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Venerdì, 29 settembre, 2006 - 19:24
martinaSMO

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THE UNSPOKEN RULE: ROMANCE HAS TO BE SAFE & LIGHTHEARTED.

LA REGOLA IMPLICITA: IL ROMANCE DEV'ESSERE SICURO E LEGGERO

One of the greatest assets in romance novels is that you know there's going to be a happy ending. No matter what, in the end things will wrap up nicely, and you just know it's going to be "forever". There is nothing wrong with this, and many of us  agree that a tragic ending is not the key to turn a novel into a literary  masterpiece.

Likewise, it just wouldn't do if romance novels regularly featured angsty, heartwrenching  stories, even with a guaranteed happy ending. Of course, readers prefer to read happier,  lighter stories.

Most of the romances we would call "dark" are not at all that dark and angsty at the end of the day.
The key-word for the romances we usually read is 'safety', together with lightheartedness.
Yes, there might be conflicts, obstacles, but usually nothing that seems epic or insurmuntable.
It's not something that makes you *really* agonize and fear for the characters or the ending.
Usually, it's nothing more than the rake that has to be reformed, the hero who  is emotionally "scarred" and refuses to admit his love, or the heroine who  refuses to marry the hero because she thinks he's doing it out of duty, assorted misunderstandings, secret children, or just an evil guy planning to kill one (or both)  of them.

But are these "safe and lighthearted" romances also the best you could get from the genre? Is this what a romance need to become unforgettable?
My answer is: yes, the majority of romances should be "light", because they are a  form of escapism. Also, since most romance buyers read a lot, reading 15 (or more) harrowing romances each month wouldn't be the best choice, emotionally speaking.

Still, I believe it's very rare for a "safe" and "happy" romance to be truly  unforgettable, to feature characters that will haunt you for days, weeks or months after the book is over.
We need the lighthearted romances _and_ the heart-wrenching ones, but it seems to me that the latter category is very hard to be found in the romance genre.

Though it's obviously true that what makes a romance worthy to be read is not the events described, but the rendition of the characters and their feelings, I also  believe there is a depth that simply cannot be obtained with those 'easier' romances.
These, indeed, can become nothing more than a cheap "Use & Toss" book, used for some distraction and no real involvement.

But the point can't be reduced to "lighthearted vs heart-wrenching". In 2005 Connie Brockway, who took a hiatus from the historical subgenre, said:

"Sadly, I don't think there is much of a market in historical romance these days for exploring things which aren't easily explained in the context of a kiss or resolved  with a declaration of love."

Laura Kinsale recently wrote:

“It sometimes begins to seem to me that a goodly percentage of present day romance  readers are actually frightened of reading about a real conflict in a book."

On a blog, there have been many interesting responses to Kinsale's topic.

Bebe wrote:
"I’d like to see romance where the relationship is the central focus-- but there is no guarantee of a happy ending,  no guarantee that you won’t be disturbed or saddened or angered by what you read. 
I mean, one of the very coolest things about reading is that it gives us the opportunity to challenge our own ideas with little to no consequence.  And, honestly, I think that’s what is often missing from the romance genre."

Followed by Robin:
"I’m willing to accept the HEA if I can only have some more ambiguity, thoughtfulness, provocative themes and characters and issues, complexity, moral contemplation, and subversion in my Romance."

I agree wholeheartedly with these comments, and it is somehow consoling that authors of Brockway and Kinsale's status, as well as American and foreign romance readers  share a similar view about the romance genre and its current limitations.

I know it's been a long post, but I hope some of you will take the time to write your own opinions and feelings toward this issue^_^

Uno dei punti forti del genere romance e' che si sa gia' che ci sara' il lieto fine. In ogni caso gli eventi si concluderanno in modo positivo, e sara' "per sempre". Non c'e' nulla di sbagliato in questo e molti di noi concordano nel fatto che un finale tragico non e' cio' che trasforma un romanzo in un capolavoro letterario.

Similmente, non sarebbe auspicabile che i romance avessero sempre delle storie tortuose e sofferte, anche se con un happy ending garantito. E' ovvio che le lettrici preferiscano storie piu' felici e leggere.

Molti dei romance che chiameremmo 'dark' non sono poi così dark e tormentati. La parola chiave per i romance
che di solito leggiamo e' 'sicurezza', assieme a 'leggerezza'. Sì, possono esserci dei conflitti, degli ostacoli, ma normalmente non e' nulla che sembri epico o insormontabile.
Non e' qualcosa che ti fa veramente soffrire e temere per i personaggi e per il finale. Di solito non e' nulla piu' che il 'mascalzone rubacuori' che deve essere portato sulla retta via, l'eroe che e' emotivamente 'segnato' e rifiuta di ammettere il suo amore, la protagonista che rifiuta di sposare l'eroe perche' pensa che lo stia facendo per dovere, incomprensioni varie, bambini segreti, o semplicemente il cattivo di turno che vuole uccidere uno o entrambi i protagonisti.

Ma questi romance 'sicuri e leggeri' sono anche il meglio che si puo' ottenere dal genere? E' questo cio' di cui un romance ha bisogno per essere indimenticabile?
La mia risposta e': sì, la maggior parte dei romance dovrebbe essere 'leggera', perche' sono una forma di escapismo. Inoltre, visto che le fruitrici di romance ne seguono molti, leggere 15 (o piu') romance tormentati al mese non sarebbe la scelta migliore, dal punto di vista emotivo.

Eppure, credo che sia molto raro per un romance 'sicuro e leggero' risultare veramente indimenticabile, presentare dei personaggi che rimarranno con te per giorni, settimane o mesi dopo che il libro e' terminato.
Abbiamo bisogno dei romance leggeri _e_ di quelli tormentati, ma mi sembra che l'ultima categoria sia molto difficile da trovare all'interno del genere.

Nonostante sia vero che cio' che rende un romance degno di essere letto non sono gli eventi descritti, ma il modo in cui sono resi i personaggi e i loro sentimenti, credo anche che ci sia una profondita' che non puo' essere ottenuta con i romance piu' 'facili e leggeri'. Questi ultimi, infatti, rischiano di essere una semplice lettura usa-e-getta, usata per distrarsi senza un minimo di sforzo.

Ma il punto non puo' essere ridotto solo a 'leggero vs tormentato.' Nel 2005 Connie Brockway, che si e' presa una pausa dal genere storico, ha affermato:

"Purtroppo non penso che ci sia molto spazio nel romance storico di oggi per esplorare cose che non sono facilmente spiegabili nel contesto di un bacio, o risolte con una dichiarazione d'amore."

 L'autrice Laura Kinsale ha scritto di recente:

"A volte inizia a sembrarmi che una buona percentuale di lettrici attuali di romance sia in realta' timorosa di leggere una storia con un vero conflitto."


Su un blog, ci sono state molte risposte interessanti al messaggio della Kinsale.

Bebe ha scritto:
"Vorrei leggere un romance in cui la relazione e' il punto centrale-- ma in cui non c'e' nessuna garanzia di happy ending, nessuna garanzia che non sarai shockata, rattristata o arrabbiata per quello che stai leggendo. Una delle cose migliori della lettura e' che ci da' l'opportunita' di porre in questione le nostre idee con nessuna conseguenza a livello reale. E, onestamente, credo che questo e' cio' che spesso manca nel genere romance."

Seguita da Robin:
"Sono disposta ad accettare il 'vissero tutti felici e contenti' solo se nel mio Romance posso avere un po' piu' di ambiguita',  profondita', temi e personaggi che facciano riflettere, complessita', contemplazione morale e sovversione."

Io concordo pienamente con questi commenti, e trovo in qualche modo consolante che autrici del calibro di Connie Brockway e Laura Kinsale, così come lettrici americane e straniere condividano una visione simile del genere romance e delle sue attuali limitazioni.

So che e' stato un post lungo, ma spero che alcune di voi si prenderanno il tempo di condividere opinioni e reazioni in merito alla questione^_^
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Commenti

Ho pensato parecchio prima di

Ho pensato parecchio prima di scrivere questo commento. Le risposte che mi sono data sul tema hanno stupito un po' anche me stessa...
Sarei disposta a leggere un romance NON a lieto finale ? no, direi di no. Se apro un romance, "mi aspetto" che finisca bene, e - a torto o ragione - voglio che sia continui ad essere così.
Accetterei finali "aperti"? sì, questo sì, anche se entro certi limiti - voglio poter immaginare che tra i 2 protagonisti andrà tutto bene, anche se non mi viene spiegato per filo e per segno cosa succederà tra di loro. ( I libri di questo tipo che conosco sono pochissimi peraltro: "Devotion", di Katherine Sutcliffe, inedito in Italia; "All through the night", Connie Brockway, tradotto in RM come "Il profumo della notte". )
Un romance deve per forza essere leggero? No. Amo alternare libri "leggeri" e "impegnativi" a seconda del momento, dell'umore, dello stato d'animo... E' vero, però, che per qualche strana ragione nello scaffale dei miei keepers i libri "impegnativi" sono in schiacciante maggioranza. Forse perchè sono più profondi, più complessi, e quindi senz'altro spesso meritevoli di una rilettura ( cosa che è il mio criterio per scegliere i keepers)? probabilmente. Forse, però, è anche perchè in un romance voglio, anzi, *pretendo* di poter seguire l'evoluzione della storia emotiva dei personaggi, capire cosa provano e cosa sentono, e come i loro sentimenti ed emozioni si evolvono - e, ahimè, i libri "leggeri" in grado di farlo sono davvero molto, molto pochi. Gli unici 2 titoli che mi vengono in mente di questo tipo sono "As you desire" ( tradotto come "Un amore al Cairo") di Connie Brockway, e "Lord of scoundrels" ( inedito in Italia) di Loretta Chase - ma nessuno dei due, a ben guardare è "puramente" leggero...
I've been thinking a lot before posting this comment. My answers to Martina's post startled a little even myself...
Am I willing to read a romance with no HEA? No, I'm not. When I open a romance book I'm waiting for a HEA, and I want to go on like that, whether this might be considered as right or wrong by other people.
Am I willing to accept "open" endings in romances ? yes, this is something I can accept, even within some limits - I want to be able to imagine that between h/h all CAN be allright and WILL be allright , even if I'm not told by the author about how and when and why ( btw I know of very few books belonging to this category: "Devotion", by Katherine Sutcliffe, ; "All through the night", by Connie Brockway).)
Has a romance to be necessarily light-hearted? No, it doesn't. I like switching back and forth from lighthearted to "tough" romances according the moment, my mood, my feelings ... But I have to admit that in my keepers "tough" romances take almost all the place. Is this due to the fact that they are generally deeper, more complex and therefore often deserve a second reading ( =my key criteria to select keepers)? perhaps. But it'a also true that in a romance I like, or better, I *want* to see how characters' emotions evolve in time, understand what they think, feel what they feel, - and unfortunately very few so-called light-hearted books can offer me this. The only two titles of this type I can think of are "As you desire" by Connie Brockway, and "Lord of scoundrels" by Loretta Chase - but at a closer look none of them is "merely" light-hearted...

Ciao Credo che il romance

Ciao

Credo che il romance debba possedere delle costanti che lo collocano in quel preciso genere letterario , diversamente si parlerebbe di un' altra specie che romance non è.

La diversità di temi , ambientazioni e trame è una delle peculiarità di questo vasto mondo , che poi è il romanzo sentimentale .

Riuscire a tenere il lettore sulla corda senza l'utilizzo di obsoleti e fastidiosi cliché è la sfida che i migliori scrittori di questo genere devono affrontare giorno per giorno.

Credo che stia nella bravura dello scrittore rendere un romanzo indimenticabile e non il conflitto , il dramma o la situazione piu o meno crudele descritta nel romanzo .

Ricordo con precisione romanzi dalla trama molto semplice , con conflitti esistenziali relativamente banali , ma raccontati con una tale maestria da farti sciogliere il cuore .

Il romance tocca una sfera emozionale che tutti possediamo , fa leva sui sentimenti e sulle speranze, ci trascina in situazioni che non vorremo mai vivere realmente ma che ci piacciono immensamente collocati in un mondo fantastico, il fatto poi che questo mondo abbia le caratteristiche e la profondità del mondo reale ce li rende infinitamente piu apprezzabili , ma sempre di fantasia si tratta .

Quando uno scrittore riesce a fornirci un numero infinito di porte con le quali entrare nel romanzo , ha raggiunto il suo obiettivo .

Inoltre giudico l'equilibrio tra una giusta dose di umorismo e di dramma una delle doti fondamentali di quelle che sono le mie scrittrici preferite.

A presto

Cris

Penso che il punto sia non

Penso che il punto sia non tanto quello che uno cerca nel romance (leggerezza o profondità...), ma il fatto che venga data ai lettori la possibilità di scelta. Partendo dal presupposto che, secondo me, un romance deve assolutamente avere il lieto fine, altrimenti parliamo di altri generi, credo che l'importante sia poter decidere se in un determinato momento voglio leggere qualcosa di leggero e frizzante, che mi lasci addosso solo sensazioni piacevoli e fugaci, o qualcosa di più complesso, profondo e sfaccettato, che mi dia da pensare anche dopo aver chiuso il libro.

La vera limitazione sarebbe, a mio parere, quella di non avere a disposizione questa varietà... ma penso che dimostrandoci lettrici sempre più selettive, esigenti e presenti, questa varietà riusciremo ad ottenerla.

Vittoria

Grazie per il commento,

Grazie per il commento, Paige^_^

Naturalmente dipende da cosa si intende, le parti che ho citato, in cui si parla di 'conflitti e ambiguità', sono sempre relative alla storia d'amore. E' proprio per renderla piu' coinvolgente e realistica che le autrici dovrebbero avere piu' liberta', e se Laura Kinsale in sostanza dice che questa liberta' non ce l'ha, allora sara' proprio così ;_;

Inoltre il termine 'conflitto' e' stato usato nel senso piu' astratto, non e' il 'conflitto' che si trova in quei romance dove i protagonisti si odiano e bisticciano l'uno con l'altro fino alla fine XD

Sarei d'accrod anche io, ma

Sarei d'accrod anche io, ma dipende da cosa s'intende x confilitti ambigutià o altro...io leggo di tutto e quando leggo un romance voglio leggere una bellas toria d'amore, così come dovrebbe svoglersi nella realtà.

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