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22/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA VAMPIRUS (Peeps) di Scott Westerfeld, EDIZIONI FAZI

Un anno fa Cal Thompson frequentava il primo anno di college e della biologia, così come ai suoi amici, non gliene importava niente. Oggi, dopo aver trascorso una notte insieme a Morgan, una misteriosa ragazza incontrata in un bar, la biologia è diventata la sua unica via di salvezza. Perché Morgan gli ha trasmesso un parassita temibile: quello del vampirismo. Per fortuna, Cal risulta essere un portatore sano. Non si trasforma dunque in un cannibale spietato, ma si ritrova dotato di sensi acuiti, di una forza e una velocità sovrumane, e di una dote che gli sembra quasi uno scherzo del destino: una costante eccitazione sessuale. Un dramma per il ragazzo, che non può concedersi neppure un bacio se non vuole condannare chi gli sta accanto. Assoldato da un’antichissima organizzazione segreta che si occupa di tenere sotto controllo i pip, gli altri vampiri come lui "parassita-positivi", a Cal viene affidato il compito di rintracciare le ragazze che suo malgrado ha già contagiato e di catturarle perché possano essere curate. Ma ne vuole sapere di più: deve scoprire ora chi è davvero Morgan, e qual è la reale natura della malattia che lo ha colpito. Inizia così un’indagine che lo condurrà per le vie e i sotterranei labirintici di New York: fino a quando non scoprirà di essere al centro di un’incredibile, atroce cospirazione.

Note di andreina65 :

Primo libro della seria Peeps:

1 - VAMPIRUS (Peeps)
2 - The Last Days 

Dalla penna di Scott Westerfeld, lo scrittore che Stephenie Meyer, l’autrice della saga di Twilight, considera il suo maestro, una storia di vampiri come non ne avete mai lette prima.

È nato a Dallas, Texas, nel 1963. Prima di diventare scrittore ha fatto l’operaio in una fabbrica di soldatini di piombo, il supplente, l’editor di libri scolastici, il designer di software, il ghost writer. Insieme alla moglie, anche lei scrittrice, si divide tra New York e Sydney. È autore di numerosi romanzi per adulti e per ragazzi, tra cui le acclamate serie dei Midnighters e degli Uglies. VAMPIRUS è stato nominato per il Best Books for Young Adults e per l'Andre Norton Award for Young Adult Science Fiction.

 Questa è una storia che accende il cervello».
- Publishers Weekly

«Tra fantascienza e thriller una storia di vampiri metropolitani che seduce fino all’ultima pagina. Stiano attenti i lettori facilmente impressionabili».
- Kirkus Reviews

Questo post ha 1 commento

22/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA AD ALTO RISCHIO (Hot Target) di Suzanne Brockmann,  EDIZIONI FANUCCI

Suspense, amore e morte in una commistione esplosiva: un nuovo, emozionante romanzo di Suzanne Brockmann.

Jane Mercedes Chadwick, produttrice cinematografica di larga fama, sta lavorando a un film ambientato durante la seconda guerra mondiale, che narra apertamente la vicenda realmente accaduta di un soldato omosessuale. Ben presto ottiene l’attenzione dei media e le proteste di diversi gruppi estremisti; ma nonostante la quantità di lettere, telefonate ed e-mail di protesta che riceve, non intende abbandonare il progetto. Le lamentele però si trasformano in minacce di morte: Hollywood assolda delle guardie private per proteggerla, e anche l’FBI si interessa al caso. E il fastidio che la donna mostra nei confronti delle misure di sicurezza, insieme al suo carattere fin troppo indipendente, non rendono facile il lavoro di Cosmo Richter, un agente speciale dei SEAL affidato al caso, che dovrà affrontare una vera e propria guerra personale e un’irresistibile attrazione per quella produttrice così testarda…

Note di andreina65: Ottavo libro della serie chiamata  "Troubleshooter " così composta:

1 - The Unsung Hero
2 - The Defiant Hero
3 - Over the Edge
4 - Out of Control
5 - Into the Night
6 - Gone Too Far
7 - Flashpoint
8 - AD ALTO RISCHIO (Hot Target)
9 - Breaking Point
10 - NEL CUORE DELLA TORMENTA (Into the Storm)
11 - Force of Nature
12 - All Through the Night
13 - Into the Fire
14 - Dark of Night

Questo post ha 4 commenti

21/11/2008
da naan

SALONE DEL LIBRO USATO  -   Bancarelle in Fiera ‐ IV Edizione
organizzato dalla  Fondazione Biblioteca di Via Senato
da venerdì 28/11 a domenica 30/11, in Fiera Milano

Regalare un Usato Firmato. Dall’Autore



Da venerdì 28 a domenica 30 novembre, alla Fiera Milano City, appuntamento col Salone del Libro Usato.
Circa 400 le bancarelle, giunte dall'Italia ma non solo. A dimostrazione dell'eccezionalità dell'evento, saranno presenti espositori provenienti da Francia, Germania, inghilterra e Olanda. Si tratta di un'occasione unica per regalare, o regalarsi, pubblicazioni straordinarie e per lo più fuori commercio.

Una accanto all'altra troveranno spazio prime edizioni, opere con dedica autografa, rarità da collezionismo o semplicemente vecchie copie a portata di qualsiasi tasca. la scelta di genere è pressocchè infinita.

Dai libri per bambini alle poesie, dai grando classici alle stampe e ai manifesti pubblicitari. Tutto l'universo librario e delle arte grafiche si ritroverà sotto lo stesso tetto.

Ghiotta anticipazione già dal 24, quando per tre giorni consecutivi avrà luogo la distribuzione gratuita, in 15 spazi della città, di 3.000 libri.

La distriuzione gratuita dei libri comincia lunedì 24 novembre dalle 8 alle 9.30 in corso Italia e nelle piazze san Babila, Piemonte, Cavour, Piazzale Loreto.
Prosegue dalle 12 alle 14 in piazza della Scala e lungo i corsi Magenta, Garibaldi, Genova, XXII marzo.
Dalle 17 alle 19.30 i banchetti saranno nelle stazioni di Lambrate, Centrale, Garibaldi, Cadorna e Bovisa.
Si replica negli stessi luoghi e negli stessi orari martedì 25 e mercoledì 26 fino a esaurimento. In distribuzione titoli di tutti i generi, anche usciti da poco ma che, per varie ragioni, sono considerati "fondi di magazzino" dalle case editrici.

Per saperne di più potete visitare il sito http://www.salonelibrousatomilano.com/

Questo post ha 3 commenti

20/11/2008
da MarchRose

EVE SILVER'S LATEST PARANORMAL RELEASE : DEMON'S HUNGER

L'ULTIMO ROMANZO PARANORMALE DI EVE SILVER : DEMON'S HUNGER



Nationally bestselling author Eve Silver writes gothic historicals for Kensington's Zebra imprint and dark contemporary paranormals for Grand Central Publishing. As Eve Kenin she writes speculative romance for Dorchester Publishing.

Her first book was published in November 2005, and since then her work has garnered starred reviews from Publishers Weekly and Library Journal, Reviewers Choice Awards from RT BOOKreviews, and was chosen by Library Journal as one of their Best Genre Fiction 2007 picks.

Eve holds two post-secondary degrees; she is an instructor of human anatomy and microbiology. She lives with her husband and two sons, along with an energetic Airedale terrier and an enormous rabbit.



La scrittrice bestseller Eve Silver scrive romanzi gotici ad ambientazione storica per Kensington -Zebra e paranormali contemporanei dark per Grand Central Publishing. Come Eve Kenin, scrive romance futuristici per Dorchester Publishing.

Il suo primo libro è stato pubblicato nel novembre 2005, e da quel momento in poi le sue opere hanno ricevuto recensioni positive da Publishers Weekly e Library Journal, hanno vinto premi Reviewers Choice di RT BOOKreviews, ed un romanzo è stato scelto da Library Journal come uno dei Migliori Romanzi del 2007.

Eve ha due masters post-universitari; insegna anatomia umana e microbiologia. Vive con il marito e due figli, uno scatenato terrier Airedale ed un gigantesco coniglio.



Hereafter you can find a short interview to Eve Silver in occasion of her latest work, DEMON’S HUNGER, whose release is due for December 2008. You’ll find as well a translated excerpt of the book and my review.

I wish to thank once again Eve for giving me the opportunity of reading an ARC of DEMON’S HUNGER before it hits the shelves!
Eve will stop by and read your comments in the coming days –  so please, don’t forget to sign them with your name or a nick.



Qui di seguito potete trovare una breve intervista all’autrice in occasione dell’uscita del suo romanzo DEMON’S HUNGER, prevista per il prossimo mese di dicembre 2008, insieme a un estratto del libro e alla sua recensione.

Ringrazio ancora di cuore Eve per avermi dato la possibilità di leggere una copia ARC di DEMON’S HUNGER in anteprima!
Eve passerà nei prossimi giorni a leggere i commenti che le lascerete – per favore, ricordatevi quindi di firmarli con il vostro nome, oppure una sigla o un nick.




INTERVIEW – INTERVISTA


- Thanks first of all, Eve, for accepting to answer to these questions about your next release, DEMON’S HUNGER! Can you tell us a bit about the Compact of Sorcerers series? Where did you get the idea for it?

Hi Maria Rosa! Thanks for asking me to chat about my books.

The Compact of Sorcerers is a brotherhood sworn to protect the wall between the human and demon realms. In DEMON’S HUNGER, forensic anthropologist Vivien Cairn agrees to help sorcerer Dain Hawkins search for a supernatural serial killer, only to find herself the most likely suspect. The idea for Dain and Vivien’s story came about in part because I teach human anatomy. I find bones fascinating, and the heroine’s profession involves the study of bones which ties in to the supernatural killer who is hunting mortals in Dain and Vivien’s world.

- Anzitutto grazie, Eve, per aver accettato di rispondere alle nostre domande sul tuo prossimo romanzo, DEMON’S HUNGER! Ci puoi dire qualcosa sulla serie del Patto dei Maghi ( Compact of Sorcerers ) ? da dove ti è venuta l’idea per questa serie?

Ciao Maria Rosa! Grazie per avermi chiesto di parlare dei miei libri.

Il Patto dei Maghi è una fratellanza che ha giurato di proteggere il muro che separa il reame dei demoni da quello degli esseri umani. In DEMON’S HUNGER, l’antropologa forense Vivien Cairn accetta di aiutare il mago Dain Hawkins nella sua ricerca di un serial killer soprannaturale, solo per ritrovarsi ad essere la principale indiziata. L’idea per la storia di Dain e Vivien mi è venuta in parte perchè insegno anatomia umana. Sono affascinata dalle ossa, e la professione dell’eroina implica lo studio delle ossa che sono il collegamento con il killer soprannaturale che sta dando la caccia ai mortali nel mondo di Dain and Vivien.

 

- The Compact of Sorcerers world is a challenging and threatening one indeed –filled up with demons and demon-keepers, hybrids and succubus, and all sorts of evil. At a moment, Vivien the heroine says “…There’s enough horror in the world without dreaming up more.” How much does this fantastic and scary universe owe to your perception of today’s life?

The world I created for Vivien and Dain is one from my imagination. I actually perceive today’s life in a very positive light. I tend to see the good in people rather than the evil. The fantastical and scary elements are those I dreamed up. I did do a great deal of research into paranormal mythology, and in the end I decided to incorporate only some elements, and create a new mythology for others. I wanted the world of the Compact of Sorcerers to be vivid, and offer elements of both light and dark.


- Il mondo del Patto dei Maghi è davvero minaccioso e pieno di rischi – pieno com’è di demoni con i loro custodi, di ibridi e succubi, e ogni sorta di male. Ad un certo punto, l’eroina Vivien dice “…ci sono abbastanza orrori nel mondo senza sognarne degli altri. ”. Quanto deve questo universo fantastico e spaventoso alla tua percezione della vita di oggi?

Il mondo che ho creato per Vivien e Dain è frutto della mia immaginazione. A dir la verità, io vedo la vita di oggi in una luce molto positiva. Tendo a vedere il lato buono della gente piuttosto che quello cattivo. Gli elementi fantastici e paurosi sono quelli che ho immaginato. Ho fatto moltissime ricerche sulla mitologia paranormale, e alla fine ho deciso di inserirne nel libro solo alcuni elementi, mentre per gli altri ho creato una mitologia nuova. Volevo che il mondo del Patto dei Maghi fosse vivido, ed offrisse elementi sia luminosi, che oscuri.

 

- Both your heroines of these two novels, Clea and Vivien, have a strong scientific background - Clea is a medical student, Vivien an anthropologist – but they have soon or later to accept supernatural and find a way to live with it. You’re a teacher of microbiology and human anatomy yourself. Have you ever wondered how much of you is in your heroines?

I do have a scientific background, but in all honesty, there isn’t a lot of me in either Vivien or Clea. My scientific knowledge happened to meld with elements of these stories, but other than that, I don’t model my characters on real people, including myself. For me, the characters evolve as the story progresses, and their growth and change makes them individuals.

- Entrambe le eroine dei due romanzi, Clea and Vivien, hanno una formazione scientifica notevole - Clea è una studentessa di medicina, Vivien un’antropologa – ma prima o poi devono accettare il soprannaturale e trovare un modo di convivere con esso. Tu insegni microbiologia e anatomia umana. Ti sei mai chiesta quanto ci sia di te, nelle tue eroine?

In effetti ho una formazione scientifica, ma in tutta onestà, in me non c’è molto di Vivien o Clea. Le mie conoscenze scientifiche si sono fuse con alcuni degli elementi di questi romanzi, ma d’altra parte, per i miei personaggi non prendo spunto da persone vere, inclusa me stessa. Per quanto mi riguarda, i personaggi evolvono ma mano che la storia va avanti, e il modo in cui crescono e cambiano ne fa degli individui unici.

 

- This second instalment in your Compact of Sorcerers series is about the story of sorcerer Dain Hawkins and Vivien Cairn. The story of Ciarran D'Arbois and Clea Masters has already been told in DEMON’S KISS, but there is at least one more sorcerer to go… can we expect Darqun’s story anytime soon? Any anticipation about Baunn, will he get his story as well?

I actually started Darqun’s story before Dain’s, but Dain was so impatient that I ended up telling his tale first. And he prides himself on his patience!

Right now, I’m working on my next historical suspense, SEDUCED BY A STRANGER, due out in 2009. And I do have a short story about an unrelated sorcerer that will be part of the MAMMOTH BOOK OF PARANORMAL ROMANCE (April 2009). But I do have plans for Baunn and Darqun and Javier…

- Questo secondo romanzo della tua serie del patto dei maghi racconta la storia del mago Dain Hawkins e di Vivien Cairn. La storia di Ciarran D'Arbois e Clea Masters è già stata raccontata in DEMON’S KISS, ma è rimasto per lo meno un altro mago… possiamo aspettarci presto la storia di Darqun? Ci puoi dare qualche anticipazione su Baunn, anche lui avrà la sua storia?

A dir la verità ho iniziato la storia di Darqun prima di quella di Dain, ma Dain era così impaziente che ho finito per raccontare la sua per prima. E dire che lui va fiero della sua pazienza!

In questo momento, sto lavorando al mio suspense storico, SEDUCED BY A STRANGER, che uscirà nel 2009. E ci sarà un mio racconto su un mago, non collegato a questa serie, che verrà incluso nel MAMMOTH BOOK OF PARANORMAL ROMANCE ( uscita prevista per Aprile 2009). Ma ho dei piani per Baunn e Darqun e Javier…

- Anything else you’d like to share with your readers?

I’d just like to say thank you for reading my stories.
For more information on upcoming releases, please visit my website www.evesilver.net

- c’è qualcos’altro che vuoi dire alle tue lettrici?

Vorrei solo ringraziarle per aver letto le mie storie.
Per altre informazioni sui miei prossimi romanzi, visitate il mio sito internet
www.evesilver.net 

 

THE COMPACT OF SORCERERS SERIES – LA SERIE DEL PATTO DEI MAGHI


DEMON’S KISS


The Compact of Sorcerers, a brotherhood sworn to guard the wall between the human world and the demon realm, have relied only on one another for centuries. But now there's a traitor in their midst...

Struggling medical student Clea Masters knows she's unique. Ever since her parents' death, she's been kept safe by an inexplicable force inside her that knocks back any threat. But when a demon attacks her, Clea is launched into a dangerous world she never knew existed. Her only ally is a lethal, seductive man who arouses a hunger stronger than anything she has ever imagined...

Compact of Sorcerers member Ciarran D'Arbois will not let harm befall Clea. In her, he sees a strength he admires and a body he longs to caress. Yet demons are determined to break down the portal Ciarran has sworn to protect, using Clea as their key. Now as a rogue sorcerer leads the enemy ever closer, Ciarran and Clea have only one hope. Both must surrender to their darkest passions--and unleash their most dangerous, untested desires.

DEMON'S KISS--Which is more deadly, his passion or his power?


I membri del Patto dei Maghi, la confraternita che ha giurato di proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli umani, si sono appoggiati esclusivamente l’uno all’altro per secoli. Ma ora, tra di loro c’è un traditore...

Clea Masters è una studentessa di medicina non troppo brillante, ma sa che è unica. Fin dalla morte dei suoi genitori, è stata protetta da una forza inspiegabile dentro di lei che riesce a respingere ogni minaccia. Ma quando un demone l’attacca, Clea viene scagliata in un mondo pericoloso che lei nemmeno sapeva esistesse. Il suo unico alleato è un uomo letale e seducente, che scatena in lei una brama più forte di qualunque cosa lei abbia mai immaginato...

Ciarran D'Arbois, uno dei membri del Patto dei Maghi, non lascerà che a Clea succeda nulla di male. In lei, vede una forza che ammira e un corpo che desidera accarezzare. Eppure i demoni sono decisi a irrompere attraverso il portale che Ciarran ha giurato di proteggere, usando proprio Clea come chiave. Ora, mentre un mago traditore porta il nemico ancora più vicino, Ciarran e Clea hanno solo un’unica speranza. Entrambi devono arrendersi alle loro passioni più oscure-- e scatenare i loro desideri più reconditi e pericolosi.

IL BACIO DEL DEMONE—Cos’è più mortale, la sua passione o il suo potere?



DEMON'S HUNGER


The Compact of Sorcerers, a brotherhood sworn to protect the wall between the human and demon realms, is thrust into battle with an unseen evil that threatens to destroy them all...

Forensic anthropologist Vivien Cairn fears she's losing her mind. Her libido has kicked into overdrive, and she's blacking out, leaving hours of her life unaccounted for and no memory of where she's been or what she's done. But when a sexy stranger rescues her from a demon attack, Vivien realizes there's more than just her sanity at stake.

A seductive killer is luring victims, and Sorcerer Dain Hawkins finds himself walking a dangerous line between ancient duty and sizzling desire when the brotherhood--and Vivien herself--begins to suspect that her mysterious symptoms may connect her to the crimes. Can Dain save Vivien from the evil that threatens to claim her? Or will they both succumb to...
 

DEMON'S HUNGER

Il Patto dei Maghi, la confraternita che ha giurato di proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli umani, viene scagliata in battaglia contro un male mai visto, che minaccia di distruggerli tutti...

L’antropologa forense Vivien Cairn teme di essere sul punto di impazzire. La sua libido sta andando in sovraccarico, e lei ha dei black-outs, che la lasciano con ore della sua vita di cui non sa rendere conto e in cui non ha nessun ricordo di dov’è stata o cosa ha fatto. Ma quando uno sconosciuto molto sexy la salva dall’attacco di un demone, Vivien si rende conto che c’è più della sua sanità mentale in gioco.

Un’assassina sta sfruttando il suo fascino per attirare a sè le proprie vittime, e il mago Dain Hawkins si ritrova a camminare sul filo del rasoio, in bilico tra un antico dovere e un ardente desiderio quando la confraternita--e Vivien stessa – iniziano a sospettare che i misteriosi sintomi della donna la possano collegare ai crimini. Riuscirà Dain a salvare Vivien dal male che minaccia di reclamarla? Oppure soccomberanno entrambi alla ...

FAME DEL DEMONE
 

RECENSIONE / REVIEW:

DEMON’S HUNGER


Publisher / Editore: Forever

Publication date: December 2008 / dicembre 2008

Genre and setting / Genere e ambientazione: urban fantasy, New Orleans, today - – urban fantasy, New Orleans, oggi

Format: Paperback

Sensuality Rating / Livello di Sensualità: Hot / bollente

Rating/Voto: 8/10

Edizione Italiana: Inedito

Collegamenti con altri libri / Connection to other books : Compact of Sorcerers book # 2 ( book 1 is DEMON’S KISS ) – libro # 2 della serie del patto dei Maghi ( il libro # 1 è DEMON’S KISS )


What would you do if you had sudden memory black-outs, which make you lose hours and hours of your life with no recollection of where you’ve been and what you’ve done? If one moment you were in your kitchen, looking out of the window at the night starry sky and just an eyeblink later you’d find yourself staring at the bright morning sun?
This is the nightmare Vivien Cairn, a forensic anthropologist from the University of Toronto on sabbatical, has to experience more and more often since her arrival in New Orleans. The black-outs alone would suffice to make Vivien doubt about her mental sanity, but there’s more. The mysterious red velvet gris gris voodoo bags containing fragments of ancient bones Vivienne keeps on stumbling across everywhere in her travels all around the world - bones she collects without a rational reason. Her persistent, powerful sexual fantasies of an unknown and faceless lover. And last but not least, the scary feeling somebody is constantly watching her through the shadows. Is she really loosing her mind?
But when gorgeous Dain Hawkins knocks at her door to ask Vivienne’s expert advice about another of those strange velvet poches, at least one of her questions gets answered, since she knows at once that he’s the nameless lover she’s dreaming of. Dain is no ordinary man: he’s a member of the Compact of Sorcerers, the brotherhood whose mission is to guard the wall between the human and demon realms. He’s attracted to Vivienne as instantly and powerfully as she is by him, but Dain has learned many years ago to trust no one but himself in the hardest way – her human wife and daughter have been brutally murdered. Since then he has refused to let himself be emotionally involved with anybody, but something in Vivienne sparks in him the need to protect her – and bed her, of course.
Now Dain is not only hunting demons and their human minions, the Hybrids: he and his peers are also looking for a seductive serial killer who lures her victims and eat them alive. All seems to hint to a supernatural being - a succubus. Could Vivienne black-outs be somehow linked to the murders? could she be the one Dain and his friends are trying to stop?
Kudos to Eve Silver for her ability in plotting such a terrific thriller – I have to admit, the identity of the killer eluded me until the very end, and I fully savored the exciting suspence of having the mystery unrevealed through the final, unexpected plot twist. This, and the powerful sexual tension between Dain and Vivienne would be already enough to make of DEMON’S HUNGER an enthralling and very sensual page-turner. Add a superb, complex and original mythology, and you’ll be asking for more. I’m anxiously looking forward to read the other Sorceres’s stories ( especially Javier ) !


Cosa fareste se aveste degli improvvisi black-outs di memoria, che vi fanno perdere ore e ore della vostra vita senza nessun ricordo di cosa avete fatto e di dove siete stati? Se un momento vi trovaste a casa vostra in cucina, a guardare fuori dalla finestra il cielo notturno pieno di stelle, ed il momento successivo, in un batter d’occhio, vi ritrovaste a fissare il sole brillante del mattino?
Questo è l’incubo che Vivien Cairn, un’antropologa forense dell’Università di Toronto in congedo sabbatico, è costretta a vivere sempre più spesso da quando si è trasferita a New Orleans. The black-outs basterebbero già da soli a far sì che Vivien dubiti della propria sanità mentale, ma c’è di più. I misteriosi sacchetti vudu di velluto rosso contenenti frammenti di antiche ossa in cui Vivienne continua ad imbattersi ovunque nei suoi viaggi per il mondo – ossa che lei colleziona senza un motivo razionale. Le sue insistenti, travolgenti fantasie sessuali su di un amante sconosciuto e senza nome. E come se non bastasse, la terrificante sensazione che qualcuno nell’ombra la stia continuamente osservando. Sta davvero impazzendo?
Ma quando l’affascinante Dain Hawkins bussa alla sua porta per chiedere a Vivienne il suo parere di esperta circa un altro di quei misteriosi sacchetti di velluto, almeno una delle domande della donna trova risposta, perché capisce immediatamente che è proprio lui l’amante sconosciuto che continua a sognare. Dain non è un uomo comune: è uno dei membri del Patto dei Maghi, la confraternita che ha come missione proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli esseri umani. Dain è attratto da Vivienne con la stessa rapidità e intensità di lei, ma Dain ha imparato molti anni fa a non fidarsi di nessuno tranne che di se stesso, nella maniera più dura possibile – la sua moglie umana e la sua figlioletta sono state brutalmente assassinate. Da quel momento in poi, lui ha rifiutato di lasciarsi coinvolgere emotivamente da chiunque, ma qualcosa in Vivienne accend in lui il desiderio di proteggerla – e di portarsela a letto, ovviamente.
Però Dain non solo sta dando la caccia ai demoni e ai loro servi umani, gli Ibridi: lui e i suoi compagni stanno anche cercando una serial killer che affascina e seduce le sue vittime, per poi mangiarsele vive. Tutti gli indizi sembrano far pensare ad un essere soprannaturale - un succube. I black-outs di Vivienne potrebbero essere in qualche modo collegati agli omicidi? Potrebbe essere proprio lei, quella che Dain ed i suoi amici stanno cercando di fermare?
Complimenti a Eve Silver per la sua abilità nel progettare la trama di questo magnifico thriller – devo ammetterlo, non sono riuscita a capire l’identità del killer se non alla fine, e mi sono goduta fino in fondo la suspence e l’eccitazione del vedere l’enigma svelato soltanto all’ultimo, inatteso colpo di scena. Questo, insieme alla potente attrazione erotica tra Dain e Vivienne, sarebbe già sufficiente a rendere DEMON’S HUNGER una lettura coinvolgente e molto sensuale, che una volta iniziata è difficile interrompere. Aggiungete una mitologia superba, complessa e originale, e vi verrà la voglia di continuare a leggere. Io sto già aspettando con ansia che arrivino le storie degli altri Maghi ( specialmente Javier ) !




DEMON’S HUNGER EXCERPT

This post's content is copyrighted by Eve Silver and has been translated and published with their expressed authorization.
The original excerpt can be found at this link :
http://www.evesilver.net/contemporary-paranormals.html

Il contenuto di questo post è protetto da copyright ed è stato tradotto e pubblicato con l'espressa autorizzazione di Eve Silver.
L'estratto originale si trova a questo link :
http://www.evesilver.net/contemporary-paranormals.html


PROLOGUE

From the shadows, Gavin Johnston watched the play of expressions cross the girl's face as she struggled to stay awake. He knew what thoughts tugged at her through the haze, knew that the alley spun and darkened as she struggled to focus, shape and form dancing beyond her grasp.
He'd tried three of the common drugs on himself first, just so he'd know what it was like. GHB, Rophypnol, ketamine. Rohypnol turned blue when he dropped the pills in liquid, which made it less than ideal for his use.
He liked GHB best. No odor. No color. He'd used it on a dozen women in recent months. The last one had died. Not his fault. She'd choked on her own vomit.
The girl on the ground moaned as her head lolled to the side. Her eyes moved slowly from left to right. He thought she must be wondering what she was doing out here. Or perhaps she was too far gone for that.
Did she remember staggering to the bathroom? Did she remember that he'd looped her arm across his shoulders and half carried her out the back door to the alley, laid her down by the dumpster beneath the dark night sky?
The rancid stink rising from the dumpster slapped him. She must have smelled it, too, because she tried to roll away, but only managed to shift from her side to her back before her body betrayed her.
He smiled, finding humor in her distress. Did she wonder how she'd gotten so drunk on only a single glass of wine? Or did she realize that he had put something in her drink?
Her eyes opened, drifted shut, opened again, focusing on him. She was pretty. Very pretty. Olive skin. Dark hair, sleek and smooth, fanning out against the ground. Great body, encased in a tight little skirt and low-cut top. No bra.
"Are you woozy, pretty girl?" he asked with a nasty laugh, knowing she was. Enjoying the fact that she was weak and vulnerable.
Earlier tonight, he'd been the one who was weak. Vulnerable. He'd been the one tormented.
It had been a mistake, allowing himself to be in that position, but this was his opportunity to remedy that, his chance to be strong.
The bare bulb over the back door of the bar cast a yellow circle of light, and he had no liking for that. Grabbing her under her armpits, he dragged her along the pavement into the shadows. A quick glance up and down the alley confirmed they were completely alone.
Hunkering down beside her, he stroked her hair back from her face. She stared up at him, her eyes wide, and for a moment they looked far too lucid for his taste. Then her lids drifted shut, and he relaxed.
He undid the button of his jeans, then the zipper, metal sliding over metal with a dull rasp.
The girl's eyes flicked open, pinned him with a hard, cold gaze, dark and glittering. Fever bright.
He froze, the first lick of unease touching him like the flicker of a flame.
"Don't stop now," she whispered, her lips curving to reveal animal-white teeth as she dropped her gaze to his crotch.
Whoa. Gavin's thoughts skidded one against the next, slamming into each other. She shouldn't be speaking. The drug...She shouldn't be able to speak-
"I told you not to stop," she murmured.
The air around her shimmered, like heat rising off pavement. He caught glimpses of talons and incredibly long teeth, and he jerked back, suddenly afraid that he'd given the drug to himself by accident.
Unease turned to icy fear, even though he couldn't say why. She was just a girl, a drugged girl, lying on the cold ground. Only...she was something more, something...dark. His heart slammed against his ribs and his blood pounded hard in his ears.
What the hell? What the fucking hell?
He wanted to tell her to fuck herself. He wanted to get up and run. But his muscles wouldn't obey his command and, against his will, his hands stayed on the open fly of his jeans.
All he could do was kneel by her side as she reached for him, escalating fear congealing in his gut. All he could do was gasp as she tore his shirt open from neck to hem, then tore his skin, her nails raking him to leave four deep furrows on his chest.
With a low hum of pleasure, she brought her bloodied fingers to her mouth, licked them clean.
Her teeth...what the hell was with her teeth?
She wasn't human. He could see that now. Oh, God, she wasn't human.
He was going to be sick. The fear inside him kindled and swelled until it grew to a roaring blaze.
He was still on his knees at her side, and he swayed, dizzy with fear and horror, desperate to get up and run, to be anywhere but here. Only, his limbs wouldn't do what he told them, wouldn't obey the commands of his mind.
"Not a very nice feeling, is it?" she asked, her voice so incredibly sexy, making him hard even through his terror. And that frightened him even more until all he knew was the great crashing waves of his panic.
She kept talking, low murmurs of encouragement and reassurance.
With a smile, she struck, her fingers curled like talons. Pain rocked him, sharp and deep.
At first, he thought she'd punched him.
The breath whooshed out of him in a quick exhale. He doubled over, feeling as though not just his breath was dragged from him, but his life in one great, sucking pull.
He looked down. Stared at his belly in mute horror.
She hadn't punched him.
Blood spurted over her wrist, her forearm. His gut was ripped open, her hand inside him. Inside him. His head jerked up and he looked into her eyes, the swirling depths of her too-black eyes.
Wrenching agony exploded inside him.
Rearing up, she cupped her free hand against the base of his skull, pressed her mouth to his and swallowed his agonized screams.

CHAPTER ONE

He was alone, horny, and in possession of a partially scorched demon bone. Perfect.
Only the last of the three problems was new, but it sure wouldn't provide a solution for the previous two.
Dain Hawkins raked his fingers back through the shaggy layers of his dark hair and gave a low, mordant laugh. Moon-spun purple shadows and pale gray light sliced across his denim-clad thigh, then fanned along the row of brick, stucco and marble vaults of New Orleans' oldest cemetery. St. Louis #1.
He crouched, waiting, hidden by the white Greek revival tomb at his side-the voodoo queen's tomb. It was covered in small x's drawn there for luck, and festooned with the offerings of the faithful: votives, flowers, hoodoo money-coins left to buy favors.
But Dain wasn't here for voodoo magic tonight. As a sorcerer, he didn't need that kind of help.
He was here for hybrids, brutish creatures that had been human once. Faced with death, they had chosen to allow demon will to overtake their souls, to become slavish minions of the Solitary, a malevolent demon of immeasurable power that wanted only to cross the wall between dimensions and turn the human realm into his own personal feeding farm.
Dain smiled mirthlessly. Not while he breathed.
The air was crisp with a hint of winter chill. He smelled the faintest trace of brimstone, sensed the ripple of evil that hung over the graveyard, a fetid mist.
Yeah, he'd come to the right place.
He rose, the material of his long, black coat flowing behind him, an undulating shadow. Walking to the end of the row, he turned and moved on through the city of the dead. Some rows were straight, some twisted, and still others led to blind ends in a tangled maze of family tombs: miniature houses for the dead, complete with low iron fences. Many tombs had been restored since the hurricane; others still bore their crumbled corners, decimated by time and storm, jutting out like barren bones.
Bones. Dain's lips twisted. He was here for more than the hybrids. He was here because of the blackened bone that sat heavy in the pocket of his long coat, burning through the layers of cloth into his skin like a brand. He hated the feel of it, the revolting aura that was so strong it sucked the breath from his lungs. Demon stink clung to it, and terrible demon power.
Weeks past, Dain's contemporary, Ciarran D'Arbois had slammed shut a portal between the demon realm and the dimension of man, and in so doing, he had maimed the Solitary. The demon's foot had been severed when the doorway closed, leaving the powerful demon trapped in the pit that had spawned it. Dain had found all that remained in the human realm, a single burnt and blackened bone that carried vestiges of horrific, dark magic.
Since that night, he'd kept the thing locked away in a vault in his home, but he'd dared not leave it unattended while he came to New Orleans. Still, he wondered if he was crazy to carry it about.
Choices, choices. No one to trust but himself. That lesson had been hard learned.
The outline of a cross reflected in the smooth surface of a puddle, and the round bright shape of the moon. Dain looked up at the top of a nearby vault, at the cross there, and at the statue of the weeping woman on the tomb next to it. His booted feet scattered the reflections as he walked on.
He made no effort to hide his progress. Let them hear him. He was spoiling for a fight, had been for weeks, ever since the night the Solitary had almost crossed over. That night, Dain had learned that the Ancient, the oldest and most powerful of the Compact of Sorcerers, had betrayed them, choosing to ally with the demons. The Ancient had been his mentor, his friend.
Now, his enemy.
Following instinct, Dain navigated the maze of vaults and low iron fences. At length, he came upon a wider space with a lone, black tomb, brick and plaster torn open to reveal a musty, gaping hole. An old, rotting casket had been dragged out into the moonlight, the lid ripped off, and around it crowded a half-dozen hybrids, casting long, menacing shadows.
Their clothing was stained, mottled, heavy with the metallic scent of fresh blood. Dain could tell they had fed recently. Not on the long-decomposed remains from the casket. No, they had hunted and killed before coming here to the cemetery. Hybrids liked their prey live. Their meat bloody.
And human.
It was the only thing that offered even a temporary relief from the endless physical pain of their existence-a small matter that the demons invariably failed to mention when they tempted the dying to become hybrid.
With narrowed eyes, Dain studied the group. They had no idea he was here. Normally, they would have sensed the herald of his light magic long before this, but the malevolent power of the charred bone he carried was so great it obscured much. Hell, he was slathered so thick with the demon aura, they probably mistook his presence as just another of their own.
A valuable stealth tool.
Problem was, he was having trouble sensing them as well. The longer he carried the bone on his person, the more inured he became, less attuned to the current of demon magic. A danger, to be sure, but one that could not be avoided. Hybrids were robbing graves all over the world without subtlety or discretion, but with what Dain suspected was a definite plan. Until he figured out what the hell was going on, the scorched demon bone wasn't going anywhere without him.
Yeah, him and his bone, inseparable.
Hanging in the shadows, Dain clenched his teeth, battling the urge to call his full power and step into the circle of hybrids. While a fight might relieve his tension, it wouldn't get him answers. He'd wait and watch just a little longer. Whatever the hybrids were after, it had something to do with the Solitary, and with rotted human corpses.
With a high cackling laugh, one of the hybrids yanked something from the open casket before him: a bony forearm and hand, stripped of flesh by years and inevitable decay, held together by fragile remnants of desiccated tissue. Dangling from the moldered fingers was a tattered and rotting cloth pouch.
Frowning, Dain stepped closer. A voodoo gris-gris? A charm bag buried with the dead?
Whatever was in that pouch had demon stink all over it. The damned bone in his pocket heated, the sensation burning through coat and jeans into the skin and muscle of his thigh, bright, hot. Evil called to evil.
The hybrids were after that charm bag, which meant so was he.
Dain stepped forward into the moonlight. One of the hybrids jerked its head back, and spun to face him.
So much for the covert approach.
The thing lunged with a feral cry. In a smooth execution of movement, Dain tucked, rolled and rose, avoiding the creature that attacked, coming up next to the one that held the gris-gris. He plucked the cloth bag from the hybrid's grasp. It was red velvet, stitched with red thread.
Old. Very old. Bound by spells to protect the contents and stave off decay in the moist heat of New Orleans. Dain felt rank evil ooze from the small bag into the flesh and bone of his hand. The continuum, the dragon current-an endless river of energy that flowed between dimensions-shifted and writhed in protest of the unnatural shift in balance.
With a howl, the hybrid he'd robbed swiped at him, a rake of clawed fingers. Dain jerked aside, shoved the pouch into his pocket-the one that didn't hold the demon bone-and leaped back so he was at the edge of the open space, a tomb at his back.

The hybrids advanced on him in a loose semicircle.
Dain called up a little more of his power, enough to let the hybrids sense his magic, let them know for certain that he was a light sorcerer. That was his warning to them, his single offer of reprieve. They could flee and he would not chase them, or they could attack and he would cut them down.
They hesitated, confused by the impossible mix of light magic and demon aura that clung to him, darkness oozing from the scorched bone that had become his constant companion.
He conjured a six-foot staff of acacia wood, ancient, deadly, and he waited.
Snarling, the closest hybrid fell on him like a rabid dog. Declining to summon more of his magic, Dain fought, preferring for the moment the physical release of punch and thrust and kick, even when they piled on him, six-to-one.
Claws sank into his chest, raking deep, and a fist to the jaw rocked his head back. He gave as he got, a jab with his staff, and then he tossed it high in the air, twisted a hybrid's head from its neck, snapped out his hand to catch his staff on the descent, his fingers slick with black blood.
The hybrid's remains bubbled and hissed and, finally, disintegrated in a stinking gray sludge.
Another hybrid moved into the place of the first. Dain let emotion take him, rage and pain at the Ancient's betrayal, the memory of his mentor's treachery still cutting sharp as a finely honed blade. Grief was there, too, and a centuries' old hatred of demons and their ilk, feeding his actions until there was a thick morass of bubbling ooze at his feet.
A single hybrid backed away, the only one left standing. It stood shivering, frozen in terror, then fell to its knees before him. Dain stared at it, chest heaving. The charred bone in his pocket heated with a gruesome energy, a forbidden magic, and the continuum writhed at the insult.
Temptation wheedled through him, and with it came a foreign and ugly craving for just one more kill.
Kill, kill, kill.
That was new.
What the hell was wrong with him?
The bone, the goddamned demon bone.
Well, it would be disappointed if it wanted to lure him to the dark side. Sorcerers were guardians, not indiscriminate murderers.
Pressing a hand to the deep gouges that scored his chest, Dain spat blood. He was breathing heavily, and his pulse pounded a hard beat in his ears.
"Go," he snarled, and the hybrid didn't wait for a second invitation. It scrabbled back like a crab, then rolled and stumbled to its feet, weaving as it ran through the graveyard, the sound of its footsteps echoing hollowly.


ESTRATTO DI “DEMON’S HUNGER"

PROLOGO

Dall’ombra, Gavin Johnston osservò il gioco di espressioni sul volto della ragazza mentre lottava per rimanere sveglia. Sapeva quale tipo di pensieri stavano accalcandosi nella sua mente confusa, sapeva che il vicolo girava come una trottola e si oscurava mentre lei lottava per mettere a fuoco lo sguardo, e che le forme degli oggetti le danzavano davanti senza che potesse afferrarle.
Aveva provato tre delle droghe più comuni su se stesso per primo, proprio per sapere com’erano. GHB, Rophypnol, ketamina. Il Rohypnol diventava blu quando si mettevano le pillole in un liquido, e la cosa lo rendeva meno pratico da usare.
Quello che preferiva era il GHB. Nessun odore. Nessun colore. L’aveva usato su una dozzina di donne nel corso degli ultimi mesi. L’ultima era morta. Non per colpa sua. Era soffocata nel proprio vomito.
La ragazza a terra gemeva mentre la testa le dondolava di lato. Mosse gli occhi lentamente da sinistra a destra. Gavin pensò che forse si stava chiedendo com’era finita lì. O forse era già troppo andata per domandarselo.
Si ricordava di aver barcollato fino al bagno? Si ricordava che lui le aveva preso un braccio, se l’era messo intorno alle spalle e l’aveva mezzo trascinata fuori nel vicolo passando dalla porta sul retro, e l’aveva fatta stendere accanto al cassonetto sotto il buio cielo notturno?
La puzza di rancido che saliva dal cassonetto lo colpì come uno schiaffo. Anche lei doveva avere sentito l’odore, perchè cercò di rotolare via, ma riuscì solo a girarsi dal fianco alla schiena prima che il corpo la tradisse.
L’uomo sorrise, divertito dalle sofferenze della ragazza. Si stava chiedendo come aveva fatto a ubriacarsi così con un unico bicchiere di vino? Oppure si era accorta che lui le aveva messo qualcosa nel bicchiere?
Lei aprì gli occhi, li richiuse lentamente, li aprì di nuovo, mettendoli a fuoco su di lui. Era carina. Molto carina. Pelle olivastra. Capelli scuri, lisci e morbidi, sparsi a ventaglio sul terreno. Un corpo da favola, fasciato da una gonnellina aderente e un top scollato. Niente reggiseno.
"Ti gira la testa, bella?" chiese con una risata cattiva, sapendo che era così. Godendo del fatto che era debole e vulnerabile.
Prima, quella notte, era stato lui quello debole. Vulnerabile. Era stato lui, quello sotto tortura.
Permettere a se stesso di trovarsi in quella posizione era stato un errore, ma questa era la sua opportunità per porvi rimedio, la sua occasione per essere forte.
La lampadina nuda che stava sopra la porta del retro del bar gettava un cerchio di luce gialla, e la cosa non gli piacque. Afferrando la ragazza sotto le ascelle, la trascinò sul marciapiede nell’ombra. Uno sguardo veloce su e giù per il vicolo gli confermò che erano completamente soli.
Sedendosi sui calcagni accanto lei, le allontanò i capelli dalla faccia. La ragazza girò lo sguardo in alto a guardarlo con gli occhi spalancati, che per un attimo gli sembrarono troppo lucidi per i suoi gusti. Poi lei lasciò che le palpebre le si chiudessero, e l’uomo si rilassò.
Si sbottonò i jeans, poi abbassò la cerniera, il metallo che scivolava sul metallo con un suono basso e graffiante.
La ragazza aprì di colpo gli occhi, e lo trafisse con uno sguardo duro, freddo, scuro e scintillante. Lucido in modo febbrile.
Lui si bloccò, mentre una punta di disagio lo sfiorava leggera come il tremolio di una fiamma.
"Non fermarti adesso," sussurrò la ragazza, curvando le labbra a mostrare dei denti candidi come quelli di un animale, mentre lo sguardo le cadeva sull’inguine dell’uomo.
Wow. I pensieri di Gavin si accalcavano, cozzavano gli uni contro gli altri. Non avrebbe dovuto essere in grado di parlare. La droga... non avrebbe dovuto essere capace di parlare-
"Ti ho detto di non fermarti," mormorò lei.
L’aria intorno a lei scintillava, come se il marciapiede emanasse calore. Gavin ebbe una fugace visione di artigli e di denti incredibilmente lunghi, e si ritrasse di scatto, con l’improvviso timore di aver preso lui la droga per errore.
Il disagio si trasformò in paura raggelante, anche se non avrebbe saputo dire il perchè. Era solo una ragazza, una ragazza imbottita di droga, stesa sul marciapiede freddo. Solo che... che era qualcosa di più, qualcosa di... oscuro. Il cuore gli sbatteva contro le costole, il sangue gli pulsava all’impazzata nelle orecchie.
Che diavolo stava succedendo? Che diamine…?
Voleva dirle di andare a farsi fottere. Voleva alzarsi e mettersi a correre. Ma i muscoli non volevano obbedire ai suoi ordini e, contro la sua volontà, le sue mani rimasero lì, sulla patta aperta dei jeans.
Tutto quello che riuscì a fare fu inginocchiarsi a fianco della ragazza mentre lei si tendeva verso di lui, mentre una paura crescente gli si congelava nelle viscere. Tutto quello che riuscì a fare fu sussultare quando lei gli strappò la camicia aprendola dal colletto all’orlo, e poi gli lacerò la pelle, facendo scorrere le unghie sul suo petto e lasciandogli quattro solchi profondi.
Con un basso mugolio di piacere, la ragazza si portò le dita insanguinate alla bocca, e se le leccò per ripulirle.
I suoi denti...che diavolo avevano, i suoi denti?
Non era umana. Adesso era tutto chiaro. Oh, Dio, non era umana.
Stava per sentirsi male. La paura dentro di lui crebbe fino a diventare una fiammata abbagliante.
Era ancora inginocchiato al suo fianco, e ondeggiò, stordito dalla paura e dall’orrore, disperato di alzarsi e correre, di essere ovunque ma non lì. Solo, le sue membra non volevano fare quello che lui gli ordinava, non volevano obbedire ai comandi della sua mente.
"Non è una bella sensazione, vero?" chiese lei, con una voce incredibilmente sexy, che lo fece eccitare anche attraverso il terrore. E questo lo spaventò ancora di più finché tutto quello che riuscì a provare fu il panico che si abbatteva su di lui in ondate gigantesche.
La ragazza continuava a parlare, mormorando in tono di incoraggiamento e rassicurazione.
Con un sorriso, lei lo colpì, con le dita ricurve come artigli. Il dolore profondo e lancinante lo fece barcollare.
All’inizio, pensò che la ragazza l’avesse preso a pugni.
Tutto il respiro gli uscì in un solo colpo. Si piegò in due, sentendosi come se gli stessero risucchiando via non solo il fiato, ma la sua stessa vita.
Guardò giù. Si fissò l’addome in muto orrore.
Non l’aveva preso a pugni.
Il sangue le sprizzava sopra il polso, sull’avambraccio. Aveva il ventre squarciato, e la mano di lei era dentro di lui. Dentro di lui. Scattò con la testa all’indietro e la guardò negli occhi, nelle profondità turbinose dei suoi occhi troppo neri.
Un’agonia straziante esplose dentro di lui.
Tirandosi su, lei gli appoggiò una mano a coppa alla base del cranio, premette la bocca sulla sua ed inghiottì i suoi urli d’agonia.


CAPITOLO UNO

Era solo, eccitato, ed era in possesso di un osso di demone mezzo bruciato. Perfetto.
Solo l’ultimo dei tre problemi era nuovo, ma di sicuro non avrebbe offerto una soluzione per i primi due.
Dain Hawkins fece scorrere le dita attraverso le ciocche arruffate dei capelli scuri e si lasciò sfuggire una bassa, sarcastica risata. La luna proiettava sulle sue cosce avvolte dal denim ombre violacee e una pallida luce grigia, che poi illuminava la fila di cripte fatte di mattoni, stucchi e marmo del più antico cimitero di New Orleans. Il St. Louis #1.
Si curvò su se stesso, in attesa, nascosto dalla tomba in stile greco al suo fianco – la tomba della regina del vudu. Era ricoperta da piccole x che la gente vi aveva disegnato come portafortuna, and inghirlandata dai doni dei fedeli: offerte votive, fiori, denaro hoodoo – monete lasciate per comprare il suo favore.
Ma quella sera Dain non era lì per la magia vudu. In quanto mago, non aveva bisogno di quel tipo di aiuti.
Era lì per gli ibridi, creature bestiali che un tempo erano state umane. Messe faccia a faccia con la morte, avevano scelto di permettere a un demone di prendere il controllo delle loro anime, di diventare schiavi e seguaci del Solitario, un demone maligno dal potere incommensurabile che voleva solo attraversare il muro tra le dimensioni e trasformare il reame degli umani nel suo personale allevamento a scopo alimentare.
Dain sorrise senza allegria. Mai, finché lui aveva fiato in corpo.
L’aria era frizzante con una punta di gelo invernale. Fiutò una debolissima traccia di zolfo, avvertì l’onda tremolante del male che aleggiava sul cimitero, una specie di foschia fetida.
Sì, era venuto nel posto giusto.
Si alzò, con la stoffa del suo lungo cappotto nero che gli svolazzava dietro, come un’ombra ondeggiante. Camminando fino alla fine della strada, si girò e proseguì verso la città dei morti. Alcune file erano dritte, altre tortuose, ed altre ancora portavano a vicoli senza uscita in un aggrovigliato labirinto di tombe di famiglia: case in miniatura per i morti, complete di basse recinzioni di ferro. Molte tombe erano state restaurate dopo l’uragano; altre avevano ancora gli spigoli frantumati, seviziati dagli anni e dalle tempeste, che sporgevano in fuori come nude ossa.
Ossa. Dain arricciò le labbra. Era lì per qualcosa di più degli ibridi. Era lì per l’osso annerito che sentiva pesargli nella tasca del suo lungo cappotto, e che gli bruciava la pelle come un marchio attraverso gli strati di stoffa. Odiava quella sensazione, l’aura ripugnante che era così forte da risucchiargli il fiato dai polmoni. La puzza di demone stava ancora incollata all’osso, insieme ad un terribile potere demoniaco.
Settimane prima, Ciarran D'Arbois, il coetaneo di Dain, aveva chiuso di colpo uno dei portali tra il reame dei demoni e la dimensione degli esseri umani, e così facendo aveva menomato il Solitario. La zampa del demone era stata amputata di netto quando la porta si era chiusa, lasciando il potente demone intrappolato nel pozzo che l’aveva generato. Dain aveva trovato tutto ciò che rimaneva della zampa nel reame degli umani, un unico osso annerito e carbonizzato che recava tracce di orrenda magia nera.
Da quella notte, aveva tenuto quella cosa chiusa a chiave in una cassaforte di casa sua, ma non aveva osato lasciarla incustodita mentre veniva a New Orleans. Eppure, ora si chiedeva se era un pazzo a portarselo in giro.
Scelte, sempre scelte. E nessuno di cui fidarsi se non se stesso. Quella era stata una lezione difficile da imparare.
La sagoma di una croce si specchiò sulla liscia superficie di una pozzanghera, e la forma rotonda e lucente della luna. Dain guardò sopra la cima di una cripta lì vicino, in direzione della croce, e la statua della donna piangente sulla tomba accanto. Il suo stivale infranse i riflessi mentre proseguiva il cammino.
Non fece nessuno sforzo per nascondere il suo arrivo. Che lo sentissero pure. Stava preparandosi a un combattimento, lo stava facendo da settimane, fin dalla notte in cui il Solitario quasi ce l’aveva fatta a passare. Quella notte, Dain aveva saputo che l’Antico, il membro più anziano e più potente del Patto dei Maghi, li aveva traditi, scegliendo di allearsi coi demoni. L’Antico era stato il suo mentore, il suo amico.
Adesso, era il suo nemico.
Seguendo l’istinto, Dain si fece strada attraverso il labirinto di cripte e di bassi recinti di ferro. Alla fine, arrivò in uno spazio più ampio con una tomba nera e solitaria, mattoni e cemento squarciati a rivelare un buco muschioso e spalancato come una bocca famelica. Una vecchia bara mezza marcia era stata trascinata fuori alla luce della luna, il coperchio era stato strappato via, ed intorno ad essa si accalcavano una mezza dozzina di ibridi, che gettavano lunghe ombre minacciose.
Le loro vesti erano macchiate e insozzate dal greve odore metallico del sangue fresco. Dain era certo che si erano nutriti da poco. E non con i resti da molto tempo decomposti contenuti nella bara. No, avevano cacciato ed ucciso prima di venire al cimitero. Agli ibridi piacevano le prede vive. La carne ricca di sangue.
E umana.
Era la sola cosa che offrisse almeno un temporaneo sollievo dall’interminabile dolore fisico della loro esistenza – un fatterello che i demoni invariabilmente dimenticavano di far presente quando tentavano i morenti a diventare ibridi.
Ad occhi stretti, Dain studiò il gruppo. Non avevano idea che lui fosse lì. Normalmente, avrebbero dovuto percepire iol sopraggiungere della sua magia della luce molto prima, ma il potere maligno dell’osso carbonizzato che portava con sé era così grande che celava molte cose. Che diavolo, Dain era così impregnato dall’aura del demone, che probabilmente avevano confuso la sua presenza con quella di un altro della loro specie.
Un buon dispositivo di camuffamento.
Il problema era che anche lui aveva delle difficoltà a . Più portava l’osso sulla sua persona, più lui vi si assuefaceva, e diventava insensibile alle correnti di magia demoniaca. Era un pericolo, di sicuro, ma che non poteva essere evitato. Gli ibridi stavano depredando le tombe di tutto il mondo senza né sottigliezza né discrezione, ma seguendo quello che Dain sospettava essere un piano ben preciso. Finché non avesse capito cosa diavolo stava succedendo, l’osso mezzo bruciato di demone non sarebbe andato da nessuna parte senza di lui.
Sì, lui e il suo osso, inseparabili.
In attesa nell’ombra, Dain serrò i denti, lottando contro la pulsione di fare appello a tutto il proprio potere e farsi avanti nella cerchia degli ibridi. Se da una parte un combattimento avrebbe potuto alleviare la sua tensione, dall’altra però non gli avrebbe procurato risposte. Avrebbe aspettato e osservato ancora per un po’. Qualunque cosa gli ibridi stessero cercando, aveva qualcosa a che fare con il Solitario, e con cadaveri umani decomposti.
Con un’alta risata chiocciante, uno degli ibridi estrasse qualcosa dalla bara aperta che gli stava aperta davanti: un avambraccio ed una mano scheletriti, scarnificati dagli anni e dall’inevitabile decadimento, tenuti insieme da fragili rimasugli di tessuto essiccato. Penzolante dalle dita frantumate, c’era un sacchetto di stoffa ormai marcia, a brandelli.
Aggrottando la fronte, Dain fece un passo in avanti. Un gris-gris vudu? Un incantesimo seppellito con il morto?
Qualunque cosa ci fosse in quel sacchetto, puzzava di demone. Il maledetto osso nella sua tasca era caldo, bruciava attraverso il cappotto e i jeans fino alla pelle e ai muscoli della coscia, ardente fino a scottare. Il male chiamava il male.
Gli ibridi stavano cercando quel sacchetto magico, il che significava che lo stava cercando anche lui
Dain fece un passo in avanti nella luce lunare. Uno degli ibridi gettò la testa indietro, e si girò a fronteggiarlo.
Questo risolveva il problema di come avanzare senza farsi scorgere.
La cosa lo attaccò con un grido ferino. In una veloce esecuzione di movimento, Dain si chinò, rotolò a terra e si rialzò accanto alla creatura che teneva il gris-gris, evitando quella che lo stava attaccando. Strappò il sacchetto di stoffa dalla presa del demone. Era di velluto rosso, cucito con un filo rosso.
Antico. Molto antico. Legato da incantesimi per proteggerne il contenuto e tener lontano il decadimento che il caldo umido di New Orleans avrebbe causato. Dain sentì un male stantio fluire dalla piccola borsa fin dentro la carne e le ossa della mano. Il continuum, la corrente-drago – un fiume infinito di energia che scorreva tra le dimensioni – si spostò e si contorse in segno di protesta per quell’innaturale spostamento dell’equilibrio.
Con un ululato, l’ibrido che aveva attaccato si lanciò su di lui, una furia di dita artigliate. Dain si fece da parte, si infilò il sacchetto in una tasca – quella che non conteneva l’osso di demone – e arretrò velocemente, così da trovarsi al limitare di uno spazio aperto, con una tomba alle spalle.
Gli ibridi avanzarono verso di lui in un ampio semicerchio.
Dain richiamò a sè un po’ più del suo potere, abbastanza per far sì che gli ibridi avvertissero la sua magia, e sapessero con certezza che era un mago della luce. Questo era il suo avvertimento per loro, la sua unica offerta di resa. Avrebbero potuto fuggire e lui non avrebbe dato loro la caccia, oppure l’avrebbero attaccato e lui li avrebbe sterminati.
Esitarono, confusi da quella miscela impossibile di magia della luce e dell’aura demoniaca che gli aleggiava addosso, con l’oscurità che emanava dall’osso bruciacchiato che era diventato il suo costante compagno.
Evocò un bastone di legno d’acacia lungo sei piedi, antico e mortale, e restò in attesa.
Con un ringhio, l’ibrido più vicino si abbatté su di lui come un cane rabbioso. Rifiutandosi di evocare maggiormente la propria magia, Dain combatté, preferendo per il momento la sensazione fisica di sollievo che gli veniva dal dare spintoni e tirar pugni e calci, anche quando gli saltarono tutti addosso, sei contro uno.
Artigli gli affondarono nel petto, graffiandolo in profondità, ed un pugno alla mascella gli fece sbattere la testa all’indietro. Contraccambiò i colpi ricevuti, assestò un colpo col bastone, e poi lo gettò in alto nell’aria, torse il collo a un ibrido spezzandoglielo, poi protese la mano a riacchiappare il bastone mentre cadeva, con le dita rese scivolose dal sangue nero.
I resti dell’ibrido gorgogliarono e sibilarono e alla fine si disintegrarono in una massa di putridume grigiastra e puzzolente.
Un altro ibrido si mosse, prendendo il posto del primo. Dain lasciò che le emozioni prendessero il sopravvento su di lui: la rabbia e dolore per il tradimento dell’Antico, il ricordo dell’inganno del suo mentore ancora tagliente come una lama ben affilata. Ad alimentare le sue azioni c’era anche il lutto, ed un odio vecchio di secoli per i demoni e la loro razza, e alla fine si ritrovò con una grossa pozzanghera di melma ribollente ai suoi piedi.
Un unico ibrido indietreggiò, l’unico rimasto in piedi. Se ne stava lì a rabbrividire, congelato dal terrore, poi cadde in ginocchio davanti a lui. Dain lo fissò, col petto che si alzava e abbassava affannosamente. L’osso carbonizzato nella sua tasca si stava surriscaldando con un’energia spaventosa, una magia proibita, e il continuum si contorceva all’insulto.
La tentazione serpeggiò dentro di lui, e con essa venne la brama estranea e cattiva di uccidere ancora almeno un’altra volta.
Uccidere, uccidere, uccidere.
Questa era una novità.
Cosa diavolo c’era che non andava in lui?
L’osso, quello stramaledetto osso di demone.
Be’, se si aspettava di attirarlo al lato oscuro sarebbe rimasto deluso. I maghi erano guardiani, non assassini senza scrupoli.
Premendosi una mano sui graffi che gli solcavano il petto in profondità, Dain sputò sangue. Respirava affannosamente, ed il battito del cuore gli risuonava forte nelle orecchie.
"Vattene," ringhiò, e l’ibrido non se ne stette lì ad aspettare un secondo invito. Strisciò a terra indietreggiando come un granchio, poi rotolò e inciampando si tirò in piedi, barcollando mentre correva attraverso il cimitero, il suono dei suoi passi che echeggiava sordo.
 

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18/11/2008
da Paige79

 RECENSIONE: I LOVE SHOPPING A NEW YORK ( Shopaholic abroad ), di Sophie Kinsella

shop

Anno: 2001

Edizione originale: Dell

Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori Editore, prima edizione nella serie Omnibus; seconda edizione nella serie Bestseller Oscar Mondadori.

Formato: paperback

Livello di sensualità: subtle ( sottile )

Genere: chick lit

Ambientazione: Inghilterra, ai giorni nostri

                                         Voto: 9/10


Collegamenti con altri romanzi: è il secondo romanzo della serie I LOVE SHOPPING.

Le disavventure finanziarie raccontate nel precedente romanzo si sono alla fine risolte bene e Becky Bloomwood è riuscita ad ottenere un lavoro come esperta di finanza in una trasmissione del primo mattino, è riuscita a saldare tutti i suoi debiti e soprattutto ora è felicemente fidanzata col suo Luke.
Tutto va quindi per il meglio, anche perché  Luke viene offerta l’opportunità di aprire alcune filiali della sua azienda negli Stati Uniti; deve quindi andare a vivere a New York per qualche tempo per controllare che tutto vada bene, e chiede a Becky di andare con lui. Ovviamente lei accetta, e non è elettrizzata solo dal fatto che Luke le sta praticamente proponendo una prova generale di convivenza:  una irriducibile fashion victim come lei ( eh già, il vizietto non le proprio passato! ) è letteralmente elettrizzata dall’idea di visitare una delle capitali mondiali della moda e dello shopping! Si prevedono nuovi guai in vista…

Dopo I LOVE SHOPPING ritroviamo in questo secondo romanzo della serie Becky Bloomwood più in forma che mai:carriera, finanze e soprattutto amore sono la top. Che altro desiderare di più?
La principale preoccupazione di un comune mortale che avesse attraversato e risolto per il rotto della cuffia i guai che Becky ha avuto nel precedente romanzo sarebbe di cercare di mantenere stabile la sua situazione di benessere, e di non ricadere più nei vizi che l’hanno portato nei guai… e in fondo questo è il proposito principale anche della nostra simpatica protagonista. Ma credete davvero che si applicherà seriamente per realizzarlo? Se sì, illusi….i-love-shopping-a-new-york
Si ripetono quindi, nonostante le varianti di ambientazione ( stavolta siamo in una scintillante e frizzante New York che ricorda molto quella del telefilm SEX AND THE CITY ), le situazioni già narrate in I LOVE SHOPPING, causate ovviamente dalla mania di Becky per shopping, saldi, occasioni ecc. L’abilità dell’autrice sta nel narrarle in modo da non dare davvero l’impressione al lettore di avere un deja vù grazie alla sua inesauribile verve comica, che le permette oltretutto di tracciare azzeccatissimi ritratti di personaggi ( anche secondari, come Elinor, la gelida e sofisticatissima madre di Luke ) e delineare situazioni al limite del paradossale e che a tratti contengono anche risvolti drammatici mantenendo sempre un pizzico di suspence sulla loro conclusione.
Alla fine Becky come sempre se la caverà e avrà tutti vicino, infatti come sempre il personaggio è di una simpatia e generosità uniche. Il che le fa ( e ci fa, a noi lettori intendo ) perdonare la faciloneria in cui casca nei guai
Ovvio che il finale darà già lo spunto per il terzo capitolo della serie….


Tiziana

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17/11/2008
da Andreina

L'AVVENTURIERO CHE AMAVA LE STELLE
L'ULTIMO ROMANZO DI ORNELLA ALBANESE

 

In occasione della prossima uscita del suo libro L'avventuriero che amava le stelle per la collana Romanzi Mondadori, è tornata a trovarci la scrittrice Ornella Albanese che abbiamo già avuto il piacere di ospitare qualche tempo fa ( qui trovate il link all’intervista http://romancebooks.splinder.com/post/15501577 ). Abbiamo chiesto a Ornella un estratto del suo nuovo libro, sapendo di fare cosa gradita alle lettrici che la seguono fedelmente, e approfittiamo dell'occasione e della sua disponibilità anche per farle qualche altra domanda!

Ornella Albanese risponderà alle vostre domande, perciò non perdete l'occasione di chiacchierare con lei, e ricordatevi di firmare il vostro commento con un nome o con un nick.



1-Per quanto riguarda l'ambientazione, in che epoca storica ci porterai questa volta? Tra meravigliosi castelli medievali oppure in scintillanti sale di palazzi ottocenteschi?

L'hai detto, nelle sale di un palazzo ottocentesco assolutamente scintillanti. Nel romanzo questa splendida residenza di campagna assume un rilievo particolare perché diventa simbolo di tutto quello che il protagonista vorrebbe essere e non è. Inoltre è proprio dalla sua forzata coabitazione con gli altri personaggi in questa casa che scaturiranno le vicende della storia, amori, inganni, rivalità e divertenti equivoci.


2-Cara Ornella qual è stata la tua principale fonte d’ispirazione per il tuo nuovo romanzo “L’avventuriero che amava le stelle”? Hai incontrato difficoltà durante la stesura? Vuoi parlarcene?

Quando comincio un nuovo romanzo non ho mai un’idea chiara di come si svilupperà. All’inizio cerco solo un’idea centrale, preferibilmente un colpo di scena, intorno a cui far muovere i personaggi. Per esempio, in “Inganni d’amore” l’idea del protagonista che, ferito, torna dopo una campagna militare nel suo palazzo e lo trova abitato da estranei. Oppure, ne “L’ombra del passato”, l’idea di un matrimonio riparatore in una situazione in cui non c’è assolutamente nulla da riparare.
Per quel che riguarda “L’avventuriero che amava le stelle”, cercavo un nodo centrale che fosse di forte impatto e ho impiegato un po’ a escogitarlo. Ma una volta avuta l’idea, la storia si è sviluppata quasi da sola creando altri colpi di scena nelle vicende dei personaggi minori.

3-Puoi svelarci qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti? Pensi di seguire le orme delle tue colleghe d'oltreoceano e dedicarti al travolgente fenomeno del paranormale, del mistery o un genere simile? O meglio ancora, ci delizierai raccontandoci di qualche vampiro, che oggi vanno tanto di moda?

Si tratta di generi molto coinvolgenti ma non penso di sperimentarli nell’immediato. Anche perché sto studiando la possibilità di un romanzo storico che coniughi il passato con il presente pur non rientrando in nessuno di questi generi. Ma si tratta solo di poco più che un’idea.

 

L'AVVENTURIERO CHE AMAVA LE STELLE

Firenze, 1872.
Emanuele Mariani è un cinico avventuriero che si guadagna da vivere con il gioco d’azzardo, tra uomini poco raccomandabili e amanti focose. Ma quando batte a poker il duca Salvemini, vincendo metà del suo patrimonio, tutto cambia. Emanuele adesso è un uomo molto ricco e può entrare in società, confidando che quelle stelle scintillanti che tanto ama osservare gli riservino dolci sorprese. Magari farsi gioco di impreviste avversità e arrivare al cuore della bella Flavia...
 


ESTRATTO
da "L’avventuriero che amava le stelle"


Emanuele si chiuse la porta della camera da letto alle spalle e sorrise.
Cominciava a capire come muoversi, quali fossero le regole del gioco. E dal momento che lui era giocatore nell’anima, avrebbe saputo volgere la situazione a suo vantaggio.
Doveva dimostrare fermezza e mai, assolutamente mai, disagio. Quella era la prima regola. D’altra parte sapeva di essere più ricco di almeno la metà dei nobili invitati del duca Salvemini, e di avere più cervello e più avvedutezza di quelli che rimanevano, quindi era nel pieno diritto di non sentirsi inferiore a loro.
Così quella sera aveva ignorato, con calcolata eleganza, chi lo ignorava; aveva affrontato senza batter ciglio chi intendeva sfidarlo, e aveva corteggiato Camelia che era subito apparsa ben propensa a lasciarglielo fare. Solo che il suo corteggiamento era stata interrotto da quella singolare ragazza che continuava ad apparire nei momenti meno opportuni e che sapeva più cose di quelle che avrebbe dovuto.
Ecco, solo con Flavia si era comportato senza seguire una precisa strategia. Era una donna troppo imprevedibile perché lui potesse attenersi a schemi prefissati. E troppo acuta. Inoltre non aveva timore di parlare con franchezza. Esemplare piuttosto insolito, in quell’ambiente.
Per certi versi, gli somigliava.
Era razionale e sincera in modo spietato, ma allo stesso tempo sognatrice, un vero enigma.
E poi amava le stelle.
Emanuele spense il candelabro e si avvicinò alla finestra, spalancandola. L’aria era nitida e il cielo sembrava di nero cristallo. Quella sera, accanto a lei sul terrazzo, era tornato indietro nel tempo.
Sollevò piano la testa e di nuovo si incantò a contemplare le stelle, quelle che aveva conosciuto e amato tanti anni prima, sdraiato sul ponte della nave, le mani sotto la nuca e il viso bagnato di luna.
La stella Polare, che guida i navigatori nelle notti limpide, la sinuosa costellazione del Drago, che sembra avvolgerla nelle sue spire, più giù Cassiopea vicina allo sposo Cefeo…
Erano anni che non scrutava più il cielo.
Emanuele si chiese dove si fosse perso il ragazzo che era in lui e che fine avessero fatto i suoi sogni.
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15/11/2008
da naan

ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Kerrelyn Sparks, ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE, EDIZIONI AVON

Kerrelyn Sparks 's LATEST BOOK, ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE, BY AVON



Toni Davis' Christmas Wish List

1.. Springing my best friend from the psych ward.
2.. Living somewhere that doesn't have coffins in the basement. Occupied coffins.
3.. Finding Mr. Right. Please make him tall, dark, handsome, and ALIVE.

This Christmas isn't so merry for Toni. Her best friend has been locked up in a mental hospital ever since she told the police she was attacked by vampires. The only way for Toni to get her friend released is to prove that vampires really do exist. So she's taken a job as a bodyguard for the Undead, but she gets more than she bargained for, especially when she meets Ian MacPhie, a Scottish rascal looking for Ms. Right.

Although Ian's nearly five centuries old, he looks and acts like a twenty-seven- year-old hunk. How can a dead man be so damn sexy? Could Mr. Wrong be Mr. Right? One forbidden kiss could lead to an eternity of passion - and all it takes is one moment under the mistletoe.


I desideri di Toni Davis per il Natale

1.. Tirare fuori la mia migliore amica dal reparto psichiatrico
2.. Vivere in un posto dove non ci siano bare in cantina. Bare occupate.
3.. Trovare il Principe Azzurro. Per favore fate che sia alto, bello, coi capelli scuri, e VIVO.

Questo Natale non è poi tanto buono, per Toni. La sua migliore amica è rinchiusa in una clinica per malati di mente da quando ha detto alla polizia di essere stata attaccata dai vampiri. Il solo modo che Toni ha per farla uscire è dimostrare che I vampire esistono davvero. A quel punto si è fatta assumere come bodyguard per i Non-Morti, ma ha molto più di quello che aveva programmato, specialmente quando incontra Ian MacPhie, un simpatico mascalzone scozzese che è alla ricerca della donna dei suoi sogni.

Benchè Ian abbia quasi cinquecento anni, si comporta ed agisce come un gran fusto di ventisette. Come fa un morto ad essere così maledettamente sexy? Che l’uomo sbagliato possa essere invece proprio quello giusto? Un unico bacio proibito potrebbe portare ad un’eternità di passione – e basterebbe un solo momento sotto il vischio.


Nota di MarchRose

ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE is the 6th release in the Love at Stake series, which so far includes:

1. HOW TO MARRY A MILLIONAIRE VAMPIRE
2. VAMPS AND THE CITY
3. A VERY VAMPY CHRISTMAS (in the anthology SUGARPLUMS AND SCANDALS, written in cooperation with Lori Avocato, Dana Cameron, Mary Dahein, Cait London, Suzanne Macpherson)
4. BE STILL MY VAMPIRE HEART
5. THE UNDEAD NEXT DOOR
6. ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE

Can a happy ever after exist for the surreal love story between Ian, a vampire who believes he can only be with a vampire woman and Toni, a human who can't imagine being with a vampire? But don’t worry, somehow, Ian and Toni find a way to beat all odds, and the ride is absolutely captivating!

“ALL I WANT FOR CHRISTMAS will leave readers laughing and wishing for their very own vampire hero to warm their Christmas season!”
Wild on Books


ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE è il sesto libro della serie “Love at Stake” ( è un gioco di parole intraducibile in italiano: significa “L’amore in gioco”, ma “stake “ è anche il picchetto usato per uccidete i vampiri… ) , che ad oggi è così composta:

1. HOW TO MARRY A MILLIONAIRE VAMPIRE
2. VAMPS AND THE CITY
3. A VERY VAMPY CHRISTMAS (racconto nell’antologia SUGARPLUMS AND SCANDALS, scritta in collaborazione con Lori Avocato, Dana Cameron, Mary Dahein, Cait London, Suzanne Macpherson)
4. BE STILL MY VAMPIRE HEART
5. THE UNDEAD NEXT DOOR
6. ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS A VAMPIRE

Può esistere un lieto fine per la surreale love story tra Ian, un vampiro che crede che solo una vampira possa essere la sua compagna, e Toni, un’umana che non riesce ad immaginare di poter stare con un vampiro? Ma non preoccupatevi: in qualche modo, Ian e Toni troveranno un modo per cavarsela malgrado tutto, e vedere come riusciranno a trovarlo sarà un’esperienza assolutamente irresistibile!

“ALL I WANT FOR CHRISTMAS lascerà le lettrici a ridere e a desiderare di poter avere un eroe vampiro tutto per loro, che le tenga calde durante le feste di Natale!”
Wild on Books


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15/11/2008
da naan

ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Robyn Carr, A VIRGIN RIVER CHRISTMAS, EDIZIONI MIRA

Robyn Carr 's LATEST BOOK, A VIRGIN RIVER CHRISTMAS, BY MIRA



Last Christmas, Marcie Sullivan said a final goodbye to her husband Bobby. This Christmas she's come to Virgin River to find the man who saved his life and gave her three more years to love him.
Fellow marine Ian Buchanan dragged Bobby's shattered body onto a medical transport in Fallujah four years ago then disappeared as soon as their unit arrived Stateside. Since then, Marcie's letters to Ian have gone unanswered.
Marcie tracks Ian to the tiny mountain town of Virgin River and finds a man as wounded emotionally as Bobby was physically. But she is not easily scared off. As Marcie pushes her way into his rugged and reclusive life, she discovers a sweet but damaged soul beneath a rough exterior.
Ian doesn't know what to make of the determined young widow who forces him to look into the painful past and, what's worse, the uncertain future. But it is, after all, a season of miracles and maybe, just maybe, it's time to banish the ghosts and open his heart.


Lo scorso natale, Marcie Sullivan ha salutato per sempre suo marito Bobby. Questo Natale, è venuta a Virgin River per rintracciare l’uomo che tempo fa gli aveva salvato la vita, donandole così altri tre anni di amore con Bobby.
Quattro anni fa il marine Ian Buchanan aveva trascinato il corpo straziato di Bobby fino all’ambulanza a Fallujah, poi non appena la loro unità era arrivata a Stateside era sparito. Da quel momento in poi, le lettere di Marcie a Ian sono rimaste senza risposta.
Marcie rintraccia Ian nella piccola città di montagna di Virgin River e trova un uomo ferito sul piano emotivo tanto quanto Bobby lo era su quello fisico. Ma Marcie non è donna che si lasci spaventare facilmente. Mentre s’insinua a forza nella vita solitaria e quasi primitiva di Ian, scopre che sotto la dura scorza si nasconde un’anima piena di dolcezza, ma ferita.
Ian non sa che fare con l’ostinata giovane vedova che lo obbliga a fronteggiare il suo doloroso passato e, cosa ancora peggiore, il suo incerto futuro. Ma dopotutto, siamo nella stagione dei miracoli, e forse, chi lo sa, potrebbe essere arrivato il momento di scacciare gli spettri ed aprire il proprio cuore. 


Nota di MarchRose :

A VIRGIN RIVER CHRISTMAS is the 4th novel in the famous Virgin River series ( previous instalments are VIRGIN RIVER, SHELTER MOUNTAIN, WHISPERING ROCK ).
Virgin River is a fictitious town set in the redwood forests of northern California: at the author’s website http://www.robyncarr.com you can see a slideshow of Humboldt County area, the actual setting upon which the Virgin River stories are based.
Robyn Carr really broke out with her Virgin River series: there will be three new Virgin River novels in 2009, and more in 2010. Readers became so enamored with the series that they launched their own site called “Jack’s Bar”, a local watering hole for Marines who have made Virgin River their home.

"Robyn Carr provides readers [with] a powerful, thought-provoking work of contemporary fiction."
—Midwest Book Review


A VIRGIN RIVER CHRISTMAS è il quarto romanzo della serie Virgin River ( i precedenti sono VIRGIN RIVER, SHELTER MOUNTAIN, WHISPERING ROCK ).
Virgin River è una piccola città immaginaria, situata nel bel mezzo delle foreste di sequoie della California del nord: sul sito dell’autrice http://www.robyncarr.com potete vedere una sequenza di foto della contea di Humboldt, che è il luogo reale su cui la Carr si è basata per le sue storie.
Robyn Carr ha davvero avuto un successo strepitoso con la serie Virgin River: nel 2009 usciranno altri 3 nuovi romanzi di questa serie, e ne sono previsti degli altri per il 2010. I lettori si sono talmente innamorati di questa serie che hanno creato addirittura un sito chiamandolo “Jack’s Bar”, il bar in cui si ritrovano i marines che hanno fatto di Virgin River la loro casa.

"Robyn Carr offre ai lettori delle opere di narrative contemporanea di grande forza, e che fanno riflettere."
—Midwest Book Review

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15/11/2008
da naan

ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Carly Phillips, LUCKY CHARM, EDIZIONI HQN

Carly Phillips 's LATEST BOOK, LUCKY CHARM, BY HQN



Long ago, as revenge on a Corwin who stole her son's fiancee, a witch proclaimed an eternal curse that every Corwin male who married for love would be destined to lose his love and his fortune ...

Derek thought he could outsmart the long-standing Corwin curse by breaking up with Gabrielle, his first love— and marrying someone else. Now, divorced and broke, all he has left is his teenage daughter and a healthy respect for ancient sorcery. But then Gabrielle returns, determined to defeat the curse and rekindle their passion. But will her stubborn streak and her unwavering love be the lucky charm Derek so desperately needs?

Molto tempo fa, come vendetta su un Corwin che aveva soffiatola fidanzata a suo figlio, una strega lanciò una maledizione destinata a durare nei secoli: ogni maschio Corwin che si fosse sposato per amore sarebbe stato destinato a perdere il proprio amore, e la propria fortuna ...

Derek aveva pensato di poter aggirare col l’astuzia l’antica maledizione dei Corwin rompendo con Gabrielle, il suo primo amore— e sposando un’altra. Ora, divorziato e in bancarotta, tutto quello che gli resta è una figlia adolescente ed un sano rispetto per l’antica stregoneria. Ma a questo punto torna Gabrielle, decisa a sconfiggere la maledizione e a riaccendere la loro passione. Ma la sua ostinazione e il suo amore incrollabile saranno il portafortuna di cui Derek ha tanto disperatamente bisogno?


Nota di MarchRose  :

LUCKY CHARM opens a new series starring the three Corwin cousins, dogged by a centuries old family curse. In the late Nineteenth Century, in the small village of Stewart, Massachusetts, very close to Salem, site of the now infamous Witch Trials, William Corwin fell in love and eloped with a woman who was already betrothed to another man, Martin Perkins. To William's misfortune, Mary Perkins, Martin's mother, was a witch. And she immediately sought revenge on her son's behalf with this curse: Any Corwin male who falls in love will be destined to lose his love and his fortune. No male Corwin since had walked away unscathed ... Now Gabrielle Donovan is determined to put the Corwin curse to rest once and for all and reclaim her man in the process. But someone clearly doesn’t want her to disturb old ghosts…
The series continues with LUCKY STREAK in June 2009 and LUCKY BREAK in October 2009.

"In this launch of a new trilogy, Phillips does what she does best: deliver stories that are light but not silly, with believable characters and plots that flow into satisfying stories. Fans will be stalking stores to get all three of these." —Romantic Times Magazine



LUCKY CHARM apre una nuova serie che ha come protagonisti i tre cugini Corwin, perseguitati da un’antica maledizione di famiglia. Alla fine dell’Ottocento, nel piccolo villaggio di Stewart, in Massachusetts, situato a poca distanza da Salem, il centro dei famigerati processi alle streghe, William Corwin si innamora di una donna che era già promessa ad un altro, Martin Perkins, e fuggì con lei. Sfortunatamente per William, Mary Perkins, la madre di Martin, era una strega, che vendicò il figlio lanciando una maledizione: ogni maschio Corwin che si sposi per amore è destinato a perdere il proprio amore, e tutta la propria fortuna. Nessun Corwin finora era riuscito a uscirne indenne... però adesso Gabrielle Donovan è ben decisa a sconfiggere la maledizione Corwin, e già che c’è a far suo l’uomo che ama da sempre. Ma presto risulterà evidente che a qualcuno non va giù che lei disturbi antichi fantasmi….
La serie proseguirà con LUCKY STREAK a giugno 2009 e LUCKY BREAK a ottobre 2009.

"Lanciando questa nuova trilogia, la Phillips fa quello che le riesce meglio: scrivere storie che sono leggere ma non sciocche, con personaggi credibili e trame scorrevoli e godibili. I fans faranno la ressa nei negozi per accaparrarsele tutte e tre."  —Romantic Times Magazine


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15/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA I CATTIVI PENSIERI DI ANNIE MAY (Annie May's Black Book) di Debby Holt, EDIZIONI NEWTON COMPTON - COLLANA ANAGRAMMA

Fin dall’infanzia Annie May ha sempre annotato su un diario, per la verità un "libro nero", tutti i nomi e le date degli sgarbi o dei torti imperdonabili subiti. 15 ottobre 1974: Miss Baker, per avermi ripreso per come mi soffiavo il naso. 8 marzo 1983: Mr Cawthorne, per avermi detto che sono la persona più sciocca che abbia mai incontrato. 12 aprile 1987: Peter Elton, per avermi sempre chiesto le sigarette senza mai comprarle. Fra tutti i nomi ce n’è uno che ricorre con insistenza: Ben Seymour. Dopo averle chiesto di sposarlo, Ben ha abbandonato Annie praticamente sull’altare. Sono passati diciassette lunghi anni da quel triste giorno, e Annie si è ricostruita una sua vita. Insegna teatro, vive in un bel posto, esce spesso con degli uomini, continua ad aggiornare il suo libro nero... ma il destino ha in serbo per lei una mossa beffarda. Ben ricompare improvvisamente, conquistandosi la simpatia e la fiducia dei suoi amici e comprando una casa nella stessa strada dove abita Annie. Nonostante le resistenze e tutto il rancore che ancora si porta dentro, Annie dovrà forse lasciare aperto uno spiraglio... Un’incantevole protagonista, autoironica, intelligente e dannatamente caparbia, in un romanzo che travolge il lettore fino all’ultima pagina, con un finale inaspettato e sorprendente. Dedicato a tutte le donne che hanno qualche conto in sospeso con il proprio ex!

Grande successo! Oltre 600.000 copie vendute in Inghilterra

«Debby Holt ha confezionato un libro capace di stregare davvero il lettore.»
The Daily Mirror

«Una storia brillante e divertente, acuta e, che diamine, piena di saggezza!»
Star Magazine

«Una divertente commedia ricca di humor.»
Woman Magazine

«Strepitoso. Ho riso dalla prima all’ultima pagina.»
Heat

«Che lettura incantevole!»
Mail on Sunday

 

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14/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA SPOSATI E PERICOLOSI di Francesco Cagno, EDIZIONI NEWTON COMPTON - COLLANA ANAGRAMMA


Dall'autore del bestseller SE MI LASCI STO MALE

"Se avete amato SE MI LASCI STO MALE, adorerete SPOSATI E PERICOLOSI"

"Il sorprendente reality show condotto dalla paladina dei sedotti e abbandonati!". Con questo slogan la TV di Stato lancia la sua nuova sfida: un Docu-Reality sulle difficoltà della convivenza affidato, naturalmente, a Margherita Ficarazzi, la splendida conduttrice già protagonista del romanzo Se mi lasci sto male. Dopo aver abbandonato la sua freddezza di single irriducibile ed essersi sciolta nell’abbraccio del matrimonio, Margherita Ficarazzi accetta con entusiasmo la sfida di continuare a rappresentare l’Italia che ama senza essere ricambiata, combattendo con tutte le sue energie la proliferazione del reato più comune del Terzo millennio: il crimine sentimentale. La vita romantica degli italiani, d’altro canto, è caduta talmente in basso da spingere i servizi segreti a utilizzare la televisione per costringere scherza con il cuore degli altri a rispettare le sue promesse. La partecipazione di Margherita a questo nuovo spettacolo, però, si scontra con le malvagie intenzioni di un oscuro personaggio, pronto a tutto pur di gettare discredito sull’immagine della show girl dolce e innamorata. Mentre gli adepti del sesso usa e getta sono pronti ad approfittare della sconfitta di Margherita per dare libero sfogo ai loro istinti, le ragioni del cuore sono pronte a prendersi una memorabile rivincita dimostrando, ancora una volta, che l’amore romantico non muore mai.

«L’amore sentimentale si prende la sua rivincita in modo misterioso e clamoroso.»
Il Mattino

«Cagno dimostra di avere una fantasia sbrigliatissima.»
Corriere del Mezzogiorno

«Una storia insolita in cui il rosa si mescola al giallo e tutto diventa particolare.»
Vero

«Come si vivrebbe in un mondo che considera il romanticismo un crimine?»
Gioia

«Francesco Cagno costruisce una storia di cuore e batticuore all’interno di una società cinica ma sempre bisognosa d’affetto.»
Secolo d’Italia.

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14/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA HOUDINI,L’ULTIMO MAGO (Death Defying Acts) di Greg Cox, EDIZIONI NEWTON COMPTON

Nemmeno la magia può sconfiggere il destino

È il 1926 e la fama di Harry Houdini è già leggenda: i teatri registrano il tutto esaurito a ogni replica dei suoi spettacoli in cui sfida la morte per incantare il pubblico. Ma nel profondo della sua anima c’è un peso che viene dal passato. È il tarlo del rimorso e del senso di colpa, perché, tredici anni prima, Harry non era presente al capezzale della madre morente. Ossessionato dal pensiero di quali siano state le ultime parole da lei pronunciate, Houdini è disposto a offrire diecimila dollari a chi sarà in grado di metterlo in comunicazione con l’aldilà. Quando la voce di quest’offerta giunge alle orecchie di Mary McGarvie e di sua figlia Benji, artiste di strada di Edimburgo, le due donne non perdono tempo e decidono di circuire con l’inganno il famoso prestigiatore. La bellezza e il fascino misterioso di Mary soggiogano Houdini, imprigionandolo in un’infatuazione che rischia di trasformarsi in un amore pericoloso, proprio quando il mago annuncia al mondo che si produrrà nella sfida più incredibile della sua carriera...
Un romanzo pieno di incanto, magia e suggestione, che ricrea tutto il fascino del film diretto da Gillian Armstrong e interpretato da Guy Pierce e Catherine Zeta-Jones.



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12/11/2008
da naan

IN THE SPOTLIGHT  -  SOTTO I RIFLETTORI

BARBARA RISOLI  -  autrice italiana

 

L'AUTRICE

Barbara Risoli, nasce l’8 giugno 1969, diplomata ragioniera, sposata con un figlio, scrive dall’età di 16 anni. Impegnata della tenuta contabile della ditta di famiglia, si definisce una persona insolita, amante del mistero, incuriosita dall’archeologia non convenzionale, appassionata di mitologia greca e del periodo acheo-miceneo, è anche studiosa del periodo storico della Rivoluzione Francese e dei suoi accadimenti.
Scrivere per lei è prima di tutto divertimento ed emozione e lo scopo primo è quello di poter divertire con la lettura dei suoi romanzi. Sostenitrice accanita del motto ‘IL LETTORE E’ SOVRANO’, è fermamente convinta della cooperazione tra autori per la diffusione delle opere emergenti e italiane. All’attivo ha varie pubblicazioni e alcune uscite imminenti. Nasce come autrice fantasy, ma abbraccia vari generi, quali il mitologico-fantastico, la fantascienza e il sentimentale in ambientazione storica. Lo stile è definito incisivo e scorrevole, le trame avvincenti e sempre ricche di colpi di scena e situazioni ribaltate. Ama infatti sconvolgere le ovvietà e creare dei personaggi peculiari con caratteristiche il più delle volte celate, nascoste, apparenti in modi d’essere insospettabili. Particolare attenzione viene sempre data ai suoi protagonisti maschili che sembrano affascinare i lettori per i caratteri o anche solo per l’aspetto fisico che l’autrice riserva loro. Filo conduttore delle sue storie è sempre il romanticismo e quello che lei definisce ‘il riscatto di Spartaco’, il riscatto cioè della negatività per dare il passo alla positività degli eventi e delle azioni.
Le sue letture sono varie e poco definibili, ma in assoluto il suo libro è l’ODISSEA che le permette di conoscere il suo eroe preferito Odisseo. Senza andare troppo lontano, VIA COL VENTO è un romanzo che ama in particolar modo e con esso la sua eroina, Rossella.
Finalista al premio letterario ZENONE 2007 edito dalla RUNDE TAARN con il romanzo breve LA STIRPE, ecco le sue opere più rilevanti già pubblicate o di imminente uscita.
Per chi desiderasse visitarlo questo è il link del blog dell'autrice http//risolibarbara.splinder.com

 

I LIBRI


L’ERRORE DI CRONOS
edito dalla RUNDE TAARN in seconda edizione
uscita prevista DICEMBRE 2008
Reperibile: on line, presso la casa editrice
www.rundetaarnedizioni.it , in libreria su ordinazione.

Trattasi di un viaggio nel tempo. La giovane Zaira si sveglia nel 1200 a.C. nella Focile degli Achei ove gli dei sono padroni. L’incontro con Dunamis, re di un regno glorioso dà vita ad un amore dai risvolti inconsueti e ad un’avventura che coinvolgerà immortali e uomini nonché i più grandi ideali della vita quali l’amicizia, la lealtà e l’eroismo. E’ un inno all’more in primis con colpi di scena costanti ed un finale che resta sospeso sino all’ultima pagina. Giudicato positivamente in prima edizione nonostante un editino scadente, verrà riproposto con un’ottima revisione. Previsto il sequel.


 

 

LA STIRPE
edito dalla RUNDE TAARN
Reperibile: on line, presso la casa editrice
www.rundetaarnedizioni.it , in libreria su ordinazione.

Finalista allo ZENONE 2007, è un fantascienza fuori dai canoni classici del genere. Il fulcro della trama, che si snoda in viaggi spazio temporali ideati attingendo dalla Teoria della Relatività, è un ragazzino affetto da TRISOMIA 21 (Sindrome di Down) che si impone subito come eroe della storia con l’importanza che l’autrice dà alla sua ‘deformità’, definita tale in un futuro oscuro e spietato. Trionfano gli eroismi e le debolezze umane, le scelte obbligate e le tragedie psicologiche con un lieto fine in una situazione senza speranze. Tenero uno dei personaggi, Onfale, donna bellissima vittima di se stessa.


 



IL VELENO DEL CUORE
edito dalla 0111 Edizioni

Reperibile: on line ( libri.dvd.it,
www.ibs.it, www.ilgiralibro.com ) , il libreria su ordinazione.

Primo sentimentale dell’autrice, siamo nell’estate del 1788 nella Francia pre-rivoluzionaria, messa a dura prova da un rigido inverno ed in attesa del giorno dell’assemblea degli Stati Generali che precederanno la presa della Bastiglia. I protagonisti sono Eufrasia, figlia del conte Xavier des Fleuves facente parte dei fisiocratici sostenitori del cambiamento, e Venanzio, un assassino prezzolato dal torbido passato. A seguito del mancato matrimonio della ragazza, i due s’incontrano e tra loro viene a crearsi un saldo legame dai risvolti inquietanti che mette in luce i loro animi senza scrupoli e disposti a tutto per se stessi a scapito degli altri. La richiesta di Eufrasia di inscenare il proprio omicidio per evitare il convento e l’esecuzione del servizio da parte del bandito, porta entrambi a cambiare identità celandosi nel cupo scenario della Francia in fermento, in ginocchio sotto la neve incessante dell’inverno 1788. A questo punto la storia si articola tra Nanterre, piccolo borgo vicino a Versailles, e la Bretagna, terra d’origine dei protagonisti. Eufrasia diviene la Vedova, donna sempre celata in un lutto stretto, abile giocatrice d’azzardo e contrabbandiera che arma la rivoluzione incombente. Venanzio si spaccia per il duca Stolfo Rues di un casato inesistente. Una serie di coincidenze li fanno incontrare nuovamente, mentre l’amore di entrambi viene svelato lentamente in un timore reciproco del rifiuto. Ma le promesse sono promesse e…


LA GRAZIA DEL FATO
edito dalla RUNDE TAARN
uscita prevista primavera 2009

Sequel de L’ERRORE DI CRONOS, naturale continuazione dello stesso con altri colpi di scena dei protagonisti Zaira d’Enotria, figlia del ventesimo secolo, e Dunamis di Astos, sovrano oscuro che la leggenda vuole figlio di un lupo. Previsto un sequel a chiusura di una trilogia.




ESTRATTO - dal romanzo ‘Il Veleno nel Cuore’

(...)
- Considerando chi sono ed il mio fascino… può essere, Eufrasia – le sussurrò tra il serio ed il faceto. Le mani di Eufrasia gli sfiorarono le guance ispide e la mano guantata gli diede un po’ fastidio. Veloce lei la liberò e lo accarezzò ancora. Poi gli rubò un bacio e lui non si tirò indietro a quell’invito unico. Si baciarono e lo fecero per interminabili minuti, il braccio di Venanzio l’avvolse e quando percepì la sua intenzione di sbottonarle l’abito dietro la schiena lo lasciò fare, lento, inesorabile. Lo lasciò fare e respirò quando il vestito scese sino alla vita e liberò il petto florido nel quale lui immerse il viso caldissimo, il respiro incandescente. Eufrasia cercò gli altri bottoni di diamante e li aprì uno ad uno, veloce e poi titubante, inesperta in merito. Riuscì a liberare il torace dell’uomo ed a percepirne il calore sul seno che si scaldò ancora, pressato dal cuore che si era spaccato in due lasciando uscire un fiume di lava che la invadeva e che aggrediva anche lui. Si confusero tra le lenzuola volutamente di seta e non si chiesero se era giusto o sbagliato ciò che si stavano concedendo. Si amarono senza fermarsi, guardandosi negli occhi alla luce tremula delle candele che si stavano esaurendo, con l’atmosfera tenue esterna ad andare verso la sera. Si amarono e lo fecero con il trasporto che entrambi non frenarono, con la passione che avevano sognato e lui più di lei, consapevole di cosa significasse fare l’amore con una donna e desideroso di scoprila esattamente come si stava rivelando, viva. Si lasciarono trasportare dalle emozioni e poi dalle illusioni, tutto divenne possibile, mentre le mani, le gambe, le labbra ballavano una danza irrefrenabile e trascinante. Si baciarono e si guardarono, avrebbero voluto parlare, ma non ebbero una parola che fosse degna cornice della loro passione senza giustizia e senza logica. Si amarono e lo avrebbero fatto per sempre, di questo erano certi. Avrebbero ancora ingannato oppure no… ma non si sarebbero più lasciati e la gioia che sentivano crescere dentro annullava la loro nefandezza, faceva credere davvero che ogni cosa sarebbe potuta andare al suo posto. Fu una lunga giornata per entrambi, un rincorrersi e un trovarsi senza fine. Volarono, lo fecero insieme e poi uno nelle braccia dell'altro, raggiunsero il paradiso e tornarono in un planare a raso terra da brivido e nei brividi pericolosi della passione estrema furono felici. Si rannicchiarono in un abbraccio tra le lenzuola morbide e calde del loro improvviso, o forse no, amore. Sospirarono in una sincronia insperata e rimasero in silenzio con il buio esterno a fare da padrone anche lì dentro e le candele terminate a sbuffare con un filo di fumo in un saluto malinconico.

 

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12/11/2008
da naan

 

GRANDE CONCORSO LETTERARIO
WHAT  WOMEN  WRITE  -  COSA SCRIVONO LE DONNE

storie appassionate o dure, terribili o felicissime, rosa o rosse o gialle o nere, o anche tutte queste cose insieme...

Mondadori e "Donna Moderna" bandiscono un concorso di scrittura al femminile per aspiranti scrittrici.
Se scrivere è la vostra passione e pubblicare un romanzo è il vostro sogno nel cassetto, questa è l'occasione che fa per voi.

Avete tempo fino al 31 Marzo per inviare un vostro lavoro inedito, di lunghezza compresa tra le 100 e le 400 cartelle. Troverete il bando dettagliato a questo link :
http://www.librimondadori.it/web/mondadori/speciali/concorso-www/

La vincitrice del concorso vedrà il proprio romanzo pubblicato in una Collana Mondadori.

Per sapere se la vostra opera ha superato la prima selezione, non dovrete far altro che tenere d'occhio il blog Romanzi Mondadori, infatti, a partire da oggi e fino al 31 Marzo 2009, ogni due settimane, tra tutti i romanzi giunti in redazione, verranno pubblicati gli incipit che più sono piaciuti alla giuria.

DATE IL MEGLIO DI VOI !    e    IN BOCCA AL LUPO

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10/11/2008
da Maet

ROBIN SCHONE : STORIES OF SURVIVORS WHO DARE TO LOVE

ROBIN SCHONE : STORIE DI SOPRAVVISSUTI CHE OSANO AMARE
 

Author Robin Schone lives and works in Chicago with her husband Don. She is a staunch defender of human rights in general and of women's in particular.
She is a bestselling writer who succeed in combining the erotic with the romantic, testing the boundaries of romantic fiction.
Robin Schone will answer to all your questions and will give away an autographed copy of a title (the choice will be up to the lucky winner!) and a "Man & Women's Club"  t-shirt,  to two readers who will participate and leave a comment. So don't forget to sign your comment with your name or nickname.

Her website: http://www.robinschone.com


Robin Schone vive e lavora a Chicago, col marito Don. E' una strenua sostenitrice dei diritti umani in generale e di quelli delle donne in particolare.
Autrice di grande successo, è riuscita ha combinare gli elementi romantici con quelli erotici, spostando in avanti i confini del romance.
Robin Schone risponderà a tutte le vostre domande e darà in regalo una copia autografata di un titolo a scelta della fortunata vincitrice e una maglietta "Man & Women's Club" a due lettrici, sorteggiate tra tutte coloro che interverranno lasciando un commento. Quindi non dimenticate di firmarvi, con un nome o uno pseudonimo, per farvi riconoscere!

 Il suo sito: http://www.robinschone.com

Warning / Attenzione
Due to the sexually explicit content of some portions of both the author's interview and excerpt, we recommend the reading to adult readers only.
Visto il contenuto sessualmente esplicito di alcuni passaggi dell'intervista e dell'estratto ne consigliamo la lettura a un pubblico adulto.



THE BOOKS  /  I LIBRI

THE LADY'S TUTOR


AN EDUCATION IN PLEASURE
Married young to a man hand-picked by her father, Elizabeth Petre is an ideal Victorian lady. She has borne two sons and endured sixteen years of selfless duty in a passionless marriage. Craving a man's loving touch yet loyal to her wedding vows, Elizabeth is determined to seduce her coldly indifferent husband. She knows of only one man who can teach her the erotic secrets of love.

A LESSON IN LOVE
The bastard son of an English countess and an Arab sheik, Ramiel Devington was reared to embrace both Western culture and Eastern pleasure. Scorned by society and challenged by prim Elizabeth's request, he undertakes her instruction in the art of sensual delight. But when the lessons become a temptation neither can resist, Elizabeth is forced to choose between obligation and forbidden passion.
 

UN'EDUCAZIONE AL PIACERE
Sposatasi giovane con un uomo scelto dal padre, Elizabeth Petre sembra essere una lady vittoriana ideale. Ha avuto due figli ed ha sopportato sedici anni di dedizione incondizionata in un matrimonio senza alcuna passione. Desiderando il tocco amorevole di un uomo, ma anche fedele ad i suoi voti nuziali, Elizabeth è determinata a sedurre il marito freddamente indifferente. E per farlo si rivolge all'unico uomo che può insegnarle i segreti erotici dell'amore.

UNA LEZIONE SULL'AMORE
Figlio illegittimo di una contessa inglese e di uno sceicco arabo, Ramiel Devington è stato allevato per abbracciare sia la cultura occidentale che il piacere orientale. Evitato dalla buona società e sfidato dalla particolare richiesta di Elizabeth, si assume il compito di istruirla nell'arte delle delizie sensuali. Ma quando le lezioni diverrano una tentazione alla quale entrambi non potranno resistere, Elizabeth dovrà scegliere tra il dovere ed una passione proibita.



GABRIEL'S WOMAN
Prequel: The Lover


Destitute and terrorized by a nameless pursuer, thirty-four-year-old Victoria Childers has only one thing of value left - her innocence. Its price will buy her safety. But Gabriel doesn't want her virginity - he wants the man who stalks her. Trapped together in a house where every desire can be fulfilled, Victoria and Gabriel are plunged into a deadly game of passion and pursuit, where the greatest threat is carnal hunger and the only rule is survival.


Terrorizzata ed in fuga da un persecutore senza nome, alla trentaquatrenne Victoria Childers non rimane nulla di valore da vendere, se non la sua innocenza. L'unica cosa che le potrebbe garantire la salvezza. Ma Gabriel non vuole la sua verginità, vuole l'uomo che la sta inseguendo. Intrappolati insieme in una casa dove ogni desiderio può esere soddisfatto, Victoria e Gabriel sono trascinati in un mortale gioco di passione e ricerca, dove la minaccia più grande è il desiderio fisico e l'unica regola la sopravvivenza.



THE LOVER
Sequel: Gabriel's Woman


Thirty-six-year-old Anne Aimes is a spinster whose only attraction is her wealth. But her plain looks mask a passionate woman who yearns to know a man's intimate caresses. Michel des Anges - Michael of the Angels - is renowned for his ability to bring women to pleasure. All it will cost her is ten thousand pounds...

Driven by vengeance, Michael seeks to lose himself in a woman who will demand only physical pleasure. A woman who won't suspect his own aching needs - or his true motive for accepting her terms. Unable to resist the lure of Anne's guileless desire, he plunges her into a deadly web of deception and revenge where the price of carnal ecstasy is life itself...
 

La trentaseienne Anne Aimes è una zitella la cui unica attrattiva è la ricchezza che possiede. Ma il suo aspetto banale nasconde una donna passionale che desidera conoscere le carezze di un uomo. Michel des Anges è rinomato per la sua capacità di dare piacere alle donne. Tutto ciò le costerà solo diecimila sterline...

Guidato dalla vendetta, Michael vuole perdersi in una donna che gli chieda solo piacere fisico. Una donna che neppure sospetti i suoi profondi bisogni o i veri motivi per cui lui la accetterebbe. Incapace di resistere al fascino dell'aperto desiderio di Anne, lui la trasporterà in un circolo mortale di inganni e rivalse, dove il prezzo dell'estasi carnale è la vita stessa..



SCANDALOUS LOVERS


Married at fifteen and widowed at forty-nine, country-bred Frances Hart has only known the duties of a wife and mother, and never the joys of a woman. Determined to broaden her horizons on every level, she daringly sets out alone to explore London in all its sensual glory . . .

A successful London barrister and now a widower, James Whitcox knows duty but has never known passion. He joins an exclusive society founded to discuss sexual relations - but talking about the pleasures of the flesh is a far cry from actually experiencing them. Then Frances Hart accidentally barges into a meeting, enlightening the Men and Women's Club about a woman's needs - and tempting James to put his theories into practice . . .
 

Sposata a quindici anni e vedova a quarantanove, la campagnola Frances Hart ha conosciuto solo i doveri di una moglie e di una madre, ma mai le gioie di una donna. Determinata ad allargare i suoi orizzonti a tutti i livelli, ha il coraggio di partire per Londra da sola per andare alla sua scoperta...

James Whitcox è un avvocato di successo rimasto vedovo di recente , che conosce solo il dovere ma che non ha mai conosciuto la passione. Così si unisce ad un esclusivo circolo nato per discutere le relazioni tra i sessi, ma parlare dei piaceri della carne è molto lontano dal provarli veramente. Poi, per caso, Frances interrompe una riunione, portando all'attenzione del Men's and Womens Club i bisogni di una donna, e provocando James a mettere in pratica la teoria...





INTERVIEW / INTERVISTA

1 - Dear Robin welcome to our blog, we are delighted to have you here as a guest. First of all, do you think that the definition of “writer of erotic romance” suits you well? Or is it somehow a limitation, a label? How would you describe yourself and your work?

Do you know, this is a conversation my husband Don and I have all the time: Do I write erotic romance? Do I write erotica? Do I write historical fiction? Do I write women’s fiction?
I do think that the label “erotic” is limiting, simply because so many people equate erotica to smut. However, the label “romance,” too, can be restrictive. For some people romance means ‘female’ books that are filled with cardboard characters and flowery prose, ex: purple-helmeted love lances. To others the romance genre—while beloved—must follow rigid rules: Women may enjoy sex only if they love the hero and want to bear his children. In these readers’ minds, romance and traditional family values are synonymous, and woe betide the romance author who writes outside the boundaries of social and family mores.
DO I write erotica? “Romance?” Historical fiction? Women’s fiction?
I don’t know. All I know is that the love between a man and a woman is the most powerful force in the universe. History verifies our deep and personal need for physical as well as emotional intimacy. Wars have been fought over it; kings and queens have abdicated thrones for it. I write what I believe in: that every man and woman deserves to be loved. BECAUSE we are sexual by nature. Not in spite of it.


1 - Cara Robin benvenuta nel nostro blog, è un piacere averti come nostra ospite. Prima di tutto, ritieni che la definizione di “scrittrice di romance erotico” ti si addica? O è in qualche modo una limitazione, un'etichetta? Come descriveresti te stessa ed il tuo lavoro?

Sai questa è una conversazione che io e mio marito Don facciamo sempre: scrivo romance erotico?
Scrivo letteratura erotica? Scrivo romanzi storici? Letteratura femminile?
Penso che l'etichetta “erotico” sia limitante, semplicemente perchè molte persone l'equiparano a qualcosa di sudicio. Tuttavia anche l'etichetta “romance” può essere restrittiva. Per alcuni il romance non significa altro che  ”libri per donne con personaggi unidimensionali e prosa fiorita (es. la lancia dell'amore dall'elmo porpora). Per altri questo genere, benché molto amato, deve seguire delle regole rigide: le donne possono godersi il sesso solo se sono innamorate dell'eroe e sono disposte ad averne dei figli. Nella mente di questi lettori/ici il romance ed i valori tradizionali della famiglia sono sinonimi e guai a quell'autore che scrive al di fuori di questi principi morali, sociali e familiari. Cosa scrivo?
Non lo so. Quello che so è che l'amore tra un uomo e una donna è la forza più potente dell’universo. La storia testimonia il nostro profondo e personale bisogno di intimità fisica ed emotiva. Guerre sono state combattute per questo; re e regine hanno abdicato per questo. Scrivo di ciò in cui credo: che ogni uomo ed ogni donna meritino di essere amati. Perché noi siamo sensuali per natura. Non a dispetto di essa.



2 - Romance is based upon stereotypes, nevertheless all your characters and your plots are not. Still nowadays we find plenty of virgin teenagers falling for rakes or some bad girls who are “converted” by a great willing hero, while your characters come fully alive as real persons. How do you achieve that and how do you judge your colleagues who prefer to play safe?

I once talked to a romance author who believed our historical ancestresses did not experience desire. I was like . . . WHAT?! She reasoned that they couldn’t feel desire like modern women, because historically sex was taboo.
Well, sex is still taboo, and gender discrimination is unfortunately alive and well. But women do still feel desire, despite these obstacles.
History is littered with treatises on how to curtail sexuality in “girls.” Here in America, male circumcision is routinely performed because in the late 1800s certain doctors—including Dr. John Harvey Kellogg of Kellogg’s Cornflakes—purported that cutting off a boy’s foreskin would make him less likely to masturbate. Dr. Kellogg’s solution to prevent female masturbation was to burn off little girls’ clitorises with carbolic acid. Fortunately for we women, that recommendation did not catch on. But I think we can safely say that sexual desire was not foreign to our ancestresses.
Writers—like everyone else—are a culmination of their life experiences. My grandparents were very poor: They didn’t have indoor plumbing. When I stayed with them, I lived pretty much as poor people lived in the 19th century. But while my grandparents didn’t have the conveniences that “town people” had, they were no different: they laughed, they cried; they had fears, hopes, dreams. . . . I think the experience of living without modern technology gave me a more practical mind set regarding history and the people who lived it. When all is said and done, I don’t think it’s a matter of authors playing safe: We write what we are. I see history and romance one way; other writers see differently. Thank goodness! Romance would be boring indeed if all authors had the same vision.


2 - Il Romance si basa su degli stereotipi, ma non i tuoi personaggi né la tue trame. Tutt’oggi troviamo ancora una pletora di giovanissime vergini che si innamorano di libertini o qualche cattiva ragazza che viene redenta da un eroe volitivo, mentre i tuoi personaggi prendono pienamente vita come fossero persone reali. Come riesci ad ottenere questo risultato e come giudichi le tue colleghe che preferiscono giocare sul sicuro?

Una volta parlai con un’autrice di romance che era convinta che le nostre antenate non conoscessero il desiderio e io feci…COSA?! Il suo ragionamento era che non potessero provare desiderio come le donne moderne perché storicamente il sesso era tabù.
Bene il sesso è ancora tabù e la discriminazione sessuale è purtroppo viva e vegeta, ma le donne provano desiderio nonostante questi ostacoli.
La storia è piena di trattati su come comprimere la sessualità nelle “ragazze”. Qui in America la circoncisione viene praticata routinariamente perché alla fine dell’ottocento diversi medici, tra cui il famoso dottor John Harvey Kellogs, quello dei corn flakes, dichiarò che togliendo il prepuzio i ragazzi sarebbero stati meno inclini all’onanismo. La soluzione del dottor Kellog per prevenire la masturbazione femminile era quella di bruciare i clitoridi delle bambine con l’acido fenico.
Fortunatamente per noi questo sistema non ha fatto presa. Ma credo possiamo tranquillamente dire che il desiderio sessuale non era sconosciuto ai nostri antenati.
Gli scrittori come chiunque altro, sono il risultato delle loro esperienze. I miei nonni erano molto poveri e non avevano alcun tipo di impianto idraulico. Stare con loro era più o meno vivere come i poveri del diciannovesimo secolo. Ma anche se i miei nonni non avevano le stesse comodità della “gente di citt�” non erano differenti: anche loro ridevano, piangevano, avevano paure, sogni, speranze… Penso che l’esperienza di vivere senza tecnologia moderna mi abbia aiutato praticamente nel capire la storia e la gente del passato, dandomi la giusta forma mentis.
Al di là di tutto non ritengo si tratti di giocare sul sicuro: scriviamo ciò che siamo. Io vedo la storia ed il romance in un modo, altri li vedono differentemente. Grazie al cielo! Come sarebbe noioso il romance se tutti gli scrittori avessero la stessa visione.



3 - You have the peculiar ability to create complex and tortured heroes and/or heroines. Which one do you consider the best written, and which one is your favourite (because we all know every author has a favourite one)? Or is it the same character?

That’s a difficult question. I think Michael (THE LOVER) and Gabriel (GABRIEL’S WOMAN) are outwardly the most tortured—Michael was scarred in a fire whereas Gabriel was brutally raped—but I think James (SCANDALOUS LOVERS) and Jack (CRY FOR PASSION, my upcoming release) are the most complex. James and Jack are successful barristers. Though their stories take place in 1887, they live in our world. Every day they balance work and love; the need for passion with the necessity of maintaining a sexless facade. Both James and Jack are tortured . . . not by what has been done TO them . . . but by the decisions they themselves have made. So while I love mes deux anges, I think James and Jack are more fully developed, and as such, are my favorite characters. But perhaps that’s because they are my most current characters! Damon, the hero in the book I am now writing, is mighty intriguing, too.

3 - Tu hai la particolare abilità di creare degli eroi e delle eroine complessi e torturati. Quale consideri essere quello o quella scritto meglio e qual è il tuo favorito (perché lo sappiamo bene che ogni scrittore ne ha uno) ? O si tratta del medesimo personaggio?

Che domanda difficile. Penso che Michael (THE LOVER) e Gabriel (GABRIEL’S WOMAN) siano in apparenza i più torturati - Michael è rimasto gravemente ustionato in un incendio mentre Gabriel è stato brutalmente stuprato - ma credo che James (SCANDALOUS LOVERS) e Jack (dal mio prossimo libro che si intitolerà CRY FOR PASSION) siano i più complessi. James e Jack sono degli avvocati di successo. Anche se la loro storia si svolge nel 1887, vivono nel nostro mondo.
Ogni giorno cercano di trovare un equilibrio tra lavoro ed amore; tra il bisogno di passione e la necessità di mantenere una facciata neutra ed asessuata. Entrambi sono torturati, non da ciò che è stato loro fatto ma dalle decisioni che loro stessi hanno preso. Così, anche se amo i “miei due angeli” (le deux anges così sono soprannominati Michael e Gabriel n.d.a), penso che James e Jack siano meglio sviluppati nel complesso e quindi sono i miei personaggi preferiti. Ma forse dipende semplicemente dal fatto che sono i due più recenti! Damon, l’eroe del libro che sto scrivendo è anche lui molto intrigante.



4 - All of your wonderful characters are truly and deeply alone, unrecognized by the world they live in for one reason or another, desperately seeking love and acceptance. Where does all this come from, if I may ask? Is it just a narrative choice or a personal need?

The struggle between the individual and society is the backbone of all literature, no matter its genre. I think that theme is particularly applicable to historical romance, because historically men and women were pressured to adhere to a core set of values that benefited . . . not the individual . . . but the family. This per force made individuals . . . women as well as men . . . behave in ways that were not conducive to developing intimate love. Women—because they were dependent upon men for the very clothes on their backs—were taught to place the needs of men above their own. Conversely—because women were dependent upon them—men as “breadwinners” were taught to place their needs over those of women. This makes for a very unbalanced relationship between the two sexes, a situation that we continue to struggle with today. So in a sense, both historically and currently, everyone is alone and unrecognized, and searches for that one person who will accept them for who they are rather than what society tells them they should be.


4 - Tutti i tuoi meravigliosi personaggi sono veramente e profondamente soli, ignorati dal mondo che li circonda per un motivo o per l’altro, alla disperata ricerca di amore ed accettazione. Posso chiederti da dove viene tutto questo? E’ solo una scelta narrativa od un bisogno personale?

La lotta tra l’individuo e la società è la spina dorsale di tutta la letteratura, non importa il genere. Questo tema si può applicare in particolare al romance storico, perché storicamente uomini e donne erano obbligati ad aderire ad un nucleo stabilito di valori che portavano beneficio non all’individuo ma alla famiglia. Questo costringeva le persone… tanto uomini che donne…a comportarsi in una maniera che non contribuiva certo allo svilupparsi di un amore intimo. Alle donne - che erano dipendenti dagli uomini anche per i vestiti che indossavano - veniva insegnato a mettere i bisogni degli uomini sopra i loro. Al contrario, proprio perché le donne dipendevano da loro, agli uomini che “portavano a casa la pagnotta” veniva insegnato a metter i propri bisogni sulle spalle delle donne perché li soddisfacessero. Questo è un rapporto molto sbilanciato tra i sessi, ed è una situazione con cui tuttora combattiamo. Così in un certo senso, sia storicamente che attualmente, ognuno è solo ed ignorato, e cerca quella persona che lo accetterà per ciò che è piuttosto che per ciò che la società dice che dovrebbe essere.



5 - Ramiel from THE LADY’S TUTOR and Gabriel from GABRIEL’S WOMAN are two of the most beautiful, seductive and sexiest heros I have read about, still they cannot be categorized as being Alpha or Beta. What inspired you when you created them, or should I say who?

I’m not really inspired by people so much as I am by history. For example: One Christmas a friend gifted me with a copy of THE PERFUMED GARDEN OF THE CHEIKH NEFZAOUI, a four-hundred-year-old book of erotology that was translated by Sir Richard Burton in 1886. I immediately thought what a great story it would make, to have a Victorian man tutor a woman with an Arabic how-to sex book. But I didn’t want just ANY Victorian man. White slavery still existed in the mid-1800s: European men and women were captured and sold in the Middle East. When creating my hero in THE LADY’S TUTOR, I asked myself: “What if a young Englishwoman . . . a countess . . . was sold in slavery to a sheik? What if they fell in love? What if she bore him a son? What if the sheik —because of his love—allowed her to take their son and return to her own country? What if the son bore his father’s coloring, but had his mother’s hair? What if the mother raised him for his first twelve years in England, but allowed the father to guide him through puberty thousands of miles away in an Arabic culture? What if this son with his tanned skin and wheat-blond hair—beloved to his family, but shunned by both English and Arabic societies—returned to England as a man? And why would he return to England, when he had been gone for x number of years?” Again I turned to history. Ergo, Ramiel was born, a thirty-eight-year-old man who had the best of his parents but who was totally different from his parents because always he straddled a fence known as the East and the West.

Gabriel came about differently. When I started THE LOVER—inspired both by historical allusions to heterosexual male prostitution and the documentation of night houses (the French called them ‘maison des rendezvous’) in which rooms were rented not just to prostitutes, but also to lovers—I had difficulty writing a hero with
the name Michael because I know so many Michaels in real life, and none of them, alas, are beautiful, black-haired gigolos. So I thought to change his name to something more exotic. I’ve always loved the name Gabriel. However, when I changed Michael’s name, instantly Gabriel spoke up: �‘I’ am Gabriel,” he said. �‘Michael’ is Michael.”
I had already created Michael’s character through a series of “what if” questions: I simply made Gabriel the reverse of Michael. Well, actually, I didn’t: GABRIEL wrote himself, and in his mind, he was the opposite of Michael. Circumstantially, he was. Gabriel . . . a beautiful blond-haired boy who was born in a French gutter. . . was taught how to please men, whereas Michael—the runaway son of an English aristocrat—was taught how to please women.


5 - Ramiel da THE LADY’S TUTOR e Gabriel da GABRIEL’S WOMAN sono due tra i più belli, seducenti e sexy eroi di cui io abbia mai letto, ma non possono essere definiti né degli eroi Alpha né degli eroi Beta. Cosa ti ha ispirata nel crearli, o forse dovrei dire chi?

Non sono veramente ispirata dalla gente quanto dalla storia. Per esempio: un Natale un'amica mi regalò una copia de THE PERFUMED GARDEN OF THE CHEIKH NEFZAOUI (Il Giardino Profumato dello Sceicco Nefzaoui) un libro di erotologia vecchio di quattrocento anni che era stato tradotto nel 1886 da Sir Richard Burton. Pensai subito che sarebbe stata una storia fantastica raccontare di un uomo dell'epoca vittoriana, che dava lezioni ad una donna con un manuale erotico arabo. La schiavitù per i bianchi esisteva ancora alla metà dell'ottocento: europei ed europee venivano rapiti e venduti nel Medio Oriente. Mentre stavo creando il mio eroe per THE LADY'S TUTOR mi domandavo: e se una donna inglese... una contessa...fosse stata venduta ad uno sceicco? E se si fossero innamorati? E se lei gli avesse dato un figlio? E se lo Sceicco, proprio a causa di quest'amore le avesse permesso di prendere il loro figlio e portarlo nel suo paese? E se questo figlio avesse avuto la carnagione del padre ma i capelli della madre? E se la madre lo avesse allevato per i primi dodici anni della sua vita per poi permettergli di andare dal padre ed attraversare la pubertà sotto la sua guida, a migliaia di chilometri di distanza, all'interno della cultura araba? E se poi, divenuto uomo, fosse ritornato in Inghilterra, biondo ma con la carnagione scura, amato dalla sua famiglia ma rifiutato tanto dalla società britannica quanto da quella araba? E cosa avrebbe potuto spingerlo a ritornare in Inghilterra dopo un certo numero di anni? Di nuovo mi sono rivolta alla storia. A quel punto Ramiel era nato, un uomo di trentotto anni che aveva preso il meglio dai suoi genitori ma che era diverso da entrambi, trovandosi nel mezzo tra due mondi, quello orientale e quello occidentale.

Gabriel venne fuori differentemente. Quando iniziai THE LOVER,- ispirato dalle allusioni alla prostituzione maschile eterosessuale e dalle doumentazione sulle cosiddette “night houses”( che i francesi chiamavano “maison de rendezvous” case d'appuntamento) dove venivano affittate delle camere non solo alle prostitute od ai prostituti ma anche a coppie di amanti clandestini, - avevo difficoltà a scrivere di un eroe che si chiamasse Michael, perchè conoscevo così tanti Michael nella vita reale e nessuno di loro era, ovviamente, uno splendido gigolò dai capelli neri. Così pensai di cambiare il suo nome in qualcosa di più esotico. Ho sempre amato il nome Gabriel. Tuttavia non appena cambiai il nome di Michael, subito Gabriel parlò: “Io sono Gabriel” disse “Michael è Michael”.
Avevo già creato il personaggio di Michael attraverso una serie di “e se?”, quindi semplicemente ho reso Gabriel il contrario di Michael. Beh, in effetti non sono stata io ha farlo: GABRIEL si è letteralmente scritto da solo, con estrema precisione tra l'altro ed era lui a ritenersi l'opposto di Michael. Gabriel... un bellissimo ragazzo biondo, nato in un porcile francese, a cui era stato insegnato a compiacere gli uomini quando a Michael era stato insegnato a compiacere le donne.



6 - Both THE LOVER and GABRIEL’S WOMAN have “unsuitable” heroes, Michael and Gabriel being gigolos. What did your editor and publishing house say when you first proposed the manuscript? Did they try to convince you to make changes?

My editor loved THE LOVER, both as a proposal and as a book. She told me that when she received the manuscript, people lined up outside her door to take the pages from her one by one after she read them, and in turn passed each page backward—after reading it—for the next person in line to read. At one point, my editor said, someone in the hallway shouted: “Who has page 29?!”
When I told my editor that my next book was Gabriel’s story, she sighed and said, “I was afraid of that.” She loved the completed manuscript, but she did suggest I take out the chapter I call my “Shower” chapter. But I couldn’t, it was pivotal in Gabriel and Victoria’s relationship. Many readers have written that the “Shower” chapter is their favorite scene, so I think I did the right thing by keeping it in.


6 - Tanto THE LOVER che GABRIEL'S WOMAN ci presentano due eroi apparentemente improbabili, essendo sia Michael che Gabriel dei gigolò. Qual'è stata la reazione del tuo editor e della tua casa editrice quando hai loro proposto per la prima volta il manoscritto? Hanno cercato di convincerti ad effettuare dei cambiamenti?

La mia editor ha adorato THE LOVER sia come proposta che come libro ultimato. Mi ha detto che quando ha ricevuto il manoscritto, la gente faceva la fila fuori dalla sua porta per prendere pagina per pagina dalle sue mani, non appena lei termiva di leggerle, e che se le passavano indietro a turno in modo che arrivassero all'ultimo in attesa. Ad un certo punto ha sentito qualcuno nel corridoio che urlava: “Chi ha pagina 29?!”
Quando le annunciai che il mio libro seguente sarebbe stato su Gabriel lei sospirò e disse: “Lo temevo.” Le piacque il romanzo finito ma suggerì che togliessi quello che io chiamo il “capitolo della doccia”. Ma io proprio non potevo, era un punto di svolta nel rapporto tra Gabriel e Victoria. Molti lettori mi hanno scritto che la scena della doccia è il loro capitolo preferito, quindi penso di aver fatto la cosa giusta non tagliandolo.



7 - James and Frances, the protagonists of SCANDALOUS LOVERS are 47 and 49 years old, why this choice? And was it a hazard?

All of my heroines are older than the usual historical romance heroine: Elaine in AWAKEN, MY LOVE is 39; Elizabeth in THE LADY’S TUTOR is 33; Anne in THE LOVER is 36; Victoria in GABRIEL’S WOMAN is 34. When I wrote the proposal for SCANDALOUS LOVERS, I was intrigued by the idea of writing about a woman who—married at fifteen, her childhood spent in having children—is suddenly widowed and realizes that she has no identity other than that of wife, mother and grandmother. It was a fascinating journey, watching Frances grow from being a selfless caretaker to being a woman capable of experiencing great passion.

Yes, it was a risk making Frances 49. But I guess, in my heart, I don’t understand why a romance heroine has to be “young” in order to be appealing. Life doesn’t stop when we turn thirty. Or forty. Or fifty. How sad to think that society may feel we are not deserving of love or passion. Contrary to what some may believe, we improve as we get older, and yes, that includes our ability to enjoy sex! With age comes the ability to distinguish between love and lust, sex and passion.

7 - James e Frances, i protagonisti di SCANDALOUS LOVERS hano rispettivamente 47 e 49 anni, come mai questa scelta? Non si è trattato in qualche modo di un azzardo?

Tutte le mie eroine sono più vecchie dello standard delle eroine dei romances: Elaine in AWAKEN MY LOVE ha 39 anni; Elizabeth in THE LADY'S TUTOR 33; Anne in THE LOVER 36, Victoria in GABRIEL'S WOMAN 34. Quando scrissi la proposta per SCANDALOUS LOVERS ero intrigata all'idea di scrivere di una donna che si era sposata quindicenne, che eveva trascorso la giovinezza ad avere figli e che trovandosi improvvisamente vedova si era resa conto di non essere stata altro che una moglie, una madre ed una nonna. E' stato un viaggio affascinante osservare Frances trasformarsi da una custode del focolare, instancabile e generosissima, ad una vera donna capace di grande passione.

Sì, è stato rishioso attribuire a Frances questa età. Ma presumo che nel mio cuore, io non riesca a capire perchè un'eroina di romance debba essere necessariamente giovane per essere affascinante.
La vita non si ferma quando compiamo trent'anni. O quaranta. O cinquanta. E' triste pensare che la società creda che da un certo punto in poi non ci meritiamo più né amore né passione. Al contrario di quanto si potrebbe credere, con l'età miglioriamo e sì, questo include anche la capacità di apprezzare l'erotismo. Con l'età arriva anche la capacità di distinguere tra amore e lussuria e tra sesso e passione.



8 - In your books you often treat uncommon and delicate subjects such as sexual and emotional abuse, prostitution and pedophilia while creating at the same time extremely erotic novels. How do you succeed in combining those elements and why did you decide to do it, when many other writers decide instead to ignore both reality and history?

These things happened. They happen today.
Life is full of pain and tragedy, but like the spring that follows winter, it is also full of love and laughter. And hope. Hans Christian Andersen and the Brothers Grimm understood what makes fairytales and romance enduring: the reward of love.
Pain doesn’t diminish us. Like with age, our lives don’t stop because we’ve lost a loved one . . . or because we’re physically incapacitated . . . or abused. We will never be like we were before: We will be better. Stronger. More capable of love and passion. Because we’ve survived.

In GABRIEL’S WOMAN Victoria tells Gabriel about the story of “The Angel” (Hans Christian Andersen) while their bodies are joined. In the story, she says, an angel takes a dead child in his arms and flies the child to where he had often played in life. There they gather flowers to take to heaven. The child chooses a beautiful rose bush that has a broken stem. After the angel gathers other beautiful flowers, the child says they have enough, but the angel flies him to a narrow street littered with refuse. He points out a broken flower-pot held together by a withered flower, and tells the child about a poor, sick boy who had lived in a cellar. One spring a neighbor brought the boy a bouquet of field-flowers; one still had some root attached to it. The boy planted the flower, and watered it, and loved it. The flower made him happy, even while he lay dying. “It gave more real joy,�” the angel said, “than the most beautiful flower in the garden of a queen.”
“But how do you know all this?” asked the child whom the angel was carrying to heaven.
“I know it,” said the angel, “because I myself was the poor sick boy who walked upon crutches, and I know my own flower well.”
Gabriel asks Victoria who he is, the angel or the boy who died.
Holding Gabriel— a ‘gigolo’ who survived rape, and who employs prostitutes in a ‘night’ house where both male and female prostitutes can safely service their clients—Victoria replies, “The angel ... Your house is your garden, Gabriel. You take broken people and give them new lives. Take joy in your garden.”

I write about the sexual odyssey of men and women—survivors— who dare to love in spite of the fact others may think . . . because they’re not young, or beautiful, or morally ‘perfect’. . . that they don’t deserve it.
My characters are what they are because of reality and history, not despite it. Kahlil Gibran writes: “The deeper sorrow carves into your being the more joy you can contain.” Love is our reward for the pain.


8 - Nei tuoi libri spesso tratti argomenti non comuni e delicati come gli abusi sessuali ed emotivi, la prostituzione e la pedofilia, creando nel contempo dei racconti estremamente erotici. Come riesci a combinare questi elementi e perché hai deciso di farlo, quando molte altre scrittrici decidono invece di ignorare tanto la realtà quanto la storia?

Queste cose accadevano. Accadono ancora oggi.
La vita è piena di dolori e tragedie, ma come la primavera che segue l'inverno, è anche piena di amore e risate. E speranza. Hans Christian Andersen ed i Fratelli Grimm hanno capito cosa rendeva le favole ed il romance duraturi: il premio dell'amore.
Il dolore non ci sminuisce. Come per l'età, la nostra vita non si ferma perchè abbiamo perso qualcuno che amavamo... o perchè siamo fisicamente inabili ...o perchè abbiamo subito degli abusi. Non saremo mai più come eravamo prima: saremo migliori. Più forti. Più capaci di amore e passione. Perché siamo sopravvissuti.

In GABRIEL'S WOMAN Victoria racconta a Gabriel la favola “L'Angelo” di Andersen mentre i loro corpi sono uniti. Nella storia un angelo viene a prendere un bimbo appena morto per portarlo in paradiso. Prima sorvola il luogo dove il bambino era solito giocare e lo invita scegliere dei fiori da portare in cielo. Questi sceglie parecchi fiori tra cui un bellissimo cespuglio di rose con lo stelo rotto. Poi quando dice all'angelo di averne presi abbastanza lui invece si dirige verso una stradina piena di rifiuti. Lì gli indica un vaso rotto tenuto insieme da un fiore avvizzito e gli racconta di un ragazzo molto povero e malato che viveva in una cantina. Una primavera un vicino gli aveva portato un mazzo di fiori di campo di cui uno con ancora la radice attaccata. Il ragazzo aveva piantato il fiore, lo aveva annaffiato ed amato. Il fiore lo aveva reso felice anche mentre stava morendo. “Gli diede maggior gioia - disse l'angelo – che il fiore più bello del giardino della regina.”
“Ma come fai ha sapere tutto questo?” chiese il bambino all'angelo mentre lo portava in paradiso.
“Lo so” disse l'angelo” perché ero io quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle, e conosco molto bene il mio fiore.”
Gabriel chiede a Victoria se lui è l'angelo o il ragazzo che è morto.
Mentre abbraccia Gabriel, un gigolò che è sopravvisuto allo stupro e che impiega prostituti di entrambi i sessi in una casa dove possono incontrare i loro clienti senza rischi, Victoria risponde: “Tu sei l'angelo...la tua casa è il tuo giardino, Gabriel. Prendi delle persone spezzate e dai loro delle nuove vite. Sii felice del tuo giardino.”

Scrivo dell'odissea, anche sessuale, di uomini e donne, dei sopravvisuti, che osano amare a dispetto di quelli che ritengono che non se lo meriterebbero, perchè non sono giovani, o belli, o moralmente perfetti.
I miei personaggi sono ciò che sono per via della realtà e della storia, non nonostante esse.
Kahlil Gibran scrive. “Più in profondità i dolori scavano nel nostro essere più gioia esso può contenere.”
L'Amore è la nostra ricompensa per la sofferenza.



9 - You have been criticized and attacked also for writing such steamy books, did you ever consider writing a totally chaste novel? And what does passion and literary expression mean to you?

I once wrote a political satire about the fate of domesticated chickens in the hands of capitalist men. Annie, my hen heroine, engages in some pretty hot fowl sex. So no, I don’t think I’ll ever write a “chaste” novel. *smile*
Passion is everything. It’s the difference between being a “good” surgeon and a “brilliant” surgeon. When we feel passionately about something, we excel at it. I think the same applies to sex. If we love it . . . the smell, the taste, the touching, the caring, the holding, the response . . . then we have the ability to develop intimacy, a loving relationship so special that—as I wrote above—wars are created over it and thrones abdicated for it. It is my goal to have my readers not just read the words I write—a passive endeavour—but to feel the emotions my characters experience. Their pain. Their pleasure. Their loneliness. Their passion, finding that person who completes them. I think that is the ultimate goal of any writer, to breathe life into ink and paper. No matter how forbidden the love, or how risque the methods by which our lovers demonstrate their love.


9 - Tu sei stata criticata ed anche attaccata per il fatto di scrivere dei libri così erotici, hai mai considerato l'idea di scrivere un romanzo completamente casto? E cosa significano per te la passione e l'espressione letteraria?

Una volta ho scitto una satira politica sul destino di una gallina domestica nelle mani di alcuni capitalisti. Annie, la gallina protagonista fa del “sesso” da volatile. Quindi no, non penso proprio che scriverò mai un romanzo casto.
La passione è tutto. E' quello che fa la differenza tra un “bravo” chirurgo ed un chirurgo “brillante”. Quando siamo appassionati di qualcosa vi eccelliamo. Lo stesso si può applicare al sesso.
Se lo amiamo...l'odore, il sapore, il toccarsi, il prendersi cura, il trattenersi, il rispondere a...allora abbiamo la capacità di sviluppare l'intimità ed una relazione amororosa così speciale che, come ho scritto prima, ha portato a guerre e abdicazioni. Il mio scopo non è semplicemente quello che i miei lettori leggano le parole che scrivo - uno sforzo passivo, - ma che sentano le stesse emozioni che i miei personaggi provano. Il loro dolore. Il loro piacere. La loro solitudine. La loro passione, il trovare la persona che li completa. Penso che questo sia anche lo scopo ultimo di ogni scrittore: infondere vita alla all'inchiostro su un foglio di carta. Non importa quanto sia proibito l'amore o rischiosi i metodi attraverso i quali i nostri amanti si dimostrano il loro amore.



10 - In all your books the hero first seduces the heroine with words, creating such great sexual tension that culminates in even more erotic love scenes. How difficult is it to build that tension and to maintain it for so many pages? And do you prefer to write the verbal seduction or the actual one?

Sexual tension is not difficult to write, per se, but it is all-consuming. I go over and over and over what I write, looking for not just what my characters say, but what motivates them to say it.
I like writing verbal seduction scenes. My characters learn a lot about each other through these intimate exchanges . . . and so do I! Usually, a verbal seduction flows right into the physical one. When it doesn’t, I know I’ve done something wrong.
Strangely enough, the most difficult scene to write—in any of my stories, both the novels and the novellas—is the first consummation. It sets the tone for the rest of the book, and is the single most important turning point in my hero and heroine’s relationship. I try to keep the emphasis on intimacy rather than sex, yet it IS sex, so there has to be the right blend of sexual need, vulnerability and personal need. I rewrite that first consummation more than all the other scenes in the book combined, trying to capture that orgasmic moment when my couple become not two people, but one.


10 - In tutti i tuoi libri, all'inizio, l'eroe seduce l'eroina prima con le parole, creando una incredibile tensione sessuale che culmina in scene d'amore ancora più erotiche. Quanto è difficile far crescere una tale tensione e mantenerla per così tante pagine? E quale seduzione preferisci scrivere: quella verbale o quella effettiva?

La tensione sessuale non è difficile da scrivere di per sé, ma si consuma in fretta. Ritorno più e più volte su ciò che ho scritto, cercando non solo ciò che i miei personaggi hanno da dire ma anche perchè lo dicono.

Mi piace scrivere scene di seduzione verbale. I miei personaggi imparano molto gli uni degli altri attraverso questi scambi intimi...ed anch'io! Generalmente la seduzione verbale scorre in quella fisica. Se non succede, so di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Strano a dirsi ma per me la prima “consumazione” è sempre la scena più difficile da scrivere, sia nei romanzi che nei racconti. Stabilisce il tono per il resto del libro ed è il più importante momento singolo di svolta nella relazione tra l'eroe e l'eroina. Cerco di mantenere l'enfasi sull'intimità piuttosto che sul sesso, sì è sesso quindi ci deve essere la giusta miscela di bisogno sessuale, vulnerabilità e bisogno individuale. Riscrivo quella prima consumazione molte più volte di tutte le altre scene messe insieme, nel tentativo di catturare quel momento orgasmico in cui la mia coppia da due persone diviene una sola.



11 - Somebody could hardly remain indifferent to your writing, it is a fist to the stomach, like real literature should be. In my opinion an author can transmit emotion just when they feel it in first person, there are no tricks in this field, so I guess for you composing a story it’s an intense emotional journey as well. What can you say to us of your creative process?

Shirley Maclaine is one of my favorite actresses. I saw an interview of her once in which she said she acted so that she could step into someone else’s shoes.
Writing is rather like acting. I live and breathe my characters. I think about them when I go to bed. Don and I talk about them as if they’re our children. Because I am the creator, it’s inevitable that a bit of me gets mixed into my characters, but my books aren’t about me. They’re about a 33-year-old woman who is deafened by loneliness at the passage of a carriage (CRY FOR PASSION) . . . or a 35-year-old man who has difficulty reconciling past pain with present desire (“THE MEN AND WOMEN’S CLUB”). . . . The choices my characters make aren’t always the choices I would make. Nor are their desires the ones that necessarily excite me. That is what makes writing such an amazing experience: I get to step into someone else’s shoes. With every book I learn so much—not only about history—but about humanity.
When a reader writes that my characters have touched them as well, well. . . . Every rewrite, every agonizing decision—Should I risk writing about a 49-year-old heroine? Should I hazard writing about a hero who was trained to be a prostitute for men?—is vindicated.


11 - E' difficile che qualcuno possa rimanere indifferente alla tua scrittura, è un pugno allo stomaco, come la vera letteratura dovrebbe essere. Secondo me un autore riesce a trasmettere emozioni solo se le prova in prima persona, non ci sono trucchi in questo campo, così presumo che anche per te comporre una storia sia un intenso viaggio emotivo. Cosa puoi svelarci del tuo processo creativo?

Shirley Maclaine è una delle mie attrici preferite. Una volta durante un'intervista disse che recitava in modo da poter diventare qualcun altro.
Scrivere è simile a recitate. Io vivo e respiro i miei personaggi. Penso a loro quando vado a letto. Mio marito Don ed io ne parliamo come fossero dei figli. Essendo la loro creatrice è inevitabile che un po' di me si mischi con i miei personaggi, ma i miei libri non parlano di me. Sono, per esempio, una trentatreenne che è assordata dalla solitudine al passaggio di una carrozza in CRY FOR PASSION o un trentacinquenne che non è in grado di riconciliare il dolore passato col desiderio presente in THE MEN AND WOMEN'S CLUB...
Le scelte dei miei personaggi non sono necessariamente le mie. Così come i loro desideri non necessariamente mi eccitano. Questo è quello che rende così straordinario scrivere: io mi metto nei panni di qualcun altro. Con ogni libro io imparo così tanto non solo sulla storia, ma anche sull'umanità.
Quando un lettore mi scrive che i miei personaggi l'hanno toccato, beh allora, ogni riscrittura, ogni decisione sofferta - devo rischiare di scrivere di un'eroina quarantanovenne? Posso rischiare di scrivere su un prostituto per gli uomini? - è vendicata.



12 - Last August you published a novella “THE MEN AND WOMEN’S CLUB” in an anthology called PRIVATE PLACES and are currently working on your latest book who will be out next spring CRY FOR PASSION, can you tell us more about it?

SCANDALOUS LOVERS was inspired by an actual club in London, England c1885-1889, appropriately called the Men and Women’s Club. It was comprised of educated, middle-class men and women who regularly met to discuss the sexual issues of the day: Malthusianism and birth control. Darwinism and the evolving sexual roles of men and women. Prostitution in ancient Greece and how it applied to modern (Victorian) prostitution. . . . You name it, they discussed it. The secretary and the founder eventually married, so there was even a real-life romance! Sadly, after four years the club split up because the two genders—men and women —could not overcome sexism. When I read about this club, I knew I had to create my own version, and bring them together willy-nilly. And I did! Except for two stubborn members who despite my best efforts remained apart at the end of the book, and a third member —Rose—who was trapped in a tragic marriage.
“THE MEN AND WOMEN’S CLUB” is the story of the two founding members who stubbornly remained apart. It was a challenging novella to write, because I didn’t particularly like either Joseph or Ardelle. At one point I thought about renaming their story “The Bitch and the Bastard.” But when they finally opened up to me. . . . Wow. They broke my heart. When I gave them their happy ending, it was cathartic, that these two prickly, wounded people could and did find happiness together.
Rose Clarring and Jack Lodoun were also introduced in SCANDALOUS LOVERS. My heart bled for Rose; she was such a lonely woman. Jack Lodoun—James’s rival who I fully intended to be a villain—took on a life of his own. I knew at the end of SCANDALOUS LOVERS that he was the man for Rose. And I knew that they would both pay dearly for the passion they so desperately deserved, hence the title: CRY FOR PASSION. And I did cry for them. I hope my readers will, too. Both for the pain they suffer, and the love they discover.

12 - Lo scorso agosto hai pubblicato un racconto THE MEN AND WOMEN'S CLUB nell'antologia intitolata PRIVATE PLACES e stai dando gli ultimi ritocchi al tuo ultimo libro CRY FOR PASSION che uscirà la prossima primavera, ci puoi dire qualcosa di più?

SCANDALOUS LOVERS è stato ispirato dal vero omonimo club di Londra attivo dal 1885 al 1889. Era formato da donne e uomini della classe media, di buona cultura che si incontravano regolarmente per discutere gli argomenti del giorno di natura sessuale: la teoria Malthusiana ed il controllo delle nascite, il Darwinismo e l'evoluzione dei ruoli sessuali, la prostituzione nell'antica Grecia e nell'era vittoriana e così via. La segretaria ed il fondatore in seguito si sposarono, così possiamo dire che il romance divenne realtà! Tristemente dopo quattro anni il club si divise perchè i suoi membri non riuscivano a superare il sessismo. Quando lessi del club sapevo che avrei dovuto crearne una mia versione e fare in modo che restassero uniti. E ci sono riuscita! Con l'eccezione di due membri che ostinatamente si tengono in disparte ed un terzo Rose, che è intrappolata in un matrimonio tragico.
THE MEN AND WOMEN'S CLUB è precisamente la storia di questi due membri fondatori che insistono nel tenersi in disparte. E' stato un racconto impegnativo da scrivere perché non mi piacciono particolarmente né Joseph né Ardelle. Ad un certo punto ho anche pensato di rinominare la loro storia “La Cagna ed il Bastardo”. Ma quando finalmente si sono aperti a me...wow, mi hanno spezzato il cuore. Quando gli ho dato un lieto fine, è stato catartico, che queste due persone ostiche e ferite potessero trovare la felicità insieme.
Rose Clarring e Jack Lodoun compaiono anch'essi in SCANDALOUS LOVERS. Il mio cuore ha sanguinato per Rose; è una donna così sola. Jack Lodoun – il rivale di James che avevo concepito come antagonista - ha preso vita per conto proprio. Alla fine di SCANDALOUS LOVERS sapevo che lui era l'uomo per Rose. E che entrambi avrebbero pagato caro per la passione che entrambi meritavano disperatamente, da qui il titolo: CRY FOR PASSION (GRIDO DI PASSIONE). Ho pianto per loro. Spero che anche i miei lettori lo faranno. Sia per il dolore che patiscono che per l'amore che scoprono.



13 - Your works have not been translated in Italian yet but not long ago you were in Spain where your novels have just been published. Could you tell us a little about that experience and what meant for you the contact with a Mediterranean culture, certainly different from the American one?

I LOVED Spain. The food (Don almost orgasms just remembering the food). The people. The history. I’ve been to Germany and France, too, and the one thing that Europe has—which America really doesn’t—is a living past. We tear down 30-year-old shopping malls and build something new. You nurture your past, building the new right alongside the old.
Another thing that really amazed me about my experience in Spain were the journalists. My first interview was with a professor who had read THE LADY’S TUTOR. He couldn’t speak English, and I couldn’t speak Spanish, but I could feel his interest and curiosity. And the questions he asked! Amazing questions that no other journalist had ever asked: How did I compare my writing with the works of Jane Austen and the two Brontë sisters? Did I think—were those authors alive now in this time—that they would write erotic romances?. . . A very young male journalist and I spent almost two hours discussing the history of sex. Yet another journalist shared some historical information—of a sexual nature—regarding the Spanish conquistadores of which I had not been aware. Their unabashed openness was just amazing. And so heartening!
I confess, I also liked giving and receiving ‘besos.’ In America people are not as demonstrative. My Spanish publisher—a man—hugged my husband. Men don’t hug men here. Sadly.


13 - I tuoi lavori non sono ancora stati tradotti in Italia, ma poco tempo fa sei stata in Spagna dove recentemente i tuoi romanzi sono stati pubblicati. Che ci puoi dire di quell'esperienza e di cosa ha significato per te entrare in contatto con la cultura mediterranea, sicuramente molto diversa da quella americana?

Ho adorato la Spagna. Il cibo (Don va in estasi al solo ricordo). La gente. La storia. Sono stata anche in Germania e Francia e quello che veramente l'America non ha, ma l'Europa sì, è un passato vivente. Noi demoliamo centri commerciali vecchi di trent'anni per costruire qualcosa di nuovo. Voi nutrite il vostro passato, costruendo il nuovo a fianco del vecchio.

Un'altra cosa che mi ha stupita di questa esperienza sono stati i giornalisti. La mia prima intervista è stata con un professore che aveva letto THE LADY'S TUTOR. Lui non parlava inglese ed io non parlavo spagnolo, ma potevo percepire il suo interesse e la sua curiosità. E le domande che mi ha fatto! Domande che nessun altro giornalista mi aveva rivolto: se paragonavo i miei lavori con quelli di Jane Austen e delle sorelle Bronte, se pensavo che quelle autrici al giorno d'oggi avrebbero scritto dei romance erotici... Un giornalista molto giovane ha trascorso quasi due ore con me discutendo della storia del sesso. E ancora un altro giornalista mi ha fornito delle informazioni, di natura sessuale, sui Conquistadores, di cui non sapevo nulla. La loro assoluta apertura senza imbarazzi è stata incredibile. E anche incoraggiante!
Lo confesso, mi piace anche dare e ricevere “besos”. In America la gente non è espansiva. Il mio editore spagnolo, un uomo, ha abbracciato mio marito. Qui gli uomini non si abbracciano. Purtroppo.



15 - Anything else you would like to add to our Italian readers?

I am so excited at being able to say hello to all of you in Italy. It always amazes and delights me to talk to readers in other countries: We really are a global community. Technology doesn’t change people, and neither does language. Thank you so much for having me here. I look forward to answering your questions. Please don’t be shy. . . . It is my greatest pleasure to share my writing and what little bit of knowledge I’ve acquired with my readers. Grazie!

15 - Vi è qualcos'altro che vorresti aggiungere per i nostri lettori italiani?

Sono così eccitata di poter salutare tutti voi in Italia. Mi sorprende sempre e mi delizia al contempo parlare con lettori di altre nazioni: siamo veramente una comunità globale.
La tecnologia non cambia le persone né lo fa il linguaggio differente.
Grazie mille per avermi ospitata. Non vedo l'ora di rispondere alle vostre domande. Vi prego non siate timide...per me è il più grande dei piaceri condividere la mia scrittura e quel poco di conoscenza appresa con i miei lettori. Grazie!



EXCERPT / ESTRATTO


FROM "THE LADY'S TUTOR"

"You have beautiful hair, Mrs. Petre."
The door closed behind Elizabeth, sealing her inside the warm intimacy of the library with the seductive echo of the Bastard Sheikh's compliment ringing in her ears.
No one had ever complimented her hair.
She self-consciously raised her hand to her bare head-caught herself. If she had beautiful hair, then her husband would not now be out with another woman.
Damn him. Edward had not come home again.
"I have unfashionable hair, Lord Safyre," she corrected him icily.
The flickering gas lamp on the massive mahogany desk alternately cast the Bastard Sheikh's saturnine face in shadow and light, hair shining first gold then dark wheat. "Beauty is in the eyes of the beholder."
"As is a man's 'meritoriousness.'"
A smile hitched up the corner of his mouth. He gestured toward the burgundy leather chair. "Please. Sit down. I hope you slept well."
Holding her spine straight and her head high, Elizabeth crossed the Oriental carpet. The abrasive rub of her linen shift and heavy wool dress against the tips of her nipples was an acute irritation. It reminded her that she had needs no respectable woman should have, but she had them and they had led her to this, being mocked by a man who could have any woman he wanted while her husband stayed overnight with the woman whom he wanted.
She perched on the edge of the chair, anger simmering inside her, searching for an outlet. "Thank you. It was not difficult after reading Chapter Two."
He cocked his head. "You did not enjoy the sheikh's writings on 'Concerning Women Who Deserve to be Praised.' "
It was not a question.
"Indeed." She forcefully peeled off her gloves. "The moral of the chapter is, after all, what every woman years to read."
Especially a woman who showed every sign of losing her husband to his mistress.
The Bastard Sheikh poured coffee into a blue-veined demitasse cup. Steam rose like a curtain between them. He added a splash of water to the cup. "And that is?"
She reached into her reticule for her notes . . . and realized that she was looking forward to this, to channeling the anger that she had nurtured the day before and that now blossomed in the new day.
She deserved more from her husband than a casual remark about the repeal of the Contagious Diseases Acts.
After shifting through several pages of notes, Elizabeth found what she was looking for. "'...A man who falls in love with a woman imperils himself, and exposes himself to the greatest troubles.'"
"You do not agree with the sheikh, Mrs. Petre?"
"Do you, Lord Safyre?"
He offered her the cup and saucer, so very correct in this most incorrect schooling. "I believe nothing that is worth having comes easily."
That was not the answer she wanted. She snatched the saucer out of his hand and raised the cup to her lips.
"Blow on it, Mrs. Petre."
Elizabeth blew on it. Once.
Hardly registering the scalding liquid, she took two sips.
"What did you think about the sheikh's advice on the qualities that make a woman praiseworthy?"
Impervious to the dictates of polite manners, Elizabeth set the saucer onto the desk so hard that black coffee slopped over the rim of the cup. The rustle of paper filled the room as she flipped through her notes.
"'In order that a woman may be relished by men, she must have a perfect waist, and must be plump and lusty. Her hair will be black, her forehead wide, she will have eyebrows of Ethiopian blackness, large black eyes, with the whites in them very limpid. With cheek of perfect oval, she will have an elegant nose and a graceful mouth; lips and tongue vermilion; her breath will be of pleasant odor, her throat long, her neck strong, her bust and her belly large . . .'"
She lowered her notes. "I think, Lord Safyre, that Arab men desire different attributes in their women than do English men."
The turquoise eyes glittered with laughter. "We have already agreed that beauty is in the eyes of the beholder, Mrs. Petre. However, it was not the sheikh's description of a woman's physical attributes that I was referring to."
The hot anger coiled more tightly in the pit of Elizabeth's stomach.
Her mother was scornful. Her husband was indifferent. She was not going to endure ridicule from her tutor.
"I take it, then, that you are referring to the sheikh's edicts that a praiseworthy woman rarely speaks or laughs. She has no friends, 'gives her confidence to nobody,' and relies solely on her husband. 'She takes nothing from anyone' except her husband and her parents. She 'has no faults to hide . . .' She does not try to gain attention. She does what her husband wishes when he wishes and always with a smile. She assists him in his political and social affairs. She soothes his troubles that she might make his life more content even if it requires sacrificing her own contentment. She never expresses any emotion for fear he will be repulsed by her base, childish needs."
Elizabeth lifted her chin, refusing to let the stinging tears that welled in her eyes fall. "Is that what you were referring to, Lord Safyre?"
The Bastard Sheikh cradled his cup in the palms of his hands and rocked back in his chair. "You do not think that such a woman is praiseworthy?"
Her lips tightened mutinously. "I think that I would rather be a 'meritorious' man."
He stared at her for long seconds before replying, "That is because you have not yet read one of the prescriptions for increasing a man's 'meritoriousness.'"
Elizabeth could not imagine anything worse than the life she had described above. She had spent sixteen years being a praiseworthy wife, holding her emotions in abeyance, always deferring to her husband. It might make a man's life more pleasant, but it certainly did nothing to enhance the life of a woman.
"And that is?"
"Imagine washing a man's genitals in warm water until he becomes pleasurably erect . . ."
He paused, studying her face.
Elizabeth returned his stare. Not for the life of her would she admit that she had never imagined washing a man's genitals, either in warm or cold water. Furthermore, it was hard to imagine a man growing pleasurably erect when one had no idea of what a man looked like . . . erect.
"Now imagine taking a piece of soft leather that is spread with hot pitch and slapping it onto the man's unsuspecting member."
Shock raced across Elizabeth's face; it was chased by incredulity.
Hot pitch was hot pitch. And while she had never seen a man's erect member, she was quite certain that it was as sensitive as was a woman's genitals.
"According to the prescription, the man's member rears its head, trembling with passion. When the pitch cools and the man is again in a stare of repose, the operation must be repeated several times in order to increase his 'meritoriouness.'"
...The man's member rears its head, trembling with passion shimmered in the air between them.
A flash of heat rippled through Elizabeth's body.
"Does a man tremble with passion, Lord Safyre?"
"Not wrapped in hot pitch, he doesn't," the Bastard Sheikh murmured dryly.
Edward had looked so distant yesterday, so above the dictates of the flesh, so unlike a man who would tremble, whether it be in passion or the result of any other emotion.
Was it a facade? Did men project the qualities they thought women wanted to see in them?
"Does a man tremble with passion?" she repeated, enunciating the words slowly, carefully, needing to know, needing to hope.
He leaned forward in his chair, a sharp crack of protesting wood. His hair and eyes blazed in the lamplight. "When sexually excited . . . yes, Mrs. Petre, a man trembles with passion."
She instinctively glanced down at this hand, still cradling his cup. They were large and muscular and rock steady.
"Just as a woman trembles in her passion." His voice was a dark rasp.
Elizabeth recoiled. Absolutely, that was not the voice of a tutor to his student.
His dusky brown fingers tightened, knuckles whitening. Suddenly, he brought the demitasse cup to his lips and neatly downed its contents. The dull impact of china on wood echoed in the stillness.
"Tobacco is enjoyed by both men and women in Arabia," he said abruptly. "Would you care for a smoke, Mrs. Petre?"
A smoke?
Only women of ill repute smoked.
"Perhaps another time, Lord Safyre," she said repressively.
The skin over his cheekbones stretched taut. "Men are excited by words. If you want to learn how to please your husband, perhaps you should memorize, or at least take note, of some of the Arabic love poems in The Perfumed Garden."
It was a direct challenge.
Elizabeth's hazel eyes shifted, stared at a point over his golden head. "'Full of vigor and life,'" she quoted softly, "'it bores into my vagina, / And it works about there in action constant and splendid. / First from the front to the back, and then from the right to the left; / Now it is crammed hard in by vigorous pressure, / Now it rubs its head on the orifice of my vagina. / And he strokes my back, my stomach, my sides, / Kisses my cheeks, and anon begins to suck at my lips.'"
She shifted her focus back onto Ramiel. "Like that, Lord Safyre?"
His gaze snared hers. "Exactly like that."
Liquid heat spread through her stomach. She was suddenly, breathtakingly conscious of the rhythmical rise and fall of her uncorseted breasts and the stiff caress of her linen chemise and lined wool bodice.
"In the poem . . .earlier on," she said darling. "What does it mean, that a man's member has a head like a brazier?"
The turquoise eyes narrowed. "It means that it is red with desire and hot for a woman."
Elizabeth felt as if the air had been sucked out of her lungs. "Does a man . . . enjoy it when a woman . . . puts him inside of her?"
"'When he sees me in heat he quickly comes to me,'" he recited huskily. "'Then he opens my thighs and kisses my belly, / And puts his tool in my hand to make it knock at my door..'
"When a woman wraps her fingers around a man's member, she holds his very life in her hand. She can hurt him . . . or she can give him indescribably ecstasy. When she guides him to her vagina and pushes the head of him against her, there is a moment of resistance, the threat of rejection, then her body opens up and swallows him in hot welcome and yes, Mrs. Petre, it is enjoyable. More, it is a moment of bonding. By taking control, a woman demonstrates to her man that she accepts him for who and what he his. By relinquishing control, the man tells his woman that he trusts her implicitly."
A moment of bonding.
Edward had come to Elizabeth in a darkened room. Underneath stifling bedcovers and tangled nightclothes a fumbling caress had preceded a slight prick of discomfort and their moment had been over. There had been no acceptance or loss of control. Only silence broken by the creak of the bedsprings.
She jerked her head down, away from those hypnotizing eyes, and rummaged through her notes.
A woman did not memorize erotic poetry unless it stimulated her. Sexually. As the Bastard Sheikh must know.
As he no doubt knew that words affected a woman as strongly as they did a man.
My God, what he must think of her!
She squirmed with embarrassment and something far more shameful, creasing the paper in her search, where was that passage-
"Or would you have me memorize this poem?" She stridently read, "'Oh, men! listen to what I say on the subject of woman, / . . . her malice is boundless; . . . / As long as she is with you in bed, you have her love, / But a woman's love is not enduring, believe me.'"
Elizabeth cringed at the jarring note of cynicism in her voice.
"How long can a woman comfortably go without coition, Mrs. Petre?"
The sheath of papers crackled between her clenched fingers.
Twelve years, five months, one week, and three days.
That was how long it had been since Edward had visited her bed. But not one day of it had been comfortable.
"A woman is not like a man. She does not need . . . that particular kind of comfort."
A piece of wood dropped in the fireplace, underscoring her lie. Sparks snapped, fire flamed.
"How long, Mrs. Petre?" he repeated relentlessly, as if he knew exactly how long it had been since Edward visited her bed.
Squaring her shoulders, she raised her head. "The Perfumed Garden claims that a well born woman can comfortably remain celibate for six months."
She could see the next question shaping his lips: How long have you been celibate, Mrs. Petre? Masking haste with haughtiness, she intercepted. "How long can a man comfortably remain celibate, Lord Safyre?"
The ruthless intensity in the Bastard Sheikh's eyes eased. He leaned back in his chair. "Celibacy is never comfortable for a man, Mrs. Petre."
She did not have to ask him when he had last been with a woman. Any more than she had to ask her husband where he spent his nights.
"And why is that?" she lashed out. "Why cannot a man suffer celibacy in comfort, as a woman is expected to?"
"Perhaps, Mrs. Petre, because women endure their suffering in silence and men do not," he responded quietly.
The air was suddenly too thick, the conversation too intense. "Do you recommend a diet of white breath and egg yolks 'fried in fat and swimming in honey' to give a man stamina?" she abruptly asked.
Warm, rich, masculine peals of laughter suddenly cocooned her.
Elizabeth blinked.
The hard, chiseled face of the Bastard Sheik had transformed into one of an uninhibited little boy. A very jolly little boy.
Her lips quivered. She wanted to share his laughter even though she knew it was directed at her.
Finally, "No, Mrs. Petre, I do not."
"Do you speak from experience, Lord Safyre?"
All signs of laughter disappeared and once again his face was dark and hard and cynical. "There is very little I have not tried."
No man should look so bleak . . . or alone.
Not even a Bastard Sheikh.
Elizabeth wanted to incite more laughter.
"I take it, then, that you tried the poultice of hot pitch," she said tartly.
Ramiel winced. "Then you take it wrongly. There is a difference between adolescent ego and infantile lunacy."
"Then what, pray tell, was the sheikh's purpose in including such a recipe if it is injurious?"
"The Perfumed Garden is over three hundred years old. Times change, people change, but the need for sexual satisfaction does not."
"For men," she said firmly.
"And for women," he adjured. "I will share with you some information that is not contained in the English translation here. In Arabia, there are three things that men are petitioned not to take lightly: the training of a horse, shooting with a bow and arrow, and, lastly, making love to one's wife."
"In that order?" she asked stiffly, reality a sharp slap in the face.
Fourth place, third place, it mattered little: A woman still did not come first. Either in Arabia or England.
"You think a wife merits greater importance in the scheme of a man's life?" he asked lightly.
"Yes," she retorted defiantly.
"So do I, Mrs. Petre."
Elizabeth's anger dissipated. A sudden image of a man's member rearing red and hot while he trembled with passion flashed before her eyes.
"Do you have the entire book memorized, Lord Safyre?"
"Yes."
She stared, surprised. "Why?"
A wry smile twisted his lips. "My father. He would not give me a woman until I learned how to please her."
"Your father wanted you to learn how to please a woman . . . by learning not to trust one?"
He glanced down, reached out a long, brown finger to lightly caress the blue-veined porcelain cup. "My father wanted me to learn that a woman is capable of the same kind of sexual satisfaction as is a man. He also wanted me to learn that there are good women and that there are untrustworthy women-" expression hardening, he looked up-"just as there are good men and there are bad men."
She tried to picture him as a golden-haired boy, poring over a manual of erotology, then practicing what he had learned on a beautiful blond concubine.
"But you were only thirteen years old," she blurted out.
"Would you keep your two sons boys forever, Mrs. Petre?"
Elizabeth froze. "I will not discuss my sons with you, Lord Safyre."
The mockery was back in his face. "And you will not discuss your husband with me."
"That is correct."
"Then what will you discuss with me, Mrs. Petre?"
Sex.
Love.
A bonding of flesh that is more than sacrifice or duty.
"Do you agree that the Contagious Diseases Acts should be repealed?"
Dear Lord, that was not what she had intended upon asking him.
"No."
Nor did his answer surprise her.
"Because you frequent that type of woman."
"I do not pick up women off the streets, Mrs. Petre." His voice was raw instead of raspy, angry instead of seductive. "I am a man of means if not one of respectability. The women I bed will not be affected by a parliamentary act."
She bit her lips, wanting to apologize but not even certain what it was that she should apologize for.
"Why did you agree to tutor me? You must know that I would not have gone to my husband."
Dark lashes veiled his eyes. He resumed the idle caressing of the cup, his fingertips lazily stroking and soothing. "Why did you chose me to tutor you?"
"Because I needed your knowledge."
He lifted his lashes. "Perhaps you have something that I need too."
Elizabeth's heart fluttered inside her chest. She gathered together her notes and stuffed them into her reticule. It was not necessary to consult the silver watch pinned to her bodice to know that it was time to leave. "I think this lesson is over."
"I think you are correct," he agreed, his expression inscrutable. "Some of the chapters in The Perfumed Garden consist of a few pages only. Therefore, tomorrow we will discuss chapters three, four, and five. I advise you to pay particular attention to Chapter Four. It is entitled 'Relating to the Act of Generation.'"
Clutching her gloves and reticule, Elizabeth stood.
Polite manners decreed that he also stand.
He did not.
She looked down at his head, golden in the light. Then she stared at his finger, dusky brown against the blue-veined porcelain.
Elizabeth remembered the span of his two hands. And wondered at his size.
She pivoted, almost fell over the chair.
"Mrs. Petre."
Back stiffening, she waited for rule number three. No doubt it would be totally objectionable and humiliating.
"Ma'a e-salemma, taalibba."
Her throat tightened. He claimed taalibba was not an endearment, so why did it touch a place deep inside of her that desperately ached to be touched?
"Ma'a e-salemma, Lord Safyre."


DA "THE LADY'S TUTOR"

“Avete dei bei capelli signora Petre”
La porta si chiuse alle spalle di Elizabeth, sigillandola nella calda intimità della libreria con l'eco seducente del complimento dello Sceicco Bastardo che le risuonava nelle orecchie.
Nessuno aveva mai fatto un complimento ai suoi capelli.
Impacciata iniziò a sollevare la mano verso la propria testa scoperta, ma si fermò. Se avesse avuto dei bei capelli, in quel momento suo marito non si sarebbe trovato fuori con un'altra donna.
Maledizione a lui. Edward non era tornato a casa, di nuovo.
“Ho dei capelli fuori moda, Lord Safyre” lo corresse gelidamente.
La luce tremolante della lampada a gas, posata sulla massiccia scrivania di mogano, illuminava e metteva in ombra alternativamente il viso saturnino dello Sceicco Bastardo, i capelli che brillavano prima come oro divenivano poi del colore del grano maturo. ”La bellezza è nell'occhio di chi guarda”
“Come la meritorietà di un uomo”
Un sorriso gli sollevò l'angolo della bocca. Le indicò la poltrona di pelle color borgogna.
“Vi prego, accomodatevi. Spero abbiate dormito bene”
Con la schiena ben eretta ed il mento in alto Elizabeth attraversò il tappeto orientale. Lo strofinio della sua sottoveste di lino e del pesante vestito di lana contro la punta dei suoi capezzoli era acutamente irritante. Le ricordò che aveva dei bisogni che nessuna donna rispettabile avrebbe avuto, ma li aveva e l'avevano condotta a questo: essere presa in giro da un uomo che poteva avere qualsiasi donna volesse, mentre suo marito aveva trascorso la notte con una donna che lui voleva.
Si sporse sull'orlo della poltrona, la rabbia che le ribolliva dentro alla ricerca di uno sfogo. ”Vi ringrazio. Non è stato difficile dopo aver letto il secondo capitolo.”
Lui raddrizzò la testa. “Non vi è piaciuto il capitolo Riguardo le Donne che Meritano di Essere Lodate
Non era una domanda.
“Infatti” Si tolse i guanti con forza. “Dopo tutto la morale del capitolo è quello che ogni donna brama di leggere.”
Soprattutto una donna che mostrava ogni segno di star perdendo il marito in favore dell'amante.
Lo Sceicco Bastardo versò il caffè in una tazza dalle venature azzurrine. Il vapore si sollevò tra di loro come una tenda. Egli aggiunse un goccio d'acqua nella tazza.”E sarebbe?”
Cercò la sua borsetta per prenderne gli appunti e si rese conto che era quello che stava aspettando, canalizzare la rabbia che le era montata dentro dal giorno precedente e che minacciava di esplodere ora.
Meritava ben di più da suo marito che un commento casuale sul fatto che la Legge sulle Malattie Contagiose era stata abrogata.
Dopo aver sfogliato diverse pagine, Elizabeth trovò quella giusta.. ”Un uomo che si innamori di una donna, mette in pericolo se stesso e si espone al più grande dei guai”
“Non siete d'accordo con lo sceicco, signora Petre?”
“E voi Lord Safyre?”
Le offrì tazza e piattino, in maniera così corretta nell'assoluta scorrettezza di ciò che le stava insegnando. ”Credo che niente che valga la pena avere si ottenga facilmente.”
Non era la risposta che desiderava. Prese il piattino dalle sue mani e portò la tazza alle labbra.
“Soffiateci sopra, signora Petre.”
Elizabeth soffiò, una volta.
Ne bevve due sorsi, rendendosi a malapena conto del liquido bollente.
“Cosa ne pensate dell'opinione dello sceicco su quelle che sono  le qualità che rendono una donna degna di lode?”
Indifferente alle regole della buona educazione, Elizabeth sbatté tazza e piattino sul tavolo così forte che il caffè si rovesciò oltre il bordo. Il fruscio della carta riempì la stanza mentre scorreva velocemente i suoi appunti.
“Affinché una donna possa piacere ad un uomo ella deve avere un punto vita perfetto e deve essere rotonda e di sana costituzione. I suoi capelli saranno neri, la sua fronte ampia, le sue sopracciglia saranno nere come quelle di un' etiope, grandi occhi neri col bianco molto limpido. Con guance dal perfetto ovale ella avrà un naso elegante ed una bocca graziosa, labbra e lingua vermiglie; il suo alito avrà un odore piacevole, la gola lunga, il collo forte, il busto e lo stomaco ampi...”
Abbassò i fogli con gli appunti. “Lord Safyre, penso che gli uomini arabi cerchino nelle loro donne degli attributi differenti rispetto agli uomini inglesi.”
Gli occhi turchese brillarono di divertimento.”Mi sembrava fossimo d'accordo sul fatto che la bellezza è negli occhi di chi guarda, signora Petre. Tuttavia non era alla descrizione degli attributi fisici di una donna che mi stavo riferendo.”
Una rabbia pulsante le fece contrarre violentemente lo stomaco.
Sua madre era sprezzante. Suo marito indifferente. Non aveva intenzione di essere ridicolizzata dal suo insegnante.
“Presumo vi riferiate alle norme dello sceicco secondo le quali una donna meritevole raramente parla o ride. Non ha amici, non concede la sua fiducia a nessuno e si appoggia solamente al proprio marito. Non accetta nulla da nessuno se non dal marito e dai suoi parenti. Non ha colpe da nascondere. Non cerca di attirare l'attenzione. Fa ciò che desidera il marito, quando lo desidera e sempre col sorriso sulle labbra. Lo assiste nella sua carriera politica e negli eventi pubblici. Risolve i suoi problemi per rendergli la vita migliore, anche se ciò significa sacrificare la propria felicità. Non esprime mai alcuna emozione per timore che egli possa essere disgustato dai suoi bassi ed infantili bisogni.”
Elizabeth sollevò il mento, rifiutandosi di far scendere le lacrime che le pungevano gli occhi. “E' questo ciò a cui vi stavate riferendo Lord Safyre?”
Lo Sceicco Bastardo cullò la tazza tra i palmi e scivolò indietro nella sua sedia.”Voi non credete che una simile donna sia degna di lode?”
Le sue labbra si strinsero, ribelli. “Penso che preferirei essere un uomo meritorio.”
Lui la fissò a lungo prima di replicare  “Questo perché non avete ancora letto le prescrizioni per aumentare la meritorietà di un uomo.”
Elizabeth non riusciva ad immaginare nulla di peggio della vita che aveva descritto prima. Aveva trascorso sedici anni ad essere una moglie lodevole, a congelare le sue emozioni, ad essere sempre accondiscendente col marito. La vita di un uomo era probabilmente più piacevole, ma certamente non quella della donna.
“E sarebbe?”
“Immaginate di lavare i genitali di un uomo finché egli non diviene piacevolmente eretto..”
Fece una pausa per studiare il suo viso.
Elizabeth ricambiò il suo sguardo. Per nulla al mondo avrebbe ammesso di non aver mai immaginato di lavare i genitali di un uomo, fosse con l'acqua fredda o con quella calda. Inoltre era difficile immaginare un uomo divenire piacevolmente eretto quando lei non aveva alcuna idea di quale aspetto avesse un uomo... con un'erezione.
“Ora immaginate di prendere un morbido pezzo di pelle spalmato con della pece calda e sbatterlo sull'ignaro membro dell'uomo”
La faccia di Elizabeth fu attraversata dallo shock e poi da un senso d'incredulità.
La pece calda era pece calda. E anche se non aveva mai visto un uomo eretto era abbastanza sicura che i suoi genitali fossero delicati tanto quanto quelli di una donna.
“Secondo le prescrizioni, il membro maschile ritira la propria testa, tremando di passione. Quando la pece si raffredda e l'uomo è di nuovo in uno stato di riposo, l'operazione deve essere ripetuta più e più volte per aumentare la sua 'meritorietà'.”
... Il membro maschile ritira la propria testa, tremando di passione, l'immagine brillò nell'aria tra di loro.
Una vampata di calore si increspò attraverso il corpo di Elizabeth.
“Davvero un uomo trema di passione, Lord Safyre?”
“Certamente non avvolto nella pece calda”, mormorò seccamente lo Sceicco Bastardo.
Ieri Edward era sembrato così distante, così al di sopra dei dettami della carne, così lontano dall'idea di un uomo che avrebbe tremato sia per passione che a causa di qualsiasi altra emozione.
Si trattava di una facciata? Forse che gli uomini mostravano quelle qualità che ritenevano le donne volessero vedere in loro?
“Davvero un uomo trema di passione?” ripeté, pronunciando le parole lentamente, prudentemente, necessitando di sapere, necessitando di sperare.
Egli si chinò in avanti sulla sedia, il legno emise un rumore brusco, come una protesta. I suoi capelli ed i suoi occhi splendettero alla luce della lampada. “ Sì signora Petre... quando è sessualmente eccitato un uomo trema di passione.”
Istintivamente ella guardò le sue mani che ancora stringevano la tazza. Erano grandi e muscolose e con una presa d'acciaio.
“Come anche una donna trema nella sua passione.” La sua voce si era arrochita.
Elizabeth indietreggiò. Quello non era assolutamente il tono di un insegnante rivolto alla propria allieva.
Le sue dita dorate si strinsero attorno alla tazza, le nocche sbiancarono. Improvvisamente egli se la portò alle labbra e ne vuotò il contenuto. Nell'immobilità risuonò il sordo impatto della porcellana sul legno.
“Il tabacco è gustato tanto dagli uomini quanto dalle donne in Arabia” disse lui bruscamente. “Vi andrebbe di fumare, signora Petre?”
Fumare?
Solo le donne dalla cattiva reputazione fumavano.
“Magari un'altra volta, Lord Safyre,” disse con riprovazione.
La pelle sopra i suoi zigomi si tese. “Gli uomini sono eccitati dalle parole. Se volete imparare a compiacere vostro marito, forse dovreste memorizzare alcune delle poesie d'amore arabe contenute in The Perfumed Garden o perlomeno prender appunti”
Era una sfida diretta.
Gli occhi nocciola di Elizabeth si spostarono, fissandosi su un punto al di là del suo capo dorato.
“Pieno di vigore e di vita” recitò delicatamente” sonda la mia vagina/ e lì lavora costante e splendido/ Prima da davanti a dietro e poi da destra a sinistra/ Ora è riempito da una vigorosa pressione/ Ora strofina la sua testa sull'apertura del mio sesso/ E colpisce la mia schiena, il mio stomaco, le mie pareti/ Bacia le mie guance ed immediatamente inizia a succhiare le mie labbra.”
Ella riportò l'attenzione su Ramiel. “Così Lord Safyre?”
Il suo sguardo catturò quello di lei.”Esattamente così.”
Calore liquido le si diffuse nello stomaco. Si trovò improvvisamente senza fiato, conscia del ritmico alzarsi ed abbassarsi del suo seno libero dal corsetto e della ruvida carezza della sua sottoveste di lino e del corpetto foderato di lana.
“Nel poema... prima del pezzo che ho recitato, parla del membro di un uomo che ha la testa come un braciere, cosa significa?” chiese audacemente.
Gli occhi turchese si strinsero.” Significa che diviene rosso per il desiderio e bollente per una donna.”
Elizabeth si sentì come se le avessero risucchiato l'aria dai polmoni.” Ad un uomo... piace quando una donna... lo mette dentro di sé?”
“Quando mi vede in calore, lui viene subito da me” citò rocamente. “ Poi apre le mie cosce e bacia la mia pancia/ E mette il suo strumento nella mia mano perchè io lo faccia bussare alla mia porta...”
“Quando una donna avvolge le sue dita attorno al membro di un uomo, lei ha proprio nelle sue mani la sua vita. Può ferirlo o dargli un'estasi indescrivibile. Quando lei lo guida verso il suo sesso e lo fa entrare c'è un momento di resistenza, la minaccia del rifiuto, poi il suo corpo si apre e lo fa passare accogliendolo nel calore e sì signora Petre, è molto piacevole. Di più, è un momento di profondo legame. Prendendo il controllo una donna dimostra al suo uomo che lo accetta per chi e che cosa è. Abbandonando il controllo, l'uomo dice implicitamente alla donna che ha fiducia in lei.”
Un momento di profondo legame.
Edward era venuto da Elizabeth quando la sua stanza era immersa nel buio. Sotto soffocanti coperte e camicie da notte aggrovigliate, una carezza maldestra aveva preceduto una lieve sensazione di disagio e poi tutto era finito. Non c'era mai stata né accettazione né perdita di controllo. Solo il silenzio rotto dal rumore delle molle del letto.

Ella abbassò la testa per sfuggire a quegli occhi che parevano ipnotizzarla e si mise a scorrere gli appunti.
Una donna non memorizzava della poesia erotica a meno che non la stimolasse. Sessualmente. Come lo Sceicco Bastardo doveva sapere. Così come doveva sapere che le parole colpivano fortemente tanto una donna quanto un uomo.
Mio Dio, chissà cosa pensava di lei.
Tremò per l'imbarazzo e per qualcosa di più vergognoso, spiegazzando i fogli di carta nella sua ricerca - dov'era quel passaggio?
“O avreste preferito che imparassi a memoria questo poema?” Lesse con voce stridula “ Oh uomini! Ascoltate ciò che vi dico sulla donna/ la sua malizia non ha limiti/ Fin quando è nel vostro letto avrete il suo amore/ ma l'amore di una donna non dura a lungo, credetemi.”
Elizabeth si sentì mortificata, ravvisando nel proprio tono una nota di cinismo fuori luogo.
“Quanto tempo una donna può stare confortevolmente senza rapporti intimi, signora Petre?”
Ella serrò le dita attorno ai suoi appunti, facendo crepitare la carta.
Dodici anni, cinque mesi, una settimana e tre giorni.
Questo era quanto era trascorso dall'ultima volta che Edward le aveva fatto visita nel suo letto.
E nemmeno uno di questi giorni era stato confortevole.
“Una donna non è come un uomo. Non ha bisogno... di quel particolare tipo di conforto.”
Un pezzo di legno cadde nel camino, sottolineando la sua bugia. Le scintille scoppiarono, il fuoco fiammeggiò.
“Quanto, signora Petre?” ripeté implacabilmente, come se sapesse esattamente da quanto tempo Edward non veniva nel suo letto.
Ella raddrizzò spalle e testa. “ The Perfumed Garden afferma che una donna bennata può rimanere confortevolmente casta per sei mesi.”
Poteva già vedere quale sarebbe stata la prossima domanda che lui le avrebbe rivolto: E voi per quanto siete rimasta casta, signora Petre? Mascherando la furia con l'altezzosità, lo prevenne. “Quanto può rimanere casto un uomo, senza problemi Lord Safyre?”
La spietata intensità presente nello sguardo dello Sceicco Bastardo si affievolì. “ La castità non è mai confortevole per un uomo, signora Petre.”
Non aveva bisogno di chiedergli quand'era l'ultima volta che era stato con una donna, così come non l'aveva di chiedere al marito dove trascorresse le sue notti.
“E come mai?” sbottò. “Perchè un uomo non può sopportare quello che invece una donna è obbligata a sopportare?”
“Forse perché, signora Petre, le donne sopportano le loro sofferenze in silenzio e gli uomini no” rispose lui quietamente.
L'aria divenne allora troppo spessa, la conversazione troppo intensa.”Consigliate una dieta di pane bianco e gialli d’uovo fritti nel grasso e che galleggiano nel miele, per aumentare le capacità di resistenza di un uomo?” chiese lei d’improvviso.
Uno scroscio di ricche e calde risate maschili l’avvolse come in un bozzolo.
Elizabeth sbatté le palpebre. Il viso duro e cesellato dello Sceicco Bastardo si era trasformato in quello di un ragazzino disinibito. Un ragazzino molto allegro.
Le sue labbra tremarono. Voleva condividere la sua risata anche se sapeva che stava ridendo di lei.
Alla fine lui disse:” No signora Petre, non lo consiglio.”
“Parlate per esperienza, Lord Safyre?”
Ogni segno di divertimento scomparve e di nuovo la sua faccia sembrava scura e dura e cinica.” Vi è molto poco che io non abbia provato.”
Nessun uomo sarebbe dovuto sembrare così vulnerabile…o solo.
Nemmeno lo Sceicco Bastardo.
Elizabeth voleva stimolare ulteriori risa.
“Devo quindi presumere che abbiate provato la poltiglia con la pece calda” disse acidamente.
Ramiel fremette. “Presumete erroneamente. C'è differenza tra l’ego di un adolescente e la demenza infantile.”
“Allora per favore spiegatemi quale era lo scopo dello sceicco nell’includere una tal ricetta se è cosi dannosa?
The Perfumed Garden ha più di trecento anni. I tempi cambiano, le persone cambiano, ciò che non cambia è la necessità della soddisfazione sessuale.”
“Per gli uomini” disse lei fermamente.
“E per le donne, “ aggiunse lui. “Condividerò con voi alcune informazioni che non sono contenute in questa che è la traduzione inglese. In Arabia agli uomini è richiesto di non prender alla leggera tre cose: l’addestramento di un cavallo, il tiro con l’arco e far l’amore con la propria moglie.”
“In quest’ordine?” chiese lei rigidamente, la realtà che la colpiva in faccia come uno schiaffo.
Quarto o terzo posto importava poco: in ogni caso una donna non veniva per prima. Né in Arabia né in Inghilterra.
“Voi pensate che una moglie meriti una maggiore importanza nello schema della vita di un uomo?” chiese lui gentilmente.
“Si” rispose lei con aria di sfida.
“Anch’io, signora Petre.”
Lo fissò, sorpresa. “Perché?”
Un sorriso obliquo gli incurvò le labbra. ”Mio padre. Non mi avrebbe concesso una donna fintanto che non avessi imparato a compiacerla.”
“ Vostro padre voleva che voi imparaste come dare piacere ad una donna insegnandovi a non fidarvi di lei?”
Egli rivolse il suo sguardo verso il basso, distendendo un dito abbronzato per accarezzare lievemente la tazza di porcellana azzurrina.” Mio padre voleva che apprendessi che una donna è capace di ottenere la medesima soddisfazione sessuale di un uomo. Ma voleva anche che imparassi che ci sono donne indegne di fiducia” la sua espressione si indurì ed alzò lo sguardo ”così come ci sono uomini buoni e uomini cattivi.”
Ella cercò di immaginarlo, un ragazzo dalla chioma dorata, concentrato nella lettura di un manuale erotico, che poi praticava ciò che aveva appreso su una bella concubina bionda.
“Ma avevate solo tredici anni” si lasciò sfuggire.
“Volete che i vostri due figli rimangano bambini per sempre, signora Petre?”
Elizabeth si sentì gelare.”Non ho intenzione di discutere dei miei figli con voi, Lord Safyre.”
La sua espressione ridivenne derisoria. “E nemmeno discuterete con me di vostro marito.”
“Giusto”
“Allora di cosa discuterete con me?”
Di sesso.
D’amore.
Di un legame della carne che travalicasse il mero sacrificio od il dovere.
“Siete d’accordo che la Legge sulle Malattie Contagiose sia abrogata?”
Santo cielo, non era quello che intendeva chiedergli.
“No”
La sua risposta non la sorprese.
“Perché voi frequentate quel tipo di donna.”
“Non raccolgo donne dalle strade, signora Petre.” La sua voce non era più morbida ma dura, arrabbiata anziché seducente. ”Sono un uomo dai vasti mezzi, anche se non volete considerarmi rispettabile. Le donne con cui vado a letto non saranno in alcun modo toccate da quest’atto del Parlamento.”
Ella si morse le labbra desiderando scusarsi, anche se non era certa per che cosa.
“Perché avete acconsentito a farmi da insegnante? Sapevate che non vi avrei denunciato a mio marito.”
Ciglia scure velarono i suoi occhi. Riprese ad accarezzare la tazza pigramente, alternando tocchi energici e tocchi leggeri.”Perché voi mi avete scelto come maestro?”
“Perché avevo bisogno della vostra conoscenza.”
Egli sollevò le ciglia.” Forse anche voi avete qualcosa di cui io ho bisogno.”
Il cuore di Elizabeth le si agitò nel petto. Raccolse i suoi appunti e li infilò nella borsetta.
Non aveva bisogno di consultare l’orologio per sapere che era ora di andare.”Credo che la lezione sia finita.”
“Credo che abbiate ragione” concordò lui, la sua espressione illeggibile. ”Alcuni capitoli di The Perfumed Garden consistono in poche pagine. Domani quindi discuteremo dei capitoli tre, quattro e cinque. Fate particolare attenzione al capitolo quattro. Si intitola ‘Relativo all’atto della Generazione’.”
Afferrando guanti e borsetta Elizabeth si alzò in piedi.
Ma lui non lo fece.
Guardò in basso verso la sua testa, dorata nella luce. Poi fissò le sue dita, che spiccavano col loro colorito marrone scuro contro la porcellana azzurrina.
Elizabeth si ricordò l’ampiezza delle sue due mani. E si chiese quali potessero essere le sue dimensioni.
Si girò di scatto e quasi inciampò nella poltrona.
“Signora Petre.”
Irrigidendo la schiena ella attese che lui le annunciasse la regola numero tre. Indubbiamente sarebbe stata completamente inappropriata ed umiliante.
“Ma’a e-salemma, taalibba.”
La sua gola si strinse. Se taalibba non era un vezzeggiativo affettuoso, come mai toccava un posto profondamente dentro di lei che anelava ad essere toccato?
“Ma’a e-salemma Lord Safyre.”

The Excerpt is copyrighted by Robin Schone and has been translated and published with her expressed authorization. 
L'estratto di questo post è protetto da copyright ed è stato tradotto e pubblicato con l'espressa autorizzazione di Robin Schone

Questo post ha 70 commenti

09/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA LA MOGLIE INDIANA (A Good Indian Wife) di Anna Cherian - EDIZIONI NEWTON COMPTON, COLLANA ANAGRAMMA

Un grande successo mondiale tradotto in 21 lingue

Neel è un anestesista, fiero della propria capacità di decisione, dentro e fuori la sala operatoria. Perciò pensa di poter gestire la richiesta di sua madre che lo richiama in India perché sposi una brava ragazza indiana. Figuriamoci, Neel ha già una  fidanzata a San Francisco, e una carriera ben avviata: un matrimonio combinato è l’ultima cosa che gli passa per la testa.
Leila è un’insegnante nel villaggio della famiglia di Neel. Ha trent’anni, ma ancora non è stata promessa a nessuno: la sua famiglia è troppo povera per procurarle una dote, e poi si vocifera sulla sua antica amicizia con Janni, un ragazzo musulmano.
I destini di Neel e Leila si incontreranno nel più improbabile dei matrimoni, e i due dovranno lottare per conciliare i propri  desideri con le aspettative delle famiglie, mentre l’apparente libertà americana si confronterà con le tradizioni e le usanze indiane.
LA MOGLIE INDIANA segna l’esordio di un’autrice che ha sperimentato in prima persona il distacco dalla nativa India e l’immigrazione negli Stati Uniti d’America, in un romanzo capace di ricreare per il lettore tutto il complesso e contraddittorio fascino di un mondo esotico.

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09/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA L’AMORE MI PERSEGUITA di Federica Bosco, EDIZIONI NEWTON COMPTON, COLLANA ANAGRAMMA

TORNANO LE DISASTROSE AVVENTURE DI MONICA TRA SOGNI D’AMORE E UOMINI DELUDENTI.
UN NUOVO CAPOLAVORO DI IRONIA E VIVACITÀ

Monica torna a New York per la seconda volta, per ricominciare tutto da capo. Reduce da una convivenza tragicomica con quello che credeva essere l’uomo della sua vita (Edgar) e dopo essersi fatta spezzare ancora il cuore dall’altro l’uomo della sua vita (David), certa di non poter statisticamente incappare in soggetti più instabili di così, decide di puntare le ultime  energie sulla carriera e accetta un incarico temporaneo come cronista per «Vanity Fair». Più scettica e disillusa che mai nei confronti dell’altro sesso, Monica non immagina quali altri scherzi il destino abbia in serbo per lei...
Determinata a fare tutto da sola, anche se il suo passato torna a bussare puntuale come sempre, si troverà ad affrontare le situazioni più catastrofiche con la consueta dose di autoironia e leggerezza finché qualcuno arriverà a sconvolgere  completamente i suoi piani. Riuscirà, dopo tante delusioni, a ritrovare la fiducia nel grande amore? E in fondo, esiste davvero il grande amore o è solo una trovata pubblicitaria? Un altro capitolo dell’irresistibile saga di Monica, la protagonista di MI PIACI DA MORIRE e L'AMORE NON FA PER ME, che non smetterà di sorprendervi.

Hanno scritto di Federica Bosco per i suoi romanzi:

«Un “treno di panna” dei nostri tempi, dai toni più leggeri, comunque simpatico e con marcate aspirazioni da grande schermo.»
- Sergio Pent, Tuttolibri

«Una scrittura caustica, brillante della galassia rosa. Arrivare all’ultima pagina quasi dispiace.»
- Il Giornale

«Arriva, finalmente, un libro italiano spiritoso, scritto benissimo, sottile, colto e allo stesso tempo popolare.»
- Enrico Vanzina, Il Messaggero

«È bello fare il tifo per lei: sembra una di noi.»
- Donna moderna

«Bentornata Monica, protagonista ad alto tasso di identificazione!»
- Cosmopolitan

«Ha creato un genere letterario che funziona.»
Panorama

«Consigliato alle giovani donne che sognano.»
- la Repubblica

 

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09/11/2008
da Andreina

ESCE IN LIBRERIA IL DIARIO DEL VAMPIRO: LA LOTTA (The Struggle) di Lisa Jane Smith,  EDIZIONI NEWTON COMPTON

Dopo IL DIARIO DEL VAMPIRO: IL RISVEGLIO, Lisa Jane Smith regala ai lettori un nuovo episodio di una storia intensa e tenebrosa, tra brividi di paura e brividi d’amore

Due vampiri fratelli, avvolti nell’ombra di un mistero millenario, si contendono l’amore della giovane Elena. Damon è determinato a fare di lei la regina delle tenebre, ed è pronto anche a uccidere suo fratello per riuscirci. Stefan è alla ricerca di un potere più grande, che gli consenta di eliminare il suo odiato rivale, ma non ha intenzione di cedere alla sete di sangue umano che lo assale. Elena sa che deve prendere una decisione fatale: deve scegliere tra la fedeltà a Stefan e la tenace attrazione per Damon. Nel buio, dentro di lei, è battaglia tra sentimenti contrastanti. Fuori, infuria una lotta senza esclusione di colpi.

Lisa Jane Smith ha deciso che la scrittura sarebbe stata tutta la sua vita quando era ancora una bambina, e ha pubblicato il suo primo romanzo nell’anno in cui si è diplomata. Molti dei suoi libri (tradotti in tutto il mondo) sono ispirati agli incubi che vive lei stessa o che le raccontano gli amici. Vive in California, con un cane, tre gatti e all’incirca diecimila libri. Questo libro appartiene alla serie Vampire Diaries: protagonisti sono due fratelli vampiri, uno buono e uno cattivo, che amano la stessa ragazza.
Per il momento la serie  è cosi composta :

1. IL DIARIO DEL VAMPIRO: IL RISVEGLIO (The Awakening) 
2. IL DIARIO DEL VAMPIRO: LA LOTTA (The Struggle)
3. The Fury
4. Dark Reunion

«Lisa Jane Smith brilla nel firmamento del “new gothic”.»
- Enzo Di Mauro, Corriere della Sera

«Un gioco obliquo di seduzione e di morte che ipnotizza il lettore fino all’ultimo capoverso.»
- Francesco Fantasia, Il Messaggero

«È impossibile smettere di leggere. Ne vorrete ancora e ancora e ancora...»
Fantasticfiction

 




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08/11/2008
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA JANE E LA DISGRAZIA DI LADY SCARGRAVE (Jane  and the Unpleasantness at Scargrave Manor) DI Stephanie Barron - EDIZIONI TEA

Janedisgrazialadyg
In visita presso l’amica, la bellissima e giovane Isobel Payne, Contessa di Scargrave, Jane (Austen) è testimone di una tragedia: il Conte Frederick, marito di Isobel, colto da improvviso e inspiegabile malore, muore in poche ore. La scomparsa prematura del marito, dopo tre soli mesi di matrimonio, getta la povera Isobel nella più cupa disperazione. Tuttavia la vedova scopre ben presto che non si tratta che dell’inizio delle sue disgrazie: di lì a breve infatti una misteriosa missiva la raggiunge, nella quale sono contenute oscure minacce e la duplice accusa di omicidio e di adulterio. Terrorizzata, Isobel invoca l’aiuto di Jane, la sola di cui si può fidare, ma soprattutto l’unica, tra i presenti al castello nella notte della tragedia, che non tragga alcun vantaggio dalla morte di Lord Scargrave. Contando sulle sue ben note doti di investigatrice, Jane si trova così coinvolta in una pericolosa indagine che la porterà a varcare nientemeno che i cancelli della prigione di Newgate e persino la soglia della Camera dei Lords, arrivando a mettere a repentaglio la sua stessa vita.

Nota di Paige79: Risalente al 1996, è il primo di una serie di gialli che l’autrice ha dedicato alla figura dell’amatissima autrice di ORGOGLIO E PREGIUDIZIO nelle insolite vesti di investigatrice ( una specie di “Signora in giallo” ante litteram” ). L’autrice, oltre a narrare un interessante giallo, è veramente abile nello scrivere questo mistery plausibile che ha come protagonista Jane Austen e la sua intelligenza che ne hanno fatto una grande scrittrice e che rendono “vero” il personaggio. Inoltre nel romanzo abbiamo anche una interessante descrizione del modo di vivere nell'Inghilterra del 1800.
Stephanie Barron è lo pseudonimo di Francine Matthews. E’ nata a New York nel 1963 e si è laureata a Princeton in Storia dell’Europa.Terminato il dottorato in Storia a Stanford ha iniziato a lavorare nella CIA dove è rimasta per quattro anni, in qualità di Intelligence Analyst per l’Unità Antiterrorismo.
Ha scritto il suo primo romanzo nel 1992 e l’anno seguente ha lasciato la CIA per dedicarsi alla scrittura. Al primo romanzo ne sono seguiti altri quindici, di cui nove hanno come protagonista Jane Austen. Questo è il primo della serie.
 

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08/11/2008
da Paige79

ESCE IN LIBRERIA  IL GIULLARE DELLA REGINA (The Queen’s Fool), DI Philippa Gregory - EDIZIONI SPERLING & KUPFER

il_giullare
Alla corte d'Inghilterra, teatro della rivalità tra Maria Stuarda ed Elisabetta I, giunge un insolito giullare: Hannah Green, giovane ragazza ebrea, sotto abiti maschili, in fuga dall'Inquisizione insieme al padre stampatore. Il suo dono della chiaroveggenza le varrà la fiducia e la protezione di lady Maria, ma anche ostilità e sospetto, per le scomode verità che è chiamata a rivelare. Promessa sposa a Daniel Carpenter ma innamorata dell'affascinante e traditore Robert Dudley, che la costringe a spiare la cattolicissima erede al trono, scoprirà una donna di fede che intende riportare il popolo alla sua religione. Ma l'astuta Elisabetta tesse la sua mortale ragnatela...

Nota di Paige79: Un altro avvincente romanzo di quest’autrice appassionata della storia inglese, in particolare del periodo Tudor, durante il quale ha ambientato gran parte dei suoi romanzi a sfondi storico.In questo romanzo l’autrice tratteggia una straordinaria figura femminile, divisa fra l'amore e i doveri famigliari, fra l'affermazione della propria libertà e la schiavitù in cui la voleva un'epoca già troppo antica per lei. Imperdibile per chi ha già amato L’ALTRA DONNA DEL RE, il romanzo finora più celebre di Philippa Gregory, di cui nel 2008 dovrebbe uscire ( sempre per la serie Tudor ) THE OTHER QUEEN, dedicato a Maria Stuarda.

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