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Parmigianino e l'Amore: la Schiava Turca
Se l'eleganza avesse un nome sicuramente porterebbe quello di un pittore sensibile, misterioso e affascinate come Girolamo Francesco Maria Mazzola meglio conosciuto come Parmigianino, dalla città di Parma che gli diede i natali nel lontano 1503. Esponente di quella complessa corrente artistica nota come manierismo, si distinse non solo per l'incredibile raffinatezza dei particolari e l'estrema ricercatezza dell'esecuzione ma anche per quella sottile vena di mistero, seduzione e incanto che aleggia impalpabile ma evidente in tutte le sue opere. Il manierismo era una corrente artistica e letteraria decisamente dotta, piena di richiami alla filosofia, alla cultura umanista che spesso fu accusata, proprio per questa rigida esaltazione del linguaggio pittorico e dei contenuti, di essere troppo affettata e poco spontanea....insomma un po' noiosa. Eppure osservando le tele del maestro emiliano tutto avvertiamo fuorché noia. Forse è merito, oltre che della sua straordinaria abilità pittorica di quella segreta passione per l'alchimia che lo accompagnò per tutta la sua vita e che coltivò sempre parallelamente alla sua attività di artista. L'alchimia, strano ibrido fra scienza, chimica e magia, ha numerosi riferimenti in molte sue opere, contribuendo a donare loro una straordinaria aura di mistero e ambiguità che ancora oggi continua ad affascinare l'osservatore moderno. Ma la tela che ho scelto per voi, sebbene rifletta quella vena di intrigante magia che accompagna tutte le opere di
Parmigianino, è, molto più semplicemente una tela d'amore. Quella ritratta in questo quadro infatti è una sposina. Sebbene l'opera porti il nome di Schiava turca (1533), per l'esotico copricapo della donna, in realtà si tratta di un ritratto signorile fatto in occasione di uno sposalizio: lo capiamo dalla sottile vera d'oro all'anulare sinistro (oggi poco visibile) e dal medaglione con Pegaso, il cavallo alato, posto al centro del prezioso copricapo, simbolo e metafora nella cultura umanista dell'iniziazione amorosa. Se da una parte possiamo sicuramente apprezzare e rimanere sbalorditi di fronte all'accuratezza dei dettagli del vestito e della splendida cuffia intarsiata di fili d'oro è soprattutto l'espressione della ragazza a catturare l'attenzione dell'osservatore. La maliziosa espressione degli occhi così vivi ed espressivi, le gote arrossate in un pudore virginale e sensuale al tempo stesso, il gesto civettuolo di coprirsi il seno con un lezioso ventaglio di piume ci fa quasi immaginare che accanto al pittore ci sia il novello sposo che forse stuzzica la sua modella con qualche commento licenzioso e che produce nella giovane quel sorriso enigmatico e dolce, vero fulcro della tela. Se Parmigianino fu sicuramente uno dei capisaldi di quella corrente dotta, ragionata e complessa che fu il Manierismo, sicuramente qui a trionfare sono i sentimenti e la spontaneità di una giovane sposa di un tempo lontano...ma forse non troppo
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