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21/04/2009
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA DEVI BACIARE UN SACCO DI ROSPI (You Have to Kiss a Lot of Frogs) di Laurie Graff -EDIZIONI NEWTON COMPTON


Il principe azzurro esiste e bacia benissimo!

Karrie Kline è un’attrice alla ricerca della grande occasione, ma soprattutto del principe azzurro… Per trovarlo è disposta a baciare tutti i rospi del mondo, ma i suoi tentativi sembrano puntualmente destinati al fallimento. Dall’attore famoso che a letto inizia ad abbaiare anziché sussurrarle paroline dolci, al tassista che si crede irresistibile e da cui lei fugge a gambe levate, gli uomini sembrano davvero incapaci di conquistare il suo cuore. E con il lavoro non va molto meglio: interminabili e deludenti provini scandiscono le sue giornate, il grande momento si rifiuta di arrivare, e solo New York, la meravigliosa città che non dorme mai, le fa davvero perdere la testa. A Karrie non rimane che farsi coraggio: la vita riserva sempre delle sorprese e gli stagni sono ovunque, pieni di rospi… Con uno stile sarcastico, ironico e graffiante Laurie Graff confeziona un romanzo che ci fa divertire e sognare, raccontandoci una storia che assomiglia incredibilmente alle nostre, dedicata a tutte le donne che hanno ancora il coraggio di amare.

Leggi i primi capitoli in anteprima!

«Un romanzo ironico e divertente che mostra quanto è difficile trovare l’uomo giusto. E quanto è tremendamente facile incappare in quello sbagliato.»
Booklist

«Uno sguardo provocatorio e intelligente sul modo in cui tutti noi inseguiamo una vita felice.»
Publishers Weekly

«Una storia vera come la vita, che vi coinvolgerà per la sua freschezza e sincerità.»
Romance Reviews Today

«Un libro geniale, dalla scrittura smagliante, che vi farà ridere e piangere allo stesso tempo.»
Arabella Romances Magazine

Laurie Graff è una famosa attrice di teatro e innumerevoli sono le sue presenze in TV e alla radio. Membro della Workshop Theatre Company, sta attualmente lavorando alla novellizzazione di una sua pièce teatrale. Dopo Devi baciare un sacco di rospi ha scritto un altro romanzo in cui Karrie è di nuovo alle prese con l’estenuante ricerca dell’uomo ideale.

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21/04/2009
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA QUELL'ATTIMO CHIAMATO FELICITA' di Lorena Spampinato, EDITORE FANUCCI

Quell’attimo chiamato felicità

La vita è fatta di scelte. Di direzioni. Di strade. Ce n’è una che è sempre la più facile, specchio di sorrisi comodi e sogni intorpiditi. Una scorciatoia ingenua per chi non ha voglia di camminare troppo. Stella e Maurizio la percorrono tutta, quella strada, senza mai guardarsi in faccia. Vicini, ma non abbastanza per toccarsi veramente. Due generazioni diverse, e due storie che sembrano non incontrarsi mai. Entrambi si trovano a vivere un’illusione che fa da muro a ogni loro aspettativa. Un gioco pericoloso nel quale è facile confondere l’amore con il sesso e la bellezza con la finzione. Solo l’impatto con la realtà farà sì che il terreno solido sul quale avevano costruito il loro sogno possa franare di colpo e lasciarli persi. Una storia di rimorsi che mangia il cuore lentamente, per poi farlo rinascere in un solo attimo. Un attimo che vale una vita intera.

Non è detto che i giovanissimi scrivano soltanto sms farciti di abbreviazioni...Lorena Spampinato, 18 anni appena, racconta una storia di sogni acerbi e d’amore profondo.”
la Repubblica

Lorena Spampinato è una giovanissima studentessa nata a Catania l’8 marzo 1990. Si è diplomata nel 2008 al liceo scientifico Leonardo Da Vinci, ed è iscritta all’università a Roma. Scrivere è sempre stata la sua più grande passione. La sua rivincita sulla vita. Il suo tasto rewind, pronto a dilatare tempo ed emozioni. Nel 2008 è uscito il suo romanzo La prima volta che ti ho rivisto, edito da Fanucci, che è già diventato un piccolo cult tra i giovanissimi.

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20/04/2009
da Maet

RECENSIONE: QUELL'UNICO AMORE (Love only once) di Johanna Lindsey




Prima edizione: 1985 by Avon Books


Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi no.858, aprile 2009


Ambientazione: Regency


Grado di sensualità: warm (caldo)


Voto/rating: 6,5/10?


Collegamenti ad altri romanzi: primo volume della saga Malory così composta:

1 - QUELL'UNICO AMORE (Love only once): protagonisti Regina Ashton e Nicholas Eden

2 - Tender rebel: protagonisti Roslynn Chadwyck e Anthony Malory

3 - OCEANO DI PASSIONE (Gentle rogue): edizione Euroclub, protagonisti Georgina Anderson e James Malory

4 - The magic of you: protagonisti Amy Malory e Warren Anderson

5 - DIMMI CHE MI AMI (Say you love me): pubblicato da diverse case editrici tra cui Euroclub e Sperling, protagonisti Kelsey Langton e Derek Malory

6 - The present: protagonisti Anastasia e Christopher Malory, più quella di Molly & Jason

7 - A loving scoundrel: protagonisti Danny e Jeremy Malory

8 - Captive of My Desires: protagonisti Gabrielle Brooks e Drew Anderson

9 - No Choice But Seduction: protagonisti Katey Tyler e Boyd Anderson



Nicholas Eden, visconte di Montieth, è giovane, bello, ricco e molto annoiato. Conduce una vita dissipata ormai da diversi anni e nemmeno le donne più belle e sensuali riescono ad interessarlo per più di una fugace avventura. Almeno fino a quando, volendo giocare un brutto tiro all'ultima amante a cui si appresta a dare il benservito, rapisce per errore la deliziosa e volitiva Regina Malory. Il suo candore, unito alla notevole bellezza ed allo spirito pungente, lo seducono immediatamente ma non lo spingono certo a sposarla, come invece vorrebbe il numeroso parentado di lei, per riparare al rapimento che le ha rovinato la reputazione. Regina dapprima sarebbe d'accordo con lui ed eviterebbe volentieri il matrimonio con un notorio libertino, ma poi pensando alla lunga ed estenuante ricerca di uno sposo a cui i suoi la stanno obbligando da due anni ed al danno irrimediabile alla sua reputazione, concorda con la famiglia, anche perché così facendo eviterà che uno dei suoi zii si batta in duello con Nicholas. Ovviamente anche il fatto che sia già infatuata del visconte e che abbia tutta una serie di desideri licenziosi su di lui ha il suo peso. Nicholas sarà obbligato a cedere e benché l'attrazione fisica che nutre per la giovane sia forte e pulsante, il rancore per quella coercizione sarà più potente e lo spingerà ad abbandonare la sposa appena dopo la cerimonia. Un matrimonio senza speranza, apparentemente. Ma le vie del destino, come quelle del cuore sono misteriose ed a volte da un piccolissimo seme può germogliare la vita e con essa la prospettiva di un futuro.


Confesso che ho difficoltà nella valutazione di questo romanzo. Vi sono parti sentite e commoventi, soprattutto verso la fine, dove i personaggi emergono prepotentemente e gli scontri tra i protagonisti sono una maniera per farceli conoscere meglio in tutte le loro sfaccettature ed allo stesso tempo per mostrare la loro maturazione ed il loro cambiamento. E dove sia Regina che Nicholas acquistano notevole spessore, così come i personaggi della zia e della madre di lui, che invece nella sezione iniziale risultano poco definiti, o come nel caso di Regina sembrano tra il cliché e l’evanescente. Ma nel complesso non riesco ritrovare in questo libro, se non a sprazzi, lo stile ed il vigore narrativo della Lindsey. La quale non si può certo definire eccelsa, non cerca certo la profondità, ma ha sempre prodotto opere di buona ed in alcuni casi ottima qualità, con eroi maschili assolutamente e totalmente alfa, con eroine combattive, con sentimento e sesso dosati nella giusta misura e tanta, tanta ironia, insomma una garanzia di godibilità. Ecco, qui mancano questi elementi e quando presenti lo sono in maniera decisamente smorzata ed in tono minore. Vorrei poter dire che è piena responsabilità dell’autrice, ma non ne sono convinta. Putroppo siamo di fronte ad una traduzione non delle migliori, che in primis appiattisce lo stile peculiare della Lindsey, non rendendole giustizia, banalizzando situazioni e facendone svanire l’impronta distintiva. Inoltre sembra un’opera poco omogenea, con una parte iniziale affrettata, una centrale asciugata e solo quella terminale pienamente sviluppata. Solo lì, come precedentemente scritto, ritrovo i dialoghi e lo spirito della Lindsey, come una crisalide che uscisse dal suo bozzolo e finalmente apprezzo Regina: la capisco e la appoggio nella sua lotta per la propria unione. Finalmente comprendo le riserve di Nicholas e giustifico una parte della sua balordaggine, l'uomo che non deve chiedere mai in realtà ha molte fragilità, mi appassiono alle loro vicende, con un interesse molto più vivo che non quello tiepido dei primi capitoli e sono contenta di averli conosciuti. Non vi è dubbio invece che i Malory siano eccezionali, anche se appaiono poco i membri della famiglia lasciano il segno.

Mi hanno entusiasmato? No. Mi hanno ben intrattenuto, tutto sommato, comprese le riserve testè esposte? Assolutamente si, ma la mia valutazione è purtroppo viziata, avrebbe potuto essere più alta, mi riservo una lettura dell'originale per sciogliere ogni dubbio, comunque lo consiglio, in particolare alle amanti della Lindsey.

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18/04/2009
da Paige79

copj13ESCE IN LIBRERIA IO E MARLEY ( Marley and me ) DI John Grogan, EDIZIONI SPERLING & KUPFER.

Quando John e Jenny, una giovane coppia della Florida, decidono di adottare un cane per fare pratica come genitori non si immaginano quale uragano sta per abbattersi sulla loro casa. Marley, un Labrador giallo, da adorabile cucciolo si trasforma immediatamente in un gigante maldestro che si lancia attraverso le porte a zanzariera, distrugge le pareti, sbava sugli ospiti, ingurgita qualsiasi cosa attiri la sua curiosità, dai gioielli ai divani, e fugge dai bar tirandosi dietro il tavolino. Insomma, è la vergogna della scuola di addestramento e la disperazione del suo veterinario, che non sa più quale tranquillante prescrivergli. Ma Marley ha anche un cuore puro e innocente. Come rifiuta ogni limite imposto alla sua esuberanza, così la sua lealtà e il suo attaccamento sono infiniti, e la sua allegria devastante ma contagiosa sa riconquistarsi ogni volta l'affetto dei padroni.

NOTA DI PAIGE79: Questo libro è la sua storia, le gesta di una "persona non umana" che ha condiviso le gioie e i dolori della famiglia mentre questa cresceva, se n'è sentito parte anche nei periodi in cui nessuno voleva più saperne di lui e soprattutto è stato, per tutta la sua esistenza, un distruttivo, insostituibile, commovente esempio d'amore e fedeltà. Da questo romanzo è tratto il film omonimo interpretato da Owen Wilson,Jennifer Aniston e, ovviamente,d a Marley ), di recente uscito al cinema e di cui trovate qui la recensione:

http://romancebooks.splinder.com/tag/john+grogan

Del libro esistono due versioni:una per adulti, e una per ragazzi.

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18/04/2009
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA  FRENCH KISS. DIARIO DI UNA COTTA ( Pretty Things ), DI Sarra Manning, EDIZIONI MONDADORI.

9788804584155g
Città nuova, scuola nuova, gente nuova... Edie si sente allo sbaraglio. E se nessuno volesse far amicizia con lei? Ma il giorno dopo il suo arrivo, accade qualcosa che la sconvolge. Edie vede Dylan: capelli arruffati, muso lungo, occhi sfuggenti. È amore a prima vista! Durante la gita scolastica a Parigi, tra baci, scorribande nei locali notturni, litigi e riappacificazioni, fra Edie e Dylan nasce qualcosa che potrebbe cambiare la vita di entrambi... Ma i ragazzi che ti rubano l'anima fanno mai sul serio?

NOTA DI PAIGE79: Sara Manning  è un’autrice inglese, che ha lavorato per anni in riviste per adolescenti e che solo di recente ha tentato la via del romanzo. Ovviamente su un argomento che conosce molto bene, cioè i problemi e le gioie delle prime cotte tra adolescenti.

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18/04/2009
da Lener

Recensione: Lover Unbound di J.R. Ward

 

Anno di pubblicazione: 2007

Edizione originaleSignet Eclipse

Livello di sensualità: hot/bollente

Ambientazione: Stati Uniti-Giorni nostri


Voto/Rating: 6.5/10

Collegamenti con altri libri / Connection to other books: "Lover Unbound" è il quinto capitolo della saga "La Confraternita del Pugnale Nero". I romanzi nell'ordine sono: "Dark Lover", protagonista Wrath; "Lover eternal", protagonista Rhage; "Lover awakened", protagonista Zsadist; "Lover revealed", protagonista Butch; "Lover unbound", protagonista Vishous; "Lover enshrined", protagonista Phury; "Lover avhenged", protagonista Revhenge.


Plot: The ruthless and brilliant brother Vishous possesses a destructive curse and a frightening ability to see the future. As a member of the Brotherhood, he has no interest in love or emotion, only the battle with the Lessening Society. But when a mortal injury puts him in the care of a human surgeon, Dr. Jane Whitcomb compels him to reveal his inner pain and taste true pleasure for the first time-until a destiny he didn't choose takes him into a future that does not include her...

Trama: Lo spietato e brillante fratello Vishous possiede un maleficio distruttivo e una capacità terrorizzante di prevedere il futuro. Come membro della Fratellanza, non ha interesse nell'amore o nelle emozioni, solo per la battaglia con la Lessening Society. Ma quando una ferita mortale lo mette nelle cure di un chirurgo umano, il Dr. Jane Whitcomb lo costringe a svelare la sua pena interna e a gustare il vero piacere per la prima volta - fino a che un destino che lui non ha scelto lo porta in un futuro che non include lei...

"Lover unbound" è il romanzo di Vishous, tra tutti i Fratelli sicuramente il più enigmatico. La caratterizzazione di questo personaggio viene rivelata pian piano nel corso della saga ed il ritratto che ne risulta è di una complessità unica. Oltre alle doti straordinarie della sua mente (un genio, un telepate, un veggente), oltre al misterioso potere che gli dona un controllo totale sulla fusione dei metalli, Vishous si rivela come il vampiro dalla sessualità più oscura, dominatore e bisessuale. Una figura affascinante, quanto meno per la sua estrema originalità, dove si contrappongono la passione e la violenza del guerriero all'ossessione per il controllo dell'uomo. E' un Vishous in piena crisi quello che l'autrice ci mostra: i suoi poteri telepatici e precognitivi sono scomparsi, abbandonandolo nell'incertezza ed in un silenzio spaventoso. Oltre a questo, deve scendere a patti con i suoi sentimenti per Butch, il suo vecchio coinquilino ed il suo nuovo Fratello d'arme. Il suo migliore amico. La prima persona per cui sente di provare davvero qualcosa, un affetto altruistico e testardo che in "Lover revealed" l'ha portato a rovesciare le regole del loro mondo. L'amore tra Butch e Marissa è lo specchio che porta Vishous ad interrogarsi sul sesso sporco e crudele in cui annega le sue ore. Non può esserci davvero altro per lui? Certo i suoi demoni sono terribili, legati ad un passato che la Ward ci racconta sanguinario e disperato, nel fango di un campo d'addestramento dove i ragazzi venivano forgiati ad essere guerrieri feroci sotto il dominio di Bloodletter, padre di Vishious nonché il più sadico, scaltro e spietato vampiro sia ricordato nella storia della Confraternita.
"Lover unbound" rappresenta un romanzo di transizione all'interno della saga: prepara gli eventi per il romanzo successivo (la storia di Phury e Cormia già comincia in queste pagine) e soprattutto segna il passaggio all'età adulta di John Matthew e dei suoi amici Quinn e Blaylock.
Come già nel romanzo precedente, la Ward continua, ahimé, a contraddire le regole del suo mondo, soffermandosi sulla Vergine Scriba (che sconvolge personaggi e lettori con un enorme colpo di scena, a parer mio MOLTO discutibile), rendendola sempre meno dea e sempre più donna.
Purtroppo ho trovato deludente la storia d'amore raccontata in questo libro e, soprattutto, esasperati due artifizi narrativi che, giunti al quinto libro, risultano ormai logori: il colpo di fulmine trai protagonisti ed il voler ad ogni costo appianare la diversa longevità tra vampiri ed esseri umani. La Ward ha sicuramente un debole per l'amore a prima vista (e finora non ho mai avuto nulla da ridire in merito), ma questa volta ho trovato davvero assurdo che Vishous, mezzo stordito dagli antidolorifici, apra gli occhi in un letto d'ospedale, intraveda appena la dottoressa umana che l'ha operato e, BANG!, decida che lei debba essere sua. La tosta dottoressa Jane Whitecomb si ritrova così rapita e prigioniera, e mentre cerca coraggiosamente di mantenere la sua razionalità di scienziata davanti alla rivelazione di vampiri e paranormale, giustifica l'attrazione folle che sente per il suo pericoloso e sensualissimo paziente appellandosi alla Sindrome di Stoccolma.
Personalmente ho trovato Jane il personaggio femminile meno interessante apparso finora: in fin dei conti esiste soltanto come controparte di una storia d'amore che non mi ha convinta, né la sua caratterizzazione ha lo spessore per farla brillare di una luce propria.
Seconda dolente nota: il finale! D'accordo l'urban fantasy, d'accordo il romance-paranormal, ma la maniera con cui l'autrice cuce l'happy end tra Vishous e Jane è talmente tirato fuori dal cilindro da essere grottesco!
In conclusione che dire? A mio parere Vishous avrebbe meritato molto di più (è paradossale che come personaggio abbia regalato una performance migliore in "Lover revealed" che non nel suo romanzo), ma attribuisco comunque la piena sufficienza a questo libro in virtù della sua coralità narrativa e delle storie secondarie che catturano e appassionano. C'è lo splendido rapporto di amicizia e confidenza che si instaura tra John e Zsadist e c'è, soprattutto, l'approfondirsi di personaggi che troveremo protagonisti nei prossimi capitoli, come la durissima Xhex, la dolce Layla, il viscido Lash e lo stupendo trio di amici John, Quinn e Blaylock.

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18/04/2009
da Lener

Lo spietato e brillante fratello Vishous possiede un maleficio distruttivo e una capacità terrorizzante di prevedere il futuro. Come membro della Fratellanza, non ha interesse nell'amore o nelle emozioni, solo per la battaglia con la Lessening Society. Ma quando una ferita mortale lo mette nelle cure di un chirurgo umano, il Dr. Jane Whitcomb lo costringe a svelare la sua pena interna e a gustare il vero piacere per la prima volta - fino a che un destino che lui non ha scelto lo porta in un futuro che non include lei...

"Lover unbound" è il romanzo di Vishous, tra tutti i Fratelli sicuramente il più enigmatico. La caratterizzazione di questo personaggio viene rivelata pian piano nel corso della saga ed il ritratto che ne risulta è di una complessità unica. Oltre alle doti straordinarie della sua mente (un genio, un telepate, un veggente), oltre al misterioso potere che gli dona un controllo totale sulla fusione dei metalli, Vishous si rivela come il vampiro dalla sessualità più oscura, dominatore e bisessuale. Una figura affascinante, quanto meno per la sua estrema originalità, dove si contrappongono la passione e la violenza del guerriero all'ossessione per il controllo dell'uomo. E' un Vishous in piena crisi quello che l'autrice ci mostra: i suoi poteri telepatici e precognitivi sono scomparsi, abbandonandolo nell'incertezza ed in un silenzio spaventoso. Oltre a questo, deve scendere a patti con i suoi sentimenti per Butch, il suo vecchio coinquilino ed il suo nuovo Fratello d'arme. Il suo migliore amico. La prima persona per cui sente di provare davvero qualcosa, un affetto altruistico e testardo che in "Lover revealed" l'ha portato a rovesciare le regole del loro mondo. L'amore tra Butch e Marissa è lo specchio che porta Vishous ad interrogarsi sul sesso sporco e crudele in cui annega le sue ore. Non può esserci davvero altro per lui? Certo i suoi demoni sono terribili, legati ad un passato che la Ward ci racconta sanguinario e disperato, nel fango di un campo d'addestramento dove i ragazzi venivano forgiati ad essere guerrieri feroci sotto il dominio di Bloodletter, padre di Vishious nonché il più sadico, scaltro e spietato vampiro sia ricordato nella storia della Confraternita.
"Lover unbound" rappresenta un romanzo di transizione all'interno della saga: prepara gli eventi per il romanzo successivo (la storia di Phury e Cormia già comincia in queste pagine) e soprattutto segna il passaggio all'età adulta di John Matthew e dei suoi amici Quinn e Blaylock.
Come già nel romanzo precedente, la Ward continua, ahimé, a contraddire le regole del suo mondo, soffermandosi sulla Vergine Scriba (che sconvolge personaggi e lettori con un enorme colpo di scena, a parer mio MOLTO discutibile), rendendola sempre meno dea e sempre più donna.Purtroppo ho trovato deludente la storia d'amore raccontata in questo libro e, soprattutto, esasperati due artifizi narrativi che, giunti al quinto libro, risultano ormai logori: il colpo di fulmine trai protagonisti ed il voler ad ogni costo appianare la diversa longevità tra vampiri ed esseri umani. La Ward ha sicuramente un debole per l'amore a prima vista (e finora non ho mai avuto nulla da ridire in merito), ma questa volta ho trovato davvero assurdo che Vishous, mezzo stordito dagli antidolorifici, apra gli occhi in un letto d'ospedale, intraveda appena la dottoressa umana che l'ha operato e, BANG!, decida che lei debba essere sua. La tosta dottoressa Jane Whitecomb si ritrova così rapita e prigioniera, e mentre cerca coraggiosamente di mantenere la sua razionalità di scienziata davanti alla rivelazione di vampiri e paranormale, giustifica l'attrazione folle che sente per il suo pericoloso e sensualissimo paziente appellandosi alla Sindrome di Stoccolma.
Personalmente ho trovato Jane il personaggio femminile meno interessante apparso finora: in fin dei conti esiste soltanto come controparte di una storia d'amore che non mi ha convinta, né la sua caratterizzazione ha lo spessore per farla brillare di una luce propria.
Seconda dolente nota: il finale! D'accordo l'urban fantasy, d'accordo il romance-paranormal, ma la maniera con cui l'autrice cuce l'happy end tra Vishous e Jane è talmente tirato fuori dal cilindro da essere grottesco!
In conclusione che dire? A mio parere Vishous avrebbe meritato molto di più (è paradossale che come personaggio abbia regalato una performance migliore in "Lover revealed" che non nel suo romanzo), ma attribuisco comunque la piena sufficienza a questo libro in virtù della sua coralità narrativa e delle storie secondarie che catturano e appassionano. C'è lo splendido rapporto di amicizia e confidenza che si instaura tra John e Zsadist e c'è, soprattutto, l'approfondirsi di personaggi che troveremo protagonisti nei prossimi capitoli, come la durissima Xhex, la dolce Layla, il viscido Lash e lo stupendo trio di amici John, Quinn e Blaylock.

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17/04/2009
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA EVERNIGHT, DI Claudia Gray, EDIZIONI MONDADORI.

evernight_claudia_gray_mondadori_01

Bianca ha appena lasciato la cittadina in cui è vissuta per tutta la vita e, poichè i suoi genitori insegnano lì, ha iniziato a frequentare una nuova scuola, la Evernight Academy, un oscuro collegio in perfetto stile gotico, in cui i compagni di classe sono altrettanto perfetti e anche un po’ sinistri. Bianca non si trova bene. Incontra il solitario Lucas,e tra loro si crea un legame forte. Ma il destino ha in serbo uno scherzo terribile. Perchè l’Accademia è un collegio per giovani vampiri: Bianca è destinata a diventarlo  e Lucas è uno sterminatore di vampiri...

NOTA DI PAIGE 79: Il romanzo fa parte del “Ciclo di Evernight”, composto da 4 volumi: “Evernight” e” Stargaze”, già pubblicati,” Hourglass” e “Afterlife”, prossimi venturi. I due romanzi già pubblicati, come si evince dai moltissimi commenti in rete di lettrici americane, nonostante i “richiami” ad altri libri (come non pensare alla ormai celeberrima serie di “Twilight?), sono stati veramente molto apprezzati e i giudizi espressi sono estremamente positivi.

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17/04/2009
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA  IL BOSCO DEI BIANCOSPINI ( Whitethorn Woods ), DI Maeve Binchy, EDIZIONI SPERLING & KUPFER.

cop
Intorno a un paesino irlandese e al suo antico santuario nel bosco (minacciato di distruzione per far posto a un'autostrada) si intrecciano le tante vicende di tutti coloro che, nel corso degli anni, vi sono andati in pellegrinaggio, ognuno con un peso sul cuore. Lilly a cui hanno rapito la bambina, suo marito che è diventato ubriacone, Helen che vuole tanto diventare madre, Judy che cerca marito, Vera l'anziana zitella che si è invaghita di un uomo più giovane di lei, e poi tutta una umanissima galleria di personaggi, con i loro vizi e le virtù.

NOTA DI PAIGE79: dalla famosa autrice di AMICHE, una storia di cupidigie e infedeltà coniugali, di incesti e alcolismo, di malattia mentali e di donne in carriera che si combinano in un affresco travolgente ed emozionante.

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16/04/2009
da Drakon
SAPORI DELLA SCOZIA


 
".........She looked as good to him as a platter of haggis to a starving man........"
(trad. ".......Gli sembrò così bella come un vassoio di haggis ad un uomo affamato.......")
"The Key" -  Lindsay Sands



"........If you don't eat every morsel on that tray, I'm coming back with Tupper's haggis. Then you'll be sorry you didn't choose my bloody kisses instead!............"
(trad. "........Se non finisci tutto fino all'ultimo boccone su quel vassoio, tornerò con degli haggis di Tupper. Allora ti pentirai di non aver scelto i miei dannati baci invece!.......")
"The Bride and the Beast" - Teresa Medeiros



"........I'm hungry enough to eat even haggis."
         "You must be starved", he murmured........"

(trad. "........Ho una tale fame che potrei mangiare anche degli haggis."
                    "Devi essere proprio affamata", mormorò lui......."

"A Dance Through Time" - Lynn Kurland



La frequenza con la quale incontriamo questo famigerato piatto nei romanzi rosa, specialmente se di ambientazione scozzese, ha suscitato la mia curiosità, e la voglia di saperne di più. Solo che, dopo aver letto la ricetta, secondo la mia modesta opinione, non sarete forse più tanto entusiasti di assaggiare questo piatto, quanto di usarlo come arma d'intimidazione. Comunque, che ci piacciano o meno, gli haggis sono ormai entrati nella leggenda.


Ma la Scozia nasconde altri tesori culinari.......

Augurandomi con tutto il cuore che nel futuro avrete l'occasione di visitare le bellissime terre scozzesi, ho deciso di prepararvi bene, per evitare le brutte sorprese che arrivano sotto forma di menù indecifrabili, visto che avrete sicuramente anche la necessità di fermarvi in qualche ristorante tipico. In questo viaggio sarete accompagnati dalle spiritosissime descrizioni dei nomi dei cibi scozzesi, tratte dal libro di Scott Simpson   " A Smack in the Pus". Mi auguro, inoltre, che, la lettura che segue sarà divertente e che, forse vi farà venire anche la voglia di assaggiare alcuni di questi piatti.
Ecco cosa dice Simpson a proposito dello "scran" (dial. scozzese per "cibo"):

"The decline in demand for traditional Scottish fare can probably be linked to the fact that, although, as a race, we Scots are capable of producing some of the finest food in the world, we are truly hopeless when it comes to giving dishes appealing names. Should you find yourself perusing the menu in a Scottish restaurant, you could be forgiven for thinking you were reading a copy of a well-known medical journal  "The Lancet".

cioè

"Il declino della domanda per i piatti Scozzesi tradizionali potrebbe essere legato al fatto che, sebbene come Scozzesi siano capaci di produrre cibi fra i più saporiti al mondo, quando si tratta di assegnare dei nomi invitanti a tali pietanze, non c'è nessuna speranza. Se vi troverete in un ristorante tipico Scozzese, vi sarà perdonato, se, leggendo il menù, avrete la sensazione di leggere la famosa rivista di medicina "The Lancet" (mia traduzione)

Simpson aggiunge che, questi piatti hanno i nomi che suonano più come "rare medical abnormalities" (malattie rare), che non come nomi di piatti tipici.
Nemmeno gli haggis sono stati risparmiati. In effetti dice per loro che, "Sounds like something that medical science managed to eradicate in the late 19th century" , ciò è che "il loro nome suona come una delle malattie debellate dalla scienza medica nella seconda metà del XIX secolo."

Conosciamoli allora, e............buon appetito!



 
HAGGIS

Anche se si assume spesso che gli haggis siano di origini scozzesi, la verità è tutt'altra. La loro comparsa sulle tavole, in effetti, risale ai tempi degli antichi Romani. Già allora, in modo non molto diverso da quello di oggi, si preparavano utilizzando quelle parti della carne, che altrimenti sarebbero state scartate perché di categoria inferiore, e quindi non abbastanza buone da essere preparate e servite sulle tavole dei ricchi. Per secoli a venire, gli haggis saranno il pasto principale che nutrirà e salverà le vite di migliaia e migliaia di poveri. Abbastanza da meritarsi un posto nella storia. E, se nel mondo anglo-sassone si chiamavano haggis, dove sembra siano arrivati dai paesi scandinavi, prima in Inghilterra e poi in Scozia, nel medio oriente si chiamano has (si legge hash), in Europa orientale sono svargle (si legge shvargle), buchada in Brasile.......o jug-jug nelle Barbados. Questi sono solo alcuni dei nomi dalle varie parti del mondo, per fare un esempio. Comunque, ci focalizziamo sugli haggis, visto che sono proprio loro a fare spesso la comparsa nei nostri romanzi, sia sotto forma di cibo servito sulle tavole dei nostri protagonisti, sia come termine di paragone (come nelle frasi che ho riportato all'inizio di questo post), paragone che, però, spesso è tutt'altro che un complimento.

Prima di passare alla ricetta, eccovi un paio di curiosità:

Durante il loro lungo cammino nella storia, gli haggis si sono meritati anche una poesia, "Address to a Haggis" ciò è "Dedicato all'haggis", scritta dal poeta scozzese Robert Burns, vissuto nel XVIII secolo:


Fair fa' your honest, sonsy face,
Great cheftain ò the puddin' race!
Aboon them a' ye tak your place,
Painch, tripe or thairm,
Weel are ye worthy of a grace
As lang's my arm.



Quant'è bella la tua faccia onesta e tutta curve,
Oh gran capitano della razza dei puddings!
Tu occupi un posto sopra tutti gli altri,
Che siano rumini, trippe o intestini,
Sì, sei degno di tanta riconoscenza
Per quant'è lungo il mio braccio.


La tradizione vuole che gli haggis siano serviti sulle tavole nella settimana del 25 di Gennaio, giorno della nascita del poeta.

Secondo una statistica, il 33% dei turisti americani pensa che haggis sia un animale.
 

La ricetta

Gli ingredienti

  • Lo stomaco di una pecora, lavato, scottato, rivoltato e messo a bagno in acqua fredda e salata
  • Il cuore, i polmoni ed il fegato di un agnello (preferibilmente puliti dal vostro macellaio)
  • 450 gr di carne di manzo tritata
  • 3 tazze di grasso di rognone (finemente tagliato)
  • 2 cipolle finemente trittate
  • 225 gr di avena (macinatura media)
  • 1 tazza di brodo di manzo
  • 1 cucchiaio di noce moscata
  • 1 cucchiaio di sale
  • 1 cucchiaio di pepe nero
  • Acqua sufficiente per cucinare gli haggis
Preparazione
 
Lavate con cura le interiora. Togliete gli eccessi di grasso, e , se presente, tagliate via la trachea. Aggiungete in una padella il trito di carne e portate ad ebollizione. Lasciate cuocere circa un'ora o anche di più per assicurarsi che la carne sia morbida. Una volta cotta, la carne deve essere scollata e lasciata da parte a raffreddare.
Trittate finemente cuore, polmoni e fegato e metteteli in una grande ciotola dove aggiungerete il grasso di rognone, avena, cipolle, brodo di manzo, sale, pepe e noce moscata.
L'avena può essere abbrustolita per farla diventare più secca possibile, ma non rosolata o bruciata!
Mescolate bene fino ad ottenere un composto friabile e con questo, riempite lo stomaco della pecora a metà. Stringete lo stomaco così che non ci sia aria rimasta dentro e cucitelo con un filo robusto. Annodate bene e forate la superficie con un ago per evitare che la sacca scoppi durante la cottura. Fate bollire l'acqua in un recipiente molto capiente e non appena inizia a bollire immergete gli haggis.
Cuocere per 3 ore, a cottura lenta, senza coperchio, per evitare che si rompa la sacca. Aggiungere acqua gradualmente faccendo bene attenzione che gli haggis siano sempre immersi completamente.
Quando è il momento di servirli, tagliate gli haggis a metà, svuotateli con un cucchiaio ed accompagnateli con puré di rape ("bashit neeps") e puré di patate ("champit tatties").
A qualcuno piace versare del whisky sopra gli haggis, o , ancora meglio, del Drambuie!
 


CULLEN SKINK


“Sounds like an inner-ear infection but it's a rich soup made with smoked haddock.”
“Suona come un'infezione dell'orecchio interno, invece si tratta di una ricca zuppa fatta con l'eglefino affumicato.”

Il nome di questa saporita zuppa viene dal nome di Cullen, un villaggio di pescatori nel Morayshire. “Skink” è la zuppa che, originariamente si cucinava con le ossa tibiali del manzo. Con tempo sono state sostituite dall'eglefino affumicato.
 
 

RUMBLEDETHUMPS

 
“ Sounds like an advanced case of granular fever but it's a side dish of potatoes, cabbage and cheese.”
“Suona come una forma di peste in stadio avanzato, ma, invece è un contorno che consiste da patate, verza e formaggio.”
 
 
 

FINNAN HADDIE

 
“Sounds like a sexually transmitted disease but it's the traditional name given to smoked haddock.” “Il nome ricorda quello di una malattia sessualmente trasmissibile, ma è solo il nome tradizionale dell'eglefino affumicato.”

Ci sono testimonianze dell'esistenza del pesce affumicato nella Scozia che risalgono al XVI secolo. James Broswell ne scriveva nel XVIII secolo, menzionando che era possibile comprare il pesce affumicato proveniente dalla Scozia a Londra. Ma questi erano fortemente affumicati e di sapore pesante. Alla fine del XIX secolo, nel villaggio dei pescatori Findon (pronunciato anche come Finnan) nell'Aberdeen, comincia la produzione dell'eglefino (haddoc o haddies) lievemente affumicato e di un sapore delicato. E' diventato subito molto popolare, e viene utilizzato in varie ricette anche ai giorni nostri.
 
 
 

CLAPSHOT

 
“Sounds like the cure for a bad case of Finnan Haddie but it's a side dish consisting of potatoes, turnip and chives.”
“Suona come il nome della medicina prescritta nei casi gravi di Finnan Haddie, ma è solo un contorno fatto di patate, rape ed erba cipollina”

Questo è un semplice piatto tradizionale originario di Orkneys. Variazioni di questa ricetta sono vendute nei supermercati, già pronte per consumo o per la preparazione nel forno a microonde. Spesso fanno da contorno agli haggis , come alternativa ai soliti “tatties and neeps”.
 

 
 
STOVIES

 
“Sounds like something guaranteed to get you out of school for a couple of weeks when you're young but it's a traditional Scottish dish made from potatoes, onions, beef dripping and is often served with sausages of corned beef.”
“ Suona come qualcosa che, da giovani, vi avrebbe garantito un paio di settimane di assenza dalla scuola, ma si tratta di un piatto scozzese tradizionale, che consiste in patate, cipolle, grasso d'arrosto ed è spesso servito insieme alle salsicce di carne di manzo.”
Il nome deriva probabilmente dalla parola “stewing” - cuocere in umido.
 

 

COCK-A-LEEKIE

 
“Sounds like a severe case of incontinence but it's a mouth-watering chicken and leek soup.” “Sembra il nome di un grave caso di incontinenza, ma invece, è una gustosissima zuppa di pollo e porri.”

Già nel 1598, Fynes Morrison scrisse che questa zuppa veniva servita al ristorante “Knight's house”. La differenza è che, allora, al pollame bollito (da quì il nome “cock”) venivano aggiunte le prugne secche.
 

 

HOWTOWDIE
 

“Sounds like an erectile dysfunction but it's a roast chicken stuffed with oatmeal.”
“Suona come una disfunzione erettile, ma invece si tratta di pollo arrosto farcito con avena”.
 

 

CRANACHAN
 

“Sounds like a skin disorder but it's a deliciously sweet dessert made with oatmeal, cream,and Drambuie liqueur.”
“ Il nome suona come un disturbo cutaneo, ma in realtà è un delizioso dessert di avena, panna e Drambuie.”

Agli ingredienti citati si aggiungono di solito i lamponi. Si pronuncia anche “Crannachan”. In Scozia , di solito, questo dessert si prepara per il Capodanno, ma anche per la cena commemorativa in onore del poeta Robert Burns. Nei menù potrete anche trovarlo sotto il nome “Cream Crowdie”.
 
 
 
 
 
Dopo tutte queste delizie culinari, ci vorrà qualcosa per “mandarle giù”. Proseguo , allora, parlandovi di un particolare liquore, che spesso, oltre ad accompagnare i piatti tipici scozzesi, viene usato anche come uno degli ingredienti. Va anche notato che, più di qualsiasi altra spezia, rende gli haggis un po’ più mangiabili!

 

DRAMBUIE

 
Drambuie (pronuncia IPA: [dræmˈbjuːi] o IPA: [dræmˈbuːi]) è un liquore fatto da whisky di malto, miele di erica, e di una miscela segreta di erbe e di spezie . Il sapore suggerisce la presenza di zafferano, miele, anice, noce moscata ed un misto di erbe.
Il contenuto alcoolico di questo liquore è di 40%. Il nome Drambuie deriva dal Gaelico “an dram buidheach”, e significa “la bevanda che soddisfa”. Alcuni sostengono che derivi da “dram buidhe”, che significa “bevanda gialla”o “drambuie”, ciòè, “cime gialle”.
La nascita di questa bevanda è legata alla figura del Principe Charles Edward Stuart. Nel 1746, dopo che venne sconfitto nella famosa battaglia di Culloden,contro George I, il Principe trovò rifugio sulla Isola di Skye, dove fu accolto dal Capitano John MacKinnon e dal suo clan. Come segno di ringraziamento, il Principe regalò al Capitano la ricetta del suo elisir segreto, creato apposta per lui dal suo farmacista.
Non si sa con certezza quanto ci sia di vero in questa storia, e molti storici sono dell'opinione che si tratti di una storia inventata per aumentare la popolarità e le vendite del liquore. Comunque, rimane il fatto che la ricetta è ancora nelle mani della famiglia MacKinnon, ma è una pura coincidenza, visto che nel frattempo ha cambiato un paio di proprietari, i quali, a loro volta, hanno dovuto venderla per problemi finanziari. Una coincidenza, perché la famiglia MacKinnon che oggi possiede la famosa ricetta non è legata in nessun modo alla famiglia che nel diciottesimo secolo accolse il Principe scozzese in fuga.
 
 
Se , invece , non volete uscire un po’ alticci dal vostro ristorante, allora non vi resta che degustare una bevanda analcolica - tipicamente scozzese, naturalmente!

 

IRN BRU
 

E' una bibita gassata, dal sapore di frutta, conosciuta per le sue “proprietà curative”, che non sono altro che un alto contenuto di zuccheri e caffeina, aiutanti preziosi nel combattere gli effetti post-sbornia, o nel caso nostro, eventuali disturbi di digestione!
 
 

 

 

 

 

 

 

Se l'Irn Bru non basta, possiamo avvalerci del consiglio di Scott Simpson: “It's always worth keeping a couple of Rennies or if you have the means , a defibrillator on standby."
Cioè: “E' sempre opportuno tenere a portata di mano un paio di “Rennies” (pillole per la digestione), o se potete permettervelo, un defibrillatore pronto all’uso.”

 


Alla prossima!
Drakon

Nota: Tutte le citazioni sono tratte dal libro di Scott Simpson “A Smack in the Pus”, ed. Black & White Publishing, Anno 2005.
pag.di rif. : 29, 30, 31, 32.
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16/04/2009
da Andreina

Firenze, 1872.
Emanuele Mariani è un cinico avventuriero che si guadagna da vivere con il gioco d’azzardo, tra uomini poco raccomandabili e amanti focose. Ma quando batte a poker il duca Salvemini, vincendo metà del suo patrimonio, tutto cambia. Emanuele adesso è un uomo molto ricco e può entrare in società, confidando che quelle stelle scintillanti che tanto ama osservare gli riservino dolci sorprese. Magari farsi gioco di impreviste avversità e arrivare al cuore della bella Flavia...

Sono rimasta molto sorpresa leggendo questo libro per vari motivi, il più importante è stato che, per la prima volta leggendo un romance, il mio interesse  è andato verso un personaggio secondario rispetto alla protagonista. Procediamo con ordine conoscendo  i personaggi. Il protagonista maschile Emanuele, non è né nobile, nè ricco, ha perso i genitori quando era ancora un bambino, e viene cresciuto da uno zio che oltre a badare a lui, gli insegna tra le altre cose il gioco d’azzardo.  Alla morte di quest’ultimo, essendo Emanuele ancora un giovane, per sopravvivere fa quello che gli riesce meglio, cioè diventa  un giocatore di poker, visto che pure gli eroi mangiano.
Ma egli è dotato anche di una coscienza, che emerge durante una particolare partita di poker.
Dove c’è possibilità di  ripulire le tasche di qualcuno,  anche se questo è nobile, molto ricco, oltre che tanto sciocco da giocarsi una fortuna al tavolo verde, non si fa scrupoli, ma  durante una delle solite partite, incontra un anziano duca, vince un immenso patrimonio e sente nei confronti del nobile avversario un insolito rispetto.
Emanuele ritrovandosi di colpo ricco, sente di potersi  riscattare dalla vita che aveva condotto fino ad allora e decide che  si dedicherà a vivere secondo le regole della società. Un compito che si presenta fin da subito arduo, poiché non è certo il denaro a rendere un uomo degno di essere rispettato. Ma il cambiamento delle sue finanze, scatena un lento e inesorabile cambiamento della sua personalità. Emanuele conquista spessore, e profondità, rivelandosi tutt’altro che un avventuriero privo di scrupoli.
Flavia, è una ragazza semplice senza grilli per la testa, diversamente dalle coetanee che adorano balli e feste, lei ha due passioni nella vita,  la prima è guardare e studiare le stelle, la seconda l’amore che da sempre prova  per il cugino Tomaso.
Flavia, è anche la nipote del duca che ha perso al gioco metà patrimonio. Ospite con la famiglia a casa dello zio,  è presente quando Emanuele si stabilisce  per diritto di vincita nella casa del duca.
Avendolo già  incontrato in una circostanza piuttosto compromettente, Flavia crede che Emanuele sia un’opportunista e un avventuriero, e  riconoscendolo  come tale, crede che si sia approfittato dello zio, e  nonostante si senta attratta da lui, lo disprezza. Da sempre innamorata del cugino non prende nemmeno in considerazione che la sua vita potrebbe prendere un'altra direzione che non sia l’amore adolescenziale che da sempre prova verso Tomaso. Fin dall’inizio dunque,  rifugge le sensazioni che le fa provare Emanuele, anche perché quelle sensazioni sconosciute e inopportune vanno contro tutto quello che sembrava una certezza nella sua vita: il suo amore per  Tomaso,. Ma Flavia è anche una donna buona e altruista ed è pronta anche a mettersi da parte pur di permettere a Tomaso di vivere il suo amore verso Camelia.

Anche i personaggi secondari sono interessanti e s’incastrano alla perfezione nella vicenda,  a cominciare dal duca, che si è lasciato portare via metà patrimonio senza proferire verbo e nutre nei confronti dell’uomo che lo ha privato delle sue ricchezze un interesse quasi paterno, alla moglie la duchessa,  apparentemente fredda e altera.
Tomaso, l’erede del   del duca, è uno dei personaggi più complessi. Si presenta come un giovane  fragile, capriccioso ed egoista che dopo aver visto una splendida ragazza, decide in modo del tutto insensato, di sposarla. In seguito una serie di eventi farà maturare il futuro duca, che si trasformerà da  ragazzo egoista in un uomo orgoglioso, amareggiato, e purtroppo cinico.
Camelia, è la fanciulla di cui Tomaso crede di essere innamorato, ma lei è anche l'impudica amante di   Emanuele  che non è certo il suo primo uomo.  E’ un’avventuriera senza scrupoli che tutto  prova  per Tomaso, tranne che amore. Le sue mire sono  unicamente per l’immenso patrimonio del giovane. E’ una donna fredda e calcolatrice che  non si fa scrupoli ad ottenere quello che vuole.
Ma   la mia preferenza in assoluto tra tutti i personaggi del libro è stata per la piccola Lucilla, sorella di Flavia, diciottenne molto carina, frizzante e briosa, veramente simpatica. Lei si strugge per quello che poi si rivela un farfallone, senza rendersi conto che intorno a lei c’è forse il vero amore.
Lucilla all’inizio, è come tutte le ragazze  molto giovani, frivola e sciocca , ma Ornella la trasforma pagina per pagina, e in questo modo   il suo personaggio ha destato il mio interesse talmente tanto, da eclissare tutti gli altri, la mia attenzione infatti era tutta per lei. Curiosa di sapere cosa mai sarebbe successo alla simpaticissima Lucilla, sfogliavo le pagine in perenne stato d’ansia, chiedendomi: e adesso, che succede? Cosa farà ?
Ci sono delle scene talmente emozionanti e sentite, che mi pareva di essere dentro al libro.
Ho vissuto intensamente  il primo bacio di Flavia e Emanuele, la prima cotta di Lucilla, la sofferenza e il cambiamento di Tomaso,  e proprio  questo cambiamento mi ha fatto pensare che ci sarebbe potuto essere un seguito del romanzo dedicato a questo giovane. Non mi era mai capitato prima leggendo un libro di Ornella, che ci fosse la possibilità di un seguito, ma in questo caso  credo che Tomaso abbia molto da dire.

Appena finito il libro ho parlato subito con Ornella pregandola di scrivere un seguito,  perche sia Lucilla che Tomaso, secondo me hanno ancora molto da raccontare.
Ma è stato anche un inaspettato colpo di scena, ad incantarmi, nonostante abbia letto molti romance, infatti mai avrei creduto una svolta simile
Ho sempre detto che un libro, o mi conquista subito, altrimenti  sono guai, ed essendo una persona onesta e coerente, credo di doverlo  essere fino in fondo. Un buon libro fa  la differenza in qualsiasi genere sia ma….deve essere scritto bene, ti deve coinvolgere, emozionare e stupire. Questo libro è stata una meravigliosa sorpresa per me, infatti  mai prima d’ora una scrittrice era riuscita a distogliere la mia attenzione dai personaggi principali spostandola i verso  dei personaggi secondari come Lucilla e Tomaso, che sento o perlomeno spero,  avranno una loro storia.
Oltre alla vicenda sentimentale, Ornella ha creato uno scenario indimenticabile nel quale ambientare la sua storia, impreziosendolo con dettagli affascinanti. Mi è piaciuto molto conoscere  la leggenda  di Vega, figlia di un dio  e Altair,  figlio di un povero guardiano di vacche, innamorati l’uno dell’altro di un amore impossibile. Due stelle solitarie destinate a incontrarsi un volta all’anno, e in quell’occasione finalmente possono  amarsi senza riserve.
Non conoscevo la storia, e ringrazio la scrittrice per averla raccontata nel libro.
Le storie dell’Albanese non sono mai ripetitive come accade  spesso in molti libri scritti dalla stessa persona.,  adoro il suo modo di scrivere,  la capacità di creare delle situazioni che soddisfano le mie aspettative, e mentre leggo spero e mi dico: vorrei che succeda così, speriamo succeda cosa!!!!
Mentre leggevo ero completamente presa dalla storia e, tutto ciò che mi accadeva attorno si perdeva.
Chi  ha la capacità di fare questo, di farmi sognare, sospirare, ridere e piangere (e non è facile) e di regalarmi emozioni, ha tutta la mia stima e la mia attenzione!

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16/04/2009
da Andreina

RECENSIONE: L’AVVENTURIERO CHE AMAVA LE STELLE di Ornella Albanese

Prima edizione: 2008

Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi num 840

Ambientazione: Italia, Firenze 1872

Livello di sensualità: caldo (warm)

Voto: 8/10

Firenze, 1872.
Emanuele Mariani è un cinico avventuriero che si guadagna da vivere con il gioco d’azzardo, tra uomini poco raccomandabili e amanti focose. Ma quando batte a poker il duca Salvemini, vincendo metà del suo patrimonio, tutto cambia. Emanuele adesso è un uomo molto ricco e può entrare in società, confidando che quelle stelle scintillanti che tanto ama osservare gli riservino dolci sorprese. Magari farsi gioco di impreviste avversità e arrivare al cuore della bella Flavia...

Sono rimasta molto sorpresa leggendo questo libro per vari motivi, il più importante è stato che, per la prima volta leggendo un romance, il mio interesse  è andato verso un personaggio secondario rispetto alla protagonista. Procediamo con ordine conoscendo  i personaggi. Il protagonista maschile Emanuele, non è né nobile, nè ricco, ha perso i genitori quando era ancora un bambino, e viene cresciuto da uno zio che oltre a badare a lui, gli insegna tra le altre cose il gioco d’azzardo.  Alla morte di quest’ultimo, essendo Emanuele ancora un giovane, per sopravvivere fa quello che gli riesce meglio, cioè diventa  un giocatore di poker, visto che pure gli eroi mangiano.
Ma egli è dotato anche di una coscienza, che emerge durante una particolare partita di poker.
Dove c’è possibilità di  ripulire le tasche di qualcuno,  anche se questo è nobile, molto ricco, oltre che tanto sciocco da giocarsi una fortuna al tavolo verde, non si fa scrupoli, ma  durante una delle solite partite, incontra un anziano duca, vince un immenso patrimonio e sente nei confronti del nobile avversario un insolito rispetto.
Emanuele ritrovandosi di colpo ricco, sente di potersi  riscattare dalla vita che aveva condotto fino ad allora e decide che  si dedicherà a vivere secondo le regole della società. Un compito che si presenta fin da subito arduo, poiché non è certo il denaro a rendere un uomo degno di essere rispettato. Ma il cambiamento delle sue finanze, scatena un lento e inesorabile cambiamento della sua personalità. Emanuele conquista spessore, e profondità, rivelandosi tutt’altro che un avventuriero privo di scrupoli.
Flavia, è una ragazza semplice senza grilli per la testa, diversamente dalle coetanee che adorano balli e feste, lei ha due passioni nella vita,  la prima è guardare e studiare le stelle, la seconda l’amore che da sempre prova  per il cugino Tomaso.
Flavia, è anche la nipote del duca che ha perso al gioco metà patrimonio. Ospite con la famiglia a casa dello zio,  è presente quando Emanuele si stabilisce  per diritto di vincita nella casa del duca.
Avendolo già  incontrato in una circostanza piuttosto compromettente, Flavia crede che Emanuele sia un’opportunista e un avventuriero, e  riconoscendolo  come tale, crede che si sia approfittato dello zio, e  nonostante si senta attratta da lui, lo disprezza. Da sempre innamorata del cugino non prende nemmeno in considerazione che la sua vita potrebbe prendere un'altra direzione che non sia l’amore adolescenziale che da sempre prova verso Tomaso. Fin dall’inizio dunque,  rifugge le sensazioni che le fa provare Emanuele, anche perché quelle sensazioni sconosciute e inopportune vanno contro tutto quello che sembrava una certezza nella sua vita: il suo amore per  Tomaso,. Ma Flavia è anche una donna buona e altruista ed è pronta anche a mettersi da parte pur di permettere a Tomaso di vivere il suo amore verso Camelia.

Anche i personaggi secondari sono interessanti e s’incastrano alla perfezione nella vicenda,  a cominciare dal duca, che si è lasciato portare via metà patrimonio senza proferire verbo e nutre nei confronti dell’uomo che lo ha privato delle sue ricchezze un interesse quasi paterno, alla moglie la duchessa,  apparentemente fredda e altera.
Tomaso, l’erede del   del duca, è uno dei personaggi più complessi. Si presenta come un giovane  fragile, capriccioso ed egoista che dopo aver visto una splendida ragazza, decide in modo del tutto insensato, di sposarla. In seguito una serie di eventi farà maturare il futuro duca, che si trasformerà da  ragazzo egoista in un uomo orgoglioso, amareggiato, e purtroppo cinico.
Camelia, è la fanciulla di cui Tomaso crede di essere innamorato, ma lei è anche l'impudica amante di   Emanuele  che non è certo il suo primo uomo.  E’ un’avventuriera senza scrupoli che tutto  prova  per Tomaso, tranne che amore. Le sue mire sono  unicamente per l’immenso patrimonio del giovane. E’ una donna fredda e calcolatrice che  non si fa scrupoli ad ottenere quello che vuole.
Ma   la mia preferenza in assoluto tra tutti i personaggi del libro è stata per la piccola Lucilla, sorella di Flavia, diciottenne molto carina, frizzante e briosa, veramente simpatica. Lei si strugge per quello che poi si rivela un farfallone, senza rendersi conto che intorno a lei c’è forse il vero amore.
Lucilla all’inizio, è come tutte le ragazze  molto giovani, frivola e sciocca , ma Ornella la trasforma pagina per pagina, e in questo modo   il suo personaggio ha destato il mio interesse talmente tanto, da eclissare tutti gli altri, la mia attenzione infatti era tutta per lei. Curiosa di sapere cosa mai sarebbe successo alla simpaticissima Lucilla, sfogliavo le pagine in perenne stato d’ansia, chiedendomi: e adesso, che succede? Cosa farà ?
Ci sono delle scene talmente emozionanti e sentite, che mi pareva di essere dentro al libro.
Ho vissuto intensamente  il primo bacio di Flavia e Emanuele, la prima cotta di Lucilla, la sofferenza e il cambiamento di Tomaso,  e proprio  questo cambiamento mi ha fatto pensare che ci sarebbe potuto essere un seguito del romanzo dedicato a questo giovane. Non mi era mai capitato prima leggendo un libro di Ornella, che ci fosse la possibilità di un seguito, ma in questo caso  credo che Tomaso abbia molto da dire.

Appena finito il libro ho parlato subito con Ornella pregandola di scrivere un seguito,  perche sia Lucilla che Tomaso, secondo me hanno ancora molto da raccontare.
Ma è stato anche un inaspettato colpo di scena, ad incantarmi, nonostante abbia letto molti romance, infatti mai avrei creduto una svolta simile
Ho sempre detto che un libro, o mi conquista subito, altrimenti  sono guai, ed essendo una persona onesta e coerente, credo di doverlo  essere fino in fondo. Un buon libro fa  la differenza in qualsiasi genere sia ma….deve essere scritto bene, ti deve coinvolgere, emozionare e stupire. Questo libro è stata una meravigliosa sorpresa per me, infatti  mai prima d’ora una scrittrice era riuscita a distogliere la mia attenzione dai personaggi principali spostandola i verso  dei personaggi secondari come Lucilla e Tomaso, che sento o perlomeno spero,  avranno una loro storia.
Oltre alla vicenda sentimentale, Ornella ha creato uno scenario indimenticabile nel quale ambientare la sua storia, impreziosendolo con dettagli affascinanti. Mi è piaciuto molto conoscere  la leggenda  di Vega, figlia di un dio  e Altair,  figlio di un povero guardiano di vacche, innamorati l’uno dell’altro di un amore impossibile. Due stelle solitarie destinate a incontrarsi un volta all’anno, e in quell’occasione finalmente possono  amarsi senza riserve.
Non conoscevo la storia, e ringrazio la scrittrice per averla raccontata nel libro.
Le storie dell’Albanese non sono mai ripetitive come accade  spesso in molti libri scritti dalla stessa persona.,  adoro il suo modo di scrivere,  la capacità di creare delle situazioni che soddisfano le mie aspettative, e mentre leggo spero e mi dico: vorrei che succeda così, speriamo succeda cosa!!!!
Mentre leggevo ero completamente presa dalla storia e, tutto ciò che mi accadeva attorno si perdeva.
Chi  ha la capacità di fare questo, di farmi sognare, sospirare, ridere e piangere (e non è facile) e di regalarmi emozioni, ha tutta la mia stima e la mia attenzione!
 

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14/04/2009
da Paige79

FILM TRATTI DA ROMANZI


DRACULA (Bram Stoker’s Dracula),1992

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Regia di Francis Ford Coppola, con Gary Oldman (Dracula), Winona Ryder (Mina Murray), Keanu Reeves (Jonathan Harker), Sadie Frost (Lucy), Richard E.Grant (Jack Seward).


Dracula è un vampiro che nel XV secolo combattè per la gloria di Dio che rinnegò dopo la morte della moglie, la principessa romena Elisabetta (che si suicidò quando ricevette, dai turchi sconfitti, la falsa notizia della morte dell'amato marito).
Passano i secoli. Nell’Ottocento, l’avvocato Jonathan Harker si reca nel castello del conte (ovviamente non sapendo chi è in realtà) per concludere un affare per conto della sua ditta; qui il conte, osservando il ritratto di Mina, fidanzata di Harker,riconosce in lei la reincarnazione della moglie, e dopo aver imprigionato Jonathan parte alla volta di Londra, dove la giovane donna vive,deciso a rivelarsi a lei e a ricongiungersi…

Tratto dall’omonimo romanzo (1897) di Bram Stoker, capolavoro del genere horror, è una versione fedele ma la tempo stesso innovativa della storia. Il regista infatti concepisce Dracula come una sorta di eroe romantico che vive attraverso i secoli spargendo sangue ma con un unico, struggente desiderio: ritrovare la donna amata che si era suicidata, e questo viene descritto come l’origine del vampiro, non presente nel romanzo.dracula Questa lettura porta un poco a uno stravolgimento delle cose nel corso della storia, in particolare nell’avvincente finale, ma il film è davvero godibile: il regista è stato infatti in grado di sperimentare mescolando due generi cinematografici molto amati, l’horror e il romantico, in modo equilibrato e dando vita ad una storia avvincente sia che la si guardi dal punto di vista dell’horror, ma anche da effetti speciali “poveri”, cioè non tecnologici, ma di sicuro fascino, da una scenografia lugubre e misteriosa, quasi gotica. Insomma un grande film.
Ottimo Gary Oldman nella parte del protagonista, tanto che il pubblico alla fine passa dalla parte di Dracula nonostante la sua negatività; affascinante Winona Ryder (all’epoca una delle giovani attrici più quotate della sua generazione….che peccato averla persa così per strada!), superbo Anthony Hopkins nei panni di un Van Helsing che pur combattendo Dracula ne subisce il fascino: Nel cast presente anche una giovane Monica Bellucci nel breve ruolo di una vampira.
Nel 1993 il film vinse tre meritati Oscar:miglior make up, effetti sonori e costumi.

I PROMESSI SPOSI (1941)

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Regia di Mario Camerini, con Gino Cervi (Renzo Tramaglino), Dina Sassoli (Lucia Mondella), Gilda Marchiò (Agnese), Carlo Ninchi (L’Innominato), Eva Maltagliati (la monaca di Monza), Enrico Glori (Don Rodrigo), Luis Hurtado (Frà Cristoforo).


Nella Lecco del 1860 i due giovani popolani Renzo e Lucia non possono sposarsi perché Don Rodrigo, signorotto locale invaghito della ragazza, ha minacciato il parroco Don Abbondio se celebrerà le nozze. I nostri due non si arrendono, ma le peripezie che dovranno affrontare saranno davvero dure: una fuga precipitosa, un rapimento, i tumulti, la peste…

Tratto dal romanzo omonimo di Alessandro Manzoni, capolavoro della letteratura italiana, un tipico film italiano dell’epoca diretto da uno dei grandi maestri del cinema italiano. Un film senza grandi picchi, ma con stile e fedeltà alla storia manzoniana, realizzato ad alti costi (compresa la ricostruzione del Duomo di Milano com'era nella prima metà del Seicento). Forse un po’ patinato, ma non deludente, soprattutto per via delle ottime interpretazioni dei vari attori, tutti scelti tra i più bravi dell’epoca, tra cui spicca in particolare un giovane Gino Cervi nei panni di Renzo.
Di più non so che dire, se non che è un film difficilissimo da trovare,purtroppo.

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DON JUAN DE MARCO, MAESTRO D’AMORE ( Don Juan de Marco),1995

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Regia di  Jeremy Leven, con Johnny Depp (Don Juan de Marco), Marlon Brando (Jack Mickler), Faye Dunaway (Marilyn Mickler).


L’ultimo caso di cui lo psichiatra Jack Mickler si deve occupare prima della pensione pare anche il più interessante:un giovane convinto di essere il leggendario Don Juan gli racconta la sua storia e i motivi che lo hanno spinto a tentare il suicidio dopo l’abbandono da parte della donna amata. L’incarico di Jack è quello di decidere, tempo una settimana, se il giovane sia sano o al contrario se debba essere rinchiuso in manicomio; col procedere della terapia però Jack si rende conto di subire sempre di più il fascino del suo paziente,non sapendo più distinguere tra realtà e finzione…

Attenzione: questa recensione non sarà imparziale! Ho infatti un vero debole per questo film, ispirato al DON JUAN di Lord Byron (1824), pur non essendo una vera e propria storia d’amore in senso classico, è uno dei più bei film che parlano d’amore in senso completo, attraverso la storia, in perenne bilico tra verità e finzione, di un giovane uomo che si veste e vive credendosi(o forse lo è?) il più grande seduttore di tutti i tempi. A interpretarlo un grande (e affascinante, inutile dirlo!) Johnny Depp, supportato da un’altrettanto in forma Marlon 300px-Don_Juan_de_Marco_screenshotBrando nei panni dello psichiatra dapprima scettico che man mano si lascia conquistare dalla storia del suo paziente e dalla sua personalità, dando così una svolta alla sua vita e al suo rapporto con la moglie Marylin (un’ottima Faye Dunaway in un brillante ruolo minore). Le scene che li vedono entrambi protagonisti sono un esempio di ottimo duetto tra due grandi attori di due generazioni diverse. E’ un film che propone in modo esemplare una miscela perfetta di sentimento, divertimento e avventura, supportato anche da un'ottima colonna sonora, capeggiata dalla bellissima canzone di Brian Adams "Have you ever really loved a woman?".

COME UN URAGANO (Nights in Rodhante),2008

locandina

Regia di George C.Wolfe, con Diane Lane (Adrienne Willis), Richard Gere (Paul Flanner), James Franco (Mark Flanner), Cristopher Meloni (Jack Willis), Mae Whitman (Amanda Willis).

Adrienne Willis, separate dal marito e con due figli adolescenti, approfitta di un week end che I figli trascorreranno col padre per dare una mano all’amica Jean, che gestisce un bed and breakfast sulla spiaggia ma che deve assentarsi. L’unico ospite al momento è Paul Flanner, un uomo misterioso e tormentato con cui Adrienne stringe amicizia; mentre le previsioni meteo avvisano dell’approssimarsi di un uragano, il loro legame si fa sempre più forte…

Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks, dopo la visione del film la domanda è d’obbligo:r iuscirà mai questo peraltro molto bravo e valido autore  a raccontarci una storia col lieto fine?! Perchè  purtroppo si sta affermando l’equazione “Nicholas Sparks= amore tragico”ed è un peccato secondo me. Le sue storie sono molto belle, intense, con personaggi e vicende non stucchevoli, zuccherosi o stereotipati; storie di persone comuni che però allo stesso tempo sono uniche e speciali, e che trovano nell’amore reciproco la forza per cominciare una nuova vita o risolvere i loro problemi.
In questo film i due protagonisti sono due persone non giovani, a metà della loro vita, una vita che ha riservato loro delusioni e sbagli: sono due persone non solo amareggiate, ma anche sole e angosciate per il loro futuro.gere_lane_nightsinrodanthe
Gli attori Richard Gere e Diane Lane sono molto bravi a tratteggiare i loro personaggi mettendo da parte, per una volta, la loro fisicità (che, inutile negarlo, ha per buona parte contribuito il loro successo anche se nel caso di lui per me è incomprensibile su come sia successo: è veramente brutto brutto, poveretto!) per approfondire i loro personaggi a livello psicologico ed emozionale. Sono davvero una coppia molto efficace insieme(avevano già lavorato insieme in L’AMORE INFEDELE).
Bellissime le scenografie sia esterne che interne (voglio anche io la casa sulla spiaggia come quella del film, soprattutto la camera blu!), ed efficaci anche i comprimari, in particolare la figlia di Adrienne.

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO ( Pride and prejudice),2006

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Regia di Joe Wright, con Keira Knightley (Elizabeth Bennett),  Matthew McFayden  (Mr.Darcy), Donald Sutherland (Mr.Bennett), Brenda Bletyn (Mrs Bennett), Judy Dench (Lady  Catherine), Jane Malone (Lydia Bennett), Rosamunde Pike (Jane Bennett).

 
Nell’Inghilterra di fine ‘700 la vita della famiglia Bennett (genitori e cinque figlie) viene sconvolta dall’arrivo nella vicina proprietà di un simpatico gentiluomo, Mr Bingley, e del suo arrogante e borioso amico, Mr Darcy. Il prima s’innamora ricambiato della dolce Jane, la maggiore delle Bennett, ma l’altezzoso Darcy e le sorelle di Bingley complottano per separarli, in quanto non apprezzano la famiglia di lei(troppo plebea per i loro gusti). Nonostante tutto Darcy non ha fatto i conti con la forza dei sentimenti in quanto s’innamora della bella, intelligente e spigliata Elizabeth, sorella di Jane; quando arriva a confessarglielo, lei lo respinge facendogli notare quanto lo ha sempre disprezzato per la sua altezzosità  e per i suoi modi boriosi. Ma in seguito sia Darcy che Elizabeth avranno modo di conoscersi meglio e rivedere le proprie opinioni e i propri sentimenti.


L’ultima versione cinematografico dell’omonimo romanzo di Jane Austen è quella che mi è piaciuta di meno, rispetto a quella del 1940, con protagonisti Greer Garson e Laurence Olivier, e quella del 1995 con Colin Firth e Jennifer Ehle. Certo i due confronti possono essere schiaccianti, ma anche senza farne questo film è davvero deludente!orgoglio 2006
Tanto per cominciare attori inadeguati ai ruoli: Keira Knightley troppo vivace, e poi quelle odiose smorfiette a ogni scena sono davvero necessarie?! Matthew MacFayden  interpreta un Darcy troppo scontroso e volutamente tenebroso (cosa che nel romanzo non è!), spesso anche trasandato; e non so cosa abbia mai fatto il povero Bingley per essere dipinto come un mezzo deficiente! Rosamunde Pike è una Jane Bennett troppo sdolcinata e mielosa; i nsomma non si salva nessuno, a parte una grande Judy Dench nei panni dell’arcigna Lady Catherine: non appare molto, ma quando c’è fa sparire tutti gli altri con la sola presenza.
E perché dipingere i Bennett come gente volgare e rozza, che fa scorazzare i maiali in cortile o che va in giro mezza discinta (la scalmanata Mrs Bennett di Brenda Bletyn)? No, decisamente non ho trovato nulla in questa versione del romanzo che amo. Uniche tre cose che ho apprezzato: la splendida fotografia che valorizza i bellissimi paesaggi della campagna inglese, la colonna sonora (opera dell'italiano Dario Martinelli) che richiama le vere atmosfere del romanzo, e i costumi, fedeli rispetto alla versione del 1940 con Laurence Olivier e Greer Garson.

Nonostante tutto, il film è paiciuto molto al pubblico e anche ai membri dell'Academy, visto che nel 2006 è stato candidato a quattro nomination (migliore attrice, colonna sonora, costumi e scenografia), e ha vinto vari premi nei vari festival mondiali.

 

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13/04/2009
da Maet

RECENSIONE: DEMON'S NIGHT (The Darkest Night) di Gena Showalter

 

 

 

Prima edizione: 2008 by HQN Books

 

Edito in Italia da: Harlequin Mondadori, Bluenocturne no.2, aprile 2009

 

Ambientazione: contemporanea

 

Grado di sensualità: hot (bollente)

 

Voto/rating: 7-/10

 

Collegamenti ad altri romanzi: questo romanzo è il secondo della serie "Lords of the Underworld" incentrata su degli antichi guerrieri immortali, posseduti da demoni, finora così composta:

1. The Darkest Fire (questo è un prequel della serie, disponibile in e-book) protagonista Geryon

2. Demon’s Night (The Darkest Night) protagonista Maddox

3. The Darkest Kiss (inedito in Italia) protagonista Lucien

4. The Darkest Pleasure (inedito in Italia)  protagonista Reyes

5. The Darkest Whisper (inedito in Italia)  protagonista Sabin

 

Se volete leggere leggere l'estratto in anteprima che la Harlequin ci ha inviato ecco il link:

http://www.romance-novels.org/public/AnteprimaDemonsNight.pdf  

 

 

Alle porte di Budapest, su una collina che domina la città, c'è una fortezza cupa e misteriosa. Una fortezza in cui nessuno è mai entrato. Una fortezza impossibile da raggiungere. Quei pochi che ci hanno provato sono spariti, senza lasciare traccia. Ma la fortezza è abitata, da creature misteriose  e potenti, qualcuno ritiene siano angeli, altri demoni assetati di sangue, tutti comunque li temono. Tutti tranne Ashlyn Darrow, che invece cerca il loro aiuto ed in una notte fredda e nevosa comincia a risalire la collina per incontrare questi esseri superiori, nella tenue speranza che possano aiutarla a superare il suo tormento. La giovane difatti ha da sempre la capacità di sentire le voci di chiunque sia passato in un dato luogo, quindi la sua vita è, è sempre stata e sempre sarà un inferno. Voci su voci che si accavallano e si sovrappongono nella sua testa senza lasciarle requie, che le impediscono di avere una vita normale, che la allontanano dagli altri. Solo l'Istituto Mondiale di Parapsicologia l'ha accolta e le ha dato una parvenza di normalità, quando anche i suoi genitori l'hanno abbandonata, incapaci di convivere con una bambina dai poteri straordinari. Un'accoglienza però che non ha significato accettazione od affetto e nemmeno ristoro dalla sua tortura, bensì semplicemente un lieve controllo dei suoi poteri, quel tanto da non impazzire e la possibilità di aiutare l'Istituto nelle sue ricerche, in cambio di vitto ed alloggio. Troppo poco. Così quando  triste e disperata, durante la sua ascesa si imbatte in un uomo coperto di sangue che la interroga, invece di spaventarsi prova solo un sollievo talmente forte da essere vicinissimo al piacere: per la prima ed unica volta nelle sua vita è circondata dal silenzio. Quell'uomo terribile e furioso, dallo sguardo di fuoco, fa tacere le voci intorno a lei, oscurando ogni cosa con la sua presenza. Lui è Maddox, antico guerriero greco, che per aver disobbedito agli dei è condannato ad ospitare dentro di sé il demone della violenza, nonché a morire ogni notte per mano dei suoi amici ed a bruciare agli Inferi, per risorgere ogni mattino e riniziare daccapo. Una tortura che l'ha svuotato di qualsiasi umanità e che ogni giorno gli fa maledire sé stesso, per non riuscire a combattere il demone che lo obbliga a distruggere e ferire, e gli dei per quella punizione eterna. Eppure quell'umana che gli sta di fronte gli procura una sensazione di pace, per quanto transitoria. Potrebbe rappresentare una speranza?  L'inizio di una nuova vita? Questo è quello che entrambi si chiedono, timorosi ma incapaci di separarsi, attratti irresistibilmente l'uno dall'altra e desiderosi di conoscere finalmente la salvezza.

 

Gena Showalter è passata con successo dal genere contemporaneo leggero al paranormale, mantenendo il medesimo stile estremamente moderno, a volte forse troppo, come in questo caso dove degli immortali greci parlano come degli adolescenti statunitensi, ma che risulta nel complesso estremamente scorrevole e piacevole, inoltre nella traduzione italiana si perde un po’ questo aspetto il che è un bene. L’autrice si ispira  liberamente ed ampiamente alla mitologia greca, restando però in estrema superficie, utilizzando quindi quel tanto che le basta per costruire un background interessante per la sua storia, ma senza dover approfondire troppo. Idem dicasi per le psicologie e le problematiche dei protagonisti: discreto ritratto che rimane nei cliché del genere, risultando comunque sufficientemente credibile. In altri casi questi ingredienti produrrebbero un piatto non particolarmente saporito, ma qui invece la ricetta della Showalter si rivela vincente, la trama suscita e mantiene l’attenzione e la tensione per tutto il romanzo, si partecipa delle avventure dei protagonisti, si desidera saperne di più una volta giunti alla fine. La scrittrice dosa abilmente la parte più d’azione con quella romantica o sexy e benché non possa certo definirsi un libro memorabile, è buon intrattenimento che non fa rimpiangere i soldi spesi (quello che gli americani chiamano page-turner, ovvero un storia che ti fa venir voglia di sfogliare le pagine senza fermarti per vedere come finirà). Anzi, spinge a voler comprare anche gli altri volumi della serie, cosa che io certamente farò. Quindi una scommessa vinta, per quanto riguarda  Demon's Night, l’esordio di questa nuova collana della Harlequin, che ringraziamo per avercene gentilmente concesso in anteprima la lettura assieme agli estratti e che sarà in edicola dal 21 aprile. Ci farebbe inoltre piacere conoscere anche la vostra opinione al riguardo, avete un mese di tempo per commentare e farci sapere cosa ne pensate di questo romanzo ed anche di quello di Maggie Shayne, per cui coraggio, dite la vostra!

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11/04/2009
da Andreina

     Da Tutte Noi... 

              ...Auguri di Buona Pasqua

 

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10/04/2009
da naan

ROMANCE PARK

Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!


L'estratto di questa settimana si intitola "L'INGANNO DELLA PASSIONE", e il nick della sua autrice è CLARICE S. BRENNAN. ATTENZIONE, si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.
Si tratta un brano tratto da un romance storico, e la scena che tra poco leggerete fa parte dei capitoli centrali del romanzo.

Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710 ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.

Ah, un'ultima cosa: per ringraziare Clarice S. Brennan e rendere la discussione ancora più interessante, a sua insaputa ci siamo permesse di invitare una persona molto, molto speciale ad esprimere il proprio parere su quest'estratto...
Siete tutte curiose di sapere chi è, eh? Aspettate e vedrete :-)

 

L’INGANNO DELLA PASSIONE
di Clarice S. Brennan
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.



Estratto tratto dal Capitolo 9 – Londra 1815

Quando uscirono nella piazza O’Briain li attendeva con lo sportello aperto.
Rachel contemplò Neville per qualche istante. Sebbene il suo futuro con lui fosse ancora incerto una fitta le attraversò il cuore al pensiero di ciò che aveva intuito poco prima.
Il rumore metallico del predellino echeggiò nella piazza silenziosa.
O’Briain, le allungò la mano per aiutarla a salire e fu allora che si rese conto delle lacrime che le scendevano lungo le guance. Con un gesto di stizza se le asciugò velocemente. Salì sulla vettura e si mise a sedere nel punto più buio, lontana dalla luce della lanterna appesa all’esterno.
Che cosa le stava succedendo? Possibile che tutte le sue difese fossero crollate così? Una parte di lei non voleva crederci ma la sua parte razionale le confermava quella dura realtà, era gelosa. Ciò che stava provando era soltanto “gelosia”, una gelosia talmente forte da sopraffarla, da farle perdere la ragione.
Eppure mai, nemmeno per un momento, aveva pensato a Neville come a qualcosa di suo. Per mesi si era illusa di non provare nessun sentimento, dopotutto il loro era un matrimonio di pura facciata. Una volta risolto il mistero della morte di sua madre avrebbero preso strade diverse e lei non lo avrebbe rivisto mai più.
Rachel sentì il fiato venirgli meno e le lacrime pungergli nuovamente gli occhi. Sì sistemò sul sedile stringendosi nello scialle e inspirando la fresca aria notturna. Doveva calmarsi, il suo atteggiamento era sciocco e insensato. Dopotutto non aveva nessuna conferma di ciò che sospettava e se anche fosse la colpa di tutto ciò era unicamente sua. Aveva respinto ogni suo tentativo d’approccio ed aveva sottolineato più volte che non gradiva le sue attenzioni. Quindi era più che naturale che lui spostasse i suoi interessi altrove.
Quelle parole le morirono nella mente. Per quanto si sforzasse di essere ragionevole l’idea che la baronessa fosse l’amante di Neville la riempiva di dolore. Cosa doveva fare ora? Come doveva comportarsi?
Quelle domande non ebbero il tempo di ricevere risposta. Neville salì in carrozza sbattendo lo sportello e ignorando l’aiuto di O’Briain. Si sistemò di fronte a lei e senza tante cerimonie si allungò in avanti appoggiando le braccia sulle ginocchia.
<Che cosa ne direste ora di darmi una spiegazione?>
Rachel deglutì a fatica, cosa doveva rispondergli? Non poteva di certo manifestargli i suoi sentimenti. Se lo avesse fatto non avrebbe avuto più nessuna arma per resistergli.
Resistergli… forse non era più quello che voleva ma per ora doveva solo limitarsi a prendere tempo, una volta arrivati alla tenuta si sarebbe chiusa nella sua stanza. L’indomani Neville sarebbe partito e visto che non sarebbe tornato prima di una settimana avrebbe avuto tutto il tempo di riflettere. Rachel si raddrizzò con la schiena.
<Non vi devo alcuna spiegazione.> mentì cercando di ignorare il contatto con le sue ginocchia.
<Ne siete sicura?>
Rachel si voltò a guardarlo. La luce della lanterna gli illuminava il viso e la mascella serrata le fece capire che era realmente arrabbiato.
<Sono un uomo paziente Rachel ma non ho intenzione di farvi la stessa domanda tutta la sera, pertanto vi consiglio di spiegarmi il vostro comportamento.>
Al suono gelido di quelle parole Rachel rabbrividì rendendosi conto che non ci sarebbe stato modo di sviare quella conversazione se non grazie al fatto che ormai si trovavano già nei giardini della tenuta.
Le strade vuote avevano abbreviato il loro rientro e Neville non ebbe il tempo di dire altro visto che uno stuolo di servitori era già sulle scale d’ingresso.
Due giovani valletti vennero loro incontro e, mentre uno l’aiutò a scendere l’altro s’informò dal duca sul da farsi.
Approfittando della distrazione di Neville Rachel s’incamminò velocemente verso la porta. Incurante degli sguardi attoniti dei servitori attraversò l’ingresso di corsa e una volta raggiunta la scala si sollevò la veste per salirle più rapidamente.
Neville era ancora di sotto quando lei giunse davanti alla porta. Con un sospiro di sollievo entrò. Il cuore sembrava volergli scoppiare nel petto.
Era cosciente che quel gesto provocatorio lo avrebbe fatto infuriare ancora di più ma ormai era fatta. Le lacrime fino ad ora trattenute minacciavano di soffocarla e l’ultima cosa che voleva era che lui la vedesse in quello stato.
Velocemente si girò su sé stessa ma mentre si accingeva a girare la chiave la porta si bloccò di colpo. Il duca piazzò una mano contro l’uscio spingendolo violentemente e la foga obbligò Rachel ad appoggiarsi alla parete per non finire a terra.
Rachel rimase immobile mentre lui, dopo aver richiuso la porta e infilato la chiave nella tasca del farsetto, si voltò verso di lei.
<Cosa credevate di fare?> gli domandò raggiungendola.
Rachel provò un tuffo al cuore nell’averlo così vicino. Sentiva il suo profumo, il suo respiro e le parve di annegare in quegli intensi occhi verdi. Troppe domande attraversavano la sua mente e troppe emozioni agitavano il suo corpo. Non riusciva nemmeno a trovare le parole per rispondergli.
<Non vi ho mai fatto mancare niente Rachel, senza contare che mi sono comportato come un perfetto gentiluomo nei vostri confronti. Ho assecondato ogni vostro desiderio pertanto credo di meritare più rispetto da voi.> dichiarò Neville in tono spazientito.
A quelle parole Rachel reagì senza accorgersene. La sua gelosia esplose con impeto. <Come osate parlarmi di rispetto? Come potete pretendere che vi porti rispetto quando voi siete il primo a non farlo. Voi che passate le serate nel letto di quella donna credendo che nessuno se ne accorga. Vi prego di non continuare questa ridicola finzione, non sono una stupida. L’atteggiamento della baronessa mi ha fatto comprendere molte cose milord.>
Un’ espressione attonita si dipinse sul volto di Neville.
<Ma cosa diavolo state dicendo?>
Rachel lo guardò stupita. Sentiva le guance accaldate e per un momento l’espressione di Neville la confuse. La guardava come se fosse una pazza e forse lo era davvero ma non riusciva a trattenersi.
<E’ più che evidente che l’avete consolata per l’affronto subito la settimana scorsa e che…> Rachel si bloccò rendendosi conto che stava davvero esagerando. Deglutì abbassando lo sguardo ma quando lo riportò su Neville le sembrò che la tensione sul suo viso fosse completamente svanita. Le sembrò persino di vedere un lampo di divertimento nei suoi occhi così, in modo risoluto, si limitò a concludere con tono superiore e indifferente. <Mi auguro che almeno lo abbiate fatto con discrezione!>
Rachel continuava a guardarlo, incapace di togliere lo poi d’improvviso lui la prese tra le braccia.
<Lasciatemi!> protestò lei cercando inutilmente di divincolarsi.
Ma Neville la strinse ancora di più. <Siete proprio una sciocca. Dovevate avvisarmi che siete gelosa.>
<Gelosa? Io non sono affatto gelosa. Sono… sono solo preoccupata dell’opinione altrui, in fondo siete stato voi a...>
Le parole le morirono in gola, ormai era inutile continuare a fingere. Si era tradita, svelando quella verità così difficile da nascondere. Come se non bastasse, il contatto con quel possente corpo, la stordiva impedendole di ragionare. Avrebbe soltanto voluto abbandonarsi tra quelle braccia e sentirsi dire che aveva frainteso tutto.
Gli appoggiò le mani contro il petto scostandosi da lui ma Neville glielo impedì. Le sue labbra le sfioravano la fronte e Rachel sentì il cuore mancarle di un battito.
<La baronessa l’ho vista solo una sera, nella sua casa, ma semplicemente perchè dovevo incontrarmi con il padre. Le altre sere mi sono intrattenuto al circolo perché il pensiero di avervi in casa e non potervi toccare mi stava facendo impazzire. Non dovete aver paura di me perché voi siete l’unica donna che desidero.> Neville le prese il viso, glielo sollevò costringendola a guardarlo negli occhi.
<Tutto ciò che vi chiedo è di non respingermi più… lasciatevi amare Rachel…>

 

RATING FINALE  :  7,47 / 10

Cliccate qui per vedere il risultato del sondaggio

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10/04/2009
da Maet

RECENSIONE: IO E MARLEY (Marley and Me) 2008

 

Regia di David Frankel con Owen Wilson (John Grogan), Jennifer Aniston (Jennifer Grogan), Alan Arkin (Arnie Klein), Kathleen Turner (Ms. Kornblut)

 

 

John e Jennifer Grogan sono una giovane coppia di sposi  piena di entusiasmo ma ancor più di incertezze: sul loro futuro in generale e su quello professionale in particolare, su dove stabilirsi e su quale direzione far prendere al loro rapporto. Se Jennifer ha le idee piuttosto chiare, ovvero vuole una famiglia, John non si sente ancora del tutto adulto né pronto a diventar padre, così accetta immediatamente il suggerimento di un collega, ovvero prendere un cane che tenga occupata Jennifer e le permetta allo stesso tempo di sfogare il suo istinto materno, concedendogli intanto la possibilità di procrastinare una decisione e di abituarsi eventualmente all’idea di una prossima paternità. La scelta cade su uno splendido cucciolo di Labrador Retriver, ribattezzato Marley, che si rivelerà un incrocio tra un terremoto ed un ciclone e che sconvolgerà la loro vita, dapprima nel tentativo di tenerlo a bada ed in seguito come membro fondamentale e cemento della nascente famiglia Grogan. Gli anni passeranno, molti cambiamenti ci saranno ma Marley sarà sempre lì, guardiano, custode, compagno, testimone, amico.

 

Tre anni fa il libro autobiografico del giornalista John Grogan ottenne un inaspettato e planetario successo, naturale quindi che Hollywood decidesse di farne un film che bissasse quel successo. L’impresa, almeno dal punto di vista economico, sembra riuscita: il film ha incassato moltissimo in America e nei paesi dove è uscito finora, anche se non tutti sembra abbiano capito il meccanismo per cui ciò sia successo. In effetti la pellicola non è certamente un capolavoro e la regia di David Frankel è quella che si definisce una direzione “corretta” ma senza particolari guizzi, al limite del piatto, specialmente quando dopo una prima parte più ritmata e divertente (in cui Marley ne combina mille ed una), la storia rallenta per seguire la vita quotidiana della famiglia Grogan divenendo la cronaca un poco banale di fatti usuali e comuni ai più. Però è proprio in questa mancanza di eccezionalità che sta paradossalmente la forza del film, non le vicende funamboliche od avventurose di personaggi fittizi, ma l’esistenza genuina e scontata di un normale nucleo familiare alle prese con problemi scontati e normali, ma in cui tutti possono riconoscersi, narrati con delicatezza, senza mai alzare i toni o ricorrere ad effettacci di dubbio gusto. Perché ciò che è davvero straordinario, nel suo essere ordinario, è la forza del sentimento che unisce la coppia da sola prima ed in seguito la coppia che cresce e matura aprendosi alla genitorialità, grazie anche a Marley e che impara la forza dell’amore nelle sue varie declinazioni, inclusa quella importantissima tra uomo ed animale, tra padrone e cane.

Certo la sceneggiatura spesso sembra non sapere esattamente che direzione prendere, se quella del film comico, della commedia di costume, del film per famiglie, del dramma contemporaneo e cerca di mischiare un poco di tutto ma senza eccessiva perizia, salvato dalla evidente chimica tra la Aniston e Wilson che rendono concreta e credibile la trama, nonché da un regista che si mette al loro servizio. Jennifer Aniston è gradevole e solida come co-protagonista, ma Owen Wilson è decisamente bravo, in un ruolo dove non può ricorrere ai suoi soliti e facili eccessi comici bensì è costretto, fortunatamente per noi, ad usare una gamma interpretativa decisamente più modulata da commedia che vira al drammatico nel finale. Comprimari di lusso e bravissimi Alan Arkin nel ruolo del capo di Grogan e Kathleen Turner in quello dell’istruttrice cinofila Ms. Kornblut, un delizioso cameo,  ed ultimo, anzi ultimi, i cani che impersonano Marley nelle varie età, deliziosi, divertenti, bravissimi, tutt’altro che attori-cani, anzi spesso sono decisamente i migliori in scena!

Un film carino, che intrattiene nonostante qualche lentezza e che si riscatta totalmente in un finale tragico ma molto intenso, che sfida diversi tabù e ci regala alcune scene di puro dolore, che niente hanno a che fare con certe pellicole completamente artefatte per la famiglia.

Chi ha un cane (un Labrador in particolare) o l’ha avuto riderà e piangerà alternativamente, ricordando e rivivendo esperienze note, ma anche chi non ha mai provato quell’amore puro, assoluto, pulito e totale che nasce tra un cane e l’uomo e che non è facile da esprimere o da far comprendere a chi questa conoscenza non l’ha, rimarrà toccato e forse valuterà con occhi diversi le notizie in genere drammatiche, in cui si parla di cani, quasi sempre in chiave negativa. Perché questi numerosissimi compagni ci sono silenziosamente accanto ogni giorno ed in tanti momenti e campi importanti, chiedendo poco e dando moltissimo: sono con gli anziani soli, coi bambini autistici, coi malati terminali, coi ciechi, i sordomuti, coi malati  di alcuni tipi di disturbi mentali, coi paraplegici, con la guardia costiera, coi pompieri, con la polizia, con la protezione civile o semplicemente arricchendo inestimabilmente la vita di chi ha la fortuna di accoglierli.

 Lavorano per noi, con noi, pronti a dar la vita per un sorriso ed una carezza. John Grogan ha reso un giusto e doveroso omaggio ad una creatura splendida col suo libro, ed anche il film nel suo piccolo, riesce in parte a riprodurre il nocciolo di questo evento speciale, credo che anche noi dovremmo dire una sola parola: grazie.

 

 

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08/04/2009
da MarchRose

LOVE SONGS – CANZONI D’AMORE


What’s better than music to talk about love? Only romance novels, perhaps ;-)
Tender and romantic, or funny and witty, sad, passionate, aggressive or sensual.. there are thousands of shades in songs, for thousands of different feelings; videoclips help expressing them so well that often you cannot think of one without the other.
And here we are with the monthly videoclip of one of our favourite love songs. Enjoy !


Cosa c’è di meglio della musica per parlar d’amore? Be’, forse solo un romanzo rosa ;-)
Canzoni tenere e romantiche, oppure buffe e divertenti, tristi o appassionate, aggressive o sensuali… ci sono mille sfumature musicali, per mille sentimenti diversi; ed i video aiutano ad esprimerle, completandole così bene che spesso canzone e video sono tanto collegati tra loro da non riuscire più a pensare all’una senza l’altro.
Ed ecco, anche questo mese, il videoclip di una delle nostre canzoni d’amore preferite. Buon ascolto!

Il videoclip di questo mese è / this month’s videoclip is:

 

Nothing compares 2 U - Sinead O’Connor
from the album "I Do Not Want What I Haven't Got" (1990)
video directed by John Maybury




"Nothing Compares 2 U" is a song written around 1984 by Prince, whose heartfelt version by controversial Irish singer Sinéad O'Connor became a number-one hit in many countries in 1990.
The video for "Nothing Compares 2 U" is considered to be one of the best videos of the 1990s, and won Best Video at the 1990 MTV Video Music Awards - the first video by a female artist to win in this category. It consists almost solely of a closeup on O'Connor's face as she passionately sings the song's lyrics, with genuine tears rolls down each side of her face. Pure emotion, not only for Sinéad but also for all of us – in such an intense love song, what more can you ask for?


"Nothing Compares 2 U" è una canzone scritta all’incirca nel 1984 da Prince, la cui accorata interpretazione da parte della discussa cantante irlandese Sinéad O'Connor nel 1990 divenne un successo in molte nazioni del mondo, arrivando al numero uno delle classifiche.
Il video di "Nothing Compares 2 U" viene considerato uno dei migliori di tutti gli anni Novanta, e vinse il premio come Miglior Video agli MTV Video Music Awards del 1990 - è stato il primo video interpretato da una cantante donna a vincere in questa categoria. Consiste quasi unicamente in un primissimo piano del volto di Sinéad mentre canta appassionatamente, e vere lacrime le scorrono sulle guance. Emozioni allo stato puro, non solo per Sinéad ma anche per tutti noi – in una canzone d’amore così intensa, cosa si può volere di più?




Nothing compares 2 U

It's been seven hours and fifteen days,
since you took your love away I go
out every night and sleep all day
since you took your love away
since you've been gone I can do whatever I want
I can see whom ever i choose
I can eat my dinner in a fancy restaurant, but
nothing, i said nothing can take away these blues, cos'

Nothing compares, nothing compares to you

It's been so lonely without you here
like a bird without a song ahhh
nothing can stop these lonely tears from falling,
'tell me baby, where did I go wrong

I could put my arms around every boy i see
they'd only remind me of you ahhh
I went to the doctors and guess what he
told me, guess what he told me, he said
girl you'd better try to have fun, no matter
what you do, but he's a fool cos'

Nothing compares, nothing compares to you

All the flowers that you planted mama in the back yard
all died when you went away ahhh
I know that living with you baby, was sometimes hard
but I'm willing to give it another try cos'

Nothing compares, nothing compares to you
nothing compares, nothing compares to you
nothing compares, nothing compares to you


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08/04/2009
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA IL GIOCO DELLE VERITA’, DI Sveva Casati Modignani, EDIZIONI SPERLING & KUPFER.

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Roberta è una giovane libraia in piena crisi esistenziale e coniugale. Il caso la induce a ripercorrere il passato e scopre che le origini del malessere si annidano negli anni dell'infanzia, trascorsa negli affetti avvolgenti della famiglia paterna, dove Malvina, sua madre, brillava per l'assenza. Malvina, che era stata una femminista convinta, aveva scelto di vivere a modo suo, di "volere anche le rose", e di affidare la figlia al suo compagno, che l’ha cresciuta con amore. Da qui prendono il via drammi, incomprensioni, conflitti sottaciuti, scabrosi segreti. Facendo chiarezza nel passato Roberta riuscirà a superare la crisi e a far pace con se stessa.

 

Nota di Paige79: Legami profondi e passioni sincere: il viaggio di Sveva nel cuore delle donne, sullo sfondo degli ultimi cinquant'anni. Il Sessantotto e le battaglie femministe nelle vicende di una donna anticonformista. Un intreccio ricco e avvincente, animato da una folla di personaggi narrati con amore.

 

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08/04/2009
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA TRE E’ IL NUMERO PERFETTO (Yours, Faithfully), DI Sheila O’Flanagan, EDIZIONI SPERLING & KUPFER.

copj1

Iona Brannock vuole tutto e subito. È sempre stata così. Non ha forse sposato un uomo meraviglioso dopo appena due mesi di amore spensierato e sesso appassionato? Quattro anni più tardi, ha un lavoro favoloso, una casa da sogno e, soprattutto, una relazione straordinariamente felice. Quando finalmente riuscirà a rimanere incinta, avrà coronato ogni suo desiderio... Sally Harper ama il marito da vent'anni. Hanno messo su casa, cresciuto una figlia e sono ancora innamorati l'uno dell'altra. Appagata da una splendida famiglia, Sally non potrebbe desiderare altro, tanto meno un bambino... Due donne diverse, due mariti perfetti. Ma le vite di Iona e Sally, che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato, stanno per entrare disastrosamente in collisione. Ed entrambe scopriranno di avere in comune qualcosa che non avrebbero mai immaginato.

NOTA DI PAIGE79:  TRE E' IL NUMERO PERFETTO  è un romanzo divertente e a tratti assurdo, che sottolinea l'importanza dell'amicizia tra donne e di come questa prevalga anche quando di mezzo c'è l'amore.

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