccidere, un padre depresso e una sorella già sistemata da anni. Il lavoro in una libreria che le ha dato grandi soddisfazioni, come passare dal reparto Hobby e Turismo a Gola e Cucina dopo solo dieci anni di onorato servizio. Per non parlare del suo migliore amico, l’unica nota allegra e costante della sua esistenza che, da quando ha ben pensato di innamorarsi della donna perfetta (cuore di Madre Teresa e corpo di Nicole Kidman), la trascura.Ma forse a tutto questo c’è una soluzione. Un articolo letto per caso su un giornale di moda e un incontro tutt’altro che banale con un famoso cantante le faranno capire che a volte i sogni possono realizzarsi davvero.


Nota di Paige79: E’ il romanzo d’esordio di Anna Mittone, nata a Torino nel 1971, famosa sceneggiatrice di sceneggiati e fiction (tra cui “Distretto di polizia”, “La squadra”, “Elisa di Rivombrosa”, “Amiche mie”, “Un posto al sole”).

 

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L'ANELLO DI FERRO e UN CUORE NELLE TENEBRE
LE NOSTRE FANFICTION

 

Qualche giorno fa la Leggereditore ha pubblicato sul blog ufficiale le fanfiction che hanno vinto il concorso legato all'uscita dei romanzi UN CUORE NELLE TENEBRE di Roberta Ciuffi e L'ANELLO DI FERRO di Ornella Albanese. In attesa della premiazione delle vincitrici, che avverrà a Matera, abbiamo pensato di omaggiare sia le autrici, per il loro debutto in libreria, sia la Leggereditore, per la scelta di dare spazio alle autrici italiane e per le iniziative con cui coinvolge le lettrici, pubblicando sul nostro blog due fanfiction ispirate ai medesimi libri, scritte da due nostre bravissime blogger.

Maet, che già conosciamo come narratrice grazie alla fanfiction di "Slightly Dangerous", si è calata nelle atmosfere oscure di Un Cuore nelle Tenebre, e state pur certe che anche in questo caso saprà catturarvi e conquistarvi. Antonella, che ci ha deliziato con diversi articoli storici, tra cui vi ricordo il bellissimo "Sulle Tracce di un Lord", per la prima volta si è cimentata in un racconto, e non mancherà di affascinarvi e di trasportarvi nelle atmosfere de L'Anello di Ferro.

 

IL RICHIAMO DELLA FORESTA
di Maet

La carezza lieve del vento sulla pelle, il suolo rigido ed estraneo come giaciglio, il profumo intenso e penetrante degli alberi che pungeva le narici.
Melissa si svegliò di soprassalto con un gemito, sgranando gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco quanto la circondava. Gli arti, pesanti e intorpiditi, non rispondevano. Doveva essersi addormentata, ma non ricordava né come né quando. La sua mente era annebbiata e confusa, e brancolava in un buio più denso della cioccolata fusa. Scosse il capo ripetutamente, quasi avesse potuto affrancarsi dalla ragnatela dell’oscurità in cui era avvolta.
Un senso di vuoto assoluto e il panico del disorientamento le si intrecciarono dentro come un rampicante velenoso. Poi, con un lampo, frammenti sfocati di ricordi riemersero alla coscienza. L’attesa vana di Orlando nel grande letto a baldacchino, il rigirarsi ansioso e rabbioso tra le lenzuola di lino, il dormiveglia agitato. Quindi l’aveva colta la smania improvvisa che sempre più di frequente l’assaliva, forzandola ad alzarsi dal letto, benché sapesse di non doverlo fare. Ma il richiamo era stato troppo forte, qualcosa di potente e misterioso al contempo l’aveva attratta fuori dalla sua stanza, spingendola ad abbandonare Villa Gradioli. I suoi piedi piccoli e pallidi si erano mossi come animati di volontà propria, seguendo sicuri un sentiero noto solo a loro, in cerca di libertà. Libertà da un matrimonio con un uomo squallido, dal figlio mal riuscito che le aveva dato, da un titolo di marchesa completamente inutile e sprecato in quel lugubre paese sperduto tra i monti. Da un’esistenza che era solo una prigione di sbarre invisibili, più opprimenti di qualsiasi lega di metallo.
Adesso era in una fitta foresta, gli enormi alberi un’ombra nera che si stagliava contro il blu cobalto del cielo. Si trovava sdraiata, nuda, sotto un cumulo di foglie secche, che la ricoprivano quasi completamente come un manto color bronzo.
Una sensazione di spossatezza le pervadeva il corpo, ma era una sensazione non del tutto spiacevole, come se avesse fatto dell’esercizio fisico.
Il bosco era quieto e silente, quasi che anch’esso fosse stremato. Non la respingeva ed in un certo qual misterioso modo la accoglieva.
La terra sulla quale era stesa era quasi morbida e tiepida e odorava di primavera, anziché d’autunno.
Avrebbe dovuto andarsene, una parte di lei le suggeriva di farlo, ma l’altra le sussurrava di restare in quel luogo fatato, a contatto con la natura, lontano dalla perfidia degli uomini e dalla codardia delle donne. Se avesse abbassato le palpebre e chiuso il pensiero, Morfeo l’avrebbe celermente accolta tra le sua braccia. Sarebbe potuta rimanere lì, nascosta ed al sicuro, con le foglie morte come sorelle.
Nonostante il torpore percepì una presenza. Non si volse né tentò alcun movimento. Attese che l’essere si avvicinasse. Nessun suono ne tradì la vicinanza, eppure seppe che era lì.
Un grosso lupo nero la scrutava, col muso vicinissimo al suo volto. La notte non celava la sua forma snella ed allungata né il bagliore dei suoi occhi di un azzurro chiarissimo e luminoso. Doveva scappare, subito!
Ma non mosse nemmeno un muscolo, ipnotizzata dallo sguardo dell’animale.
Che la inchiodava al suolo.
Anche lui era immobile e la fissava. Poi prese ad annusarla, lentissimamente.
Dalla testa ai piedi e indietro dai piedi alla testa. Pareva avere tutto il tempo del mondo.
La sua paura cessò immediatamente, sostituita da una strana calma.
Il lupo non fece alcuna mossa aggressiva nei suoi confronti, anzi pareva studiarla.
Inclinò il capo da un lato e socchiuse gli occhi. Totalmente assorto da lei.
Rimase così per diversi minuti quindi avvicinò il muso al suo collo e iniziò a leccarlo, con perizia e metodo.
Come fosse un osso succulento.
Come fosse il suo pasto.
La sua lingua era bollente e leggermente ruvida e non smetteva di accarezzarla. Da sinistra a destra, dall’alto in basso. Non smetteva e non si stancava.
Lei sapeva che avrebbe dovuto essere disgustata od in alternativa spaventata, invece non era né l’una né l’altra. Si sentiva invasa da un curioso calore, tenue e bruciante a un tempo che la spingeva a sottomettersi docilmente, ad assecondarlo e a dargli di più.
Senza nemmeno rendersene conto si scoprì il collo e glielo offrì, come un dono prezioso.
Il lupo si immobilizzò un istante poi aprì la bocca ed allargò le fauci pronto a morderla. Dapprima le fece sentire i denti, come per darle un ultima possibilità di ritrarsi poi affondò i canini nella sua giugulare. I denti entrarono dentro di lei lacerandola e prendendo possesso del suo corpo, del suo sangue.
Sentiva il battito del suo cuore accelerato pulsare nella bocca dell’animale mentre le strappava la linfa vitale, mentre suggeva da lei ogni goccia.
Mentre la svuotava di se stessa.
Il dolore era presente, ma talmente mescolato con un riflesso di piacere da confonderla e più lui la privava della sua forza più la sua beatitudine aumentava, come se nel soccombere lei potesse trovare il vero appagamento.
Non tentava nemmeno di fuggire alla sua morsa, non lo desiderava, voleva restare così per sempre, sotto di lui, sotto una belva.
Il suo vigore scemava e per contro quello di lui aumentava sempre più.
E lei ne gioiva tutta
Ora comprendeva che era giusto così, quello che aveva cercato senza sapere cosa fosse era in realtà questo, farsi divorare per essere dentro di lui e con lui.
Per fondersi con la bestia.
Per dargli e darsi energia.
Per liberarsi del proprio corpo affinché lui se ne nutrisse. E rinascere, nuova e invincibile Eva, una creatura slegata dagli inutili lacci della debole umanità. Divenire finalmente energia e potenza e forza e bellezza. Quanto aveva atteso questo momento, quanto l’aveva agognato? Oh sì, era il suo destino e si stava compiendo.
La felicità più completa che avesse mai provato prese a scorrerle nelle vene, esplodendo nell’anima e nella carne, straziante e sublime. La divinità celata in lei che affiorava prepotente, vittoriosa, inebriandola fino all’ubriachezza. Lei e il lupo non erano più disgiunti, ma intimamente e inesorabilmente uniti. Non c’era più Melissa Arlati Gradioli, ma un essere superiore, la fusione delle migliori qualità animali e del raziocinio umano. Udiva nelle orecchie la voce del professor Pratt sussurrarle che apparteneva a una stirpe destinata a dominare il mondo. Il marito non approvava che lo frequentasse, tuttavia tra lei e il vecchio studioso era passata immediatamente la corrente del riconoscimento quando era giunta a San Raffaele: entrambi bramavano il proibito, l’indicibile e intuivano che non si sarebbero fermati davanti alla morale comune per ottenerlo.
Melissa si sentì sopraffare dalle sensazioni, drogata dalla quantità e dalla varietà degli stimoli che la colpivano. Turbinavano dall’interno e la sferzavano dall’esterno. La fame del lupo era la sua ora e pulsava senza requie. La ragione arretrava di fronte all’istinto. Voleva sentire il sangue, il sangue il sangue!
Un grido squarciò la notte.
Melissa si alzò a sedere di scatto sul letto, tremante e senza fiato. Si portò una mano alla gola e si guardò attorno. Era nella sua camera e non aveva ferite. Era stato solo un incubo, uno sciocco e terribile incubo. Non si concesse nemmeno il tempo per calmarsi e si recò scalza e in camicia nella nursery. Il piccolo Edmondo dormiva tranquillo, l’espressione stolida nel sonno tanto quanto nella veglia. Era forse cattiva per quello che aveva sognato? Una fitta spiacevole le si agitò in petto, subito sostituita da una certezza granitica: lei era la migliore delle madri, anche se il Signore l’aveva punita con un figlio non normale. Nulla di male gli sarebbe mai accaduto, fintanto che l’avesse protetto. Nulla di male sarebbe mai accaduto a nessuno di loro. Melissa si girò verso la finestra e socchiuse le tende, la luna era piena e le sorrideva. Si passò la lingua sui denti e sentì un gusto ferroso sul palato e tanta, tanta fame.



LA NOTTE DI SILIA
di Antonella

Il respiro dell’uomo si era fatto pesante e regolare. Un sonno profondo, finalmente, era caduto su di lui a sigillare una giornata che forse avrebbe cambiato il suo destino più delle molte battaglie combattute.
Silia di Rosetum si sforzò di chiudere gli occhi, domandandosi perché mai solo poco prima l’avesse istintivamente salvato dal pugnale di un traditore, lei prigioniera in catene dell’odiato nemico della sua famiglia.
Ripercorse gli avvenimenti che l’avevano portata, d’accordo con il fratello Pietro, ad ordire l’inganno nei confronti del ricco e potente Manlius di Tarsia. L’inimicizia fra le due casate confinanti risaliva a tempi lontani e persino i cantastorie avevano composto ballate su di loro: i conti di Tarsia, ricchi e potenti, stimati per l’onore ed il valore; i baroni Rosetum, coraggiosi e temerari fino all’eccesso, sempre pronti a sfidare i rivali e a farsi beffe del potere con ogni mezzo, non esclusi inganni ed astuzie. Tuttavia, da qualche anno regnava una fragile tregua; la saggezza di suo fratello e la lontananza di Manlius al seguito di Re Ruggero, avevano fatto sperare in un futuro di pace, un sogno che purtroppo si era infranto bruscamente.
A Petrae Roseti, la notizia del ritorno di Manlius non aveva destato preoccupazione; tutti avevano pensato che il futuro conte, sazio di guerra, avrebbe apprezzato la tranquillità del feudo paterno: si sarebbe sposato e forse i suoi figli avrebbero dimenticato le rivalità del passato.
Invece il condottiero, animato da una furia inspiegabile, aveva immediatamente ripreso il cammino, dirigendosi in armi verso i Rosetum: alla guida di un piccolo esercito, composto da suoi fedeli e da mercenari assoldati, sembrava avere tutta l’intenzione di prendere d’assalto Petrae Roseti o cingerlo d’assedio.
Maledetti Tarsia! Non erano abbastanza vasti i loro possedimenti? Non erano sufficienti le loro ricchezze?
Silia ricordò la dolorosa certezza del fratello: né il valore, né il coraggio di tutti loro, avrebbero evitato la distruzione del villaggio e del castello. Gli uomini sarebbero stati uccisi, le donne violate, i bambini fatti prigionieri. La fortezza era troppo piccola e troppo poco fortificata per resistere a forze così ben organizzate e ancora una volta per i Rosetum l’unica salvezza possibile risiedeva nell’astuzia. Per questo la giovane donna aveva acconsentito al piano: travestita da schiava di un finto mercante, si era avvicinata alle truppe dei Tarsia con lo scopo di attirare in un’imboscata Manlius e farlo prigioniero.
Sembrava facile: sapeva di essere bella, sapeva di poterci riuscire.
Non sapeva che lui fosse così forte e attraente. Così coraggioso. Leale.
Pur credendola una schiava, aveva impedito che cadesse preda del crudele comandante dei mercenari, guadagnandone in cambio l’odio mortale; aveva osservato in silenzio le catene che l’avvilivano ma i suoi occhi profondi non l’avevano privata della dignità, né l’avevano esaminata come fosse solamente un corpo da usare per il proprio piacere.
Ah, i suoi occhi!
Sentiva ancora il loro sguardo caldo che scivolava sulla pelle, così come rivedeva la bocca dalla linea severa e dalla forma generosa.
Si agitò inquieta, rigirando fra le dita l’anello di ferro al quale aveva affidato la difesa della sua virtù, millantandone, con aria di sfida, la punta intrisa di un veleno mortale; per questo e per il colore chiarissimo dei suoi occhi che incutevano soggezione, era stata lasciata in pace, quasi fosse una specie di strega in grado d’infliggere terribili punizioni a chiunque le si fosse avvicinato.
Com’erano ingenui gli uomini!
Si domandò se fosse stata veramente la paura di un sortilegio a tenere Manlius lontano da lei, a far sì che la lasciasse dormire da sola, in terra, all’ingresso della sua tenda. Forse, pensò, solo lei aveva avvertito fra loro l’alchimia di una potente attrazione, forse la sua bellezza non l’aveva davvero colpito e attirarlo lontano dall’accampamento non sarebbe stato così facile come aveva creduto. Sospirò piano. Tutto sembrava più complicato del previsto e nulla era veramente come sembrava.
L’aveva sentito parlare di vendetta di un delitto atroce, un motivo assai diverso dalla pura avidità di conquista, anche se non capiva quale legame potesse esservi con la sua famiglia. Tuttavia, lei non poteva fallire: doveva fermarlo o tante vite innocenti sarebbero state spezzate.
Fermarlo, ripeté a se stessa con convinzione, certo non ucciderlo a tradimento, così come era quasi accaduto poco prima per mano del turpe, vendicativo mercenario.
S’impose di riposare un poco, allungando le membra indolenzite per quanto lo consentivano le catene.
Un sottile fruscio, un alito appena nella calda aria notturna, fu tutto ciò che avvertì prima di rendersi conto della sua presenza.
Si alzò di scatto, le braccia protese in avanti per difendersi, la bocca aperta in un urlo ancora silenzioso. Una mano ferma le strinse la spalla in un gesto di possesso, non del tutto privo di una forza rassicurante.
“Tacete. Non voglio farvi del male”. La voce profonda di Manlius l’avvolse morbidamente, penetrando le sue difese.
“Cosa volete, allora?” riuscì a bisbigliare, articolando le parole come se non le appartenessero. “Nulla di buono può venirmi da voi”.
Alzò la mano verso di lui e al debole chiarore della luna che s’insinuava fra i teli dalla tenda, l’uomo vide la forma scura dell’anello che le circondava il medio sottile.
“Davvero avete creduto che temessi il vostro veleno o le vostre arti?” Lui rise piano, con un profondo suono di gola.
“Dovreste” rispose Silia con voce incrinata “se avete cara la vita”.
“Ben poca stima avrei di me stesso se mi facessi arrestare dagli ostacoli che incontro sulla mia strada. Per quanto mi riguarda, gli ostacoli esistono solo per essere rimossi”. La mano dell’uomo, forte e decisa, raggiunse le sue dita, sfilandole velocemente il cerchietto di ferro.
“Un anello troppo brutto per una donna bellissima” disse gettandolo lontano con noncuranza. Poi, con un movimento fluido, le si inginocchiò accanto.
Mani forti, grandi e ruvide si chiusero intorno al suo viso, alzandolo verso di lui.
“I vostri occhi sono gocce d’argento fuso, un contrasto affascinante con la pelle di miele e i capelli d’onice. Occhi insoliti, indimenticabili per chi ha la fortuna d’incontrarvi. O dovrei dire la sfortuna?” sussurrò quasi ragionando con se stesso.
Il cuore coraggioso di Silia mancò un battito. Che significato avevano le sue parole? Nonostante il lieve affanno che le stringeva la gola, cercò una risposta che lo distraesse. “Non sono così diversa dalle donne del mio paese” riuscì a mormorare.
“Davvero? E dov’è questa terra benedetta? Ho seguito Ruggero in tanti viaggi ma non ricordo un luogo così fortunato”.
“Forse non vi siete spinto abbastanza al Nord” provò ad inventare, sperando che non si fosse mai avventurato in quella direzione.
“Bugiarda”. La voce era ancora carezzevole, con un fondo di divertito sarcasmo.
“Come osate?” troppo tardi si morse le labbra, dalle quali era sfuggita istintiva la protesta orgogliosa, assurda sulla bocca di una schiava.
“Cosa, Silia? Dire che menti? Oppure fare questo?” Le depose sulla fronte un lieve bacio.
“O questo?” Le labbra scesero lentamente lungo la tenera guancia. “O ancora questo?” sussurrò prima di fermarsi sulla gola palpitante.
“Allora tu sai…” fu quasi un singhiozzo.
“Zitta, Silia, sta’ zitta”. Finalmente, la bocca di Manlius si chiuse calda e ferma sulla sua, rubandole con il respiro la volontà di opporsi al destino.
La gioia le esplose nella mente e nel cuore. L’aveva riconosciuta. Dopo tutto quel tempo, non aveva scordato la ragazzina dai lunghi capelli neri incontrata nel bosco al confine delle sue terre.
Si erano ritrovati. Nello spazio di un bacio, entrambi dimenticarono se stessi, il passato, il presente. Si persero nuovamente, insieme.
In quella notte incantata dall’unica vera magia, gli odi antichi finalmente si ricomposero e la vita tracciò un nuovo cerchio d’amore.
 

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RECENSIONE: DUCHESSE DISPERATE (Desperate duchesses), di Eloisa James


Anno: 2007

Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori Editore, nella serie I ROMANZI, n. 896, gennaio 2010.

Formato: paperback

Livello di sensualità: warm (caldo)

Genere: historical

Ambientazione: Inghilterra, 1780

Voto: 6/10

Collegamenti con altri romanzi:

E’ il primo romanzo della serie “Duchesse Disperate”, cosi composta:

1- Duchesse disperate (Desperate Duchesses);
2- Prima di Natale (An affair before Christmas);
3- La notte della Duchessa (Duchess by night);
4- Il ritorno del Duca (When the Duke returns);
5- Duchessa del mio cuore (This Duchess of mine);
6- A Duchess of her own (inedito in Italia)


 

Lady Roberta, figlia unica dello stravagante (a dir poco: è soprannominato “il marchese folle”) marchese St. Giles, a ventidue anni sta ancora aspettando che qualcuno chieda la sua mano; a causa della fama del padre infatti, finora nessuno ha avuto il coraggio di farsi avanti, e addirittura cominciano a girare false voci di presunte deformità fisiche e mentali che affiggono la giovane per spiegare tale fatto.
Nonostante le proteste di Roberta, il padre si rifiuta di portarla a Londra per la Stagione; ma quando, a un ballo, conosce il duce di Villiers, Roberta ne rimane folgorata al punto da prendere immediatamente non solo la decisione di sposarlo a ogni costo, ma anche quella di trovare il coraggio di sfidare la volontà paterna partendo per Londra e facendosi ospitare da Jemma, duchessa di Beaumont e lontana parente della defunta madre di Roberta. Costei, che non ha nulla da invidiare in fatto di stravaganza al padre della giovane,accetta con entusiasmo di farle da chaperon, approfittandone per sfidare Villiers a una strana partita a scacchi; ma in casa di Jemma Roberta conosce anche Damon, conte di Gryffin, il fratello di lei, gentiluomo affascinante e irriverente…

Devo dire la verità: così come non mi aveva particolarmente entusiasmato la saga delle sorelle Essex, non mi ha particolarmente entusiasmato nemmeno questo primo romanzo della serie DUCHESSE DISPERATE. Eloisa James è certamente una scrittrice che conosce molto bene il suo mestiere, dato che i suoi libri non sono di quelli che uno chiude perché si è stufato; ma nel mio caso, non è riuscita ancora a “prendermi”, come successo per altre autrici (ad esempio la Balogh e l’Albanese). 
Il perché non lo so dire con esattezza; forse è solo la cosiddetta “mancanza di feeling”, ma ho trovato questa storia abbastanza noiosa e anche un poco confusionale, nonostante vi si intreccino le vicende sentimentali di due sole coppie: Roberta e Damon e Jemma ed Elijah. Quest’ultima è la coppia che mi ha interessato di più, visto che i due protagonisti, così diversi fra loro (lei briosa e vivace, lui serio e compassato), nascondono non solo un comune passato di errori e sofferenze ma nelle scene in cui sono protagonisti si intuisce - nascosto - tra loro il sentimento che ancora li lega.
Per la coppia protagonista la storia si sviluppa secondo il consueto canone: lei Lady disperata perché non riesce a trovare marito, lui dongiovanni impenitente (a detta dell’autrice: a me ha dato tutt’altra impressione!) che si offre volontario per darle delle “lezioni amorose” per aiutarla a conquistare l’uomo che vorrebbe sposare (questo sì libertino e sconsiderato); lei accetta e ovviamente le cose andranno come tutti possono immaginare, anche se, contrariamente a quello che fanno molte eroine dei romanzi, è divertente vedere come Roberta consideri con nonchalance la notte d’amore passata con il conte, con grande sconcerto del suddetto….
Unico personaggio che ho veramente apprezzato in questa storia è il padre di Roberta, uomo assolutamente stravagante (e purtroppo, involontariamente imbarazzante per la figlia) la cui comparsa nel libro ha creato divertenti scene e siparietti degni di nota, soprattutto l’ultimo, in cui compare anche George, principe di Galles.
Se fra voi c’è qualche appassionata del gioco degli scacchi penso che apprezzerà il fatto che in questa storia contino molto, anche perché vengono usati come metafora delle vicende sentimentali dei protagonisti.
Che dite: se mi capita provo a dare un’altra occasione a Eloisa James?
  

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ESCE IN LIBRERIA LA SPOSA VAMPIRO ( Dracula my love: The secret journals of Mina Harker ), di Syrie James, EDIZIONE PIEMME.

Mina Harker non avrebbe mai pensato che quella tranquilla estate, carica di aspettative per il futuro, in attesa del suo imminente matrimonio, avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Mentre aspetta Jonathan, il suo fidanzato, di ritorno da un viaggio d’affari, Mina incontra Mr Wagner, un uomo misterioso con un sensuale accento straniero, dal quale non riesce a distogliere i pensieri, come calamitata da una forza oscura. Da quel momento le sue notti si affollano di strani incubi, quasi a profetizzare un’imminente tragedia, mentre l’attrazione per il giovane diventa così irresistibile da condurla inesorabilmente tra le sue braccia. Nemmeno il rassicurante ritorno di Jonathan e il matrimonio le portano serenità, e la prospettiva di una vita felice sembra compromessa. Mr Wagner, che lei non riesce a dimenticare, ha gettato un’ombra sulla genuinità dei suoi sentimenti per Jonathan, e non potrebbe essere diversamente, perché il potere di seduzione di Mr Wagner non è umano, ma sovrumano. Mina scopre, infatti, che il suo amante non è altro che il capostipite di tutti i vampiri: il conte Dracula in persona, che vuole renderla immortale e farla sua per sempre. E mentre Jonathan organizza una vera e propria caccia per eliminare il rivale, un nuovo mondo interiore si svela a Mina, innamorata e al tempo stesso soggiogata dal più vorace predatore di pensieri, incapace di distinguere il vero amore dal falso e di decidere tra i due. Quando nella sua vita apparirà un nuovo legame, troverà la forza di fare un’ultima, definitiva scelta. La più difficile.


Nota di Paige79: con un po’ di ritardo (è uscito il 30 agosto in libreria), voglio comunque segnalarvi questa interessante rivistazione della storia di Dracula ad opera di Syrie James, già autrice de IL DIARIO SEGRETO DI JANE AUSTEN e I SOGNI PERDUTI DELLE SORELLE BRONTE: un punto di vista “in rosa”, dato che stavolta la narratrice è Mina Harker, la cui figura in quest’opera è forse più vicina a quella del film di Francis Ford Coppola che non all’originale romanzo di Bram Stoker. Un romanzo convincente e brillante, dalla conclusione difficilmente prevedibile nonostante la notorietà della storia….
 

 

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ESCE IN LIBRERIA COSE DA SALVARE IN CASO DI INCENDIO ( Vaclav and Lena ), di Haley Tanner, EDIZIONE LONGANESI.

 Vaclav ha dieci anni e un sogno: diventare un mago famoso in tutto il mondo. Ma il sogno più grande è fare di Lena, una compagna di scuola molto speciale, la sua incantevole assistente. Nasce così, all'insegna della magia, l'amicizia che cambierà la vita dei due ragazzini. Vaclav vive con i genitori, ebrei russi emigrati nella terra delle grandi opportunità, in un modesto appartamento di Brooklyn dove il borsc ha impregnato del suo odore ogni cosa. Stesse origini ha Lena, che non ha i genitori, abita con una giovane zia sbandata e passa molto tempo da sola. Si esprime soprattutto con le emozioni, perché l'inglese non è la sua lingua madre e spesso non trova le parole giuste. Ma ci pensa Vaclav ogni volta a regalargliele, aiutandola a leggere il mondo quando per lei diventa indecifrabile. Un giorno la madre di Vaclav scopre un segreto sconvolgente sulla piccola Lena. E da quel giorno la bambina sparisce, come per effetto di un numero di magia. Cosa le è successo? Chi si occuperà di lei? Chi la proteggerà? Per sette anni Vaclav, ogni sera, addormentandosi, si porrà queste domande. Finché la sera del diciassettesimo compleanno di Lena riceverà una telefonata che gli rivelerà ogni cosa e cambierà per sempre la sua vita...

 

 Nota di Paige79: Romanzo d’esordio dell’autrice Haley Tanner, ha rappresentato un autentico caso letterario: ancora prima dell’uscita statunitense i diritti del romanzo erano già stati venduti in ben 20 Paesi. Una dolce storia d’amore e magia con protagonisti due adolescenti ma destinata a un pubblico di età indefinita.

Haley Tanner è nata a New York nel 1982, è laureata e ha insegnato inglese in una scuola per bambini stranieri a Brooklyn, dove vive. "Cose da salvare in caso di incendio" è il suo primo romanzo, con il quale ha incantato gli editori di tutto il mondo.

 

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ESCE IN LIBRERIA PER FORTUNA MI HAI TRADITO ( Endlich! ), di Ildikò von Kürthy, EDIZIONE SONZOGNO.

"Ho appena compiuto 40 anni, ma c'è di peggio. Ho scoperto la verità sul mio matrimonio: Marcus - il mio fedele, mite adorato marito - mi tradisce. Forse è la fine. Oppure è l'inizio?"

Dopo un istante di smarrimento, Vera, anziché separarsi dall'uomo della sua vita, decide di fargli il dispetto più grande: provare a riconquistarlo. Si dà quattro settimane di tempo per diventare la donna che non si può tradire. Si iscrive a un corso su "come essere più belle da nude", comincia a uscire con uomini che le offrono champagne, torna a casa all'alba con vuoti di memoria. La guidano, nella sua rinascita, le parole di zia Helga: «La ricetta del mio matrimonio felice? Sono stata sempre innamorata. ma non di mio marito, naturalmente.» Vera impara così che per una donna che vuole essere desiderabile non c'è niente di meglio della sfrontatezza: altro che la vecchia buona reputazione, strada sicura per intristirsi. Il guaio è che, alla fine, Vera sembra essere riuscita fin troppo bene nel proprio intento: è diventata una irresistibile femme fatale che cattura qualunque maschio incroci il suo sguardo. Ma una donna così può accontentarsi di riconquistare il marito?
Lasciamo la parola da alcune donne celebri:
Una donna indietreggia solo per prendere meglio la rincorsa - Zsa Zsa Gábor

Molti di quelli che si credono morti in realtà sono soltanto sposati - Françoise Sagan

Quando un uomo apre con sollecitudine la portiera della macchina a una donna, o è l'auto a essere nuova oppure la donna - Uschi Glas

Le donne, in amore, vorrebbero vivere dei romanzi, gli uomini dei racconti brevi - Daphne Du Maurier

Tra due mali scelgo quello che non ho ancora provato - Mae West

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Nota di Paige79: Il nuovo romanzo della scrittrice bestseller di Amburgo: un trionfo di umorismo e sarcasmo, frecciatine ben piazzate e altre succose malvagità. Un nuovo romanzo capace di divertire e, allo stesso tempo, provocare sui temi della seduzione e della femminilità.
Ildikò von Kurthy è una delle autrici di punta del catalogo Sonzogno e le sue commedie sentimentali sono bestseller mondiali. Nata ad Amburgo nel 1968, fino la 2005 ha lavorato come giornalista per la rivista "Stern"; nel 2004 pubblica il suo primo romanzo, "Domani mi taglio i capelli", al quale seguono "Il mio cuore ha fatto crack!", "Ti amo, ti amo....non ti amo più!", "Ti prego, ti prego, fa' che lui chiami".

  

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 ROMANCE PARK

Eccoci di ritorno con l'appuntamento dedicato alle scrittrici, aspiranti o esordienti, che desiderano mettersi a confronto con le lettrici!


L'estratto di questa puntata si intitola "IL CANE", e il nick della sua autrice è BLACK SUN. Come già sapete si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.

Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710  ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.

 

IL CANE
di Black Sun
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.

 

Louise ha solo diciassette anni, Antoine è un uomo di quarant’anni affascinante e libertino nella Francia del 1789. Uno attratto dall’altra, li separa la differenza d’età e le promesse fatte da Antoine. Beast è un bandito spietato che dirige una funesta nave, nemico di Antoine che bracca senza tregua. Maurice è il fratello protettivo di Louise che teme un coinvolgimento della ragazza nei confronti di Antoine.



- Cos’è accaduto? – e Antoine trasalì, la mano sulla pistola ancora alla cintola. Si voltò contro la luce della luna che adesso occhieggiava dalla finestra.
- Louise… - sospirò guardandosi intorno istintivamente, raggiungendola veloce per afferrarle le spalle e impedirle di parlare.
- Cosa accidenti ci fai ancora nella mia stanza? – sussurrò terrorizzato dall’idea che Maurice potesse sorprenderli da soli, lei in camicia da notte e lui con i soli calzoni addosso. Non gli serviva un altro nemico, non quella sera.
- Chi gridava e perché i cani abbaiavano? – non colse i suoi timori.
- Domani saprai quello che c’è da sapere, adesso torna nella tua camera e restaci – la zittì con un filo di voce, poi pensò al bastone che avrebbe scandito il suo passo echeggiando nei corridoi.
- Perché sei spaventato? – gli chiese con lo stesso tono flebile, la mano caldissima sul torace, un brivido lo scosse e si allontanò da lei. Louise ci restò male e lui se ne accorse. Il sangue gli ribollì nelle vene, il senso d’inadeguatezza lo aggredì violento, la percezione di quel tocco inatteso lo inebriò come un vino pregiato.
- Non sono spaventato – temporeggiò. Afferrò la camicia riversa sulla sedia indossandola.
- Cos’è dunque successo? – non mollò la presa la piccola Louise, senza rendersi conto di cosa sapesse infondere. Gli venne un dubbio e si fermò.
- Hai idea di cosa significhi trovarsi nella stanza di un uomo? – la interrogò.
- Sei un amico, qual è il problema? – fu disarmante. Antoine dubitò dell’autenticità di tanta sprovvedutezza.
- Il problema è che se tuo fratello ti trova qui, la gola a saltare è la mia – le fece sapere, senza che lei desse idea di comprendere il significato di quelle parole.
- Volevo solo sapere - si lamentò miseramente. Frettoloso, destabilizzato come detestava sentirsi, Antoine la prese in braccio e agguantò il bastone prima che cadesse. Quatto, come un ladro che non aveva rubato nulla, aprì piano la porta e scrutò l’esterno. Silenzio, buio, deserto. Inspirò. Evitando di battere i tacchi degli stivali, rasentò la parete del corridoio, tenendosi nelle zone d’ombra, sino alla stanza che, per la tensione, gli apparve distante mille miglia. Trovava tutto ridicolo, considerando che in realtà non era accaduto nulla, ma le apparenze erano bastarde, lo sapeva, anche se era abile a salvarsi anche nelle evidenze dei fatti. Ma quella era un’altra storia, Louise era un’altra storia, un'altra cosa, una cosa speciale. Ebbe un fermo mentale, rendendosi conto quanto quella ragazzina sparuta fosse ormai importante, dopo pochi giorni, poche vittorie, qualche sforzo ottenuto con il proprio fascino. Tuttavia, la giovane figlia di Juan non sembrava essere particolarmente sensibile a ciò che invece faceva cadere le donne ai suoi piedi. Finalmente aprì la porta della camera di Louise ed entrò, posandola delicatamente sul letto e sistemando il bastone accanto al comodino.
- Mai più. Sia chiaro – le sussurrò a pochi centimetri dal volto, accorgendosi che lei non allentava la presa al collo e incantata lo guardava, mentre i raggi della luna li sfioravano entrambi. Non gli rispose, era senza fiato, Antoine non ne percepiva il respiro, l’impressione fu di un attimo cristallizzato nel cuore della notte, segretamente, assurdamente. Stupidamente? Si ritrasse senza convinzione e la stretta non sembrò cedere al suo tacito invito.
- Mai più – ripeté con un caldo sospiro. Finalmente un alito della giovane lo pervase sulle labbra, lo accese e cancellò tutto il raziocinio sinora mantenuto. Le braccia al collo lo liberarono, ma lui non si ritrasse: occhi negli occhi, così vicini da annegare nel mare malinconico di Louise, da nuotare in quello scintillante di Antoine. Tremarono imprevisti all’unisono. Tremarono, la camicia iniziò a farlo sudare, dopo i brividi della paura.
- Non lo fare mai più – aggiunse il conte, si riferiva a quella specie di abbraccio di ferro, a quel contatto che lo aveva confuso. Lui era quello che era e Maurice lo sapeva. Neppure il pensiero del fratello deciso e misteriosamente a conoscenza dello scagnozzo di Beast lo persuase dall’intenzione, folle e rischiosa, che lo animò.
- Perdonami – si difese Louise timidamente, la testa appoggiata sul morbido cuscino e quei capelli, lunghi e neri come la pece, riversi come neve atra. Antoine sorrise, appoggiato sul materasso, la mano destra affondata, vicino al fianco della ragazza, la camicia da notte claustrale e leggera. Troppo leggera.
- Chiedi troppo un perdono che non ti spetta, non hai colpe a scalfire il tuo animo – disse dando sfoggio della suadenza che era la sua fortuna, o sfortuna, benedizione o maledizione. Il fatto che fosse un uomo solo metteva in discussione molto di lui e della sua apparente grandezza. Louise lo interrogò con lo sguardo allargato, scuro, sempre più scuro e nel buio era facile smarrirsi. Lo pensò lui e lo pensò lei, perché anche gli occhi di Antoine erano scuri, pur così vivi da mettere a disagio in certi istanti. Altro silenzio, altre parole taciute, altro languore ad allacciarli senza che si sfiorassero. Altro silenzio. Silenzio e afa estiva, non bastava la notte, non ora, non per loro. Faceva caldo. Troppo caldo. Erano vicini. Troppo vicini. E il silenzio si fece ovattato, il tempo senza importanza, i minuti, le ore, i secoli o gli anni, tutto relativo, per un attimo, fugace e incredibile, scottante come scottanti furono le labbra di Antoine su quelle di Louise che attonita lo infiammò, inconsapevole si sciolse come cera al sole, perché tutto continuava a essere caldo, incandescente. Il cuore le bruciò nel petto. Sussultò. Non conosceva il bacio, non lo aveva mai immaginato davvero, forse ne aveva letto qualcosa, ma dove? Forse neppure quello. Confusione impossibile da governare fu lo stato in cui cadde tenera e perduta, rispondendo teneramente a un contatto sconosciuto, seguendo un istinto che avrebbe potuto trascinarla in un baratro senza via d’uscita. E al tentativo di ritrarsi dell’uomo, lei lo seguì di alcuni centimetri prolungando quel bacio vibrante, intenso, strano e piacevole, inaspettato e ignoto. No, che non finisse subito l’emozione che finalmente la fece sentire viva, sangue a scorrere, cuore a battere, vene in fermento, mente in volo oltre le nuvole distanti. No, non adesso, non così velocemente… no. La mano sinistra lo trattenne con un lieve tocco alla nuca, privo di forza, un laccio di seta facile da strappare e Antoine non lo strappò, regalandole altra emozione, altro fremito, nuovo brivido. Sarebbe fuggito, sì. Sarebbe scappato nel momento in cui si fosse allontanato dalla fonte di amore cui stava attingendo dissetando un animo arido, mascherato da altruista e amorevole, ma così asciutto da far male quando vibrò dentro, graffiandogli il cuore. Sarebbe fuggito, sarebbe voluto fuggire, lo avrebbe fatto, si… o forse no, forse ancora avrebbe bevuto il vino più buono che avesse mai assaggiato, senza la controindicazione della perdita di lucidità, perché tutto era lucido intorno a loro in quel momento sublime, subliminale. Sarebbe fuggito, no… non ora, non subito, poi, dopo, tra qualche giorno, quando tutto fosse precipitato, anche se ormai erano già in caduta libera: lui lo sapeva, lei no, lei non sapeva niente.
Come ogni incanto, la realtà spezza sempre i fili della magia e il distacco delle loro labbra fu un taglio a fil di spada che li trascinò laddove erano prima che accadesse ciò che mai sarebbe dovuto accadere.
- Non andrò oltre – si affrettò a dire il conte, fermo eppure scompaginato, in una situazione che non ricordava di avere mai vissuto.
- Esiste un oltre?- lo colpì. Lo colpiva sempre senza volerlo, iniziava a sentire il dolore di ferite profonde, quando le era accanto. Sorrise dandole una carezza lieve sulla guancia gelida, tutto il sangue doveva averlo nel cuore a colmare un vuoto incolmabile.
- Sai bene che tutto questo dovrai dimenticarlo, vero? – cercò spasmodico la maturità che sino a quel momento aveva dimenticato. Louise non replicò.
- Come dovrò dimenticarlo io – concluse rimettendosi dritto e lei scrutò il petto sotto la camicia che non aveva chiuso. Tenera annuì senza una lacrima, probabilmente ancora altrove.
- Io – sospirò dandole le spalle ampie, forti, impossibili da non notare. Non disse altro e raggiunse la porta.
- Bada che Maurice non ti colga a uscire dalla mia stanza – lo sorprese con un filo di voce. Non replicò e verificò che non ci fosse nessuno. Uscì e la lasciò sola. Addosso aveva il peso dell’errore, l’unico che gli era stato detto di non fare e, puntualmente, lo aveva commesso, prima del previsto, prima che lui stesso potesse prevederlo. Certo, era quello che era, non era possibile raddrizzare le zampe a un cane e lui era il cane.

 

RISULTATO DEL SONDAGGIO :  5,9/10


 

ROMANCE PARK - BLACK SUN
esprimete il vostro giudizio

1/10
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4/10
5/10
6/10
7/10
8/10
9/10
10/10
 

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ESCE IN LIBRERIA BLACK MOON - UN BACIO PRIMA DI MORIRE ( The Darkest Kiss ), di Keri Arthur - EDIZIONI NEWTON COMPTON

Torna Riley Jenson, la detective metà vampiro, metà lupo mannaro. Il nuovo imperdibile capitolo di una saga di culto


Riley Jenson è una donna sexy e molto determinata. Nelle sue vene scorre sangue di vampiro e l’istinto di un lupo mannaro la salva dalle insidie e dai guai. Riley non ha mai paura di dire la sua, né di confrontarsi con il pericolo. Neppure adesso che il suo compito è scovare un killer che si aggira nel patinato mondo dell’alta società di Melbourne, infierendo sulle sue vittime con inaudita ferocia. Ma c’è anche un altro assassino che si muove nell’ombra, una creatura inafferrabile, ossessionata dal passato. E le cose per Riley sono destinate a complicarsi: a una festa infatti incontra Quinn, la sua vecchia fiamma. Con lui ha vissuto momenti di bruciante passione ed è l’unico uomo su cui non ha assolutamente nessun controllo…

Nota di andreina65: La saga Black Moon chiamata Riley Jenson Guardian, è composta sino a oggi da nove volumi, cui ne seguiranno altri. Sino a oggi è così composta:

1. BLACK MOON.L'ALBA DEL VAMPIRO (Full Moon Rising)
2. BLACK MOON. I PECCATI DEL VAMPIRO (Kissing Sin)
3. BLACK MOON. LA TENTAZIONE DEL VAMPIRO (Tempting Evil)
4. BLACK MOON. IL GIOCO DEL VAMPIRO (Dangerous Games)
5. BLACK MOON. L'ABBRACCIO DELLA NOTTE (Embraced by Darkness)
6. BLACK MOON - UN BACIO PRIMA DI MORIRE (The Darkest Kiss)
7. Deadly Desires (inedito in Italia)
8. Bound to Shadows (inedito in Italia)
9. Moon Sworn (inedito in Italia)


«I fan di Riley Jenson non rimarranno delusi neppure stavolta: un libro avvincente, con un’impianto perfetto e una trama trascinante.»
Publishers Weekly

«Passione, azione, pericoli oscuri e inafferrabili: una storia straordinaria, imperdibile.»
Romance Junkies

«Riley, tutta istinto e luna piena: la lupa mannara nata sul web.»
Repubblica.it

«Arrivano mostri nuovi: duri, puri e cattivissimi. In barba al politically correct.»
Panorama

Keri Arthur Vive in Australia. I suoi libri e racconti, che spaziano dal paranormale all’urban fantasy, hanno ricevuto importanti riconoscimenti di critica e di pubblico. La Newton Compton ha già pubblicato i primi capitoli della saga Black Moon: L’alba del vampiro, I peccati del vampiro, La tentazione del vampiro, Il gioco del vampiro e L’abbraccio della notte. Visita il suo sito www.keriarthur.com




LEGGI UN ESTRATTO

Il libro è disponibile anche in ebook QUI


 

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CIME TEMPESTOSE, 1956

 

Regia di Mario Landi, con Annamaria Ferrero (Catherine Earnshaw / Caty Linton), Massimo Girotti (Heathcliff), Alberto Bonucci (Hindley Earnshaw), Giancarlo Sbragia (Edgar Linton), Irene Galter (Isabella Linton), Margherita Bagni (Ellen).

Nell’Inghilterra dei primi ‘800, l’agiato Mr. Earnshaw, vedovo, vive con i figli Hindley e Catherine. Durante un viaggio di lavoro trova uno zingarello abbandonato e lo porta a casa sua, lo chiama Heathcliff e lo cresce insieme ai suoi figli considerandolo un terzo figlio. Divenuti adulti Catherine e Heathcliff si innamorano, ma la loro felicità viene distrutta quando, alla morte di Mr.Earnshaw, diventa capofamiglia il crudele e inetto Hindley, che avendo sempre odiato Heathcliff lo riduce al rango di servitore e lo maltratta in tutti i modi possibili. Per qualche tempo i due giovani continuano la loro storia clandestinamente, ma quando l’ambiziosa Catherine conosce Edgar Linton, un ricco vicino che la corteggia, tutto cambia. Per una serie di equivoci Heatcliff decide di andarsene a cercare fortuna senza dire nulla a nessuno; Hindley ne approfitta per far credere alla sorella che il giovane è morto, e lei dopo una lunga malattia causata dal dolore, rassegnata sposa il gentile Edgar.Ma dopo alcuni anni Heatcliff torna, ricchissimo e deciso a sposare la sua Cathy: quando scopre cosa è successo nel frattempo, decide di vendicarsi e la sua vendetta sarà spietata.

Tratto dall’omonimo romanzo di Emily Bronte, è uno dei primi sceneggiati della Tv italiana, e si vede: girato con esterni chiaramente finti (si vedono bene gli sfondi dipinti), con i titoli iniziali che scorrono con uno scroll manuale, e soprattutto effetti sonori “artigianali”, su tutti il vento che soffia ululando come nei vecchi film dell’orrore! A vederlo oggi magari fa sorridere, ma bisogna pensare che per l’epoca in cui è stato girato era un prodotto di alta fattura, del resto usavano i mezzi a loro disposizione…
Lo sceneggiato si basa quasi totalmente sull’interpretazione (nettamente di stampo teatrale) degli attori, che puntano molto sull’espressività dei volti e del fisico.
Massimo Girotti è un Heathcliff sicuramente diverso da quello che chiunque potrebbe immaginarsi durante la lettura del romanzo (come lo era, del resto, Laurence Olivier nella versione cinematografica del 1939); fisico imponente, volto tragico e tormentato che rimane tale anche nei momenti di cattiveria più pura; Annamaria Ferrero è convincete nel doppio ruolo di Catherine, anch’essa maschera tragica e sofferente, e della figlia Cathy, sofferente sì, ma ribelle e imbronciata, segno di un carattere meno arrendevole grazie al quale cambierà il suo destino. Gli altri attori seguono più o meno anch’essi questo copione recitativo.
Tra gli interpreti riconosciamo la giovanissima futura doppiatrice Ludovica Modugno nel ruolo di Catherine bambina.
Il tutto permeato da un’atmosfera tipicamente gotica, anche grazie al bianco e nero, che riporta bene lo spirito del romanzo nonostante le numerose modifiche; le parti più crudeli della storia sono state infatti modificate (così come del resto nella maggior parte delle versioni del romanzo), probabilmente considerandole inadatta non solo alla sensibilità del pubblico ma alla fama romantica della storia stessa.



Nota: a causa del fatto che questo sceneggiato è vecchissimo e praticamente introvabile, non sono riuscita a trovare immagini che lo riguardassero. Mi scuso di ciò con tutte le nostre lettrici.
 

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ESCE IN LIBRERIA LE LUCI DEL SUD ( Southern Lights ), di Danielle Steel, EDIZIONE SPERLING & KUPFER.


 

Sono trascorsi dieci anni da quando Alexa Hamilton si è lasciata alle spalle Charleston per vivere a New York, il più lontano possibile dal misero fallimento del suo matrimonio. Oggi, Alexa è una donna felice: lavora come avvocato nel prestigioso ufficio del procuratore e ha trovato la serenità insieme con Savannah, la figlia diciassettenne che ha cresciuto da sola e che ama più di se stessa. Ma tutto cambia il giorno in cui le viene affidato il caso di Luke Quentin, accusato di aver ucciso diverse giovani donne. Mentre Alexa si prepara al processo, decisa a incastrare Quentin, Savannah riceve alcuni inquietanti messaggi. Poche righe, e una minaccia troppo grande per essere ignorata. In un attimo, Alexa vede crollare la nuova vita che si è faticosamente costruita, e si trova sul punto di perdere la cosa più preziosa di tutte: sua figlia. Per proteggerla da chi vuole farle del male, Alexa è costretta così alla scelta più difficile: cercare rifugio nel posto che aveva cercato disperatamente di dimenticare, Charleston. E proprio lì, a casa dell'ex marito, nel luogo in cui ha conosciuto le lacrime e l'umiliazione del tradimento, Alexa scoprirà che anche le vecchie ferite possono guarire. E che il passato si può dimenticare. Dalle strade frenetiche di Manhattan alle atmosfere magiche della Carolina del Sud, una storia di affetti smarriti e ritrovati.


Nota di Paige79: Un nuovo romanzo per le fans di Danielle Steel, autrice che ormai da più di vent’anni cattura l’attenzione del pubblico con storie appassionanti e avvincenti. Stavolta, con un tocco di giallo in più….
  

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ESCE IN LIBRERIA LA META’ DI NOI ( Husband and Wife ), di Leah Stewart, EDIZIONE PIEMME.

Trentacinque anni non sono né tanti, né pochi. Qualche chilo di troppo, una sbronza dopo due birre soltanto, un buon numero di capelli grigi sapientemente nascosti e due piccoli marmocchi che ogni mattina strillano "mamma!". Certo non è tutto come a vent'anni, ma in fondo questo non importa se ci si sente 'ragionevolmente felici'. E Sarah lo è. Così quando Nathan, suo marito, decide di confessare l'inconfessabile, rivelandole che per il suo ultimo romanzo si è ispirato alla sua relazione con un'altra donna, il mondo che Sarah pensava di aver costruito insieme a lui le crolla addosso. Improvvisamente le certezze si trasformano in dubbi, il matrimonio diventa tempo perso e la nostalgia per i sogni e le ambizioni giovanili accantonate si fa sentire sempre di più. Lo sguardo colpevole e avvilito di Nathan, i suoi miseri e ingenui tentativi per riconquistarla, poi, non fanno altro che accrescere la rabbia. Forse prendere le cose come vengono, riassaporare la spensieratezza di quando era ancora single, con milioni di possibilità di fronte a sé, e cercare il proprio posto nel mondo può essere una soluzione. E così, baciare il migliore amico di Nathan e frequentare una vecchia fiamma molto attraente non sono solo piccole vendette, ma la ricerca di una nuova Sarah. Chissà se azionare la macchina del tempo per rivivere un passato ormai lontano è la scelta più azzeccata, ma quel che è certo è che Sarah ha parecchi assi nella manica che le permetteranno di capire definitivamente per chi valga la pena essere la "ragazza dei sogni".


Nota di Paige79: Leah Stewart è nata in Texas nel 1973, ma ha trascorso buona parte della sua vita traslocando da un luogo all’altro insieme al padre, colonnello dell’Aviazione. Fin da bambina ha sempre desiderato fare la scrittrice. Ai tempi del college ha lavorato come reporter per alcuni giornali locali, ma dopo l’ennesimo stage ha capito di non essere tagliata per quel tipo di lavoro. Così si è trasferita a Boston, dove è stata assunta come segretaria all’Harvard Graduate School of Education: il suo primo libro è stato scritto lì, nei ritagli di tempo. Da allora ha cambiato diversi lavori, facendo anche la libraia, l’editor e l’insegnante di scrittura creativa. Oggi vive a Chapel Hill, nella Carolina del Nord, con il marito e la figlia. “Caffè con panna” è stato definito da People uno dei dieci migliori libri dell’anno. 

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ESCE IN LIBRERIA LA FIDANZATA INOPPORTUNA ( The Novel in the Viola ), di Natasha Solomons, EDIZIONE FRASSINELLI.


 È la primavera del 1938 quando Elise Landau arriva a Tyneford House, un'antica dimora dove ha trovato posto come cameriera. Le leggi razziali l'hanno costretta a emigrare da sola in Inghilterra, lasciando la sua amata Austria. Solo un filo di perle della mamma, nascosto gelosamente sotto la divisa da lavoro, le ricorda la sua vita di ragazza della colta borghesia ebrea di Vienna. A Tyneford non le saranno risparmiati umiliazioni e dolori, ma lì Elise saprà reinventarsi e imparerà anche che si può amare più di una volta. Perché la guerra è imminente e il mondo sta cambiando...
 
 

 Nota di Paige79: Già autrice di “Un perfetto gentiluomo”, Natasha Solomons torna con un appassionante romanzo, definito “un affascinante ritratto della borghesia viennese nei primi del ‘900 e della Upper class della campagna inglese”.
 
 

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