novembre 2010
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RECENSIONE: NON TI HO MAI DIMENTICATO (Unforgiven), di Mary Balogh
Anno: 1998
Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori, serie I ROMANZI, prima edizione febbraio 1999; seconda edizione nella serie I ROMANZI ORO, n.52, giugno 2007.
Formato: paperback
Livello di sensualità: hot (bollente)
Genere: historical/ regency
Ambientazione: Inghilterra, 1800
Voto: 6/10
Collegamento con altri romanzi: è il secondo romanzo della serie “i quattro cavalieri dell’Apocalisse”, composta da:
- INDISCRETO (Indiscreet), 1997;
- NON TI HO MAI DIMENTICATO (unforgiven), 1998
- UN UOMO IRRESISTIBILE (Irresistible), 1998
I romanzi si possono leggere separatamente, anche se consiglio di seguire l'ordine.
Dopo otto anni passati al fronte Kenneth , conte di Haverford, torna a casa in Cornovaglia, desideroso di riprendere una vita tranquilla e assumere le proprie responsabilità come nuovo signore della casata.
Ma un’ombra incombe sul suo ritorno: il ricordo di Moira, la ragazza che ha amato prima di partire; una storia dolce ma segreta e rovinata dall’inimicizia delle due famiglie e soprattutto dal fatto che Moira ritiene Kenneth responsabile della morte del fratello Sean.
Inizialmente sembra non ci sia nulla di cui preoccuparsi: dopo tanto tempo, Moira è fidanzata con un noioso baronetto che ha ereditato il titolo dal suo defunto padre, e con questo matrimonio garantirebbe sicurezza a sé e alla madre; quindi viene dato per scontato che i loro rapporti debbano essere pressoché nulli.
Ma si dà il caso che, grazie all’insistenza del petulante fidanzato - che ci tiene ad avere rapporti di buon vicinato, oltretutto con un vicino tanto prestigioso - Moira viene costretta ad accompagnarlo in visita a Dunburton; i due così hanno modo di rivedersi, e l’invito alla festa di Natale sarà l’evento cruciale che cambierà i loro progetti….
Sarà che non sono particolarmente portata per le saghe, sarà che ogni tanto capita di trovare libri che non siano di nostro gusto…sta di fatto che stavolta sono incappata (per la prima volta) in un romanzo di Mary Balogh che non mi è piaciuto.
La maestria dell’autrice nel narrare le storie non si discute, è ovvio; ma per il resto, devo ammettere di essermi abbastanza annoiata.
Come già detto altrove, non amo i romanzi dove il rapporto tra i due protagonisti è tutto un litigio basato su incomprensioni derivate dalla mancanza di un minimo di dialogo (ovvero: io penso che tu pensi in un modo e quindi mi comporto e ti tratto di conseguenza, ma in realtà tu pensi in tutt’altra maniera e pensi che io lo so e quindi.); oltretutto qui praticamente ci sono da risolvere non solo un’inimicizia tra famiglie risalente agli antenati, ma anche il mistero della morte del fratello di Moira, del perché Kenneth aveva preso posizione contro di lui quando aveva manifestato l’idea di fuggire con la di lui sorella – alla fine viene fuori che questo fratello tanto pianto non era proprio una gran persona- insomma, a mio avviso troppa carne al fuoco per un libro che già fa parte di una serie, e nel quale quindi troviamo anche personaggi presenti negli altri libri con solo dei piccoli accenni alle loro vicende (che ovviamente sono sviluppate nei romanzi a loro dedicati).
Ciononostante bisogna dare atto all’autrice di saper ben tenere le redini del racconto, in modo da non sovraffollarlo di personaggi e di non distogliere l’attenzione dalla coppia di protagonisti; però a parte questo, non ho trovato quella profondità di sentimenti e quell’approfondimento psicologico che ho sempre trovato nei romanzi precedentemente letti.
Anzi, a dire la verità ho trovato che Moira fosse a tratti veramente cocciuta e insopportabile nella sua fissazione di fare sempre il contrario di quello che le viene detto, per puro gusto di sfida o per dimostrare di essere una donna indipendente e di carattere; alla fine pare che cambi, ma è un cambiamento troppo repentino per essere credibile. In pratica, è una di quelle figure femminili che a volte capitano nei romanzi e alle quali, nonostante sia contro la violenza alle donne, non starebbe male qualche sberla.
Al contrario Kenneth è il tipico eroe tutto d’un pezzo: coraggioso, leale, paziente (e con una donna così a fianco), pronto a fare qualsiasi cosa per venire incontro all’immeritevole amata: dal rischiare la propria vita avventurandosi nel bosco durante una bufera di neve per salvarla, all’allontanarsi dalla propria casa per darle il tempo di riprendersi, di ambientarsi o per non infastidirla eccessivamente con la sua presenza, visto che lei sembra odiarlo. Troppa grazie; e difatti a un certo punto si stufa pure lui e si fa valere, senza prevaricare nessuno, ma insomma..la santità non è di questo pianeta!
Forse sarebbe stato preferibile delineare meglio alcuni personaggi di contorno, come la sorella e il cognato di Kenneth, ma ormai il “danno” (passatemi il termine e non prendetelo proprio in senso letterale) è fatto.
So che molte di voi non concorderanno con me, ma per quanto mi riguarda… sarà per la prossima volta.
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Sandra è la moglie di Giulio. Insieme al loro figlio Filippo formano una famiglia perfetta. Lei studiava architettura ma ha rinunciato a un passo dalla tesi, lui è un medico affermato, il bambino è un po' anarchico ma siccome è molto intelligente, va bene così. Completano il quadro il padre e il fratello di lui, sempre presenti, e un fantasma che aleggia per casa e non vuole andarsene mai: madre defunta di Giulio, modello di vita e di virtù, la Signora Franca. Impossibile competere con lei. A un certo punto, la solida impalcatura comincia a cedere. Piccole crepe, invisibili rughe, finché il castello non crolla. E se la perfezione non esistesse? Se i sogni stessero altrove e vivere fuoricorso, ovvero con il cuore, fosse la strada giusta? Sandra sarà la prima a scoprirlo, con la complicità, a sorpresa, della suocera fantasma, che del vivere fuoricorso aveva fatto, discretamente, la propria bandiera: santa e amante, donna di casa e di alcova. Libera Sandra, liberi tutti. C'è architettura che aspetta, le vecchie amiche e i nuovi amori, i brividi dimenticati per i baci e le carezze, le parole dolci e gridate. Sandra diventa il direttore di una straordinaria orchestra senza spartito, dove i ruoli sono intercambiabili, perché questo è il bello della vita. Dove una ragazza inutilmente perfetta ha tutte le carte in regola per diventare una splendida donna. La chiave è guardarsi negli occhi e guardarsi davvero, e non aver paura dei sentimenti che cambiano.
Nota di Paige79: è il romanzo che segna l’esordio nella scrittura dell’attrice Stefania Montorsi, interprete di film come “ I piccoli maestri” (1998), “Arriva la bufera” (1993), “Il cielo è sempre più blu” (1996), “La nostra vita”( 2009). E’ sposata con il regista Daniele Lucchetti.
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Quando incontra lan nello sperduto paesino di montagna di Pointy Needles, dove si è ritirata a curare le proprie ferite, Kora Russel si chiede se sta vivendo solo una favola o se ha trovato la felicità.
Ma l'uomo dei suoi sogni scompare misteriosamente, lasciandola sola ad affrontare l'esperienza più drammatica della sua vita, e Kora inizia un frenetico viaggio sulle sue tracce, che diventerà anche un percorso interiore per liberarsi di un passato che è tornato a tormentarla.
Nota di Paige79: A distanza di tre anni dal suo esordio con “Il seme del desiderio”, l’ex presentatrice televisiva e radiofonica Kay Rush torna con questo nuovo romanzo, il cui protagonista maschile pare si ispirato proprio ad un ragazzo di cui anni fa l’autrice era stata innamorata. Kay Rush sta già lavorando al suo terzo romanzo.
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ANNA BATTAGLIA
L'AUTRICE
Anna Battaglia nasce ad Arzignano (Vi) il 13 dicembre 1987. Vive in provincia di Vicenza con la sua famiglia. Nel 2006 consegue il diploma di liceo linguistico e s’iscrive alla facoltà di giurisprudenza all’università di Verona che ad oggi ancora frequenta ansiosa di conseguire l’agognata laurea che non più così lontana. Fin da piccola ha sempre avuto una fervida fantasia che la portava a creare storie di ogni genere ma ancora non sentiva la forte passione per la scrittura che è nata nei primi anni di liceo. Il suo primo romanzo comincia con un sogno. Svegliata nel cuore della notte da immagini troppo vivide per essere dimenticate, comincia a scrivere. Da allora non ha più smesso. Inizialmente la scrittura era solamente un passatempo, ci si dedicava solamente di tanto in tanto eppure le idee continuavano a fluire. Nel 2008 viene pubblicato a cura di Enrico Folci Editore il primo romanzo: “Robin Hood e Lady Marian, tutta un’altra storia”. Le ci sono voluti ben sei anni per completarlo ma una volta preso il ritmo la sezione dedicata ai manoscritti, sul computer, diventava sempre più corposa. Ora tra un esame e l’altro, destreggiandosi tra i molti impegni universitari continua a dedicarsi a questa passione diventata una costante della sua vita, della quale non può fare a meno. Da qualche mese ha cominciato anche a scrivere anche saltuariamente per un mensile locale.
IL LIBRO
ROBIN HOOD E LADY MARIAN TUTTA UN'ALTRA STORIA
Editore: Enrico Folci Editore
Curato da : Valentina La Selva
Illustratore: F.Badalini
Data di pubblicazione: 2008
Pagine: 200
ISBN: 8889939133
ISBN-13: 9788889939130
L’incontro fatato di Robin Hood e Lady Marian, sullo sfondo della tenebrosa foresta di Sherwood farà sbocciare un amore passionale ed inevitabile, che resisterà agli intrighi del perfido re Giovanni, ai complotti del crudele sceriffo ed alla minaccia della gelosia. Un amore tormentato e mai da dare per scontato, che guiderà i due giovani attraverso le difficoltà di un’epoca sanguinosa e piena di battaglie. La magia di una storia romantica senza età, il cui inizio si perde nell’era dei miti e delle leggende e che non smette mai di far sognare.
ESTRATTO dal romanzo: "Robin Hood e Lady Marian tutta un'altra storia"
Il barone di Lancaster, iracondo, scese dalla propria carrozza una volta giunto oltre le mura del palazzo. Il volto cupo mentre si lasciava seguire dalla moglie che doveva correre per stargli dietro, anch’essa adirata ma nel suo volto si denotavano principalmente sgomento e agitazione.
Attraversarono il piazzale scortati da alcune guardie fino a varcare la soglia del castello reale, il barone si fermò al centro dell’atrio, un’ampia stanza riccamente adornata da arazzi e quadri, su di un lato un mobile in massiccio legno ricoperto di candelabri su cui posò i guanti, con fare spiccio richiamò un servo.
- Voglio parlare con il principe... ora -, sentenziò con un tono che non ammetteva repliche.
Questo veloce si inchinò indietreggiando per poi salire di corsa le gradinate che portavano al piano superiore.Veloce, quasi inciampando sugli ultimi due gradini, si avventò verso le stanze private del principe Giovanni. Davanti alla porta due guardie armate di tutto punto lo fermarono.
- Cosa volete, sua maestà non vuole essere disturbato -, tuonò tra i muri del corridoio di pietra la voce severa del soldato.
- Il barone di Lancaster è qui e pretende di vederlo -, farfugliò il servo rigirandosi le mani intimorito da quelle figure minacciose. La guardia rifletté per un istante per poi scostarsi.
- Lo annuncerò io al principe, voi attendete qui, vi dirò io se farlo salire o meno -, dunque si voltò aprendo la porta che era alle sue spalle solo quel tanto da poter passare senza far intravedere nulla dell’interno all’uomo.
Giovanni che stava seduto in un angolo della stanza dietro una scrivania passò lo sguardo dai due uomini con cui stava parlando al soldato che era aveva appena fatto il suo ingresso. Il volto da furbesco e divertito si era irrigidito pieno di irritazione.
- Cosa diavolo ci fate qui? -, lo fissò stringendo i pugni sui braccioli della sedia, - Sbaglio o vi avevo detto che non volevo essere disturbato - .
I due uomini che stavano in piedi davanti alla scrivania si voltarono appena verso il nuovo arrivato, anch’essi facendosi più cupi. La guardia silente si fece avanti. - Perdonatemi Sire -, chinò in capo in segno di rispetto.
- Il barone di Lancaster è arrivato e pretende un’udienza con voi -.
Giovanni si mise subito in piedi come preso dall’ansia. - Cosa ci fa già qui... -.
Il soldato che non ne conosceva la risposta non aprì bocca. - Fatelo salire subito! -.
- Sì vostra maestà! - . Si chinò ancora una volta per poi sparire oltre la porta.
- E voi... dovete andarvene presto, non fatevi vedere quando uscite -, disse sbrigativo Giovanni ai due passando loro un sacchettino di monete.
- Questo è solo un anticipo... mi fido di voi! -.
Li fece allontanare più in fretta che poté, come preso da un’agitazione improvvisa che lo indusse a passeggiare nervoso per la stanza con il volto rosso ed ansioso, fino a quando la porta si spalancò ancora. Un uomo alto e robusto, con una pancia prominente e una grigia barba incolta, si fece avanti.Giovanni trovandosi davanti alla figura del barone sfoderò il suo migliore sorriso andandogli incontro.
- Barone... amico mio, benvenuto... posso offrirvi qualcosa da bere? -, gironzolava per la stanza quasi a disagio chiamando alcune ancelle che portassero del vino. - Come è andato il viaggio, non vi aspettavo prima di questa sera... -.
- Come è andato il viaggio? -, riprese l’anziano barone che non si volle sedere, troppo furioso per starsene fermo. - Volete sapere come è andato il viaggio? Siamo stati attaccati, ecco come è andato... -.
Giovanni si era fermato con il bicchiere a mezz’aria come stordito da ciò che aveva sentito. - A-attaccati? -.
- Esattamente, ci hanno teso un’imboscata e ci hanno derubati di tutti i denari che avevamo, compresi quelli destinati alla nostra causa -. Mentre spiegava ciò che era successo il volto gli si faceva grigio, cupo. - Hanno addirittura osato derubarci dei nostri anelli, a mia moglie e perfino i miei -, sempre più furibondo per l’affronto subito sfoderò le mani nude da qualsiasi ornamento, mostrandogliele.
- Chi si è azzardato a fare una cosa simile? -, riuscì solo a chiedere Giovanni che davanti a lui si sentiva quasi impotente.
- Non ha importanza chi è stato... -, rispose il barone movendo qualche passo verso di lui.
- Ma se non siete in grado di tenere sotto controllo le poche terre di cui ora detenete il potere… comincio a credere che non sareste nemmeno capace di governare l’intero Paese -.
Il principe sbiancò sotto il suo sguardo e quelle parole che tanto temeva, aveva bisogno dell’appoggio del barone, gli servivano i suoi denari per perseguire nel suo intento. - Le mie guardie che vi facevano da scorta? -, tentò disperatamente di trovare un appiglio.
- Sono dei buoni a nulla ecco cosa sono le vostre guardie - .
Quando sentì anche l’ultima speranza scivolargli via si lasciò ricadere sulla sedia. - Li prenderemo! -, affermò dopo qualche minuto di riflessione. - Uno ad uno... saranno messi alla gogna potete starne certo! - la voce vibrante.
Il barone sembrò soddisfatto della risposta e sorrise lievemente sollevato.
- E’ il minimo! State attento Giovanni, non fatemi più dubitare di voi... -, non gli lasciò il tempo di replicare perché uscì come una folata d’aria che fece rabbrividire il principe. Con un moto di disperazione ed ira si portò la mano sul volto. Non poteva rischiare tutto ciò per cui lavorava da anni, non ora che era così vicino al realizzare la sua più grande ambizione. Doveva saperne di più.
- Chiamatemi Sir Galant! -, ordinò gridando verso la guardia che stava per richiudere la porta. Quando il cavaliere si presentò affiancato da due guardie davanti al principe, immobile sull’attenti, rimase perplesso vedendolo ripiegato sul tavolo con le mani sulla fronte.
- Galant -, disse Giovanni sollevando gli occhi su di lui, penetrandolo con lo sguardo furente.
- Vostra Maestà? -, chiese lui senza lasciar trapelare il senso di inquietudine che gli davano quelle iridi infuocate. - Eravate voi a capo della scorta del barone -. La sua voce sibilante si diffondeva per la stanza, fin troppo pacata e bassa, un tono che usava quando niente più poteva riuscire a calmarlo.
- Sì Sire -.
- Cosa è successo? Chi vi ha attaccati? -, cominciò ad alzarsi facendo il giro della scrivania.
- Un’imboscata altezza. -.
- Chi? -, la domanda che più premeva al principe e che più spaventava l’ufficiale, costretto ad abbassare il capo.
- Robin Hood Sire… e i suoi compagni - .
Lo sapeva, lo sapeva che era opera loro, da quando Riccardo era partito e lui aveva preso il potere non avevano fatto che ostacolarlo. Con foga diede un pugno sordo sul tavolo cominciando poi ad avanzare verso di lui.
- Ancora... ancora non siete stati in grado di sgominarli -, si faceva sempre più vicino scrutandolo in volto con quello sguardo rabbioso, le sopracciglia increspate e i denti gialli digrignanti.
Il soldato dovette trattenere l’istinto di indietreggiare quando gli fu a pochi centimetri. - Sire noi... Io... -, non ebbe il tempo di finire perché Giovanni aveva estratto senza che Galant se ne accorgesse un pugnale dalla cinta e con uno scatto collerico gli aveva trafitto lo stomaco.
- Io non tollero errori Galant -.
Gli occhi del soldato si spalancarono scioccati al dolore improvviso, la bocca si aprì come se volesse dire ancora qualcosa ma nessun suono riuscì ad emettere, solo un gemito prima di cadere a terra con un tonfo metallico della cotta di maglia e i gambali dell’armatura che si schiantavano contro il pavimento.Prima che Galant potesse stramazzare, il principe gli aveva estratto il pugnale dall’addome e l’aveva fissato compiaciuto mentre periva.
- Ora sapete cosa succede se non vengono eseguiti i miei ordini, alla lettera -, proferì alle altre due guardie che erano rimaste paralizzate, senza parole, vedendo il loro superiore morire davanti a loro.
- Quei briganti devono sparire! -.
Come acquistare il libro?
Ad oggi l’unico modo per poter acquistare è richiederlo direttamente all’autrice tramite uno dei seguenti contatti.
Sito Web dell’autrice:
http://annabattaglia.altervista.org/
Pagina Facebook del libro:
http://www.facebook.com/pages/Robin-Hood-e-Lady-Marian-tutta-unaltra-storia-di-Anna-Battaglia/208280740099?ref=ts
Gruppo Facebook del libro:
http://www.facebook.com/group.php?gid=114905195195519&ref=ts
Contatto Twitter dell’Autrice:
http://twitter.com/AnnaBat
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1000 SPAZI PER UN BACIO
1000 SPAZI PER UN BACIO è una gara di racconti, organizzata dal blog di freecora PAROLE E PENSIERI IN LIBERTA' indirizzata a chiunque voglia cimentarsi e abbia voglia di mettersi in gioco.
Ecco alcuni dei dettagli per partecipare alla gara:
Vincoli
Partecipano racconti di 1000 caratteri spazi inclusi. Né uno di più né uno di meno (una difficoltà ci vuole).
Il tema del brano è "Il bacio", che ne sarà anche il titolo. Quindi mandate lavori di 1000 battute, senza titolo o spiegazioni particolati.
Non ci sono altri vincoli oltre ai succitati, avete piena libertà di ambientazione e anche di grafica. Ovvero potete usare qualsiasi formattazione per i vostri testi.
Invio
Il racconto dovrà essere inviato, in allegato, via e-mail, all'indirizzo di Freecora liberafree@gmail.com . Nel testo dell'e-mail specificate i vostri dati e il nick con cui volete che sia firmato il racconto nella fase di voto. Inoltre aggiungete due righe per autorizzare la pubblicazione del racconto, sia nel Blog Parole e Pensieri in Libertà, per la votazione, sia, completo della vostra firma completa, nei blog sostenitori in caso di vittoria.
I testi andranno inviati dal 1° al 30 Novembre.
Potrete trovare spiegazioni relative alle modalità di selezione e votazione direttamente sul blog di freecora cliccando sul link qui sotto
REGOLAMENTO GARA 1000 SPAZI PER UN BACIO
Il racconto vincitore sarà pubblicato su tutti i Siti, Blog, Forum che sostengono e promuovono l'iniziativa, quindi anche su Isn't It Romantic?
Una Serata con / A Night with Jo Beverley & Mary Jo Putney
E’ una splendida giornata di fine ottobre e nonostante l’aria gelida e il clima più rigido dell’usuale, il cielo terso di Roma è illuminato dalle pennellate degradanti, dall’arancione al rosato più o meno intenso, del sole al tramonto. Le facciate degli edifici storici sembrano accarezzate dalla luce come dalla mano di un’amante e rendono ancor più marcato il fascino della città eterna. Una cornice perfetta per incontrare due grandi signore del romance, per la prima volta nella capitale: Jo Beverley e Mary Jo Putney. Nonostante oggi sia solo una giornata infrasettimanale di ottobre, c’è il traffico terribile tipico del periodo pre-natalizio e se non fossi andata dalle suore, comincerei volentieri a tirar giù colorite espressioni da scaricatore di porto! Dopo un’estenuante viaggio che comprende automobile, autobus e una bella scarpinata su tacchi alti – sette centimetri per me sono tacchi alti (eh sì, ho evitato le pianelle dato che le due ladies non sono propriamente basse e mi spiaceva torcermi il collo per guardarle …) giungo finalmente a destinazione. Sono ovviamente molto emozionata, ma anche un poco preoccupata: essere amica di penna, o meglio di tastiera, di qualcuno è molto diverso che averci a che fare di persona, e se le due signore si rivelassero diverse, in senso negativo, da come le conosco? Se fossero sì educate e cortesi, ma distaccate è frettolose? Mentre rimugino su tali quesiti amletici vengo accolta dalle mie sorridenti e gentilissime ospiti, che dopo avermi baciata e abbracciata nemmeno fossero “paesane” mi offrono un bel tè, che io da brava anglofila, mi affretto ad accettare. Mentre loro consumano una indecente quantità di pasticcini, cornetti ecc., io mi limito a sorseggiare la mia bevanda bollente e le osservo ammirata.
Sono due donne dalla semplicità e dalla disponibilità assolutamente disarmante, non c’è nulla di affettato o rigido in loro, sono vivaci, curiose, calorose. Se non sapessi chi sono stenterei a credere di aver di fronte due scrittrici famose in tutto il mondo, che vendono milioni di copie e che insieme hanno vinto sette premi RITA! Avrei un milione di domande da porre loro, ma visto che, incredibilmente, stiamo conversando con naturalezza come vecchie amiche, lascio che guidino la conversazione dove più preferiscono. Il cibo diventa quasi subito un argomento focale e benché abbiano appena terminato una lauta e tardiva merenda, dichiarano di essere affamatissime e di non voler attendere oltre per la cena. Ci incamminiamo verso il ristorante, dove grazie al cielo avevo prenotato, perché in venti minuti non c’è più un tavolo libero. La traduzione del menù si trasforma in un’occasione di risate pazze per trovare i termini più idonei o per cercare di descrivere appropriatamente il menù. Vincendo le loro deboli resistenze le convinco a provare un poco di tutto, la cucina Italiana che magari hanno assaggiato in Nord America o in Inghilterra è ben lontana dalla nostra. Così tra un carasau farcito, una focaccia al lardo di colonnata, dei tonnarelli cacio e pepe, un tortino di indivia e patate, quiche di spinaci, polenta al radicchio, porcini e taleggio, il tutto annaffiato da un robusto sangiovese, per la gioia soprattutto di Jo, che ama i vini rossi, siamo andate a ruota libera, toccando gli argomenti più disparati. Scopro che sono due professioniste assolutamente dedite (si lamentano anche loro delle copertine, non delle nostre, di quelle originali americane!) che amano profondamente il loro lavoro, da cui raramente si staccano anche fisicamente (difatti il portatile è un’estensione del loro braccio destro), che per loro le lettrici non sono numeri o entità senza volto, ma persone con cui amano essere in contatto e confrontarsi sui loro romanzi. Che la famiglia e la casa, intesa come luogo fisico e luogo dell’anima, sono importanti per loro a livello sia umano che letterario. Comprendo che per loro scrivere, significa davvero “essere a casa” e dentro di me sono felice che condividano il loro mondo e le loro emozioni con noi, certi messaggi arrivano diritti al cuore superando ogni differenza culturale.
Jo soave e sognatrice, e Mary Jo affascinante e acuta, si informano sul nostro paese, la nostra politica e sul romance; non sono in Italia tanto per fare presenza, ma appaiono genuinamente interessate al nostro paese ed al pubblico italiano. Entrambe accettano con grazia i complimenti, ma ne sono anche imbarazzate preferendo passare ad altro: la loro modestia me le fa apprezzare ancor di più, se possibile. Dopo un ricco caffè e una millefoglie sbriciolata con crema chantilly, finiamo in bellezza la serata con una breve intervista; il chiasso, la necessità di stare nei tempi e quindi di “editare” leggermente le risposte, rischiano di farmi impappinare, in particolare perché non abbiamo certo provato nulla e tradurre simultaneamente in quelle condizioni non è semplicissimo, dunque incrocio le dita affinché il risultato sia discreto. Il doverle salutare mi spiace molto, il tempo è davvero volato insieme a loro e mi auguro solo ci sia un’altra occasione di incontro. Pure per chi non mastica l’inglese, credo che le immagini della videointervista saranno assolutamente rivelatrici: Putney e Beverley prima che grandi scrittrici sono due donne meravigliose e io sono fiera di essere una loro ammiratrice e una lettrice di romance!
Grazie Mary Jo e Jo e a presto!
Volete vincere una copia autografata dalle autrici di UNA MOGLIE PER NEMICA e LA DONNA DI GIADA? Lasciate un commento in calce al post ricordandovi di firmarvi con un nome o un nick entro giovedì 11 novembre. Estrarremo a sorte due fortunate vincitrici!
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