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Venerdì, 4 luglio, 2008 - 23:42
Andreina

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POESIA DEL MESE - POEM OF THE MONTH

     

A  MIA MOGLIE

Tu sei come una giovane,
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell’andare, ha il lento tuo passo di regina,
ed incede sull’erba pettoruta e superba.
E' migliore del maschio.
E' come sono tutte le femmine di tutti
i sereni animali che avvicinano a Dio.
Così se l’occhio,
se il giudizio mio non m’inganna,
fra queste hai le tue uguali, e in nessun’altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle, mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime,
onde a volte dei tuoi mali, ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida giovenca;
libera ancora e senza gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci,
il collo volge, ove tinge un rosa tenero la sua carne.
Se l’incontri e muggire l’odi, tanto è quel suono
lamentoso,
che l’erba   strappi, per farle un dono.
E' così che il mio dono t’offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa sembra, che d’un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida coniglia. Entro l’angusta
gabbia ritta al vederti s’alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi; che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo ritoglierle? chi il pelo che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine che torna in primavera.
Ma in autunno riparte; e tu non hai quest’arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere; questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un’altra primavera.
Tu sei come la provvida formica.
Di lei, quando escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna che l’accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte le femmine di tutti
i sereni animali che avvicinano a Dio;
e in nessun’altra donna.


UMBERTO SABA

Cenni biografici dello scrittore

Umberto Saba nasce a Trieste il 9 marzo del 1883 da madre ebrea e da padre appartenente alla nobiltà veneziana.
Abbandonato dal padre prima ancora che venisse al mondo, Saba trascorre la sua infanzia privo della figura paterna diviso tra l’amore per la madre adottiva e l’amore per la madre severa e austera.
L’infelicità della situazione,trasparirà presto nella preziosa malinconia della raccolta Il piccolo Berto.
Demotivato dagli scarsi profitti scolastici, abbandona gli studi e benché la madre naturale lo ostacoli nell’ amore per Leopardi, la letteratura e la poesia saranno destinate a divenire la sua sola forma di compensazione e di sfogo (le Poesie dell’adolescenza e giovanili risalgono agli anni tra il 1900 e il 1907).
Vittima della persecuzione razziale per via della sua origine ebraica, cerca rifugio prima a Parigi, poi a Roma sotto la protezione di Ungaretti ed infine a Firenze, ospite di Montale.
Nel 1909 sposa Carolina Wolfler da cui avrà una figlia.
Tra le sue opere ricordiamo:
La serena disperazione (1913-1915), Tre poesie fuori luogo, Cose leggere e vaganti (1920), L’amorosa spina (1920), Preludio e canzonette (1922-1923), Autobiografia (1924), I prigioni (1924), Preludio e fughe (1928-1929), Parole (1933-1934), Ultime cose (1935-1943), Varie Mediterranee (1945-1946), Epigrafe (1947-1948), Quasi un racconto (1951) e Sei poesie della vecchiaia (1953-1954).
Gli ultimi anni della sua vita sono resi difficili dalle continue e sempre più gravi crisi di depressione, di cui resterà vittima, e dalla malattia della moglie, che muore nel 1956.
Il 25 agosto del 1957 dopo soli nove mesi  Saba la seguirà

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Commenti

Grazie. Io scrivo romanzi

Grazie. Io scrivo romanzi storici, però, popolati da tutti personaggi vissuti realmente... perciò per chi vuole sul sito: http://www.juliettedesade.ilcannocchiale.it ci sono anche tutti i ritratti dei personaggi che appaiono nel ciclo dedicato ad Alain e Juliette...

Cristina

una Pollastra? Avrei voluto

una Pollastra? Avrei voluto sapere cosa ha pensato la moglie in proposito (sempre se l'ha letta!). ^_^

@ cristina grazie abbiamo

@ cristina

grazie abbiamo ricambiato!

Un po' si intuiva anche

Un po' si intuiva anche dalllo stile, quello di Montale è più ermetico ed allusivo, mentre Saba usa un tono più descrittivo ed un linguaggio più semplice e quotidiano, come il termine "pollastra" che però non suona né molto lirico né particolarmente gentile.

Cristina

Ti ho linkato sul sito del mio romanzo: http://www.alainejuliette.ilcannocchiale.it

ecco fatto !! grazie

ecco fatto !!

grazie ragazze!

in effetti viene il dubbio

in effetti viene il dubbio anche a me

ma viene da una fonte attendibile

!!!

ricontrollo bene.........magari è un errore

anche io pensavofosse di

anche io pensavofosse di Saba..ricordo che l'avevo studiata alle medie, e di sver pensato che comuqneu non ewra molto gentile a paragonare la molgie ad una pollastra :)!

Tiziana

Io mi ricordavo che questa

Io mi ricordavo che questa poesia era di Saba, non di Montale... potete controllare, per favore, io ora non ho antologie scolastiche sotto mano per farlo...

Cristina

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