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Recensione Passione nelle Tenebre
Recensione Passione nelle Tenebre
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Recensito da

Bluefly
Autore: 
Roberta Ciuffi
Edito in Italia da: 
Leggereditore
Formato: 
ebook
Prima edizione: 
ottobre 2013
Genere: 
paranormal
Ambientazione: 
Italia - fine Ottocento
Livello di sensualità: 
warm
Voto/Rating: 
7+/10

Con questo libro si chiude la trilogia dei Lykaon, che abbandona la suggestiva ambientazione parigina per spostarsi nell'Italia meridionale rurale, dove Roman Coulter comanda una milizia del Regio Esercito, dopo essere tornato dall'Africa. Lunghi capelli intrecciati, barba selvatica, Roman se ne sta lontano dalla sua famiglia mutaforma, vivendo tra i "sangue morto" con al fianco solo un aiutante, lykae come lui. Questo almeno finché un giorno non deve prestare assistenza a due giovani donne scappate miracolosamente da un attacco di briganti. Delle due, una lo colpisce: Dalila Reis, un'appariscente bellezza bionda di temperamento insolitamente determinato, che Roman si trova ad ammirare e su cui non riesce a fare a meno di fantasticare. E Dalila ha i modi e l'apparenza di quelle donne su cui gli uomini fantasticano solo in un senso...

Roman, però, capisce anche che la donna, una vedova, non fa per lui. Non è una lykae, e lui sa bene quanto il Vecchio Lupo, Stanis Coulter, guida indiscussa e, a quanto pare, indiscutibile, di tutti i mutaforma, tenga alla purezza della razza. Tuttavia, Dalila non è tipo da dimenticare in fretta, e il capitano, nel corso di un'indagine su un gruppo di lykaon assassini che sta terrorizzando la zona, coglie spesso e volentieri l'occasione di farle visita, sbarbato e pettinato. Nonostante da principio si pensi a un branco di lupi feroci, la gente comincia a sussurrare di uomini lupo, creature che gli abitanti del posto sanno, dalla saggezza popolare, esistere davvero. Roman deve risolvere il caso al più presto e proteggere Dalila, ma così facendo la loro attrazione cresce e li imprigiona in una situazione dolorosa. Lei, donna dal passato difficile, porta i segni, nel corpo e nell'anima, di una vita in cui ha sempre dovuto cavarsela da sola, sfruttando la bellezza che madre natura le ha donato, ma subendone anche le conseguenze. Il suo fascino attira immancabilmente l'attenzione degli uomini e il suo temperamento indipendente le garantisce la forza di spirito per andare avanti, ma allo stesso tempo ne fanno una persona estremamente sola e sempre ai margini della società, nella quale viene accolta ma mai integrata.

Non avendo alle spalle la rispettabilità di una famiglia normale su cui fare affidamento, nella vita è una sopravvissuta, che per la mentalità di una volta equivaleva a donna vissuta. O perduta. In verità, quella di Dalila è una figura tragica, e mi è parsa il vero fulcro della storia. Roman, mi dispiace, non è alla sua altezza. Non la merita e, infatti, questa non è una storia romantica e rassicurante. Nelle atmosfere, nelle scelte stilistiche e nella caratterizzazione dei personaggi anche secondari, l'autrice in questo terzo capitolo mi sembra aver preferito il tocco impietoso e un po' pessimistico della letteratura Verista, piuttosto che la forza rinvigorente del precedente, "Un segno nelle tenebre". Roman, che si innamora suo malgrado di Dalila, è un finto ribelle: vive lontano dalla comunità lykae, ma subisce passivamente la volontà del Vecchio, senza mai mettere in discussione le regole, implicite e arcaiche, sulla purezza della razza.

Per parafrasare una battuta di un giornalista che stimo, fatta ovviamente in un altro contesto, Roman è un ribelle che non si spettina, quando invece Dalila il prezzo del suo anticonformismo lo paga sulla propria pelle ogni giorno, ma senza un vero rimpianto. Lei non è come le altre, ma non incolpa se stessa ma gli uomini, che si fermano all'apparenza, all'ipocrisia dell'etichetta e naturalmente finisce per innamorarsi di quello sbagliato, forse perché per donne come lei l'uomo giusto non c'è. La maledizione delle donne è la speranza, ammette Dalila, e in questa frase ho visto tutto il libro.

Se da un lato, per mia natura, preferisco storie più improntate sulla possibilità del cambiamento, quale era stata "Un segno nelle tenebre", autentico gioiello narrativo, dall'altro ho ammirato il coraggio dell'autrice nel proporre personaggi imperfetti e, sostanzialmente, se non perdenti, sicuramente non vincenti. La vita è spesso così, a metà strada. Le indagini di Roman e il pericolo incombente forniscono la scusa, di stampo piuttosto classico, per mettere in scena un dramma più personale ed esistenziale, che non si può risolvere se non rompendo con la tradizione. Questa volta però l'ultima parola ce l'ha il Vecchio Lupo, che nel romanzo precedente aveva dovuto ingoiare un rospo anche bello grosso. Ride bene chi ride ultimo, direbbe probabilmente Stanis Coulter.

 

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Collegamento ad altri libri: 

 Ultimo romanzo della trilogia Lykaon, preceduto da:

1.UN CUORE NELLE TENEBRE

2.UN SEGNO NELLE TENEBRE

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Commenti

Ho letto con molto piacere i

Ho letto con molto piacere i primi due romanzi della trilogia, entrambi belli. E' stato un vero sollievo leggere romanzi di una serie che non fossero fotocopie. Per natale mi regalo il kindle (si scrive così?) e il terzo romanzo della trilogia lycaon è il primo della lista. Roman mi era piaciuto già nel secondo romanzo, sinceramente più di Maxime. Ah, Lars!

Ritratto di Bluefly

 Allora spero ti piacerà

 Allora spero ti piacerà anche questo. Io dal romanzo precedente non mi ero fatta nessuna idea di Roman, essendo solo accennato, ma ora che li ho letti tutti e tre per me Maksìm resta al top. Se la prossima volta vuoi firmarti, ci fa piacere

Ritratto di Marin

Io ho letto solo il primo

Io ho letto solo il primo della serie. Ho messo da parte il secondo per poter poi leggerlo assieme al terzo e avere la storia completa.
La tua recensione mi incuriosice e mi spronano a farlo nelle prossime settimane.
E poi ti dirò.
 

 

Ritratto di Bluefly

 Allora ti consiglio di

 Allora ti consiglio di leggerli assolutamente in ordine. E ti dico solo una cosa: ancora mi sogno del principe Maksìm, il protagonista di "Un segno nelle tenebre". Indimenticabile. Credimi

In libreria!

Bella recensione Bluefly, ma non so dirti il mio parere perché il libro è uscito solo in ebook!Perché questa scelta, mi chiedo? Capisco che adesso si spinge tutto il digitale, ma noi lettrici tradizionali che preferiamo i libri veri che dobbiamo fare?

Nonsono contenta per nulla, io vorrei la trilogia in libreria! Ciao

Anna

Ritratto di Bluefly

Anna, come ti capisco! Con me

Anna, come ti capisco! Con me sfondi una porta aperta. Sono assolutamente legata al libro stampato e quando ho visto che questo romanzo lo avrebbero pubblicato sono in ebook ci sono rimasta di pietra. Ma ovviamente dovevo finire la trilogia. Peccato soprattutto perché come dici tu, una parte delle lettrici potrebbe desistere. Meglio comunque così rispetto all'interruzione della serie, triste sorte toccata a molti autori/autrici, alcuni da me molto amati 

Una recensione molto

Una recensione molto articolata e approfondita Bluefly, che certamente sollecita alcune riflessioni che esulano dal giudizo soggettivo sull'opera. Mi chiedo infatti se questa specie di "regressione" nelle rivendicazioni femminili e dei lykaon, di cui parli, possa essere imputata alla scelta dell'ambientazione? La Francia è infatti notoriamente terra di rivoluzioni, laddove l'Italia si segnala per il suo perenne immobilismo. Grazie della risposta. Rossella

Ritratto di Bluefly

Ciao Rossella, anch'io penso

Ciao Rossella, anch'io penso che in parte questo sia dovuto all'ambientazione. L'Italia non è certo un baluardo dell'emancipazione femminile, né allora né oggi. Inoltre, essendo Dalila un'umana potrebbe essersi reso necessario rapportarsi alla situazione dell'epoca, senza quelle libertà che invece sono state possibili nel romanzo precedente, che immaginava una piccola ma importante rivoluzione all'interno della società mutaforma. Ma ovviamente questa è solo la mia interpretazione...

 

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