Da un po' non leggevo un romance che mi soddisfacesse davvero. I romanzi, mi sono resa conto, sono spesso legati all'umore: non in tutti i periodi possiamo leggere tutto. La trama di questo storico della Gaffney mi aveva attirata, forse perché prometteva qualcosa di drammatico e "politicamete scorretto". E così mi sono fiondata nella lettura, immergendomi in un'atmosfera piuttosto cupa, narrata con uno stile fluido, suggestivo e strutturalmente ben costruito.
Si parte da una premessa classica: Sebastian Verlaine, visconte di D'Aubray, è un giovane uomo avvenente, viziato dal lusso, reso cinico dalla noia della sua vita e della vita dei libertini che frequenta, ma ancora inconsapevole di voler e di poter cambiare. Cinismo è conoscere il prezzo di ogni cosa e il valore di niente, diceva Oscar Wilde, e Sebastian è esattamente questo: qualcuno che ha denaro per comprare tutto, ma che non apprezza nulla. Senonché, dopo aver vissuto per un po' nella sua nuova proprietà di campagna, nel suo animo s'insinua, spietata, una sensazione di benessere che entra in forte contrasto con l'oziosa vacuità a cui è abituato, provocando in lui una reazione, un movimento ancora inconscio che potrebbe salvarlo dal nulla. Rachel Wade, invece, è una donna che la vita ha ridotto ai minimi termini: ha scontato dieci anni di prigione con l'accusa di aver assassinato suo marito e ora, rimasta completamente sola, rischia di tornarci per vagabondaggio. Sebastian la vede per la prima volta in un'aula di tribunale e qualcosa in lei lo spinge a portarsela a casa in qualità di governante. Si sente fisicamente attratto dalla donna, pur non essendo una bellezza. Forse è proprio quella sensazione di stoico annichilimento che Rachel trasmette ad attirarlo, suscitando in lui sentimenti contrastanti.
Questo romanzo, per come l'ho vissuto io, è soprattutto la storia di Rachel, ed è una storia difficile. La Gaffney non risparmia niente alla sua protagonista e prima di farle risalire l'abisso, la strada che le fa percorrere è lunga e dolorosa. Attraverso una narrazione sensibile, attenta ai dettagli, in cui domina, ovviamente, l'introspezione psicologica, l'autrice ci fa conoscere, poco alla volta, il passato terribile di questa donna, che ora si ritrova nelle mani di un nobile che può fare di lei ciò che vuole, perché l'alternativa sarebbe di nuovo la prigione. Ed è anche una storia di abusi dietro le mura domestiche ai danni, come sempre, delle donne, che allora come oggi sono molti di più di quanto non si immagini. Temi che raramente troviamo nel romance, ma che credo andrebbero affrontati più spesso, trattandosi di una narrativa scritta da donne per le donne.
Rachel, impaurita da tutto, quasi annientata nello spirito e nella mente, ma orgogliosa e stoica, non bellissima ma dotata di un fascino disperato che incanta Sebastian, spinge il giovane a comportarsi in modo a volte sadico, a volte premuroso, perché la donna diventa l'esteriorizzazione del suo disagio interiore. Sebastian vuole toccare il fondo, perché forse solo così potrà rinascere, anche se lui questo ancora non lo sa. Il romanzo presenta dunque alcune situazioni ambigue, soprattutto una, che rendono difficile poi la risalita di Sebastian, che nel superare il limite compie un atto - anzi più di uno - sufficienti a renderlo un "villain" a tutti gli effetti. Ma lo rendono anche un personaggio interessante. Un affascinante bastardo, che bastardo lo è sul serio.
Questo impone all'autrice un cambio di registro, verso la metà del libro, e una trasformazione di Sebastian, che forse diventano un po' eccessivi. Per riparare a tanto "peccato", la Gaffney usa molto zucchero, e a tratti l'ho trovato esagerato. Tuttavia, il romanzo resta saldo nella narrazione perché c'è un mistero da risolvere, ossia l'omicidio del marito di Rachel e la rinascita stessa di Rachel, che invece, a differenza di quella di Sebastian, si mantiene equilibrata e credibile per tutta la narrazione. La parte mistery, prevedibile se si leggono con attenzione gli elementi che l'autrice dissemina nel testo, mi è piaciuta nonostante la prevedibilità, perché è coerente con il cuore del libro e le sue tematiche, e impietosa, come ci si aspetta da una storia di luce e ombra come questa.
Secondo romanzo della Wyckerley Trilogy, così composta:
1. BELLO COME UN ANGELO (To Love and To Cherish)
2. NELLA GIOIA E NEL DOLORE (To Have and To Hold)
3. PER AMORE, PER ORGOGLIO (Forever&Ever)
Ciao Bluefly, grazie per
Ciao Bluefly, grazie per questa approfondita e interessante recensione, che mi dà lo spunto per dire alcune cose su questo libro che meditavo già da un po', ma che ora mi sono più chiare. A prescindere dal fatto che un protagonista crudele e psicopatico non è quello che, personalmente, cerco in un libro, dato che già le cronache ne sono piene, non credo che i romanzi rosa dovrebbero aprirsi maggiormente a tematiche estreme di questo tipo. Non solo perché, per molte persone, rappresentano un'occasione per sognare e non per avere incubi, ma anche e soprattutto perché la struttura stessa del romance rischierebbe di distorcere la realtà di situazioni similari. Mi spiego meglio: in questa storia, dopo aver sondato tutti gli abissi di violenza e disperazione con dovizia di particolari, e aver fatto compiere al protagonista atti atroci e prolungati, l'autrice porta il nostro “eroe” (che avrebbe meritato un ricovero in un manicomio criminale) a un'improbabile e irrealistica conversione, necessaria per obbedire allo standard del romance e garantire così l'immancabile, e altrettanto improbabile, “lieto fine”. Pur affetto da gravi turbe mentali, inoltre, lo fornisce di alcune caratteristiche che lo possono far considerare da alcune lettrici, come hai giustamente sottolineato, un bastardo “affascinante”. Un'operazione superficiale e mistificatoria diretta, a mio parere, a scatenare emozioni forti più che a far conoscere e comprendere con serietà il dramma di cui parla e che può portare a pericolosi fraintendimenti. Ed ecco perché trovo molto triste che il rapporto tra i protagonisti sia definito una bellissima “storia d'amore” o anche una storia seria e profonda da alcune lettrici. Nella realtà gli psicopatici che sottomettono le loro compagne raramente hanno lati affascinanti ma, anche quando questo succede, il finale è sempre drammatico. Alessandra
Ciao Alessandra, comprendo il
Ciao Alessandra,
comprendo il tuo punto di vista, infatti questo è un romanzo ambiguo che, per quanto ben scritto, può non piacere a tutti. Io però trovo che il romance sia da sempre costituito da alcuni elementi "dark" che permettono di sondare aspetti dell'animo umano diversi da quelli politicamente corretti. Mi viene in mente Il Fiore e la Fiamma della Woodiwiss, libro molto bello che ho scaraventato più volte contro il muro. Sono meno digeribili, tuttavia a me risultano a volte più interessanti. Devo anche ammettere di non essere tra quel gruppo di lettrici che riesce a immergersi completamente in un libro se è troppo idealizzato, se non mi dà quelle sfaccettature psicologiche che, per fortuna o per sfortuna, troviamo nella nostra specie. Vorrei più elementi dark nel romance, e più femminismo allo stesso tempo. Vorrei insomma anche dei romance più impegnati, e credo che la varietà sia sempre l'opzione migliore che può accontentare tutti.
Grazie del tuo articolato e sicuramente stimolante intervento, alla prossima.
Recensione impeccabile e
Recensione impeccabile e profonda come al solito Bluefly, di cui condivido tutto.
Personalmente ho un bel ricordo di questo romanzo che mi ha emozionata e colpita, mi piacerebbe che ce ne fossero di più in circolazione dello stesso tipo, negi ultimi tempi vedo troppa banalità e superficialità.
Che dire Milly, concordo con
Che dire Milly, concordo con te. Troppa banalità in troppi romanzi. Il mio primo romance storico è stato, anni fa, "Il principe di spade" della Stuart e mi ha fatto avvicinare a questo genere. Forse se avessi letto altro non sarebbe andata così.
Hai letto Lily? Bel libro con
Hai letto Lily?
Bel libro con una trama intensa pari a questo che abbiamo letto.
Non so se ci sia in digitale però.
Non lo conosco, di chi è?
Non lo conosco, di chi è?
Della Gaffney
Della Gaffney
La trama per certi versi mi
La trama per certi versi mi ricorda Lemonade, il libro della Pennacchi. Magari mi sbaglio ma certe situazioni difficili e angoscianti vissute dalla protagonista ho fatto fatica a leggerle già una volta, con questo libro passo.
C'è un libro per ogni
C'è un libro per ogni momento, e se uno non se la sente è giusto dedicarsi ad altre letture. Non conosco Lemonade, mi informerò
Concordo ....c'è un libro
Concordo ....c'è un libro giusto per ogni momento.
Non ricordandomi se lo avevo
Non ricordandomi se lo avevo già preso o meno alla fine l'ho comprato comunque ancoranon l'ho iniziato, però dopo questa rensione lo inizerò questo fin settimana. Complimeti Bluefly
Bene, allora poi ci saprai
Bene, allora poi ci saprai dire se è piaciuto anche a te. Buona lettura
Bellissimo
Bellissimo il romanzo e bellissima la tua recensione Bluefly! L'ho preso senza troppa convinzione, invece mi è piaciuto moltissimo, finalmente una storia non banale che affronta temi pesanti che sono tristemente ancora attuali, nonostante le differenze di epoca e location. Simona
Ciao Simona, sono contenta ch
Ciao Simona, sono contenta ch la mia recensione, e il romanzo ovviamente, ti siano paciuti. Nonostante la Gaffney abbia scritto questa storia nel 1995, risulta più moderna di molti altri romance più recenti.
Analisi perfetta
La tua analisi Bluefly è perfetta.
Di solito cercò di evitare romanzi di questo genere. Non perché voglia chiudere gli occhi sugli abusi femminili o voglia leggere sempre cose tipo "amore cuore passione", ma perché mi angoscia profondamente il tema, la facilità e la leggerezza quasi incosciente con cui vengono scritti e la velocità con cui questi protagonisti maschili cambiano carattere e vizi. La Gaffney però con questo libro si pone qualche gradino più in alto e riesce a raccontare una brutta e difficile storia con maestria senza eccedere in un senso o in un altro.
Non riesco comunuque a mandare giù certi passaggi e situazioni nelle quali lui si comporta da vero bastardo e tocca il fondo, come dici tu. Se la situazione ambigua a cui accenni è la stessa che penso io... col cavolo che mi sarebbe rientrato in grazia.
Come carattere, mi irrita anche la rassegnazione con cui Rachel accetta ogni cosa, anche se è pur vero che l'alternativa sarebbe peggiore.
Mi piace molto di più la protagonista che combatte anche a costo di soccombere.
Grazie cara Marin. Credo che
Grazie cara Marin. Credo che nessuno accetterebbe certe cose, in condizioni normali. Purtroppo, per quanto si adifficile mandare giù certi rospi, Rachel ha avuto esperienze che hanno imposto all'autrice una coerenza di comportamento che non era facile rispettare, ma la Gaffney è stata bravissima, almeno a mio avviso. Primo libro di questa scrittrice che leggo, speriamo ne ristampino altri.