Ho preso questo libro invogliata dal promo e dalla trama.
Il prezzo dell'ebook era invitante e volevo prendermi una pausa da amplessi e frustate varie.
Quindi mi sono detta: qual migliore modo per evadere da stanze da letto bollenti e stancanti ed entrare in un romanzo allegro e spensierato?
Alla fine, se i miei pensieri avessero potuto essere indagati dalla magistratura, sarei stata arrestata e condannata per antipatia acuta e sculaccite a minore.
I primi capitoli non erano male...si sorride e si condivide in parte riconoscendosi nelle parole della scrittrice.
Alzi la mano chi tra noi non ha mai pensato, come succede alla protagonista, che mai e poi mai saremmo rimaste incinta dopo aver visto qualche video sul parto o che mai ci saremmo rimbambite davanti ad un frugoletto che strilla, mangia, deve essere cambiato e non dorme quando invece tu hai solo voglia di riposo e di silenzio.
Ma a mano a mano che la storia continuava, il divertimento e la leggerezza che sarebbero dovuto essere il leitmotiv del racconto, sono diventati fastidio, noia e irritazione.
Veniamo un attimo alla storia, così capite meglio.
Claire Morgan è una giovane ragazza che si ritrova alla soglia dei ventanni con un grave problema: è ancora illibata ma anche ben decisa a rimediare alla situazione.
Con la complicità di qualche litro di birra in più offre la sua verginità ad un ragazzo sconosciuto durante la festa di una confraternita studentesca.
I due sono talmente ubriachi che nemmeno pensano alle conseguenze ... che puntuali arrivano nove mesi dopo in un esserino urlante, bruttino ma con degli incredibili occhi azzurri che ricordano di continuo a Claire la follia di quella notte .
Follia completa anche perchè il tipo sconosciuto era ... e sconosciuto rimane visto che la ragazza non sa chi e dove cercare per comunicargli la sua paternità.
Lasciata la scuola, Claire torna a casa. Abbandona la vita spensierata di studentessa lavorando come barista e crescendo il pargoletto, ma non riesce a dimenticare quel perfetto sconosciuto che ha sconvolto la sua esistenza.
Immaginatevi quindi il colpo che le viene quando una sera lo vede entrare nel bar dove lavora. Lei lo riconosce immediamente ma lui sembra assolutamente ignaro che sia lei la ragazza di quel ricordo che tormenta le sue notti... una notte di sesso ad una festa studentesca e l'odore di cioccolato.
Carter, il co-produttore inconsapevole del pestifero Gavin, è attratto immediatamente da Claire e inizia a corteggiarla.
Riuscirà alla fine a ricordarsi di lei e come farà la ragazza a dirgli che il piccolo teppista dagli occhi azzurri è il frutto di quella notte di passione alcolica ?

Non è male come trama vero?
Ritrovarsi dopo tanto tempo in maniera inattesa e inaspettata...  la lenta strada che si intraprende per arrivare a coppia e a nucleo familiare, con pazienza, sensualità e divertimento...
Si, prometteva benissimo per me.
Peccato che tutta la storia si appesantisca quasi da subito con una enorme quantità di termini volgari, inutili e irritanti.
In ogni periodo credo non manchi mai la parola vagina... la trovi dapperttutto assieme ad altri nomi di attributi maschili e femminili che vorrei risparmiarvi.
Non sono una puritana e nemmeno mi scandalizzo, ma quando leggo preferisco che certi termini vengano usati con logicità e non solo per il gusto di inserirli nel discorso.
Vogliamo poi parlare dei personaggi che contornano i due protagonisti? George padre di Claire che pare abbia solo e sempre in bocca la parola c..zo.
Liz, migliore amica di Claire che vende sexy toys...
Drew con le sue sconce e stupide magliette e un cervello pari a quello di Gavin ,
Jenny oca svampita che non può fidanzarsi che con lui...
E Gavin? Un bimbetto di quattro anni con la bocca di un scaricatore di porto, una carta assorbente di tutte le volgarità, le parolacce e le stupidaggini che gli adulti che gli stanno attorno gli propinano senza nessun freno o pudore.
Non ha limiti, freni e purtroppo non ha educazione. Non mi fa ridere il suo comportamente, le sue "birichinate" o i suoi capricci. Un bambino che parla  di peni, vagine, tette e via dicendo non mi fa tenerezza, non ci vedo candore o innocenza ma solo tanta tanta ignoranza e incapacità di educare da parte dei genitori e di chi gli sta attorno. Anche se è scritto su un libro ed è un racconto di fantasia.
Forse perchè di Gavin ce ne sono tantissimi nella realta.
Vorrei raccontarvi delle scene ma francamente faccio fatica a trovare qualcosa di sensato nella bailemme di volgarità che ho letto : biscotti a forma di pene e vagina, amici che entrano nella cucina mentre i due protagonisti consumano sul bancone , il ragazzino che si cala i pantaloncini ogni volta che ha una erezione (4 anni!), sempre il pargolo che si avvicina alla madre e le dice "mamma fammi vedere la tetta"  o che capita all'improvviso nel letto o nei vari luoghi dove i genitori si accoppiano o si masturbano...
Mi fermo e vi risparmio alcune frasi o battute. Sono penose e sono degne dei peggiori film che girano in televisione dopo una certa ora e dove volgarità, turpiloquio e stupidità sono i temi principali di trame demenziali e vuote.

Le Case Editrici  che presentano i libri e come in questo caso ce li propongono descrivendoli:
una dolce commedia che scalda il cuore e libera la mente ... li leggono prima?
O basta vendere, vendere e ancora vendere senza curarsi di cosa si vende?
Io mi fido di chi mi presenta un libro. So che se prendo un erotico spinto posso trovare termini o situazioni che potrebbero darmi fastidio o piacermi e scelgo se acquistarlo o meno.
Se mi oriento su un giallo o su un horror so abbastanza bene cosa mi ritroverò a leggere e deciderò di consueguenza.
E quando mi si dice che il libro è una commedia dolce che scalda il cuore...non mi aspetto certo quello che invece ho letto.