ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Karen Rose, SCREAM FOR ME, EDIZIONI GRAND CENTRAL - HARDCOVER
Karen Rose 'S LATEST BOOK, SCREAM FOR ME, BY GRAND CENTRAL - HARDCOVER
For her exciting debut in hardcover, New York Times bestselling author Karen Rose delivers a heart-stopping suspense novel that picks up where DIE FOR ME left off, with a detective determined to track down a brutal murderer…
Special Agent Daniel Vartanian has sworn to find the perpetrator of multiple killings that mimic a 13-year-old murder linked to a collection of photographs that belonged to his brother, Simon, the ruthless serial killer who met his demise in DIE FOR ME. Daniel is certain that someone even more depraved than his brother committed these crimes, and he's determined to bring the current murderer to justice and solve the mysterious crime from years ago.
With only a handful of images as a lead, Daniel's search will lead him back through the dark past of his own family, and into the realm of a mind more sinister than he could ever imagine. But his quest will also draw him to Alex Fallon, a beautiful nurse whose troubled past reflects his own. As Daniel becomes attached to Alex, he discovers that she is also the object of the obsessed murderer. Soon, he will not only be racing to discover the identity of this macabre criminal, but also to save the life of the woman he has begun to love.
Per il suo eccitante debutto in hardcover, Karen Rose, autrice bestseller del New York Times, ci offre un romanzo suspense da cardiopalma che riprende la storia di DIE FOR ME là dove l’avevamo lasciata, cioè con un detective deciso a stanare un brutale assassino…
L’Agente Speciale Daniel Vartanian ha giurato di scoprire l’autore di una serie di delitti che replicano un omicidio avvenuto tredici anni fa, e che è collegato ad una serie di fotografie appartenute a suo fratello, Simon, lo spietato killer che ha avuto la fine che si meritava in DIE FOR ME. Daniel è certo che a commettere questi crimini qualcuno ancor più depravato di suo fratello, ed è deciso a consegnare alla giustizia l’assassino, e a risolvere il misterioso delitto di tanti anni fa.
Armato soltanto di una manciata di immagini come pista, la ricerca di Daniel lo riporterà indietro al passato oscuro della sua famiglia, nel regno di una mente ancora più sinistra di quanto si possa immaginare. Ma la sua ricerca la condurrà anche a Alex Fallon, una bellissima infermiera il cui passato è tormentato quanto il suo. Daniel si lega sempre più ad Alex, ma scopre che è lei il prossimo bersaglio del fanatico omicida. Presto Alex non solo si ritroverà ad correre per scoprire l’identità di questo tenebroso criminale, ma anche per salvare la vita della donna che sta iniziando ad amare.
Nota di MarchRose
SCREAM FOR ME is the second book in the Daniel Vartanian romantic suspense series ( first instalment was the celebrated DIE FOR ME which won several awards, including the Romantic Times’ Reviewers’ Choice Award for Best Romantic Suspense of 2007 and is now a RITA ® finalist for Best Romantic Suspense ) and it’s also the debut of Karen Rose in hardcover.
Brace yourself for a white-knuckle thriller with a gruesome storyline, populated by macabre scenes and brutal crimes which are in sharp contrast with the loving romance story which grows between Alex and Daniel. As the author says, “…see the trailer – and like always, be sure you’re in a place where you won’t bother people with the screaming!”
“Intricate plotting and rich characterization ensure that the tension and thrill factor hit at gut level and never let go. Rose is a force to be reckoned with!”
Romantic Times, TOP PICK
SCREAM FOR ME è il secondo romanzo della serie romantic suspense che ha come protagonista l’agente speciale Daniel Vartanian ( il primo libro è stato il famosissimo DIE FOR ME che ha vinto numerosi premi, tra cui il Romantic Times’ Reviewers’ Choice Award come Migliore Romantic Suspense of 2007 ed è ora finalista al premio RITA come Migliore Romantic Suspense ) e segna il debutto di Karen Rose in hardcover.
Preparatevi per un thriller da cardiopalma, con una trama , costellato da scene macabre e brutali delitti in netto contrasto con la dolce storia d’amore che si sviluppa tra Alex e Daniel. Come dice l’autrice, “…guardate il trailer – e quando lo fate, come al solito, cercate di essere in un posto dove le vostre urla non daranno fastidio a nessuno!”
“L’intreccio complesso e la ricca caratterizzazione dei personaggi fanno sì che la tensione ed il terrore vi colpiscano dritti allo stomaco e non vi lascino più. Karen Rose è una forza della natura!”
Romantic Times, TOP PICK
ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Patrice Michelle, SCIONS INSURRECTION, EDIZIONI SILHOUETTE NOCTURNE
Patrice Michelle 'S LATEST BOOK, SCIONS INSURRECTION, BY SILHOUETTE NOCTURNE
Humanity had reason to fear vampires.
But they didn't know about werewolves. Yet.
When Detective Kaitlyn McKinney responded to a call about a strange, burned body, she discovers something far more complicated - and dangerous.
Landon Rourke is a werewolf, exiled from his pack and dedicated to keeping a protective watch over Kaitlyn. A prophecy has said that his kind and vampires would one day come to a truce. But that day has yet to come.
Landon has his own past to deal with, too, involving Kaitie herself. A dark truth that has kept them apart for years. When Kaitlyn gets caught up in the battle between vampires and werewolves, their long-simmering attraction ignites. And in that attraction, they find the secret that will bring them together…
Il genere umano aveva le sue buone ragioni per odiare i vampiri.
Ma non sapeva dei lupi mannari. Almeno, non ancora.
Quando la detective Kaitlyn McKinney risponde a una chiamata che parla di uno strano cadavere carbonizzato, scopre qualcosa di molto più complicato – e pericoloso.
Landon Rourke è un lupo mannaro, esiliato dal suo branco e intento a fare protettivamente da guardia a Kaitlyn. Una profezia ha detto che la sua razza e i vampiri un giorno arriveranno ad una tregua. Ma quel giorno è ancora lontano.
Landon deve anche venire a patti col proprio passato, che riguarda Kaitie stessa. Un’oscura verità li ha tenuti separati per anni. Quando Kaitlyn rimane invischiata nella battaglia tra vampiri e lupi mannari, la loro attrazione da lungo tempo soffocata esplode. Ed in quell’attrazione trovano il segreto che li avvicinerà l’uno all’altra…
Nota di MarchRose
SCIONS: INSURRECTION is the second installment of the Scions trilogy, a hurban fantasy series which tells the story of three paranormal races spawned from a government experiment, enemies who are bound together by a prophecy. While RESURRECTION, the first instalment of the series, is devoted to vampires, INSURRECTION focuses on the Lupreda, or werewolves, who were created by vampires to be their prey.
“The key to this engaging work is the paranormals seem genuine as the audience will believe that a lone werewolf and a human can fall in love while vampires try to take a bite out of the Big Apple.”
- GenreGoRoundReviews
SCIONS: INSURRECTION è il secondo romanzo della trilogia Scions, una serie di hurban fantasy che racconta la storia di tre razze di esseri paranormali che sono il prodotto di un esperimento governativo, razze nemiche che sono legate l’una all’altra da una profezia. Mentre RESURRECTION, il primo romanzo della serie, è dedicato alla razza dei vampiri, INSURRECTION parla dei Lupreda, cioè dei lupi mannari, che sono stati creati dai vampiri appositamente per essere le loro prede.
“La chiave di quest’opera appassionante è che il paranormale sembra reale, e che il pubblico riesce a credere davvero che un solitario lupo mannaro ed una donna possano innamorarsi, mentre i vampiri cercano di prendere a morsi la Grande Mela.”
- GenreGoRoundReviews
Loretta Chase has accepted to be interviewed by us for the release of her latest "Fallen Women" series's novel, YOUR SCANDALOUS WAYS, and has authorised us to translate an excerpt of the book. Enjoy !
Loretta Chase ha accettato di venire intervistata da noi in occasione della pubblicazione del suo ultimo romanzo della serie "Fallen Women", YOUR SCANDALOUS WAYS, e ci ha permesso di tradurre un estratto del romanzo. Buona lettura!
Loretta Chase will answer to all your questions, so don't forget to sign your comment with a name or a nickname
Loretta Chase risponderà a tutte le vostre domande, perciò non perdete l'occasione di chiacchierare con lei, ricordatevi solo di firmare il vostro commento con un nome o un nick
James Cordier is all blueblood and entirely dangerous. He's a master of disguise, a brilliant thief, a first class lover--all for King and country--and, by gad, he's so weary of it. His last mission is to “acquire” a packet of incriminating letters from one notorious woman. Then he can return to London, and meet sweet-natured heiresses--not adventuresses and fallen women.
Francesca Bonnard has weathered heartbreak, scorn, and scandal. She’s independent, happy, and definitely fallen; and she's learned that “gentlemen” are more trouble than they're worth. She can also see that her wildly attractive new neighbor is bad news.
But as bad as James is, there are others far worse also searching for Francesca's letters. And suddenly nothing is simple--especially the nearly incendiary chemistry between the two most jaded, sinful souls in Europe. And just as suddenly, risking everything may be worth the prize.
James Cordier è nobile fino al midollo e totalmente pericoloso. E' un maestro del travestimento, un ladro brillante, un amante di prima classe -- tutto per il re e per il paese -- e perdio, è così stanco di tutto ciò. La sua ultima missione consiste nel recuperare un pacco di lettere incriminanti da una donna famosa. Dopo di che può tornare a Londra, incontrare una dolce ereditiera -- non avventuriere e donne perdute.
Francesca Bonnard ha superato un cuore spezzato, il disprezzo e lo scandalo. E' indipendente, felice e definitivamente perduta; e ha imparato che i "gentiluomini" causano più problemi di quanto ne valga la pena. Si rende anche conto del fatto che l'arrivo del suo nuovo e pericolosamente attraente vicino è una gran brutta novità.
Ma per quanto cattivo sia James, ci sono altri che sono molto peggio, anche loro alla ricerca delle lettere di Francesca. E all'improvviso nulla è semplice -- specialmente l'infuocata attrazione tra le due anime più annoiate e peccaminose d'Europa. E altrettanto all'improvviso, rischiare il tutto per tutto può valere il prezzo.
INTERVIEW - INTERVISTA
- In June Loretta Chase's new book will be released and guess what?...the new hero will be a fascinating half italian secret agent, James Cordier, and the heroine will be a true naughty girl! Francesca Bonnard.
Loretta, can you tell us more about these new intriguing characters?
The James Bond movie Casino Royale inspired this book. It made think, "What if I create an early 19th century version of 007?" But my hero had to be different from James Bond. So I gave him an Italian mother, and thus a soul that is half Italian, and a distinctive continental sophistication. Still, he's English, too. As Francesca sees him, "At one moment he was indisputably Italian; in the next, incurably English." In addition to being handsome, sexy, passionate, and romantic, it's important for the hero to be unlike the other men she knows. He must be something special to hold her attention--because Francesca is a courtesan, the most popular one in Europe. She's so special that only a very few men have enjoyed the privilege of being her lover. It's an expensive privilege: Francesca does love nice jewelry. <g> She's naughty--unabashedly so--and I love this about her. She has power over men and she's enjoying herself. This exuberance and humor and confidence captivates James. He's spent years in a profession that has a very dark side--and she lightens his heart.
- A Giugno uscirà il nuovo libro di Loretta Chase, e indovinate... il nuovo eroe sarà un affascinante agente segreto mezzo italiano, James Cordier, e l'eroina una vera cattiva ragazza! Francesca Bonnard.
Loretta, puoi raccontarci qualcosa su questi nuovi intriganti personaggi?
E' stato il film di James Bond Casino Royale ad inspirarmi per questo libro. Mi ha fatto pensare, "E se creassi una versione di 007 dell'inizio del XIX secolo?". Il mio eroe però doveva essere diverso da James Bond. Così gli ho dato una madre italiana, in questo modo un animo per metà italiano e una raffinatezza tipicamente continentale, pur essendo anche inglese. Così come Francesca lo vede, "Un momento è ineluttabilmente Italiano; il successivo incurabilmente Inglese". Oltre ad essere bello, sexy, passionale e romantico, è importante che l'eroe si distingua dagli altri uomini che lei conosce. Deve essere speciale per catturare la sua attenzione -- perchè Francesca è una cortigiana, la più famosa d’Europa. Ed è così speciale che solo pochissimi uomini hanno avuto il privilegio di essere suoi amanti. E' un privilegio molto costoso: Francesca ama i bei gioielli, he he. E' una cattiva ragazza-- in modo imperturbabile -- e a me piace molto questo suo tratto. Ha potere sugli uomini e si diverte. Questa sua esuberanza, unita a umorismo e sicurezza catturano James. Ha trascorso anni dedicandosi a una professione che possiede un lato molto oscuro—e lei lo tira su di morale.
- This book is the second one in your new Fallen Women series, is it somehow connected to the first one, "Not Quite a Lady", and to the future ones? Where did you get the idea for this series from?
Actually, it was my agent's idea. <g> She seems to know instinctively what will inspire me. History shows us many different ways for women to become "fallen." They were ostracized for having a love affair
or bearing a child out of wedlock or being divorced--or even if people merely suspected they'd misbehaved. (Men could do the same things and not get into trouble!) Each of the ways to be "fallen" offers a way to create a different heroine and a different story, some connected to other stories, and some not. Then the fun is in showing how the heroine deals with her problem and even triumphs over it. She has to be a strong woman, yet she's going to be wounded inside: She'll be mistrustful of men and cynical about love. The hero's challenge is not simply to make her hot for him (that goes without saying, because the hero has to be hot, right?) or even to love him--the tricky part is making her trust him.
- Questo libro è il secondo della tua nuova serie Fallen Women, è in qualche modo collegato al primo, "Not Quite a Lady", e a quelli futuri? Da dove ti è venuta l'idea di questa serie?
A dire il vero è stata un'idea della mia agente, he he Sembra sapere istintivamente quello che mi ispira. La storia ci mostra molti modi diversi in cui le donne potevano diventare "donne perdute". Venivano ostracizzate se avevano una relazione o se rimanevano incinte al di fuori del matrimonio, o se divorziavano -- o anche soltanto se la gente sospettava che si fossero comportate male. (Gli uomini potevano fare le medesime cose senza avere alcun problema!). Ognuno di questi modi per diventare "perdute" offre uno spunto per creare un'eroina diversa e una storia diversa, alcune collegate ad altre, alcune no. A quel punto il divertimento sta nel mostrare come l'eroina affronta con i suoi problemi e alla fine ha la meglio su di essi. Deve essere una donna forte, ma è anche ferita nell'anima: non riuscirà a credere agli uomini e sarà cinica nei confronti dell'amore. La sfida che l'eroe deve affrontare non è semplicemente farle perdere la testa per lui (questo va da sé, perchè l'eroe deve far perdere la testa, giusto?) o far sì che arrivi perfino ad amarlo -- la parte più difficile è far in modo che lei abbia fiducia in lui.
- James and Francesca's story takes place in Venice, Italy, in 1820.
Why did you choose to set this book in Italy? And why Venice, among all cities?
As many people know, I have a special place in my heart for Italy: language, arts & culture, men..and shoes (Or should shoes be in the culture category? <g>) It wasn't hard to tempt me to write a story set there--and Casino Royale did it: The movie not only gave me the idea for a hero but made me curious about Venice. Since Lord Byron had lived there, I read his letters and journals. Then I studied the city's history, and became completely fascinated. By 1820 the Republic's former greatness is a sad, distant memory. It's suffered misfortune and degradation. Yet it's resilient, like my heroine. And like her, it's fun. Though many of its treasures have been plundered, so much remains. It's still beautiful and mysterious and it's like no other city in the world. For Byron, it was a refuge. He'd left England because of scandal, and Venice, the most tolerant
of cities, welcomed him. Old and wicked as it was, for him it was a place of renewal, where he began writing his best work. It was perfect for James and Francesca. I knew Venice would enchant their jaded souls.
- La storia di James e Francesca è ambientata in Venezia, Italia, nel 1820. Come mai hai scelto di ambientare questo libro in Italia? E perchè tra tutte le città hai scelto proprio Venezia?
Come molte persone sanno, ho un posto speciale nel mio cuore per l'Italia: la lingua, l'arte e la cultura, gli uomini... e le scarpe (O le scarpe rientrano nella categoria della cultura? hehe). Non era difficile indurmi in tentazione perchè scrivessi una storia ambientata in Italia -- e Casino Royale ha fatto questo: Il film non solo mi ha dato l'idea per un eroe ma mi ha resa curiosa su Venezia.
Poichè che Lord Byron visse lì, ho letto le sue lettere e i suoi diari. Poi ho studiato la storia della città, e ne sono stata completamente affascinata. Nel 1820 la potenza della precedente Repubblica era solo un lontano ricordo. La città aveva subito sfortuna e degrado. E tuttavia resiste, come la mia eroina. E come lei, si diverte. Benché sia stata depredata di molti dei suoi tesori, vi rimane ancora così tanto. E' ancora bellissima e misteriosa come nessun'altra città al mondo. Per Byron fu un rifugio. Aveva lasciato l'Inghilterra a causa di uno scandalo, e Venezia, la città più tollerante di tutte, lo ha accolto.
Nonostante fosse antica e immorale, per lui fu un luogo di rinascita, dove iniziò a scrivere i suoi lavori migliori. Era perfetta per James e Francesca. Sapevo che Venezia avrebbe incantato i loro animi stanchi.
- Was it difficult to do all the historical research work on this specific setting?
I love research, even when it's difficult. Along with Lord Byron's letters and journals, I consulted his friend Hobhouse's diary. I found old travel guides and travelers' accounts online. Books as well as the internet
made it easy to find pictures of the outside part of Venice--canals, gondolas, churches, civic buildings, and palazzi. Interiors were far less plentiful--but this is true of most settings, including England. Luckily,
one of the readers at the Word Wenches blog suggested Venetian Palazzi (by Trivellato, Mazzariol, and Dorigato; ISBN 3-8228-7050-1)--magnificent photographs of rooms. I watched DVD tours of Venice. I even went to YouTube to find out how loud the bells were in the Campanile...because a steamy scene happens there and I needed to make sure the characters wouldn't go deaf. ;-)
- E' stato difficile fare tutte le ricerche storiche su questa particolare ambientazione?
Amo fare ricerche, anche quando sono difficili. Oltre alle lettere e ai diari di Lord Byron, ho consultato anche il diario del suo amico Hobhouse. Ho trovato vecchie guide turistiche e racconti di turisti online. Anche i libri, come internet, hanno reso semplice trovare foto degli esterni di Venezia -- canali, gondole, chiese, edifici pubblici e palazzi. Per gli interni non c'era molto materiale -- ma questo è altrettanto difficile per quasi tutte le ambientazioni, incluse quelle inglese. Fortunatamente, una delle mie lettrici del Blog Word Wenches suggerì le stupende fotografie di stanze del libro Palazzi Veneziani (di Trivellato, Mazzariol, e Dorigato; ISBN 3-8228-7050-1). Ho guardato un dvd turistico di Venezia. Sono anche andata su YouTube per trovare quanto forte risuonassero le campane del Campanile... perchè lassù si svolge una scena d'amore e dovevo rassicurarmi che i personaggi non diventassero sordi ;-)
- A little challenge for you: comparing Lord Dain to James Cordier.
I'll compare, but don't make me choose between them! Both are half Italian. Both are Alpha males, extremely so. They're tall, dark, and sexy. But psychologically, they're quite different. Cordier is as much
Italian as he is English. He's come from a large, psychologically healthy family. Like Dain, Cordier was the kind of boy who always got into trouble. But Cordier entered the military, where a fighting spirit and love of danger are useful. There his superiors decided he'd make an excellent secret agent. So this man, who was a social misfit and who could have become a criminal, is a hero in the eyes of the British government--and his family is proud of him. Dain had a horrible childhood, and simply had to learn how to live in a world where he was viewed as a monster. Yet both men have a dark side, and need women who can lift their spirits and make them laugh. I think I've given each of them the right woman--and I hope readers agree!
- Una piccola sfida per te: confrontare Lord Dain e James Cordier.
Li confronterò, ma non chiedermi di scegliere tra i due! Entrambi sono mezzi italiani. Entrambi sono maschi Alfa, estremamente Alfa. Sono alti, scuri e sexy. Ma psicologicamente, sono molto differenti. Cordier è tanto Italiano quanto Inglese. Viene da una famiglia numerosa, psicologicamente in salute. Come Dain, Cordier era il tipo di ragazzo che finiva sempre nei guai. Ma Cordier entra nell'esercito, dove il suo spirito combattivo e l'amore per il pericolo diventano utili. Là, i suoi superiori decidono che sarebbe un eccellente agente segreto. Così quest'uomo, che era uno spostato e avrebbe potuto diventare un criminale, viene considerato un eroe dal governo Britannico -- e la sua famiglia è orgogliosa di lui. Dain ha un'infanzia orribile, e ha dovuto imparare a vivere in un mondo dove tutto lo vedevano come un mostro. Entrambi hanno un lato oscuro, e hanno bisogno di donne che possano sollevargli il morale e farli ridere. Penso di aver dato a ciascuno la donna giusta-- e spero che le lettrici siano d'accordo con me!
EXCERPT - ESTRATTO
Venice, that night, at the opera
Though the season had not officially started, the boxes and pit of La Fenice were very nearly filled. This, James was aware, was partly because Rossini’s popular La Gazza Ladra was being performed and partly because Francesca Bonnard and her friends occupied one of the most expensive of the theater’s four tiers of boxes. As many people were looking up at her box as were looking at the stage.
And, this being Italy, many other people were doing neither.
As he well knew, Italian theaters were a different species from those in England. In Italy, theaters were social centers. To accommodate sociable theatergoers, the stairs and refreshment rooms were enormous. The vast foyers had been used until very recently for gambling. Now, with gambling forbidden, theatergoers were reduced to playing backgammon.
During the season, the educated classes attended the theater four or five times a week. Since this was a home away from home, the boxes were large as well, many of them furnished like drawing rooms and used in much the same way. From some, one could barely see the stage.
During the performance, people ate, drank, and talked. They played at cards, flirtation, and seduction. Servants went in and out. The opera or play provided background color and music, for the most part.
But at certain important times in the performance--the start of a favorite aria, for instance--the audience became hushed, and attended with all its might.
Such a hush was not in progress as James entered the box where Francesca Bonnard held court. Several parties on stage were screeching and bellowing something or other to which no one was paying the slightest heed.
No one paid James any heed, either. He appeared to be merely one of the several wigged and liveried servants going in and out with this or that: food, wine, a shawl. Playing a servant was easy. Those they served took little notice of them. He might stab the crown prince of Gilenia in the neck in front of a dozen witnesses, and later, not one of those witnesses would be able to identify James as the killer. No one would remember what kind of wig or livery he wore.
He was certain of this, having done away with two pieces of human slime under similar conditions.
Lurenze, however, was merely in the way. Since, given the lady’s reputation, one must expect a male--or several--to be in the way, James preferred the obstacle to be young and not overly intelligent. The French Count Magny, with the advantages of age and experience--which included not losing his head, literally, during the Terror or thereafter--might have proved a more serious obstacle.
James’s attention shifted from the golden-haired boy to the harlot beside him. They sat at the front of the box, Lurenze in the seat of honor at her right. He’d turned in his seat to gaze worshipfully at her. She, facing the stage, pretended not to notice the adoration.
From where he stood, James had only the rear view, of a smoothly curving neck and shoulders. Her hair, piled with artful carelessness, was a deep chestnut with fiery glints where the light caught it. A few loose tendrils made her seem the slightest degree tousled. The effect created was not of one who’d recently risen from bed but one who had a moment ago slipped out of a lover’s embrace.
Subtle.
And most effective. Even James, jaded as he was, was aware of a stirring-up below the belly, a narrowing of focus, and a softening of brain.
But then, she ought to be good at stirring up men, he thought, considering her price.
His gaze drifted lower.
A sapphire and diamond necklace adorned her long, velvety neck. Matching drops hung at her shell-like ears. While Lurenze murmured something in her ear, she let her shawl slip down.
James’s jaw dropped.
The dress had almost no back at all! She must have had her corset specially made to accommodate it.
Her shoulder blades were plainly visible. An oddly shaped birthmark marked the right one.
He pulled his eyes back into his head and his tongue back into his mouth.
Well, then, she was a fine piece, as well as a bold one, no question about that. Someone thought she was worth those sapphires, certainly, and that was saying something. James wasn’t sure he’d ever seen their like, and he’d seen--and stolen--heaps of fine jewelry. They surpassed the emeralds he’d reclaimed from Marta Fazi not many months ago.
Bottle in hand, he advanced to fill their glasses.
Lurenze, who’d leaned in so close that his yellow curls were in danger of becoming entangled with her earrings, paused, leaned back a little, and frowned. Then he took out his quizzing glass and studied her half-naked back. “But this is a serpent,” he said.
It is?
James, surprised, leaned toward her, too. The prince was right. It wasn’t a birthmark but a tattoo.
“You, how dare you to stare so obscene at the lady?” Lurenze said. “Impudent person! Put your eyes back in your face. And watch before you spill--”
“Oops,” James said under his breath as he let the bottle in his hand tilt downward, splashing wine on the front of his highness’s trousers.
Lurenze gazed down in dismay at the dark stain spreading over his crotch.
“Perdono, perdono,” James said, all false contrition. “Sono mortificato, eccellenza.” He took the towel from his arm and dabbed awkwardly and not gently at the wet spot.
Bonnard’s attention remained upon the stage, but her shoulders shook slightly. James heard a suppressed giggle to his left, from the only other female in the box. He didn’t look that way but went on vigorously dabbing with the towel.
The red-faced prince pushed his hand away. “Stop! Enough! Go away! Ottar! Where is my servant? Ottar!”
Simultaneously, a few hundred heads swiveled their way and a few hundred voices said, in angry unison, “Shh!”
Ninetta’s aria was about to begin.
“Perdonatemi, perdonatemi,” James whispered. “Mi dispiace, mi dispiace.” Continuing to apologize, he backed away, the picture of servile shame and fear.
La Bonnard turned round then, and looked James full in the face.
He should have been prepared. He should have acted reflexively but for some reason he didn’t. He was half a heartbeat too slow. The look caught him, and the unearthly countenance stopped him dead.
Isis, Lord Byron had dubbed her, after the Egyptian goddess. Now James saw why: the strange, elongated green eyes...the wide mouth...the exotic lines of nose and cheek and jaw.
James felt it, too, the power of her remarkable face and form, the impact as powerful as a blow. Heat raced through him, top to bottom, bottom to top, at a speed that left him stunned.
It lasted but a heartbeat in time--he was an old hand, after all--and he averted his gaze. Yet he was aware, angrily aware, that he’d been slow.
He was aware, angrily aware, of being thrown off balance.
By a look, a mere look.
And it wasn’t over yet.
She looked him up. She looked him down. Then she looked away, her gaze reverting to the stage.
But in the last instant before she turned away, James saw her mouth curve into a long, wicked smile.
Venezia, quella notte, all'opera
Nonostante la stagione non fosse ancora ufficialmente iniziata, i palchi e le poltrone della Fenice erano praticamente pieni. Ciò, James ne era consapevole, si doveva in parte al fatto che si stava eseguendo La Gazza Ladra, la popolare opera di Rossini, e in parte alla presenza di Francesca Bonnard e delle sue amiche in uno dei palchi più costosi del teatro. Le persone che guardavano in su verso il suo palco erano tanto numerose quanto quelle che guardavano il palcoscenico.
E, poiché si era in Italia, molte altre persone non facevano nessuna delle due cose.
Come sapeva bene, i teatri Italiani erano differenti da quelli inglesi. In Italia, i teatri erano centri sociali. Per accogliere i socievoli spettatori, le scale e le stanze del rinfresco erano enormi. Il foyer era stato usato fino a poco tempo prima come sala da gioco. Ora, data la proibizione del gioco d'azzardo , gli spettatori dovevano limitarsi a giocare a backgammon.
Durante la stagione, la classe colta andava a teatro quattro o cinque volte a settimana. Poiché il teatro era una casa fuori casa, i palchi erano altrettanto spaziosi, molti di essi arredati come salotti e usati praticamente allo stesso modo. Da alcuni di essi a stento si riusciva a vedere il palcoscenico.
Durante la rappresentazione, la gente mangiava, beveva, e chiacchierava. Giocavano a carte, flirtavano e seducevano. I servi andavano e venivano. L'opera o la commedia fornivano, più che altro, un sottofondo di colori e musica.
Ma in alcuni punti particolarmente importanti della rappresentazione -- l'inizio di un'aria famosa, per esempio -- gli spettatori ammutolivano, e assistevano silenziosamente.
Non era uno di quei momenti di silenzio quello in cui James entrò nel palco dove Francesca Bonnard riceveva visite. Molti attori sul palcoscenico stavano strillando o sbraitando o facendo cose cui nessuno prestava la minima attenzione.
Nessuno prestò attenzione neppure a James. Aveva l’aspetto di uno dei tanti servi imparruccati in livrea che andavano e venivano con questo o quello: cibo, vino, uno scialle. Fingere di essere servitori era facile. Coloro che venivano serviti non li notavano nemmeno. Avrebbe potuto piantare un pugnale nel collo del principe ereditario di Gilenia di fronte a dozzine di testimoni, e più tardi, nessuno di quei testimoni sarebbe stato in grado di identificare James come l’assassino. Nessuno avrebbe ricordato che tipo di parrucca o di divisa indossava.
Era certo di questo, visto che si era sbarazzato di due rifiuti dell’umanità in condizioni simili.
Lurenze, tuttavia, era solamente un intralcio. Dal momento che, data la reputazione della signora, uno doveva aspettarsi di trovarsi uno – o molti – uomini ad intralciarlo, James preferiva che l’ostacolo fosse giovane e non molto intelligente. Il conte francese Magny, con il vantaggio dell’età e dell’esperienza – il che includeva non aver perso la testa, nel senso letterale del termine, durante il Terrore o subito dopo – avrebbe potuto costituire un ostacolo molto più serio.
James deviò l’attenzione sul ragazzo dai capelli biondi e sulla prostituta accanto a lui. Sedevano sul davanti del palco, Lurenze al posto d’onore alla sua destra. Aveva girato la sedia per guardarla in adorazione. Lei, rivolta verso il palcoscenico, fingeva di non notare l’adorazione.
Da dove si trovava, James aveva solo una visuale posteriore di un collo gentilmente incurvato e delle spalle. I suoi capelli, raccolti con artistica noncuranza, erano di un profondo color castano con riflessi di fiamma là dove la luce li toccava. Alcune ciocche libere le davano un’aria leggermente scompigliata. L’effetto creato non era quello di una donna che si era appena alzata dal letto, ma di una che era scivolata via un momento prima dall’abbraccio di un amante.
Sottile.
E di grande impatto. Anche James, annoiato com’era, era consapevole di un’eccitazione nel basso ventre, un focalizzarsi dell’attenzione, e di un inizio di rimbecillimento.
Ma dopotutto, lei doveva essere brava ad eccitare gli uomini, pensò, considerando il prezzo che chiedeva.
Il suo sguardo vagò più in basso.
Una collana di zaffiri e diamanti adornavano il suo collo lungo e vellutato. Orecchini simili pendevano dalle sue orecchie a forma di conchiglia. Mentre Lurenze le mormorava qualcosa nell’orecchio, lei lasciò scivolare lo scialle.
James spalancò la bocca.
L’abito quasi non aveva dorso! Doveva essersi fatta fare un corsetto appositamente per quell’abito. Le sue scapole erano completamente visibili. E c’era una strana voglia su quella di destra.
Ricacciò gli occhi dentro la testa e la lingua dentro la bocca.
Be, dopotutto, era una bella donna, e anche audace, senza dubbio. Qualcuno pensava che valesse quegli zaffiri, di sicuro, e questo la diceva lunga. James non era sicuro di averne mai visti di simili, e aveva visto – e rubato – gioielli preziosi a mucchi. Questi superavano gli smeraldi che aveva sottratto a Marta Fazi non molti mesi prima.
Con la bottiglia in mano, avanzò per riempire i loro bicchieri.
Lurenze, che si era chinato talmente vicino che i suoi riccioli biondi rischiavano di impigliarsi negli orecchini di lei, si fermò, si sporse indietro leggermente, e si corrucciò. Poi tirò fuori il monocolo e studiò la sua schiena mezza nuda. “Ma questo è un serpente,” disse.
Davvero?
Anche James, sorpreso, si sporse verso di lei. Il principe aveva ragione. Non era una voglia, ma un tatuaggio.
“Tu, come osi fissare in modo così osceno la signora?” disse Lurenze “Impudente! Rimettiti gli occhi in testa. E stai attento prima che rovesci–“
“Oops,” James mormorò lasciando che la bottiglia che aveva in mano si inclinasse, rovesciando il vino sul davanti dei calzoni di sua altezza.
Lurenze abbassò lo sguardo sgomento sulla macchia scura che si allargava sul cavallo dei calzoni.
“Perdono, perdono,” disse James, falsamente contrito. “Sono mortificato, eccellenza.” Prese il tovagliolo dal proprio braccio e tamponò la macchia di bagnato in modo maldestro e non molto gentile.
La Bonnard mantenne l’attenzione sul palcoscenico, ma le sue spalle tremarono leggermente. James udì una risatina soffocata alla sua sinistra, proveniente dall’unica altra femmina del palco. Non guardò da quella parte ma continuò a tamponare vigorosamente con il tovagliolo.
Con la faccia rossa, il principe spinse via la sua mano. “Fermati! Basta! Vattene! Ottar! Dov’è il mio servo? Ottar!”
Qualche centinaio di teste si girarono simultaneamente verso di loro e qualche centinaio di voci arrabbiate dissero all’unisono, “Shh!”
L’aria di Ninetta stava inziando.
“Perdonatemi, perdonatemi” Bisbigliò James. “Mi dispiace, mi dispiace.” Continuando a scusarsi arretrò, il ritratto servile della paura e della vergogna.
A quel punto la Bonnard si voltò, e guardò James diritto in faccia.
Avrebbe dovuto essere preparato. Avrebbe dovuto agire di riflesso ma per qualche ragione non lo fece. Fu di un mezzo istante troppo lento. Lo sguardo di lei lo catturò, e la sua bellezza ultraterrena lo immobilizzò.
Isis, così l’aveva chiamata Lord Byron, in nome della dea Egizia. Ora James sapeva perché: gli strani occhi verdi dal taglio allungato… la bocca ampia… i lineamenti esotici del naso, delle guance e della mascella.
Anche James sentì il potere di quel suo viso notevole, l’impatto potente come un pugno. Un’ondata di calore lo attraversò, dall’alto in basso, dal basso in alto, a una velocità che lo lasciò stupito.
Durò appena un istante - dopotutto non era un novellino - e distolse lo sguardo. Tuttavia era consapevole, furiosamente consapevole, di essere stato lento.
Era consapevole, furiosamente consapevole, di essere stato messo in difficoltà.
Da uno sguardo, solo uno sguardo.
E non era ancora finita.
Lei lo guardò dal basso in alto. Dall’alto in basso. Poi distolse lo sguardo, gli occhi tornarono al palcoscenico. Ma nell’ultimo istante prima che si voltasse, James vide la sua bocca curvarsi in un lungo, malizioso sorriso.
RECENSIONE: IL BASTARDO ( Dark champion), di Jo Beverley
Prima pubblicazione anno: 1993
Edizione originale: Harper Collins- Avon
Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori, serie I ROMANZI, n. 628, luglio 2004.
Livello di sensualità: hot ( bollente)
Ambientazione: Inghilterra, 1101.
Collegamenti con altri libri : Il romanzo appartiene alla serie DARK CHAMPION, così composta:
1- LORD OF MY HEART ( Il dominatore);
2- DARK CHAMPION ( Il bastardo);
3- THE SHATTERED ROSE ( La conquista più difficile);
4- LORD OF MIDNIGHT ( inedito in Italia).
In pochi giorni la vita di Imogen di Carrisford cambia completamente: da figlia amata e viziata dal padre, nonché ereditiera del feudo di Carrisford, a orfana depredata di tutto e in pericolo di vita a causa dell’attacco del violento Warbrick, un nobile che col tradimento ha invaso le sue terre per impadronirsi di tutti i suoi averi.
Costretta a fuggire, la giovane chiede aiuto a FitzRoger di Cleeve, detto “Il Bastardo”, un cavaliere figlio illegittimo di un nobile, conosciuto da tutti per la sua indole spietata. L’uomo accetta di aiutarla e col suo esercito in poco tempo riconquista Carrisford, riconsegnandolo in mano a Imogen, che però messa di fronte al pericolo di una vendetta o di una nuova invasione, accetta di sposare FitzRoger in quanto come marito le dà più garanzie di proteggere la proprietà di altri pretendenti.
Imogen contemporaneamente è attratta e teme il marito, e ovviamente questo non favorisce i rapporti tra di loro…
Come sapete, i romance ambientati nel medioevo non sono i miei favoriti, comunque ogni tanto provo lo stesso a leggerne qualcuno, anche perché ci sono trame interessanti, come in questo caso. Devo però dire che finora i miei tentativi sono andati un po’ a vuoto, nel senso che non ho trovato medievali degni di nota, e questo non fa eccezione rispetto agli altri, anche se presenta aspetti non trascurabili.
L’autrice scrive in uno stile scorrevole e accattivante, muovendosi con proprietà tra i vari dettagli delle ambientazioni, dei vestiti, dei gioielli, dando così una visione realistica della vita in quel periodo, cosa niente affatto scontata: quante volte si trovano errori a volte, magari evidentissimi anche a chi come me poco sa di quel periodo? In questo romanzo non succede, un plauso all’autrice per la cura che ha messo nello scriverlo.
La storia sulla carta aveva le potenzialità per incuriosirmi, ma leggendo non sono proprio riuscita ad entrare in sintonia con i due protagonisti, FitzRoger e Imogen: o meglio, presi singolarmente i due personaggi non sono del tutto incolore. Lei è un’ereditiera viziata e coccolata, che messa davanti alle dure prove della vita dimostra una notevole forza di volontà nell’assumersi le proprie responsabilità e maturare, riuscendo alla fine anche ad affrontare i propri demoni interiori; lui un uomo tutto d’un pezzo, che rifiutato dal padre si è fatto da solo, con una fama di uomo spietato che in realtà è vera solo in parte. Un personaggio intelligente che arriva a capire e rispettare anche le opinioni dell’eroina ( anche se non so però quanto questo possa essere realistico…), forse perché anche lui tormentato dai propri personali fantasmi.
Presi come coppia invece non hanno sortito alcun effetto, nel senso che li ho sempre visti a sé stanti: non ho percepito un sentimento di amore che li legava ( forse un po’ più dalla parte di lei), nemmeno una verosimile passione dal punto di vista fisico ( anche se le scene in questo senso non mancano).Insomma anche quando stavano insieme non sono riuscita a vederli come coppia, e questo è stato molto disturbante per la lettura.
Il Mandolino del Capitano Corelli titolo originale Captain Corelli's Mandolin
anno 2001 Regia:John Madden Genere: Drammatico/Romantico Cast:Nicolas Cage (Capitano Antonio Corelli) Penélope Cruz (Pelagia) John Hurt (Dr. Iannis) Christian Bale (Mandras) David Morrissey (Capitano Weber) Irene Papas (Drosoula)
Ai tempi dell'occupazione italiana in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale i soldati occupano la tranquilla isola di Cefalonia. Tra loro c'è il Capitano Antonio Corelli, un ufficiale dal carattere gioviale e con la passione per il mandolino. Superati i primi screzi con il soldato italiano, la bella Pelagia, figlia del medico del villaggio, finisce col cedere al suo indubbio fascino quando i due si trovano costretti a dividere la casa del padre di lei. Quando il fidanzato di Pelagia, un pescatore di Cefalonia, parte per la guerra, l'amicizia tra Antonio e Pelagia si trasforma in qualcosa di più grande. La guerra si avvicina e Antonio e Pelagia devono scegliere tra la fedeltà ai loro rispettivi paesi ed il loro amore.
Il Mandolino Del Capitano Corelli è tratto dal best seller di Louis de Cerniere, ed è stato girato a Cefalonia bellissima isola del Mediterraneo.
Purtroppo il contesto storico in questo film è realmente accaduto e questo mi ha lasciato l’amaro in bocca visto che a Cefalonia i nazisti hanno massacrato tantissimi nostri soldati italiani nel settembre 1943 perché si sono rifiutati di consegnare loro le armi, in quello che è noto come l'eccidio di Cefalonia.
Per quanto riguarda il film in se stesso, l’ho trovato un pò lento, e considerando gli attori protagonisti un po’ di delusione l’ho provata per la loro quasi forzata recitazione.
Tutto sommato il film è carino, ma lo avrei preferito più coinvolgente, e
anche dal regista premio Oscar John Madden per il film Shakespeare in Love ci si sarebbe aspettato di più.
Ma si sa ,non tutte le ciambelle vengono col buco no?
Dal mio punto di vista si salva Penelopez Cruz, trovo abbia recitato molto bene in questo film con un ruolo del tipo, fuoco sotto la cenere! Ma lei è, a parer mio passionale d’aspetto, saranno le sue caratteristiche fisiche??? Mah! Penelope interpreta una ragazza promessa e innamorata del suo futuro sposo Mandras che parte in guerra con la Germania, e lei nell’attesa passa il suo tempo libero scrivendogli lettere che lui non potrà leggere visto che è analfabeta!
Ma all’arrivo del capitano Corelli, l’attrazione tra la giovane e il simpatico italiano divampa e anche se all’inizio lei prova solo odio per l’occupazione da parte degli italiani, si innamorerà di lui provando infine sensi di colpa per aver poi tradito il suo promesso sposo!
Parliamo del ruolo del capitano Corelli…… io adoro Nicolas Cage, mi piace come attore, ma in questo film l’ho sentito poco coinvolto,non in simbiosi con il suo personaggio, il volto a tratti inespressivo e diciamo la verità poco credibile come italiano!
Non mi è piaciuto in questo ruolo,forse perché da un premio Oscar come lui per la magnifica interpretazione dell’ alcolizzato nel film Via da Las Vegas, mi sarei aspettata di più.
L’unica recitazione che merita un po’ di attenzione è la figura del medico greco dr Jannis padre di Pelagia, uomo saggio che quando si accorge che la figlia si innamora del capitano Corelli la lascia libera di decidere dicendole alcune frasi meravigliose che vi riporto per intero. Questo è cio che dice il padre a Pelagia:
Quando si accende, l'amore è una pazzia temporanea.
L'amore scoppia come un terremoto ed in seguito si placa e quando si è placato bisogna prendere una decisione. Bisogna riuscire a capire se le nostre radici sono così inestricabilmente intrecciate che è inconcepibile il solo pensiero di separarle.
Perché questo è, l'amore è questo.
L'amore non è turbamento, non è eccitazione, non è il desiderio di accoppiarsi ogni istante della giornata, non è restare sveglia la notte immaginando che lui sia lì, a baciare ogni parte del tuo corpo. Questo è semplicemente essere innamorati e chiunque può facilmente convincersi di esserlo.
L'amore, invece, è quello che resta del fuoco quando l'innamoramento si è consumato.
Non sembra una cosa molto eccitante ma ... lo è."
Trovo queste frasi semplicemente meravigliose !
Espiazione titolo originale Atonement
anno 2007 Regia: Joe Wright Genere: drammatico Cast: Keira Knightley (Cecilia Tallis) James Mcavoy (Robbie Turner) Saoirse Ronan (Briony Tallis a 13 anni) Vanessa Redgrave (Briony anziana) Brenda Blethyn (Grace Turner )
Inghilterra, 1935, è il giorno più caldo dell'anno. Briony Tallis e la sua famiglia conducono una vita agiata, all'interno della loro enorme villa gotico-vittoriana. Nel corso di un lungo weekend in cui la famiglia si riunisce sotto lo stesso tetto, il caldo asfissiante e le emozioni a lungo represse concorrono a creare un clima di minaccia e pericolo.la tredicenne Briony è una scrittrice alle prime armi, dotata di una vivida immaginazione. Attraverso una serie di catastrofici fraintendimenti, la ragazza accusa Robbie Turner, il figlio della governante nonché amante di sua sorella Cecilia, di un crimine che in realtà non ha mai commesso. Questa accusa distruggerà Robbie e il suo amore con Cecilia, alterando tragicamente il corso della vita di ognuno di loro.
La prima volta che in tv vidi il trailer del film, mi dissi che lo avrei visto senza ombra di dubbio e sapendo che era tratto da un libro, ho deciso prima di leggere il libro.
Espiazione è tratto dal romanzo di Ian McEwan, sinceramente non propriamente di scorrevole lettura ma da cui il regista Joe Wright ha tratto un notevole film!
Meraviglioso, splendido, ma anche dolcemente triste, le vicende tra i protagonisti influenzeranno le loro vite per sempre, portandoli a delle scelte da cui è impossibile porre rimedio.
Il film va guardato, assaporato e vissuto soggettivamente perché io l’ho adorato da subito.
La figura e il mondo attraverso gli occhi della tredicenne Briony, scrittrice in erba dalla fervida immaginazione va al di la della realtà dei fatti e questo fatto cambierà la vita della sorella e del figlio della governate, il giovane Robbie.
Briony passerà la sua vita cercando espiare, da qui il titolo del libro, a un grosso e grave torto nei confronti di Robbie e Cecilia i due giovani amanti che mai nella sua vita rivedrà mai più
Recitazione impeccabile per quanto riguarda i protagonisti, Saoirse Ronan l’attrice che interpreta la tredicenne Briony è stata così brava che le è valsa la candidatura ai Golden Globe 2008 come migliore attrice non protagonista e ai premi Oscar 2008, sempre come miglior attrice non protagonista.
James Mccavoy nel ruolo dell’affascinante innamorato di Cecilia la sorella maggiore di Briony
è una figura dolce ma passionale, con uno sguardo che ti fa venir voglia di baciarlo in continuazione, e trovo che il ruolo da lui interpretato gli calza a pennello.
Il 2007 lo vede protagonista del film Becoming Jane-il ritratto di una donna contro, mentre nel 2006 è stato il protagonista del film L'ultimo re di Scozia.
Poi c’è Keira Knightley.
Mi piace molto questa attrice, lo stesso regista l’ha diretta anche nel film Orgoglio e pregiudizio film che non ha ottenuto molti consensi, anche per il fatto che viene confrontato con lo sceneggiato della BBC Pride &Prejudice, che è un’altra cosa!!!
A me invece è piaciuto abbastanza, certo non l’ho paragono allo sceneggiato con Colin Firth….ma non tutto si può avere no? Tornado a nostra attrice Keira, la sua Cecilia è ribelle, indipendente, fredda e altera ma passionale nei confronti di Robbie, che aveva snobbato sino a quella fatidica estate del 1935, quando dopo essersi spogliata rimanendo in camiciola si tuffa nella fontana per recuperare un coccio di vaso che Robbie aveva involontariamente rotto, e quando emerge dalla fontana e s’intravede la sua nudità, Robbie la guarda affascinato e da allora qualcosa di più intimo avviene tra loro.
La scena della biblioteca è una delle scene più sensuali che abbia visto in un film e benché non si veda gran che, resta comunque una delle scene più belle.
Il film è suddiviso in diverse situazioni temporali e il finale svelerà la cronologia effettiva dei reali eventi.
Toccante l’interpretazione di Vanessa Redgrave, Briony adulta che diventata una scrittrice famosa, ormai prossima alla morte, decide di espiare la sua colpa scrivendo un libro dove racconterà tutta la verità, partendo da quella fatidica estate sino alla fine cercando di ottenere il perdono dei giovani amanti, colpevoli solo di essere stati i protagonisti della fantasia di una bambina che, anche se poi col il senno capirà e ritratterà il tutto, sarà comunque troppo tardi.
Espiazione ha vinto il Golden Globes 2008 per il miglior film dtammatico i miglior colonna sonora e l'Oscar 2008 per miglior colonna sonora a Dario Marianelli.
Il Velo Dipinto titolo originale The Painted Veil anno 2007 Regia: Richard Boleslawski Genere:drammatico Cast:Naomi Watts (Kitty Fane ) Edward Norton( Walter Fane ) Liev Schreiber (Charlie Townsend) Diana Rigg (Madre Superiora) Toby Jones (Waddington )
Inghilterra, 1925. Kitty è una giovane donna dell'alta società inglese che viene messa sotto pressione dalla madre perché trovi un marito. La scelta cade sul dottor Walter Fane, un serio batteriologo dal futuro promettente ma dalle origini tutt'altro che nobili. Subito dopo le nozze, la coppia si trasferisce a Shanghai e Kitty, troppo spesso sola e annoiata, ben presto trova conforto nell'amicizia con Charlie Townsend, il viceconsole inglese di cui poi s'innamora, ricambiata. Venuto a conoscenza del tradimento della moglie, Fane decide di trasferirsi a Wei-tan-fu, una remota località all'interno del territorio cinese funestata da un'epidemia di colera. L'estremo isolamento aiuterà Kitty e Walter a riavvicinarsi l'un l'altro superando rancori e difficoltà
Il Velo Dipinto, è tratto dal romanzo di William Somerset Maugham, scrittore britannico morto nel 1965 di cui l’attore protagonista Edward Norton ama particolarmente i libri tanto da esserne quasi ossessionato.
La scelta del film è stata infatti una sua decisione, anche se a quanto pare l’epilogo finale e differente dal libro, ma non avendolo letto non posso confermare. C’è stata un’altra versione cinematografica in bianco e nero del film interpretata dalla divina Greta Garbo nel 1934.
In questo film Norton medico batteriologo si innamora di kitty giovane ricca e viziata. Il colpo di fulmine e immediato tanto da chiederla in moglie, la donna anche se non lo corrisponde, accetta comunque la sua proposta solo per non pesare sulla famiglia seguendolo poi in Cina per via del suo lavoro di medico. Ma sia per via del marito poco passionale sia per noia, Kitty tradisce il marito e lui per punirla dopo il tradimento la trascina in un remoto villaggio cinese Men-tan-fu, per curare il colera di cui la popolazione è afflitta lasciandola in compagnia di se stessa trattandola con indifferenza e ignorandola sia come moglie che come donna. Kitty si ritrova con un marito freddo, indifferente verso di lei che punisce così la donna della colpa commessa, ma giorno dopo giorno kitty si renderà conto dell’errore commesso e comincerà ad apprezzare colui che non amava sino ad provare verso Walter amore vero e la passione divampa tra loro.
Ci sono delle scene stupende in questo film, paesaggi e luoghi meravigliosi, drammatici ma bellissimi, come può esserlo la Cina paese immenso lontano da noi anni luce sia come modi di vivere (parliamo degli anni venti) sia come cultura ma anche con la sua povertà.
L’attore Edward Norton lo abbiamo già ammirato nel film l’illusionista di cui ho fatto la recensione tempo fa. Questo è un attore che mi piace molto, e anche se non lo considero una gran bellezza trovo che la sua riuscita recitazione avvenga per la maggior parte dal suo sguardo, trovo che gli occhi di Norton recitino da se.
La tensione sessuale che prova il dottore per la moglie lo si vede non solo con il corpo ma anche con gli occhi!
Mi sorprende sempre di più questo attore non bellissimo, ma che sa calarsi perfettamente nella parti che interpreta.È stato uno strepitoso giovane Hannibal Lecter in Red Dragon.
Anche l’attrice Naomi Watts nella parte della ricca e viziata giovane donna mi ha convinto, e tutti noi l’abbiamo ammirata nel film king kong, ma ha avuto anche una piccola parte nel dramma in costume Padrona del suo destino.
Il film è stato girato per la maggior parte in Cina, a Guilin una delle città più pittoresche del paese
E gli attori protagonisti Edward Norton e Naomi Watts sono entrambi anche produttori del film.
Il Velo Dipinto ha vinto il Golden Globe 2007 per la miglior colonna sonora.
Gli Amori Di Astrea e Celadon titolo originale Les amours d'Astrée et de Céladon anno 2007
Regia: Eric Rohmer Genere:romantico Cast : Andy Gillet (Céladon) Stéphanie de Crayencour (Astrée) Cécile Cassel ( Léonide) Véronique Reymond (Galathée)
La pastorella Astrea ed il pastore Céladon si amano di un amore innocente e puro e si sono promessi eterna fedeltà. Tuttavia, un malvagio pretendente di Astrea le fa credere che Céladon l'abbia tradita e lei, delusa e arrabbiata, intima all'innamorato di non farsi più rivedere. Disperato, il ragazzo si getta da una rupe per togliersi la vita ma viene salvato da alcune ninfe che decidono di tenerlo con loro a patto che non riveda più Astrea. Céladon, deciso a riconquistare l'amore e la fiducia della donna amata, per riuscire nell'impresa, sarà costretto a superare sotto mentite spoglie una serie di prove.
Più che da un romanzo questo film, è tratto da un testo poetico di un romanzo del XVII secolo di Honoré d'Urfé dove si narra l’amore tra due giovani nella Gallia del V secolo abitata da pastori druidi e ninfe.
A me pare proprio che questa favola mitologica si svolga ne periodo di Pollon!!! Ve lo ricordate il cartone Pollon??? Bene proprio quello.
Io adoro questi film ma…. questo non mi è piaciuto per niente, l’ho trovato surreale, banale oltremodo insipido, a cominciare dalla recitazione, infatti tutto è recitato in versi poetici in una dialettica di altri tempi, recitazione pessima e a mio parere per tutti gli attori.
Non capirò mai come certi film attirino l’attenzione della critica e lo sdegno del pubblico, in questo caso qualcuno che lo ha visto mi faccia sapere che ne pensa perché o sono io che non capisco questo genere di film o è la critica che non c’ha azzecca neanche questa volta!!!
Credo di non capire affatto la poesia che c’è in certi film !!!!
La storia in se poteva essere molto bella se il regista ne avesse fatto un film in costume come tanti altri e con una recitazione normale anziché con delle persone che parlano a versi!!!
Il pastore Cèladon ama Astrea, che convinta che lui la tradisca lo caccia costringendolo a non farsi più vedere senza il suo permesso, e questo tonto distrutto dal dolore tenta il suicidio, ma viene salvato da alcune donne ,trattasi in verità di ninfe con il seno al vento di cui una, Galathèe si invaghisce del giovane che non ha altri in mente che la sua pastorella! Ma dico io con tutte le ninfe che li gironzolano intorno, proprio la fissa per una che non ha fiducia in lui! Mah, vai a capire gli uomini!
Pur di stare vicino al suo amore ma non potendo farsi vedere come amato senza il permesso della giovane, egli si traveste da donna,creando una sensazione di ambiguità a chi guarda il film con un vago sapore saffico.
Oltre ai bellissimi costumi (che non rispecchiano affatto l’epoca) che ricordano i romani, si salvano i luoghi in cui il film è stato girato e benché non sono li stessi luoghi i cui è ambientato il romanzo per via dell’urbanizzazione la scelta è ricaduta in paesaggi di tutto rispetto.
Bellissimi boschi, fiumi e luoghi poetici e bucolici fanno si che il film sia in parte sopportabile dal mio punto di vista e nemmeno la presenza di druidi e ninfe mi addolciscono la pillola, ma…mi trattiene dal tirare una scarpa alla tv solo la bella faccia dell’attore che interpreta in pastore Cèladon che trovo sprecato in questo ruolo!
Una curiosità, il regista Eric Rohmer ha vinto nel 2001 il premio Leone d’oro alla carriera! Alla faccia!!!!
Incredibile ma Gli Amori Di Astrea e Cèladon è stato in concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2007. mah contenti loro!!!
Padrona Del Suo Destino titolo originale Dangerous Beauty anno 1998 Regia: Marshall Herskovitz Genere: Drammatico Cast: Catherine McCormack (Veronica Franco) Rufus Sewell (Marco Venier) Oliver Platt (Maffio Venier) Jacqueline Bisset (Paola Franco) Naomi Watts (Giulia De Lezze).
A Venezia, nel 1583, Veronica Franco, giovane e molto bella, è innamorata di Marco, ma la relazione tra i due non può andare avanti: lui è di famiglia aristocratica ed è destinato ad alti incarichi, lei non ha titoli nobiliari, anzi è circondata da fama discutibile a motivo del ruolo di cortigiana a lungo esercitato dalla mamma Paola. Vista impossibile ogni alternativa, proprio Paola avvia la figlia alla professione di cortigiana. Intelligente e capace di mettere a frutto la propria istruzione ed educazione artistica, Veronica diventa in breve la cortigiana più famosa e corteggiata di Venezia. Ma tutto ciò va a scapito della possibilità di rimanere con l'uomo che ama. Marco diventa senatore della Repubblica, mentre Veronica entra a contatto con uomini potenti e viene a conoscenza di segreti importanti. Venezia è in guerra, e le mogli devono rivolgersi a Veronica per avere notizie sui mariti e sugli sviluppi delle azioni belliche. Ma la minaccia turca incombe, Venezia ha bisogno di navi e bisogna chiederle al Re di Francia. Veronica riesce ad essere l'intermediaria decisiva per convincere il sovrano. Il tribunale dell'Inquisizione però accusa Veronica di stregoneria….
Padrona del suo destino non è tratto da un romanzo, ma dalla biografia romanzata The Honest Courtesan scritta da Margaret Rosenthal su Veronica Franco cortigiana veneziana realmente vissuta nella Venezia rinascimentale.
Diventare cortigiane, era nella Venezia del XVI secolo una normalità in quanto questo tipo di donne erano molto più libere in società delle donne normali, e come tali potevano stare al fianco dell’uomo ma, non solo vendevano sesso, ma erano istruite nell’arte della poesia, della letteratura, dell’arte, insomma erano molto più acculturate delle persone normali, infatti Veronica la cortigiana più famosa di Venezia dispensava poesie nello stesso modo in cui offriva il suo corpo.
Veronica Franco fu anche una poetessa, scrisse infatti due opere: Lettere familiari a diversi della signora Veronica Franco e delle Terze rime.
Innamorata di Marco Venier, senatore della Reppublica non potrà sposarlo, dato che in ogni parte del mondo un nobile poteva per ragioni di stato, sposare solo una sua pari! L’unico modo per poter amare Marco era appunto diventare una cortigiana.
Istruita dalla madre Paola che in passato è stata anche lei una cortigiana, sfrutterà la bellezza della figlia che diventerà amica di uomini potenti che non esiteranno poi a buttarla tra le braccia del re di Francia di cui Venezia in quel momento ha bisogno, per poi giudicarla una strega quando l’ombra dell’inquisizione incombe sulla città.
Sopravvissuta al colera che ha decimato la città, un nuova era segnerà la fine di un epoca in cui Veronica sarà l’ultima cortigiana.
Questo è un film di quelli che ti conquistano a cominciare dalle scenografie di una magnifica Venezia del 500’ con bellissime e suggestive ambientazioni, la Venezia dell’epoca con i suo canali, le gondole, i ricchi palazzi appartenenti ai nobili della città, senza contare i costumi!!! Magnifici, spettacolari costumi rinascimentali creati dalla costumista Gabriella Pescucci, premio Oscar per "L'età dell'innocenza". e solo per questo vale la pena di vederlo!!!
Una splendida Jacqueline Bisset sempre bella interpreta Paola la madre di Veronica, la ricordiamo nella parte di una magnifica bond girl nel film James Bond 007 - Casino Royale. Nel 1977 viene nominata "l'attrice più bella di tutti i tempi" dal magazine Newsweek, mica male no?
Catherine McCormack bella e molto brava in questa prova cinematografica l’abbiamo invidiata nella parte della moglie di Mel Gibson nel bellissimo film in costume Braveheart, mentre il bel tenebroso Marco Venier che ha uno sguardo che ti seduce, è interpretato dall’attore Rufus Sewell vi ricordate di lui?
È stato il Principe Leopoldo nel film l’Illusionista, lord Marke marito di Isotta nel film Tristano e Isotta,
e il Il conte Adhemar nel film in costume Il Destino di un Cavaliere .
All avid readers have one common problem: what to do with old books? How to get rid of them to make room for new books?
Today Internet provides several ways to do that – for free, of course. Many of us bloggers know them and use them regularly. In this series of articles we’ll describe you these systems, hoping you might find one or more of them suitable to your needs.
Tutte le persone amanti della lettura hanno lo stesso problema: che fare dei libri vecchi ? Come si fa a sbarazzarsene e a fare spazio per i libri nuovi?
Oggi Internet offre diverse soluzioni a questo problema – soluzioni gratis, ovviamente. Parecchie di noi bloggers le conoscono e le usano regolarmente. In questa serie di articoli vi descriveremo questi sistemi, sperando che riusciate a trovarne uno, o più di uno, che faccia per voi.
BOOKCROSSING
BookCrossing is probably the most famous worldwide system for books exchange, to the point that the word “boocrossing” has ben included as a neologism in Concise Oxford Dictionary in 2003.
The word "bookcrossing” is defined as "the practice of leaving a book in a public place to be picked up and read by others, who then do likewise". The term is derived from Bookcrossing.com website, a free online book club created by Ron Hornbaker in 2001, which began and encouraged the practice and aims to "make the whole world a library". Bookcrossing has expanded and grown throughout the world very quickly: as of 23 March 2008, Bookcrossing.com had over 655,000 members, with over 4,600,000 registered books.
Bookcrossing website ( in English ) is www.bookcrossing.com: the Italian support website ( in Italian ) is www.bookcrossing-italy.com .
BookCrossing è probabilmente il sistema più famoso del mondo per scambiare libri, tanto che la parola “boocrossing” è stata perfino aggiunta nel 2003 al Concise Oxford Dictionary come neologismo.
Il "bookcrossing” è definito come "l’abitudine di lasciare un libro in un luogo pubblico perché venga raccolto e letto da altre persone, che poi a loro volta faranno la stessa cosa". Il termine deriva dal sito internet Bookcrossing.com, un club online del libro totalmente gratuito creato da Ron Hornbaker in 2001: questo sito iniziò la pratica dello scambio libri ed ha come obiettivo "rendere il mondo intero un’unica biblioteca". Bookcrossing crebbe molto velocemente, diffondendosi in tutto il mondo: al 23 marzo 2008, Bookcrossing.com contava 655,000 membri, con oltre 4,600,000 libri registrati.
Il sito Bookcrossing ( in inglese ) è www.bookcrossing.com: il sito di supporto italiano ( in italiano ) è www.bookcrossing-italy.com .
How does Bookcrossing work?
The philosophy of Bookcrossing is that books have to be read by as many people as possible. We can decide to give away books we don’t want to read again, or lend them to other people for a while, so that they too can share with us the pleasure of reading them - Bookcrossing allows both things.
Bookcrossers can use different sistem to swap books or to lend them to each other. They can get in tough through the website, or use the so called “Official BookCrossing Zones”, that is specific areas that are devoted to bookcrossing activities by libraries, bookshops, coffee shops, etc.: OBCZs are listed on the website. In these areas you can “release” books, that is leaving them available to the others, and pick up books released by somebody else. Often Bookcrossers use OBCZs to organise meetings, which explain the philosophy of BookCrossing and the way it works, in addition to literary discussions.
The most daring Bookcrossers love to release books "into the wild", abandoning them just anywhere – on a train, or a plane, or in the dentist’s waiting room. Then they wait, and see what happens.
Come funziona Bookcrossing?
L'idea di base di Bookcrossing è che i libri devono essere letti da più persone possibile. Possiamo cedere libri che non vogliamo più, oppure prestarli ad altri per un po’, perché anche loro condividano con noi il piacere di leggerli: Bookcrossing permette di fare entrambe le cose.
Gli utenti di Bookcrossing usano vari sistemi per scambiare i libri, oppure farseli “girare” tra di loro. Possono prendere contatto tramite il sito, oppure usare le cosiddette "BookCrossing Zones ufficiali", cioè gli spazi dedicati al BookCrossing da locali pubblici, bar, librerie, biblioteche, e che sono elencate sul sito. In questi spazi potete “rilasciare” libri, cioè lasciarli lì a disposizione di altre persone, e potete prendere libri rilasciati da altri. Presso questi spazi vengono spesso anche organizzati incontri dei membri di BookCrossing (chiamati BookCrossers, in Italia anche BookCorsari o corsari ), in cui di solito viene spiegato il funzionamento del sito e la sua filosofia, e si tengono discussioni a tema letterario.
I corsari più audaci amano liberare i libri "into the wild", cioè alla cieca, depositandoli in un posto qualunque: in un treno, in aereo, nella sala d’aspetto del dentista… e poi stare a vedere che succede.
If you want to release a book, first register at Bookcrossing website. Then, register your book by assigning to it a unique catalogue number, the so called BCID. Write the number on the book, or if you like download from the website some BC labels ( some of them are really beautiful ), print them, write the BCID on them and label your books. Now you are ready to release your books the way you prefer.
Whoever finds your book has simply to enter in the website the BCID number: you’ll receive a message from BC and know that your book has been “captured”.
Se decidete di “liberare” un libro, per prima cosa registratevi sul sito di Bookcrossing: poi, registrate il libro sul sito assegnandogli un numero di catalogo, il cosiddetto BCID. Scrivete il numero sul libro, oppure se preferite scaricate dal sito le etichette con il logo BC ( ce ne sono alcune veramente bellissime ), stampatele, scriveteci il BCID e incollatele sul libro. A questo punto potete “liberare” il libro con il meccanismo che preferite.
Chi troverà il vostro libro non deve fare altro che andare sul sito e inserire il codice BCID: voi riceverete un messaggio di BC che vi avvisa che il vostro libro è stato “catturato”.
Once read the books you captured, you can do whatever you want with them: you can keep them for a while or even forever: or you can release them once again, so that other people can read and enjoy them.
If you like, on Bc website you can also subscribe a “bookring”, that is to a reading group where the book’s owner lends the book to the first person in the list,, who after reading it gives it to the second one and so on – until all group members have read the book which is then returned to its owner. But there are many more possibilities at BC: bookrays, bcboxes, rabcks… have a look here http://www.bookcrossing-italy.com/ring/ and have fun discovering them!
Releasing a book is just the beginning of a fantastic adventure for books’ owners, for books and their new readers, and following the travel of a book across the world is really fun. Choose on the website one book from the list of recent releases, have a look at its history, and you’ll be surprised to see how far it has travelled!
Con i libri che “catturate” potete decidere di fare quello che preferite, dopo che li avete letti: potete tenerli per voi per un po’ o anche per sempre: oppure potete liberarli di nuovo, in maniera che altri li possano leggere ed apprezzare.
Se volete, sempre sul sito di BC potete anche partecipare a un “bookring” ( cioè “un anello di libri”): è un gruppo di lettura dove il proprietario del libro lo passa alla prima persona dell’elenco, che dopo averlo letto lo manda alla seconda, e così via – finchè l’hanno letto tutti, ed il libro viene restituito al suo proprietario. Su BC esistono però anche tantissime altre possibilità : bookray, bcbox, rabck… date un’occhiata qui: http://www.bookcrossing-italy.com/ring/ e divertitevi a scoprirle!
Rilasciare un libro è solo l'inizio di una fantastica avventura che coinvolge i proprietari dei libri, i libri stessi e i loro nuovi lettori, e seguire il “viaggio” di un libro nel mondo è davvero divertente. Scegliete sul sito uno dei libri che sono stati appena rilasciati, andate a vedere la sua storia, e sarete sorpresi di vedere quanta strada ha fatto!
Are you curious and would you like to know more?
In a few days the Seventh Italian Bookcrossers Convention will be held. The meeting – called ZenaMunz – will be held in Genova and will last three days, from May 31st to June 2nd . You’ll find program and details here: http://bcmunz.pbwiki.com
… and happy bookcrossing to all of you!
Siete curiosi e volete saperne di più ?
Tra pochi giorni ci sarà il settimo incontro nazionale italiano di Bookcrossing. L’incontro, chiamato ZenaMunz, si terrà a Genova e durerà tre giorni, dal 31 maggio al 2 giugno, ed ovviamente è aperto a tutti. Trovate i dettagli ed il programma qui: http://bcmunz.pbwiki.com
…e buoni scambi a tutti!
What’s better than music to talk about love? Only romance novels, perhaps ;-)
Tender and romantic, or funny and witty, sad, passionate, aggressive or sensual.. there are thousands of shades in songs, for thousands of different feelings; videoclips help expressing them so well that often you cannot think of one without the other.
And here we are with the monthly videoclip of one of our favourite love songs. Enjoy !
Cosa c’è di meglio della musica per parlar d’amore? Be’, forse solo un romanzo rosa ;-)
Canzoni tenere e romantiche, oppure buffe e divertenti, tristi o appassionate, aggressive o sensuali… ci sono mille sfumature musicali, per mille sentimenti diversi; ed i video aiutano ad esprimerle, completandole così bene che spesso canzone e video sono tanto collegati tra loro da non riuscire più a pensare all’una senza l’altro.
Ed ecco, anche questo mese, il videoclip di una delle nostre canzoni d’amore preferite. Buon ascolto!
Il videoclip di questo mese è / this month’s videoclip is:
Luce (Tramonti a nord est) – Elisa
From the album: “Asile's World “ (2001)
Director: Luca Guadagnino
"Luce (tramonti a nord est)" is the first song in Italian of the Italian author and singer Elisa ( born Elisa Toffoli ). The song was presented at the 2001 Sanremo Festival, and won her the critics' award and the whole Festival. The song, which was initially written in English ( its title was "Come Speak to Me" ), was translated in collaboration with Zucchero. Following the success at the Festival, "Luce" and the original "Come Speak to Me" were later included on the re-release of Asile's World.
The title of “Asile's World” suggests the idea of an alternate world where nothing is as it appears to be and reality is turned upside down ( Asile is Elisa, reversed).
In the video, which features Elisa herself together with actor Giorgio Pasotti, two enemies fight and struggle, but cannot help feeling an irresistible, reciprocal attraction.. That’s no surprise: we romance readers perfectly know that enemies can sometimes turn to our best friends! ;-)
“Luce (Tramonti a nord est)” è stata la prima canzone in italiano della cantautrice Elisa ( il cui vero nome è Elisa Toffoli ), che con esso ha vinto la 51ª edizione del Festival di Sanremo nel 2001 oltre al premio della critica . Il brano in realtà è l'adattamento dall'inglese di una canzone in inglese, dal titolo “Come Speak to Me”: il testo in italiano è stato realizzato in collaborazione con con Zucchero.
In seguito al successo ottenuto al Festival è uscita una riedizione dell'album “Asile's World” che contiene sia la versione sanremese della canzone che quella in inglese “Come Speak to Me”.
Il titolo dell’album “Asile's World” rimanda a un mondo alternativo, dove niente è davvero come sembra e la realtà è capovolta (Asile è il palindromo di Elisa).
Nel videoclip di Luce – di cui Elisa stessa è protagonista insieme all'attore Giorgio Pasotti – due nemici lottano, si inseguono, ma non possono fare a meno di essere attratti l’un dall’altra in modo irresistibile. La cosa non ci stupisce: noi, lettrici di romance, sappiamo bene che a volte gli avversari possono diventare… i nostri migliori amici ! ;-)
"Luce" ( Tramonti a nord est )
Parlami
come il vento fra gli alberi
Parlami
Come il cielo con la sua terra
Non ho difese ma
ho scelto di essere libera
Adesso e' la verita'
l'unica cosa che conta
Dimmi se fare qualcosa
se mi stai sentendo
avrai cura di tutto quello che ti ho dato - dimmi
Siamo nella stessa lacrima
come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi
sui tramonti della mia terra
su nuovi giorni
Ascoltami
ora so piangere
So che ho bisogno di te
non ho mai saputo fingere
Ti sento vicino
il respiro non mente
In tanto dolore niente e' piu' sbagliato niente niente
Siamo nella stessa lacrima
come un sole e una stella
Siamo luce che cade dagli occhi
sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni in una lacrima
come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi
Sui tramonti della mia terra
su nuovi giorni si
Il sole mi parla di te (stai ascoltando ora)
La luna mi parla di te (avro' cura di tutto quello che mi hai dato)
Anche se dentro una lacrima
come un sole ed una stella
Luce che cade dagli occhi
sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni in una lacrima
come un sole e una stella
Siamo luce che cade dagli occhi
sui tramonti della mia terra
su nuovi giorni ascoltami
Genre / Genere : Contemporary-Paranormal / Contemporaneo-Paranormale
Setting / Ambientazione : Caldwell, New York
Format : Paperback
Sensuality Rating / Livello di Sensualità : Hot / Bollente
Rating/Voto : 8/10
Edizione Italiana :
DARK LOVER, edizione originale Euroclub
Mondolibri 2008 in uscita a breve.
Per saperne di più ecco il link della news : http://romancebooks.splinder.com/post/17130447
Collegamenti con altri libri / Connection to other books : è il primo romanzo della serie paranormale "BLACK DAGGER BROTHERWOOD" ovvero "LA FRATELLANZA DELLA DAGA NERA", così composta:
1. DARK LOVER, storia di Wrath;
2. LOVER ETERNAL, storia di Rhage;
3. LOVER AWAKENED, storia di Zsadist;
4. LOVER REVEALED, storia di Butch;
5. LOVER UNBOUND, storia di Vishous;
6. LOVER ENSHRINED, storia di Phury (in uscita a giugno)
"Daga" (dal latino daca) è una spada corta e robusta a doppio taglio, in cui spesso il codolo si estende dall'impugnatura lungo la linea centrale della lama, che in genere Veniva usata come arma secondaria da difesa in combattimento, e rappresenta l'arma distintiva dei Vampiri Guerrieri di J.R. Ward, che le usano in coppia.
La serie della "Fratellanza della Daga Nera" ha praticamente spopolato negli Stati Uniti, e dopo appena una decina di pagine di questo romanzo ho capito il perchè.
Avevo i primi due romanzi della serie nella mia pila di libri da leggere da molto tempo, addirittura credo da quando vennero pubblicati, ma per una ragione o per l'altra non avevo mai avuto l'occasione di prenderli in mano. Poi, recentemente, c'è stato una specie di boom tra chi di noi ama i paranormali, un frenetico passa parola, e mi sono detta "proviamoli".
Dire che non riuscivo a staccarmene è un eufemismo, e arrivata a metà ho aperto ibs e acquistato tutti i titoli successivi che mi mancavano, con la speranza che arrivassero con perfetto tempismo a lettura conclusa del secondo. Così è stato, e per alcuni giorni questa è stata la mia "droga" :-)
Dark Lover ci introduce la "Fratellanza", un gruppo eletto di Vampiri Guerrieri con straordinarie abilità e poteri, ma anche in qualche modo tormentati e maledetti, guidati da Wrath, l'ultimo vampiro di sangue puro esistente sulla Terra ed erede della stirpe reale, conosciuto come il "re cieco", perchè nella transizione ha perduto quasi completamente la vista.
Il compito di questi guerrieri è quello di proteggere la loro razza dall'estinzione e conducono una guerra ferale e senza quartiere contro i Lessers, un'armata di assassini non-morti creati da un'entità di puro male : l'Omega, con il solo scopo di annientare la razza dei Vampiri e far torto alla divinità che li ha creati: la Vergine Scriba.
Dark Lover è la storia di Wrath, ma ci fa conoscere tutti i sexy, affascinanti e letali guerrieri che compongono la Fratellanza, Vishous, Zsadist, Phury, Tohrment, Rhage, Darius ... e dell'incredibile rapporto che li lega l'uno all'altro.
L'Ultimo Vampiro purosangue incontra il suo Fato in una mezzosangue : Elizabeth, figlia di una donna umana e di Darius, il guerriero che rimane vittima dei Lessers all'inizio del libro.
Wrath non ha nessuna intenzione di rimanere invischiato con questa mezzosangue, ma l'affetto che lo legava a Darius gli impone di adempiere a quanto l'amico gli aveva chiesto come favore personale : occuparsi di sua figlia durante la transizione.
Tutti i giovani Vampiri, attorno ai 25 anni, devono affrontare la transizione che se non viene assistita da un Vampiro adulto può portare anche alla morte. Elizabeth avrà bisogno di lui e del suo sangue per vivere… ma è all’oscuro della sua natura. Vissuta come orfana fin da quando è nata non sa chi siano i suoi genitori, e soprattutto non sa che suo padre era un Vampiro. A Wrath sta il compito di istruirla e farle superare la transizione per poi affidarla a un Vampiro maschio… facile a dirsi, ma non altrettanto a farsi, considerato il fatto che tra loro scaturisce un’insaziabile passione, impossibile da controllare o da negare.
Una parola speciale merita Butch, il poliziotto rude che per salvare Elizabeth da quello che lui crede un trafficante e un assassino (Wrath!), finisce per rimanere invischiato nella Fratellanza, e diventare il primo umano ad esservi ammesso e a vivere con i Guerrieri (perchè tutti lo trovano simpatico e nessuno ha voglia di ucciderlo!)
Una nota di merito all’autrice per aver creato dei cattivi veramente rivoltanti. I Lessers non sono umani, poiché l’Omega toglie loro l’anima, e col tempo perdono tutte le loro caratteristiche fisiche, come i lineamenti, la carnagione, il colore degli occhi e dei capelli, per diventare sempre più simili, esseri privi di colorazione, con capelli e occhi bianchi. Perdono in questo modo anche la loro individualità, non hanno identità (si chiamano Mr. O, o Mr. X), sono esseri infidi, mediocri, marionette nelle mani del male e per questo letali, che hanno anche un grande vantaggio sui Vampiri: possono muoversi di giorno! e non c’è pericolo che il lettore si lasci intrigare da loro (come avviene spesso nei Romance con cattivi di un certo calibro).
La trama è entusiasmante, i personaggi sono secondo me unici, ben modellati e intriganti, si finisce il libro d’un fiato e non si vede l’ora di iniziare il successivo (come ho fatto!).
Avendo letto parecchi libri di Sherrilyn Kenyon, però, non posso fare a meno di paragonarli, e devo dire che, sebbene differiscano concettualmente (qui i vampiri non sono i cattivi!) preferisco per certi versi il background della Kenyon, molto più fantasioso e legato alla mitologia che lascia spazio anche ai cattivi.
Anne Stuart is a grandmaster of the genre, winner of Romance Writers of America’s prestigious Lifetime Achievement Award, survivor of thirty-five years in the romance business, and still just keeps getting better.Her first novel was Barrett’s Hill, a gothic romance published by Ballantine in 1974 when Anne had just turned 25. Since then she’s written more gothics, regencies, romantic suspense, romantic adventure, series romance, suspense, historical romance, and mainstream contemporary romance for publishers such as Doubleday, Harlequin, Silhouette, Avon, Zebra, St. Martins Press, Berkley, Dell, Pocket Books and Fawcett. She’s currently under contract with Mira for romantic suspense and historical romances.
She’s won numerous awards, appeared on most bestseller lists, and speaks all over the country.
When she’s not traveling, she’s at home in Northern Vermont with her luscious husband of thirty years, three cats and one Springer Spaniel, and when she’s not working she’s watching movies, listening to rock and roll (preferably Japanese) and spending far too much time quilting.
Anne Stuart will answer to all your questions, so don't forget to sign your comment with a name or a nickname
Anne Stuart è una maestra del genere romance, vincitrice del prestigioso premio alla carriera assegnato dall'associazione Romance Writers of America: sopravvissuta a trentacinque anni di attività nel mondo editoriale, spera di riuscire a continuare così e a fare sempre meglio.
Il suo primo romanzo è stato Barrett’s Hill, un romanzo gotico pubblicato da ballantine nel 1974, quando Anne aveva appena compiuto 25 anni. Da allora, Annne ha scritto romanzi gotici, regencies, romantic suspense, d'avventura, romanzi brevi (serie, tipo Harmony), suspense, romance storici e contemporanei per case editrici quali Doubleday, Harlequin, Silhouette, Avon, Zebra, St. Martins Press, Berkley, Dell, Pocket Books e Fawcett.
Ha vinto numerosi premi, è apparsa in molte classifiche bestsellers, e tiene conferenze in tutti gli Stati Uniti.
Quando non è in viaggio, abita nel Vermont del nord con il suo splendido marito, che ha sposato trent'anni fa, tre gatti e uno Springer Spaniel; quando non lavora guarda dei films, ascolta musica rock (preferibilmente giapponese) e passa fin troppo tempo a cucire trapunte.
Anne Stuart risponderà a tutte le vostre domande, perciò non perdete l'occasione di chiacchierare con lei, ricordatevi solo di firmare il vostro commento con un nome o un nick
INTERVIEW / INTERVISTA
1) Would you like to tell us how did your passion for writing start?
I started writing when I was very young. I had a difficult childhood, and I used to read all the time, and then tell myself stories like the ones I read. Before long I was writing them down. I attempted my first novel when I was eleven years old, wrote my first (very short) completed novel when I was thirteen, and wrote novels scribbled into notebooks all through my teenage years.
1) Vorresti raccontarci come è nata la tua passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere quando ero molto giovane. Ho avuto un'infanzia difficile, e passavo sempre il tempo a leggere, e poi a raccontarmi storie simili a quelle che leggevo. Molto prima di iniziare a scriverle. Ho fatto i primi tentativi di scrivere un romanzo quando avevo undici anni, e scrissi il mio primo romanzo completo (una storia breve) a tredici anni, e continuai a scribacchiare romanzi sul mio quaderno degli appunti durante tutta la mia adolescenza.
2) You published your first book, a gothic romance, at the age of 25, and since then you never stopped publishing. After so many years of writing career how do you manage to find each time new ideas and inspiration?
I'm fascinated with lots of different things, so I'm easily entertained. Strange things always spark my imagination, including television commercials and Japanese rock stars.
2) Hai pubblicato il tuo primo libro, un romance gotico, all'età di 25 anni, e da allora non ti sei più fermata di pubblicare. Dopo così tanti anni di carriera come scrittrici come riesci ad avere ogni volta nuove idee e ispirazioni?
Sono molte e diverse le cose che mi affascinano, e sono una persona facile da intrattenere. Le cose strane accendono sempre una scintilla nella mia immaginazione, compresi gli spot pubblicitari e le rockstar giapponesi.
3) In comparison with your contemporary and romantic suspence novels, your historicals seem to be a lot fewer, even if some of them have been awarded by raving reviews (To Love a Dark Lord, Prince of Magic, Lord of Danger) and still are very appreciated among readers. How's that? Is it your personal preference, or simply contemporary and suspence sell better?
Not a personal preference. If it were up to me I'd alternate. I love the darkness of the contemporary suspense, but too much darkness can get depressing. I really enjoy the contrast of a more distance world where the same rules don't apply. Unfortunately in my case suspense sells a lot better, and I have to do what my editors tell me to do.
3) Rispetto alla produzione di romanzi contemporanei e di romantic suspence, i tuoi romance storici sono molti meno, nonostante alcuni di essi siano stati premiati e abbiano ricevuto riconoscimenti (come To Love a Dark Lord, Prince of Magic, Lord of Danger) e siano ancora molto apprezzati dalle lettrici. Come mai? Si tratta di una tua personale preferenza o semplicemente i contemporanei e la suspence vendono di più?
Non si tratta di una preferenza personale. Se dipendesse da me alternerei i genere. Amo l'oscurità della suspense contemporanea, ma troppa oscurità può diventare deprimente. Mi piace molto il contrasto di un mondo molto più lontano dove non si applicano le medesime regole. Sfortunatamente nel mio caso la suspense vende molto di più, e devo fare quello che il mio editore mi dice di fare.
4) Which are, in your opinion as a reader, the winning elements for a good romantic suspence novel?
First of all, you need a hero to die for. Personally I like my heroes to be semi-villainous, and I love to see how far they'll go. Then you need a good mystery -- not one that overshadows the love story (or else you'd be writing suspense rather than romantic suspense). You need a happy ending, a heroine you can identify with, and fast pacing.
4) Quali sono, secondo la tua opinione di lettrice, gli elementi vincenti che fanno di un romanzo un buon romantic suspense?
Prima di tutto, hai bisogno di un eroe da perderci la testa. Per quanto mi riguarda, mi piace che i miei eroi siano quasi cattivi, e adoro vedere fino a che punto si spingeranno. Poi hai bisogno di un buona trama gialla -- non uno che metta in ombra la storia d'amore (altrimenti ti ritroveresti a scrivere un romanzo di suspense invece che un romantic suspense). Poi hai bisogno di un lieto fine, un'eroina con la quali puoi identificarti, e un ritmo veloce.
5) Something we find interesting in your writing is how easily you change genre. You write medievals, regencies, gothics, contemporary romance, romantic suspense and even some novels that blur in paranormals (for instance One More Valentine, that is a bit like a film noir, or Falling Angel, about second chances in life). Are these changes from one genre to another depending on your mood (because some books are lighter, others are more serious and so on) or it's publishers who ask you to follow market's requests?
The changes are both dependent on my mood and the market. For instance I started out writing gothics and the market for those died, so I moved on to Regencies. Fortunately I'd already become interested in romantic suspense by then so I moved on to series romance with a suspense element before the market insisted. As for the paranormal elements, those are matters of choice. In general I can't do what editors tell me to do if my heart's not in it -- I've been lucky in that I'm interested in many different romance genres and will happily try most of them.
5) Una cosa che troviamo molto interessante nel tuo stile è quanto facilmente riesci a cambiere genere. Scrivi romance storici medievali, regency, gotici, contemporanei, romantic suspense e anche alcuni romanzi che sfumano nel paranormale (per esempio One More Valentine, che sembra un po' un film noir, o Falling Angel, sulle seconde occasioni offerte dalla vita). Questi passaggi da un genere all'altro dipendono dal tuo stato d'animo (perchè alcuni libri sono più leggeri, altri più seri e così via) o è l'editore che ti chiede di seguire le richieste del mercato?
I cambiamenti dipendono sia dal mio umore che dal mercato. Per esempio, ho iniziato scrivendo romanzi gotici, poi il mercato dei gotici si è esaurito e allora mi spostai ai Regency. Fortunatamente in quel periodo avevo già iniziato ad interessarmi ai romantic suspense così mi spostai verso delle serie di romance con un forte componente di suspense prima ancora che prendessero piede. Per quanto riguarda gli elementi paranormali, dipendono dalle scelte che si fanno. In generale non posso fare quello che mi chiede il mio editore se il mio cuore non è coinvolto -- sono stata fortunata ad essere interessata a tipi così differenti di romance e sono più che contenta di provarli.
6) Have you ever been thinking of writing a truly paranormal ?
What's a truly paranormal? SHADOWS AT SUNSET and NIGHT OF THE PHANTOM both had ghosts. CINDERMAN had magic powers after a lab accident (he could turn invisible and cause fires), A DARK AND STORMY NIGHT had a hero who could turn into a seal. BREAK THE NIGHT had reincarnation and Jack the Ripper in LA. I haven't ever written a real vampire (only a pretend one in an early book) but I'm open to all sorts of possibilities.
6) Hai mai pensato di scrivere un vero romanzo paranormale?
Cos'è un vero paranormale? In SHADOWS AT SUNSET e NIGHT OF THE PHANTOM ci sono fantasmi. CINDERMAN acquista poteri magici dopo un incidente di laboratorio (il protagonista può diventare invisibile e provocare degli incendi), l’eroe di A DARK AND STORMY NIGHT può trasformarsi in una foca. In BREAK THE NIGHT trovate reincarnazione e Jack lo Squaratore a Los Angeles.
Non ho mai scritto un romanzo di vampiri (solo un falso vampiro in uno dei primi libri) ma sono aperta a tutte le possibilità.
7) Are you planning any release of new historicals? In a 2006 interview you mentioned you were thinking of a "wicked idea for a medieval". Would you like to tell us more about it? Medievals do not seem to be very popular nowadays, in the US, why you feel like writing one, if you still feel this way?
I've got a lovely idea for a medieval where the hero is an assassin and the heroine is reputed to be a witch who is so powerful sexually that she makes men go mad. Of course, in truth the heroine is a virgin who manages to keep men at bay because of her reputation. I always like plots where people are pretending to be something they're not.
I also have a plot for a 1930s adventure romance, and a 1940s wartime romance, and those time periods are even less popular than medieval. I don't know why people don't pay more attention to my historicals --
I really love them.
7) Stai progettando qualche pubblicazione di nuovi romance storici? In un'intervista del 2006 hai detto di avere "un'idea maliziosa per un medevale". Potresti dirci qualcosa al riguardo? I medievali non sembrano avere molta popolarità negli Stati Uniti di questi tempi, come mai pensi di scriverne uno, se ancora sei di quell'idea?
Ho avuto una idea carina per un medievale dove l'eroe è un assassino e l'eroina è considerata una strega così potente sessualmente da fare impazzire gli uomini. Ovviamente la verità è che l'eroina è una vergine che riesce a tenere gli uomini a distanza grazie alla sua reputazione. Mi piacciono sempre le trame dove le persone fingono di essere quello che non sono.
Ho anche una trama per romance avventuroso ambientato nel 1930, e un altro ambientato durante il tempo di guerra nel 1940, e questi periodi sono anche meno popolari del medievale. Non so perché le persone non mostrano più attenzione ai miei storici --
A me piacciono davvero molto.
8) What are you going to write after finishing the Ice series?
I've just started a new book about a woman and her teenage daughter who are threatened by a serial killer. Unfortunately the sexy, dangerous man they think is the killer isn't really, and they're going to be in big trouble.
8) Cosa hai intenzione di scrivere dopo aver finito i romanzi della serie Ice?
Ho appena iniziato un nuovo libro che parla di una donna e della sua figlia adolescente minacciate da un serial killer. Sfortunatamente l'uomo pericoloso e sexy che loro credono sia il killer in realtà non lo è, e finiscono in guai grossi.
9) Which is, among all the books you wrote, the one you love the most? and why?
It's really hard to pin down, but NIGHTFALL is probably my all time favorite. I have a top ten list as well (NIGHT OF THE PHANTOM, ROSE AT MIDNIGHT, BLACK ICE, ICE STORM, AGAINST THE WIND, LADY FORTUNE, LORD OF DANGER, TANGLED LIES, CATSPAW, ONE MORE VALENTINE ... is that ten?)
9) Qual'è, tra tutti i libri che hai scritto, il libro che ami di più? e perchè?
E' davvero difficile scegliere, tuttavia NIGHTFALL è probabilmente il mio favorito da sempre. Ho fatto anche una lista dei primi dieci (NIGHT OF THE PHANTOM, ROSE AT MIDNIGHT, BLACK ICE, ICE STORM, AGAINST THE WIND, LADY FORTUNE, LORD OF DANGER, TANGLED LIES, CATSPAW, ONE MORE VALENTINE ... sono dieci?)
10) Why do you often have "naughty boys" as heros in your novels?
And why in spite of being saved from themselves by the heroine don't they really reform totally?
Oh, I love bad boys. Women are always attracted to bad boys since the beginning of time. Partly they think they can reform them, but you can't fall in love with someone and hope to change them into something else. If my heroes are totally reformed then they aren't the same men that my heroines fell in love with, so they have to stay a little wicked. Besides, no one ever reforms completely.
10) Come mai i tuoi romanzi hanno spesso dei "ragazzi cattivi" come protagonisti?
E come mai, nonostante vengano salvati da loro stessi dall'eroina non si redimono mai totalmente?
Oh, amo i cattivi ragazzi. Le donne sono sempre state attratte dai cattivi ragazzi fin dall'inizio dei tempi. In parte credono di poterli redimere, ma non puoi innamorarti di qualcuno e sperare di cambiarlo in qualcun altro. Se i miei eroi si lasciassero redimere totalmente non sarebbero gli stessi uomini di cui le mie eroine si sono innamorate, per questo devono rimanere un po' cattivelli. Inoltre, nessuno si redime mai completamente.
11) In "The Devil's Waltz", about Annelise, the heroine, you tell that: "She believed in facing things head-on, in calling things what they were and not prettying things up". Do you think this description might be applied to most of your heroines? It looks like anyway that often they struggle with only everyday life's problems until their partners involve them in much more challenging battles, why this choice? do you see love as a challenge?
Actually it depends on the heroine. Some face things, some lie to themselves. Real life and the ordinary life of my heroines are filled with annoying little problems -- once a hero swoops in and things began to happen the small stuff just fades away. Is love a challenge? In the beginning. Most of us are solitary creatures, and allowing someone else to become that close can be frightening. In the end it's worth it (I've been married for 34 years).
11) Ne "IL VALZER DEL DIAVOLO", di Annelise, l'eroina, dici che: "Credeva nell'affrontare le cose di petto, nel chiamare le cose per quello che erano e non abbellirle". Pensi che questa descrizione possa calzare alla maggior parte delle tue eroine? Sembra comunque che spesso si trovino a lottare con i problemi della vita di ogni giorno fino a che i loro compagni non le coinvolgono in battaglie molto più stimolanti, come mai questa scelta? Vedi l'amore come una sfida?
Veramente dipende dall'eroina. Alcune affrontano le cose, altre mentono a se stesse. La vita reale e quotidiana delle mie eroine è piena di problemi piccoli e irritanti -- una volta che l'eroe vi piomba dentro le cose iniziano ad accadere e le cose di poco conto semplicemente sfumano via. Se l'amore è una sfida? All'inizio. Siamo per la maggior parte creature solitarie, e permettere a qualcun altro di avvicinarsi così tanto può fare paura. Alla fine però ne vale la pena. (Sono sposata da 34 anni).
12) Many novels of your booklist are hard to find titles: all your Candlelight regencies, most of your avon historicals. Is there any re-issued scheduled for any of them?
Not yet. I have to get more famous.
12) Molti dei tuoi romanzi sono diventati titoli introvabili: tutti i tuoi regency della collana Candlelight, e la maggior parte dei tuoi romance storici della Avon. C'è in programma qualche riedizione per qualcuno di loro?
Non ancora. Devo diventare più famosa.
13) Among your characters, males and females, which are your favourite ones? Did you find difficulties in creating any of them, and if yes which one?
That's hard to say. I tend to fall in love with my heroes and identify with my heroines, so I love them all. I was particularly fond of Bastien in BLACK ICE. Actually all the ICE heroes appeal to me, though maybe my favorite is Reno, the red hair yakuza samurai punk in FIRE AND ICE.
13) Tra tutti i tuoi personaggi, femminili e maschili, qual è il tuo favorito? Hai avuto difficoltà a creare qualcuno di loro, se sì quale?
E' molto difficile da dire. In genere mi innamoro dei miei eroi e mi identifico con le mie eroine, per questo li amo tutti. Ero particolarmente affezionata a Bastien di BLACK ICE. A dire il vero, tutti gli eroi della serie ICE mi piacciono, anche se forse il mio preferito è Reno, il samurai yakuza punk coi capelli rossi di FIRE AND ICE.
14) And is there any of your novels that you feel like specially rappresentative of you as a writer and as a person?
That depends on how I'm feeling. Sometimes I'm like the heroine of the Maggie Bennett novels -- kicking butt. Sometimes like the heroine of A ROSE AT MIDNIGHT -- pissed off and ready to kill. And sometimes I'm like the heroine in BLACK ICE -- trying to do my best, fighting back, but vulnerable. There's a little of me in all my heroines.
14) E tra i tuoi romanzi ce n'è uno che senti particolarmente rappresentativo di te come scrittrice e come persona?
Questo dipende da come mi sento. A volte sono come l'eroina dei romanzi di Maggie Bennett -- faccio un gran casino. Altre invece sono come l'eroina di A ROSE AT MIDNIGHT -- arrabbiata e pronta a uccidere. E a volte sono come l'eroina di BLACK ICE -- cerco di dare il meglio di me, di lottare, ma sono vulnerabile. C'è qualcosa di me in tutte le mie eroine.
15)Anything else you want to tell us?
Just thank you for the support. There are so many stories to tell, books to write, and it's a blessing to know there are people who want to read them.
15) C'è qualcosa d'altro che vorresti dirci?
Solo grazie per il vostro supporto. Ci sono così tante storie da raccontare, libri da scrivere, ed è una benedizione sapere che ci sono persone che vogliono leggerli.
EXCERPT / ESTRATTO
COLD AS ICE
MIRA (May 2006)
A brief stop on a multimillion dollar yacht should have been the perfect start to Genevieve Spencer's desperately-needed sabbatical in the jungles of Costa Rica, far from the stress of her law practice. It should have been so simple - have the client sign some papers and be on her way.
But she hadn't counted on Van Dorn's deceptively bland assistant, Peter Jensen, suddenly transforming into the most dangerous man she'd ever met. She hadn't counted on becoming a hostage aboard a hijacked yacht. And she certainly hadn't counted on her reaction to Jensen. The man was gorgeous, deadly, and cold as ice. For the first time in her life all her instincts were dead wrong.
And if she didn’t figure out how to get out of this trap, she’d be in the same situation. Wrong. And dead.
Una breve fermata sullo yacht di un multimilionario avrebbe dovuto essere l'inizio perfetto del periodo sabbatico nella giungla del Costa Rica di cui Genevieve aveva così disperatamente bisogno. Avrebbe dovuto essere così semplice - fare firmare al cliente alcune carte e andare per la sua strada.
Ma non aveva fatto i conti con il falsamente mite assistente di Van Dorn, Peter Jensen, che improvvisamente si trasforma nell'uomo più pericoloso che abbia mai incontrato. Non aveva fatto i conti con la sua reazione a Jensen. L'uomo era stupendo, letale e freddo come il ghiaccio. Per la prima volta nella sua vita tutti i suoi istinti erano completamente sbagliati.
E se non capiva come uscire da quella trappola, si sarebbe trovata nella stessa situazione. Sbagliata. E morta.
Genevieve Spencer adjusted her four hundred dollar sunglasses, smoothed her sleek, perfect chignon, and stepped aboard the power boat beneath the bright Caribbean sun. It was early April, and after a long, cold, wet winter in New York City she should have been ready for the brilliant sunshine dancing off the greeny-blue waters. Unfortunately she wasn’t in the mood to appreciate it. For one thing, she didn’t want to be there. She had a six week sabbatical from her job as junior partner in the law firm of Roper, Hyde, Camui and Fredericks, and she’d been looking forward to something a great deal different. In two days time she’d be in the rainforests of Costa Rica with no makeup, no contact lenses, no high heels and no expectations to live up to. She’d been so ready to shed her protective skin that this final task seemed like an enormous burden instead of the simple thing it was.
The Grand Cayman Islands were on her way to Central America. Sort of. And one extra day wouldn’t make any difference, Walter Fredericks had told her. Besides, what red-blooded, single, thirty year old female would object to spending even a short amount of time with People Magazine’s Sexiest Man of the Year, billionaire division? Harry Van Dorn was gorgeous, charming, and currently between wives, and the law firm that represented the Van Dorn Trust Foundation needed some papers signed. This was perfect for everyone – serendipity.
Genevieve didn’t think so, but she kept her mouth shut. She’d learned diplomacy and tact in the last few years since Walt Fredericks had taken her under his wing, and she knew that for now going along was in her best interest. She’d have time to think about things once she got to Costa Rica and shed all the trappings that had become a suit of armor.
In the meantime she pulled out her pale gray Armani suit, put on the seven hundred dollar Manolo Blahnik shoes she hadn’t even blinked at buying, the shoes that hurt her feet, made her tower over most men, and matched the Armani and nothing else. When she first brought them home she’d emerged from her corporate daze enough to look at the price tag and burst into tears. What had happened to the idealistic young woman who was determined to spend her life helping people? The rescuer, who spent her money on the oppressed, not on designer clothing?
Unfortunately she knew the answer, and she didn’t want to dwell on it. In her tightly controlled life she’d learned to look forward rather than back, and the shoes were beautiful and she told herself she deserved them. And she’d brought them to see Harry Van Dorn, as part of her protective armor.
They didn’t make climbing down into the launch any easier, but she managed with a modicum of grace. She hated boats. She rarely got seasick, but she always felt vaguely trapped. She could see the massive white shape of the Van Dorn yacht against the brilliant horizon – it looked more like a mansion that a boat, and maybe she could simply ignore the sea surrounding them and pretend they were in a fancy restaurant. She was good at ignoring unpleasant facts – she’d learned the hard way that that was what you had to do to survive.
And it was only going to be a few hours. She’d let Harry Van Dorn feed her, get him to sign the papers she’d brought with her in her slim leather briefcase, and once she’d arranged to have them couriered back to New York she’d be free. Only a matter of hours – she was silly to feel so edgy. It was far too beautiful a day to have this sense of impending doom. There could be no doom under the bright Caribbean sun.
Her tranquilizers were in her tiny purse. Harry Van Dorn’s crew had gotten her comfortably seated with a glass of ice tea in one hand. It was a simple enough matter to sneak one yellow pill out and take it. She’d almost planned to leave them behind in New York – she didn’t expect to need tranquilizers in the rain forest, but fortunately she changed her mind at the last minute. It was going to take a few minutes for it to kick in, but she could get by on sheer determination until then.
She’d been on yachts before – Roper and company specialized in handling the legal concerns for a myriad of charitable foundations, and money was no object. She’d gone from her job as public defender to private law practice, and she’d hoped specializing in charitable foundations was still close enough to honorable work to assuage the remnants of her liberal conscience. She’d been quickly disillusioned – the foundations set up as tax shelters by the wealthy tended to spend as much money glorifying the donors’ names and providing cushy jobs and benefits for their friends, but by then it was too late, and Genevieve was committed. Harry Van Dorn’s floating palace, SS Seven Sins, was on a grander scale than she’d seen so far, and she knew for a fact it was owned by the Van Dorn Trust Foundation, not Harry himself, a nice little tax write-off. She stepped aboard, her three and a half inch heels balancing perfectly beneath her, and surveyed the deck, keeping her expression impassive. The boat barely moved beneath her feet, a blessing, and with luck Harry Van Dorn would be too busy on the putting green she could see up at the front of the ship to want to waste much time on a lawyer who was nothing more than Roper, Hyde, Camui and Fredericks’s perfectly groomed messenger. Damn, she wasn’t in the mood for this.
She plastered her practiced, professional smile on her Chanel-tinted lips and stepped inside the cool confines of what must be the living room, if you even called it that on a boat. It was massive, beautifully furnished in black and white, with mirrors everywhere to make appear even larger. She could see her reflection in at least three different directions, but there was nothing interesting to show her. She’d already checked her appearance before she’d left that morning. A young woman, just past thirty, with her long blonde hair neatly arranged, her pale gray suit hanging perfectly on her shoulders and disguising the fifteen pounds that Roper et al. didn’t approve of. Genevieve didn’t approve of it either, but all the dieting and exercise in the world couldn’t seem to budge it. In the end Roper et al. had stopped pressuring her, a sure sign of their high expectations for her, Walt had said in his genial voice. At the time Genevieve had felt flattered. Now she was rethinking everything.
“Ms. Spenser?” It took her a moment for her eyesight to adjust from the bright glare of the sun on the water to the dimmer light in the large room, and she couldn’t see anyone but the indistinct shape of a man across the room. The voice held a faint, upper class British accent, so she knew it wasn’t Harry. Harry Van Dorn was from Texas, with a voice and a character to match. The man took a step toward her, coming into focus. “I’m Peter Jensen, Mr. Van Dorn’s personal assistant. He’ll be with you in a short while. In the meantime is there anything I can do to make you comfortable? Something to drink, perhaps? The newspaper?”
She hadn’t thought of the word unctuous in a long time, probably not since she’d been forced to read Charles Dickens, but the word suited Peter Jensen perfectly. He was bland and self-effacing to a fault, and even the British accent, usually an attention-grabber, seemed just part of the perfect personal assistant. His face was non-descript, he had combed-back very dark hair and wire rimmed glasses, and if she’d passed him on the street she wouldn’t have looked twice at him. She barely did now.
“Iced tea and the New York Times if you have it,” she said, taking a seat on the leather banquette and setting the briefcase beside her. She crossed her legs and looked at her million dollar shoes. They were definitely worth every penny when you considered what they did for her long legs. She looked up, and Peter Jensen was looking at them too, though she suspected it was the shoes, not the legs. He didn’t seem to be the type to be interested in a woman’s legs, no matter how attractive they were, and she quickly uncrossed them, tucking her feet out of the way.
“It will only take a moment, Ms. Spenser,” he said. “In the meantime make yourself comfortable.”
He disappeared, silent as a ghost, and Genevieve shook off the uneasy feeling. She’d been working too hard – she was imagining things. She’d sensed disapproval from Harry Van Dorn’s cipher-like assistant – he’d probably taken one look at her shoes and known what she’d spent. Normally people in Jensen’s position were impressed – she’d walked into a particularly snooty shop on Park Avenue in them and it seemed as if the entire staff had converged on her, knowing that a woman who spent that kind of money on shoes wouldn’t hesitate to spend an equally egregious amount in their overpriced boutique.
And she had.
She steeled herself for Peter Jensen’s reappearance, but she should have known better. A uniformed steward appeared, with a tall glass of icy cold Earl Grey and a fresh copy of the New York Times. There was a slender gold pen on the tray as well, and she picked it up, looking at it.
“What’s this for?” she inquired. Didn’t they expect her to be professional enough to have brought her own pen?
“Mr. Jensen thought you might want to do the crossword puzzle. Mr. Van Dorn is taking a shower, and he might be a while.”
Now how did that gray ghost of a man know she’d do crossword puzzles? In pen? It was the Saturday paper, with the hardest of the week’s puzzles, and she didn’t hesitate. For some irrational reason she felt as if Peter Jensen had challenged her, and she was tired and edgy and wanted to be anywhere but on Harry Van Dorn’s extremely over-sized, pretentious yacht. At least the puzzle would keep her mind off the water that was trapping her.
She was just finishing when one of the doors to the salon opened and a tall figure filled the doorway. It had been a particularly trying puzzle – in the end she’d been cursing Will Weng, Margaret Farrar and Will Shortz with generalized cool abandon, but she set the paper down and rose with serene dignity.
Only to have it vanish when the man stepped forward and she realized it was simply Peter Jensen again. He glanced at the folded paper, and she just knew his bland eyes would focus on the empty squares of the one word she couldn’t get. “Mr. Van Dorn is ready to see you now, Ms. Spenser.
And about frigging time, she thought. He moved to one side to let her precede him, and it was a momentary to shock to realize how tall he was. She was a good six feet in her ridiculous heels, and he was quite a bit taller than she. He should have dwarfed the cabin and yet he barely seemed to be there.
“Enigma,” he murmured as she passed him.
“I beg your pardon,” she said, rattled.
“The word you couldn’t get. It’s enigma.”
Of course it was. She controlled her instinctive irritation – the man got on her nerves for no discernible reason. She didn’t have to play this role for very much longer, she reminded herself. Get Harry Van Dorn to sign the papers, flirt a little bit if she must, and then get back to the tiny airport and see if she could catch an earlier flight.
The bright sun was blinding when she stepped back out on deck, and there was no more pretending she was back on the island with all the water shimmering around them. She looked up at the huge boat – not a mansion, an ocean liner – and followed Peter Jensen’s precise walk halfway down the length of the ship until he stopped. She moved past him, and then the cipher-like executive assistant was dismissed from her mind as she took in the full glory of Harry Van Dorn, the world’s sexiest billionaire.
“Miz Spenser,” he said, rising from his seat on the couch, his Texas accent rich and charming. “I’m so sorry to have kept you waiting! You came all this way out here just for me and I leave you cooling your heels while I’m busy with paperwork. Peter, why didn’t you tell me Miz Spenser was here?”
“I’m sorry, sir. It must have slipped my mind.” Jensen’s voice was neutral, expressionless, but she turned back to glance at him anyway. Why in the world wouldn’t he have told Van Dorn she was there? Just to be a pissant? Or was Van Dorn simply dumping the blame on his assistant as he knew he could? She’d seen that done often enough to know that it was par for the course.
“No harm done,” Van Dorn said, moving forward, taking Genevieve’s hand with the most natural of gestures and bringing her into the cabin. He was clearly a physical man, one who liked to touch when he talked to people. It was part and parcel of his charisma.
Unfortunately Genevieve didn’t like to be touched.
But she’d done worse things for Roper, Hyde, Camui and Fredericks, so she simply upped the wattage of her smile and let him pull her over to the white leather banquette, dismissing the unpleasant little man who’d brought her here. Except that in fact he wasn’t that little. It didn’t matter -- he’d already made himself scarce.
“Now don’t you mind Peter,” Harry said, sitting just a bit too close to her. “He tends to be very protective of me, and he thinks every woman is after my money.”
“All I’m after is your signature on a few papers, Mr. Van Dorn. I certainly wouldn’t want to take up any more of your time…”
“If I don’t have time for a beautiful young woman then I’m in a pretty pitiful condition,” Harry said. “Peter just wants to keep my nose to the grindstone, while I believe in having fun. He doesn’t have much use for women, I’m afraid. Whereas I have far too much. And you’re such a pretty little thing. Tell me, what sign are you?”
He’d managed to throw her completely off guard. “Sign?”
“Astrology. I’m a man who likes my superstitions. That’s why I named the boat Seven Sins. Seven’s my lucky number and always has been. I know that put together all that new-age crap don’t mean squat, but I enjoy playing around with it. So indulge me. I’m guessing you’re a Libra. Libras make the best lawyers – always judging and balancing.”
In fact she was a Taurus with Scorpio rising – her teenage friend Sally had had her chart done for an 18th birthday present, and that was one of the few details that had stuck. But she had no intention of disillusioning her wealthy employer.
“How did you guess?” she said, keeping the admiration in her voice at a believable level.
Harry’s laugh was warm and appealing, and Genevieve was beginning to see why people found him so charming. People Magazine hadn’t lied – he was gorgeous. Deeply tanned skin, clear blue eyes with laugh lines etched deep around them, a shock of sun-streaked blond hair that made him look like a slightly seedy Brad Pitt. He radiated warmth, charm, and sexuality, from his broad, boyish grin to his flirting eyes to his rangy, well-muscled body. He was handsome, charming, and any intelligent woman would have been interested. Right then, Genevieve couldn’t have cared less.
But she had a job to do, and she knew that one of her unspoken orders was to give this very important client anything he wanted. It wouldn’t be the first time she’d considered sleeping with someone for business reasons. She knew perfectly well what that made her – a pragmatist. She’d avoided it so far, but sooner or later she was going to have to be less fastidious and more practical. If it turned out that she had to sleep with Harry Van Dorn just to get some papers signed and get out of there – well, there were plenty of more onerous duties she’d had to perform while at Roper et al.
But she knew the drill. They weren’t going to get to the business she’d brought until the social amenities were covered, and with Texans that could take hours, and nothing would hurry them.
“You mustn’t mind Peter,” he continued. “He’s an Aries, with a very auspicious birth chart, or I wouldn’t keep him around. April 20th, as a matter of fact. He’s too damned gloomy by half, but he gets the job done.”
“Has he worked for you a long time?” she asked, wondering when Harry was going to take his hand off her knee. Good hands – big, tanned, perfectly manicured. There could be worse hands touching her. Like the slimy Peter Jensen.
“Oh, it seems like forever, though in fact he’s only been with me for a few months. I don’t know how I did without him before – he knows more about me and my life than I do. But you know how men like that are – they get a little possessive of their bosses. But I don’t want to spend the afternoon talking about Peter – he’s about as interesting as watching grass grow. Let’s talk about you, pretty lady, and what brought you here.”
She started to reach for her briefcase, but he covered her hand with his big one and gave an easy laugh. “Oh, to hell with business. We have plenty of time for that. I mean what brought you to an old fart law firm like Roper and company? Tell me about your life, your loves and hates, and most of all tell me what you want my chef to prepare for dinner.”
“Oh, I can’t possibly stay. I have a plane to catch to Costa Rica.”
“Oh, but you can’t possibly leave,” Harry mimicked her. “I’m bored, and I know your associates would want you to make me happy. I won’t be happy unless I have someone to flirt with over dinner and something pretty to look at. Those oil wells aren’t going to dry up overnight – nothing will happen if I don’t sign the deeds of transference till later. I promise, I’ll sign your papers, and I’ll even see that you get to Costa Rica, though why you’d want to go to that pest hole is beyond me. But in the meantime, forget about business and tell me about you.”
She let go of the briefcase, and after a moment he let go of her hand. She should have been uneasy, but he was such a simple puppy dog of a man, wanting someone to play with him, throw a ball for him, that she couldn’t feel edgy. He was harmless, and she could play along for a while. As long as he didn’t start humping her leg.
“Whatever your chef cares to make,” she said.
“And what do you drink? Apple-tinis, right?”
Any kind of martini made her stomach turn, though she’d downed more than her share of them at the requisite social functions that Roper etc. sponsored. Cosmopolitans were the worst, and everyone assumed she loved them. Her Sex and the City persona must have been very effective.
But he was one of the ten richest men in the western world, and he could get anything he wanted. “Tab,” she said.
She’d managed to throw him. “What’s Tab?”
“A hard-to-find diet soda. Never mind, I was just kidding. Whatever you’re having.”
“Nonsense. Peter!” He barely had to raise his voice. His assistant entered the room so silently he only increased her feeling of uneasiness. “I need you to get some kind of soda pop called Tab. You ever heard of it?”
“Yes, sir.”
“Can you find it? Apparently it’s what Miz Spenser drinks.”
Jensen’s colorless eyes slid over her. “Of course, sir. It might take an hour or so but I’m certain some will be available.”
“That’s fine, then. Miz Spenser is staying for dinner, of course. Tell the chef I want him to do his very best work.”
“I’m afraid, sir, that the chef had left.”
It was enough to wipe the charming smile off Harry’s handsome face. “Don’t be ridiculous. He’s been with me for years! He wouldn’t take off without warning.”
“I’m sorry, sir. I have no idea whether his reasons were professional or personal, I simply know he’s gone.”
Van Dorn shook his head. “Unbelievable! That’s the fifth long term employee of mine who’s left without notice.”
“Sixth, sir, if you count my predecessor,” Jensen murmured.
“I want you to look into this, Jensen,” Harry said in a dark voice. But then his sunny smile took over. “In the meantime, I’m sure you can find someone to take Olaf’s place and rustle up something wonderful for me and my guest.”
“Certainly.”
“I wouldn’t want to put you to any trouble in the midst of such a domestic crisis,” Genevieve interrupted. “Really, you could just sign the papers and I’ll take off…”
“I wouldn’t hear of it,” Harry said grandly. “You traveled all this way just for me – the least I can do is feed you properly. See to it, Peter.”
She watched Harry’s assistant disappear with a twinge of regret. There was no getting out of this. At the very least, however, she had little doubt he’d manage to scare up both Tab and a five star chef – he had that kind of machine-like efficiency down pat. And Van Dorn was turning up his Texas charm – in a few minutes he’d be talking about his dear old pappy – and she might as well lean back and make the best of it. At the very worst she was going to be bored to death, but there were worse ways to spend an evening.
Peter Jensen could move with frightening efficiency, even in the guise of the perfect executive assistant. It had taken him longer to get rid of Olaf than the others, and he was afraid he was going to have to use force, but in the end he’d done his job and the chef had decamped in a righteous snit.
Not that he would have minded using force. He did what he had to do, and he was very well-trained. But he preferred subtlety, and brute force left bruises and bodies and too many questions. In the end Olaf had left, Hans was primed and ready to step in, and they were just about to make their well-planned move.
The girl, however, was a problem. He should have known Harry's law firm would send someone young and pretty to keep him happy. They didn't know enough about Harry's complicated appetites to realize anyone would do.
The papers she brought with her were another question – were they simply an excuse or a clue to something more important? Harry hadn’t seemed the slightest bit interested, but then, Harry wouldn’t.
He had to get the woman off the boat, fast, before they could put their plans into motion. They would get the go ahead in the next few days, and he didn’t want any stray civilians to get in the way and complicate things. The assignment was relatively simple -- nothing he hadn't done before, and he was very good at what he did, but timing, as always, was everything.
He knew what they called him behind his back. The Iceman. Both for his icy cold control, and his particular expertise. He didn't care what they called him, as long as he got the job done.
Ms. Spencer was getting in the way, and the sooner he got rid of her, the better. He was a man who avoided collateral damage, and he wasn't about to change his ways at this point, no matter how important the mission. And while he knew only a part of The Rule of Seven, he knew it was a very important mission indeed.
Ms. Spenser would have to go, before it was too late. Before he was forced to kill her.
He remembered her dark eyes as they’d looked through him. He shouldn’t have mentioned the crossword puzzle – that was something she might remember if someone started asking her questions once the job was finished. But no, he’d played his part well enough. She’d looked at him and hadn’t seen him, and that ability to vanish was his stock in trade.
She’d be no threat to their mission. She was bright and pretty and clueless, and she was going to be back in her safe little world before anything bad could happen.
And she’d never know how close to death she came.
Madame Lambert looked out over the bare tree branches outside her nondescript office in a nondescript building near Kensington Gardens. She was slim, elegant, ruthlessly chic, with creamy, ageless skin and cool, ageless eyes. She stared at the trees, looking for some sign of life. It was April, after all, time for things to come alive again.
But it always took longer in the city, where pollution slowed the natural evolution of things. And for some reason the trees and gardens near the offices of The Spence-Pierce Financial Consultants, Ltd., tended to die. If Madame Lambert were a more fanciful person she’d think it was a sympathetic reaction to the actual work they did. Spence-Pierce was nothing more than one of a dozen covers for the covert work done by The Committee, a group so steeped in secrecy that Isobel Lambert was still just learning some of the intricate details, and she’d been head for more than a year.
It was April, and time was running out. The Rule of Seven was in play, backed by Harry Van Dorn’s brilliant brain and seemingly limitless resources, and they still didn’t have more than the faintest idea what it was. Only that it was deadly.
And it was the Committee’s mission to keep deadly things from happening. No matter how high the body count happened to be.
She wasn’t feeling good about this, and she’d learned to trust her instincts. Peter was the best they had, a brilliant operative who’d never failed a mission.
But she had the unpleasant feeling that all that was about to change.
She shook herself, returning to the spotless walnut desk that held nothing but a Clarefontaine pad and a black pen. She kept everything in her head, for safety’s sake, but sometimes she just needed to write.
She scrawled something, then glanced down at it. The Rule of Seven.
What the hell was Harry Van Dorn planning to unleash on an unsuspecting world?
And would killing him be enough to stop it?
Genevieve Spencer si aggiustò gli occhiali da quattrocento dollari, si sistemò lo chignon liscio e perfetto, e salì a bordo della nave sotto lo splendente sole dei Caraibi.
Erano gli inizi di Aprile, e dopo un lungo, freddo e piovoso inverno a New York City avrebbe dovuto essere pronta per la luce brillante del sole che danzava sull'acqua verde blu. Sfortunatamente non era nell'umore giusto per apprezzarlo. Per prima cosa, non voleva essere lì. Si era presa sei settimane sabbatiche dal lavoro come socio giovane nello studio legale Roper Hyde, Camui e Fredericks, e stava cercando qualcosa di molto diverso. Nell'arco di tempo di due giorni sarebbe stata nella foresta tropicale del Costa Rica senza trucco, senza lenti a contatto, niente scarpe a tacco alto senza dover rispondere alle aspettative di nessuno. Era stata così pronta a lasciar cadere quella sua pelle protettiva che questo ultimo incarico sembrava un enorme fardello invece della semplice cosa che era.
Le Isole Grand Cayman erano sulla via del Centro America. O giù di lì. E un giorno in più non avrebbe fatto differenza, le aveva detto Walter Fredericks. Inoltre, quale femmina trentenne nubile con sangue caldo nelle vene avrebbe protestato all'idea di passare anche una sparuta quantità di tempo con l'uomo che People Magazine aveva incoronato milionario più sexy dell'anno? Harry Van Dorn era meraviglioso, affascinante, e in un momento di pausa tra una moglie e l’altra, inoltre lo studio legale che rappresentava la Fondazione Van Dorn aveva bisogno di fargli firmare alcuni documenti. Per chiunque sarebbe stato perfetto -- come trovare un tesoro.
Genevieve non era di quell'idea, ma aveva tenuto la bocca chiusa. Aveva imparato l'arte della diplomazia e del tatto negli ultimi anni, da quando Walt Fredericks l'aveva presa sotto la sua ala, e sapeva che per ora adeguarsi era nel suo interesse. Avrebbe avuto tempo di riflettere una volta arrivata in Costa Rica e liberatasi di tutte le bardature che si erano trasformate in un'armatura.
Nel frattempo tirò fuori il suo completo grigio pallido di Armani, indossato le scarpe di Manolo Blahnik da settecento dollari che aveva acquistato senza battere ciglio, le scarpe che le facevano male ai piedi, che la facevano sembrare più alta di molti uomini, e che stavano bene solo con l'abito di Armani. Quando li aveva portati a casa era emersa dallo stupore lavorativo abbastanza da dare un'occhiata al cartellino del prezzo e scoppiare a piangere. Cosa era accaduto alla giovane donna idealista decisa a dedicare la vita ad aiutare le persone? La salvatrice, che spendeva i suoi soldi per gli oppressi, non su abiti firmati?
Sfortunatamente conosceva la risposta, e non voleva soffermarcisi. Nella sua vita strettamente controllata aveva imparato a guardare avanti e non indietro, e le scarpe erano belle e si era detta che se le meritava. E le aveva indossate per incontrare Harry Van Dorn, come parte della sua armatura protettiva.
Non le resero più facile scendere nella lancia, ma riuscì a farlo con un minimo di grazia. Lei odiava le barche. Raramente soffriva il mal di mare, ma si sentiva sempre vagamente in trappola. Poteva vedere la massiccia forma bianca dello yacht di Van Dorn contro il brillante orizzonte -- sembrava più un palazzo che una barca, e forse avrebbe potuto ignorare il mare che li circondava e fingere di trovarsi in un lussuoso ristorante. Era brava ad ignorare i fatti spiacevoli -- aveva a caro prezzo che quello era quanto che si doveva fare per sopravvivere
E sarebbe stato solo questione di poche ore. Avrebbe lasciato che Harry Van Dorn le offrisse da mangiare, poi gli avrebbe fatto firmare i documenti che aveva portato con sé nella sua sottile valigetta di pelle pregiata, e una volta preso accordi perché fossero spediti tramite corriere a New York sarebbe stata libera. Solo questione di ore -- era sciocca a sentirsi così nervosa. Era un giorno troppo bello per avere questo sensazione di disastro imminente. Non poteva esserci nessun disastro sotto lo splendido sole caraibico.
I suoi tranquillanti erano nella sua borsetta. L'equipaggio di Harry Van Dorn l'aveva fatta mettere comoda con un bicchiere di te freddo in mano. Non sarebbe stato difficile tirar fuori furtivamente una di quelle pillole gialle e prenderla. Aveva quasi pensato di lasciarli a New York -- non si aspettava di aver bisogno di tranquillanti nella foresta tropicale, ma fortunatamente aveva cambiato idea all'ultimo minuto. Ci avrebbe messo qualche minuto a fare effetto, ma fino a quel momento poteva fare affidamento solo sulla propria determinazione.
Era già stata a bordo di yacht -- Roper e compagnia si occupava di amministrare gli aspetti legali di una miriade di fondazioni di beneficienza, e il denaro non era un problema. Aveva lasciato il suo lavoro come pubblico difensore per passare alla pratica privata, e aveva sperato che occuparsi di associazioni caritatevoli sarebbe stato abbastanza vicino ad un lavoro onorevole da consolare i resti della sua coscienza idealistica. Si era rapidamente disillusa -- le fondazioni istituite come esentasse dai ricchi tendevano a spendere un considerevole ammontare di denaro sia per glorificare i nomi dei donatori sia per procurare lavori di comodo e benefici per i loro amici, ma a quel punto era troppo tardi, e Genevieve si era impegnata. Il palazzo galleggiante di Harry Van Dorn, la SS Seven Sins, era più grande di quelli che aveva visto finora, ed era a conoscenza del fatto che apparteneva alla Fondazione Van Dorn Trust, non a Harry, un bel gingillo tax-free. Mise piede a bordo, i tacchi tredici perfettamente bilanciati sotto di lei, ed esaminò il ponte, mantenendo la sua espressione impassibile. La barca si muoveva appena sotto i suoi piedi, una benedizione, e se era fortunata Harry Van Dorn sarebbe stato troppo indaffarato sul piccolo campo da golf che aveva visto sul davanti della barca, per perdere troppo tempo con un avvocato che non era niente di più che un messaggero di bella presenza della Roper, Hyde, Camui and Fredericks. Dannazione, non era dell'umore adatto per questo.
Si incollò un sorriso artefatto e professionale sulle labbra dipinte con Chanel ed entrò nei freschi confini di quello che doveva essere il salotto, se così si chiamava su una barca. Era imponente, meravigliosamente arredato in nero e bianco, con specchi ovunque per farlo sembrare ancora più grande. Poteva vedere il suo riflesso in almeno tre diverse direzioni, ma non le mostrava nulla di interessante. Aveva già controllato il suo aspetto prima di uscire quel mattino. Una giovane donna, appena dopo i trenta, con lunghi capelli biondi accuratamente raccolti, il suo abito grigio pallido che cadeva alla perfezione sulle spalle nascondendo i sei sette chiletti in più che Roper et al. non approvavano.
Neppure Genevieve li approvava, ma tutte le diete e tutta l'attività fisica del mondo non sembravano smuoverli. Alla fine Roper et al. avevano smesso di farle pressione, un sicuro segnale delle loro alte aspettative, Walt le aveva detto nella sua voce cordiale. A quel tempo Genevieve si era commossa. Ora stava riconsiderando la questione.
"La signorina Spenser?" le ci volle un momento per abituare la vista all’illuminazione soffusa della grande stanza dopo la luce abbagliante del sole che rifletteva sulla’acqua, e non riuscì a vedere nessuno tranne la figura indistinta di un uomo dall'altra parte della stanza. Il vago accento britannico e aristocratico della sua voce, le dissero che non si trattava di Harry. Harry Van Dorn era del Texas, con una voce e un carattere adeguati. L'uomo fece un passo verso di lei, e lei riuscì a metterlo a fuoco. "Sono Peter Jensen, l'assistente personale del signor Van Dorn. La raggiungerà entro breve. Nel frattempo c'è qualcosa che posso fare per farla sentire a suo agio? Qualcosa da bere, forse? Il giornale?"
Era da molto tempo che non pensava alla parola untuoso, probabilmente da quando era stata obbligata a leggere Charles Dickens, ma l'aggettivo si adattava perfettamente a Peter Jensen. Era eccessivamente scialbo e modesto, e anche l'accento britannico, che di solito attirava l'attenzione, sembrava far semplicemente parte del ruolo di assistente personale. La sua faccia era anonima, aveva capelli molto scuri pettinati indietro e occhiali di metallo, se lo avesse incrociato per strada non lo avrebbe guardato due volte. A malapena lo fece adesso.
"Te freddo e il New York Times se ce l'ha," disse, sedendosi su una panca di pelle e appoggiando la valigetta a fianco a sé. Incrociò le gambe e guardò le proprie scarpe da un milione di dollari. Valevano davvero ogni centesimo se si considerava quello che facevano per le sue lunghe gambe. Alzò lo sguardo, anche Peter Jensen stava guardandole, anche se sospettava che il suo sguardo fosse sulle scarpe, non sulle gambe. Non sembrava il tipo interessato alle gambe di una donna, non importa quanto attraenti fossero, e velocemente le disincrociò, nascondendo i piedi.
"Ci vorrà solo un momento, signorina Spenser," disse. "Nel frattempo si metta a suo agio."
Scomparve, silenzioso come un fantasma, e Genevieve si scrollò di dosso la sensazione di disagio. Lavorava troppo – si stava immaginando le cose. Aveva avvertito la disapprovazione di quella nullità di assistente di Harry Van Dorn -- probabilmente gli era bastato dare un'occhiata alle sue scarpe per sapere quanto aveva speso. Normalmente le persone che ricoprivano la posizione di Jensen ne erano colpiti – una volta era entrata in un negozio particolarmente alla moda di Park Avenue con quelle addosso e subito tutto il personale sembrava essersi diretto su di lei, sapendo che una donna disposta a spendere quella cifra per un paio di scarpe non avrebbe esitato a spendere una somma ugualmente enorme per i loro costosi abiti.
E così aveva fatto.
Si preparò per il ritorno di Peter Jensen, ma non fu così. Un cameriere in uniforme entrò, con un lungo bicchiere di Earl Grey ghiacciato e una copia del New York Times. C'era anche una sottile penna d'oro sul vassoio, e lei la prese, guardandola.
"Per cosa è questa?" chiese. Forse non si aspettavano che fosse abbastanza professionale da portarsene una appresso?
"Il signor Jensen ha pensato che poteva aver voglia di fare qualche cruciverba. Il signor Van Dorn sta facendo una doccia, e potrebbe volerci un po' di tempo."
Ora, come faceva quel fantasma d'un uomo a sapere che le sarebbe piaciuto fare un cruciverba? Con la penna? Era il giornale del Sabato, con i cruciverba più difficili della settimana, e lei non esitò. Per qualche irritante ragione si sentiva come se Peter Jensen l'avesse sfidata, e lei era stanca e nervosa e voleva essere ovunque tranne che sull'enorme, pretenzioso yacht di Harry Van Dorn. Se non altro i cruciverba le avrebbero tenuto la mente lontano dall'acqua che la intrappolava.
Stava quasi finendo quando una delle porte del salone si aprì e una figura alta ne riempì lo spazio. Si era rivelato un cruciverba particolarmente difficile -- alla fine si era ritrovata a maledire Will Weng, Margaret Farrar e Will Shortz con freddo abbandono, ma posò il giornale e si alzò con serena dignità.
Solo per perderla quando l'uomo si avvicinò e lei si accorse che nuovamente si trattava solo di Peter Jensen. L’uomo lanciò un'occhiata al giornale ripiegato, e lei seppe che i suoi occhi miti avrebbero fissato i quadrati vuoti dell'unica parola che non era riuscita a trovare. "Il signor Van Dorn è pronto a riceverla, signorina Spencer."
Era dannatamente ora, pensò lei. Egli si spostò da una parte e lasciò che lo precedesse, e fu momentaneamente scioccante realizzare quanto fosse alto. Su quei ridicoli tacchi superava il metro e ottanta, e lui era comunque un po' più alto di lei. Avrebbe potuto riempire l'intera cabina, eppure sembrava esserci appena.
"Enigma," mormorò mentre lo oltrepassava.
"Mi scusi," disse lei, sconcertata.
"La parola che non è riuscita a indovinare. E' enigma."
Naturalmente era enigma. Lei controllò l'istintiva irritazione -- l'uomo le dava sui nervi per nessuna ragione evidente. Non avrebbe dovuto giocare questo ruolo ancora a lungo, ricordò a se stessa. Doveva far firmare le carte a Harry Van Dorn, flirtare un poco se necessario, e poi tornare al piccolo aeroporto e vedere se riusciva a prendere un volo un po’ prima.
Il sole era accecante quando uscì di nuovo sul ponte, e non c'era più modo di fingere di trovarsi di nuovo sull'isola con tutta quell'acqua che scintillava intorno a loro. Alzò lo sguardo sulla grande barca -- non un palazzo, bensì un transatlantico -- e seguì il passo sicuro di Peter Jensen fino a che non si fermò a metà nave.
Lei passò oltre, e poi quella nullità di assistente esecutivo venne congedato dalla sua mente nel trovarsi davanti a Harry Van Dorn, il milionario più sexy del mondo, in tutta la sua gloria.
"Zignorina Spenser," disse con il suo profondo e affascinante accento texano, alzandosi dalla poltrona. "Sono desolato di averla fatta aspettare! Ha fatto tutta questa strada fino qui solo per me e io le faccio fare anticamera mentre sono impegnato a riempire moduli. Peter, perchè non mi hai detto che la zignorina Spencer era qui?"
"Mi spiace, signore. Deve essermi sfuggito di mente." la voce di Jensen era neutra, priva di tono, ma lei si voltò a lanciargli comunque un'occhiata. Perchè mai non aveva detto a Van Dorn che era arrivata? Solo per farla arrabbiare? O era semplicemente Van Dorn che scaricava la colpa sul suo assistente come sapeva di poter fare? L'aveva visto fare spesso da sapere che questa era la norma.
"Non fa nulla," disse Van Dorn, avvicinandosi, prense la mano di Genevieve con il più naturale dei gesti e fece entrare nella cabina. Era chiaramente un uomo fisico, uno che amava toccare quando ci parlava. Era parte del suo carisma.
Sfortunatamente a Genevieve non piaceva essere toccata.
Ma aveva fatto cose peggiori per Roper, Hyde, Camui e Frederick, perciò aumentò l'intensità del suo sorriso e lasciò che la conducesse verso la panchetta di pelle bianca, congedando lo sgradevole piccolo uomo che l'aveva accompagnata lì. Tranne che non era così piccolo. Non aveva importanza -- se n'era già andato.
"Ora non faccia caso a Peter," disse Harry, e le si sedette appena un po' troppo vicino. "Tende ad essere molto protettivo con me, e pensa che tutte le donne siano a caccia del mio denaro."
"L'unica cosa di cui sono a caccia è la sua firma su alcuni documenti, Signor Van Dorn. Di sicuro non ho intenzione di rubarle più del tempo necessario..."
"Se non avessi tempo per una bella donna sarei proprio messo male," disse Harry. "Peter vuole semplicemente farmi lavorare sodo, mentre io desidero divertirmi. Temo che lui non attiri molto le donne. Io al contrario le attiro anche troppo. E lei è una cosina così deliziosa. Mi dica, di che segno è?"
Era riuscito a spiazzarla. "Segno?"
"Astrologia. Sono un uomo che tiene alle sue superstizioni. E' per questo che ho chiamato la barca Sette Peccati. Il sette è da sempre il mio numero fortunato. So che messe insieme tutte quelle fesserie new-age non significano niente, ma mi diverte scherzarci sopra. Perciò mi assecondi. Scommetto che è della bilancia. Sotto la bilancia nascono i migliori avvocati -- sempre pronti a giudicare e a bilanciare."
A dire il vero lei era del toro con ascendente in scorpione -- da ragazzine la sua amica Sally le aveva fatto l'oroscopo come regalo per il suo diciottesimo compleanno, e quello era uno dei pochi dettagli che le erano rimasti impressi. Tuttavia non aveva alcuna intenzione di deludere il suo ricco datore di lavoro.
"Come ha fatto a indovinare?" desse, mantenendo l'ammirazione nella sua voce a un livello credibile.
La risata di Harry fu calda e piacevole, e Genevieve stava iniziando a capire perchè la gente lo trovava così affascinante. People Magazine non aveva mentito -- era meraviglioso. Pelle molto abbronzata, chiari occhi blu contornati da rughe del riso, e una massa di capelli biondi schiariti dal sole che lo facevano assomigliare leggermente a un Brad Pitt leggermente trasandato. Emanava calore, fascino e sessualità, dal largo sorriso fanciullesco agli occhi scherzosi al corpo slanciato e muscoloso. Era bello, affascinante, e qualunque donna intelligente ne sarebbe stata interessata. E a Genevieve non avrebbe potuto importare di meno.
Tuttavia aveva un lavoro da fare, ed era consapevole che uno dei suoi ordini impliciti era quello di dare a questo cliente importante tutto quello che voleva. Non sarebbe stata la prima volta che prendeva in considerazione l'idea di andare a letto con qualcuno per ragioni d'affari. Sapeva molto bene cosa questo faceva di lei -- una donna pragmatica. Fino ad ora era riuscita ad evitarlo, ma presto o tardi avrebbe dovuto essere meno schizzinosa e più pratica. Se fosse accaduto di dover andare a letto con Harry Van Dorn solo per ottenere la sua firma su alcune carte e potersene andare di lì -- be', c'erano stati tanti compiti molto più onerosi che aveva dovuto eseguire mentre era alla Roper et co.
Tuttavia aveva colto l'antifona. Non si sarebbero dedicati alle questioni che doveva sottoporgli fino a che non avessero espletato tutte le amenità sociali, e con i texani potevano volerci ore, niente poteva mettere loro fretta.
"Non dia retta a Peter," continuò. "E' un ariete, con un oroscopo molto favorevole, o non lo terrei con me. 20 di aprile, per la precisione. E' di gran lunga dannatamente troppo tetro, ma sa il fatto suo."
"Lavora per lei da molto tempo?" indagò, chiedendosi quando Harry avrebbe tolto la mano dal suo ginocchio.
Belle mani -- grandi, abbronzate, perfettamente curate. Avrebbero potuto essere mani peggiori a toccarla. Come quelle del disgustoso Peter Jensen.
"Oh, sembra da una vita, anche se in realtà è con me da solo pochi mesi. Non so come facevo prima che arrivasse -- conosce più cose di me e della mia vita di quanto ne sappia io stesso. Ma lei sa come sono gli uomini -- diventano un po' possessivi nei confronti dei loro capi. Ma non voglio passare il pomeriggio a parlare di Peter -- è altrettanto interessante che stare a guardare l'erba che cresce. Parliamo di lei, graziosa fanciulla, e di quello che l'ha portata qui."
Lei fece per prendere la valigetta, ma Harry le coprì la mano con una delle sue e fece una risata. "Oh, al diavolo gli affari. Abbiamo un sacco di tempo per quelli. Intendo cosa l'ha portata a lavorare per un vecchio spregevole studio legale come Roper e company? Mi racconti della sua vita, cosa ama cosa odia, e soprattutto mi dica cosa vuole che il mio chef cucini per cena."
"Oh, ma non posso proprio fermarmi. Ho un aereo da prendere per il Costa Rica."
"Oh, ma non può proprio andarsene," Harry le fece il verso. "Sono annoiato, e so che i suoi consociati vorrebbero che mi compiacesse. Non sarò soddisfatto se non avrò qualcuno con cui flirtare a cena e qualcosa di grazioso da guardare. Quei pozzi di petrolio non si seccheranno nel giro di una notte -- non succederà niente se non firmerò immediatamente gli atti di trasferimento. Le prometto, firmerò le sue carte, e farò anche in modo che arrivi a Costa Rica, anche se non riesco a capire per quale ragione voglia andare in quel buco malsano. Ma nel frattempo, si dimentichi degli affari e mi racconti di lei."
Lei lasciò andare la valigetta, e dopo un momento lui lasciò andare la sua mano. Avrebbe dovuto sentirsi a disagio, ma lui si comportava talmente come un semplice cucciolo d'uomo, che desiderava qualcuno con cui giocare, che gli tirasse la palla, che lei non poté esserne irritata. Era innocuo, e lei poteva giocare per un po'. Fino a quando egli non avesse iniziato a montare la sua gamba.
"Qualsiasi cosa il suo chef abbia voglia di preparare," gli disse.
"E cosa beve? Un appletini, giusto?"
Ogni tipo di aperitivo le faceva rivoltare lo stomaco, anche se ne aveva buttati giù più di quanto ne sopportasse ai ricevimenti sponsorizzati dalla Roper ecc. I Cosmopolitans erano i peggiori, e tutti erano convinti che le piacessero. Il suo personaggio Sex and the City doveva essere molto convincente.
Ma lui era uno dei dieci uomini più ricchi del mondo occidentale, e poteva avere tutto quello che voleva. "Una Tab," gli disse.
Era riuscita a prenderlo alla sprovvista. "Cos'è una Tab?"
"Una soda molto difficile da trovare. Non importa, stavo solo scherzando. Prendo quello che prende lei."
"Sciocchezze. Peter!" non dovette quasi alzare la voce. Il suo assistente entrò nella stanza così silenziosamente che riuscì solo ad aumentare la sua sensazione di disagio. "Ho bisogno che mi trovi un tipo di soda chiamata Tab. Ne hai mai sentito parlare?"
"Sì, signore."
"Puoi trovarla? Sembra che sia la bibita preferita della Zignorina Spenser."
I pallidi occhi di Jensen scivolarono su di lei. "Naturalmente, signore. Può volerci un'ora o giù di lì ma sono sicuro che ne troveremo qualcuna."
"Va bene, allora. La zignorina Spenser si ferma per cena, naturalmente. Dì al cuoco che deve dare il meglio di sé."
"Temo, signore, che il cuoco se ne sia andato."
Questo bastò a cancellare l'affascinante sorriso dal bel volto di Harry. "Non essere ridicolo. E' con me da anni! Non se ne sarebbe andato senza neppure avvisarmi."
"Mi dispiace, signore. Non ho idea se le sue ragioni fossero professionali o personali, so solo che se n'è andato."
Van Dorn scosse il capo. "Incredibile! Questo è la quinta persona che lavora per me da anni che se ne va."
"La sesta, signore, se contate il mio predecessore." mormorò Jensen.
"Voglio che indaghi su questa cosa, Jensen," disse Harry con voce cupa. Ma poi tornò il suo sorriso solare. "Nel frattempo, sono sicuro che puoi trovare qualcuno che prenda il posto di Olaf e metta insieme qualcosa di meraviglioso per me e la mia ospite."
"Certamente."
"Non vorrei causare dei fastidi nel mezzo di una crisi domestica, " li interruppe Genevieve. "Davvero, lei potrebbe semplicemente firmare le carte e io me ne andrò..."
"Non se ne parla nemmeno," esclamò Harry. "Ha fatto tutta questa strada solo per me -- il meno che posso fare è darle da mangiare decorosamente. Pensaci tu, Peter."
Lei guardò l'assistente di Harry scomparire con una fitta di rimpianto. Non c'era verso di uscire da questa situazione. Se non altro, comunque, non aveva dubbi che sarebbe riuscito a recuperare sia una Tab che un cuoco a cinque stelle -- possedeva quel tipo di efficienza propria delle macchine. E Van Dorn stava riaccendendo il suo fascino texano -- in pochi momenti si sarebbe messo a parlare del suo caro vecchio papà -- e lei poteva tranquillamente mettersi comoda e ascoltarlo di buon grado. Al massimo si sarebbe annoiata a morte, ma c'erano modi peggiori di passare una serata.
Peter Jensen poteva muoversi con paurosa efficienza, anche nei panni di un perfetto assistente di manager. Gli ci era voluto molto più tempo per sbarazzarsi di Olaf che per gli altri, e aveva temuto di dover usare la forza, ma alla fine aveva portato a termine il suo lavoro e il cuoco aveva levato le tende con una giustificata arrabbiatura.
Non che gli fosse dispiaciuto usare la forza. Faceva quello che doveva, ed era molto ben addestrato. Ma preferiva la sottigliezza, e la forza bruta lasciava ferite e cadaveri e troppe domande. Alla fine Olaf se n'era andato, Hans era stato istruito ed era pronto ad entrare in scena, e stavano per fare la loro mossa ben pianificata.
La ragazza, tuttavia, era un problema. Avrebbe dovuto sapere che lo studio legale di Harry avrebbe mandato una donna giovane e bella per accontentarlo. Non sapevano abbastanza sui complicati appetiti di Harry da accorgersi che chiunque sarebbe andato bene. Le carte che aveva portato con sé erano un altro problema -- erano semplicemente una scusa o un mezzo per arrivare a qualcosa di più importante? Harry non era sembrato minimamente interessato, e comunque non lo sarebbe stato.
Doveva fare in modo che la donna lasciasse la barca, in fretta, prima che mettessero in moto il piano. Avrebbero avuto il via nei prossimi giorni, e non voleva nessun civile a mettersi in mezzo e a complicare le cose. La missione era relativamente semplice -- nulla che non avesse già fatto, e lui era molto bravo a fare quello che faceva, tuttavia il tempismo era tutto, come sempre.
Sapeva come lo chiamavano alle sue spalle. L'Uomo di Ghiaccio. Sia per il suo gelido autocontrollo, sia per la sua particolare abilità. Non gli importava come lo chiamavano, gli bastava completare il suo lavoro.
La signorina Spencer si stava mettendo sulla sua strada, e prima si fosse sbarazzato di lei, meglio sarebbe stato. Era un uomo che evitava danni collaterali, e non aveva intenzione di cambiare il suo modo di agire a questo punto, a prescindere dall'importanza della missione.
E mentre era al corrente solo di una parte delle Regole dei Sette, sapeva che questa era una missione davvero molto importante. La signorina Spencer doveva andarsene, prima che fosse troppo tardi. Prima che fosse costretto a ucciderla.
Ricordava i suoi occhi scuri mentre lo trapassavano. Non avrebbe dovuto menzionare il cruciverba -- quello era qualcosa che avrebbe potuto ricordare se qualcuno avesse iniziato a fare domande una volta che il lavoro fosse finito.
Ma no, aveva recitato la sua parte abbastanza bene. Lo aveva guardato ma non l'aveva visto, e quella abilità di rendersi invisibile costituiva la suo punto di forza.
Non era di alcuna minaccia per la loro missione. Era brillante e graziosa e all'oscuro di tutto, e prima che accadesse qualcosa di brutto sarebbe stata di nuovo nel suo piccolo mondo sicuro.
E non avrebbe mai saputo quanto vicina alla morte era arrivata.
Madame Lambert guardò fuori oltre i rami dell’albero spoglio fuori del suo anonimo ufficio in un anonimo palazzo vicino ai Kensington Gardens. Era magra, elegante, spietatamente chic, con pelle color panna e occhi freddi, senza età. Fissò gli alberi, cercando qualche segno di vita. Era Aprile, dopotutto, il tempo in cui tutte le cose tornavano a vivere.
Ma ci mettevano sempre di più in città, dove l'inquinamento rallentava i normali processi naturali. E per qualche ragione gli alberi e i giardini vicino agli uffici della The Spence-Pierce Financial Consultants, Ltd., stavano morendo. Se Madame Lambert fosse stata una persona più fantasiosa avrebbe pensato che si trattasse di una reazione di simpatia al vero lavoro che facevano. Spence-Pierce non era altro che una della dozzina di coperture per l'attività del Comitato, un gruppo così immerso nella segretezza che Isobel Lambert stava solo ora apprendendo alcuni degli intricati dettagli, e lavorava come capo da più di un anno.
Era Aprile, e il tempo stava scadendo. Le Regola del Sette era in atto, sostenuto dal brillante cervello di Harry Van Dorn e dalle sue risorse apparentemente senza limiti, e ancora non avevano la più pallida idea di cosa fosse. Solo che era letale.
Ed era compito del Comitato impedire alle cose letali di accadere. Non importava quanto alto il conto dei morti fosse stato.
Non aveva delle buone sensazioni su questo, e lei aveva imparato ad aver fiducia nel suo istinto. Peter era il migliore che avevano, un agente brillante che non aveva mai fallito una missione. Ma aveva la spiacevole sensazione che tutto quello stesse per cambiare.
Si riscosse, riportando l'attenzione alla intonsa scrivania di noce su cui c'era solo un blocco Clarefontaine e un penna nera. Per la sua stessa sicurezze, memorizzava ogni cosa, ma a volte sentiva semplicemente il bisogno di scrivere.
Scribacchiò qualcosa, poi lo guardò. Regola del Sette.
Cosa diavolo stava progettando di scatenare su un mondo ignaro Harry Van Dorn?
E sarebbe stato sufficiente ucciderlo per fermarlo?
This post's content is copyrighted by Anne Stuart and has been translated and published with her expressed authorization.
Il contenuto di questo post è protetto da copyright e è stato tradotto e pubblicato con l'espressa autorizzazione dell'autrice Anne Stuart.
ESCE IN HARDCOVER L'ULTIMO LIBRO DI Amanda Quick, THE THIRD CIRCLE, EDIZIONI PUTNAM
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Leona Hewitt has secretly made her way into Lord Delbridge's private museum to retrieve a relic stolen from her family. But someone else is in the dimly lit gallery on the same errand: a tall, black cloaked man whose very voice is enough to cause her to fall into a trance.
Thaddeus Ware, a mesmerist with psychic gifts, is accustomed to fearful reactions from others—women, in particular. After all, a man who can control the minds of others could rob a lady of her virtue—completely unbeknownst to her. But Leona shows no trace of hysteria in his presence. A gifted crystal worker, she exerts a rather hypnotic power over the hypnotist himself. And she is determined to keep the coveted crystal they manage to recover by giving him the slip at a run-down London inn.
Thaddeus, on assignment for the Arcane Society, knows the menace Leona is courting by absconding with the crystal. A source of remarkable energy, it holds the potential for great destruction. Lord Delbridge has already killed to acquire the crystal, his key to membership in the elite, shadowy group known as the Third Circle. And, with the help of a ruthless hunter of preternatural skill—dubbed the Midnight Monster by the press—Delbridge intends to find Leona. With the stolen crystal in their possession, the danger is only beginning.
Leona Hewitt si è infilata di soppiatto nel museo privato di Lord Delbridge per recuperare un antico reperto rubato alla sua famiglia. Ma c’è qualcun altro nella galleria fiocamente illuminata, qualcuno che è lì per lo stesso scopo: un uomo alto, con un mantello scuro, capace di ipnotizzarla usando soltanto il suono della sua voce.
Thaddeus Ware, un ipnotizzatore dotato di capacità paranormali, è abituato alle reazioni terrorizzate delle altre persone—delle donne, in particolare. Dopotutto, un uomo che riesce a controllare le menti altrui può provare una lady della propria virtù—senza che lei se ne renda assolutamente conto. Ma in sua presenza Leona non mostra traccia di isterismo. E’ un’esperta dell'arte dei cristalli, e riesce ad esercitare sull’ipnotizzatore un’attrazione decisamente… ipnotica. Ed è decisa a tenere per sè l’ambito cristallo che sono riusciti a recuperare, piantando in asso Thaddeus in una taverna malfamata di Londra.
Thaddeus, che è in missione per conto della Società Arcana, conosce il pericolo in cui Leona rischia di incorrere nascondendosi col cristallo. E’ un oggetto capace di generare un’energia spaventosa, e racchiude in sé un enorme potenziale di distruzione. Lord Delbridge ha già ucciso per impossessarsi del cristallo, che è la chiave per diventare membro di quella tenebrosa elite nota come il Terzo Cerchio. E, con l’aiuto di un cacciatore privo di scrupoli e dotato di capaciotà sovrannaturali— soprannominato dalla stampa il Mostro di Mezzanotte—Delbridge intende trovare Leona. Con il cristallo rubato nelle loro mani, il pericolo per Leona e Thaddeus è solo agli inizi.
Nota di MarchRose :
THE THIRD CIRCLE is the fourth of the Arcane Society novels, written under both the Amanda Quick (for the historical) and Jayne Ann Krentz ( for the contemporaries) names. Due to the mixed nature of this series, the reading order of the books is NOT the release order – the sequence of events is as follows :
1 - SECOND SIGHT, Book One – historical
2 - THE THIRD CIRCLE, Book Four – historical
3 - WHITE LIES, Book two – contemporary
4 - SIZZLE & BURN, Book Three – contemporary
Dark and intriguing mysteries, a touch of fantasy, a cleverly crafted story line, and a pragmatic but daring heroine…. Once again, a winner by a great author – highly recommended!
Setting: Victorian London
“THE THIRD CIRCLE is Amanda Quick at her mesmerizing best.“
GenregoroundReviews
“Arcane Society novels are… supremely addictive."
Booklist
THE THIRD CIRCLE è il quarto dei romanzi paranormali della Società Arcana, scritti dall’autrice sotto gli pseudonimi di Amanda Quick (gli storici) e Jayne Ann Krentz (i contemporanei). Due A causa di questa natura mista della serie, l’ordine in cui vanno letti i libri NON è quello di pubblicazione – la sequenza degli avvenimenti è questa :
1 - SECOND SIGHT, romanzo # 1 – storico
2 - THE THIRD CIRCLE, romanzo # 4 – storico
3 - WHITE LIES, romanzo # 2 – contemporaneo
4 - SIZZLE & BURN, romanzo # 3 – contemporaneo
Misteri oscuri ed affascinanti, un pizzico di fantasia, un intreccio narrativo disegnato con cura, and un’eroina pragmatica ma audace …. Un altro romanzo imperdibile da parte di questa grandissima autrice – ve lo raccomandiamo!
Ambientazione: Inghilterra Vittoriana
“In THE THIRD CIRCLE la bravura di Amanda Quick sarà capace di ipnotizzarvi!“
GenregoroundReviews
“I romanzi della Società Arcana danno un’incredibile dipendenza.”
Booklist
ESCE L'ULTIMO LIBRO DI Bonnie Vanak, THE SCORPION AND THE SEDUCER, EDIZIONI LEISURE
Bonnie Vanak 's LATEST BOOK, THE SCORPION AND THE SEDUCER, BY LEISURE
Jasmine Tristan was no stranger to the upper crust of English society. And yet, though adopted by a viscount, she was called the "Brown Scorpion" and knew the cruel sting of isolation. When her anger won out, her mother voiced fears. Was Jasmine truly bad at her core, like her sultan father from whom they'd fled? How could she be, when with Lord Thomas Claradon she'd known a moment of pure beauty? Their kiss had been scorching as a desert sun. But like a sandstorm, it was misdirecting: Thomas's mother's disdain and his loyalty to family and duty put him forever out of reach. Only a return to her birthplace, a quest to find her roots, would bring Jasmine the answer--and it would prove that true love could triumph over ignorance, passion over prejudice.
Jasmine Tristan era ben conosciuta dalla crema della buona società inglese. Eppure, benché fosse stata adottata da un visconte, veniva soprannominata “lo Scorpione Bruno” e conosceva la crudele sofferenza dell’isolamento. Quando la sua rabbia prese il sopravvento, sua madre . Jasmine era davvero malvagia dentro come il sultano suo padre? Come poteva esserlo, visto che con Lord Thomas Claradon aveva conosciuto un momento di bellezza purissima? Il loro bacio era stato ardente come il sole del deserto. Ma come una tempesta di sabbia, era rimasto senza una direzione precisa. Il disprezzo della madre e della famiglia di Thomas , e la sua lealtà alla famiglia e al dovere lo mettono definitivamente al di fuori della portata di Jasmine. Soltanto il ritorno alla sua terra natia e la ricerca delle proprie origini porterebbero a Jasmine la risposta – e proverebbero che il vero amore può trionfare sull’ignoranza, e la passione sul pregiudizio.
Nota di MarchRose
THE SCORPION AND THE SEDUCER, the sixth book in Vanak’s original Egyptian historical series, tells the story of the forbidden love between a wealthy English aristocrat and an "unacceptable" Egyptian beauty scorned by his family although she is the adopted daughter of a viscount. They embark on a daring adventure in Egypt where Jasmine hopes to learn who her natural parents are – while fleeing at the same time a mysterious assassin’s attempts on her own life!
"Vanak's Middle East-set stories captivate with their vivid backdrops, thrilling adventures, clever plots, unforgettable characters and a passion that matches the blazing heat of the sun." - Romantic Times Book Review
Setting: England + Egypt, 1890s.
THE SCORPION AND THE SEDUCER è il sesto romanzo storico ad ambientazione egiziana di quest’originale autrice, e racconta l’amore proibito tra un ricco aristocratico inglese ed una bellissima egiziana considerata “inaccettabile” e rifiutata categoricamente dalla famiglia di lui benché sia la figlia adottiva di un visconte. Insieme si lanceranno in un’audace avventura e partiranno per l’Egitto, dove Jasmine spera di scoprire chi sono i suoi veri genitori – ma allo stesso tempo dovrà sfuggire ad un misterioso assassino, che attenta addirittura alla sua vita!
"Le storie orientali della Vanak catturano l’attenzione con vividi scenari, avventure elettrizzanti, le trame appassionanti, personaggi indimenticabili e passioni brucianti quanto il calore incandescente del sole."
- Romantic Times Book Review
All avid readers have one common problem: what to do with old books? How to get rid of them to make room for new books?
Today Internet provides several ways to do that – for free, of course. Many of us bloggers know them and use them regularly. In this series of articles we’ll describe you these systems, hoping you might find one or more of them suitable to your needs.
Tutte le persone amanti della lettura hanno lo stesso problema: che fare dei libri vecchi ? Come si fa a sbarazzarsene e a fare spazio per i libri nuovi?
Oggi Internet offre diverse soluzioni a questo problema – soluzioni gratis, ovviamente. Parecchie di noi bloggers le conoscono e le usano regolarmente. In questa serie di articoli vi descriveremo questi sistemi, sperando che riusciate a trovarne uno, o più di uno, che faccia per voi.
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Bookmooch uses an ingenious “points” system. Each time you add a book to your inventory you win 0.1 point and every time you send a book out you win 1 point if it's to your country or 3 point if it's to a foreign country.
Whenever you want to request a book you have to give 1 point if it's from a moocher in your country or 2 points if it's from abroad. Easy isn't it? To start getting books just add 10 books you want to get rid of and you'll be able to mooch a book that it's available in your country.
Cosa fare se si vede un libro interessante nella lista dei libri che un’altra persona è pronta a cedere, ma se non si ha niente da offrirle in cambio?
Se vi trovate spesso in questa situazione, la soluzione perfetta per i vostri problemi potrebbe essere Bookmooch.
Bookmooch ( http://it.bookmooch.com/ ) è un sito per lo scambio di libri, dove potete caricare l’elenco dei libri che non volete più tenere e trovare nuovi libri da leggere.
Bookmooch utilizza un ingegnoso sistema a “punti”. Per ogni libro caricato nell’elenco, guadagnate 0.1 punti. Ogni volta che spedite un vostro libro a qualcuno, guadagnate 1 punto se è qualcuno che vive nel vostro paese, cioè l’Italia, oppure 3 punti se vive all’estero.
Quando volete chiedere un libro a qualcuno, dovete spendere 1 punto se lo chiedete a qualcuno che sta nel vostro paese, oppure 2 se è qualcuno che vive all’estero. Facile, no? Per iniziare a procurarsi dei libri, basta che vi registriate, facciate una lista 10 libri di cui volete sbarazzarvi, e avrete già guadagnato 1 punto, che potete usare subito per chiedere a qualcuno che sta nel vostro paese di mandarvi uno dei suoi libri.
For me Bookmooch is a very helpful site in two different ways. It's a way to get rid of books I no longer want and it's also a way to get new ones without the problems of trading one on one where if you have to find something interesting in the other trader's list or vice versa. With Bookmooch your books are available to thousands of people and each time you send one out you get points to mooch some of the many books available from all over the globe. On the other hand it allows me to have an updated wishlist always available online with alerts each time one of them is available. The wish list alerts are not sent to everyone at the same time but one every 4 hours to a different person.
Secondo me Bookmooch è un sito molto utile sotto due aspetti. E’ un modo per sbarazzarmi dei libri che non mi interessa tenere, ed è anche un modo di procurarmi nuovi libri senza il problema che c’è spesso negli scambi con le altre persone, cioè di trovare qualcosa che mi interessi nella loro lista. Con Bookmooch i vostri libri sono a disposizione di migliaia di persone e ogni volta che ne spedite uno, guadagnate dei punti che potete usare in seguito per richiedere uno qualsiasi dei tanti libri sparsi in giro per il mondo. D’altra parte, Bookmooch mi permette di creare una “lista dei desideri” (wishlist) sempre disponibile on-line, che mi avverte con un messaggio ogni volta che uno dei libri che cerco è disponibile. I messaggi non vengono mandati a tutti quanti contemporaneamente, ma ogni 4 ore ne viene mandato uno a una persona diversa.
BookMooch is free: there are no fees to join or to swap books, your only cost is the postage to send your books to others.
If you're worried about spending too much money for mailing books you can set your account in 3 different ways: Worldwide, Ask First (so you can check shipping amounts before accepting) and Only to My Country where your books will only be requested (or mooched) by other members in your country.
BookMooch è gratis: non bisogna pagare nulla né per iscriversi né per scambiare libri con gli altri utenti, si pagano solo le spese postali per spedire i libri alle altre persone.
Se vi state preoccupando perché avete paura di spendere troppo per le spedizioni dei libri, tenete presente che potete impostare il vostro account in tre modi diversi: Spedizioni in tutto il mondo, Chiedere prima ( così prima di accettare una richiesta di spedizione, potete verificare quanto vi costerà ), La Mia Nazione specificando che i libri possono essere spediti soltanto nella vostra nazione cioè in Italia.
And if you're in doubt about joining Bookmooch try this: add your wish list to the site and see how many of the books you want are available at the moment. If you find several maybe it's time to set up your inventory and start mooching away!
E se avete dei dubbi sul fatto di registrarvi su Bookmooch fate una prova: caricate la lista dei libri che desiderate sul sito, e vedete quanti sono disponibili in questo momento. Se ne trovate un buon numero, forse è arrivato il momento che creiate il vostro archivio e cominciate a fare scambi!
ESCE IN LIBRERIA DARK LOVER (Dark Lover) di J.R. Ward, ORIGINALE EUROCLUB
È pericoloso e affascinante: è il suo primo uomo ed è l’ultimo re dei vampiri...
A Caldwell, vicino a New York, ci sono i vampiri, ma non sono malvagi. Sono gli ultimi superstiti di un’antica stirpe e combattono i lesser, uomini che hanno venduto l’anima al perfido Omega, diventando assassini senza pietà. Come tutti a Caldwell, anche Beth Randall, giovane e bella giornalista, ignora questa realtà. Un giorno, indagando su un fatto di cronaca, s’imbatte in Wrath: il suo fascino tenebroso e il suo sguardo magnetico catturano Beth che, per la prima volta in vita sua, si lascia andare all’amore. Ma nella bruciante passione con quell’uomo si annida un’ombra: qualcosa di oscuro e pericoloso, che la attira in modo irresistibile...
*** AAR Deser Island Keeper ***
*** 2007 Top Ten Paranormal and Time Travel Romance ***
nota di Naan: con Dark Lover approda a sorpresa in Italia una delle serie paranormali più amate d'oltreoceano, The Black Dagger Brotherwood, La Fratellanza della Daga Nera. In poco più di due anni J.R. Ward ha pubblicato cinque romanzi che hanno letteralmente spopolato e a giugno di quest'anno negli Stati Uniti uscirà il sesto.
Con Dark Lover conosceremo "La Fratellanza", un gruppo di temibili vampiri guerrieri impegnati in una guerra per la salvaguardia della loro specie, una guerra che però non conducono contro gli umani, tra cui vivono in incognito, ma contro i servitori di una divinità che rappresenta il male puro, l'Omega, che è deciso a sterminarli a sfregio della divinità che li ha creati, La Vergine Scriba. Conoscerete Wrath, l'ultimo vampiro purosangue ancora in vita sul pianeta, Vishous, il più letale, Zsadist e Phury, i gemelli, Rhage, Tohrment... insieme alle donne speciali che li faranno innamorare uno dopo l'altro, e non potrete fare a meno di sentivi catapultate nel loro mondo e di rimanerne affascinate.
Ambientazione : contemporanea -- Caldwell, New York
Livello di sensualità : hot (bollente)
La serie è così composta: DARK LOVER, storia di Wrath; LOVER ETERNAL, storia di Rhage; LOVER AWAKENED, storia di Zsadist; LOVER REVEALED, storia di Butch; LOVER UNBOUND, storia di Vishous; LOVER ENSHRINED, storia di Phury (in uscita a giugno)
Non mi resta che augurarvi: buona lettura! e per chi vuole un assaggio... rimanete sintonizzate con noi ;-)
ESCONO IN EDICOLA "I ROMANZI" DI ARNOLDO MONDADORI EDITORE DI GIUGNO
Siamo felici di potervi presentare le covers, i riassunti e i titoli originali delle uscite della collana “I Romanzi “ di Mondadori per il mese di giugno 2008, e un’anticipazione dei titoli dei romanzi previsti per il prossimo mese di luglio 2008.
Per ogni romanzo abbiamo indicato l'ambientazione e il grado di sensualità: per quest'ultimo trovate le spiegazioni a sinistra sotto le categorie.
Ringraziamo di cuore Mondadori per la disponibilità e la preziosa collaborazione.
Vi ricordiamo anche che, se vi iscrivete alla nostra newsletter (basta cliccare sul tasto che trovate qui a sinistra, e rispondere sempre ok alle domande), riceverete un’email che vi avviserà ogni volta che pubblichiamo i posts mensili sulle uscite RM, così come gli articoli più significativi del nostro blog (le interviste alle autrici, gli interventi degli editori, e simili).
815. Candice Hern - Ancora un'Avventura (Just One of Those Flings)
Da una passione dietro la maschera a un amore alla luce del sole
Galeotto è un ballo in maschera: nei panni di diana cacciatrice, lady Beatrice Somerfield ritrova i piaceri dimenticati dopo la morte del marito. La preda? Gabriel Loughton, affascinante e misterioso marchese di Thayne. Dopo otto anni trascorsi in India, è lui l’uomo che tutte le debuttanti d’Inghilterra vorrebbero come marito.
**** romanzo vincitore del premio National Readers Choice Award per la categoria Romanzi Storici ****
Ambientazione: Inghilterra 1800 ( periodo Regency )
Grado di sensualità: caldo (warm)
Nota di MarchRose : E’ il secondo romanzo della serie delle “Vedove allegre” (“Merry widows”), così costituita:
1 - L'EMOZIONE DI UNA NOTTE (In the Thrill of the Night) - trovate la trama qui http://romancebooks.splinder.com/post/14415096
2 - ANCORA UN'AVVENTURA (Just One of those Flings)
3 - Lady be bad
Date le numerose richieste delle lettrici, la Hern ha recentemente deciso di dedicare ad una quarta Vedova Allegra un racconto, che sarà intitolato "From This Moment On", incluso nell’antologia It Happened One Night ( a cui oltre alla Hern partecipano anche Stephanie Laurens, Jacquie D’Alessandro e Mary Balogh), che verrà pubblicata nel prossimo mese di settembre 2008.
Il filo conduttore dei tre romanzi delle Vedove Allegre è sicuramente audace: infatti si parla di tre amiche, tutte e tre rispettabilissime vedove benestanti, dedite a opere di carità e beneficenza, che però rifiutano categoricamente di sposarsi di nuovo perché così perderebbero la propria indipendenza sociale ed economica e diventerebbero soggette al volere dei loro mariti. Non per questo, però, le tre amiche vogliono rinunciare alle gioie della vita – e quindi decidono di darsi da fare e aiutarsi tra di loro per trovare discretamente degli amanti “adatti”. E quando si ritrovano, ovviamente, così come spesso succede tra amiche, le signore chiacchierano amabilmente tra di loro dei fatti della giornata: i balli che stanno organizzando, le iniziative benefiche e, ovviamente, le loro “esperienze” in fatto di uomini… Non a caso l’autrice ha così definito questa serie: “Sex and the City incontra Almack's !”
ANCORA UN'AVVENTURA sicuramente è un libro che farà discutere.
Beatrice, Lady Somerfield, infatti, ha 35 anni incontra durante un ballo un uomo mascherato da marana, e con lui ha un torrido incontro in giardino, una rapida avventura di una notte insomma ( un “fling”, come si dice in inglese ). Ma il caso vuole che l’uomo sia Gabriel, l’affascinante Marchese di Thayne da poco ritornato in Inghilterra dopo otto anni di soggiorno in India, che si è ripromesso di sposarsi prima di compiere trent’anni e che – guarda caso – viene considerato come un possibile partito proprio per la nipote di Beatrice … Chi sceglierà, secondo voi, il bel marchese? L’incantevole debuttante che è l’idolo del ton londinese, oppure la dama misteriosa e sensuale che gli ha regalato pochi, ma indimenticabili momenti di passione?... voi che ne dite? ;-)
816. Lorraine Heath - Amore per Sempre (Promise me Forever)
In quell’affascinante nobiluomo ritroverà il ribelle che aveva amato.
Sotto il cielo delle grandi praterie, Tom giura a Lauren amore eterno. La ragazza però è presto costretta a lasciare il Texas per stabilirsi con la famiglia in Inghilterra. Gli anni passano ma Tom non dimentica la promessa, finché scopre di aver ereditato da un lontano cugino il titolo di conte di Sachse. e il suo trasferimento a Londra avrà un solo scopo: ritrovare Lauren e farla sua per sempre.
**** Vincitore nel 2006 del premio Romantic Times per Miglior Romanzo Storico ambientato nelle Isole Britanniche ****
Ambientazione: 1880 circa, Inghilterra
Grado di sensualità : caldo (warm)
Nota di MarchRose : Si tratta del terzo ed ultimo romanzo della trilogia dei “Lords perduti” ( Lost Lords ), che include:
1 - DESIDERIO - As An Earl Desires - protagonisti Camilla, Contessa di Sachse + Archie Warner
2 - A Matter of Temptation - protagonisti Victoria Lambert + Robert Hawthorne
3 - AMORE PER SEMPRE - Promise Me Forever – protagonisti Tom Warren, Conte di Sachse + Lauren Fairfield
Questa trilogia è piuttosto complessa, perchè vi appaiono personaggi e riferimenti tratti da altre serie della Heath, ovvero le due serie “Daughters of Fortune” e “Rogues in Texas”.
Infatti Lauren, eroina di questo AMORE PER SEMPRE, è la figlia di Elizabeth Fairfield, che è protagonista di Never Marry a Cowboy insieme a Christopher “Kit” Montgomery, Visconte di Wyndhaven e futuro Conte di Ravenleigh, ed in quel libro già si vede Lauren flirtare con Tom. Tom fa anche un’apparizione in DESIDERIO (As an Earl Desires), che a sua volta racconta la storia di Camilla e Archie, che si sono conosciuti in UN AMORE SCANDALOSO (Love With a Scandalous Lord).
Quindi, se si vuole rispettare non l’ordine di uscita originaria dei libri delle serie, ma la sequenza cronologica degli avvenimenti, l’ordine di lettura corretto sarebbe:
Never Marry a Cowboy ( serie: Rogues in Texas #3)
UN AMORE SCANDALOSO - Love With a Scandalous Lord ( serie: Daughters of Fortune #3 )
DESIDERIO - As An Earl Desires ( serie: Lost Lords #1 )
AMORE PER SEMPRE - Promise Me Forever ( serie: Lost Lords #3 )
Tuttavia, come dichiara la Heath stessa, i suoi romanzi sono leggibili senza problemi ciascuno per conto suo, per cui non preoccupatevi troppo se ne avete perso qualcuno, o se altri non sono ancora stati tradotti: riuscirete a seguire lo stesso il filo della storia.
I tre “Lords perduti” della Heath hanno sì acquisito un titolo nobiliare abbastanza di recente, ma nel cuore sono ben lontani dall’aver raggiunto il calmo distacco dei tipici aristocratici inglesi – ed il legame tra Tom e Lauren, ritrovatisi in Inghilterra molti anni dopo essersi conosciuti ed innamorati in Texas, quand’erano poco più che ragazzi, è romantico ed appassionato. L’amore di Tom e Lauren è fatto di emozioni e tenerezza: AMORE PER SEMPRE non è un libro fatto per chi ama le avventure, i colpi di scena e le “tinte forti”, ma sarà sicuramente apprezzato da chi vuol leggere una storia dolce, capace di arrivare dritto al cuore.
817. Lisa Kleypas - L'Amante di Lady Sophia (Lady Sophia's Lover)
L’incertezza dell’inganno, la forza dell’amore
Sir Ross Cannon, riservato e ascetico, è il celebre capo degli agenti di Bow street. eppure, Lady Sophia Sydney, certa che sia lui ad avere causato la morte di suo fratello, è decisa a smascherarlo. si fa quindi assumere come sua assistente, per sedurlo e poi rovinarlo. Ma vivere a stretto contatto con Ross fa vacillare le certezze e i sentimenti della donna, gettando nuova luce sulla realtà. in tutti i sensi...
*** All About Romance DIK ( Desert Isle Keeper ) ***
Ambientazione: Inghilterra, 1830 circa
Grado di sensualità : bollente (hot)
Nota di MarchRose : E’ il secondo romanzo della trilogia degli “Agenti di Bow Street” (Bow Street Runners), così costituita:
1 - TI AMERO' PER SEMPRE (Someone to Watch over Me) – ne trovate la trama qui http://romancebooks.splinder.com/post/16029622
2 - L'AMANTE DI LADY SOPHIA (Lady Sophia’s Lover)
3 - Worth Any Price
Gli Agenti di Bow Street, che sono stati i precursori di Scotland Yard e della polizia come istituzione, hanno una parte importante nelle tre storie, e ne costituiscono il filo conduttore.
Come anticipatovi qualche mese fa in occasione della pubblicazione del primo libro della trilogia, i tre romanzi sono strettamente collegati tra di loro e vi appaiono a più riprese gli stessi personaggi: difatti in Sir Ross è già apparso in TI AMERO' PER SEMPRE, mentre in L'AMANTE DI LADY SOPHIA farete la conoscenza di Nick Gentry, che sarà il protagonista del terzo romanzo della serie cioè Worth Any Price. Quindi, fate attenzione a non perdere nessuna di queste tre uscite!
L'AMANTE DI LADY SOPHIA è piaciuto tantissimo a quelle di noi che l’hanno già letto in originale. Come resistere al fascino magnetico Sir Ross Cannon, il magistrato di Bow Street, che come molti eroi della Kleypas ha scelto di lavorare per vivere pur essendo ricco e di ottima famiglia, e addirittura sacrifica la propria vita privata sull’altare del dovere - un uomo così serio e riservato in superficie quanto appassionato e sexy quando lo si incontra, diciamo così, a distanza ravvicinata? ;-)
Se non temete di sciuparvi la sorpresa, potete farvi un’idea di questo romanzo, senz’altro uno dei più appassionanti e sensuali mai scritti da Lisa Kleypas, dando un’occhiata allo spoiler di MarchRose: http://romancebooks.splinder.com/post/8231325
oppure leggendo la recensione di Tyroncris: http://romancebooks.splinder.com/post/8691633
Oppure, meglio ancora, aspettate qualche giorno, continuate a seguirci e vedrete che avremo una fantastica sorpresa per voi….
Nel frattempo, non possiamo che quotare le parole dell’autrice della recensione di All About Romance: “Benchè sappia che Sir Ross non è una persona vera, sono profondamente grata all’autrice per avermi permesso di immaginare, almeno per qualche ora, che potrebbe esistere davvero.”
818. Anna Campbell - Il Cuore di una Cortigiana (Claiming the Courtesan)
“Anna Campbell è una nuova e sorprendente autrice di romance.” - Lorraine Heath
Justin, duca di Kylemore, bello, ricco e potente, è finalmente riuscito a conquistare le grazie della splendida cortigiana Verity. ma solo per un anno e in cambio di una cospicua somma di denaro. Al termine di quel periodo, l’elusiva Verity, che fino a quel momento aveva incarnato ogni sua fantasia, lo abbandona. Ferito nell’orgoglio, Justin la segue fino in Scozia senza curarsi dell’ostilità che lo circonda.
**** Vincitore del premio Romantic Times Reviewers' Choice 2007 per il Miglior Romanzo Storico d’Esordio ***
Ambientazione: Inghilterra, Londra + Highlands scozzesi, 1825
Grado di sensualità : bollente (hot)
Nota di MarchRose : Ecco un romanzo che ha spaccato in due critici e lettori. Se da una parte infatti ha appena vinto il premio assegnato da Romantic Times 2007 al Miglior Romanzo Storico d’Esordio, ed è uno dei candidati per il premio RITA 2008 nella categoria del Miglior Romanzo Regency, dall’altra All About Romance lo penalizza con un misero D ( in una scala da 1 a 10, sarebbe un’insufficienza intorno al 5, all’incirca ), Romance Reader con solo 2 cuori su 5 ( quindi insufficiente ) e con le due mitiche Jane di DearAuthor non si va oltre il C, cioè una stentata sufficienza.
Come si spiega tanta differenza tra i giudizi?
Il cuore di una cortigiana è un romanzo-shock, dove l’autrice per catturare l’attenzione dei lettori affronta un tema audace (=l’uomo che si vendica dell’abbandono della sua ex amante, che ha un passato di prostituta, la sequestra e ne forza la sottomissione, per poi rimanerne a sua volta soggiogato), con piglio disinibito, linguaggio molto moderno ( nell’originale inglese non mancano termini volgari e le allusioni esplicitamente sessuali) e grande abbondanza di scene “bollenti”.
Se quindi alcune lodano il coraggio dell’autrice, che affronta il romance storico in modo sicuramente originale e porta una ventata d’aria nuova in un genere piuttosto stanco, altre invece si sono sentite offese dalle varie scene di seduzione forzata ( “lo stupro è stupro, e amare non significa soggiogare”, per usare le parole di alcuni critici), e soprattutto hanno detestato cordialmente Justin, il protagonista, per la sua brutalità e morbosità.
Adesso, sta a voi dire la vostra!
Eleanor, vedova per la seconda volta e in fuga dai parenti del marito, trova rifugio tra le mura del
castello di Kinfairlie. Ma le ombre del passato la costringono a continue menzogne, impedendole di aprirsi alla gentilezza del padrone di casa, l’affascinante Alexander. Solo quando la vita di Alex sarà in pericolo, Eleanor non esiterà a usare le proprie pozioni per salvare un amore nel quale anche lei sa di credere.
Ambientazione: Scozia, 1421
Grado di sensualità: caldo (warm)
E’ il terzo ed ultimo romanzo della trilogia dei “Gioielli di Kinfairlie” (Jewels of Kinfairlie), che è così composta:
1 - CONTESA D'AMORE (The Beauty Bride) – protagonisti: Madeline di Kinfairlie + Rhys FitzHenry
2 - LA MAGIA DELLA ROSA ROSSA (The Rose Red Bride) - protagonisti: Vivienne di Kinfairlie + Erik Sinclair
3 - LA CANDIDA SPOSA (The Snow White Bride) - protagonisti: Alexander Lammergeier, il Laird of Kinfairlie + Eleanor
Per quanto LA CANDIDA SPOSA si legga abbastanza bene anche da solo, per apprezzarlo al meglio sarebbe preferibile rispettare la sequenza originale della saga.
Chi si fosse perso il primo romanzo, comunque, può leggerne qui la recensione di Naan: http://romancebooks.splinder.com/post/14102563
mentre qui potrete trovare le informazioni sulla trama del secondo: http://romancebooks.splinder.com/post/14810527
La Delacroix aveva progettato di scrivere altri romanzi ambientati nella Scozia medievale e di continuare alcuni spunti della trama di questa saga: ma ha abbandonato per il momento il progetto, perchè ha cambiato casa editrice. Quindi preparatevi, purtroppo alcune cose resteranno in sospeso ( ad esempio, il destino di Rosamunde, la compagna di Tynan ) fino a chissà quando.
LA CANDIDA SPOSA contiene meno elementi fantastici e paranormali dei primi due romanzi: qui l’attenzione è concentrata soprattutto sull’idea del “chi la fa, l’aspetti”. In effetti Alexander Lammergeier, il Laird of Kinfairlie, è così fiero di essere riuscito a … sbarazzarsi delle sue due sorelle, cioè Madeline e Vivienne, trovando loro marito che alle due ragazze adesso sembra giusto ricambiargli il “favore” e darsi da fare per scegliergli una moglie! Soprattutto perché così gli impediranno, almeno per un po’, di maritare le altre sorelle che sono ancora molto giovani… E la loro scelta ricade sulla bellissima e misteriosa Lady Eleanor, che pur sognando segretamente amore e passione è convinta che gli uomini siano interessati a lei solo per le sue ricchezze, ed è quindi ben decisa a tenere per sé tutti i propri pericolosi e oscuri segreti. Riuscirà Lady Eleanor ad arrivare a fidarsi di Alexander, che sembra aver perso completamente la testa per lei, prima che sia troppo tardi per la sua salvezza, e per quella di tutta Kinfairlie?
40. Lucy Blue - Il Cavaliere del Diavolo (The Devil's Knight)
Tristan DuMaine, cavaliere normanno, fa ritorno al castello di famiglia. Sotto forma di vampiro. Tristan ha un’unica ossessione: vendicarsi di Siobhan, la bellissima guerriera sassone che è stato costretto a sposare. Eppure, in un mondo di barbarie e violenza, al di là dell’odio implacabile Tristan e Siobhan scopriranno di essere destinati ad amarsi per l’eternità.
Ambientazione: Britannia normanna, epoca medioevale
Grado di sensualità: bollente (hot)
Nota di MarchRose : Vi piacciono i vampiri? bene, questo romanzo fa per voi!
Il cavaliere del diavolo è il secondo romanzo dell’affascinante trilogia medievale -paranormale "Bound in Darkness", così composta:
Questa trilogia va letta al completo e seguendo l’ordine dei romanzi, perché ha un filo conduttore ben preciso, cioè la ricerca del "calice" capace di trasformare di nuovo i vampiri in esseri umani. Così come Simon, il Templare protagonista del primo romanzo IL BACIO DELLA TENEBRA, anche il cavaliere normanno Tristan DuMaine è diventato infatti un vampiro suo malgrado – proprio per colpa di Simon.
Il Medioevo di Lucy Blue è molto crudo, aspro e spesso violento – così come è senza freni la passione tra Simon, l’implacabile guerriero ormai stanco di lottare, e la ribelle Siobhan. Quindi, vi avvisiamo: se vi piacciono le trame di amore/odio, e se sangue a fiumi & canini sguainati non vi spaventano, adorerete questo romanzo – ma state alla larga, se le “tinte forti” non fanno per voi !
Uscite del prossimo mese - Luglio 2008:
I Romanzi
819. Lisa Jackson - Lusinghe d'amore (Temptress)
820. Samantha Saxon - Lady Enigma (The Lady's Code)
821. Eloisa James - Baciami, Annabel (Kiss Me, Annabel)
822. Mariangela Camocardi - Una seconda occasione
I Romanzi Oro
65. Elizabeth Boyle - Dietro la maschera (Brazen Heiress)
66. Betina Krahn - Un romantico equivoco (The Perfect Mistress)
I Romanzi Passione
13. Johanna Lindsey - Prigioniero del desiderio (Prisoner of My Desire)
14. Lisa Kleypas - All'improvviso, tu (Suddenly You)
Maybe not everybody knows that Jocelyn Kelley is Jo Ann Ferguson's pseudonym for her latest historical romances, the Ladies of St. Jude Abbey series and the new Nethercott Tales series which tells the stories of three very special sisters who are determined to prove ghosts’ existence.
Jo Ann Ferguson is a very appreciated author who in her twenty years of writing career has written an incredible number of novels and short stories, many of which have been honored with award nominations from Pearl, ROMY, Romantic Times, Rom/Con and Affaire de Coeur magazine. Two of her regencies, "The Counterfeit Count" and "A Christmas Bride", have been bestowed the ARTemis Award by the Romance Writers of America Association.
Jo Ann is not only a fiction author, indeed she started her career writing nonfiction. She contributed to an encyclopedia of the English Recency period publish by Garland Press, and served as a co-editor for all three editions of the New England Chapter's "Now That You've Sold Your Book... What Next?".
Jo Ann has served Romance Writers of America on both local and national level, as president as well as a director and vice president, and for her volunteer work she was given RWA's highest honor, the Emma Merritt National Service Award.
She was awarded a Massachusetts Art Grant to teach creative writing and established several creative writing courses at Brown University. Many of her students have gone on to publishing careers of their own.
She lives in Massachusetts, with her favorite hero – her husband, Bill – and their children and two cats.
Jocelyn will answer to all your questions and will give away a set of the four Ladies of St. Jude's Abbey to one reader among those who will partecipate. So don't forget to sign your comment with your name or nick.
Forse non tutti sanno che Jocelyn Kelley è lo pseudonimo con cui Jo Ann Ferguson ha iniziato a firmare recentemente i suoi romance ad ambientazione storica, la quadrilogia dedicata alle Dame dell'Abbazia di St. Jude, e la nuova serie intitolata Nethercott Tales, dedicata a tre sorelle molto speciali decise a provare l'esistenza dei fantasmi.
Jo Ann Ferguson è un'apprezzata autrice con alle spalle vent'anni di carriera e all'attivo un numero incredibile di romanzi e novelle, molti dei quali hanno ricevuto nominations a premi quali Pearl, ROMY, Romantic Times, Rom/Con e Affaire de Coeur magazine. Due suoi Regency Tradizionali, "The Counterfeit Count" e "A Christmas Bride" sono stati insigniti del premio ARTemis dall'associazione Romance Writers of America.
Jo Ann non è solo autrice di fiction, infatti ha iniziato a scrivere proprio dalla nonfiction. Ha contribuito a un'enciclopedia sul periodo Inglese Regency, pubblicato da Garland Press, a ha collaborato come co-editore a tutte e tre le edizioni del "New England Chapter's Now That You've sold your book... what next?" .
E' stata attivo membro della Romance Writers of America, sia a livello locale che nazionale, ricoprendo mansioni di presidente, direttrice e vice presidente, e per il suo lavoro è stata premiata con l' Emma Merritt National Service Award, l'onoreficenza più elevata del RWA.
E' stata premiata con un Art Grant del Massachusetts per insegnare scrittura creativa e ha fondato molti corsi di scrittura creativa alla Brown University. Molti dei suoi studenti hanno fatto carriera come scrittori.
Vive nel Massachussetts con il suo eroe - suo marito Bill - i figli e due gatti.
Jocelyn risponderà a tutte le vostre domande e darà in regalo il set di quattro libri della serie Dame dell'Abbazia di St. Jude a una lettrice sorteggiata tra tutte coloro che interverranno. Quindi non dimenticate di firmarvi, con un nome o uno pseudonimo, per farvi riconoscere!
Interview / Intervista
1- Would you like to make a little introduction about yourself, your life and career, and your passions for writing? How did you start writing?
I started writing when I was a child. My first novel was written in high school. It was 600 single spaced pages. I never sent it out, but it showed me I could write a complete book.
As for the facts, I am married and have three children. My youngest, Marianne, has been working on a ms with me which we hope to be sending to my agent soon. My only career before I became a writer (and a wife and mother) was as an officer in the US Army. I was a quartermaster officer, which means I was involved in logistics. It was a great experience which helped me understand my military heroes and heroines. I sold my first books in 1987. The first one came out in spring 1988, so I'm celebrating 20 years as a published author.
1- Vorresti fare una piccola introduzione su di te, sulla tua vita e carriera, e sulla tua passione per la scrittura? Come hai iniziato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere da bambina. Il mio primo romanzo era un tomo di 600 pagine che ho scritto quando frequentavo le scuole superiori. Non l'ho mai mandato a nessun editore ma mi ha fatto capire che potevo scrivere un libro completo.
Per quanto riguarda la mia biografia, sono sposata e ho tre figli. La più giovane, Marianne, sta lavorando come me su un manoscritto che speriamo di mandare presto al mio agente. La mia sola carriera prima di diventare scrittrice (e una moglie e una madre) è stata negli uffici dell'esercito degli Stati Uniti. Ero un ufficiale commissario, il che significa che mi occupavo di logistica. E' stata una grande esperienza che mi ha aiutato a comprendere i miei eroi e le mie eroine del mondo militare. Ho venduto il primo romanzo nel 1987. Mi fu pubblicato il primo libro nella primavera del 1988, quindi quest'anno festeggio venti anni di carriera come autrice pubblicata.
2- In the first part of your writing career you wrote many traditional regencies, then you apparently abandoned the genre, and now surprisingly ( for us readers, at least ) you’re back on the shelves with a new trad. How is that ? Several publishers recently stopped their series devoted to trads ( one name for all, Zebra Regency ) and it would seem that this genre is loosing popularity more and more – see for instance the results of last AAR reders’ poll. What’s your opinion about that?
Actually I started out writing historical romances. I published six with Tudor Publishing, then turned to traditional Regencies when Tudor was no longer publishing historicals. I never abandoned traditional Regencies, but when Zebra Regency closed along with Signet Regency, I had to wait for a new publisher who wanted traditional Regencies. I have been writing paranormals (as J.A. Ferguson) for ImaJinn Books (www.imajinnbooks.com) for several years, and when they announced their Forever Regency line, I saw the chance to write more for my loyal fans who had been asking for them. Marry Me, Millie is the third book in the Dunsworthy Brides trilogy that Zebra Regency started publishing before the line closed.
The traditional Regency market is very small, but the readers are very devoted. They buy all or most of the books that come out each month. It is a niche market, better suited to smaller publishers who can afford to focus on books for smaller markets. When the Zebra Regency line closed, I was inundated with letters asking about the third book in the trilogy as well as if I intended to write more books in my Regency romantic mystery series with Lady Priscilla Flanders and Sir Neville Hathaway. Right now I'm working on the next book in that series -- Gentleman's Master -- which ImaJinn will be publishing.
2- Nella prima parte della tua carriera hai scritto una quantità enorme di regency tradizionali, poi sembrava che avessi abbandonato il genere, e invece a sorpresa ( per noi lettrici, almeno ) esce il tuo ultimo regency ( a completamento della trilogia Dunsworthy ). Come mai? Alcune case editrici specializzate in regency tradizionali, come per esempio la Zebra Regency, hanno sospeso le pubblicazioni di questo genere e sembra che stia perdendo sempre più popolarità – v. ad esempio i risultati dell’ultimo sondaggio tra i lettori condotto da All About Romance. Tu cosa ne pensi?
A dire il vero ho iniziato a scrivere romance storici. Ne ho pubblicato sei con la Tudor Publishing, poi sono passata ai Regency tradizionali quando la Tudor ha smesso di pubblicare storici. Non ho mai abbandonato completamente i Regency tradizionali, ma quando la Zebra Regency ha chiuso, seguita a ruota dalla Signet Regency, ho dovuto aspettare di trovare un nuovo editore interessato ai Regency tradizionali. Da molti anni scrivo romance paranormali (come J.A. Ferguson) per la ImaJinn Books (www.imajinnbooks.com), e quando hanno annunciato la nascita della nuova collana Forever Regency, ho avuto l'occasione di scrivere ancora per tutte quelle fedeli lettrici che hanno continuato a chiedermelo. Marry Me, Millie è il terzo libro della trilogia Dunsworthy Brides (Le Spose Dunsworthy) che la Zebra aveva iniziato a pubblicare prima di chiudere i battenti.
Il mercato dei Regency tradizionali è molto ristretto, tuttavia ha lettrici molto affezionate, che comprano praticamente quasi tutti i libri che escono ogni mese. E' un mercato di nicchia, che si adatta meglio a piccoli editori che possono permettersi di concentrarsi su libri per un pubblico ristretto. Quando la collana Zebra Regency ha chiuso, sono stata inondata da lettere che mi chiedevano notizie del terzo libro di questa trilogia e se intendevo continuare a scrivere altri romanzi della mia serie Regency mistery dedicata a Lady Priscilla Flanders e Sir Neville Hathaway. In questo momento sto lavorando proprio a un libro di quella serie - Gentleman's Master - che verrà pubblicato dalla ImaJinn.
3- You are now using two different names to publish your books, one for your medieval and paranormal historicals ( Jocelyn Kelley ), one for your other regency historicals, fantasy romances and contemporaries ( Jo Ann Ferguson ). Why have you decided to split your identity as a writer in different personas? Is it an experiment of some kind, or a specific publishers' demand ?
I have more than two names <g> I wrote a Regency novella years ago as Rebecca North, the name I planned to use for traditional Regencies, but a mistake on my first book's cover left my real name on it, so I continued with that. I wrote two quilting historicals for Berkley as Joanna Hampton. J.A. Ferguson is my name for ImaJinn paranormal romances, and Jo Ann Brown is the name I use for the inspirational market. I have tried to use different names to separate the different types of books.
Jocelyn Kelley came into being because my editor at NAL wanted to keep my Ladies of St. Jude's books with their high adventure and rollicking romance separate from my traditional Regencies. As I agreed, the name was put on the book covers.
3- Stai usando attualmente due nomi diversi per pubblicare i tuoi libri, uno per i romanzi medievali ed i paranormali storici ( Jocelyn Kelley ), l’altro per i romanzi storici di ambientazione regency, i fantasy romance e i contemporanei ( Jo Ann Ferguson ). Perché hai deciso di crearti due identità separate come scrittrice? Si è trattato di una sorta di esperimento oppure di specifiche esigenze editoriali?
A dir la verità ho più di due nomi! Ho scritto un racconto Regency anni fa come Rebecca North, lo pseudonimo che progettavo di usare per i Regency tradizionali, ma a causa di un errore sulla copertina del mio primo libro venne lasciato il mio vero nome, così andai avanti con quello. Ho scritto due "Quilting Storici" (si tratta di una serie di romanzi accomunati dal fatto che le eroine cuciono trapunte) per la Berkley come Joanna Hampton.
J.A. Ferguson è il nome che uso per i romance paranormali pubblicati dalla ImaJinn, e Jo Ann Brown è quello che uso per il mercato inspirational. Ho provato a usare nomi diversi per separare i differenti tipi di libri.
Jocelyn Kelley è nato perchè il mio editore della North American Library voleva tenere i libri delle mie Dame dell'Abbazia di St. Jude, con la loro componente avventurosa e briosa, separati dai miei Regency tradizionali. E poichè ho accettato il nome è stato messo sulle copertine.
4- Can you tell us a bit more about your inspirational romances? Perhaps surprisingly for you, this genre is nearly unknown in Italy. Why are they so appreciated by American readers, in your opinion?
I'm certainly no expert on these books because I'm so new to the field. I have only a single inspirational romance in print. It's the novelization of the movie (coming late 2008) Thomas Kinkade's Home for Christmas. The movie is a gentle, family-oriented movie, but I was asked to add faith elements to the story to match the other series of novels with his name: Cape Light. In my opinion, I think inspirationals are enjoyed by readers in the US and Canada because many of them offer that gentle, heartfelt, homespun reading experience. Up until a few years ago, most of them were about small towns in the late 19th century or Biblical story retellings. That has changed. There are now suspense and even science fiction/fantasy inspirational novels, not just for children but for adult readers. The latter are not so different from C.S. Lewis's Narnia series with all sorts of amazing characters, but all the books have the underlying theme of a search and a confirmation of faith. So as the books have changed, I think the reason people read them has changed. Some still read for the faith elements, but others read simply because they're good stories with a limited or lower level of sensuality.
4- Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi Inspirational Romances? Forse sorprendentemente per te, questo genere è praticamente sconosciuto in Italia. Come mai secondo te è così apprezzato dalle lettrici Americane?
Non sono certamente un'esperta di questi libri poichè sono nuova del genere. Ho pubblicato finora un solo romance inspirational. Si tratta della trasposizione in romanzo del film (in uscita verso la fine del 2008) Thomas Kinkade's Home for Christmas. Si tratta di film delicato, adatto per la famiglia, ma mi è stato chiesto di aggiungere alla storia alcuni elementi legati alla fede per adeguarlo agli altri romanzi della serie dedicati allo stesso personaggio: Cape Light.
Secondo la mia opinione, i romanzi inspirationals piacciono alle lettrici negli Stati Uniti e in Canada perchè molti di essi offrono una lettura delicata, commovente e semplice.
Fino a qualche anno fa, molti di essi erano ambientati in piccole cittadine del tardo 1800 o ispirati a racconti Biblici. Tutto ciò è cambiato. Adesso ci sono romanzi inspirational con elementi di suspense e anche di fantascienza, non solo per bambini ma anche per un pubblico adulto. Questi ultimi non molto differenti dalla serie Le cronache di Narnia di C.S. Lewis, con personaggi sorprendenti di ogni genere, ma tutti i libri hanno un tema di base che riguarda la ricerca e la conferma della fede. Così come i libri sono cambiati, penso che siano cambiate anche le ragioni per cui le persone li leggono. Alcuni continuano a leggerli per i contenuti sulla fede, ma altri li leggono semplicemente perchè sono belle storie con un livello di sensualità limitato o molto basso.
5- Your medieval St. Jude Abbey series is being published in Italy right now. The theme of these novels is quite peculiar: there are several hints to martial arts, and the feeling is you’re blending oriental and occidental cultures, in some extent. Where did you get this idea of warrior women, did you get the inspiration somewhere?
The idea for the Ladies of St. Jude's Abbey actually came to me as I was walking through Times Square in New York City on my way to meet my agent. I wanted to do something other than traditional Regencies, so I decided to go in as completely an opposite direction as I could. I wanted to go from polite ladies to women who were ready to go nose-to-nose with any man. And capable of doing so. I got to thinking about the most adventurous women in history -- and Eleanor of Aquitaine burst into my mind. I recalled reading how she and her husband seldom saw eye-to-eye, so I decided a smart woman like Eleanor would have a way to protect her interests. I knew she had founded some abbeys. From there, the story just evolved.
5- La tua quadrilogia medievale dedicata all' Abbazia di St. Jude sta uscendo in Italia, ed è molto particolare la scelta del tema di questi romanzi. Si nota un'attenzione per le arti marziali, uno strano miscuglio tra oriente e occidente. Da dove è venuta questa idea originale delle donne guerriere? Dove ti sei ispirata?
A dire il vero, l'idea delle Dame dell'Abbazia di St. Jude mi è venuta mentre camminavo per Times Square a New York per andare a un incontro con il mio agente. Volevo fare qualcosa di diverso dai Regency tradizionali, così ho deciso di prendere una direzione totalmente contraria. Volevo passare dalle educate signorine a donne che erano pronte a tenere testa a qualsiasi uomo, e che erano in grado di farlo. Mi misi a pensare alle donne più avventurose della nostra storia - e mi venne in mente Eleonora d'Aquitania. Ricordai di aver letto come lei e suo marito raramente si vedessero, così decisi che una donna intelligente quanto Eleonora doveva avere un modo per proteggere i suoi interessi. Sapevo che aveva fondato alcune abbazie. E da qui la storia si è evoluta.
6- How do you perform your historical research? Is the epoque you choose for your book determining the plot as well, or it’s rather the other way round?
I do a lot of reading of research books for every historical or traditional Regency. For the Ladies of St. Jude's Abbey, I did a lot more than just reading. I took a hawking course, so I knew how to fly a hawk as the hero did in One Knight Stands. I spent time with a quarterstaff expert to learn how to use one. For A Moonlit Knight, I went to Poitiers, France and walked the streets my characters walk. I did the same in Lincoln, England for My Lady Knight. I spoke with people about their local history and listened to their suggestions. I took lots of photos and read even more books.
Once I decide on the story, its historical setting has to be an integral part of the plot. But the characters always come first for me.
6- Come effettui le tue ricerche storiche? E’ l’epoca che scegli a determinare la trama dei tuoi libri, o piuttosto il contrario?
Per ogni romanzo storico o Regency tradizionale faccio ricerche leggendo molti libri. Per la serie Dame dell'Abbazia di St. Jude non mi sono limitata a leggere. Ho frequentato un corso di falconeria, così sapevo come far volare un falco come l'eroe di La Notte del Cavaliere. Ho passato del tempo con un esperto di combattimento con l'asta per imparare come usarne una. Per A Moonlit Knight, sono andata a Poitiers, in Francia e ho passeggiato per le strade che hanno percorso i miei personaggi. Ho fatto la stessa cosa a Lincoln, in Inghilterra, per My Lady Knight. Ho parlato con le persone sulla loro storia locale e ho ascoltato i loro suggerimenti. Ho scattato molte foto e letto ancora più libri.
Una volta che decido la storia, l'ambientazione storica deve essere una parte integrante della trama. Tuttavia i personaggi vengono sempre prima, per me.
7- Recently many of your colleagues who started their career with historical romance seem to have put the genre aside and are now writing contemporaries or paranormals: but if we have a look to readers’ polls and sales statistics, historical romances still looks like readers’ favorite genre. What’s your opinion about that?
I think many authors, myself included, like to try different things to keep their work for getting stale. But historical romance has always been a strong market, because readers love to be swept away to a different time and place. I hope it continues that way!
7- In questo momento molte scrittrici che hanno iniziato la loro carriera con il romance storico, sembrano aver deciso di abbandonare il genere per dedicarsi al contemporaneo e al paranormale, eppure, nei sondaggi di opinione e nei sondaggi aperti da siti come AAR, lo storico risulta essere ancora il genere preferito dalle lettrici. Hai una tua opinione al riguardo?
Penso che a molte autrici, me inclusa, piace provare cose differenti per far si che il loro lavoro continui a vendere. Ma il romance storico ha sempre avuto un mercato molto forte, perchè le lettrici amano essere trasportate in un altro tempo e in un altro luogo. E io spero che continui così!
8- You recently started a new trilogy devoted to ghost and ghost-hunters, The Nethercott Tales: this is a theme you seem to be quite fond of, since you already wrote about it in your “A Phantom Affair”, a very special and original regency novel. Why did you decide to deal with this challenging theme, perhaps one of the most complex possible paranormal plots– especially when it comes to find a way to the HEA?
The HEA for A Phantom Affair was one of the toughest I ever had to devise. That was because the hero was a ghost, and I didn't want the heroine to have to die to be with him. It was easier with the Nethercott Tales, because the heroes are flesh and blood. The ghosts bring a mystery element as well as paranormal element to the story. In Lost in Shadow, the ghost asks the heroine to prove a rakish gentleman is his murderer...and she agrees to help prove her father's belief in ghosts is valid. But things become complicated when she starts falling in love with that rakish gentleman. In Kindred Spirits, the ghost of a Roman centurion, who died in North Yorkshire nearly 1500 years before, asks the heroine to help her save his descendant from suffering from the curse that has haunted his family all those years. The second book was published in the US in March 2008.
8- In questo momento stai iniziando una nuova trilogia dedicata al tema dei fantasmi, "The Nethercott Tales", un tema che sembra appassionarti, dato che ci hai già dedicato un libro in passato, "A Phantom Affair", per il quale hai regalato alle tue lettrici di regencies peraltro un'uscita per nulla banale. Perchè cimentarsi con un tema così difficile, forse addirittura uno dei più complicati nella sfera del paranormale (specialmente, quando si tratta di escogitare un “lieto fine”)?
Il lieto fine di A Phantom Affair è stato uno dei più duri che ho dovuto concepire. Questo perchè l'eroe era un fantasma, e non volevo che l'eroina dovesse morire per rimanere con lui. E' stato molto più facile con la serie Nethercott Tales, perchè gli eroi sono in carne ed ossa. I fantasmi portano elementi di mistero e di paranormale nella storia. Nel romanzo Lost in Shadow, il fantasma chiede all'eroina di provare che un aristocratico libertino è il suo assassino... e lei accetta per provare che la teoria sull'esistenza dei fantasmi di suo padre è valida. Le cose però si complicano quando lei inizia ad innamorarsi del libertino.
Nel romanzo Kindred Spirits, il fantasma di un centurione romano, morto nel North Yorkshire quasi 1500 anni prima, chiede all'eroina di aiutarlo a salvare il suo discendente da una maledizione che ha continuato a colpire la sua famiglia per tutti quegli anni. Il secondo romanzo è uscito a Marzo 2008.
9- From a general point of view , which are the challenges and difficulties an author faces when dealing with paranormal themes? And on the other side, what are the advantages ?
The challenges and difficulties are the same as I face with a historical. Readers are very savvy about various paranormal elements like vampires and ghosts and shapeshifters, so the author has to be aware of common knowledge and be prepared to create a very believable world and characters as she pushes the envelope of that common knowledge. But the advantage is doing something out of the ordinary. For example, when I wrote Luck of the Irish for ImaJinn books, I needed to know a lot about leprechauns to make my hero seem "real", but my leprechaun hero was 6 feet tall and sexy and just a bit contemptuous of old leprechaun traditions. And when I wrote The Wrong Christmas Carol (also from ImaJinn), the angel's name was Jack, which I thought was a pretty unangelic name. Those twists can make a paranormal lots of fun to write and read.
9- Quali sono le difficoltà che un'autrice incontra, da un punto di vista generale, quando deve affrontare il tema paranormale? E quali sono, invece, i vantaggi ?
Le sfide e le difficoltà sono le stesse che affronto quando scrivo uno storico. Le lettrici sono molto ferrate sui vari elementi paranormali come vampiri, fantasmi e mutaforma, così l'autrice deve essere consapevole di quello che si sa comunemente ed essere preparata a creare un mondo e dei personaggi molto credibili per andare oltre i limiti di quella conoscenza comune.
Il vantaggio sta nel fare qualcosa al di fuori dell'ordinario. Per esempio, quando ho scritto Luck of the Irish per la ImaJinn books, avevo bisogno di documentarmi sui lepricauni (una specie di folletti appartenenti alla mitologia Irlandese) per far sì che il mio eroe sembrasse "reale", ma il mio eroe-lepricauno era alto circa due metri ed era sexy e solo un po' sprezzante delle vecchie tradizioni dei Lepricauni.
Quando ho scritto The Wrong Christmas Carol (sempre per ImaJinn), il nome dell'angelo era Jack, che pensavo non fosse un nome propriamente angelico. Questi accorgimenti possono far divertire molto nella stesura e nella lettura di un paranormale
10- Have you been influenced or anyway inspired by other writers, and if yes which ones?
My favorite authors are Madeleine L'Engle and Elizabeth Peters. The first taught me that fiction can have the beautiful language of poetry and still be a delight to read. The second taught me about humor and the importance of strong, unique characters.
10- Ci sono degli autori che ti hanno influenzata o comunque ispirata, durante la tua carriera di scrittrice?
I miei autori preferiti sono Madeleine L'Engle e Elizabeth Peters. La prima mi ha insegnato che la fiction può avere il bellissimo linguaggio della poesia e continuare ad essere piacevole da leggere. La seconda mi ha insegnato l'umorismo e l'importanza di personaggi forti e unici.
11- Is there any of your books you prefer above all the others, and if yes, for which reason?
A Phantom Affair is one of my favorites because it was a real challenge to get right, but I really had the best time researching and writing the Ladies of St. Jude's Abbey books. That makes them special to me. It's tough to pick a favorite book, because I start thinking -- well, I liked this aspect of this one, but how about this other aspect in another book? My Regency mysteries with Lady Priscilla Flanders and Sir Neville Hathaway hold a special place in my heart because they combine two genres I love. I have never worked with the same hero and heroine through so many books before. Six have been published, and three more are contracted. Readers have really enjoyed seeing the continuing characters as well as trying to solve the mysteries.
11- Ci sono tra i libri che hai scritto alcuni che preferisci, e se sì, per quale ragione?
A Phantom Affair è uno dei miei preferiti perchè è stata una vera sfida portarlo a conclusione, ma mi sono davvero divertita nel fare le ricerche e scrivere i libri della serie Dame dell'Abbazia di St. Jude. E questo per me li rende speciali. E' arduo scegliere un libro preferito, perchè inizio a pensare - allora, mi piace questo aspetto di questo libro, ma che dire di quest'altro aspetto in quest'altro?
I miei Regency mistery con Lady Priscilla Flanders e Sir Neville Hathaway hanno un posto speciale nel mio cuore perchè combinano due generi che amo. Non ho mai lavorato con lo stesso eroe e la stessa eroina in così tanti libri prima. Sei sono stati pubblicati, e ho firmato un contratto per altri tre. Le lettrici hanno molto apprezzato l'idea di vedere gli stessi protagonisti così come si sono divertite a tentare di risolvere i misteri.
12- Anything you would like to tell us about your future projects?
As I said, I've got those three Regency mysteries ahead of me. I just finished a paranormal for ImaJinn with the working title Under Her Spell. The heroine is a magician's assistant who can do real magic. It is set in Victorian England. And then there's Kindred Spirits, released in March. I have a few more projects that are underway, but they are so new that I need to give them some more time before I talk about them.
12– Vuoi dirci qualcosa sui tuoi prossimi progetti ?
Come ho detto, ho quei tre Regency mistery su cui lavorare. Ho appena terminato un paranormale per la ImaJinn con il titolo provvisorio di Under Her Spell. L'eroina è l'assistente di un mago che può fare delle vere magie. E' ambientato nell'Inghilterra Vittoriana. E poi c'è Kindred Spirits, uscito a Marzo. Ho alcuni progetti cui sto pensando, ma sono così nuovi che ho bisogno di dar loro un po' più di tempo prima di parlarne.
Aymara Keeper’s world remains exactly as it was at the moment of the Emperor’s death. If nothing changes, everything on Thoslon will die. But the solution could be within her tavern—a winged child who may be the One to Follow, the Emperor’s heir. She must take him to the Emperor’s cloud palace to claim what she believes could be his birthright.
Trellor Forge believes that the Emperor’s death could herald the return of the Other Time, the years before the Emperor united Thoslon and banished the four warring lords to their mountain castles. It is time for the people to take control of their lives instead being imprisoned in tradition that dictates every part of their lives.
Together, as they journey and struggle to protect the child from greedy warlords, they learn not only their world is endangered. Their hearts are, too, when they learn the greatest danger could be falling in love.
Il mondo di Aymara la Custode è rimasto esattamente come si trovava nel momento in cui l'Imperatore è morto. Se nulla cambierà, ogni cosa a Thoslon morirà. Tuttavia la soluzione può trovarsi tra le mura della sua taverna - un bambino alato che può essere Colui da Seguire, l'erede dell'Imperatore.
Aymara deve portarlo al palazzo dell'Imperatore perchè possa reclamare quello che lei crede si suo diritto di nascita.
Trellor il Fabbro crede che la morte dell'Imperatore possa annunciare il ritorno dell' Altro Tempo, gli anni prima che l'Imperatore unificasse Thoslon e bandisse i quattro Signori della Guerra nei loro castelli sulle montagne. E' tempo per il popolo di prendere il controllo delle loro vite invece di venire sottomessi a tradizioni che comandano ogni aspetto delle loro vite.
Insieme, mentre viaggiano e si sforzano di proteggere il bambino dai Signori della Guerra, apprendono che non è solo il loro mondo ad essere in pericolo. I loro cuori lo sono altrettanto, quando capiscono che il pericolo più grande potrebbe essere innamorarsi.
Prologue
“It is ready.”
The old man raised his head and nodded. For fifty generations, while he brought peace to his ravaged world, he had known this hour would come. For fifty generations, while he watched its people blossom to savor the arts and each other, he had known what he must do when this hour dawned. For fifty generations, while he kept in check those who had once been leaders and would sacrifice anything to be again, he had known at this hour he would have regrets. So much left undone. So much done wrong. Something only he knew. Others venerated him, believing him to be all-powerful. And he was.
But he had failed, too.
The child was not here. This hour should not have come without the child arriving to be at his side. The messenger he had sent to bring the child had not returned. The guardian he arranged to watch over the child had neglected to understand the importance of this hour.
He stood.
Nothing, not even his hope that there was still a chance for success, could delay this hour. He looked up at the two moons inching closer and closer in the night sky. His final hour was when the moons appeared to be one, just as he and the child would have been if the child had been here. He would have touched the child’s face with the gentle hands of a teacher, and the child would have known its destiny and its duty.
Now his legacy would be a resurrection of ignorance and unnecessary destruction and death as the people were swept back into what they called the Other Time.
His servant fell into step behind him as he walked across his favorite room in the palace. Gilt on its walls welcomed the sun each morning, and the smooth, shining floors embraced the moons’ light. Everything he could possibly have wished for had been provided. Nothing had ever been denied him...until now. How ironic that his most compelling need would not be gratified.
He went out into the night. His servant did not speak, for no one spoke in his presence without permission. He wished that rule had never been set into place. But rules were what guided the world as they had since all life was created by Indazi and his wife Zadini, the primal gods who brought forth the ground, the sea, and the skies.
The night air was fragrant with blossoms, but the smoke diminished their scent. The moons were touching, but not yet one. He glanced toward the road leading through the mountains to the place where the child should be. Could the messenger have been waylaid and slain upon the sword of a warlord jealous of the emperor’s power? Could the child have been discovered and killed? No one would dare to bring him such horrible tidings at this hour.
A drum beat was faint, but he could understand the meaning in its rhythm. He had taught the first drummers their language, just as he had found the first telists and taught them to communicate with their minds. With them, he had drawn the world together in a peace unlike any it had known...or any it might ever know again.
He sighed as he heard the drums sound the call to war. Somehow, someone beyond these walls had learned the exact hour of his death. Even before he breathed his last, the tearing apart of everything he had built and safeguarded was beginning.
“My child,” he whispered as he walked toward the pyre waiting for him. The flames licked up at the moons, goading them closer. Did the fire hunger to feast upon his ancient bones? Or was it eager for younger flesh? Listening to the drums repeat their lethal message, he knew the fire would consume many.
“My child,” he whispered again. He turned to his servant. Raising his voice, he said, “You are dismissed.”
The servant bowed deeply, then walked away.
The old man looked up at the sky. One moon had almost disappeared behind the other. He must delay no longer. But he did as he looked again toward the mountains and imagined the death about to flow down their sides and out into the valleys until it reached the sea. He wanted to stop it. He could have stopped it. A single word was all he needed, but the word was dissolving from his mind as the moons became one.
He went to the fire as he said, “My child, forgive me.”
And, as one moon vanished behind the other, he gave himself to the flames.
Chapter One
It was a red night. The sky glowed with the blood-red light from the twin moons in eclipse. An eternal eclipse, for the moons were frozen in the sky. The sun didn’t rise. The rains didn’t come. Everything remained as it’d been at the moment the Emperor died.
Aymara Keeper stared up at the sky as she did each time she emerged from the tavern. Nothing changed. She kept hoping, but feared nothing would change ever again. By now, the moons should have completed several revs of Thoslon, growing thin and then fattening again, as they moved closer to each other before slipping apart once more. Their dim white fire when they faced each other across the night sky should be lighting the foam splashed up onto the top of the cliffs by the waves that frolicked at the moons’ command.
Now the waves danced alone, but their motion had become as wild as the great sea dragons living beneath them. Even the most ancient oldster in the village could not recall the waves ever rising so high or crashing so hard against the cliffs. No breeze blew off the water, spraying into the air, since the moons had become still in the sky. Those in the fisher lineage no longer dared to sail upon the maddened sea. Even if they’d been willing to try, it was too late. Their boats had been smashed into kindling on the narrow, barren shore at the cliff’s base. Every day, the waves reached closer to the village. There were those who said the waves would subside before they topped the city’s wall.
She wished she could be so certain. From her earliest memories, she’d felt safe behind the wall surrounding the score of cottages at the top of the cliff. Courtyards and stairs connected groups of stone homes. Each cluster belonged to a lineage. Each cluster grew out from the wall as the members of that lineage were born, and then took vow-mates, and needed space of their own.
Her tavern was separate because the number of Keepers in the village had never been large. That was the way of Keepers.
Aymara leaned back against the chilled stone walls of the tavern. Since the sun had last set, the air had become colder and colder. They should now be in the warm season, but it hadn’t come. They had wood for fires, but for how long? No new trees would sprout when the sunlight was banished and rains never came. The herbs she’d planted were dying on the arid ground. Trees had lost their leaves, and even the always green trees were turning the same ruddy color as the sky.
And no one could guess when the moons might move again.
Or if.
Why had she been born into this accursed time? For a millennium, the seasons had followed each other in perfect order as the sun appeared and set, the moons glowed in their promenade in the sky, and the sea rose and fell in a pattern set forth by the Emperor. Now the Emperor was dead and Thoslon doomed.
A flash caught her eye, and Aymara looked toward the mountains creating an arc from horizon to horizon, each end touching the sea. There were four mountains. On each mountain, a warlord plotted to take advantage of the others now that the Emperor no longer kept them from enslaving the rest of Thoslon. The flash had come from Fire Mountain where Lady Jacey and her firebirds waited for their chance to defeat the other warlords.
“And what will you win? A ruined world?” she asked as she pushed away from the wall. Until there was another emperor, nothing could change.
It was whispered there was an heir–the One to Follow–who would ascend the Emperor’s throne and guide the sky. Nobody knew where that One to Follow might be or when that One would come forward. But, even the youngest child knew the warlords intended to prevent the One to Follow from claiming the title of Emperor, for that would dash their hopes of ruling the world themselves.
But the warlords weren’t the only ones who wanted to assure there’d never be another emperor. That unsettled her even more. Some people who should know better longed for the Other Time, the epoch before the Emperor came to Thoslon, bringing peace. Imposing his will upon them, those people averred. Nothing–not even peace–was worth having to submit to the Emperor.
She’d never thought the time would come when she envied the rest of her family’s deaths. An attack on the village by giant tortoises, sent by Lady Gimar in an effort to wrest the land from Lady Jacey, had left many dead, including her parents and her older siblings. With help of the two surviving members of her lineage, she’d kept the tavern open as was the obligation of her lineage.
“Are you out here, Aymara?” called a beloved voice.
“Here I am, Hakken.” She kneeled as the little boy came toward her. With a smile, she straightened his jacket. Like all males, Hakken’s jacket was made of a single piece of fabric, an accomplishment she’d taken more than a sun-rev to master. Only women wore quilted jackets. His simple trousers were of a heavier material than hers, and he wore low slippers. When he grew older, he’d don the knee-high boots men wore.
If he had the chance to grow older...
“It’s cold,” Hakken announced, his shiver making black hair fall forward into his dark eyes. In the moonslight, his face seemed pale, but she knew his cheeks were red with the chill. “Will it ever be warm again?”
“Yes.” She smiled so he wouldn’t guess she was uncertain.
“When there’s a new emperor,” he said with the assurance of his few sun-revs. She guessed about six had passed since his birth.
“Yes, when there’s a new emperor.”
“Trellor says there won’t be another.”
She hid her frown. Trellor Forge the smith should know better than to speak of such things in front of a child. Like everyone else in the village, she had known Trellor since she was Hakken’s age. He usually thought long before giving voice to his thoughts.
Struggling to keep her smile, she said, “I hope there will be one.”
“There must be, or nothing will ever be the same again.”
Aymara dampened her lips. She wanted to ask if he was repeating what he had heard others say in the tavern. He had abilities no other child possessed. She’d heard him speaking with beasts and birds since shortly after she found him abandoned at the tavern’s door. At first, when he told her what the beasts and birds said in return, she’d dismissed it as a childish game. Then she realized his foresight of weather and the sea always proved to be true. It wasn’t just wild creatures. He occasionally could detect another’s thoughts as if that person had spoken to him.
She’d learned to trust his impressions, after sifting out any childish fancy, but had cautioned him not to reveal these abilities to anyone else. She knew how such differences would be perceived in their small village. One was born into a lineage and should possess only the talents belonging to that lineage. The Keepers weren’t wizard-sages.
“Memshi wants you,” Hakken said abruptly, showing he was unaware of her uneasiness.
“Why?”
“She didn’t say.”
Aymara took the little boy’s hand and led him to the door. She ran her fingers along the wind chimes that used to make music with the sea breezes. Could the tinkling song of the hollow, green gourds lure the wind to return?
Telling herself not to be ridiculous, she opened the door. The tavern was two-stories high and made of stone. Unlike other buildings in the village, it had a stone roof rather than wood. She wasn’t sure why. She’d asked when she was younger, but nobody had an answer other than the tavern’s roof had always been stone.
She ducked beneath the low door, taking care not to catch her lineage band on it. The embroidered band identified her ancestors back through a dozen generations. She frowned. Hakken soon would be old enough to wear a lineage ring, as every man in the village did. She soon had to decide what to put on it.
What did one put on the lineage ring of an abandoned child? Nobody had seen who left him. He’d simply been waiting one morning when she opened the front door to welcome her patrons. She’d brought him in, cleaned him up, and given him a home. Even though he bore her late father’s name, he wasn’t of her lineage. But what would a lineage ring matter if the moons remained motionless and the sun never rose and the sea battered the shore to oblivion?
Familiar and comforting scents drew her through the narrow hallway toward the main public room and its two large stone hearths. One warmed the tables where the patrons ate. The other was set behind the counter where she served food. So many fires had been set on the hearths that the thick, raw odor of burnt peat permeated every stone and timber. Cooking herbs were becoming scarce, but the walls retained odors, both sweet and pungent. Beneath her slippers, the stones had been smoothed by many feet. Every inch of the tavern wore its history like a lineage band.
As soon as she entered the main room, she understood why Memshi had sent Hakken to get her. Voices were raised to the rafters on the low ceiling as more than a dozen people surrounded the counter where her two workers were trying to maintain order. The villagers were jostling in an effort to get closer to the counter. The stench of fear overwhelmed every other smell.
Pushing through the crowd, making certain she didn’t release Hakken’s hand as she squeezed past people determined not to be budged, she stepped up to the counter. She patted the blond serving-maid, Gretti, on the arm and gave a bolstering smile to Dester, who was vow-mated to Gretti. The two helped in so many ways, but they were intimidated by the rage boiling over in the villagers. The rage wasn’t aimed at them, but at the immobile sky and their hopeless future.
Or the rage had never been aimed at them before tonight, Aymara corrected herself. As she glanced at the people crowding the counter, she wondered if that had changed. How ironic. The one thing I thought would never alter may have, and yet the sky stays motionless.
Aymara asked beneath the strident voices, “Why is everyone upset? There’s enough food tonight.”
“They want answers,” Gretti said, her fingers lingering against her distended belly where her child waited for its birth. It should be soon.
“Answers? About what?” She winced as a heavy fist struck the wooden counter.
Turning, Aymara faced Borsley Fisher. That was no surprise. He’d been complaining loudly the past few nights, even when nobody but his vow-mate seemed to listen. His enormous fist, idle now that his fishing boat had been annihilated by the powerful waves, was on the counter.
“Where’s my food?” he snarled.
“We’re getting ready to serve it.” She looked past him to the others. A frisson of fear ran icy fingers down her back. Desperation distorted every face, whether male or female, whether a child’s or an oldster’s. Food sources had become depleted since the Emperor’s death and the marketplace had been abandoned. She still had some supplies, so most of the villagers depended on the tavern for their meals.
“No, I mean where’s my food?” he shouted as he rubbed his hand under his nose that had been on the losing side of too many fights.
“I don’t understand.”
“You have food. You always have food.” He glanced behind him, and the others nodded. “How’s that possible?”
Aymara folded one arm on the counter and leaned forward. She slipped her fingers under her jacket to touch the dagger she wore next to a pouch of herbs in the waistband of her trousers. She’d never thought she’d have to use a blade to defend the tavern.
“You know the answer,” she said quietly. “We’ve got grain because of what we bought to make ale for the next sun-rev.”
“But you’ve got more than grain. You’ve got vegetables and meat.”
Her fingers tightened on the haft of the knife when she saw more people entering the tavern. She knew each one, for she had grown up with them. Every face was familiar from Trellor Forge the smith to Bija Riser the baker. For generations, they’d lived peacefully, trading with one another. Then the Emperor had reached his end, and nothing was as it should be.
“There’s only a little left,” she said, “and I’m sharing what I have with you.”
“For a price.”
“Only so we may get wood and candles to light the tavern. You don’t want to eat in the darkness.”
“It’s always dark now. We’ve gotten used to it.” He clamped his hand over hers, pinning it to the counter. “I smell meat cooking. Where did you get meat?”
“You know Memshi hunts for me.” She tried to look past him. Where was the great cat that had sent Hakken to alert her?
“In our fields?”
Aymara yanked her arm from beneath his hand. “By Zadini’s first breath! You know I’ve always forbidden Memshi to hunt in your fields. Why do you think I’d send her now? She hunts in the forest.”
“But there’s no more game in the forest!” a man yelled.
“Memshi is a better hunter than any of us.”
“So you sent her to finish off the last of the wild beasts?” demanded Borsley. “Even though you knew the rest of us depend on what we can find in the forest, too.”
She stared at him. First, he accused her of letting her great cat hunt in the village fields. Now he was blaming her because he was unable to find game. She looked around the room again. Cold clamped over her shoulder blades, making it nearly impossible to draw a breath, for the others were nodding in agreement.
Had the darkness driven everyone mad? What had she heard someone call it? Moons-sickness? She’d laughed upon hearing that, because there was nothing in moonslight to make someone mad. But she often felt as if something crawled beneath her skin, keeping her awake at night and on edge during the day. Did everyone feel that? Were they having a hard time drawing each breath as if the unending night was crushing them?
“Memshi has hunted in the forest for as long as I’ve had her,” Aymara said. “I haven’t asked her to hunt anywhere else.”
“Why should you?” he bellowed. “You have plenty to eat.”
She wanted to laugh and to cry. He was wrong. There wasn’t plenty in the larder and the cellars. The supplies were dwindling with each passing meal, but she was trying to stretch what remained. Not that it mattered because one night soon, there’d be no more food.
“Here,” she heard from behind her.
She took the bowl Dester gave her. In the bowl was stew from the big pot on the cooking hearth.
“Thank you,” she murmured. She set the bowl on the counter. “Here’s your meal, Borsley. If you want ale, there’s an open keg in the corner. Usual price.”
He lifted the bowl and sniffed. “It smells like rot.”
“We don’t cook rotten meat. We could get sick.”
“It smells like rot.”
She shook her head. “That’s impossible!”
“Smell it for yourself.”
Aymara ducked as he tried to shove the bowl into her face. Stew splattered on the wall behind her and sizzled on the cooking hearth. Dester wiped hot gravy off his arm as he pulled Gretti toward the storage room. Hakken looked from them to Aymara, uncertain what to do. She motioned for him to go into the storage room. He’d be safe there, or so she hoped.
“Are you out of your mind, Borsley?” she cried. “We cannot waste food now. We don’t have that much left.”
He grabbed her. “Where’s the rest of the food?”
“In the pot.”
“No, I mean the rest of the food!”
She was not quick enough to avoid his fist. It hit her cheek, and she reeled backward. Her foot slipped on gravy. She fell onto the hearth. Pain thudded through her, then congealed where he’d struck her. The room receded into blackness. She longed to lean her head on her knees as nausea swirled through her.
Hakken rushed to her, crying in terror.
She put her arm around him. She had to make sure no one hurt him or the tavern or her lineage. It was her tavern, a legacy from her family. She could not wallow in her pain. She bounced to her feet. Her eyes refused to focus, but she had to act.
Borsley vaulted over the counter, screaming about food. She stepped out of his way, and he struck the stone wall beside the hearth. He careened back, snorting like a wounded beast. Past him, others ran to get the food in the pot on the cooking hearth. She heard a scream and a crash as someone was knocked down. Nobody stopped to help. They just kept coming, trampling the person who had fallen.
A man shouted for them to stop. Dester? Someone else? She couldn’t tell. She heard a chair break, then a thump as a senseless body dropped onto a table. Pottery shattered, and people shrieked in terror. They weren’t, she realized, afraid of being hurt in the rush, but of being denied a meal.
“Give me my food!” Borsley tried to snatch the little boy from her.
Slashing upward with the knife, she sliced through his sleeve and into flesh. His howl of pain was lost beneath a savage roar.
Memshi!
The large cat leaped onto the wooden counter. It quivered beneath Memshi’s weight, for the cat’s head reached to Aymara’s shoulder when they stood side-by-side. Four yellow eyes fastened on Borsley, and the black stripes on her blue-gray fur bristled. Claws as long and wide as Aymara’s fingers dug into the wood. Memshi drew back her lips to reveal honed teeth. She surveyed the room slowly, and the people cowered. All four eyes converged again on Borsley, and the cat’s tongue swept along its teeth.
“No!” Borsley screamed, clutching his bleeding arm. “Call her off! Call her off!”
Aymara motioned to Memshi to stay where she was. The big cat turned her head again to affix each person with her fierce stare. The people backed away, now as eager to scatter as they had been to claim the food.
There were no other cats of Memshi’s size in the village. It was said such felines once lived in great numbers along the slopes of Wind Mountain, but Memshi was the only one of her kind Aymara had ever seen.
The smith Trellor Forge and his two assistants, who were no taller than Hakken, were the sole ones who didn’t cringe in terror. The smith jerked a man to his feet, sending him lurching toward a back corner. Beneath where the man had been were the remnants of a chair. Then Trellor walked toward the counter. He bent to assist an old woman up and sat her at a table. He pressed a cloth to her bloody forehead.
Aymara nodded her thanks to Trellor, then looked at Borsley. The man was trembling as the cat’s upper pair of eyes remained riveted on him while the lower set watched to make sure no one came closer.
“Go back around the counter.” Aymara pointed with the bloodied blade. “Wait there until everyone else gets their share of food.” As he started to obey, she added in same snarling tone he’d used, “If you touch Hakken or me or anyone else in the tavern again, tonight will be your last meal here.”
Borsley’s face became gray, and the room silent. Her threat meant starvation. Shuffling around the counter, he sat at the longest table. His vow-mate glared at Aymara, then bent and tore a piece of fabric from her jacket to wrap around his arm.
Aymara whispered, “Thank you, Memshi.”
The cat made a sound deep in her throat and bounded back to the floor with a surprisingly light thump. The people waiting for food gave her a wide berth as, with tail swishing in anger, she left the tavern’s main room.
“Are you all right, Aymara?” asked Hakken, his voice frantic. “That man hit you. He shouldn’t have hit you.”
“It’s all right, and I’m all right.” She tousled his hair, hoping he didn’t see how her fingers shook.
“You aren’t all right. You’re hurt, Aymara.”
She should have known better than to try to lie to the boy. He always knew when she was being false. Trying to smile, and then wincing as the motion ached across her skull, she said, “I will be all right. Now I need to serve the meal.”
Dester crept out of the storeroom when she called, but Gretti didn’t reappear. Sending Hakken to sit with Gretti on the excuse that the pregnant woman might need something, Aymara silently took the bowls Dester filled. Her fingers quivered as she handed them to her hungry neighbors, but no one seemed to notice. They were too eager to get their share of tonight’s food. The whispered panic faded into relief, then contentment as the people began to eat. Even Borsley and his vow-mate thanked her when she held out bowls to them.
“You’re generous to offer him another serving.” Trellor the smith took two bowls and handed them to the short men who worked with him. Unlike their thick beards which were singed by sparks off the forge, he was clean-shaven.
Taking their share to the warming hearth, the two short men walked one behind the other as they always did. Metal studs decorated their belts and on bands covering each wrist. The lineage rings they wore on the smallest fingers of their right hands were wider than Trellor’s.
“In spite of what some people believe, I don’t intend to let anyone starve as long as there’s food.” She smiled sadly. “Even though I don’t think starving together is any better a future than starving one at a time.”
He picked up another bowl in his broad hands which were rough from work at his smithy. They were stained as black as his hair, but his roughly sculptured face was clean. Like his assistants, beneath his jacket, he wore a leather jerkin and trousers. His dark green eyes flashed with remnants of fury, reminding her of Memshi’s.
“That’s a grim thought,” he said as he turned to join the others.
“It’s the truth.”
He faced her again. “I’m not ready to lie down and die yet.”
“Neither was Borsley.”
“Unlike him, I know better than to waste my stew by throwing it in your face.” He frowned. “You should put something cold on that cheek. It’s going to bruise.”
She arched a brow, then wished she hadn’t when the motion tugged at her cheek. “Maybe I’ll bruise, but he’s going to scar.”
Trellor chuckled and went to join his assistants.
When Dester handed her a bowl for Hakken, who skipped out of the storage room, she set the little boy on the edge of the hearth to eat.
“It becomes worse every night, Dester.” She folded her arms, wishing her hands would stop shaking. She glanced at the open front door edged on either side by two narrow windows. “I’m surprised we even know when night is any longer.”
“It’ll be better when the new emperor sets the sky in motion again.” He’d worked in the tavern almost as long as Aymara had, and he always looked–even now–on the bright side. She wished she had his simple faith.
“But where will the new emperor come from?” demanded his vow-mate as she came to stand near the hearth. “The sky?”
“You know what the wizard-sages say, Gretti. The new emperor will come on wings to watch over us.”
“But how can anyone come through the sky when it’s frozen?”
Dester shrugged. “The Emperor wouldn’t leave us without someone to take his place.”
“You’re listening to wishful thinking. If there’d been someone to become the new emperor, don’t you think the title would have been claimed by now?”
“Maybe he can’t.”
“Or chooses not to.”
“Can one choose not to become the emperor?” Dester’s brow furrowed.
Aymara, aware of Hakken eavesdropping, intruded to say, “Here come more villagers. We’ll need some more stew. Dester, will you get another handful of blue tubers?”
“There aren’t any more,” he said, his smile wavering. Even his optimism was being tested now.
“Then get some red ones.”
“Let me help,” Hakken offered.
She bent and kissed the child’s pudgy cheek. “Thank you, Hakken.” She lowered her voice. “Be careful when you walk up and down the stairs.”
“I always am.” He skipped away to follow Dester down into the cellars.
Straightening, Aymara released the sigh battering her lips. She’d learned how difficult it was for a child with wings to walk down a stairwell. He couldn’t fly back up, because his stunted wings weren’t strong enough.
She’d tried to ignore his wings since she’d discovered them that first morning in the tavern. The great being that had served as the Emperor was said to have had wings. She’d heard them described as majestic and awe-inspiring, wings even more powerful than those of Lady Jacey’s firebirds. Hakken’s wings were nothing like that, for his were as lacy and fragile as an insect’s, but no one else in the village had wings.
If there was someone chosen to become the new emperor, don’t you think that person would have claimed the title by now?
Maybe he can’t.
Dester and Gretti’s words echoed in her head. Hakken had wings and abilities no other child had. Could he be the one expected to claim the title? When she’d found him outside the tavern, he could have been on his way to the Emperor’s Celestial Palace at Nadux beyond Fire Mountain. The high pass between Lord Zahe’s Wind Mountain and Lady Jacey’s Fire Mountain was visible from the village. The little boy had been disoriented and not known his name, so she’d often wondered if he’d seen something so horrible that it’d stolen his memory. She knew about appalling things–from when everyone in her family had died from their wounds within hours of each other.
“We need more ground meal for the stew,” Gretti said.
Aymara shook off the thoughts she’d tried without much luck to push to the back of her mind since the moons had halted. “I’ll get it. How much?”
“This much.” She took a tankard from the mantel. “If there’s still that much left.”
“I think there is.”
Gretti smiled. “That’s the best tidings I’ve heard in days.”
With the tankard, Aymara went to the larder. She paused in the doorway to look back. The villagers were talking calmly beneath the smoke-stained rafters. They were so scared. She was, too, and she was glad she could give them some comfort. She wished she could offer herself some of the same.
She looked toward the door, hopeful. Maybe, just maybe, the moons were moving, and the endless night was about to be expelled by the dawn.
Beyond the door, the moons were immobile.
It was another red night.
Prologo
"Tutto è pronto."
L'anziano uomo sollevò la testa e annuì. Per cinquanta generazioni, mentre egli portava la pace nel suo mondo devastato, aveva saputo che sarebbe arrivato questo momento. Per cinquanta generazioni, mentre guardava il suo popolo fiorire nell'assaporare le arti e nell'apprezzarsi l'un l'altro, aveva saputo cosa avrebbe dovuto fare quando quest'ora sarebbe giunta. Per cinquanta generazioni, mentre teneva sotto controllo coloro che una volta erano stati i capi e che avrebbero sacrificato ogni cosa per tornare ad esserlo, aveva saputo che in quest'ora egli avrebbe avuto dei rimpianti. C'era ancora così tanto da fare. Erano stati commessi così tanti errori. Era qualcosa che solo lui sapeva. Gli altri lo veneravano, lo credevano onnipotente. E lo era.
Ma aveva anche fallito.
Il bambino non c'era. Questo momento non avrebbe dovuto giungere senza l'arrivo del bambino accanto a lui. Il messaggero che aveva mandato a prendere il bambino non era ritornato. Il guardiano che aveva messo a guardia del bambino non aveva capito l'importanza di quest'ora.
Si alzò in piedi.
Niente, nemmeno la speranza che ci fosse ancora un'occasione di successo, poteva rimandare questo momento. Alzò lo sguardo alle due lune che andavano avvicinandosi sempre di più nel cielo della notte. L'ora finale sarebbe arrivata quando le due lune sarebbero sembrate una cosa sola, così come lui e il bambino avrebbero dovuto essere, se il bambino fosse stato lì. Avrebbe toccato il viso del bambino con le mani gentili di un insegnante, e il bambino avrebbe appreso il suo destino e il suo dovere.
Ora la sua eredità sarebbe stata una resurrezione dell'ignoranza, una futile distruzione e morte mentre il popolo sarebbe stato risucchiato in quello che chiamavano l'Altro Tempo.
Il suo servitore seguì i suoi passi mentre camminava attraverso la sua stanza preferita nel palazzo. Le pareti dorate accoglievano il sole ogni mattino, e il pavimento liscio e scintillante abbracciava la luce della luna. Tutto ciò che aveva potuto desiderare gli era stato fornito. Nulla gli era stato negato... fino ad ora. Che ironia che il suo bisogno più pressante non fosse stato appagato.
Uscì nella notte. Il suo servitore non parlò, poiché nessuno parlava in sua presenza senza permesso. Desiderò che quella regola non fosse mai stata fissata. Ma le regole erano ciò che guidava il mondo così come avevano fatto da quando la vita era stata creata da Indazi e da sua moglie Zadini, gli dei che avevano generato la terra, il mare e i cieli.
L'aria della notte era odorosa di fiori, ma il fumo copriva il loro profumo. Le lune si stavano sfiorando, ma non erano ancora diventate una cosa sola. Lanciò un'occhiata verso la strada che portava attraverso le montagne nel luogo dove il bambino avrebbe dovuto trovarsi. Era possibile che il messaggero fosse stato vittima di un agguato e trucidato dalla spada di un signore geloso dei poteri dell'imperatore? Era possibile che il bambino fosse stato scoperto e ucciso? Nessuno avrebbe osato portargli tali orribili notizie a quest'ora.
Il rullio dei tamburi era fioco, ma poteva capirne il significato dal ritmo. Era stato lui ad insegnare ai primi suonatori di tamburo il loro linguaggio, così come aveva trovato i primi telepatici e aveva insegnato loro a comunicare con la mente. Insieme a loro, aveva riunito il mondo in una pace come non ne avevano mai conosciuta... o come non ne avrebbero mai più conosciuta.
Sospirò sentendo i tamburi suonare la chiamata in battaglia. In qualche modo, qualcuno al di là di quelle mura aveva appreso l'ora esatta della sua morte. Prima ancora del suo ultimo respiro, la distruzione di tutto ciò che aveva costruito e protetto stava iniziando.
"Bambino mio," bisbigliò camminando verso la pira che lo attendeva. Le fiamme lambivano le lune, attirandole più vicine. Il fuoco bramava forse di banchettare con le sue vecchie ossa? O era forse desideroso di carni più giovani? Mentre ascoltava i tamburi ripetere il loro messaggio di morte, seppe che il fuoco ne avrebbe distrutte molte.
"Bambino mio," sussurrò di nuovo. Si volse verso il servo. Alzando la voce disse, "Sei congedato."
Il servitore fece un profondo inchino, e si allontanò.
Il vecchio guardò al cielo. Una luna era quasi scomparsa dietro l'altra. Non doveva indugiare oltre. Ma lo fece, mentre volgeva di nuovo lo sguardo verso le montagne e immaginava la morte accingersi a scendere lungo i crinali e le valli fino a raggiungere il mare. Voleva fermarla. Avrebbe potuto fermarla. Una sola parola era tutto ciò di cui aveva bisogno, ma la parola si dissolse nella sua mente nel momento in cui le lune divennero una.
Andò verso il fuoco dicendo, "Bambino mio, perdonami."
E, mentre una luna svaniva dietro l'altra, si consegnò alle fiamme.
Capitolo Uno
Era una notte rossa. Il cielo era infiammato dalla luce rossa delle lune gemelle durante l'eclisse. Un'eclisse eterna, perchè le lune si erano immobilizzate nel cielo. Il sole non sorgeva. La pioggia non cadeva. Tutto era rimasto come si trovava nel momento in cui l'Imperatore era morto.
Aymara la Custode alzò lo sguardo al cielo così come faceva ogni volta che usciva dalla taverna. Niente cambiava. Continuava a sperare, ma temeva che nulla sarebbe mai più cambiato. Ad ora, le lune avrebbero dovuto aver completato diversi cicli attorno a Thoslon, divenendo piccole e poi ingrandendosi di nuovo, avvicinandosi l'una all'altra prima di allontanarsi nuovamente. Quando erano una di fronte all'altra nel cielo notturno, il loro debole fuoco bianco avrebbe dovuto illuminare la schiuma schizzata sulla scogliera dalle onde che si rincorrevano al comando delle lune.
Ora le onde danzavano da sole, ma il loro movimento era diventato selvaggio come quello del grande drago del mare che viveva sotto di esse. Nemmeno l'anziano più vecchio del villaggio poteva ricordare le onde alzarsi così in alto o infrangersi così forte contro le rocce. Non c'era brezza che soffiasse via l'acqua, spruzzandola nell'aria, da quando le lune si erano fermate nel cielo. Coloro che appartenevano alla categoria dei pescatori non osavano più salpare in quel mare impazzito. Anche se avessero voluto provare, era troppo tardi. Le loro navi erano state ridotte in pezzi contro le strette, desolate spiagge alla base della scogliera. Ogni giorno, le onde si riversavano sempre più vicine al villaggio. C'era chi diceva che le onde si sarebbero calmate prima di raggiungere le mura della città.
Aymara avrebbe voluto esserne altrettanto certa. Da quanto ricordava, si era sentita sicura dietro le mura che circondavano il gruppo di casette sopra la scogliera. Giardini e scale collegavano gruppi di case di pietra. Ogni gruppo apparteneva a un clan. Ogni gruppo si espandeva dalle mura man mano che i membri nascevano, si univano con i loro compagni di vita, e necessitavano di spazio loro.
La sua taverna era separata perchè il numero dei Custodi del villaggio non era mai stato grande. Era così che funzionava il sistema dei Custodi.
Aymara si appoggiò alla fredda parete di pietra della taverna. Da quando il sole era tramontato l'ultima volta, l'aria diventava sempre più fredda. Avrebbero dovuto trovarsi in quel momento nella stagione calda, ma non era arrivata. Avevano legna per i fuochi, ma per quanto sarebbe bastata? Nessun nuovo albero sarebbe nato senza la luce del sole e senza pioggia. Le erbe che aveva piantato stavano morendo nel terreno arido. Gli alberi avevano perso le foglie, e anche i sempreverdi stavano diventando rossastri come il cielo.
E nessuno sapeva quando le lune avrebbero ripreso a muoversi.
O se.
Perchè le era accaduto di nascere in questo tempo maledetto? Per un millennio, le stagioni si erano avvicendate in perfetto ordine mentre il sole si alzava e tramontava, le lune brillavano nel cielo durante il loro percorso, e le maree si alzavano e calavano secondo un disegno prefissato dall'Imperatore. Ora l'Imperatore era morto e Thoslon era condannato.
Un bagliore attirò la sua attenzione, e Aymara guardò verso le montagne che formavano un arco da orizzonte a orizzonte, toccando il mare ad entrambe le estremità. C'erano quattro montagne. Su ognuna di esse, c’era un Signore della Guerra che tramava per prendere il sopravvento sugli altri ora che non c'era più l'Imperatore a impedir loro di ridurre in schiavitù il resto di Thoslon. Il lampo proveniva dalla Montagna del Fuoco, dove Lady Jacey e i suoi uccelli di fuoco aspettavano l'occasione di sconfiggere gli altri Signori.
"E cosa conquisterete? Un mondo in rovina?" chiese Aymara scostandosi dalla parete. Fino a quando non ci fosse stato un altro Imperatore, niente avrebbe potuto cambiare.
Si bisbigliava che vi fosse un erede - Colui da Seguire - che sarebbe asceso al trono di Imperatore e che avrebbe guidato il cielo. Nessuno sapeva dove potesse essere Colui da Seguire, o quando il prescelto si sarebbe fatto avanti. Ma anche i bambini sapevano che i Signori della Guerra avevano intenzione di impedire a Colui da Seguire di reclamare il titolo di Imperatore, poiché ciò avrebbe infranto le loro speranze di governare il mondo.
I Signori della Guerra non erano però i soli a voler assicurarsi che non vi fosse un altro imperatore. Ciò la sconvolgeva ancora di più. Alcune persone che avrebbero dovuto mostrare intelligenza desideravano il ritorno dell' Altro Tempo, l'epoca che aveva preceduto l'arrivo dell'Imperatore a Thoslon e la pace che aveva portato. Imponendo la propria volontà su di loro, come asserivano quelle persone. Niente - neppure la pace - valeva così tanto da accettare di sottomettersi all'Imperatore.
Non aveva mai creduto che sarebbe venuto il tempo in cui avrebbe invidiato le morti del resto della sua famiglia. Un attacco di gigantesche testuggini al villaggio, inviate da Lady Gimar nel tentativo di strappare la terra a Lady Jacey, aveva provocato molti morti, inclusi i suoi genitori e gli altri suoi parenti più vecchi. Con l'aiuto dei due membri sopravvissuti della sua famiglia, aveva continuato a tenere la taverna aperta, così come era stato sempre loro compito.
"Sei qui fuori, Aymara?" la chiamò una voce amata.
"Sono qui, Hakken." si inginocchiò mentre il bambino le andava incontro. Con un sorriso, gli sistemò la giacca. Come per tutti i maschi, la giacca di Hakken era fatta di un singolo pezzo di tessuto, per imparare a realizzarlo c'era voluto ben più di un ciclo solare. Solo le donne indossavano giacche cucite. I suoi calzoni semplici erano fatti di una stoffa più pesante di quelli di lei, e indossava delle basse pantofole. Quando sarebbe cresciuto, avrebbe indossato gli stivali al ginocchio come tutti gli uomini.
Se avesse avuto l'occasione di crescere...
"Fa freddo," annunciò Hakken, i cui tremiti gli facevano cadere i capelli neri sugli occhi scuri. Nel chiarore delle lune, la sua faccia sembrava pallida, ma Aymara sapeva che le sue guance erano rosse per il freddo. "Non verrà mai più il caldo?"
"Sì che verrà." gli sorrise, così da non tradire la sua incertezza.
"Quando ci sarà un nuovo imperatore," disse il bambino con la sicurezza dei suoi pochi cicli solari. Immaginava che ne fossero passati circa sei dalla sua nascita.
"Sì, quando ci sarà un nuovo imperatore."
"Trellor dice che non ce ne sarà un altro."
Lei nascose il cipiglio. Trellor il Fabbro sapeva bene che non si parlava di certe cose di fronte a un bambino. Come tutti gli altri al villaggio, Aymara conosceva Trellor da quando aveva l'età di Hakken. Di solito pensava a lungo prima di dar voce ai propri pensieri.
Sforzandosi di mantenere il sorriso, gli disse, "Io spero che ce ne sarà uno."
"Deve esserci, o niente sarà più lo stesso."
Aymara si inumidì le labbra. Aveva voglia di chiedergli se stava ripetendo quello che aveva sentito dire agli altri nella taverna. Hakken aveva capacità che nessun altro bambino possedeva. Lo aveva udito parlare con gli animali e gli uccelli fin da quando lo aveva trovato abbandonato sulla porta della taverna. All'inizio, quando le raccontava quello che gli animali e gli uccelli gli rispondevano, pensava si trattasse di un gioco. Poi si era resa conto che le sue predizioni sul tempo e sul mare si avveravano sempre. Non erano solo le creature selvatiche. Hakken poteva in certe occasioni cogliere i pensieri di un’altra persona come se questa gli avesse parlato.
Aymara aveva imparato a credere alle impressioni del bambino, una volta epurate dalle sue fantasie infantili, ma gli aveva raccomandato di non rivelare a nessun altro di avere queste capacità. Sapeva come sarebbero state recepite queste differenze nel loro piccolo villaggio. Colui che nasceva in un clan doveva possedere unicamente i talenti di quella clan. I Custodi non erano conoscitori della magia.
"Memshi ti vuole," disse bruscamente Hakken, mostrando di non essersi accorto del suo disagio.
"Perchè?"
"Non l'ha detto."
Aymara prese il bambino per mano e lo accompagnò alla porta. Sfiorò con le dita lo scacciaspiriti che di solito risuonava dolcemente alla brezza marina. Il suono tintinnante delle piccole zucche verdi svuotate avrebbe saputo convincere il vento a tornare?
Mentre diceva a se stessa di non essere ridicola, aprì la porta. La taverna era alta due piani e fatta di pietra. A differenza di altre costruzioni nel villaggio, aveva un tetto di pietra invece che di legno. Non era sicura del perché. Ne aveva chiesto la ragione quando era più giovane, ma nessuno le aveva saputo darle una risposta, che non fosse che il tetto della taverna era sempre stato di pietra. Si chinò sotto la bassa porta, facendo attenzione a non urtare l'insegna del suo clan che vi era stata appesa. L’emblema ricamato identificava i suoi avi per una dozzina di generazioni. Si corrucciò. Hakken sarebbe stato presto abbastanza grande da indossare l’anello del clan, come ogni uomo al villaggio. Presto avrebbe dovuto decidere cosa incidervi sopra.
Cosa si metteva sull’anello del clan nel caso di un trovatello? Nessuno aveva visto chi lo aveva abbandonato. Lei lo aveva semplicemente trovato lì una mattina, ad aspettarla, quando aveva aperto la porta per accogliere i suoi clienti. Lo aveva portato dentro, l’aveva lavato, e gli aveva dato una casa. Anche se aveva lo stesso nome di suo padre, non apparteneva alla sua famiglia. Ma che importanza aveva un anello se le lune rimanevano ferme e il sole non sorgeva e il mare percuoteva la costa senza sosta?
Profumi familiari e confortanti l'attirarono attraverso lo stretto corridoio verso la principale stanza pubblica e i suoi due grandi camini. Uno riscaldava i tavoli dove i clienti mangiavano. L'altro era posizionato dietro il banco dove lei serviva il cibo. Erano stati accesi così tanti fuochi nei camini che il forte odore di torba bruciata impregnava ogni pietra e ogni legno. Le erbe da cuocere scarseggiavano, ma le pareti trattenevano gli odori, sia quelli dolci che quelli pungenti. Il pavimento di pietra sotto le sue pantofole era stato levigato dal calpestio di molti piedi.
Ogni centimetro della taverna racchiudeva la sua storia come un'insegna di clan.
Non appena entrò nella sala principale, capì perchè Memshi aveva mandato Hakken a chiamarla. Le voci si levavano fino alle travi del basso soffitto mentre più di una dozzina di persone circondavano il banco dove i suoi due lavoranti stavano tentando di mantenere l'ordine. Gli avventori si stavano spintonando nello sforzo di avvicinarsi al banco. L'odore della paura copriva ogni altro odore.
Facendosi largo a spintoni tra la folla, facendo attenzione a non lasciare la mano di Hakken mentre si infilava tra persone decise a non spostarsi, raggiunse il banco.
Diede un colpetto sul braccio della cameriera bionda Gretti, e fece un sorriso forzato a Dester, che era il compagno di Gretti. I due aiutavano in così tanti modi, ma erano intimiditi dalla rabbia che ribolliva tra gli abitanti del villaggio. La rabbia non era rivolta a loro, ma al cielo immobile e al loro futuro senza speranza.
O almeno la rabbia non era mai stata diretta verso di loro prima di quella sera, Aymara si corresse. Guardando le persone che affollavano il banco, si chiese se ciò fosse cambiato. Che ironia. La sola cosa che pensavo non sarebbe mai cambiata può esserlo, mentre il cielo rimane fermo.
"Perchè sono tutti scontenti? Non c'era abbastanza cibo stasera? " chiese Aymara sotto le voci stridule.
"Vogliono risposte," disse Gretti, le dita distese contro il suo ventre dilatato, dove il suo bambino attendeva di nascere. Sarebbe stato presto.
"Risposte? Su cosa?" sobbalzò quando un pesante pugno colpì il bancone di legno.
Voltandosi, Aymara si trovò di fronte Borsley il Pescatore. Non ne fu sorpresa. Aveva passato le ultime notti a lamentarsi a voce alta, anche quando nessuno tranne la sua compagna sembrava ascoltarlo. Il suo enorme pugno, inattivo ora che la sua barca da pesca era stata distrutta dalla potenza delle onde, era fermo sul bancone.
"Dov'è il mio cibo?" ringhiò.
"Stiamo per servirlo." Aymara guardò agli altri dietro di lui. Un brivido di paura le scese gelido lungo la schiena. Ogni faccia era stravolta dalla disperazione, quelle di donne e uomini, di bambini e vecchi. Dalla morte dell'Imperatore le risorse di cibo erano andate via via esaurendosi e la piazza del mercato era deserta. Lei aveva ancora delle provviste, così molti degli abitanti del villaggio dipendevano dalla taverna per i loro pasti.
"No, voglio dire, dov'è il mio cibo?" egli gridò strofinandosi la mano sotto quel naso che aveva avuto la peggio in troppe risse.
"Non capisco."
"Voi avete il cibo. Voi avete sempre del cibo." si lanciò un'occhiata alle spalle, e gli altri annuirono. "Come è possibile?"
Aymara piegò un braccio sul banco e si chinò in avanti. Fece scivolare le dita sotto la giacca toccando il pugnale che portava accanto alla borsa delle erbe appeso alla cinta dei calzoni. Non aveva mai pensato di dover usare una spada per difendere la taverna.
"Tu conosci la risposta," disse calma. "Se abbiamo ancora grano è perchè ne avevamo acquistato per fare la birra, per il prossimo ciclo solare."
"Ma voi avete più del grano. Avete verdura e carne."
Le sue dita strinsero il manico del coltello quando vide altre persone entrare nella taverna. Conosceva ciascuna di esse, perchè era cresciuta con loro. Ogni faccia era famigliare da Trellor Forge il fabbro a Bija Riser il panettiere. Per generazioni, avevano vissuto in pace, commerciando gli uni con gli altri. Poi l'Imperatore aveva raggiunto la sua fine, e niente era come doveva essere.
"Ne è rimasto ancora poco," disse, "e sto dividendo quello che ho con voi."
"Ma lo fate pagare."
"Solo perchè così possiamo comprare legno e candele per illuminare la taverna. Alla gente non va di mangiare al buio."
"E' sempre buio ora. Ci siamo abituati." calò la mano sulla sua, bloccandola contro il banco. "Sento odore di carne che cuoce. Dove prendete la carne?"
"Tu sai che Memshi caccia per me." Aymara tentò di guardare dietro di lui. Dov'era il grande gatto che aveva mandato Hakken ad avvisarla?
"Nei nostri campi?"
Aymara liberò il braccio da sotto la sua mano. "Per il respiro di Zadini! Sai che ho sempre proibito a Memshi di cacciare nei vostri campi. Perchè ora pensi che sia diverso? Va a caccia nella foresta."
"Ma non c'è più selvaggina nella foresta!" gridò un uomo.
"Memshi è un cacciatore migliore di tutti noi."
"Così la mandi ad uccidere quel che rimane delle bestie selvatiche?" chiese Borsley. "Anche se sai che anche noi pure viviamo con quello che troviamo nella foresta."
Lei lo fissò. Prima, l'accusava di lasciare il grande gatto cacciare nei campi del villaggio. Ora la rimproverava perchè lui non era capace di trovare selvaggina. Aymara guardò di nuovo nella stanza. Sentiva il gelo invaderle la schiena, rendendole quasi impossibile respirare, perchè gli altri stavano annuendo d'accordo con lui.
Che il buio li avesse fatti tutti impazzire? Come aveva sentito chiamarlo da qualcuno? Pazzia delle lune? Aveva riso sentendolo, perchè non c'era nulla nel chiarore delle lune che potesse far perdere la ragione. Ma spesso si sentiva come se qualcosa si insinuasse sotto la pelle, tenendola sveglia la notte e nervosa durante il giorno. Avevano anche gli altri le sue stesse sensazioni? Avevano difficoltà a prendere ogni respiro come se la notte senza fine stesse per schiacciarli?
"Memshi ha sempre cacciato nella foresta fin da quando ce l'ho," disse Aymara. "Non le ho chiesto di cacciare in nessun altro luogo."
"Perchè dovresti?" gridò. "Hai un sacco di roba da mangiare."
Aymara voleva ridere e piangere. L’uomo si sbagliava. Non c'era rimasto granché nella cantina e nella dispensa. Le provviste stavano riducendosi ad ogni pasto, ma stava tentando di far bastare quello che rimaneva. Non che avesse importanza dal momento che presto, non ci sarebbe più stato cibo.
"Qui," udì dietro di sé.
Prese la scodella che Dester le porgeva. Nella scodella c'era un po’ dello stufato cotto nella grossa pentola nel camino.
"Grazie," mormorò. Mise la scodella sul banco. "Ecco il tuo pasto, Borsley. Se vuoi della birra, c'è un fusto aperto nell'angolo. Al solito prezzo."
Egli alzò la scodella e annusò. "Puzza di marcio."
"Noi non cuciniamo carne marcia. Potremmo stare male."
"Puzza di marcio."
Aymara scosse il capo. "E' impossibile!"
"Annusa tu stessa."
Aymara lo scansò mentre tentava di spingerle la scodella in faccia. Lo stufato schizzò nella parete dietro di lei e sfrigolò sul camino. Dester si tolse il grano bollente dal braccio mentre tirava Gretti verso il magazzino. Hakken fece passare lo sguardo da loro ad Aymara, incerto su cosa fare. Lei gli fece cenno di andare nel magazzino.
Là sarebbe stato in salvo, o almeno così sperava.
"Sei fuori di testa, Borsley?" gridò. "Non possiamo sprecare cibo in questo momento. Non ce ne resta molto."
Lui la afferrò. "Dov'è il resto del cibo?"
"Nella pentola."
"No, intendo il resto del cibo!"
Aymara non fu veloce abbastanza da evitare il suo pugno. La colpì sulla guancia, facendola barcollare indietro. Scivolò col piede sul sugo. Cadde contro il camino. Una fitta di dolore la attraversò, poi si congelò nel punto dove l'aveva colpita. La stanza si fece buia. Desiderò abbassare la testa sulle ginocchia mentre la nausea l'invadeva.
Hakken corse da lei, gridando di paura.
Lo circondò con un braccio. Doveva assicurarsi che nessuno facesse del male a lui, o alla taverna, o alla sua famiglia. Era la sua taverna, l'eredità della sua famiglia. Non poteva impantanarsi nel dolore. Balzò in piedi. I suoi occhi rifiutavano di mettere a fuoco, ma doveva agire.
Borsley saltò oltre il banco, gridando qualcosa sul cibo. Lei si spostò dalla sua traiettoria, ed egli colpì la parete di pietra accanto al camino. Indietreggiò, soffiando come una bestia ferita. Dietro di lui, gli altri corsero a prendere il cibo dalla pentola sul fuoco. Aymara udì un grido e uno schianto mentre qualcuno veniva buttato in terra. Nessuno si fermò ad aiutare. Continuarono a farsi avanti, pestando colui che era caduto.
Un uomo gridò loro di fermarsi. Dester? Qualcun altro? Non poteva dirlo. Udì una sedia rompersi, poi un colpo mentre un corpo privo di sensi cadeva su un tavolo.
Si ruppero i piatti, la gente gridò terrorizzata. Non temevano, si rese conto, di venire feriti nel caos, ma che gli venisse negato il pasto.
"Dammi il mio cibo!" Borsley tentò di strapparle il bambino.
Vibrando il coltello in alto, Aymara tagliò attraverso la manica e affondò nella carne. Il grido di dolore di Borsley si perse sotto un ruggito selvaggio.
Memshi!
Il grande gatto saltò sul bancone di legno. Esso tremò sotto il peso di Memshi, poichè la testa del gatto raggiungeva la spalla di Aymara quando erano in piedi l'una accanto all'altra. Quattro occhi gialli si fissarono su Borsley, e le strisce nere sul suo manto grigio-azzurro si arruffarono. Artigli spessi e lunghi come le dita di Aymara si piantarono nel legno. Memshi arricciò le labbra rivelando zanne affilate. Osservò lentamente la stanza, e la gente rannicchiata a terra. Tutti e quattro gli occhi tornarono a convergere su Borsley, e il gatto si passò la lingua sui denti.
"No!" strillò Borsley, premendo sul braccio sanguinante. "Richiamala! Richiamala!"
Aymara fece cenno a Memshi di restare dov'era. Il grande gatto voltò di nuovo la testa fissando il suo sguardo fiero su ciascuno dei presenti. La gente indietreggiò, ora impazienti di scappare tanto quanto prima lo erano stati di prendersi il cibo.
Non c'era un altro gatto al villaggio della stazza di Memshi. Si diceva che simili felini una volta vivessero numerosi lungo i fianchi delle Montagne del Vento, ma Memshi era la sola della sua razza che Aymara avesse mai visto.
Trellor il Fabbro e i suoi due assistenti, che non erano più alti di Hakken, erano i soli che non tremavano di terrore. Il fabbro tirò un uomo in piedi, mandandolo a barcollare verso un angolo. Sotto dov’era stato steso l’uomo c’erano i resti di una sedia. Quindi Trellor avanzò verso il bancone. Si chinò ad aiutare una donna anziana ad alzarsi e a farla sedere ad uno dei tavoli. Le premette uno straccio sulla fronte insanguinata.
Aymara fece un cenno di ringraziamento a Trellor, poi guardò Borsley. L'uomo tremava mentre il gatto teneva fissi su di lui gli occhi superiori, e con quelli inferiori controllava che nessuno si avvicinasse.
"Torna davanti al bancone." Aymara puntò il coltello sporco di sangue. "Aspetta là fino a che tutti gli altri hanno avuto la loro porzione di cibo." Quando egli fece per obbedire, aggiunse con lo stesso tono ringhiante che aveva usato lui, "Se tocchi ancora Hakken o me o chiunque altro in questa taverna, quello di questa notte sarà il tuo ultimo pasto qui."
La faccia di Borsley divenne grigia, e la stanza si fece silenziosa. La sua minaccia significava soffrire la fame. Trascinandosi attorno al banco, egli andò a sedersi alla tavola più lunga. La sua compagna lanciò un'occhiata ad Aymara, poi si piegò per strappare un pezzo di tessuto dalla propria giacca e glielo avvolse attorno al braccio.
"Grazie, Memshi." bisbigliò Aymara.
Il gatto produsse un profondo suono di gola e balzò a terra con un tonfo sorprendentemente leggero. La gente che aspettava il cibo le diede ampio spazio mentre lasciava la stanza agitando la coda con rabbia.
"Stai bene, Aymara?" chiese Hakken con voce terrorizzata. "Quell'uomo ti ha colpita. Non avrebbe dovuto colpirti."
"Va tutto bene, sto bene." gli scompigliò i capelli, sperando che vedesse come le tremavano le dita.
"Non stai bene. Sei ferita, Aymara."
Sapeva che non avrebbe dovuto mentire al bambino. Lui sapeva sempre quando non diceva la verità. Cercando di sorridere, e poi sussultando poichè il movimento le provava dolore alla testa, disse, "Starò bene tra poco. Ora bisogna servire il pasto."
Dester si affacciò fuori del magazzino quando lo chiamò, ma Gretti non riapparve. Dopo aver mandato Hakken a sedersi con Gretti con la scusa che la donna incinta potesse avere bisogno di qualcosa, Aymara prese silenziosamente le scodelle che Dester aveva riempito. Le sue dita tremavano nel porgerle ai suoi affamati vicini, ma nessuno sembrò accorgersene. Erano troppo desiderosi di avere il loro cibo. I sussurri di panico divennero dapprima di sollievo, poi di soddisfazione quando la gente iniziò a mangiare. Anche Borsley e la sua compagna la ringraziarono quando porse loro le scodelle.
"Sei generosa a servirgli una seconda volta da mangiare." Trellor il fabbro prese due scodelle e le passò ai due piccoli uomini che lavoravano con lui. A differenza delle loro folte barbe bruciacchiate dalle scintille della forgia, lui era sbarbato.
Nello spostarsi con le loro porzioni al caldo del camino, i due piccoli uomini camminarono uno dietro all'altro come facevano sempre. Borchie metalliche decoravano le loro cinture e le fasce e coprivano i loro polsi. Gli anelli del clan che indossavano al mignolo della mano destra erano più larghi di quello di Trellor.
"Nonostante quello che alcune persone credono, fino a che ci sarà del cibo non intendo lasciare che nessuno soffra la fame." sorrise tristemente. "Anche se non penso che soffrire la fame tutti insieme sia meglio che farlo uno alla volta."
Trellor prese un'altra scodella nelle sue grandi mani irruvidite dal lavoro alla forgia. Erano macchiate di nero come i suoi capelli, ma la sua faccia dai lineamenti rudemente scolpiti era pulita. Come i suoi assistenti, indossava sotto la giacca farsetto e pantaloni di pelle. I suoi occhi verdi lampeggiavano con ciò che rimaneva della sua furia, ricordandole quelli di Memshi.
"Che pensiero tetro," disse voltandosi per raggiungere gli altri.
"E' la verità"
Si volse nuovo verso di lei. "Non sono ancora pronto a sdraiarmi a terra e morire."
"Neppure Borsley."
"A differenza di lui, io non spreco il grano gettandotelo in faccia." si aggrondò. "Dovresti mettere qualcosa di freddo su quella guancia. Si sta formando un livido."
Aymara sollevò un sopracciglio, poi desiderò non averlo fatto poiché il movimento le tirò la guancia. "Forse a me si formerà un livido, ma a lui resterà una cicatrice."
Trellor ridacchiò e andò a raggiungere i suoi assistenti.
Quando Dester le porse la scodella per Hakken, che scappò fuori del magazzino, Aymara mise il bambino sul bordo del camino a mangiare.
"Diventa peggio ogni notte, Dester." incrociò le braccia, desiderando che le sue mani smettessero di tremare. Diede un'occhiata alla porta d'entrata aperta, fiancheggiata da due strette finestre. "Mi stupisco che riusciamo a renderci conto di quando sia notte e quando no. "
"Andrà meglio quando il nuovo imperatore rimetterà il cielo in movimento." Dester lavorava alla taverna quasi da tanto tempo quanto Aymara, e aveva sempre guardato - anche ora - al lato positivo delle cose. Avrebbe voluto avere la sua stessa semplice fede.
"Ma da dove verrà il nuovo imperatore?" chiese la sua compagna avvicinandosi al camino. "Dal cielo?"
"Sai cosa dicono i sapienti-maghi, Gretti. Il nuovo imperatore verrà volando a vegliare su di noi."
"Ma com’è possibile che qualcuno arrivi dal cielo, se il cielo è fermo?"
Dester si strinse nelle spalle. "L'Imperatore non ci avrebbe lasciati senza qualcuno che prendesse il suo posto."
"Tu credi a quello che desideri. Se ci fosse qualcuno destinato a diventare nuovo imperatore, non pensi che a quest'ora avrebbe già reclamato il titolo?"
"Forse non può."
"O sceglie di non farlo."
"Può qualcuno scegliere di non diventare imperatore?" Dester si accigliò.
Aymara, consapevole che Hakken stava ascoltando, li interruppe dicendo, "Ecco nuovi clienti. Abbiamo bisogno di più stufato. Dester, andresti a prendere un'altra manciata di tuberi blu?"
"Non ce ne sono più. " le disse perdendo il sorriso. Anche il suo ottimismo ora veniva messo alla prova.
"Allora prendine un po' di quelli rossi."
"Posso aiutarti," si offrì Hakken.
Aymara si chinò e baciò la guancia paffuta del bambino. "Grazie, Hakken." abbassò la voce. "Fai attenzione quando vai su e giù dalle scale."
"Lo faccio sempre." scappò via seguendo Dester giù nella cantina.
Raddrizzandosi, Aymara emise il sospiro che le tremava sulle labbra. Aveva imparato quando difficile fosse per un bambino alato scendere una rampa di scale. Non poteva volare di nuovo su, perchè le sue piccole ali non erano forti abbastanza.
Aveva provato a ignorare le sue ali da quando l'aveva scoperto quel primo mattino nella taverna. Si diceva che il grande essere che aveva servito come Imperatore aveva le ali. Le aveva sentite descrivere come tanto maestose da incutere reverenza, ali ancor più potenti di quelle degli uccelli di fuoco di Lady Jacey. Le ali di Hakken non erano così, erano sottili e seriche come quelle di un insetto, ma nessun altro al villaggio aveva le ali. Se ci fosse qualcuno destinato ad essere il nuovo imperatore, non credi che quella persona avrebbe ormai reclamato il suo titolo?
Forse non può.
Le parole di Dester e Gretti echeggiavano nella sua testa. Hakken possedeva le ali e abilità che nessun altro bambino aveva. Poteva essere lui colui che avrebbe dovuto reclamare il titolo? Quando l'aveva trovato fuori della taverna, poteva essere stato in viaggio verso il Palazzo Celeste dell'Imperatore a Nadux oltre le Montagne del Fuoco. L'alto passo tra le Montagne del Vento di Lord Zahe e le Montagne del Fuoco di Lady Jacey era visibile dal villaggio. Il bambino era disorientato e non sapeva il proprio nome, e si era spesso chiesta se avesse assistito a qualcosa di così orribile da cancellargli la memoria. Ne sapeva qualcosa di fatti terrificanti - da quando tutti i membri della sua famiglia erano morti per le ferite a poche ore l'uno dall'altro.
"Abbiamo bisogno di più farina per lo stufato." disse Gretti.
Aymara si riscosse dai pensieri che aveva tentato di mettere da parte senza troppo successo da quando le lune si erano fermate. "La prendo io. Quanta?"
"Così." prese un boccale dalla mensola del camino. "Se ne è rimasta abbastanza."
"Penso di sì."
Gretti sorrise. "E' la notizia migliore che sento da giorni."
Con il boccale, Aymara andò nella dispensa. Si fermò sulla soglia per guardarsi alle spalle. Gli abitanti del villaggio stavano parlando pacatamente sotto le travi macchiate di fumo. Com’erano spaventati. Lo era anche lei, ed era contenta di poter dar loro un po' di conforto. Avrebbe voluto offrirne altrettanto anche a se stessa.
Guardò verso la porta, con speranza. Forse, solo forse, le lune si stavano muovendo, e la notte senza fine stava per essere allontanata dall'alba.
Oltre la porta, le lune erano immobili.
Sarebbe stata un'altra notte rossa.
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RECENSIONE: BALLATA PER ALICIA ( Redemption), di Carolyn Davidson
Prima pubblicazione anno: 2006 Edizione originale: Mass Market Paperback Pubblicato in Italia da: HARLEQUIN MONDADORI, serie I GRANDI ROMANZI STORICI, n.591, giugno 2007. Livello di sensualità: warm ( caldo) Ambientazione: Kansas, 1880.
E’ collegato a PROMESSA D’AMORE ( The wedding promise).
Dopo la morte della moglie Lorena, Jake McPherson, un reduce della guerra di secessione in cui aveva perso entrambe le gambe, si richiude totalmente in sé stesso e nel suo dolore, trascurando ( o per meglio dire ignorando) anche il figlio Jason di nove anni. Tant’è vero che il bambino, abbandonato a sé stesso, ne combina di tutti i colori, seminando l’allarme nell’intera cittadina. Dopo l’ennesima marachella, la maestra di Jason, Alicia, decide di affrontare personalmente Jake per scuoterlo dal suo torpore e indurlo ad occuparsi di suo figlio, che rischia di diventare un vero delinquente.
Sebbene sconvolto nell’apprendere la vera entità dei danni fatti dal figlio, Jake è oltremodo seccato dal fatto che quella presuntuosa e saccente maestrina di campagna venga a disturbarlo e a criticarlo, nonostante ciò decide di provare a prendere in mano la situazione e la sua vita…
Nooooooo! Non è possibile!!! Ma cosa è saltato in mente a Carolyn Davidson?! Ha commesso,secondo me, uno degli errori più gravi che possa commettere uno scrittore, soprattutto in questo genere: far morire uno dei suoi personaggi per avere la possibilità di narrare un seguito della storia precedente.Ma come, ce n’era proprio bisogno?!Il romanzo precedente si chiudeva con un lieto fine in cui non solo la coppia formata dai due protagonisti ( Cord e Rachel), ma anche quella secondaria- e a mio avviso molto più interessante-formata da Jake e Lorena si univano in matrimonio e riprendevano una vita felice e piena di rosee prospettive ( come da finale tipico di ogni romance che si rispetti).
E ora, all’inzio di questa seconda parte, scopro che Lorena muore dopo nove anni e un figlio, Jason. Davvero una brutta sopresa, che purtroppo ha completamente inficiato la lettura del romanzo, tanto che dopo un po’ non sono nemmeno riuscita a continuare e sono arrivata “in skimming” al finale, rimanendo sconcertata non solo dalla sconvolgente scoperta iniziale ma anche dal altre “ indelicatezze” lette.
Tanto per cominciare, i paragoni a volte sottili a volte no che Jake fa tra Lorena e Alicia, che finiscono per volgere nettamente a favore della seconda, come se la prima avesse contato poco o nulla. Già questo tipo di atteggiamento mi infastidisce in un romanzo normale che parte con uno dei protagonisti già vedovo ( se un matrimonio è stato felice o almeno buono, che bisogno c’è di fare paragoni?!), ma quando la “cara estinta” è un personaggio che ho conosciuto e apprezzato precedentemente, è proprio insopportabile!Anche perchè( e qui non allargo troppo il discorso per rispetto a chi non ha letto il precedente romanzo) Lorena per Jake ha fatto davvero molto, ha rappresentato praticamente la sua rinascita…e ora metterla da parte così non è giusto.
Ma anche passando sopra a questo, il modo in cui la nuova moglie del padre viene imposta a Jason e il modo in cui viene sgridato perché non l’accetta mi ha fatto accapponare la pelle: è vero che una volta non andavano per il sottile riguardo l’educazione dei bambini, ma trattare così un bambino sofferente per la perdita della madre mi ha quasi disgustato. Peccato, perché Alicia è un bel personaggio, una donna forte e tenera allo stesso tempo, che accetta il duro e ingrato compito di ereditare una famiglia non sua e riesce alla fine nell’intento di armonizzare il tutto…avrebbe meritato ben altro romanzo.
È in edicola da questo mese il nuovo magazine illustrato al servizio del lettore. "Che Libri" è una rivista indipendente che parla di libri in modo diretto con informazioni, servizi, attualità e dibattiti.
Ogni mese il lettore avrà una guida per entrare in libreria senza perdersi, per scegliere con conoscenza le proprie letture e sapere cosa si pubblica, gli approfondimenti e l’attualità.
Ogni mese rubriche fisse sul romance, la fantascienza e il giallo. "Che Libri" è in edicola e alla Fiera del Libro di Torino (pad. 1 stand B-66 e C-67).
Abbiamo dedicato spazio al lancio di questa nuova rivista, "Che Libri", perchè è doppiamente importante:
- è la prima rivista sui libri che si venderà in edicola e sarà acquistabile da tutti, non soltanto dagli addetti ai lavori ( finora l'unica rivista simile era "il Libraio", che però viene inviata ai titolari di librerie etc. e non si può comprare diversamente )
- la rivista dedicherà spazio a generi narrativi importanti ed amati dal pubblico, ma finora snobbati dalla critica letteraria: i gialli, il romance, la fantascienza.
Se volete fare delle domande su questa rivista, tenete presente che Federica Bottinelli, una delle redattrici della rivista, dovrebbe passare a leggerle stasera o domani, e potrà rispondervi.
Questo concorso, in passato organizzato da All About Romance, vi permetterà di dare il vostro giudizio sulle migliori, e peggiori, copertine di libri romance pubblicati nel corso del 2007.
La pagina che spiega il concorso e da cui si accede alle votazioni è questa:
Le copertine da votare sono suddivise in sette categorie, che sono le seguenti :
Alternate Reality / Realtà alternativa: romance con elementi fantastici, oppure libri di fantasy e faltascienza con una forte componente romance
Romantic Suspense : romance contemporanei con elementi suspense
Historical / Storici : romance storici incluse le edizioni Harlequin Historicals ( i nostri GRS )
Two-Cover / Copertine Doppie: copertine in due parti ( cioè copertina esterna più seconda copertina interna, il cosiddetto stepback ) oppure una combinazione di copertina fronte + retro, indipendentemente dal genere – contemporaneo, storico, o realtà alternative.
Contemporary / Contemporanei: romance ambientati ai giorni nostri
Series / Serie: libri pubblicati nelle collane Harlequin e Silhouette ( gli equivalenti dei nostri Harmony )
Worst Cover / le Copertine Peggiori: tutte le copertine che vorremmo non avere MAI visto, indipendentemente al genere di libro.
Le copertine di questo concorso sono state scelte grazie al lavoro di un folto gruppo di persone, il Cover Ballot Committee che trovate elencato in alto a destra nella pagina iniziale del sito. Per ogni categoria, c'è un "responsabile" di cui vedete il nome nella pagina corrispondente a quella categoria: è la persona che tiene traccia dei commenti, risponde alle domande e registra i voti.
Cliccando sulla freccia rossa a destra in basso, arrivate alla prima votazione del concorso. Ogni categoria viene votata separatamente dalle altre. Perché il vostro voto venga contato, dovete inserire il vostro nome ed il vostro indirizzo email nella casella che trovate in ogni pagina. Non preoccupatevi di inserire queste informazioni on-line, servono solo per garantire la regolarità del voto – cioè che ci sia un solo voto per persona e che l’indirizzo email sia autentico, nel caso dobbiamo contattarvi per qualche chiarimento su una vostra votazione. Nessuna informazione su nomi o indirizzi email verrà resa pubblica.
Possono partecipare tutti al Cover cafè contest: lettori, autori ed artisti – unica richiesta, dovete votare in almeno in tre diverse categorie.
Il concorso si chiuderà alla mezzanotte del giorno 25 maggio 2008.
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Leda Swann 's LATEST BOOK, MISTRESS, BY AVON RED
She knew she was playing with fire . . . and was eager to burn.
The very thought of an innocent young woman—a teacher at a fusty finishing school—modeling for a series of titillating photographs to be sold at London's bookstalls is scandalous. But orphaned Emily Clemens's destitute circumstances have left her little choice. It is all part of her plan to capture the attention of some well-heeled roué who will then make her his pampered mistress. So the untouched beauty sheds her outer garments—and her inhibitions—to strike provocative poses before the lens of handsome photographer Eric Twyford.
But each seductive attitude she assumes is stoking a fire within that Emily never knew existed—and the heat is spurring her on to ever-greater heights of sensuous abandon. Still, the devilishly desirable Eric, a consummate professional, remains unmoved by her erotic display. If Emily cannot arouse a man in the flesh, what hope does she have as a black-and-white postcard?
She has already gone far beyond the boundaries of propriety. Now Emily's brazenly determined to go even farther—to seduce Eric, letting him take her to intoxicating places she has never been. But once she has reached ecstasy, will she ever be able to leave?
Sapeva che stava giocando col fuoco… e non vedeva l’ora di bruciare.
Il solo pensiero di una giovane donna innocente – un’insegnante di un’antiquata scuola di belle maniere – che posa per una serie di fotografie sexy da vendere nelle bancarelle di Londra è scandaloso. Ma la disastrosa situazione finanziaria di Emily Clemens, ora che è rimasta orfana, le lascia poche scelte. Il suo piano prevede di attirare l’attenzione di qualche damerino dal portafoglio ben fornito, che a quel punto farà di lei la sua amante e la coprirà di ogni attenzione. Quindi la bella e inesperta Emily si spoglia dei propri abiti – e delle proprie inibizioni – ed inizia ad assumere pose provocanti davanti all’obiettivo della macchina fotografica del famoso fotografo Eric Twyford.
Ma ogni posa seducente accende dentro Emily un fuoco che lei nemmeno sapeva che esistesse – ed è una fiamma che la sprona ad abbandonarsi con ancor maggior trasporto alla propria sensualità. Tuttavia Eric, un uomo di consumata esperienza, desiderabile in modo diabolico, resta indifferente di fronte allo spettacolo erotico che lei gli offre. Se Emily in carne e ossa non riesce ad eccitare un uomo, che speranza ha di farlo come cartolina in bianco e nero?
Ormai Emily ha varcato da un pezzo i limiti della decenza. Ed ora è audacemente decisa ad andare ancora oltre – decisa a sedurre Eric, lasciandole che la trasporti là dove non è mai stata. Ma una volta che Emily avrà raggiunto l’estasi, sarà capace di tornare indietro?
Nota di MarchRose
Leda Swann is the pseudonym used by the writing duet of Cathy and Brent, who live in New Zealand with their four children, to publish their novels in the hottest Avon series, i.e. Avon Red. MISTRESS is the second instalment of the saga of the Clemens family, which started with THE PRICE OF DESIRE.
"As usual, Leda Swann delivers a sizzling treat that indulges the senses as well as – shall we say, heats up a tad more than just the heartstrings.
Emily's story is like a molten chocolate cake, decadent with a smidgen of bitterness and the somewhat unexpected all demurely hidden under a smooth facade." Night Owl Romance
Leda Swann è lo pseudonimo usato una coppia di scrittori, Cathy e Brent, che vivono in Nuova Zelanda con i loro quattro figli, per pubblicare romanzi ad alta gradazione erotica nella collana più bollente della casa editrice Avon, cioè Avon Red. MISTRESS è il secondo romanzo della saga dedicata alla famiglia Clemens, saga iniziata con THE PRICE OF DESIRE.
"Come al solito, Leda Swann ci regala una chicca ad alta gradazione erotica, che stuzzica i nostri sensi e in più… be’, diciamo che a parte il cuore riscalda ben altro.
La storia di Emily è come una torta glassata al cioccolato, decadente grazie a quella sua punta di amaro, e con qualcosa di assolutamente inaspettato accuratamente nascosto sotto una facciata in apparenza innocua." Night Owl Romance
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