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Giovedì, 17 luglio, 2008 - 23:57
Maet

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   LORDS E PROSTITUTE

I generi letterari si basano su degli stereotipi ed il Romance non fa eccezione. Sono in molti a sostenere che questo sia un sotto-genere, in cui tanto i personaggi quanto le ambientazioni manchino di spessore e di una qualsivoglia aderenza alla realtà. Prendiamo un clichè molto diffuso nel Romance ma anche nella Letteratura con la L maiuscola: il gentiluomo e la prostituta. Senza scomodare Dumas figlio o Giuseppe Verdi, sono molti gli esempi di storie basate su una tale coppia. Proprio il mese scorso nella collana dei romanzi Mondadori è stato pubblicato il pregevole “Il cuore di una cortigiana” di Anna Campbell e questo mese per la serie oro “ Un romantico equivoco” di Betina Krahn. Lo spessore dei due libri è certamente diverso, la Campbell perlomeno si impegna nella costruzione di personaggi credibili, mentre la Krahn rimane sull'estrema leggerezza, al limite dell'inconsistenza, quello che li accomuna è una visione totalmente falsata dei rapporti fra i sessi e tra le categorie sociali, che evidentemente è però molto cara agli scrittori/ici ed anche ai lettori/ici. A quanto pare le lettrici non solo non protestano, ma a quanto pare si “bevono” una tal sequela di assurdità. Verrebbe da chiedersi come mai; in alcuni casi certamente una non conoscenza del periodo storico può servire da giustificazione, in altri il considerare il Romance come pura evasione.

Per chi volesse farsi un'idea di come andavano (ed in molti paesi ancora vanno) le cose, suggerisco la lettura di due titoli recenti e facilmente reperibili: Michel Faber "Il petalo cremisi ed il bianco” (Einaudi) e Belinda Starling "La rilegatrice di libri proibiti” (Neri Pozza). Il primo è un capolavoro, anche se molti non sono riusciti ad apprezzarlo a causa della lunghezza, 985 pagine, ed ha per protagonista principale, tra i molti altri, Sugar, giovane e richiestissima prostituta che cerca, di districarsi in una esistenza terribile e senza futuro apparente. Sulla sua strada incontrerà William Rackham, giovane e ricco gentiluomo che ha bisogno di legittimarsi nella sua virilità attraverso un rapporto mercenario privilegiato e che non pensa minimamente a sconvolgere la propria vita per lei.
Il suo matrimonio con la bellissima debuttante Agnes è uguale a quello di tanti altri del medesimo ceto e della medesima epoca: una noiosa ma rassicurante routine per lui, un' angosciante e ripetitivo inferno domestico per lei.

La rilegatrice di libri proibiti” invece narra la difficile lotta per la sopravvivenza ed i compromessi morali necessari per farlo, (operare su testi ed immagini pornografiche, cedere ai ricatti degli usurai, lavorare con degli schiavi) della moglie di un rilegatore Dora, che si vede costretta a sostituirlo, quando questi diventa invalido, all'insaputa di tutti perchè all'epoca non era accettabile che una donna piccolo borghese lavorasse e per di più svolgesse una professione da uomo. Dora affronterà lotte impari e perderà ogni sicurezza psicologica e materiale prima della fine delle sue traversie. Entrambi i romanzi sono ambientati nella Londra vittoriana ad una decina di anni di distanza, lo stesso set di moltissimi romanzi rosa, ma qui si vede la miseria, si sente quasi la puzza di una città piena di poveri e mendicanti, dove la condizione della donna è comunque quella di un essere inferiore, senza diritti se indigente, con pochissimi se ricca, non degna di stima né di rispetto se non in quanto fattrice, costretta comunque a vendersi ad un marito o ad un amante, per il quale non è né più né meno che un oggetto od un pezzo di carne da usare a proprio piacimento. Non ci sono cavalieri immacolati e coraggiosi che si struggono per la cortigiana di turno, bensì maschi affamati che necessitano di sfogare la loro libidine e prostitute che di certo il cuore non l'hanno d'oro, bensì duro come un diamante per aver vissuto e sopportato anni di orrore.

 Allora è forse vero che le lettrici di Romance non hanno senso critico o che preferiscono credere in un modo irrealistico dove gli uomini e le donne sono infinitamente più perfetti o semplicemente bidimensionali? Il successo che films come Pretty Woman continuano a riscuotere ad ogni passaggio televisivo sembrerebbe confermare una simile ipotesi, come se il ruolo della donna, nell'immaginario collettivo, si fosse cristallizzato in due sole posizioni: la santa e la peccatrice, a dispetto di una realtà in forte e continuo cambiamento o forse proprio per questo. Le eccezioni storiche ci sono sempre state ovviamente, basti pensare all'imperatore Giustiniano, che fece della ex mantenuta Teodora la sua imperatrice, ma erano appunto eccezioni, è curioso osservare come per qualche misterioso motivo, quella che è stata per gli ultimi 350 anni una costante, ovvero la relazione tra un ricco borghese od un aristocratico ed un'attrice più o meno di grido, questa si conclusasi più volte con un matrimonio, non venga praticamente mai affrontata dalle autrici di Romance. Radicata diffidenza verso una professione sempre considerata sospetta (in fondo come fidarsi di chi per mestiere finge di essere qualcun altro), scarsa voglia o timore di cimentarsi con temi differenti da parte di editori e scrittrici? La Storia è ricca di vicende affascinanti di donne molto più interessanti di Margherita Gauthier/ Violetta Valery, è forse giusto cominciare a scoprirle e farne spunto per splendide storie d'amore.....

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Commenti

Sono abituata da sempre a

Sono abituata da sempre a leggere libri con oltre mille pagine,e non mi spaventano, anzi, sono quelli che maggiormente mi attirano e non mi scoraggiano le descrizioni di battaglie o di particolare come in guerra e pace, o Il signore degli anelli, ma Il petalo bianco ed il cremisi, non mi è piaciuto assolutamente perchè ho trovato la vicenda poco interessante. E' pur vero che ci sono, specialmente nella prima parte, delle notizie storiche precise sulle condizioni di vita del popolo londinese di quel periodo, ma alla fine del racconto, secondo me si perde in una vicenda completamente assurda.

Ciao Maet. Il mio riferimento

Ciao Maet.

Il mio riferimento voleva proprio sottolineare che quello che all’inizio era sembrato un matrimonio favoloso nel tempo(assai breve devo dire) è diventato una sorta di prigione.

Non basta essere una principessa e sposare un principe per vivere felici e contenti.

Per quanto riguarda il seguito del commento, è assolutamente certo che la regola era quella che storicamente conosciamo, come tu hai ben scritto, così come lo è l’eccezione.

Forse è proprio questa eccezione che accende l’immaginazione, e trarne un romanzo non significa necessariamente sbordare nella fantasia.

Io penso che per comprendere il passato basta osservare attentamente il nostro tempo, con gli ovvi cambiamenti, perché la storia è comunque fatta di una miriade di piccoli avvenimenti che indicano una strada comune, ma non escludono rare deviazioni, esattamente come la vita che viviamo.

Tu desideri un certo tipo di romance, che trascende dall'evasione pura e semplice.

Io ho trovato poche scrittrici in grado di soddisfare questa prerogativa, Roberta Ciuffi ne è un esempio.

Anche io sono molto contenta di questa discussione, spero che nel futuro ce ne siano altre.

Una di queste potrebbe essere un’analisi sulle motivazioni della società pronta a accusare le lettrici di romance di patetico e sterile sentimentalismo ( nel migliore dei casi), mentre coloro che apprezzano inqualificabili opere ( cento colpi di spazzola ne è un chiaro esempio) sono ritenuti intellettuali e moderni.

Ma questo appunto è un altro argomento.

A presto

Cris

Cara Cris, sono contenta che

Cara Cris, sono contenta che il mio intervento abbia stimolato la tua risposta con due lunghi ed interessanti commenti.

Benchè molto piccola, la tua immagine mi sembra quella della giovane Romy Schneider nei panni di Sissi, mi sbaglio? Non ho ben capito il tuo riferimento a lei ed Francesco Giuseppe, il loro matrimonio è stato discreto per i primi 3 anni e poi insopportabile per lei per i successivi 41. La favola del loro amore fu messa in giro per motivi propagandistici dopo l'assassinio dell'imperatrice e poi trasformato in una storia melensa con la serie di film degli anni cinquanta, dove non c'è una cosa che sia vera. La vera Elisabetta d'Austria è infinitamente più complessa ed affascinante. Io preferisco sempre la verità anche se sgradevole, posso costruire intorno ad essa ma non sostituirmici. La fuga completa dalla realtà di alcune situazioni e dei personaggi di parecchi romance impedisce poi una vera identificazione che quindi falsa completamente lo scopo principale della lettura che è quello di entrare dentro e vivere una storia. Meglio fare i conti con quello che è stato e che avrebbe potuto essere e non con quello che non potrà mai essere. Non mi interessa, per esempio, inventare una papessa che non è mai esistita, ma indagare le ragioni per cui non è mai successo e non accadrà nel prossimo futuro e conoscere tutte le donne che all'interno della Chiesa hanno raggiunto posizioni importanti e di potere, relativamente al loro essere donne. Poi certo alla fantasia non c'è limite ed esistono molti generi letterari che puntano all'evasione dal reale, come è giusto che sia, però onestamente se leggo un romanzo d'amore storico mi piacerebbe trovare entrambi questi elementi, ovvero discreta aderenza storica senza errori macroscopici e verosimiglianza nel tratteggiare le psicologie dei protagonisti. Altrimenti sono contenta di guardare l'Uomo Ragno..

Se ti fa piacere continuare la discussione mi puoi contattare, il confronto è sempre fruttifero.

Maet

Ritornando alla riflessione

Ritornando alla riflessione sul clichè della prostituzione, vorei aggiungere qualcosa.

Penso che alla fin fine le cose nel passato andavano piu o meno come vanno oggi.

I soldi lucidavano qualsiasi macchia, e il vissero felici e contenti era per coloro che sapevano cambiare ed adattarsi agli avvenimenti, compreso il rapporto che avevano con il coniuge o l’amante.

Un esempio è la favola dell'amore di Sissi e il suo re.

Le apparenze anche allora contavano quanto e più di oggi, e la gente viveva utilizzando questa sorta di abito che faceva il monaco.

In generale si ubbidiva ai genitori, ma anche allora c’era chi fuggiva alla ricerca di un bene prezioso come la felicità.

Io credo che le cose non siano cambiate poi tanto nell’arco del tempo. Anzi ne sono convinta!

Mia nonna mi ha raccontato una serie di vicende del suo paese che nel tempo hanno rafforzato la mia convinzione.

Le eccezioni, da qualsiasi parte le si consideri, non fanno altro che confermare la regola.

La regola era che le prostitute non si sposavano, nel migliore dei casi finivano i loro giorni con ciò che avevano messo da parte, oppure a servizio presso coloro che non potevano permettersi nulla di meglio.

Ma queste storie di vita ordinaria non sembrano affascinare nessuno, altro invece è immaginare il riscatto emotivo e sociale di una donna perduta, priva di mezzi che risale la scala sociale e piega il comune, l’ordinario, infine la regola.

E’ di questa eccezione che le lettrici vogliono sapere.

Senza contare il mito della pecorella smarrita che riscuote ancora un grosso successo.

Basti pensare al matrimonio di qualche anno fa, di un principe nordico con la bella “accompagnatrice”, salutato dai sudditi con vero entusiasmo .

Dunque io non credo che ci sia una volontà di ignorare la realtà, semplicemente si vuole conoscere un preciso avvenimento perché esso scatena l’immaginario, solletica la curiosità.

Baci

Cris

Lascio il mio recapito e-mail

Lascio il mio recapito e-mail per tutte e due, perché non posso mandare un pvt in quanto non ho un account su splinder: cristina.contilli@poste.it

Ciao, Cristina

Ciao ^___^ allora mi accodo

Ciao ^___^

allora mi accodo anche io, perchè la storia è la mia passione.

Sono alla disperata ricerca di diari, nei quali la storia ha un sapore diverso, dove si possono provare le emozioni che i testi non sanno comunicare.

Posso essere inclusa in questo scambio?

baci

Cris

ps potete lasciarmi un mpv.

Cara Cristina, io la storia

Cara Cristina, io la storia l'adoro per cui cerco di sapere tutto ed anche di più. Perchè non ci dai tuoi contatti o mi contatti tu?

Maet

Beh, se sapevi di Pellico, ti

Beh, se sapevi di Pellico, ti faccio i miei complimenti, perché quella tra lui e l'attrice Teresa Marchionni è una storia poco conosciuta anche se ho visto che nel libro "Come una carezza", una scelta antologia di lettere d'amore dell'800, pubblicata da Einaudi, c'è anche una lettera di Pellico alla Marchionni. Mi pare che stia nella sezione amori disperati o qualcosa di simile come definizione. Gli autografi delle lettere invece stanno all'archivio di stato di Milano insieme agli atti del processo. Comunque Piero Maroncelli, amico e compagno di carcere di Pellico ha sposato una cantante lirica, però, le cantanti liriche mi pare che godessero di una fama leggermente migliore rispetto alle attrici.

Il conte Alain De Soissons era un ufficiale della marina francese del periodo napoleonico, che è stato per diversi anni comandante della caserma della guardia costiera di Calais... comunque molti personaggi di lady Oscar corrispondono a personaggi storici reali, anche se tra il personaggio del fumetto e il personaggio reale, a cui si ispira, ci sono spesso delle differenze marcate, uno dei casi più eclatanti è quello della contessina Charlotte De Polignac che in realtà si chiamava Louise e non era figlia unica, ma aveva due frateli, Jules ed Armand, e soprattutto, per fortuna, non si è suicidata, ma si è sposata a 12 anni, ha lasciato la Francia dopo la rivoluzione ed è morta nel 1803 nell'incendio del castello inglese in cui viveva con il marito...

Ciao, Cristina

@ Cristina Che bello scrivere

@ Cristina

Che bello scrivere biografie romanzate!

Cara Cristina, in effetti sposare un'attrice era molto difficile, però alcuni nobili francesi ed inglesi molto attempati alla fine dell'ottocento l'hanno fatto, qualcuno anche prima, pochissime eccezioni ma sempre di più di quelli che hanno sposato ex prostitute od ex cortigiane. Del Pellico sapevo, mentre l'unico Alain Soisson che conosco è quello di Lady Oscar, ci puoi dire di più?

@ Tiziana Cara Tiziana,

@ Tiziana

Cara Tiziana, evidentemente tu e Faber non siete fatti l'uno per l'altra. Io avevo già letto il suo romanzo d'esordio "Under the skin" quindi ero preparata al suo stile, però so perfettamente che non incontra i gusti di tutti, quindi l'avevo già premesso nel mio intervento .

A noi tutte piace sognare e sarebbe bello credere che gli uomini potessero considerare le prostitute delle persone e non degli oggetti, però la storia è piena di donne neglette, ignorate e maltrattate, che non erano prostitute di cui la letteratura rosa e non, non si è occupata o molto poco, perchè non scrivere anche di loro o vederle protagoniste di un bel film come Pretty woman?

Maet

Sposare una prostituta era

Sposare una prostituta era improbabile, però, anche sposare un'attrice, almeno in Italia non è che fosse così facile... io scrivo biografie romanzate di personaggi storici reali dove non c'è sempre il lieto fine, come nei romance, e mi è capitato di raccontare entrambe le situazioni, quella dell'attrice e quella della prostituta. Silvio Pellico, pochi mesi prima di venire arrestato, si era innamorato, infatti, dell'attrice Teresa Marchionni (la Marchionni era una cantante / attrice perché recitava nei vaudeville), e la voleva sposare tanto che, nonostante lei lo trovasse poco attraente fisicamente, lui le aveva anche regalato un anello di fidanzamento, per convincerla della serietà delle proprie intenzioni, ma la sua famiglia d'origine non ne voleva sapere, perché lei aveva 4 anni più di lui e soprattutto perché come attrice era considerata una donna poco seria e affidabile, per essere una buona moglie... purtroppo la loro storia andrà a finire male, perché lui verrà arrestato e del matrimonio non se ne farà nulla... il conte Alain De Soissons invece sposa Juliette anche se è finita a fare la prostituta, dopo l'arresto del padre per motivi politici, perché è di famiglia nobile e lui ritiene che sia una vittima finita contro la sua volontà a fare un lavoro umiliante... se fosse stata una poveraccia, finita nella stessa situazione, io non credo comunque che lui l'avrebbe sposata lo stesso... per cui nella realtà storici, a volte, il lieto fine c'è, a volte no, dipende da tante circostanze esterne, storiche, sociali, politiche... se Silvio Pellico non fosse stato arrestato, forse, a forza di insistere i suoi genitori avrebbero ceduto, quanto ad Alain De Soissons aveva promesso al padre che nonostante tutti i rivolgimenti seguiti alla rivoluzione francese avrebbe sposato una ragazza di famiglia nobile e sposando Juliette pensa di fare due cose positive: mantenere la promessa fatta al padre e sottrarre una ragazzina di famiglia nobile da una brutta situazione...

Cristina

^__^ e l'avrai la mia

^__^

e l'avrai la mia opinione, contaci.

A presto

Cris

Ciao Maet1, Dickens è uno dei

Ciao Maet1, Dickens è uno dei mie autori preferiti, adoro le sue storie e il suo modo dis crivere, ma decisamente è molto più semplice e coinvolgente di Faber.E' proprio il suo modo dis crivere che non mi è piaciuto, anche se sono abituata a leggere scrittori come Dostoevskyj e Tolstoj, che dic erto non sono semplici, eppure mi hanno conquistata.Per quanto riguarda le storie alla PRETTY WOMAN, non per niente questo film è spesso definito "una bella favola":perchè narra di uan vicenda spesso improbabile( anche se non del tutot impossibile) e che molte donne, più degli uomini, desidererebbero fosse realtà:cioè che un uomo che va con una prosituta si accorgesse che dietro quel corpo c'è una persona.Praticamente, uan bella favola, quando sappaimo che la maggior parte delle prostitute non fa una bella fine...

Tiziana

@Tiziana Grazie per i

@Tiziana

Grazie per i complimenti. So perfettamente che il libro di Faber non è facile, è lungo, e anche non di facile fruizione per i gusti contemporanei, non a tutti è piaciuto. E' scritto come un romanzo di Dickens ma con un approfondimento moderno, penso che valga la pena di provare a leggerlo comunque anche se non si riesce a finirlo, è un'opera che rimarrà nel tempo ed è già un classico. Nel peggiore dei casi ci si fa una cultura sul periodo vittoriano. Io confesso che all'ultima pagina ho faticato ad abbandonare Sugar..

@ Cris

E' bello sentirsi dire così tanti "benvenuta"..

Mi sono concentrata non tanto sulla credibilità del Romance in generale, altrimenti si che dovremmo parlare di fantascienza, quanto su un clichè che mi sembra abusato soprattutto in relazione alla sua lontananza dalla realtà. Certo, i fatti e la storia si possono ignorare volendo, però allora non parleremmo di Romance storico ma di fantasy o simile. Indubbiamente il punto focale è la capacità dello scrittore di rendere credibile il suo universo, ma ciò non toglie che non lo possa fare se non si aderisce in buona parte alla realtà, il lettore può passar sopra ad alcune inesattezze ma non ama essere preso in giro.

Citi libri meravigliosi come Tess D'Uberville e Cime Tempestose che sono appunto dei classici, scritti con l'anima e non per andare incontro al gusto dei lettori dell'epoca e per questo ancora oggi ci toccano. Riguardo la Schone non solo sfondi una porta aperta ma mi precedi anche, visto che sto ultimando una review di Gabriel's Woman e la volevo postare a breve, non ero sicura di quante la amassero e mi fa piacere trovare un'altra sua estimatrice. Sono curiosissima di sapere la tua opinione in proposito!

Maet

Ciao Maet1, complimenti per

Ciao Maet1, complimenti per il post! Proprio qualche mese fa ho letto, o lameno ho cercato di leggere, IL PETALO CREMISI E IL BIANCO, ma dopo circa 200 pagine non ce lh'o fatta più..ritmo troppo lento, troppi dettalgi secondo me inutili, e prsonaggi troppo poco coinvolgenti, a parte la povera moglie di lui.L'ho abbandonato senza rimpainti in quanto non riesco aleggere un libro così pesante, non è tanto la lunghezza del romanzo quanto la capcità dellos crittore di non annoiare, e in questo caso l'autore ha toppato, e non solo secondo me, visto che anche due mie colleghe hannoa vuto la stessa identica impressione.Per il resto, anche a me paice un romance ben fatto ovviamente, ma anche se faccio parte di quei lettori che nons empre badano ai dettalgi più di tanto, non trovo che la cruda realtà storica sia incompatibile con uan bella storia d'amore, anche a lieto fine.Anzi, trovo che a volte siano molto più belle le storie d'amore nate tra brutture di ogni tipo, a dispetto della cruda realtà che le circonda.

Tiziana

Ciao Maet e benvenuta. Il

Ciao Maet e benvenuta.

Il post è veramente interessante e pone all’attenzioni un nodo molto spinoso per le fans del genere romantico.

Io credo che il punto non sia la veridicità della trama o della storia in se, quanto la credibilità dell’opera adattata al moderno gusto letterario di un determinato genere di lettori.

Un po’ come succede nei romanzi di fantascienza insomma.

Si sa perfettamente che non i dinosauri sono estinti, ma con opportuni accorgimenti vengono fuori opere straordinariamente godibili, idem con la magia, scope e bacchette, oppure con creature misteriose e oscure.

Nel romance poi esistono una miriade di sottogeneri, dai divertenti e leggeri a quelli impegnativi e angoscianti.

Ci sono poi brave scrittrici per esigenti lettrici e scrittrici modeste per un pubblico che desidera semplicemente una bella storia d’amore e se ne infischia se i bottoni erano preziosi come gioielli e le pistole sparavano un unico colpo.

Personalmente quando compro un romance voglio che sia ben scritto, che gli eventi storici che l’accompagnano siano precisi, che l’evoluzione del sentimento tra i protagonisti sia affascinante, soddisfacente, divertente, appassionante, commovente, e che alla fine ci sia una soluzione appagante.

Diversamente leggo una tragedia, oppure un thriller, oppure se ho bisogno di veridicità basta un resoconto storico.

E non m’importa se l’ eroe è gobbo e storpio se lo scrittore , in questo caso Wilbur Smith con il suo indimenticabile Uccello del sole, riesce a renderlo il migliore degli uomini, anche se devo ammettere che alto bello e misterioso aiuta molto l’immaginazione.

Abbiamo molti esempi di realtà storica cruda e nuda, ma se la adattiamo ai giorni nostri, non siamo noi stessi testimoni di episodi eccezionali che rendono la normalità, anormale?

Dalle mie parti un magistrato si è sposato con una ex prostituta slovena, e ha smantellato la rete di sfruttamento che aveva quasi ucciso la donna.

Dunque le rigide regole sulle differenze sociali potevano e possono essere infrante, stà nella bravura della scrittrice rendere credibile l’episodio, l’evento.

Dubito inoltre che le scrittrici, quelle brave almeno, ignorino o snobbino la realtà dell’epoca, infatti questa si intravede, si insinua, colpisce, spaventa, non viene trascurata, ma rimane sospesa come una spada di Damocle che ondeggia sul lieto fine, che comunque viene garantito solo dal genere in qui si colloca il romanzo.

Dici giustamente che gli uomini e le donne dell’epoca non assomigliavano alle eroine dei romanzi, ne tantomeno le rigide regole sociali, ma non tutti gli uomini e le donne sono uguali e le regole sono fatte per essere seguite, e infrante. Credo che basti guardare la nostra società per farsi un idea precisa su come allora potessero andare le cose.

Leggerò i due romanzi che mi consigli, avevo gia intenzione di comprarli.

E ti raccomando anche io alcune letture dove il tema delle prostituzione, la realtà dell’epoca, è spaventosa, eppure la scrittrice è stata tremendamente brava nell’evoluzione del romanzo.

Si tratta di Robin Shone e i romanzi sono due, The Lover e il suo seguito Gabriel’s Women.

In questi due romanzi le storie di due uomini avviati alla prostituzione da bambini, emergono con infinita crudeltà e passione. La Schone non fa sconti, ne si può dire che manca di accuratezza storica, ma non vi troverai ne il romanticismo, ne la dolcezza intensi in senso classico.

Forse in questi due esempi troverai il cambiamento che, mi pare di capire, desideri.

Trovo comunque che il romance stia in questi anni subendo una sorta di rinnovo, teso a portare alla luce i difetti o la profonda umanità dei personaggi che non sono più super uomini o super belle, ma presentino caratteristiche più accettabili e “normali”per il periodo storico in cui sono collocati.

Insomma un concetto più moderno, più attuale collocato in un contesto letterario dove la credibilità esige un tributo maggiore di cupa e feroce realtà, dove il romanticismo e la dolcezza vengono sostituiti da un sesso esigente e feroce, quasi ossessionante.

Un antiromance per eccellenza? Tess dei D’ubervilles … senza mai dimenticare l’unico, Cime Tempestose.

Letti e riletti e ancora, ancora, ancora.

Baci

Cris

@ marchrose Io su questa

@ marchrose

Io su questa definizione della Beverly non sono d'accordo, se così fosse allora avrebbero ragione la case editrici a considerare le lettrici di Romance come delle stupide, illetterate, retrogade e facilmente manipolabili. Io proprio non ci sto. Evasione e divertimento intelligente si, narcotizzazione no.

Maet

@andreina65 Cara Andreina, mi

@andreina65

Cara Andreina, mi sembra anche giusto ignorare i dettagli più irritanti come i pidocchi le pulci e compagnia bella, però la complessità secondo me aiuta ad esalarlo meglio il famoso respiro, mentre la superficialità uccide qualsiasi fantasia. Anche se quando ci immaginiamo il nostro eroe non è certo calvo, grasso, basso e con pochi denti, benchè questa fosse la realtà storica più comune!

Maet

in effetti, il mondo del

in effetti, il mondo del romance è spesso una realtà "addomesticata", non solo per l'irrinunciabile lieto fine ( magari ci fosse davvero sempre, nella vita!), ma anche per la versione raddolcita di molti dettagli storici.

Nei romance medievali, ad es., non si fa mai riferimento a che periodo scomodo, sporco, anti-igienico fosse davvero il Medioevo, alle pestilenze e ai servi della gleba. E nei georgiani non si parla certo del problema dei pidocchi nei capelli incipriati.

Forse ha davvero ragione la JoBev che nella sua intervista ci ha detto che, in fondo, alle lettrici di romance importa solo "la storia", e a parte quella vogliono solo quel po' di dettagli storici che servono a produrre una cornice accettabile agli eventi - senza però doversi sforzare troppo per capirli o seguirli. Insomma, romance come ... prozac letterario.

MarchRose

Prima di tutto complimenti

Prima di tutto complimenti per il post cara maet1 !

Per quanto riguarda la questione è vero che in un romance noi lettrici adoriamo il lieto fine , anche se ho letto storie dove il lieto fine era assente, ma quando leggiamo un romance, e credo di parlare per tutte, vogliamo la fiaba come dice naan, la conclusione felice di un'amore, quel sospiro che ti sfugge quando un libro finisce come vorresti, e non importa se di storie così ne leggiamo a iosa, la magia si ripete sempre , per noi amanti del rosa il lieto fine è d'obbligo.

è anche vero che nella maggior parte delle storie la realtà vera quella con il lato storico più miserevole non è menzionata ,ma anche se in un romance mi è capitato di trovarlo, la cosa non mi ha disturbato, ma vero è che preferisco sognare e pensare che ogni epoca storica, (con i suoi scheletri negli armadi) venga di gran lunga ignorato dalla maggior parte delle scrittrici per far si che noi sognatrici (come da copione )esaliamo il tanto trattenuto sospiro a libro finito!*_^

@Hatshepsut81 Sei gentile,

@Hatshepsut81

Sei gentile, grazie. Che la vita sia piena di miserie non c'è alcun dubbio, però la prospettiva storica ne mitiga gli effetti e dà maggiore profondità di visione, senza nulla togliere ad un eventuale lieto fine. Poi ognuno ha i sui gusti chiaramente, però avere un minimo di stimoli quando si legge anche un libro di evasione mi sembra obbligatorio, ripetere all'infinito in clichè vuoto e falso come quello del nobile e la cortigiana rischia di ucciderli questi stimoli.

Maet

@ Naan Beh grazie, in effetti

@ Naan

Beh grazie, in effetti speravo di suscitare un dibattito su ciò che noi lettrici ci aspettiamo da questo genere. Il lieto fine non esclude una maggiore aderenza storica nè una maggiore verosimiglianza dal punto di vista psicologico, penso anche che questa dovrebbe essere una sfida per le autrici. Già ce ne sono che lo fanno egregiamente (vedi Kleypas, Balogh e Putney solo per citarne tre molto famose), ma non sono abbastanza.

Riguardo le donne affascinanti che ho citato, sarò felice di proporvene i ritratti quanto prima.

Maet

Io sono una di quelle persone

Io sono una di quelle persone che non vuole leggere le miserie della realtà e amo il lieto fine perché quello che accade oggi nel mondo mi basta.

Comunque complimenti per il post e per il consiglio di lettura. ^_^

Direi che riflettendoci

Direi che riflettendoci possiamo dire tranquillamente che il romance, rispetto alla fiction, rappresenta un po' la fiaba. Cosa che ha senz'altro sia un lato positivo che uno negativo. Positivo perchè rappresenta la narrativa d'evasione, negativo perchè non affronta temi sociali in modo veritiero, come hai fatto notare.

D'altra parte, credo che su questo punto il popolo delle lettrici si spezzi nettamente a metà: ovvero da una parte coloro che NON vogliono leggere le miserie della realtà, perchè ne affrontano già abbastanza quotidianamente, dall'altra coloro che vorrebbero maggior aderenza alla realtà, maggior accuratezza storica, maggiore credibilità... MA che continuano a volere anche il lieto fine.

La domanda semmai è: può il romance arrivare ad accontentare in modo soddisfacente entrambe?

Grazie Maet, bello spunto per un dibattito :-)

ora però devi parlarci un po' di queste donne affascinanti cui hai solo accennato :-)

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