21/04/2009
da Andreina
ESCE IN LIBRERIA DEVI BACIARE UN SACCO DI ROSPI (You Have to Kiss a Lot of Frogs) di Laurie Graff -EDIZIONI NEWTON COMPTON
Karrie Kline è un’attrice alla ricerca della grande occasione, ma soprattutto del principe azzurro… Per trovarlo è disposta a baciare tutti i rospi del mondo, ma i suoi tentativi sembrano puntualmente destinati al fallimento. Dall’attore famoso che a letto inizia ad abbaiare anziché sussurrarle paroline dolci, al tassista che si crede irresistibile e da cui lei fugge a gambe levate, gli uomini sembrano davvero incapaci di conquistare il suo cuore. E con il lavoro non va molto meglio: interminabili e deludenti provini scandiscono le sue giornate, il grande momento si rifiuta di arrivare, e solo New York, la meravigliosa città che non dorme mai, le fa davvero perdere la testa. A Karrie non rimane che farsi coraggio: la vita riserva sempre delle sorprese e gli stagni sono ovunque, pieni di rospi… Con uno stile sarcastico, ironico e graffiante Laurie Graff confeziona un romanzo che ci fa divertire e sognare, raccontandoci una storia che assomiglia incredibilmente alle nostre, dedicata a tutte le donne che hanno ancora il coraggio di amare. Leggi i primi capitoli in anteprima! «Un romanzo ironico e divertente che mostra quanto è difficile trovare l’uomo giusto. E quanto è tremendamente facile incappare in quello sbagliato.» «Uno sguardo provocatorio e intelligente sul modo in cui tutti noi inseguiamo una vita felice.» «Una storia vera come la vita, che vi coinvolgerà per la sua freschezza e sincerità.» «Un libro geniale, dalla scrittura smagliante, che vi farà ridere e piangere allo stesso tempo.» Laurie Graff è una famosa attrice di teatro e innumerevoli sono le sue presenze in TV e alla radio. Membro della Workshop Theatre Company, sta attualmente lavorando alla novellizzazione di una sua pièce teatrale. Dopo Devi baciare un sacco di rospi ha scritto un altro romanzo in cui Karrie è di nuovo alle prese con l’estenuante ricerca dell’uomo ideale.
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21/04/2009
da Andreina
ESCE IN LIBRERIA QUELL'ATTIMO CHIAMATO FELICITA' di Lorena Spampinato, EDITORE FANUCCI Quell’attimo chiamato felicità La vita è fatta di scelte. Di direzioni. Di strade. Ce n’è una che è sempre la più facile, specchio di sorrisi comodi e sogni intorpiditi. Una scorciatoia ingenua per chi non ha voglia di camminare troppo. Stella e Maurizio la percorrono tutta, quella strada, senza mai guardarsi in faccia. Vicini, ma non abbastanza per toccarsi veramente. Due generazioni diverse, e due storie che sembrano non incontrarsi mai. Entrambi si trovano a vivere un’illusione che fa da muro a ogni loro aspettativa. Un gioco pericoloso nel quale è facile confondere l’amore con il sesso e la bellezza con la finzione. Solo l’impatto con la realtà farà sì che il terreno solido sul quale avevano costruito il loro sogno possa franare di colpo e lasciarli persi. Una storia di rimorsi che mangia il cuore lentamente, per poi farlo rinascere in un solo attimo. Un attimo che vale una vita intera. “Non è detto che i giovanissimi scrivano soltanto sms farciti di abbreviazioni...Lorena Spampinato, 18 anni appena, racconta una storia di sogni acerbi e d’amore profondo.” Lorena Spampinato è una giovanissima studentessa nata a Catania l’8 marzo 1990. Si è diplomata nel 2008 al liceo scientifico Leonardo Da Vinci, ed è iscritta all’università a Roma. Scrivere è sempre stata la sua più grande passione. La sua rivincita sulla vita. Il suo tasto rewind, pronto a dilatare tempo ed emozioni. Nel 2008 è uscito il suo romanzo La prima volta che ti ho rivisto, edito da Fanucci, che è già diventato un piccolo cult tra i giovanissimi.
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20/04/2009
da Maet
RECENSIONE: QUELL'UNICO AMORE (Love only once) di Johanna Lindsey
Prima edizione: 1985 by Avon Books
Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi no.858, aprile 2009
Ambientazione: Regency
Grado di sensualità: warm (caldo)
Voto/rating: 6,5/10?
Collegamenti ad altri romanzi: primo volume della saga Malory così composta: 1 - QUELL'UNICO AMORE (Love only once): protagonisti Regina Ashton e Nicholas Eden 2 - Tender rebel: protagonisti Roslynn Chadwyck e Anthony Malory 3 - OCEANO DI PASSIONE (Gentle rogue): edizione Euroclub, protagonisti Georgina Anderson e James Malory 4 - The magic of you: protagonisti Amy Malory e Warren Anderson 5 - DIMMI CHE MI AMI (Say you love me): pubblicato da diverse case editrici tra cui Euroclub e Sperling, protagonisti Kelsey Langton e Derek Malory 6 - The present: protagonisti Anastasia e Christopher Malory, più quella di Molly & Jason 7 - A loving scoundrel: protagonisti Danny e Jeremy Malory 8 - Captive of My Desires: protagonisti Gabrielle Brooks e Drew Anderson 9 - No Choice But Seduction: protagonisti Katey Tyler e Boyd Anderson
Nicholas Eden, visconte di Montieth, è giovane, bello, ricco e molto annoiato. Conduce una vita dissipata ormai da diversi anni e nemmeno le donne più belle e sensuali riescono ad interessarlo per più di una fugace avventura. Almeno fino a quando, volendo giocare un brutto tiro all'ultima amante a cui si appresta a dare il benservito, rapisce per errore la deliziosa e volitiva Regina Malory. Il suo candore, unito alla notevole bellezza ed allo spirito pungente, lo seducono immediatamente ma non lo spingono certo a sposarla, come invece vorrebbe il numeroso parentado di lei, per riparare al rapimento che le ha rovinato la reputazione. Regina dapprima sarebbe d'accordo con lui ed eviterebbe volentieri il matrimonio con un notorio libertino, ma poi pensando alla lunga ed estenuante ricerca di uno sposo a cui i suoi la stanno obbligando da due anni ed al danno irrimediabile alla sua reputazione, concorda con la famiglia, anche perché così facendo eviterà che uno dei suoi zii si batta in duello con Nicholas. Ovviamente anche il fatto che sia già infatuata del visconte e che abbia tutta una serie di desideri licenziosi su di lui ha il suo peso. Nicholas sarà obbligato a cedere e benché l'attrazione fisica che nutre per la giovane sia forte e pulsante, il rancore per quella coercizione sarà più potente e lo spingerà ad abbandonare la sposa appena dopo la cerimonia. Un matrimonio senza speranza, apparentemente. Ma le vie del destino, come quelle del cuore sono misteriose ed a volte da un piccolissimo seme può germogliare la vita e con essa la prospettiva di un futuro.
Confesso che ho difficoltà nella valutazione di questo romanzo. Vi sono parti sentite e commoventi, soprattutto verso la fine, dove i personaggi emergono prepotentemente e gli scontri tra i protagonisti sono una maniera per farceli conoscere meglio in tutte le loro sfaccettature ed allo stesso tempo per mostrare la loro maturazione ed il loro cambiamento. E dove sia Regina che Nicholas acquistano notevole spessore, così come i personaggi della zia e della madre di lui, che invece nella sezione iniziale risultano poco definiti, o come nel caso di Regina sembrano tra il cliché e l’evanescente. Ma nel complesso non riesco ritrovare in questo libro, se non a sprazzi, lo stile ed il vigore narrativo della Lindsey. La quale non si può certo definire eccelsa, non cerca certo la profondità, ma ha sempre prodotto opere di buona ed in alcuni casi ottima qualità, con eroi maschili assolutamente e totalmente alfa, con eroine combattive, con sentimento e sesso dosati nella giusta misura e tanta, tanta ironia, insomma una garanzia di godibilità. Ecco, qui mancano questi elementi e quando presenti lo sono in maniera decisamente smorzata ed in tono minore. Vorrei poter dire che è piena responsabilità dell’autrice, ma non ne sono convinta. Putroppo siamo di fronte ad una traduzione non delle migliori, che in primis appiattisce lo stile peculiare della Lindsey, non rendendole giustizia, banalizzando situazioni e facendone svanire l’impronta distintiva. Inoltre sembra un’opera poco omogenea, con una parte iniziale affrettata, una centrale asciugata e solo quella terminale pienamente sviluppata. Solo lì, come precedentemente scritto, ritrovo i dialoghi e lo spirito della Lindsey, come una crisalide che uscisse dal suo bozzolo e finalmente apprezzo Regina: la capisco e la appoggio nella sua lotta per la propria unione. Finalmente comprendo le riserve di Nicholas e giustifico una parte della sua balordaggine, l'uomo che non deve chiedere mai in realtà ha molte fragilità, mi appassiono alle loro vicende, con un interesse molto più vivo che non quello tiepido dei primi capitoli e sono contenta di averli conosciuti. Non vi è dubbio invece che i Malory siano eccezionali, anche se appaiono poco i membri della famiglia lasciano il segno. Mi hanno entusiasmato? No. Mi hanno ben intrattenuto, tutto sommato, comprese le riserve testè esposte? Assolutamente si, ma la mia valutazione è purtroppo viziata, avrebbe potuto essere più alta, mi riservo una lettura dell'originale per sciogliere ogni dubbio, comunque lo consiglio, in particolare alle amanti della Lindsey.
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18/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA IO E MARLEY ( Marley and me ) DI John Grogan, EDIZIONI SPERLING & KUPFER. Quando John e Jenny, una giovane coppia della Florida, decidono di adottare un cane per fare pratica come genitori non si immaginano quale uragano sta per abbattersi sulla loro casa. Marley, un Labrador giallo, da adorabile cucciolo si trasforma immediatamente in un gigante maldestro che si lancia attraverso le porte a zanzariera, distrugge le pareti, sbava sugli ospiti, ingurgita qualsiasi cosa attiri la sua curiosità, dai gioielli ai divani, e fugge dai bar tirandosi dietro il tavolino. Insomma, è la vergogna della scuola di addestramento e la disperazione del suo veterinario, che non sa più quale tranquillante prescrivergli. Ma Marley ha anche un cuore puro e innocente. Come rifiuta ogni limite imposto alla sua esuberanza, così la sua lealtà e il suo attaccamento sono infiniti, e la sua allegria devastante ma contagiosa sa riconquistarsi ogni volta l'affetto dei padroni. NOTA DI PAIGE79: Questo libro è la sua storia, le gesta di una "persona non umana" che ha condiviso le gioie e i dolori della famiglia mentre questa cresceva, se n'è sentito parte anche nei periodi in cui nessuno voleva più saperne di lui e soprattutto è stato, per tutta la sua esistenza, un distruttivo, insostituibile, commovente esempio d'amore e fedeltà. Da questo romanzo è tratto il film omonimo interpretato da Owen Wilson,Jennifer Aniston e, ovviamente,d a Marley ), di recente uscito al cinema e di cui trovate qui la recensione: http://romancebooks.splinder.com/tag/john+grogan Del libro esistono due versioni:una per adulti, e una per ragazzi.
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18/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA FRENCH KISS. DIARIO DI UNA COTTA ( Pretty Things ), DI Sarra Manning, EDIZIONI MONDADORI.
NOTA DI PAIGE79: Sara Manning è un’autrice inglese, che ha lavorato per anni in riviste per adolescenti e che solo di recente ha tentato la via del romanzo. Ovviamente su un argomento che conosce molto bene, cioè i problemi e le gioie delle prime cotte tra adolescenti.
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18/04/2009
da Lener
Recensione: Lover Unbound di J.R. Ward
Collegamenti con altri libri / Connection to other books: "Lover Unbound" è il quinto capitolo della saga "La Confraternita del Pugnale Nero". I romanzi nell'ordine sono: "Dark Lover", protagonista Wrath; "Lover eternal", protagonista Rhage; "Lover awakened", protagonista Zsadist; "Lover revealed", protagonista Butch; "Lover unbound", protagonista Vishous; "Lover enshrined", protagonista Phury; "Lover avhenged", protagonista Revhenge.
Trama: Lo spietato e brillante fratello Vishous possiede un maleficio distruttivo e una capacità terrorizzante di prevedere il futuro. Come membro della Fratellanza, non ha interesse nell'amore o nelle emozioni, solo per la battaglia con la Lessening Society. Ma quando una ferita mortale lo mette nelle cure di un chirurgo umano, il Dr. Jane Whitcomb lo costringe a svelare la sua pena interna e a gustare il vero piacere per la prima volta - fino a che un destino che lui non ha scelto lo porta in un futuro che non include lei... "Lover unbound" è il romanzo di Vishous, tra tutti i Fratelli sicuramente il più enigmatico. La caratterizzazione di questo personaggio viene rivelata pian piano nel corso della saga ed il ritratto che ne risulta è di una complessità unica. Oltre alle doti straordinarie della sua mente (un genio, un telepate, un veggente), oltre al misterioso potere che gli dona un controllo totale sulla fusione dei metalli, Vishous si rivela come il vampiro dalla sessualità più oscura, dominatore e bisessuale. Una figura affascinante, quanto meno per la sua estrema originalità, dove si contrappongono la passione e la violenza del guerriero all'ossessione per il controllo dell'uomo. E' un Vishous in piena crisi quello che l'autrice ci mostra: i suoi poteri telepatici e precognitivi sono scomparsi, abbandonandolo nell'incertezza ed in un silenzio spaventoso. Oltre a questo, deve scendere a patti con i suoi sentimenti per Butch, il suo vecchio coinquilino ed il suo nuovo Fratello d'arme. Il suo migliore amico. La prima persona per cui sente di provare davvero qualcosa, un affetto altruistico e testardo che in "Lover revealed" l'ha portato a rovesciare le regole del loro mondo. L'amore tra Butch e Marissa è lo specchio che porta Vishous ad interrogarsi sul sesso sporco e crudele in cui annega le sue ore. Non può esserci davvero altro per lui? Certo i suoi demoni sono terribili, legati ad un passato che la Ward ci racconta sanguinario e disperato, nel fango di un campo d'addestramento dove i ragazzi venivano forgiati ad essere guerrieri feroci sotto il dominio di Bloodletter, padre di Vishious nonché il più sadico, scaltro e spietato vampiro sia ricordato nella storia della Confraternita.
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18/04/2009
da Lener
Lo spietato e brillante fratello Vishous possiede un maleficio distruttivo e una capacità terrorizzante di prevedere il futuro. Come membro della Fratellanza, non ha interesse nell'amore o nelle emozioni, solo per la battaglia con la Lessening Society. Ma quando una ferita mortale lo mette nelle cure di un chirurgo umano, il Dr. Jane Whitcomb lo costringe a svelare la sua pena interna e a gustare il vero piacere per la prima volta - fino a che un destino che lui non ha scelto lo porta in un futuro che non include lei... "Lover unbound" è il romanzo di Vishous, tra tutti i Fratelli sicuramente il più enigmatico. La caratterizzazione di questo personaggio viene rivelata pian piano nel corso della saga ed il ritratto che ne risulta è di una complessità unica. Oltre alle doti straordinarie della sua mente (un genio, un telepate, un veggente), oltre al misterioso potere che gli dona un controllo totale sulla fusione dei metalli, Vishous si rivela come il vampiro dalla sessualità più oscura, dominatore e bisessuale. Una figura affascinante, quanto meno per la sua estrema originalità, dove si contrappongono la passione e la violenza del guerriero all'ossessione per il controllo dell'uomo. E' un Vishous in piena crisi quello che l'autrice ci mostra: i suoi poteri telepatici e precognitivi sono scomparsi, abbandonandolo nell'incertezza ed in un silenzio spaventoso. Oltre a questo, deve scendere a patti con i suoi sentimenti per Butch, il suo vecchio coinquilino ed il suo nuovo Fratello d'arme. Il suo migliore amico. La prima persona per cui sente di provare davvero qualcosa, un affetto altruistico e testardo che in "Lover revealed" l'ha portato a rovesciare le regole del loro mondo. L'amore tra Butch e Marissa è lo specchio che porta Vishous ad interrogarsi sul sesso sporco e crudele in cui annega le sue ore. Non può esserci davvero altro per lui? Certo i suoi demoni sono terribili, legati ad un passato che la Ward ci racconta sanguinario e disperato, nel fango di un campo d'addestramento dove i ragazzi venivano forgiati ad essere guerrieri feroci sotto il dominio di Bloodletter, padre di Vishious nonché il più sadico, scaltro e spietato vampiro sia ricordato nella storia della Confraternita.
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17/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA EVERNIGHT, DI Claudia Gray, EDIZIONI MONDADORI. Bianca ha appena lasciato la cittadina in cui è vissuta per tutta la vita e, poichè i suoi genitori insegnano lì, ha iniziato a frequentare una nuova scuola, la Evernight Academy, un oscuro collegio in perfetto stile gotico, in cui i compagni di classe sono altrettanto perfetti e anche un po’ sinistri. Bianca non si trova bene. Incontra il solitario Lucas,e tra loro si crea un legame forte. Ma il destino ha in serbo uno scherzo terribile. Perchè l’Accademia è un collegio per giovani vampiri: Bianca è destinata a diventarlo e Lucas è uno sterminatore di vampiri... NOTA DI PAIGE 79: Il romanzo fa parte del “Ciclo di Evernight”, composto da 4 volumi: “Evernight” e” Stargaze”, già pubblicati,” Hourglass” e “Afterlife”, prossimi venturi. I due romanzi già pubblicati, come si evince dai moltissimi commenti in rete di lettrici americane, nonostante i “richiami” ad altri libri (come non pensare alla ormai celeberrima serie di “Twilight?), sono stati veramente molto apprezzati e i giudizi espressi sono estremamente positivi.
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17/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA IL BOSCO DEI BIANCOSPINI ( Whitethorn Woods ), DI Maeve Binchy, EDIZIONI SPERLING & KUPFER.
NOTA DI PAIGE79: dalla famosa autrice di AMICHE, una storia di cupidigie e infedeltà coniugali, di incesti e alcolismo, di malattia mentali e di donne in carriera che si combinano in un affresco travolgente ed emozionante.
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16/04/2009
da Drakon
SAPORI DELLA SCOZIA
".........She looked as good to him as a platter of haggis to a starving man........"
(trad. ".......Gli sembrò così bella come un vassoio di haggis ad un uomo affamato.......") "The Key" - Lindsay Sands "........If you don't eat every morsel on that tray, I'm coming back with Tupper's haggis. Then you'll be sorry you didn't choose my bloody kisses instead!............" (trad. "........Se non finisci tutto fino all'ultimo boccone su quel vassoio, tornerò con degli haggis di Tupper. Allora ti pentirai di non aver scelto i miei dannati baci invece!.......") "The Bride and the Beast" - Teresa Medeiros "........I'm hungry enough to eat even haggis." "You must be starved", he murmured........" (trad. "........Ho una tale fame che potrei mangiare anche degli haggis." "Devi essere proprio affamata", mormorò lui......." "A Dance Through Time" - Lynn Kurland La frequenza con la quale incontriamo questo famigerato piatto nei romanzi rosa, specialmente se di ambientazione scozzese, ha suscitato la mia curiosità, e la voglia di saperne di più. Solo che, dopo aver letto la ricetta, secondo la mia modesta opinione, non sarete forse più tanto entusiasti di assaggiare questo piatto, quanto di usarlo come arma d'intimidazione. Comunque, che ci piacciano o meno, gli haggis sono ormai entrati nella leggenda. Ma la Scozia nasconde altri tesori culinari....... Augurandomi con tutto il cuore che nel futuro avrete l'occasione di visitare le bellissime terre scozzesi, ho deciso di prepararvi bene, per evitare le brutte sorprese che arrivano sotto forma di menù indecifrabili, visto che avrete sicuramente anche la necessità di fermarvi in qualche ristorante tipico. In questo viaggio sarete accompagnati dalle spiritosissime descrizioni dei nomi dei cibi scozzesi, tratte dal libro di Scott Simpson " A Smack in the Pus". Mi auguro, inoltre, che, la lettura che segue sarà divertente e che, forse vi farà venire anche la voglia di assaggiare alcuni di questi piatti. Ecco cosa dice Simpson a proposito dello "scran" (dial. scozzese per "cibo"): "The decline in demand for traditional Scottish fare can probably be linked to the fact that, although, as a race, we Scots are capable of producing some of the finest food in the world, we are truly hopeless when it comes to giving dishes appealing names. Should you find yourself perusing the menu in a Scottish restaurant, you could be forgiven for thinking you were reading a copy of a well-known medical journal "The Lancet". cioè "Il declino della domanda per i piatti Scozzesi tradizionali potrebbe essere legato al fatto che, sebbene come Scozzesi siano capaci di produrre cibi fra i più saporiti al mondo, quando si tratta di assegnare dei nomi invitanti a tali pietanze, non c'è nessuna speranza. Se vi troverete in un ristorante tipico Scozzese, vi sarà perdonato, se, leggendo il menù, avrete la sensazione di leggere la famosa rivista di medicina "The Lancet" (mia traduzione) Simpson aggiunge che, questi piatti hanno i nomi che suonano più come "rare medical abnormalities" (malattie rare), che non come nomi di piatti tipici. Nemmeno gli haggis sono stati risparmiati. In effetti dice per loro che, "Sounds like something that medical science managed to eradicate in the late 19th century" , ciò è che "il loro nome suona come una delle malattie debellate dalla scienza medica nella seconda metà del XIX secolo." Conosciamoli allora, e............buon appetito!
HAGGIS
Anche se si assume spesso che gli haggis siano di origini scozzesi, la verità è tutt'altra. La loro comparsa sulle tavole, in effetti, risale ai tempi degli antichi Romani. Già allora, in modo non molto diverso da quello di oggi, si preparavano utilizzando quelle parti della carne, che altrimenti sarebbero state scartate perché di categoria inferiore, e quindi non abbastanza buone da essere preparate e servite sulle tavole dei ricchi. Per secoli a venire, gli haggis saranno il pasto principale che nutrirà e salverà le vite di migliaia e migliaia di poveri. Abbastanza da meritarsi un posto nella storia. E, se nel mondo anglo-sassone si chiamavano haggis, dove sembra siano arrivati dai paesi scandinavi, prima in Inghilterra e poi in Scozia, nel medio oriente si chiamano has (si legge hash), in Europa orientale sono svargle (si legge shvargle), buchada in Brasile.......o jug-jug nelle Barbados. Questi sono solo alcuni dei nomi dalle varie parti del mondo, per fare un esempio. Comunque, ci focalizziamo sugli haggis, visto che sono proprio loro a fare spesso la comparsa nei nostri romanzi, sia sotto forma di cibo servito sulle tavole dei nostri protagonisti, sia come termine di paragone (come nelle frasi che ho riportato all'inizio di questo post), paragone che, però, spesso è tutt'altro che un complimento. Prima di passare alla ricetta, eccovi un paio di curiosità: Durante il loro lungo cammino nella storia, gli haggis si sono meritati anche una poesia, "Address to a Haggis" ciò è "Dedicato all'haggis", scritta dal poeta scozzese Robert Burns, vissuto nel XVIII secolo: Fair fa' your honest, sonsy face, Great cheftain ò the puddin' race! Aboon them a' ye tak your place, Painch, tripe or thairm, Weel are ye worthy of a grace As lang's my arm. Quant'è bella la tua faccia onesta e tutta curve, Oh gran capitano della razza dei puddings! Tu occupi un posto sopra tutti gli altri, Che siano rumini, trippe o intestini, Sì, sei degno di tanta riconoscenza Per quant'è lungo il mio braccio. La tradizione vuole che gli haggis siano serviti sulle tavole nella settimana del 25 di Gennaio, giorno della nascita del poeta. Secondo una statistica, il 33% dei turisti americani pensa che haggis sia un animale.
La ricetta Gli ingredienti
Preparazione
Lavate con cura le interiora. Togliete gli eccessi di grasso, e , se presente, tagliate via la trachea. Aggiungete in una padella il trito di carne e portate ad ebollizione. Lasciate cuocere circa un'ora o anche di più per assicurarsi che la carne sia morbida. Una volta cotta, la carne deve essere scollata e lasciata da parte a raffreddare.
Trittate finemente cuore, polmoni e fegato e metteteli in una grande ciotola dove aggiungerete il grasso di rognone, avena, cipolle, brodo di manzo, sale, pepe e noce moscata. L'avena può essere abbrustolita per farla diventare più secca possibile, ma non rosolata o bruciata! Mescolate bene fino ad ottenere un composto friabile e con questo, riempite lo stomaco della pecora a metà. Stringete lo stomaco così che non ci sia aria rimasta dentro e cucitelo con un filo robusto. Annodate bene e forate la superficie con un ago per evitare che la sacca scoppi durante la cottura. Fate bollire l'acqua in un recipiente molto capiente e non appena inizia a bollire immergete gli haggis. Cuocere per 3 ore, a cottura lenta, senza coperchio, per evitare che si rompa la sacca. Aggiungere acqua gradualmente faccendo bene attenzione che gli haggis siano sempre immersi completamente. Quando è il momento di servirli, tagliate gli haggis a metà, svuotateli con un cucchiaio ed accompagnateli con puré di rape ("bashit neeps") e puré di patate ("champit tatties"). A qualcuno piace versare del whisky sopra gli haggis, o , ancora meglio, del Drambuie!
CULLEN SKINK
“Sounds like an inner-ear infection but it's a rich soup made with smoked haddock.”
“Suona come un'infezione dell'orecchio interno, invece si tratta di una ricca zuppa fatta con l'eglefino affumicato.” Il nome di questa saporita zuppa viene dal nome di Cullen, un villaggio di pescatori nel Morayshire. “Skink” è la zuppa che, originariamente si cucinava con le ossa tibiali del manzo. Con tempo sono state sostituite dall'eglefino affumicato. RUMBLEDETHUMPS
“ Sounds like an advanced case of granular fever but it's a side dish of potatoes, cabbage and cheese.”
“Suona come una forma di peste in stadio avanzato, ma, invece è un contorno che consiste da patate, verza e formaggio.” FINNAN HADDIE
“Sounds like a sexually transmitted disease but it's the traditional name given to smoked haddock.” “Il nome ricorda quello di una malattia sessualmente trasmissibile, ma è solo il nome tradizionale dell'eglefino affumicato.”
Ci sono testimonianze dell'esistenza del pesce affumicato nella Scozia che risalgono al XVI secolo. James Broswell ne scriveva nel XVIII secolo, menzionando che era possibile comprare il pesce affumicato proveniente dalla Scozia a Londra. Ma questi erano fortemente affumicati e di sapore pesante. Alla fine del XIX secolo, nel villaggio dei pescatori Findon (pronunciato anche come Finnan) nell'Aberdeen, comincia la produzione dell'eglefino (haddoc o haddies) lievemente affumicato e di un sapore delicato. E' diventato subito molto popolare, e viene utilizzato in varie ricette anche ai giorni nostri. CLAPSHOT
“Sounds like the cure for a bad case of Finnan Haddie but it's a side dish consisting of potatoes, turnip and chives.”
“Suona come il nome della medicina prescritta nei casi gravi di Finnan Haddie, ma è solo un contorno fatto di patate, rape ed erba cipollina” Questo è un semplice piatto tradizionale originario di Orkneys. Variazioni di questa ricetta sono vendute nei supermercati, già pronte per consumo o per la preparazione nel forno a microonde. Spesso fanno da contorno agli haggis , come alternativa ai soliti “tatties and neeps”.
STOVIES
“Sounds like something guaranteed to get you out of school for a couple of weeks when you're young but it's a traditional Scottish dish made from potatoes, onions, beef dripping and is often served with sausages of corned beef.”
“ Suona come qualcosa che, da giovani, vi avrebbe garantito un paio di settimane di assenza dalla scuola, ma si tratta di un piatto scozzese tradizionale, che consiste in patate, cipolle, grasso d'arrosto ed è spesso servito insieme alle salsicce di carne di manzo.” Il nome deriva probabilmente dalla parola “stewing” - cuocere in umido.
COCK-A-LEEKIE
“Sounds like a severe case of incontinence but it's a mouth-watering chicken and leek soup.” “Sembra il nome di un grave caso di incontinenza, ma invece, è una gustosissima zuppa di pollo e porri.”
Già nel 1598, Fynes Morrison scrisse che questa zuppa veniva servita al ristorante “Knight's house”. La differenza è che, allora, al pollame bollito (da quì il nome “cock”) venivano aggiunte le prugne secche. HOWTOWDIE
“Sounds like an erectile dysfunction but it's a roast chicken stuffed with oatmeal.”
“Suona come una disfunzione erettile, ma invece si tratta di pollo arrosto farcito con avena”.
CRANACHAN
“Sounds like a skin disorder but it's a deliciously sweet dessert made with oatmeal, cream,and Drambuie liqueur.”
“ Il nome suona come un disturbo cutaneo, ma in realtà è un delizioso dessert di avena, panna e Drambuie.” Agli ingredienti citati si aggiungono di solito i lamponi. Si pronuncia anche “Crannachan”. In Scozia , di solito, questo dessert si prepara per il Capodanno, ma anche per la cena commemorativa in onore del poeta Robert Burns. Nei menù potrete anche trovarlo sotto il nome “Cream Crowdie”.
Dopo tutte queste delizie culinari, ci vorrà qualcosa per “mandarle giù”. Proseguo , allora, parlandovi di un particolare liquore, che spesso, oltre ad accompagnare i piatti tipici scozzesi, viene usato anche come uno degli ingredienti. Va anche notato che, più di qualsiasi altra spezia, rende gli haggis un po’ più mangiabili!
DRAMBUIE
Drambuie (pronuncia IPA: [dræmˈbjuːi] o IPA: [dræmˈbuːi]) è un liquore fatto da whisky di malto, miele di erica, e di una miscela segreta di erbe e di spezie . Il sapore suggerisce la presenza di zafferano, miele, anice, noce moscata ed un misto di erbe.
Il contenuto alcoolico di questo liquore è di 40%. Il nome Drambuie deriva dal Gaelico “an dram buidheach”, e significa “la bevanda che soddisfa”. Alcuni sostengono che derivi da “dram buidhe”, che significa “bevanda gialla”o “drambuie”, ciòè, “cime gialle”. La nascita di questa bevanda è legata alla figura del Principe Charles Edward Stuart. Nel 1746, dopo che venne sconfitto nella famosa battaglia di Culloden,contro George I, il Principe trovò rifugio sulla Isola di Skye, dove fu accolto dal Capitano John MacKinnon e dal suo clan. Come segno di ringraziamento, il Principe regalò al Capitano la ricetta del suo elisir segreto, creato apposta per lui dal suo farmacista. Non si sa con certezza quanto ci sia di vero in questa storia, e molti storici sono dell'opinione che si tratti di una storia inventata per aumentare la popolarità e le vendite del liquore. Comunque, rimane il fatto che la ricetta è ancora nelle mani della famiglia MacKinnon, ma è una pura coincidenza, visto che nel frattempo ha cambiato un paio di proprietari, i quali, a loro volta, hanno dovuto venderla per problemi finanziari. Una coincidenza, perché la famiglia MacKinnon che oggi possiede la famosa ricetta non è legata in nessun modo alla famiglia che nel diciottesimo secolo accolse il Principe scozzese in fuga.
Se , invece , non volete uscire un po’ alticci dal vostro ristorante, allora non vi resta che degustare una bevanda analcolica - tipicamente scozzese, naturalmente!
IRN BRU
E' una bibita gassata, dal sapore di frutta, conosciuta per le sue “proprietà curative”, che non sono altro che un alto contenuto di zuccheri e caffeina, aiutanti preziosi nel combattere gli effetti post-sbornia, o nel caso nostro, eventuali disturbi di digestione!
Se l'Irn Bru non basta, possiamo avvalerci del consiglio di Scott Simpson: “It's always worth keeping a couple of Rennies or if you have the means , a defibrillator on standby."
Alla prossima! Drakon Nota: Tutte le citazioni sono tratte dal libro di Scott Simpson “A Smack in the Pus”, ed. Black & White Publishing, Anno 2005. pag.di rif. : 29, 30, 31, 32.
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16/04/2009
da Andreina
Firenze, 1872. Sono rimasta molto sorpresa leggendo questo libro per vari motivi, il più importante è stato che, per la prima volta leggendo un romance, il mio interesse è andato verso un personaggio secondario rispetto alla protagonista. Procediamo con ordine conoscendo i personaggi. Il protagonista maschile Emanuele, non è né nobile, nè ricco, ha perso i genitori quando era ancora un bambino, e viene cresciuto da uno zio che oltre a badare a lui, gli insegna tra le altre cose il gioco d’azzardo. Alla morte di quest’ultimo, essendo Emanuele ancora un giovane, per sopravvivere fa quello che gli riesce meglio, cioè diventa un giocatore di poker, visto che pure gli eroi mangiano. Anche i personaggi secondari sono interessanti e s’incastrano alla perfezione nella vicenda, a cominciare dal duca, che si è lasciato portare via metà patrimonio senza proferire verbo e nutre nei confronti dell’uomo che lo ha privato delle sue ricchezze un interesse quasi paterno, alla moglie la duchessa, apparentemente fredda e altera. Appena finito il libro ho parlato subito con Ornella pregandola di scrivere un seguito, perche sia Lucilla che Tomaso, secondo me hanno ancora molto da raccontare.
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16/04/2009
da Andreina
RECENSIONE: L’AVVENTURIERO CHE AMAVA LE STELLE di Ornella Albanese Prima edizione: 2008 Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi num 840 Ambientazione: Italia, Firenze 1872 Livello di sensualità: caldo (warm) Voto: 8/10 Firenze, 1872. Sono rimasta molto sorpresa leggendo questo libro per vari motivi, il più importante è stato che, per la prima volta leggendo un romance, il mio interesse è andato verso un personaggio secondario rispetto alla protagonista. Procediamo con ordine conoscendo i personaggi. Il protagonista maschile Emanuele, non è né nobile, nè ricco, ha perso i genitori quando era ancora un bambino, e viene cresciuto da uno zio che oltre a badare a lui, gli insegna tra le altre cose il gioco d’azzardo. Alla morte di quest’ultimo, essendo Emanuele ancora un giovane, per sopravvivere fa quello che gli riesce meglio, cioè diventa un giocatore di poker, visto che pure gli eroi mangiano. Anche i personaggi secondari sono interessanti e s’incastrano alla perfezione nella vicenda, a cominciare dal duca, che si è lasciato portare via metà patrimonio senza proferire verbo e nutre nei confronti dell’uomo che lo ha privato delle sue ricchezze un interesse quasi paterno, alla moglie la duchessa, apparentemente fredda e altera. Appena finito il libro ho parlato subito con Ornella pregandola di scrivere un seguito, perche sia Lucilla che Tomaso, secondo me hanno ancora molto da raccontare.
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14/04/2009
da Paige79
FILM TRATTI DA ROMANZI
Regia di Francis Ford Coppola, con Gary Oldman (Dracula), Winona Ryder (Mina Murray), Keanu Reeves (Jonathan Harker), Sadie Frost (Lucy), Richard E.Grant (Jack Seward).
Tratto dall’omonimo romanzo (1897) di Bram Stoker, capolavoro del genere horror, è una versione fedele ma la tempo stesso innovativa della storia. Il regista infatti concepisce Dracula come una sorta di eroe romantico che vive attraverso i secoli spargendo sangue ma con un unico, struggente desiderio: ritrovare la donna amata che si era suicidata, e questo viene descritto come l’origine del vampiro, non presente nel romanzo. Questa lettura porta un poco a uno stravolgimento delle cose nel corso della storia, in particolare nell’avvincente finale, ma il film è davvero godibile: il regista è stato infatti in grado di sperimentare mescolando due generi cinematografici molto amati, l’horror e il romantico, in modo equilibrato e dando vita ad una storia avvincente sia che la si guardi dal punto di vista dell’horror, ma anche da effetti speciali “poveri”, cioè non tecnologici, ma di sicuro fascino, da una scenografia lugubre e misteriosa, quasi gotica. Insomma un grande film. I PROMESSI SPOSI (1941) Regia di Mario Camerini, con Gino Cervi (Renzo Tramaglino), Dina Sassoli (Lucia Mondella), Gilda Marchiò (Agnese), Carlo Ninchi (L’Innominato), Eva Maltagliati (la monaca di Monza), Enrico Glori (Don Rodrigo), Luis Hurtado (Frà Cristoforo).
Tratto dal romanzo omonimo di Alessandro Manzoni, capolavoro della letteratura italiana, un tipico film italiano dell’epoca diretto da uno dei grandi maestri del cinema italiano. Un film senza grandi picchi, ma con stile e fedeltà alla storia manzoniana, realizzato ad alti costi (compresa la ricostruzione del Duomo di Milano com'era nella prima metà del Seicento). Forse un po’ patinato, ma non deludente, soprattutto per via delle ottime interpretazioni dei vari attori, tutti scelti tra i più bravi dell’epoca, tra cui spicca in particolare un giovane Gino Cervi nei panni di Renzo. DON JUAN DE MARCO, MAESTRO D’AMORE ( Don Juan de Marco),1995 Regia di Jeremy Leven, con Johnny Depp (Don Juan de Marco), Marlon Brando (Jack Mickler), Faye Dunaway (Marilyn Mickler).
Attenzione: questa recensione non sarà imparziale! Ho infatti un vero debole per questo film, ispirato al DON JUAN di Lord Byron (1824), pur non essendo una vera e propria storia d’amore in senso classico, è uno dei più bei film che parlano d’amore in senso completo, attraverso la storia, in perenne bilico tra verità e finzione, di un giovane uomo che si veste e vive credendosi(o forse lo è?) il più grande seduttore di tutti i tempi. A interpretarlo un grande (e affascinante, inutile dirlo!) Johnny Depp, supportato da un’altrettanto in forma Marlon Brando nei panni dello psichiatra dapprima scettico che man mano si lascia conquistare dalla storia del suo paziente e dalla sua personalità, dando così una svolta alla sua vita e al suo rapporto con la moglie Marylin (un’ottima Faye Dunaway in un brillante ruolo minore). Le scene che li vedono entrambi protagonisti sono un esempio di ottimo duetto tra due grandi attori di due generazioni diverse. E’ un film che propone in modo esemplare una miscela perfetta di sentimento, divertimento e avventura, supportato anche da un'ottima colonna sonora, capeggiata dalla bellissima canzone di Brian Adams "Have you ever really loved a woman?". COME UN URAGANO (Nights in Rodhante),2008 Regia di George C.Wolfe, con Diane Lane (Adrienne Willis), Richard Gere (Paul Flanner), James Franco (Mark Flanner), Cristopher Meloni (Jack Willis), Mae Whitman (Amanda Willis). Adrienne Willis, separate dal marito e con due figli adolescenti, approfitta di un week end che I figli trascorreranno col padre per dare una mano all’amica Jean, che gestisce un bed and breakfast sulla spiaggia ma che deve assentarsi. L’unico ospite al momento è Paul Flanner, un uomo misterioso e tormentato con cui Adrienne stringe amicizia; mentre le previsioni meteo avvisano dell’approssimarsi di un uragano, il loro legame si fa sempre più forte… Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks, dopo la visione del film la domanda è d’obbligo:r iuscirà mai questo peraltro molto bravo e valido autore a raccontarci una storia col lieto fine?! Perchè purtroppo si sta affermando l’equazione “Nicholas Sparks= amore tragico”ed è un peccato secondo me. Le sue storie sono molto belle, intense, con personaggi e vicende non stucchevoli, zuccherosi o stereotipati; storie di persone comuni che però allo stesso tempo sono uniche e speciali, e che trovano nell’amore reciproco la forza per cominciare una nuova vita o risolvere i loro problemi. ORGOGLIO E PREGIUDIZIO ( Pride and prejudice),2006 Regia di Joe Wright, con Keira Knightley (Elizabeth Bennett), Matthew McFayden (Mr.Darcy), Donald Sutherland (Mr.Bennett), Brenda Bletyn (Mrs Bennett), Judy Dench (Lady Catherine), Jane Malone (Lydia Bennett), Rosamunde Pike (Jane Bennett).
Nonostante tutto, il film è paiciuto molto al pubblico e anche ai membri dell'Academy, visto che nel 2006 è stato candidato a quattro nomination (migliore attrice, colonna sonora, costumi e scenografia), e ha vinto vari premi nei vari festival mondiali.
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13/04/2009
da Maet
RECENSIONE: DEMON'S NIGHT (The Darkest Night) di Gena Showalter Prima edizione: 2008 by HQN Books Edito in Italia da: Harlequin Mondadori, Bluenocturne no.2, aprile 2009 Ambientazione: contemporanea Grado di sensualità: hot (bollente) Voto/rating: 7-/10 Collegamenti ad altri romanzi: questo romanzo è il secondo della serie "Lords of the Underworld" incentrata su degli antichi guerrieri immortali, posseduti da demoni, finora così composta: 1. The Darkest Fire (questo è un prequel della serie, disponibile in e-book) protagonista Geryon 2. Demon’s Night (The Darkest Night) protagonista Maddox 3. The Darkest Kiss (inedito in Italia) protagonista Lucien 4. The Darkest Pleasure (inedito in Italia) protagonista Reyes 5. The Darkest Whisper (inedito in Italia) protagonista Sabin Se volete leggere leggere l'estratto in anteprima che http://www.romance-novels.org/public/AnteprimaDemonsNight.pdf Alle porte di Budapest, su una collina che domina la città, c'è una fortezza cupa e misteriosa. Una fortezza in cui nessuno è mai entrato. Una fortezza impossibile da raggiungere. Quei pochi che ci hanno provato sono spariti, senza lasciare traccia. Ma la fortezza è abitata, da creature misteriose e potenti, qualcuno ritiene siano angeli, altri demoni assetati di sangue, tutti comunque li temono. Tutti tranne Ashlyn Darrow, che invece cerca il loro aiuto ed in una notte fredda e nevosa comincia a risalire la collina per incontrare questi esseri superiori, nella tenue speranza che possano aiutarla a superare il suo tormento. La giovane difatti ha da sempre la capacità di sentire le voci di chiunque sia passato in un dato luogo, quindi la sua vita è, è sempre stata e sempre sarà un inferno. Voci su voci che si accavallano e si sovrappongono nella sua testa senza lasciarle requie, che le impediscono di avere una vita normale, che la allontanano dagli altri. Solo l'Istituto Mondiale di Parapsicologia l'ha accolta e le ha dato una parvenza di normalità, quando anche i suoi genitori l'hanno abbandonata, incapaci di convivere con una bambina dai poteri straordinari. Un'accoglienza però che non ha significato accettazione od affetto e nemmeno ristoro dalla sua tortura, bensì semplicemente un lieve controllo dei suoi poteri, quel tanto da non impazzire e la possibilità di aiutare l'Istituto nelle sue ricerche, in cambio di vitto ed alloggio. Troppo poco. Così quando triste e disperata, durante la sua ascesa si imbatte in un uomo coperto di sangue che la interroga, invece di spaventarsi prova solo un sollievo talmente forte da essere vicinissimo al piacere: per la prima ed unica volta nelle sua vita è circondata dal silenzio. Quell'uomo terribile e furioso, dallo sguardo di fuoco, fa tacere le voci intorno a lei, oscurando ogni cosa con la sua presenza. Lui è Maddox, antico guerriero greco, che per aver disobbedito agli dei è condannato ad ospitare dentro di sé il demone della violenza, nonché a morire ogni notte per mano dei suoi amici ed a bruciare agli Inferi, per risorgere ogni mattino e riniziare daccapo. Una tortura che l'ha svuotato di qualsiasi umanità e che ogni giorno gli fa maledire sé stesso, per non riuscire a combattere il demone che lo obbliga a distruggere e ferire, e gli dei per quella punizione eterna. Eppure quell'umana che gli sta di fronte gli procura una sensazione di pace, per quanto transitoria. Potrebbe rappresentare una speranza? L'inizio di una nuova vita? Questo è quello che entrambi si chiedono, timorosi ma incapaci di separarsi, attratti irresistibilmente l'uno dall'altra e desiderosi di conoscere finalmente la salvezza. Gena Showalter è passata con successo dal genere contemporaneo leggero al paranormale, mantenendo il medesimo stile estremamente moderno, a volte forse troppo, come in questo caso dove degli immortali greci parlano come degli adolescenti statunitensi, ma che risulta nel complesso estremamente scorrevole e piacevole, inoltre nella traduzione italiana si perde un po’ questo aspetto il che è un bene. L’autrice si ispira liberamente ed ampiamente alla mitologia greca, restando però in estrema superficie, utilizzando quindi quel tanto che le basta per costruire un background interessante per la sua storia, ma senza dover approfondire troppo. Idem dicasi per le psicologie e le problematiche dei protagonisti: discreto ritratto che rimane nei cliché del genere, risultando comunque sufficientemente credibile. In altri casi questi ingredienti produrrebbero un piatto non particolarmente saporito, ma qui invece la ricetta della Showalter si rivela vincente, la trama suscita e mantiene l’attenzione e la tensione per tutto il romanzo, si partecipa delle avventure dei protagonisti, si desidera saperne di più una volta giunti alla fine. La scrittrice dosa abilmente la parte più d’azione con quella romantica o sexy e benché non possa certo definirsi un libro memorabile, è buon intrattenimento che non fa rimpiangere i soldi spesi (quello che gli americani chiamano page-turner, ovvero un storia che ti fa venir voglia di sfogliare le pagine senza fermarti per vedere come finirà). Anzi, spinge a voler comprare anche gli altri volumi della serie, cosa che io certamente farò. Quindi una scommessa vinta, per quanto riguarda Demon's Night, l’esordio di questa nuova collana della Harlequin, che ringraziamo per avercene gentilmente concesso in anteprima la lettura assieme agli estratti e che sarà in edicola dal 21 aprile. Ci farebbe inoltre piacere conoscere anche la vostra opinione al riguardo, avete un mese di tempo per commentare e farci sapere cosa ne pensate di questo romanzo ed anche di quello di Maggie Shayne, per cui coraggio, dite la vostra!
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11/04/2009
da Andreina
Da Tutte Noi... ...Auguri di Buona Pasqua
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10/04/2009
da naan
ROMANCE PARK Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!
L’INGANNO DELLA PASSIONE
RATING FINALE : 7,47 / 10
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10/04/2009
da Maet
RECENSIONE: IO Regia di David Frankel con Owen Wilson (John Grogan), Jennifer Aniston (Jennifer Grogan), Alan Arkin (Arnie Klein), Kathleen Turner (Ms. Kornblut) John e Jennifer Grogan sono una giovane coppia di sposi piena di entusiasmo ma ancor più di incertezze: sul loro futuro in generale e su quello professionale in particolare, su dove stabilirsi e su quale direzione far prendere al loro rapporto. Se Jennifer ha le idee piuttosto chiare, ovvero vuole una famiglia, John non si sente ancora del tutto adulto né pronto a diventar padre, così accetta immediatamente il suggerimento di un collega, ovvero prendere un cane che tenga occupata Jennifer e le permetta allo stesso tempo di sfogare il suo istinto materno, concedendogli intanto la possibilità di procrastinare una decisione e di abituarsi eventualmente all’idea di una prossima paternità. La scelta cade su uno splendido cucciolo di Labrador Retriver, ribattezzato Marley, che si rivelerà un incrocio tra un terremoto ed un ciclone e che sconvolgerà la loro vita, dapprima nel tentativo di tenerlo a bada ed in seguito come membro fondamentale e cemento della nascente famiglia Grogan. Gli anni passeranno, molti cambiamenti ci saranno ma Marley sarà sempre lì, guardiano, custode, compagno, testimone, amico. Tre anni fa il libro autobiografico del giornalista John Grogan ottenne un inaspettato e planetario successo, naturale quindi che Hollywood decidesse di farne un film che bissasse quel successo. L’impresa, almeno dal punto di vista economico, sembra riuscita: il film ha incassato moltissimo in America e nei paesi dove è uscito finora, anche se non tutti sembra abbiano capito il meccanismo per cui ciò sia successo. In effetti la pellicola non è certamente un capolavoro e la regia di David Frankel è quella che si definisce una direzione “corretta” ma senza particolari guizzi, al limite del piatto, specialmente quando dopo una prima parte più ritmata e divertente (in cui Marley ne combina mille ed una), la storia rallenta per seguire la vita quotidiana della famiglia Grogan divenendo la cronaca un poco banale di fatti usuali e comuni ai più. Però è proprio in questa mancanza di eccezionalità che sta paradossalmente la forza del film, non le vicende funamboliche od avventurose di personaggi fittizi, ma l’esistenza genuina e scontata di un normale nucleo familiare alle prese con problemi scontati e normali, ma in cui tutti possono riconoscersi, narrati con delicatezza, senza mai alzare i toni o ricorrere ad effettacci di dubbio gusto. Perché ciò che è davvero straordinario, nel suo essere ordinario, è la forza del sentimento che unisce la coppia da sola prima ed in seguito la coppia che cresce e matura aprendosi alla genitorialità, grazie anche a Marley e che impara la forza dell’amore nelle sue varie declinazioni, inclusa quella importantissima tra uomo ed animale, tra padrone e cane. Certo la sceneggiatura spesso sembra non sapere esattamente che direzione prendere, se quella del film comico, della commedia di costume, del film per famiglie, del dramma contemporaneo e cerca di mischiare un poco di tutto ma senza eccessiva perizia, salvato dalla evidente chimica tra Un film carino, che intrattiene nonostante qualche lentezza e che si riscatta totalmente in un finale tragico ma molto intenso, che sfida diversi tabù e ci regala alcune scene di puro dolore, che niente hanno a che fare con certe pellicole completamente artefatte per la famiglia. Chi ha un cane (un Labrador in particolare) o l’ha avuto riderà e piangerà alternativamente, ricordando e rivivendo esperienze note, ma anche chi non ha mai provato quell’amore puro, assoluto, pulito e totale che nasce tra un cane e l’uomo e che non è facile da esprimere o da far comprendere a chi questa conoscenza non l’ha, rimarrà toccato e forse valuterà con occhi diversi le notizie in genere drammatiche, in cui si parla di cani, quasi sempre in chiave negativa. Perché questi numerosissimi compagni ci sono silenziosamente accanto ogni giorno ed in tanti momenti e campi importanti, chiedendo poco e dando moltissimo: sono con gli anziani soli, coi bambini autistici, coi malati terminali, coi ciechi, i sordomuti, coi malati di alcuni tipi di disturbi mentali, coi paraplegici, con la guardia costiera, coi pompieri, con la polizia, con la protezione civile o semplicemente arricchendo inestimabilmente la vita di chi ha la fortuna di accoglierli. Lavorano per noi, con noi, pronti a dar la vita per un sorriso ed una carezza. John Grogan ha reso un giusto e doveroso omaggio ad una creatura splendida col suo libro, ed anche il film nel suo piccolo, riesce in parte a riprodurre il nocciolo di questo evento speciale, credo che anche noi dovremmo dire una sola parola: grazie.
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08/04/2009
da MarchRose
LOVE SONGS – CANZONI D’AMORE
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08/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA IL GIOCO DELLE VERITA’, DI Sveva Casati Modignani, EDIZIONI SPERLING & KUPFER. Roberta è una giovane libraia in piena crisi esistenziale e coniugale. Il caso la induce a ripercorrere il passato e scopre che le origini del malessere si annidano negli anni dell'infanzia, trascorsa negli affetti avvolgenti della famiglia paterna, dove Malvina, sua madre, brillava per l'assenza. Malvina, che era stata una femminista convinta, aveva scelto di vivere a modo suo, di "volere anche le rose", e di affidare la figlia al suo compagno, che l’ha cresciuta con amore. Da qui prendono il via drammi, incomprensioni, conflitti sottaciuti, scabrosi segreti. Facendo chiarezza nel passato Roberta riuscirà a superare la crisi e a far pace con se stessa. Nota di Paige79: Legami profondi e passioni sincere: il viaggio di Sveva nel cuore delle donne, sullo sfondo degli ultimi cinquant'anni. Il Sessantotto e le battaglie femministe nelle vicende di una donna anticonformista. Un intreccio ricco e avvincente, animato da una folla di personaggi narrati con amore.
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08/04/2009
da Paige79
ESCE IN LIBRERIA TRE E’ IL NUMERO PERFETTO (Yours, Faithfully), DI Sheila O’Flanagan, EDIZIONI SPERLING & KUPFER. Iona Brannock vuole tutto e subito. È sempre stata così. Non ha forse sposato un uomo meraviglioso dopo appena due mesi di amore spensierato e sesso appassionato? Quattro anni più tardi, ha un lavoro favoloso, una casa da sogno e, soprattutto, una relazione straordinariamente felice. Quando finalmente riuscirà a rimanere incinta, avrà coronato ogni suo desiderio... Sally Harper ama il marito da vent'anni. Hanno messo su casa, cresciuto una figlia e sono ancora innamorati l'uno dell'altra. Appagata da una splendida famiglia, Sally non potrebbe desiderare altro, tanto meno un bambino... Due donne diverse, due mariti perfetti. Ma le vite di Iona e Sally, che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato, stanno per entrare disastrosamente in collisione. Ed entrambe scopriranno di avere in comune qualcosa che non avrebbero mai immaginato. NOTA DI PAIGE79: TRE E' IL NUMERO PERFETTO è un romanzo divertente e a tratti assurdo, che sottolinea l'importanza dell'amicizia tra donne e di come questa prevalga anche quando di mezzo c'è l'amore.
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