Untitled
EVE SILVER'S LATEST PARANORMAL RELEASE : DEMON'S HUNGER
L'ULTIMO ROMANZO PARANORMALE DI EVE SILVER : DEMON'S HUNGER
Nationally bestselling author Eve Silver writes gothic historicals for Kensington's Zebra imprint and dark contemporary paranormals for Grand Central Publishing. As Eve Kenin she writes speculative romance for Dorchester Publishing.
Her first book was published in November 2005, and since then her work has garnered starred reviews from Publishers Weekly and Library Journal, Reviewers Choice Awards from RT BOOKreviews, and was chosen by Library Journal as one of their Best Genre Fiction 2007 picks.
Eve holds two post-secondary degrees; she is an instructor of human anatomy and microbiology. She lives with her husband and two sons, along with an energetic Airedale terrier and an enormous rabbit.
La scrittrice bestseller Eve Silver scrive romanzi gotici ad ambientazione storica per Kensington -Zebra e paranormali contemporanei dark per Grand Central Publishing. Come Eve Kenin, scrive romance futuristici per Dorchester Publishing.
Il suo primo libro è stato pubblicato nel novembre 2005, e da quel momento in poi le sue opere hanno ricevuto recensioni positive da Publishers Weekly e Library Journal, hanno vinto premi Reviewers Choice di RT BOOKreviews, ed un romanzo è stato scelto da Library Journal come uno dei Migliori Romanzi del 2007.
Eve ha due masters post-universitari; insegna anatomia umana e microbiologia. Vive con il marito e due figli, uno scatenato terrier Airedale ed un gigantesco coniglio.
Hereafter you can find a short interview to Eve Silver in occasion of her latest work, DEMON’S HUNGER, whose release is due for December 2008. You’ll find as well a translated excerpt of the book and my review.
I wish to thank once again Eve for giving me the opportunity of reading an ARC of DEMON’S HUNGER before it hits the shelves!
Eve will stop by and read your comments in the coming days – so please, don’t forget to sign them with your name or a nick.
Qui di seguito potete trovare una breve intervista all’autrice in occasione dell’uscita del suo romanzo DEMON’S HUNGER, prevista per il prossimo mese di dicembre 2008, insieme a un estratto del libro e alla sua recensione.
Ringrazio ancora di cuore Eve per avermi dato la possibilità di leggere una copia ARC di DEMON’S HUNGER in anteprima!
Eve passerà nei prossimi giorni a leggere i commenti che le lascerete – per favore, ricordatevi quindi di firmarli con il vostro nome, oppure una sigla o un nick.
INTERVIEW – INTERVISTA
- Thanks first of all, Eve, for accepting to answer to these questions about your next release, DEMON’S HUNGER! Can you tell us a bit about the Compact of Sorcerers series? Where did you get the idea for it?
Hi Maria Rosa! Thanks for asking me to chat about my books.
The Compact of Sorcerers is a brotherhood sworn to protect the wall between the human and demon realms. In DEMON’S HUNGER, forensic anthropologist Vivien Cairn agrees to help sorcerer Dain Hawkins search for a supernatural serial killer, only to find herself the most likely suspect. The idea for Dain and Vivien’s story came about in part because I teach human anatomy. I find bones fascinating, and the heroine’s profession involves the study of bones which ties in to the supernatural killer who is hunting mortals in Dain and Vivien’s world.
- Anzitutto grazie, Eve, per aver accettato di rispondere alle nostre domande sul tuo prossimo romanzo, DEMON’S HUNGER! Ci puoi dire qualcosa sulla serie del Patto dei Maghi ( Compact of Sorcerers ) ? da dove ti è venuta l’idea per questa serie?
Ciao Maria Rosa! Grazie per avermi chiesto di parlare dei miei libri.
Il Patto dei Maghi è una fratellanza che ha giurato di proteggere il muro che separa il reame dei demoni da quello degli esseri umani. In DEMON’S HUNGER, l’antropologa forense Vivien Cairn accetta di aiutare il mago Dain Hawkins nella sua ricerca di un serial killer soprannaturale, solo per ritrovarsi ad essere la principale indiziata. L’idea per la storia di Dain e Vivien mi è venuta in parte perchè insegno anatomia umana. Sono affascinata dalle ossa, e la professione dell’eroina implica lo studio delle ossa che sono il collegamento con il killer soprannaturale che sta dando la caccia ai mortali nel mondo di Dain and Vivien.
- The Compact of Sorcerers world is a challenging and threatening one indeed –filled up with demons and demon-keepers, hybrids and succubus, and all sorts of evil. At a moment, Vivien the heroine says “…There’s enough horror in the world without dreaming up more.” How much does this fantastic and scary universe owe to your perception of today’s life?
The world I created for Vivien and Dain is one from my imagination. I actually perceive today’s life in a very positive light. I tend to see the good in people rather than the evil. The fantastical and scary elements are those I dreamed up. I did do a great deal of research into paranormal mythology, and in the end I decided to incorporate only some elements, and create a new mythology for others. I wanted the world of the Compact of Sorcerers to be vivid, and offer elements of both light and dark.
- Il mondo del Patto dei Maghi è davvero minaccioso e pieno di rischi – pieno com’è di demoni con i loro custodi, di ibridi e succubi, e ogni sorta di male. Ad un certo punto, l’eroina Vivien dice “…ci sono abbastanza orrori nel mondo senza sognarne degli altri. ”. Quanto deve questo universo fantastico e spaventoso alla tua percezione della vita di oggi?
Il mondo che ho creato per Vivien e Dain è frutto della mia immaginazione. A dir la verità, io vedo la vita di oggi in una luce molto positiva. Tendo a vedere il lato buono della gente piuttosto che quello cattivo. Gli elementi fantastici e paurosi sono quelli che ho immaginato. Ho fatto moltissime ricerche sulla mitologia paranormale, e alla fine ho deciso di inserirne nel libro solo alcuni elementi, mentre per gli altri ho creato una mitologia nuova. Volevo che il mondo del Patto dei Maghi fosse vivido, ed offrisse elementi sia luminosi, che oscuri.
- Both your heroines of these two novels, Clea and Vivien, have a strong scientific background - Clea is a medical student, Vivien an anthropologist – but they have soon or later to accept supernatural and find a way to live with it. You’re a teacher of microbiology and human anatomy yourself. Have you ever wondered how much of you is in your heroines?
I do have a scientific background, but in all honesty, there isn’t a lot of me in either Vivien or Clea. My scientific knowledge happened to meld with elements of these stories, but other than that, I don’t model my characters on real people, including myself. For me, the characters evolve as the story progresses, and their growth and change makes them individuals.
- Entrambe le eroine dei due romanzi, Clea and Vivien, hanno una formazione scientifica notevole - Clea è una studentessa di medicina, Vivien un’antropologa – ma prima o poi devono accettare il soprannaturale e trovare un modo di convivere con esso. Tu insegni microbiologia e anatomia umana. Ti sei mai chiesta quanto ci sia di te, nelle tue eroine?
In effetti ho una formazione scientifica, ma in tutta onestà, in me non c’è molto di Vivien o Clea. Le mie conoscenze scientifiche si sono fuse con alcuni degli elementi di questi romanzi, ma d’altra parte, per i miei personaggi non prendo spunto da persone vere, inclusa me stessa. Per quanto mi riguarda, i personaggi evolvono ma mano che la storia va avanti, e il modo in cui crescono e cambiano ne fa degli individui unici.
- This second instalment in your Compact of Sorcerers series is about the story of sorcerer Dain Hawkins and Vivien Cairn. The story of Ciarran D'Arbois and Clea Masters has already been told in DEMON’S KISS, but there is at least one more sorcerer to go… can we expect Darqun’s story anytime soon? Any anticipation about Baunn, will he get his story as well?
I actually started Darqun’s story before Dain’s, but Dain was so impatient that I ended up telling his tale first. And he prides himself on his patience!
Right now, I’m working on my next historical suspense, SEDUCED BY A STRANGER, due out in 2009. And I do have a short story about an unrelated sorcerer that will be part of the MAMMOTH BOOK OF PARANORMAL ROMANCE (April 2009). But I do have plans for Baunn and Darqun and Javier…
- Questo secondo romanzo della tua serie del patto dei maghi racconta la storia del mago Dain Hawkins e di Vivien Cairn. La storia di Ciarran D'Arbois e Clea Masters è già stata raccontata in DEMON’S KISS, ma è rimasto per lo meno un altro mago… possiamo aspettarci presto la storia di Darqun? Ci puoi dare qualche anticipazione su Baunn, anche lui avrà la sua storia?
A dir la verità ho iniziato la storia di Darqun prima di quella di Dain, ma Dain era così impaziente che ho finito per raccontare la sua per prima. E dire che lui va fiero della sua pazienza!
In questo momento, sto lavorando al mio suspense storico, SEDUCED BY A STRANGER, che uscirà nel 2009. E ci sarà un mio racconto su un mago, non collegato a questa serie, che verrà incluso nel MAMMOTH BOOK OF PARANORMAL ROMANCE ( uscita prevista per Aprile 2009). Ma ho dei piani per Baunn e Darqun e Javier…
- Anything else you’d like to share with your readers?
I’d just like to say thank you for reading my stories.
For more information on upcoming releases, please visit my website www.evesilver.net
- c’è qualcos’altro che vuoi dire alle tue lettrici?
Vorrei solo ringraziarle per aver letto le mie storie.
Per altre informazioni sui miei prossimi romanzi, visitate il mio sito internet www.evesilver.net
THE COMPACT OF SORCERERS SERIES – LA SERIE DEL PATTO DEI MAGHI
DEMON’S KISS
The Compact of Sorcerers, a brotherhood sworn to guard the wall between the human world and the demon realm, have relied only on one another for centuries. But now there's a traitor in their midst...
Struggling medical student Clea Masters knows she's unique. Ever since her parents' death, she's been kept safe by an inexplicable force inside her that knocks back any threat. But when a demon attacks her, Clea is launched into a dangerous world she never knew existed. Her only ally is a lethal, seductive man who arouses a hunger stronger than anything she has ever imagined...
Compact of Sorcerers member Ciarran D'Arbois will not let harm befall Clea. In her, he sees a strength he admires and a body he longs to caress. Yet demons are determined to break down the portal Ciarran has sworn to protect, using Clea as their key. Now as a rogue sorcerer leads the enemy ever closer, Ciarran and Clea have only one hope. Both must surrender to their darkest passions--and unleash their most dangerous, untested desires.
DEMON'S KISS--Which is more deadly, his passion or his power?
I membri del Patto dei Maghi, la confraternita che ha giurato di proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli umani, si sono appoggiati esclusivamente l’uno all’altro per secoli. Ma ora, tra di loro c’è un traditore...
Clea Masters è una studentessa di medicina non troppo brillante, ma sa che è unica. Fin dalla morte dei suoi genitori, è stata protetta da una forza inspiegabile dentro di lei che riesce a respingere ogni minaccia. Ma quando un demone l’attacca, Clea viene scagliata in un mondo pericoloso che lei nemmeno sapeva esistesse. Il suo unico alleato è un uomo letale e seducente, che scatena in lei una brama più forte di qualunque cosa lei abbia mai immaginato...
Ciarran D'Arbois, uno dei membri del Patto dei Maghi, non lascerà che a Clea succeda nulla di male. In lei, vede una forza che ammira e un corpo che desidera accarezzare. Eppure i demoni sono decisi a irrompere attraverso il portale che Ciarran ha giurato di proteggere, usando proprio Clea come chiave. Ora, mentre un mago traditore porta il nemico ancora più vicino, Ciarran e Clea hanno solo un’unica speranza. Entrambi devono arrendersi alle loro passioni più oscure-- e scatenare i loro desideri più reconditi e pericolosi.
IL BACIO DEL DEMONE—Cos’è più mortale, la sua passione o il suo potere?
DEMON'S HUNGER
The Compact of Sorcerers, a brotherhood sworn to protect the wall between the human and demon realms, is thrust into battle with an unseen evil that threatens to destroy them all...
Forensic anthropologist Vivien Cairn fears she's losing her mind. Her libido has kicked into overdrive, and she's blacking out, leaving hours of her life unaccounted for and no memory of where she's been or what she's done. But when a sexy stranger rescues her from a demon attack, Vivien realizes there's more than just her sanity at stake.
A seductive killer is luring victims, and Sorcerer Dain Hawkins finds himself walking a dangerous line between ancient duty and sizzling desire when the brotherhood--and Vivien herself--begins to suspect that her mysterious symptoms may connect her to the crimes. Can Dain save Vivien from the evil that threatens to claim her? Or will they both succumb to...
DEMON'S HUNGER
Il Patto dei Maghi, la confraternita che ha giurato di proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli umani, viene scagliata in battaglia contro un male mai visto, che minaccia di distruggerli tutti...
L’antropologa forense Vivien Cairn teme di essere sul punto di impazzire. La sua libido sta andando in sovraccarico, e lei ha dei black-outs, che la lasciano con ore della sua vita di cui non sa rendere conto e in cui non ha nessun ricordo di dov’è stata o cosa ha fatto. Ma quando uno sconosciuto molto sexy la salva dall’attacco di un demone, Vivien si rende conto che c’è più della sua sanità mentale in gioco.
Un’assassina sta sfruttando il suo fascino per attirare a sè le proprie vittime, e il mago Dain Hawkins si ritrova a camminare sul filo del rasoio, in bilico tra un antico dovere e un ardente desiderio quando la confraternita--e Vivien stessa – iniziano a sospettare che i misteriosi sintomi della donna la possano collegare ai crimini. Riuscirà Dain a salvare Vivien dal male che minaccia di reclamarla? Oppure soccomberanno entrambi alla ...
FAME DEL DEMONE
RECENSIONE / REVIEW:
DEMON’S HUNGER
Publisher / Editore: Forever
Publication date: December 2008 / dicembre 2008
Genre and setting / Genere e ambientazione: urban fantasy, New Orleans, today - – urban fantasy, New Orleans, oggi
Format: Paperback
Sensuality Rating / Livello di Sensualità: Hot / bollente
Rating/Voto: 8/10
Edizione Italiana: Inedito
Collegamenti con altri libri / Connection to other books : Compact of Sorcerers book # 2 ( book 1 is DEMON’S KISS ) – libro # 2 della serie del patto dei Maghi ( il libro # 1 è DEMON’S KISS )
What would you do if you had sudden memory black-outs, which make you lose hours and hours of your life with no recollection of where you’ve been and what you’ve done? If one moment you were in your kitchen, looking out of the window at the night starry sky and just an eyeblink later you’d find yourself staring at the bright morning sun?
This is the nightmare Vivien Cairn, a forensic anthropologist from the University of Toronto on sabbatical, has to experience more and more often since her arrival in New Orleans. The black-outs alone would suffice to make Vivien doubt about her mental sanity, but there’s more. The mysterious red velvet gris gris voodoo bags containing fragments of ancient bones Vivienne keeps on stumbling across everywhere in her travels all around the world - bones she collects without a rational reason. Her persistent, powerful sexual fantasies of an unknown and faceless lover. And last but not least, the scary feeling somebody is constantly watching her through the shadows. Is she really loosing her mind?
But when gorgeous Dain Hawkins knocks at her door to ask Vivienne’s expert advice about another of those strange velvet poches, at least one of her questions gets answered, since she knows at once that he’s the nameless lover she’s dreaming of. Dain is no ordinary man: he’s a member of the Compact of Sorcerers, the brotherhood whose mission is to guard the wall between the human and demon realms. He’s attracted to Vivienne as instantly and powerfully as she is by him, but Dain has learned many years ago to trust no one but himself in the hardest way – her human wife and daughter have been brutally murdered. Since then he has refused to let himself be emotionally involved with anybody, but something in Vivienne sparks in him the need to protect her – and bed her, of course.
Now Dain is not only hunting demons and their human minions, the Hybrids: he and his peers are also looking for a seductive serial killer who lures her victims and eat them alive. All seems to hint to a supernatural being - a succubus. Could Vivienne black-outs be somehow linked to the murders? could she be the one Dain and his friends are trying to stop?
Kudos to Eve Silver for her ability in plotting such a terrific thriller – I have to admit, the identity of the killer eluded me until the very end, and I fully savored the exciting suspence of having the mystery unrevealed through the final, unexpected plot twist. This, and the powerful sexual tension between Dain and Vivienne would be already enough to make of DEMON’S HUNGER an enthralling and very sensual page-turner. Add a superb, complex and original mythology, and you’ll be asking for more. I’m anxiously looking forward to read the other Sorceres’s stories ( especially Javier ) !
Cosa fareste se aveste degli improvvisi black-outs di memoria, che vi fanno perdere ore e ore della vostra vita senza nessun ricordo di cosa avete fatto e di dove siete stati? Se un momento vi trovaste a casa vostra in cucina, a guardare fuori dalla finestra il cielo notturno pieno di stelle, ed il momento successivo, in un batter d’occhio, vi ritrovaste a fissare il sole brillante del mattino?
Questo è l’incubo che Vivien Cairn, un’antropologa forense dell’Università di Toronto in congedo sabbatico, è costretta a vivere sempre più spesso da quando si è trasferita a New Orleans. The black-outs basterebbero già da soli a far sì che Vivien dubiti della propria sanità mentale, ma c’è di più. I misteriosi sacchetti vudu di velluto rosso contenenti frammenti di antiche ossa in cui Vivienne continua ad imbattersi ovunque nei suoi viaggi per il mondo – ossa che lei colleziona senza un motivo razionale. Le sue insistenti, travolgenti fantasie sessuali su di un amante sconosciuto e senza nome. E come se non bastasse, la terrificante sensazione che qualcuno nell’ombra la stia continuamente osservando. Sta davvero impazzendo?
Ma quando l’affascinante Dain Hawkins bussa alla sua porta per chiedere a Vivienne il suo parere di esperta circa un altro di quei misteriosi sacchetti di velluto, almeno una delle domande della donna trova risposta, perché capisce immediatamente che è proprio lui l’amante sconosciuto che continua a sognare. Dain non è un uomo comune: è uno dei membri del Patto dei Maghi, la confraternita che ha come missione proteggere il muro che divide il reame dei demoni da quello degli esseri umani. Dain è attratto da Vivienne con la stessa rapidità e intensità di lei, ma Dain ha imparato molti anni fa a non fidarsi di nessuno tranne che di se stesso, nella maniera più dura possibile – la sua moglie umana e la sua figlioletta sono state brutalmente assassinate. Da quel momento in poi, lui ha rifiutato di lasciarsi coinvolgere emotivamente da chiunque, ma qualcosa in Vivienne accend in lui il desiderio di proteggerla – e di portarsela a letto, ovviamente.
Però Dain non solo sta dando la caccia ai demoni e ai loro servi umani, gli Ibridi: lui e i suoi compagni stanno anche cercando una serial killer che affascina e seduce le sue vittime, per poi mangiarsele vive. Tutti gli indizi sembrano far pensare ad un essere soprannaturale - un succube. I black-outs di Vivienne potrebbero essere in qualche modo collegati agli omicidi? Potrebbe essere proprio lei, quella che Dain ed i suoi amici stanno cercando di fermare?
Complimenti a Eve Silver per la sua abilità nel progettare la trama di questo magnifico thriller – devo ammetterlo, non sono riuscita a capire l’identità del killer se non alla fine, e mi sono goduta fino in fondo la suspence e l’eccitazione del vedere l’enigma svelato soltanto all’ultimo, inatteso colpo di scena. Questo, insieme alla potente attrazione erotica tra Dain e Vivienne, sarebbe già sufficiente a rendere DEMON’S HUNGER una lettura coinvolgente e molto sensuale, che una volta iniziata è difficile interrompere. Aggiungete una mitologia superba, complessa e originale, e vi verrà la voglia di continuare a leggere. Io sto già aspettando con ansia che arrivino le storie degli altri Maghi ( specialmente Javier ) !
DEMON’S HUNGER EXCERPT
This post's content is copyrighted by Eve Silver and has been translated and published with their expressed authorization.
The original excerpt can be found at this link :
http://www.evesilver.net/contemporary-paranormals.html
Il contenuto di questo post è protetto da copyright ed è stato tradotto e pubblicato con l'espressa autorizzazione di Eve Silver.
L'estratto originale si trova a questo link :
http://www.evesilver.net/contemporary-paranormals.html
PROLOGUE
From the shadows, Gavin Johnston watched the play of expressions cross the girl's face as she struggled to stay awake. He knew what thoughts tugged at her through the haze, knew that the alley spun and darkened as she struggled to focus, shape and form dancing beyond her grasp.
He'd tried three of the common drugs on himself first, just so he'd know what it was like. GHB, Rophypnol, ketamine. Rohypnol turned blue when he dropped the pills in liquid, which made it less than ideal for his use.
He liked GHB best. No odor. No color. He'd used it on a dozen women in recent months. The last one had died. Not his fault. She'd choked on her own vomit.
The girl on the ground moaned as her head lolled to the side. Her eyes moved slowly from left to right. He thought she must be wondering what she was doing out here. Or perhaps she was too far gone for that.
Did she remember staggering to the bathroom? Did she remember that he'd looped her arm across his shoulders and half carried her out the back door to the alley, laid her down by the dumpster beneath the dark night sky?
The rancid stink rising from the dumpster slapped him. She must have smelled it, too, because she tried to roll away, but only managed to shift from her side to her back before her body betrayed her.
He smiled, finding humor in her distress. Did she wonder how she'd gotten so drunk on only a single glass of wine? Or did she realize that he had put something in her drink?
Her eyes opened, drifted shut, opened again, focusing on him. She was pretty. Very pretty. Olive skin. Dark hair, sleek and smooth, fanning out against the ground. Great body, encased in a tight little skirt and low-cut top. No bra.
"Are you woozy, pretty girl?" he asked with a nasty laugh, knowing she was. Enjoying the fact that she was weak and vulnerable.
Earlier tonight, he'd been the one who was weak. Vulnerable. He'd been the one tormented.
It had been a mistake, allowing himself to be in that position, but this was his opportunity to remedy that, his chance to be strong.
The bare bulb over the back door of the bar cast a yellow circle of light, and he had no liking for that. Grabbing her under her armpits, he dragged her along the pavement into the shadows. A quick glance up and down the alley confirmed they were completely alone.
Hunkering down beside her, he stroked her hair back from her face. She stared up at him, her eyes wide, and for a moment they looked far too lucid for his taste. Then her lids drifted shut, and he relaxed.
He undid the button of his jeans, then the zipper, metal sliding over metal with a dull rasp.
The girl's eyes flicked open, pinned him with a hard, cold gaze, dark and glittering. Fever bright.
He froze, the first lick of unease touching him like the flicker of a flame.
"Don't stop now," she whispered, her lips curving to reveal animal-white teeth as she dropped her gaze to his crotch.
Whoa. Gavin's thoughts skidded one against the next, slamming into each other. She shouldn't be speaking. The drug...She shouldn't be able to speak-
"I told you not to stop," she murmured.
The air around her shimmered, like heat rising off pavement. He caught glimpses of talons and incredibly long teeth, and he jerked back, suddenly afraid that he'd given the drug to himself by accident.
Unease turned to icy fear, even though he couldn't say why. She was just a girl, a drugged girl, lying on the cold ground. Only...she was something more, something...dark. His heart slammed against his ribs and his blood pounded hard in his ears.
What the hell? What the fucking hell?
He wanted to tell her to fuck herself. He wanted to get up and run. But his muscles wouldn't obey his command and, against his will, his hands stayed on the open fly of his jeans.
All he could do was kneel by her side as she reached for him, escalating fear congealing in his gut. All he could do was gasp as she tore his shirt open from neck to hem, then tore his skin, her nails raking him to leave four deep furrows on his chest.
With a low hum of pleasure, she brought her bloodied fingers to her mouth, licked them clean.
Her teeth...what the hell was with her teeth?
She wasn't human. He could see that now. Oh, God, she wasn't human.
He was going to be sick. The fear inside him kindled and swelled until it grew to a roaring blaze.
He was still on his knees at her side, and he swayed, dizzy with fear and horror, desperate to get up and run, to be anywhere but here. Only, his limbs wouldn't do what he told them, wouldn't obey the commands of his mind.
"Not a very nice feeling, is it?" she asked, her voice so incredibly sexy, making him hard even through his terror. And that frightened him even more until all he knew was the great crashing waves of his panic.
She kept talking, low murmurs of encouragement and reassurance.
With a smile, she struck, her fingers curled like talons. Pain rocked him, sharp and deep.
At first, he thought she'd punched him.
The breath whooshed out of him in a quick exhale. He doubled over, feeling as though not just his breath was dragged from him, but his life in one great, sucking pull.
He looked down. Stared at his belly in mute horror.
She hadn't punched him.
Blood spurted over her wrist, her forearm. His gut was ripped open, her hand inside him. Inside him. His head jerked up and he looked into her eyes, the swirling depths of her too-black eyes.
Wrenching agony exploded inside him.
Rearing up, she cupped her free hand against the base of his skull, pressed her mouth to his and swallowed his agonized screams.
CHAPTER ONE
He was alone, horny, and in possession of a partially scorched demon bone. Perfect.
Only the last of the three problems was new, but it sure wouldn't provide a solution for the previous two.
Dain Hawkins raked his fingers back through the shaggy layers of his dark hair and gave a low, mordant laugh. Moon-spun purple shadows and pale gray light sliced across his denim-clad thigh, then fanned along the row of brick, stucco and marble vaults of New Orleans' oldest cemetery. St. Louis #1.
He crouched, waiting, hidden by the white Greek revival tomb at his side-the voodoo queen's tomb. It was covered in small x's drawn there for luck, and festooned with the offerings of the faithful: votives, flowers, hoodoo money-coins left to buy favors.
But Dain wasn't here for voodoo magic tonight. As a sorcerer, he didn't need that kind of help.
He was here for hybrids, brutish creatures that had been human once. Faced with death, they had chosen to allow demon will to overtake their souls, to become slavish minions of the Solitary, a malevolent demon of immeasurable power that wanted only to cross the wall between dimensions and turn the human realm into his own personal feeding farm.
Dain smiled mirthlessly. Not while he breathed.
The air was crisp with a hint of winter chill. He smelled the faintest trace of brimstone, sensed the ripple of evil that hung over the graveyard, a fetid mist.
Yeah, he'd come to the right place.
He rose, the material of his long, black coat flowing behind him, an undulating shadow. Walking to the end of the row, he turned and moved on through the city of the dead. Some rows were straight, some twisted, and still others led to blind ends in a tangled maze of family tombs: miniature houses for the dead, complete with low iron fences. Many tombs had been restored since the hurricane; others still bore their crumbled corners, decimated by time and storm, jutting out like barren bones.
Bones. Dain's lips twisted. He was here for more than the hybrids. He was here because of the blackened bone that sat heavy in the pocket of his long coat, burning through the layers of cloth into his skin like a brand. He hated the feel of it, the revolting aura that was so strong it sucked the breath from his lungs. Demon stink clung to it, and terrible demon power.
Weeks past, Dain's contemporary, Ciarran D'Arbois had slammed shut a portal between the demon realm and the dimension of man, and in so doing, he had maimed the Solitary. The demon's foot had been severed when the doorway closed, leaving the powerful demon trapped in the pit that had spawned it. Dain had found all that remained in the human realm, a single burnt and blackened bone that carried vestiges of horrific, dark magic.
Since that night, he'd kept the thing locked away in a vault in his home, but he'd dared not leave it unattended while he came to New Orleans. Still, he wondered if he was crazy to carry it about.
Choices, choices. No one to trust but himself. That lesson had been hard learned.
The outline of a cross reflected in the smooth surface of a puddle, and the round bright shape of the moon. Dain looked up at the top of a nearby vault, at the cross there, and at the statue of the weeping woman on the tomb next to it. His booted feet scattered the reflections as he walked on.
He made no effort to hide his progress. Let them hear him. He was spoiling for a fight, had been for weeks, ever since the night the Solitary had almost crossed over. That night, Dain had learned that the Ancient, the oldest and most powerful of the Compact of Sorcerers, had betrayed them, choosing to ally with the demons. The Ancient had been his mentor, his friend.
Now, his enemy.
Following instinct, Dain navigated the maze of vaults and low iron fences. At length, he came upon a wider space with a lone, black tomb, brick and plaster torn open to reveal a musty, gaping hole. An old, rotting casket had been dragged out into the moonlight, the lid ripped off, and around it crowded a half-dozen hybrids, casting long, menacing shadows.
Their clothing was stained, mottled, heavy with the metallic scent of fresh blood. Dain could tell they had fed recently. Not on the long-decomposed remains from the casket. No, they had hunted and killed before coming here to the cemetery. Hybrids liked their prey live. Their meat bloody.
And human.
It was the only thing that offered even a temporary relief from the endless physical pain of their existence-a small matter that the demons invariably failed to mention when they tempted the dying to become hybrid.
With narrowed eyes, Dain studied the group. They had no idea he was here. Normally, they would have sensed the herald of his light magic long before this, but the malevolent power of the charred bone he carried was so great it obscured much. Hell, he was slathered so thick with the demon aura, they probably mistook his presence as just another of their own.
A valuable stealth tool.
Problem was, he was having trouble sensing them as well. The longer he carried the bone on his person, the more inured he became, less attuned to the current of demon magic. A danger, to be sure, but one that could not be avoided. Hybrids were robbing graves all over the world without subtlety or discretion, but with what Dain suspected was a definite plan. Until he figured out what the hell was going on, the scorched demon bone wasn't going anywhere without him.
Yeah, him and his bone, inseparable.
Hanging in the shadows, Dain clenched his teeth, battling the urge to call his full power and step into the circle of hybrids. While a fight might relieve his tension, it wouldn't get him answers. He'd wait and watch just a little longer. Whatever the hybrids were after, it had something to do with the Solitary, and with rotted human corpses.
With a high cackling laugh, one of the hybrids yanked something from the open casket before him: a bony forearm and hand, stripped of flesh by years and inevitable decay, held together by fragile remnants of desiccated tissue. Dangling from the moldered fingers was a tattered and rotting cloth pouch.
Frowning, Dain stepped closer. A voodoo gris-gris? A charm bag buried with the dead?
Whatever was in that pouch had demon stink all over it. The damned bone in his pocket heated, the sensation burning through coat and jeans into the skin and muscle of his thigh, bright, hot. Evil called to evil.
The hybrids were after that charm bag, which meant so was he.
Dain stepped forward into the moonlight. One of the hybrids jerked its head back, and spun to face him.
So much for the covert approach.
The thing lunged with a feral cry. In a smooth execution of movement, Dain tucked, rolled and rose, avoiding the creature that attacked, coming up next to the one that held the gris-gris. He plucked the cloth bag from the hybrid's grasp. It was red velvet, stitched with red thread.
Old. Very old. Bound by spells to protect the contents and stave off decay in the moist heat of New Orleans. Dain felt rank evil ooze from the small bag into the flesh and bone of his hand. The continuum, the dragon current-an endless river of energy that flowed between dimensions-shifted and writhed in protest of the unnatural shift in balance.
With a howl, the hybrid he'd robbed swiped at him, a rake of clawed fingers. Dain jerked aside, shoved the pouch into his pocket-the one that didn't hold the demon bone-and leaped back so he was at the edge of the open space, a tomb at his back.
The hybrids advanced on him in a loose semicircle.
Dain called up a little more of his power, enough to let the hybrids sense his magic, let them know for certain that he was a light sorcerer. That was his warning to them, his single offer of reprieve. They could flee and he would not chase them, or they could attack and he would cut them down.
They hesitated, confused by the impossible mix of light magic and demon aura that clung to him, darkness oozing from the scorched bone that had become his constant companion.
He conjured a six-foot staff of acacia wood, ancient, deadly, and he waited.
Snarling, the closest hybrid fell on him like a rabid dog. Declining to summon more of his magic, Dain fought, preferring for the moment the physical release of punch and thrust and kick, even when they piled on him, six-to-one.
Claws sank into his chest, raking deep, and a fist to the jaw rocked his head back. He gave as he got, a jab with his staff, and then he tossed it high in the air, twisted a hybrid's head from its neck, snapped out his hand to catch his staff on the descent, his fingers slick with black blood.
The hybrid's remains bubbled and hissed and, finally, disintegrated in a stinking gray sludge.
Another hybrid moved into the place of the first. Dain let emotion take him, rage and pain at the Ancient's betrayal, the memory of his mentor's treachery still cutting sharp as a finely honed blade. Grief was there, too, and a centuries' old hatred of demons and their ilk, feeding his actions until there was a thick morass of bubbling ooze at his feet.
A single hybrid backed away, the only one left standing. It stood shivering, frozen in terror, then fell to its knees before him. Dain stared at it, chest heaving. The charred bone in his pocket heated with a gruesome energy, a forbidden magic, and the continuum writhed at the insult.
Temptation wheedled through him, and with it came a foreign and ugly craving for just one more kill.
Kill, kill, kill.
That was new.
What the hell was wrong with him?
The bone, the goddamned demon bone.
Well, it would be disappointed if it wanted to lure him to the dark side. Sorcerers were guardians, not indiscriminate murderers.
Pressing a hand to the deep gouges that scored his chest, Dain spat blood. He was breathing heavily, and his pulse pounded a hard beat in his ears.
"Go," he snarled, and the hybrid didn't wait for a second invitation. It scrabbled back like a crab, then rolled and stumbled to its feet, weaving as it ran through the graveyard, the sound of its footsteps echoing hollowly.
ESTRATTO DI “DEMON’S HUNGER"
PROLOGO
Dall’ombra, Gavin Johnston osservò il gioco di espressioni sul volto della ragazza mentre lottava per rimanere sveglia. Sapeva quale tipo di pensieri stavano accalcandosi nella sua mente confusa, sapeva che il vicolo girava come una trottola e si oscurava mentre lei lottava per mettere a fuoco lo sguardo, e che le forme degli oggetti le danzavano davanti senza che potesse afferrarle.
Aveva provato tre delle droghe più comuni su se stesso per primo, proprio per sapere com’erano. GHB, Rophypnol, ketamina. Il Rohypnol diventava blu quando si mettevano le pillole in un liquido, e la cosa lo rendeva meno pratico da usare.
Quello che preferiva era il GHB. Nessun odore. Nessun colore. L’aveva usato su una dozzina di donne nel corso degli ultimi mesi. L’ultima era morta. Non per colpa sua. Era soffocata nel proprio vomito.
La ragazza a terra gemeva mentre la testa le dondolava di lato. Mosse gli occhi lentamente da sinistra a destra. Gavin pensò che forse si stava chiedendo com’era finita lì. O forse era già troppo andata per domandarselo.
Si ricordava di aver barcollato fino al bagno? Si ricordava che lui le aveva preso un braccio, se l’era messo intorno alle spalle e l’aveva mezzo trascinata fuori nel vicolo passando dalla porta sul retro, e l’aveva fatta stendere accanto al cassonetto sotto il buio cielo notturno?
La puzza di rancido che saliva dal cassonetto lo colpì come uno schiaffo. Anche lei doveva avere sentito l’odore, perchè cercò di rotolare via, ma riuscì solo a girarsi dal fianco alla schiena prima che il corpo la tradisse.
L’uomo sorrise, divertito dalle sofferenze della ragazza. Si stava chiedendo come aveva fatto a ubriacarsi così con un unico bicchiere di vino? Oppure si era accorta che lui le aveva messo qualcosa nel bicchiere?
Lei aprì gli occhi, li richiuse lentamente, li aprì di nuovo, mettendoli a fuoco su di lui. Era carina. Molto carina. Pelle olivastra. Capelli scuri, lisci e morbidi, sparsi a ventaglio sul terreno. Un corpo da favola, fasciato da una gonnellina aderente e un top scollato. Niente reggiseno.
"Ti gira la testa, bella?" chiese con una risata cattiva, sapendo che era così. Godendo del fatto che era debole e vulnerabile.
Prima, quella notte, era stato lui quello debole. Vulnerabile. Era stato lui, quello sotto tortura.
Permettere a se stesso di trovarsi in quella posizione era stato un errore, ma questa era la sua opportunità per porvi rimedio, la sua occasione per essere forte.
La lampadina nuda che stava sopra la porta del retro del bar gettava un cerchio di luce gialla, e la cosa non gli piacque. Afferrando la ragazza sotto le ascelle, la trascinò sul marciapiede nell’ombra. Uno sguardo veloce su e giù per il vicolo gli confermò che erano completamente soli.
Sedendosi sui calcagni accanto lei, le allontanò i capelli dalla faccia. La ragazza girò lo sguardo in alto a guardarlo con gli occhi spalancati, che per un attimo gli sembrarono troppo lucidi per i suoi gusti. Poi lei lasciò che le palpebre le si chiudessero, e l’uomo si rilassò.
Si sbottonò i jeans, poi abbassò la cerniera, il metallo che scivolava sul metallo con un suono basso e graffiante.
La ragazza aprì di colpo gli occhi, e lo trafisse con uno sguardo duro, freddo, scuro e scintillante. Lucido in modo febbrile.
Lui si bloccò, mentre una punta di disagio lo sfiorava leggera come il tremolio di una fiamma.
"Non fermarti adesso," sussurrò la ragazza, curvando le labbra a mostrare dei denti candidi come quelli di un animale, mentre lo sguardo le cadeva sull’inguine dell’uomo.
Wow. I pensieri di Gavin si accalcavano, cozzavano gli uni contro gli altri. Non avrebbe dovuto essere in grado di parlare. La droga... non avrebbe dovuto essere capace di parlare-
"Ti ho detto di non fermarti," mormorò lei.
L’aria intorno a lei scintillava, come se il marciapiede emanasse calore. Gavin ebbe una fugace visione di artigli e di denti incredibilmente lunghi, e si ritrasse di scatto, con l’improvviso timore di aver preso lui la droga per errore.
Il disagio si trasformò in paura raggelante, anche se non avrebbe saputo dire il perchè. Era solo una ragazza, una ragazza imbottita di droga, stesa sul marciapiede freddo. Solo che... che era qualcosa di più, qualcosa di... oscuro. Il cuore gli sbatteva contro le costole, il sangue gli pulsava all’impazzata nelle orecchie.
Che diavolo stava succedendo? Che diamine…?
Voleva dirle di andare a farsi fottere. Voleva alzarsi e mettersi a correre. Ma i muscoli non volevano obbedire ai suoi ordini e, contro la sua volontà, le sue mani rimasero lì, sulla patta aperta dei jeans.
Tutto quello che riuscì a fare fu inginocchiarsi a fianco della ragazza mentre lei si tendeva verso di lui, mentre una paura crescente gli si congelava nelle viscere. Tutto quello che riuscì a fare fu sussultare quando lei gli strappò la camicia aprendola dal colletto all’orlo, e poi gli lacerò la pelle, facendo scorrere le unghie sul suo petto e lasciandogli quattro solchi profondi.
Con un basso mugolio di piacere, la ragazza si portò le dita insanguinate alla bocca, e se le leccò per ripulirle.
I suoi denti...che diavolo avevano, i suoi denti?
Non era umana. Adesso era tutto chiaro. Oh, Dio, non era umana.
Stava per sentirsi male. La paura dentro di lui crebbe fino a diventare una fiammata abbagliante.
Era ancora inginocchiato al suo fianco, e ondeggiò, stordito dalla paura e dall’orrore, disperato di alzarsi e correre, di essere ovunque ma non lì. Solo, le sue membra non volevano fare quello che lui gli ordinava, non volevano obbedire ai comandi della sua mente.
"Non è una bella sensazione, vero?" chiese lei, con una voce incredibilmente sexy, che lo fece eccitare anche attraverso il terrore. E questo lo spaventò ancora di più finché tutto quello che riuscì a provare fu il panico che si abbatteva su di lui in ondate gigantesche.
La ragazza continuava a parlare, mormorando in tono di incoraggiamento e rassicurazione.
Con un sorriso, lei lo colpì, con le dita ricurve come artigli. Il dolore profondo e lancinante lo fece barcollare.
All’inizio, pensò che la ragazza l’avesse preso a pugni.
Tutto il respiro gli uscì in un solo colpo. Si piegò in due, sentendosi come se gli stessero risucchiando via non solo il fiato, ma la sua stessa vita.
Guardò giù. Si fissò l’addome in muto orrore.
Non l’aveva preso a pugni.
Il sangue le sprizzava sopra il polso, sull’avambraccio. Aveva il ventre squarciato, e la mano di lei era dentro di lui. Dentro di lui. Scattò con la testa all’indietro e la guardò negli occhi, nelle profondità turbinose dei suoi occhi troppo neri.
Un’agonia straziante esplose dentro di lui.
Tirandosi su, lei gli appoggiò una mano a coppa alla base del cranio, premette la bocca sulla sua ed inghiottì i suoi urli d’agonia.
CAPITOLO UNO
Era solo, eccitato, ed era in possesso di un osso di demone mezzo bruciato. Perfetto.
Solo l’ultimo dei tre problemi era nuovo, ma di sicuro non avrebbe offerto una soluzione per i primi due.
Dain Hawkins fece scorrere le dita attraverso le ciocche arruffate dei capelli scuri e si lasciò sfuggire una bassa, sarcastica risata. La luna proiettava sulle sue cosce avvolte dal denim ombre violacee e una pallida luce grigia, che poi illuminava la fila di cripte fatte di mattoni, stucchi e marmo del più antico cimitero di New Orleans. Il St. Louis #1.
Si curvò su se stesso, in attesa, nascosto dalla tomba in stile greco al suo fianco – la tomba della regina del vudu. Era ricoperta da piccole x che la gente vi aveva disegnato come portafortuna, and inghirlandata dai doni dei fedeli: offerte votive, fiori, denaro hoodoo – monete lasciate per comprare il suo favore.
Ma quella sera Dain non era lì per la magia vudu. In quanto mago, non aveva bisogno di quel tipo di aiuti.
Era lì per gli ibridi, creature bestiali che un tempo erano state umane. Messe faccia a faccia con la morte, avevano scelto di permettere a un demone di prendere il controllo delle loro anime, di diventare schiavi e seguaci del Solitario, un demone maligno dal potere incommensurabile che voleva solo attraversare il muro tra le dimensioni e trasformare il reame degli umani nel suo personale allevamento a scopo alimentare.
Dain sorrise senza allegria. Mai, finché lui aveva fiato in corpo.
L’aria era frizzante con una punta di gelo invernale. Fiutò una debolissima traccia di zolfo, avvertì l’onda tremolante del male che aleggiava sul cimitero, una specie di foschia fetida.
Sì, era venuto nel posto giusto.
Si alzò, con la stoffa del suo lungo cappotto nero che gli svolazzava dietro, come un’ombra ondeggiante. Camminando fino alla fine della strada, si girò e proseguì verso la città dei morti. Alcune file erano dritte, altre tortuose, ed altre ancora portavano a vicoli senza uscita in un aggrovigliato labirinto di tombe di famiglia: case in miniatura per i morti, complete di basse recinzioni di ferro. Molte tombe erano state restaurate dopo l’uragano; altre avevano ancora gli spigoli frantumati, seviziati dagli anni e dalle tempeste, che sporgevano in fuori come nude ossa.
Ossa. Dain arricciò le labbra. Era lì per qualcosa di più degli ibridi. Era lì per l’osso annerito che sentiva pesargli nella tasca del suo lungo cappotto, e che gli bruciava la pelle come un marchio attraverso gli strati di stoffa. Odiava quella sensazione, l’aura ripugnante che era così forte da risucchiargli il fiato dai polmoni. La puzza di demone stava ancora incollata all’osso, insieme ad un terribile potere demoniaco.
Settimane prima, Ciarran D'Arbois, il coetaneo di Dain, aveva chiuso di colpo uno dei portali tra il reame dei demoni e la dimensione degli esseri umani, e così facendo aveva menomato il Solitario. La zampa del demone era stata amputata di netto quando la porta si era chiusa, lasciando il potente demone intrappolato nel pozzo che l’aveva generato. Dain aveva trovato tutto ciò che rimaneva della zampa nel reame degli umani, un unico osso annerito e carbonizzato che recava tracce di orrenda magia nera.
Da quella notte, aveva tenuto quella cosa chiusa a chiave in una cassaforte di casa sua, ma non aveva osato lasciarla incustodita mentre veniva a New Orleans. Eppure, ora si chiedeva se era un pazzo a portarselo in giro.
Scelte, sempre scelte. E nessuno di cui fidarsi se non se stesso. Quella era stata una lezione difficile da imparare.
La sagoma di una croce si specchiò sulla liscia superficie di una pozzanghera, e la forma rotonda e lucente della luna. Dain guardò sopra la cima di una cripta lì vicino, in direzione della croce, e la statua della donna piangente sulla tomba accanto. Il suo stivale infranse i riflessi mentre proseguiva il cammino.
Non fece nessuno sforzo per nascondere il suo arrivo. Che lo sentissero pure. Stava preparandosi a un combattimento, lo stava facendo da settimane, fin dalla notte in cui il Solitario quasi ce l’aveva fatta a passare. Quella notte, Dain aveva saputo che l’Antico, il membro più anziano e più potente del Patto dei Maghi, li aveva traditi, scegliendo di allearsi coi demoni. L’Antico era stato il suo mentore, il suo amico.
Adesso, era il suo nemico.
Seguendo l’istinto, Dain si fece strada attraverso il labirinto di cripte e di bassi recinti di ferro. Alla fine, arrivò in uno spazio più ampio con una tomba nera e solitaria, mattoni e cemento squarciati a rivelare un buco muschioso e spalancato come una bocca famelica. Una vecchia bara mezza marcia era stata trascinata fuori alla luce della luna, il coperchio era stato strappato via, ed intorno ad essa si accalcavano una mezza dozzina di ibridi, che gettavano lunghe ombre minacciose.
Le loro vesti erano macchiate e insozzate dal greve odore metallico del sangue fresco. Dain era certo che si erano nutriti da poco. E non con i resti da molto tempo decomposti contenuti nella bara. No, avevano cacciato ed ucciso prima di venire al cimitero. Agli ibridi piacevano le prede vive. La carne ricca di sangue.
E umana.
Era la sola cosa che offrisse almeno un temporaneo sollievo dall’interminabile dolore fisico della loro esistenza – un fatterello che i demoni invariabilmente dimenticavano di far presente quando tentavano i morenti a diventare ibridi.
Ad occhi stretti, Dain studiò il gruppo. Non avevano idea che lui fosse lì. Normalmente, avrebbero dovuto percepire iol sopraggiungere della sua magia della luce molto prima, ma il potere maligno dell’osso carbonizzato che portava con sé era così grande che celava molte cose. Che diavolo, Dain era così impregnato dall’aura del demone, che probabilmente avevano confuso la sua presenza con quella di un altro della loro specie.
Un buon dispositivo di camuffamento.
Il problema era che anche lui aveva delle difficoltà a . Più portava l’osso sulla sua persona, più lui vi si assuefaceva, e diventava insensibile alle correnti di magia demoniaca. Era un pericolo, di sicuro, ma che non poteva essere evitato. Gli ibridi stavano depredando le tombe di tutto il mondo senza né sottigliezza né discrezione, ma seguendo quello che Dain sospettava essere un piano ben preciso. Finché non avesse capito cosa diavolo stava succedendo, l’osso mezzo bruciato di demone non sarebbe andato da nessuna parte senza di lui.
Sì, lui e il suo osso, inseparabili.
In attesa nell’ombra, Dain serrò i denti, lottando contro la pulsione di fare appello a tutto il proprio potere e farsi avanti nella cerchia degli ibridi. Se da una parte un combattimento avrebbe potuto alleviare la sua tensione, dall’altra però non gli avrebbe procurato risposte. Avrebbe aspettato e osservato ancora per un po’. Qualunque cosa gli ibridi stessero cercando, aveva qualcosa a che fare con il Solitario, e con cadaveri umani decomposti.
Con un’alta risata chiocciante, uno degli ibridi estrasse qualcosa dalla bara aperta che gli stava aperta davanti: un avambraccio ed una mano scheletriti, scarnificati dagli anni e dall’inevitabile decadimento, tenuti insieme da fragili rimasugli di tessuto essiccato. Penzolante dalle dita frantumate, c’era un sacchetto di stoffa ormai marcia, a brandelli.
Aggrottando la fronte, Dain fece un passo in avanti. Un gris-gris vudu? Un incantesimo seppellito con il morto?
Qualunque cosa ci fosse in quel sacchetto, puzzava di demone. Il maledetto osso nella sua tasca era caldo, bruciava attraverso il cappotto e i jeans fino alla pelle e ai muscoli della coscia, ardente fino a scottare. Il male chiamava il male.
Gli ibridi stavano cercando quel sacchetto magico, il che significava che lo stava cercando anche lui
Dain fece un passo in avanti nella luce lunare. Uno degli ibridi gettò la testa indietro, e si girò a fronteggiarlo.
Questo risolveva il problema di come avanzare senza farsi scorgere.
La cosa lo attaccò con un grido ferino. In una veloce esecuzione di movimento, Dain si chinò, rotolò a terra e si rialzò accanto alla creatura che teneva il gris-gris, evitando quella che lo stava attaccando. Strappò il sacchetto di stoffa dalla presa del demone. Era di velluto rosso, cucito con un filo rosso.
Antico. Molto antico. Legato da incantesimi per proteggerne il contenuto e tener lontano il decadimento che il caldo umido di New Orleans avrebbe causato. Dain sentì un male stantio fluire dalla piccola borsa fin dentro la carne e le ossa della mano. Il continuum, la corrente-drago – un fiume infinito di energia che scorreva tra le dimensioni – si spostò e si contorse in segno di protesta per quell’innaturale spostamento dell’equilibrio.
Con un ululato, l’ibrido che aveva attaccato si lanciò su di lui, una furia di dita artigliate. Dain si fece da parte, si infilò il sacchetto in una tasca – quella che non conteneva l’osso di demone – e arretrò velocemente, così da trovarsi al limitare di uno spazio aperto, con una tomba alle spalle.
Gli ibridi avanzarono verso di lui in un ampio semicerchio.
Dain richiamò a sè un po’ più del suo potere, abbastanza per far sì che gli ibridi avvertissero la sua magia, e sapessero con certezza che era un mago della luce. Questo era il suo avvertimento per loro, la sua unica offerta di resa. Avrebbero potuto fuggire e lui non avrebbe dato loro la caccia, oppure l’avrebbero attaccato e lui li avrebbe sterminati.
Esitarono, confusi da quella miscela impossibile di magia della luce e dell’aura demoniaca che gli aleggiava addosso, con l’oscurità che emanava dall’osso bruciacchiato che era diventato il suo costante compagno.
Evocò un bastone di legno d’acacia lungo sei piedi, antico e mortale, e restò in attesa.
Con un ringhio, l’ibrido più vicino si abbatté su di lui come un cane rabbioso. Rifiutandosi di evocare maggiormente la propria magia, Dain combatté, preferendo per il momento la sensazione fisica di sollievo che gli veniva dal dare spintoni e tirar pugni e calci, anche quando gli saltarono tutti addosso, sei contro uno.
Artigli gli affondarono nel petto, graffiandolo in profondità, ed un pugno alla mascella gli fece sbattere la testa all’indietro. Contraccambiò i colpi ricevuti, assestò un colpo col bastone, e poi lo gettò in alto nell’aria, torse il collo a un ibrido spezzandoglielo, poi protese la mano a riacchiappare il bastone mentre cadeva, con le dita rese scivolose dal sangue nero.
I resti dell’ibrido gorgogliarono e sibilarono e alla fine si disintegrarono in una massa di putridume grigiastra e puzzolente.
Un altro ibrido si mosse, prendendo il posto del primo. Dain lasciò che le emozioni prendessero il sopravvento su di lui: la rabbia e dolore per il tradimento dell’Antico, il ricordo dell’inganno del suo mentore ancora tagliente come una lama ben affilata. Ad alimentare le sue azioni c’era anche il lutto, ed un odio vecchio di secoli per i demoni e la loro razza, e alla fine si ritrovò con una grossa pozzanghera di melma ribollente ai suoi piedi.
Un unico ibrido indietreggiò, l’unico rimasto in piedi. Se ne stava lì a rabbrividire, congelato dal terrore, poi cadde in ginocchio davanti a lui. Dain lo fissò, col petto che si alzava e abbassava affannosamente. L’osso carbonizzato nella sua tasca si stava surriscaldando con un’energia spaventosa, una magia proibita, e il continuum si contorceva all’insulto.
La tentazione serpeggiò dentro di lui, e con essa venne la brama estranea e cattiva di uccidere ancora almeno un’altra volta.
Uccidere, uccidere, uccidere.
Questa era una novità.
Cosa diavolo c’era che non andava in lui?
L’osso, quello stramaledetto osso di demone.
Be’, se si aspettava di attirarlo al lato oscuro sarebbe rimasto deluso. I maghi erano guardiani, non assassini senza scrupoli.
Premendosi una mano sui graffi che gli solcavano il petto in profondità, Dain sputò sangue. Respirava affannosamente, ed il battito del cuore gli risuonava forte nelle orecchie.
"Vattene," ringhiò, e l’ibrido non se ne stette lì ad aspettare un secondo invito. Strisciò a terra indietreggiando come un granchio, poi rotolò e inciampando si tirò in piedi, barcollando mentre correva attraverso il cimitero, il suono dei suoi passi che echeggiava sordo.
RISPOSTE DI EVE SILVER una
RISPOSTE DI EVE SILVER
una curiosità: tuo marito legge i tuoi libri? le piacciono? ti fai consigliare su qualcosa o preferisci che nessuno ti dia consigli???
Andreina, mio marito finora ha letto uno dei miei libri. E ne ha letto uno anche il mio figlio più grande. Nel corso degli anni, ho lavorato con uno stupendo gruppo di critica che mi ha fornito delle favolose osservazioni sul mio modo di scrivere. Bisogna anche dire che ho avuto la fortuna di lavorare con editori che mi hanno aiutato a creare storie migliori e di maggior impatto.
Eve Silver
I'm wondering, does your
I'm wondering, does your husband read your stories? does he enjoy them? do you ask his or somebody's else advice while you're writing, o do you prefer not to have advices by anybody?
Andreina, my husband has read one of my stories so far. And my older son read one. Over the years, I've worked with a wonderful critique group who have given me fabulous feedback on my writing. Also, I've been lucky to work with editors who've helped me create stronger and better stories.
translation of comment # 11
translation of comment # 11 (andreina )
Wow suchstoryline - and such excerpt, simply terrific... when I finished it I was eager to read more!
I am very curious about your work Eve, your imagination is incredible, let's hope Italian publishers will translate your books! and many compliments for your stories!
I'm wondering, does your husband read your stories? does he enjoy them? do you ask his or somebody's else advice while you're writing, o do you prefer not to have advices by anybody?
thanks a lot,
Andreina
Caspita che trame e che
Caspita che trame e che estratto sigh!!!, semplicemente fantastico......ci sono rimasta male quando è finito! sono incuriosita del lavoro che fai Eve e anche dalla tua creatività speriamo l'Italia si accorga di te!!!
credo che accenderò una candela e pregherò perchè succeda !!!
complimenti e continua cosi!!!
una curiosità: tuo marito legge i tuoi libri? le piacciono? ti fai consigliare su qualcosa o preferisci che nessuno ti dia consigli???
RISPOSTE DI EVE
RISPOSTE DI EVE SILVER
Vitty, amo i romanzi di tantissimi autori, ci vorrebbe una vita per elencarteli tutti... Caroline Linden (storici), Lori Devoti (paranormali), Kelley Armstrong (paranormali), Kim Harrison (paranormal), Judith Ivory (storici), Lisa Kleypas (storici e contemporanei), Naomi Novik, Shana Abe, Karen Marie Moning (la serie Fever è spettacolare!), Lisa Gardner, Linda Howard (adoro tutto quel che scrive), Susan Elizabeth Phillips, Ann Christopher, Sally MacKenzie, Laura Drewry, Kristina Cook/Kristi Astor, Michelle Rowen, e circa un centinaio di altre autrici, LOL!
Ma seriamente, io adoro il romance (in quasi tutti i suoi sotto-generi).
Eve Silver
Vitty, I love the work of so
Vitty, I love the work of so many authors, it'd take forever to list them all, but I'll give you a few...Caroline Linden (historical), Lori Devoti (paranormal), Kelley Armstrong (paranormal), Kim Harrison (paranormal), Judith Ivory (historical), Lisa Kleypas (historical and contemporary), Naomi Novik, Shana Abe, Karen Marie Moning (the Fever series is amazing!), Lisa Gardner, Linda Howard (I love anything she writes), Susan Elizabeth Phillips, Ann Christopher, Sally MacKenzie, Laura Drewry, Kristina Cook/Kristi Astor, Michelle Rowen, and about ahundred others, LOL!
Honestly, I love romance (almost any sub-genre).
Eve Silver
translation of comment #
translation of comment # 6
this author is terrific!
Why her books haven't been translated in italian yet?
May I ask Eve, who are her favorite authors?
thanks
Vitty
RISPOSTE DI EVE SILVER ciao
RISPOSTE DI EVE SILVER
ciao a tutti! grazie per i vostri gentili commenti! :-)
Ero curiosa di sapere, considerati i tuoi studi, perché hai scelto questo genere e non per esempio il thriller alla maniera di Patricia Cornwell o Kathy Reichs?
In realtà, io scrivo tre generi diversi: romance storici suspense, paranormali contemporanei e romance futuristici ( con il nome di Eve Kenin ). Amo scrivere paranormali, perchè l'immaginazione non ha altro limite che il cielo. Posso scrivere qualunque cosa catturi il mio interesse.
ma ... chi l'ha letto, sa se finisce bene ???
Sì, certo che finisce bene. Io adoro le storie a lieto fine :)
Eve Silver
forte questa autrice! ma
forte questa autrice!
ma perchè non traducono questi libri in italia?
Volevo chiedere all'autrice quali sono i suoi autori preferiti?
Grazie
Vitty
Hi everyone! Thanks for the
Hi everyone! Thanks for the kind comments :)
I am curious to know, with your studies, why did you choose to write urban fantasy and not the kind of thriller Patricia Corrnwell or Kathy Reichs do, for istance?
I actually write three different genres: I write historical suspense, contemporary paranormal and speculative romance (under the name Eve Kenin). I love writing paranormal books because the sky is the limit as far as imagination goes. i can write whatever grabs me.
Can whoever read the novel grant it does have a happy ending??
Yes, definitely a happy ending. I love happy endings :)
Eve Silver
translation comment # 2
translation comment # 2 (Lory)
Wow - how scary!
Can whoever read the novel grant it does have a happy ending??
thanks in advance for your reply,
Lory
I would like to compliment
I would like to compliment Eve, the excerpt is so interesting that I am going to buy the book and I am not a fan of the urban fantasy genre!
I am curious to know, with your studies, why did you choose to write urban fantasy and not the kind of thriller Patricia Corrnwell or Kathy Reichs do, for istance?
Thanks for answering
Vorrei complimentarmi con Eve, l'estratto è così interessante che comprerò il libro, benché io non sia appassionata di urban fantasy!
Ero curiosa di sapere, considerati i tuoi studi, perché hai scelto questo genere e non per esempio il thriller alla maniera di Patricia Cornwell o Kathy Reichs?
Grazie per la risposta.
Accipicchia che paura!!! ma
Accipicchia che paura!!!
ma ... chi l'ha letto, sa se finisce bene ???
grazie e scusate per la domanda
Lory
Thank you Eve for being our
Thank you Eve for being our guest.
I read the excerpt and... wow... it's very intriguing and a bit scary too !
There's a bit of horror and mystery together with the paranormal, it's not something you find very often in a romance novel.
Many compliments for your creativity. I'd like to know more about your mythology, it's always fascinating to know writers's worlds.
:-)
*****
Grazie Eve per essere nostra ospite.
Ho letto l'estratto e ... wow... è intrigante e fa anche un pelino paura !
C'è un po' di horror e mystery insieme al paranormale, non è qualcosa che si trova spesso in un romance.
Complimenti per la tua creatività. Mi piacerebbe saperne di più sulla tua mitologia, è sempre affascinante conoscere il mondo degli scrittori.
:-)