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L'AUTRICE
Dal cognome si potrebbe pensare che Rita Charbonnier sia mezza francese, ma è italiana al 100%. Nelle sue vene scorre un po’ di sangue piemontese-valdese, un po’ di sangue umbro e un po’ napoletano; è nata a Vicenza e ha vissuto a Matera, Mantova, Roma.
Prima di dedicarsi alla scrittura ha svolto un’intensa attività come attrice. Ha frequentato la Scuola di Teatro dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, ha lavorato con Nino Manfredi e altri artisti. Giornalista pubblicista, ha frequentato il Corso di formazione e perfezionamento per sceneggiatori della Rai e ha iniziato a scrivere prima articoli per riviste di teatro, poi testi e sceneggiature per la televisione, e infine romanzi.
Il suo primo libro, “La sorella di Mozart” (Corbaccio, 2006), è stato tradotto in inglese, francese, tedesco, spagnolo e olandese e pubblicato in 12 nazioni, tra le quali gli USA. Il secondo, “La strana giornata di Alexandre Dumas”, è stato pubblicato prima dell’estate da Piemme.
Rita risponderà a tutte le vostre domande e darà in regalo una copia autografata del suo romanzo a una fortunata lettrice sorteggiata tra tutte coloro che interverranno. Quindi non dimenticate di firmarvi, con un nome o uno pseudonimo, per farvi riconoscere!
Per saperne di più, potete visitare il sito ufficiale e il blog di Rita, dove sarete anche tenute al corrente delle presentazioni in programma.
sito : http://www.ritacharbonnier.com/it
blog : http://ritacharbonnier.blogspot.com/
L' INTERVISTA
1- Rita, sei stata attrice di teatro per ben 15 anni, e da quanto si può leggere sul tuo sito, l’unico motivo per cui hai smesso è perchè non amavi le tournées, tuttavia deve essere stata un’esperienza straordinaria che ti ha insegnato molto. Quanto di questo insegnamento ti è tornato utile nel tuo attuale lavoro di scrittrice?
Hai ragione: è stata un’esperienza straordinaria e mi ha insegnato moltissimo. Nelle storie che ho scritto fino ad oggi il teatro e la musica hanno un ruolo fondamentale, e sicuramente non è un caso. Inoltre, penso che aver recitato per diversi anni, su palcoscenici diversi, e accanto ad artisti anche grandissimi, mi abbia dato il senso della disciplina, che è molto importante in qualunque lavoro creativo. E infine, a me piace molto scrivere i dialoghi; è una cosa che mi viene quasi naturale. E il teatro, anche più del romanzo, è il regno del dialogo.
2- La scelta di rendere “protagonisti” personaggi illustri (Dumas padre, Mozart e molti altri che ruotano attorno al periodo storico e all’artista scelto) come nasce? Con che criterio cade la scelta su un particolare personaggio storico? Da una passione personale o dalla casualità?
Prima di scegliere Mozart e Dumas ho scelto le mie eroine, le vere protagoniste: Nannerl, la sorella del Maestro (“La sorella di Mozart”) e Maria Stella, la donna che vuole convincere Dumas a scrivere un romanzo su di lei (“La strana giornata di Alexandre Dumas”). Nannerl è una persona di straordinario talento, che purtroppo non riesce a esprimerlo perché è nata femmina. Maria Stella è una donna che un brutto giorno scopre di non essere figlia dei suoi genitori. Entrambe cercano il senso della loro vita tentando di abbattere gli ostacoli che incontrano, ma finiscono per trovarlo dentro di sé, nella loro faticosa autonomia, nel loro desiderio di amore e comprensione. La scelta dei personaggi quindi non è casuale, ma nasce da quello che possono incarnare ai miei occhi e agli occhi del lettore: la creatività, l’identità, le radici, il destino…
3- E’ piu’ difficile costruire un romanzo basandosi su fatti reali (lo scambio di bambini in culla e la presunta illegittimità di Filippo I, la storia della famiglia Mozart e dei suoi unici due figli sopravvissuti), costruendo poi sopra di esse della narrazione, o creare una storia da tabula rasa?
Questa è una domanda complicata… al momento sto scrivendo il mio terzo romanzo, che è di ambientazione storica e parla di personaggi realmente esistiti; ma per la prima volta la vera protagonista è un personaggio di pura invenzione… posso provare a risponderti quando avrò finito il libro? :-)
4– Quanta libertà narrativa ci si può concedere quando si decide di scrivere un romanzo basato su personaggi realmente esistiti? Dove si ferma la realtà e inizia il romanzesco?
Ogni scrittore ha la propria risposta. Secondo alcuni bisogna essere strettamente fedeli ai fatti storici; secondo altri, in un’opera di finzione ci si può concedere qualunque cosa, perché la finzione è finzione. Io penso che la “realtà storica” sia un po’ un mito, e che anche gli storici esprimano il loro punto di vista; infatti sono spesso in disaccordo gli uni con gli altri. Certo, i fatti documentati esistono e un autore di romanzi storici non dovrebbe, che so, raccontare che Mozart è vissuto fino a 99 anni, quando tutti sappiamo che purtroppo è morto giovane. Altrimenti ne viene fuori un romanzo fanta-storico. Ma la linea di separazione tra realtà e romanzesco è talmente sfumata che l’unico criterio dovrebbe essere quello dell’onestà: se scelgo di violare i fatti, devo farlo consapevolmente e per una ragione precisa.
5– Tu stessa hai definito i tuoi libri dei “feuilleton”, o quantomeno hai asserito che ne hanno alcune componenti, ma leggendoli emerge un lavoro molto intenso sull’evoluzione psicologica dei tuoi personaggi: Maria Stella e il difficile rapporto con la madre in “La strana giornata di Alexander Dumas” oppure la lotta per affermarsi come donna prima che come musicista per Nannerl (“La sorella di Mozart”), quindi sorge spontanea la domanda: scrivendoli pensavi ad un genere di appartenenza oppure la costruzione della storia è avvenuta gradualmente senza un indirizzo preciso?
In realtà quando parlo di “feuilleton” mi riferisco soprattutto alla vera storia di Maria Stella, la protagonista del nuovo romanzo: lo scambio nella culla, il neonato scambiato che diventa re… sembra proprio una trama da romanzone ottocentesco. Quando ho scritto i romanzi non pensavo tanto di inserirmi in un particolare genere, quanto di narrare delle storie che mi sembravano importanti. L’indirizzo che tentavo di seguire era proprio quello che dici tu: raccontare con la maggiore profondità possibile l’evoluzione psicologica dei personaggi.
6– Nel tuo secondo romanzo fanno breve apparizione dei personaggi secondari apparsi anche nel primo libro... come mai questa scelta visto che i due romanzi non sono collegabili e storicamente sovrapponibili solo in parte?
Attraverso i miei romanzi vorrei esprimere l’idea di uno scorrere fluido degli anni, di una ciclicità degli eventi. Come sappiamo, nessuno di noi è solo su questa terra, ma siamo tutti collegati, anche al di là del tempo. Quel che ci accade oggi è una diretta conseguenza di quel che è accaduto a qualcun altro ieri; e su questo terreno, noi abbiamo comunque la possibilità di scegliere tra infinite strade. Ecco perché il “passaggio di testimone” tra un libro e l’altro.
7– Ha mai pensato di scrivere una saga? In fondo con tale ricchezza di personaggi, avresti ampie possibilità di farlo.
Ti ringrazio molto. In effetti sarebbe una possibilità interessante… potrei esplorarla dal quarto romanzo in poi!
8– Sia Dumas padre che Mozart sono persone molto sagaci, brillanti e “giocherellone” mentre nell’immaginario collettivo sono molto seri e compresi in se stessi, insomma “grandi e tormentati” artisti, sono stati davvero come tu li hai dipinti nei tuoi libri? La scelta di renderli co–protagonisti senza davvero mai incentrare il romanzo su di loro nasce dal fatto di volerli mostrare in una luce diversa?
Nessuno sa come fosse “davvero” l’uno o l’altro. Su Mozart sono stati scritti milioni di pagine in tutte le lingue del mondo e non credo che forniscano un’immagine univoca. Sospetto che anche i suoi contemporanei avessero di lui immagini diverse: per qualcuno poteva essere il fratellino più fortunato e più ricco di talento, per qualcun altro il figlio da instradare verso una fulgida carriera, per qualcun altro il compositore rivale e invidiato, per qualcun altro il brillante giovanotto da stimare… per non parlare di come le opere teatrali, i romanzi, i film raccontano quest’uomo: basta pensare ad “Amadeus” per avere in mente la sua risata sguaiata e comunicativa. La scelta di rendere Mozart e Dumas coprotagonisti dei miei romanzi nasce dal desiderio di esplorare un mondo che può averli circondati; quindi, in sostanza, come dici tu, di mostrarli in una luce nuova.
9– Quale delle tue due eroine hai amato di piu’? (In fondo un figlio preferito c’è sempre) e perchè?
L’eroina che amo di più è sempre quella sulla quale mi concentro nel momento della scrittura. Ho amato molto Nannerl quando scrivevo “La sorella di Mozart”, e ho adorato Maria Stella quando scrivevo “La strana giornata di Alexandre Dumas”. Adesso sto amando e odiando Elsa, la protagonista del mio nuovo romanzo…
10– C’è un modo di approcciarsi ai tuoi libri? Una persona che acquista un tuo romanzo con che spirito dovrebbe intraprendere la lettura? In fondo ogni libro ha un’anima e come tale va trattato diversamente da un altro...
Mi piacerebbe che chi si accingesse a leggere i miei libri lo facesse, molto semplicemente, con l’idea di immergersi in una bella storia… e spero che la trovi bella davvero! “La sorella di Mozart” forse può interessare di più le donne e le persone che amano la musica; immagino che “La strana giornata di Alexandre Dumas” possa essere interessante anche per gli uomini. Una cosa buffa che mi è capitata è che chi ama molto uno dei due romanzi avanza qualche riserva sull’altro. Non so perché. Probabilmente sono più diversi di quanto non mi renda conto io stessa, che li amo entrambi.
11– Originalissima l’idea di presentare il romanzo in costume alla fiera del libro di Torino: come è venuta?
L’idea mi è venuta un giorno all’improvviso mentre guidavo su una strada trafficata, e più ci pensavo e più mi veniva da ridere. Il giorno dopo ho chiamato il mio editore e sono rimasti tutti entusiasti. Però, amiche mie, devo dirvi una cosa: Dio benedica gli abiti moderni! Per mettersi quella roba ci vuole una buona mezz’ora e bisogna per forza farsi aiutare; e poi pesa! E’ stata una bella fatica, ma mi sono divertita moltissimo. Nella calca bloccavo i passanti parlando con un linguaggio improbabile, che sapeva lontanamente di Ottocento, e firmavo le copie del romanzo con una pennaccia Bic chiedendo umilmente perdono per l’assenza di una vera penna d’oca…
12– E infine: sappiamo che stai scrivendo un terzo romanzo, puoi darci qualche anticipazione? Anche in questo faranno brevi incursioni personaggi che abbiamo già avuto il piacere di incontrare? La formula resterà la stessa dei tuoi precedenti romanzi?
La protagonista è un personaggio di invenzione: una ragazza che vive a Roma nel 1931 e si convince pian piano di essere la reincarnazione di Anita Garibaldi. E per questo finisce in manicomio… e si convince che il suo dottore è la reincarnazione di Giuseppe Garibaldi! Come finirà? In modo sorprendente. Sì, anche in questo romanzo tornerà un personaggio che abbiamo già conosciuto: nientemeno che Alexandre Dumas. Non posso dire molto di più perché sono ancora in una fase embrionale…
LA STRANA GIORNATA DI ALEXANDRE DUMAS
Edizioni Piemme
Una popolana che cercò per tutta la vita di far riconoscere le sue nobili origini
Un giovane scrittore in grado di trasformare in capolavoro ogni storia che gli venisse raccontata
Uno scandalo che sconvolse la corte di Francia agli inizi del XIX secolo
Quella sarebbe stata una giornata come tutte le altre per Alexandre Dumas, se non fosse stato per una strana vecchia che gli aveva proposto di leggergli l’oroscopo per l’anno successivo, il 1844. Dopo i primi convenevoli, infatti, lo scrittore si accorse che l’indovina non aveva la minima intenzione di parlargli dei segni zodiacali, ma che aveva una storia da raccontare, la propria. Per una volta sarebbe stato lui lo spettatore.
Tutto aveva avuto inizio a Modigliana, in Romagna, dove la madre della chiromante, Vincenza, l’aveva data alla luce e l’aveva chiamata Maria Stella. In breve, però, Vincenza si era accorta che l’accenno di chioma scarlatta e i piccoli occhi di cielo della neonata non potevano venire né da lei né da Lorenzo, suo marito, entrambi neri come la pece. Quella non era sua figlia.
Ma quando aveva provato a parlare dei suoi sospetti, nessuno le aveva creduto, e Vincenza si era vista costretta a frugare in lungo e in largo la casa, e a chiedere ai vicini; era arrivata addirittura a interrogare il signor Conte.
La scoperta sull’origine della bambina era stata sconcertante, ma Vincenza si era confidata solo con la piccola Maria Stella che, dopo tanti anni, aveva deciso di mettere Dumas, il grande scrittore, a parte di uno scandalo che avrebbe potuto sconvolgere il regno di Francia.
DIETRO IL ROMANZO,
di Rita Charbonnier
La prima volta che incontrai il nome di Maria Stella ero in una biblioteca, impegnata nelle ricerche per il romanzo precedente. Sfogliando una vecchia enciclopedia notai una voce dedicata a una cantante nata in Romagna nel tardo Settecento: era lei. Si diceva anche che questa cantante scoprì, da adulta, di essere stata scambiata nella culla, lei nobile, con un neonato di umili origini. Presi un appunto e dopo qualche tempo iniziai a cercare tracce della sua esistenza.
Appresi che Maria Stella aveva dato alle stampe la propria autobiografia nel 1830 e che si poteva consultarla recandosi presso la Biblioteca Nazionale Francese (in seguito il libro è stato caricato su Google Books). Contattai anche i suoi discendenti, che vivono in Inghilterra, e stavo già programmando un viaggio tra Parigi e Londra quando scoprii che nella Biblioteca Comunale di Modigliana, il paese nel quale avvenne lo scambio di neonati, c’era una copia dell’autobiografia tradotta in italiano.
Cancellai il viaggio oltralpe e mi recai in Romagna. Mi bastò.
Oltre a poter leggere il prezioso testo ho incontrato una straordinaria disponibilità da parte degli abitanti del paese, per i quali Maria Stella è una vera e propria gloria; chi mi ha accompagnata a visitare i luoghi nei quali si svolse il baratto di neonati, chi mi ha mostrato la sua collezione di libri antichi sull’argomento, chi mi ha esposto il suo punto di vista…
ESTRATTO
da “La strana giornata di Alexandre Dumas”
Prologo
«Avete il Sole nel segno del Leone, e anche l’ascendente. Siete dunque molto leonino, Monsieur Dumas, persino nell’aspetto: alto, imponente, con una folta chioma… senz’altro vi definirei un bell’uomo. Inoltre, gli occhi chiari sull’incarnato bruno vi conferiscono un singolare fascino.»
«Vi ringrazio, Madame.»
«Di nulla» rispose la vecchia signora. «La vostra Luna è nel segno del Toro; è una Luna godereccia. Gli uomini come voi amano i piaceri della vita: la buona tavola, il vino, i viaggi, e soprattutto le belle figliole; sono incapaci di resistere alla grazia femminile. Possono sposarsi oppure no, ma non è infrequente che abbiano figli, e persino da donne diverse; nondimeno, agiscono in assoluta semplicità, per il proprio appagamento, non intendendo violare le norme o calpestare il buon senso. In voi, signore, io non vedo traccia di malvagità. Al contrario, credo siate un uomo buono e generoso.»
«Debbo ringraziarvi ancora» mormorò lo scrittore quarantenne, segretamente divertito.
«I miei non sono complimenti, ma constatazioni. E sappiate che non sono interessate: la mia età mi pone al riparo da qualunque avvicinamento alla vostra desiderabilissima persona.» Alzò gli occhi dalla mappa astrologica e li puntò nei suoi. «Confermatemelo, di grazia: io non vi piaccio, vero?»
Alexandre Dumas scoppiò a ridere. «Sono convinto che in gioventù siate stata bellissima; e lo siete ancora. Ma, ahimè, potreste essere mia madre…»
«Anche vostra nonna, se vogliamo. Ho trent’anni più di voi; ventinove, per la precisione. Vi dirò d’altronde che voi siete nato nello stesso anno di mio figlio Tomaso John: il 1802. Non è una curiosa coincidenza?»
«Sempre che esistano le coincidenze.»
«Non potevate darmi risposta migliore, Monsieur. Anche Victor Hugo è del 1802, non è vero?»
«Verissimo.»
«Bene. Ora però torniamo alla vostra Luna: si trova nell’undicesima casa. Ogni “casa”, come forse avrete sentito dire, rappresenta in astrologia una certa area della vita, e la presenza di un pianeta indica che quell’area, per la persona, è importante. L’undicesima è la casa delle mire, delle ambizioni e delle aspirazioni. La Luna in questa posizione favorisce il raggiungimento del successo; visto che in qualche misura l’avete già ottenuto, è quasi inutile che ve lo dica. D’altra parte, il favore delle platee è mutevole, proprio come la Luna, e il trionfo di un giorno si trasforma facilmente nel fiasco del giorno successivo. Le mie parole vi turbano, Monsieur?»
«Non troppo» affermò il drammaturgo, con un mezzo sorriso. «Ormai ho fatto il callo alla volubilità del pubblico.»
«Me ne compiaccio. La Luna in undicesima segnala peraltro una possente immaginazione; e anche questo, nel vostro caso, è più che provato. E ancora, essa è congiunta a Marte e questo indica una tendenza ad agire sulla spinta delle emozioni, piuttosto che sulla scorta del ragionamento; e a tentare di trovare, a posteriori, una spiegazione ragionevole ai propri impulsi…»
S’intristì e di colpo tacque. Osservava un simbolo sulla carta.
«Cosa c’è?»
«Voi avete perso il padre molto presto; non è vero?»
«Sì, certo, quando avevo tre anni e mezzo. Era un generale repubblicano…»
«Lo so, lo so. Il vostro Sole è nella dodicesima, che è la casa del dolore, della malattia, della prigione. Il Sole è il simbolo paterno per eccellenza… non c’è bisogno che vi dica altro. Ma potremmo tentare di vedere un significato positivo in questa configurazione: la vostra forza interiore e il vostro coraggioso idealismo. Voi credete sempre in quel che fate, e fate sempre le cose in cui credete. Volete ancora un po’ di tè?»
«No, grazie, sono a posto.»
«Se doveste cambiare idea, servitevi, ve ne prego. È una miscela pregiata; mi è stata spedita da Londra; qui a Parigi non riesco a trovare un tè che mi soddisfi. Vediamo… avete tre pianeti importanti nella seconda casa: Venere, Saturno e Giove. La presenza di Venere nella casa dei talenti e delle risorse suggerisce facilità nel guadagnare ingenti somme di denaro; la presenza del malefico Saturno, ahinoi, la stessa facilità nel perderle.»
«Cercherò di tenerlo a mente, Madame.»
«Per il vostro bene, spero ci riusciate. Questo accumulo di pianeti è un chiaro segno del vostro ingegno straordinario. Voi siete un uomo dotato di risorse assai differenziate: sapete fare il teatro, siete un giornalista intraprendente, scrivete romanzi… anche se in quest’ultima attività, sono costretta ad aggiungere, non avete raggiunto l’eccellenza.»
«Oh, dite?» esclamò Alexandre Dumas, sgranando gli occhi.
«Spero di non avervi offeso. Mi spiego meglio, se permettete. A mio parere, voi avete dato il massimo nel dramma romantico, genere che anzi, se vogliamo, avete inventato voi; avete scritto gustose cronache storiche, fiabe, racconti leggibilissimi; ma, per quanto attiene alle ampie dimensioni dell’opera narrativa, non avete ancora trovato la vostra voce. Oppure… non avete ancora trovato la storia giusta» concluse fissandolo con intenzione.
«Vi ringrazio per la vostra acuta analisi» soggiunse lo scrittore, intimamente seccato «ma non dovremmo occuparci del mio oroscopo per il prossimo anno, il 1844? È per questo che sono qui: mi è venuto lo schiribizzo di andare da un astrologo e mi hanno indirizzato a voi. Qui comincia, e finisce, la nostra relazione. Non mi sembra il caso di estendere il discorso.»
«Oh, non avrei mai pensato che poteste reagire in questo modo…» mormorò la vecchia signora, portandosi alla guancia la mano inanellata. «Debbo aver toccato un nervo scoperto. Perdonatemi.»
«Ma vi pare. Andate avanti, per cortesia.»
«Subito, Monsieur. Il vostro Mercurio è in dodicesima casa, ed è retrogrado; io qui, e ne sono dolente, vedo alcune minacce alla vostra vita artistica.»
Dumas si fece ancor più torvo. «Minacce di che genere?»
[CONTINUA…]
VINCENZA
Il suo corpo era percorso dal fulmine e le mani, le spalle, le cosce sussultavano. Dal ventre l’ondata lacerante si spandeva ovunque e non c’era un solo osso che non le facesse male. Dalla gola le usciva un suono rauco, di protesta contro la forza che la squassava, sulla quale non aveva controllo; non riusciva a star ferma, le membra non le appartenevano più, erano sue soltanto nel dolore.
«Sento un liquido che cola» singhiozzò.
La Zavajona le allargò le gambe con mani forti e ruvide. «È una femmina» disse. «Le femmine danno sempre parti difficili, perché sanno che vita le aspetta e non hanno nessuna voglia di cominciarla. Punta i piedi sul letto e spingi.»
«Son troppo stanca, voglio riposare.»
«Da’ una bella spinta, e vedrai che ti togli subito il pensiero.»
«Ti prego, ora non sento dolore… fammi riprender fiato.»
«Il fiato lo stai sprecando in chiacchiere, Vincenza! Fa’ quel che dico. Tu non hai fiducia nella gente.»
Si sforzò con tutta la buona volontà, stringendo i denti, ma non accadde nulla. «È inutile. Lasciami in pace, ti prego…»
«Oh, be’, se vuoi che me ne vada, padrona di crepare a modo tuo.»
«Se crepo, il mi’ marito ‘un ti paga» ribatté, ma non finì neanche la frase che un nuovo spasmo parve spezzarla in due. Le sue membra divennero un fascio di dolore animalesco che non aveva mai provato e che la riempì di scoramento. Le pareva che una mano gigantesca, maschile, la tirasse per la nuca verso un altrove opaco, fosco e deserto; la mano la scuoteva come si scuote un cencio alla finestra, e come un cencio Vincenza non aveva muscoli, nervi, né sangue. Però aveva ricordi. Rivide l’ultimo infante estratto dalla ruota, nello Spedale per Trovatelli di via Santa Maria: uno scricciolo bluastro e mezzo soffocato. Non s’era fatto in tempo a dargli un nome perché era morto lì per lì. Trent’anni prima, a lei era andata meglio: era una bimba ben pasciuta e le suore l’avevano trovata avvolta in una copertina soffice e ornata di merletti. Chi era sua madre, un’adultera? Una prostituta di lusso? Vincenza non l’aveva mai saputo; sapeva solo che non avrebbe inflitto al proprio figlio la tortura di crescere in mezzo a tanti altri figli di nessuno. E avrebbe riconosciuto se stessa nei suoi tratti fin dal primo istante, ne era certa; quell’istante però non arrivava mai.
«Smettila di strillare e sta’ calma!»
«Non mi dire sempre di star calma…»
«E grida, avanti, grida, che ti senta tutta Modigliana!»
Le fitte si susseguivano, una peggio dell’altra, e Vincenza era certa che la sua fine fosse prossima. Presto la Zavajona avrebbe dichiarato che il demonio aveva legato il cordone intorno al feto e l’avrebbe lasciata lì a spirare, così come aveva fatto con la Rina, dopo quattro giorni e quattro notti di travaglio. Lorenzo le avrebbe organizzato un funerale decente, o avrebbe risparmiato su quello come sulla levatrice? Era un artista nel tirare i cordoni della borsa, suo marito, e i denari che gli dava il lavoro nelle carceri eran sempre troppo pochi. Li teneva in una scatoletta chiusa a chiave nel fondo di un cassetto e quanti ce ne fossero, là dentro, lo sapeva lui solo; li contava, e li ricontava, e passava le notti a fare calcoli, e i giorni ad avanzare petizioni perché gli aumentassero la paga, e aveva preteso che anche lei andasse a servizio! L’aveva portata via dalla Toscana per far la bella vita tra i colli di Romagna, e adesso lui raccoglieva la merda dei furfanti, e lei la merda dei signori. Non le era nemmeno concesso rivolgere la parola ai Borghi Biancoli. Ogni tanto però si nascondeva e li spiava, come quel giorno che erano arrivati i due ospiti stranieri; la donna era scesa di carrozza con fatica; doveva essere gravida. Anche la Teresa, la verduraia, era incinta. Anche la Gugliarda, l’altra serva. Pance, pance, pance dappertutto. A Modigliana tutte le donne eran gonfie come palloni. Nella sua Pisa si figliava molto meno.
[CONTINUA…]
Cara Veronica Bennet, grazie
Cara Veronica Bennet, grazie del tuo messaggio e condivido i complimenti a Naan per l'intervista: davvero belle le sue domande! Grazie anche degli auguri, che ricambio di tutto cuore.
Il romanzo per Vitty parte domattina! Tiziana invece non si è ancora fatta viva... speriamo che lo faccia presto...
Ancora un grande abbraccio a voi tutte, e a presto,
Rita
Arrivo con un netto
Arrivo con un netto ritardo!
Questa settimana mi è stato impossibile accedere a internet e così mi sono persa la presenza della Charbonnier, purtroppo!
Innanzitutto complimenti a Naan per l'intervista perchè anche se io avevo già sbirciato dietro alle quinti ora è tutt'altra cosa^-^.
Voglio complimentarmi e ringraziare anche l'autrice perchè dai suoi commenti percepisco che è una persona molto carina.
Anche io amo i romanzi storici e "La sorella di Mozart" è nella mia lista di acquisti da tempo. Appena era uscito mi aveva incuriosito subito e la curiosità è aumentata leggendo i commenti in rete.
Spero dunque di poterlo acquistare al più presto e nel frattempo auguro a lei Rita i miei più sentiti auguri per la sua carriera.
Che sorpresa! Sono senza
Che sorpresa!
Sono senza parole! Grazie! a Rita e a tutte voi!
Non vedo l'ora di leggerlo!
Vitty
Contaci, Naan! :)
Contaci, Naan! :)
Complimenti alle
Complimenti alle vincitrici!
Grazie a te Rita per essere stata nostra ospite e per la tua squisita disponibilità e gentilezza!
Speriamo di averti di nuovo con noi, magari in occasione dell'uscita del tuo prossimo romanzo? ;-)
AND THE WINNER IS...
AND THE WINNER IS... tatatàn...
Prima di tutto, c'è una sorpresa: non abbiamo una sola vincitrice, ma DUE! Visto che i commenti sono stati parecchi, ho pensato di regalare entrambi i miei romanzi: la prima estratta riceverà una copia de LA STRANA GIORNATA DI ALEXANDRE DUMAS, e la seconda una copia de LA SORELLA DI MOZART.
Ed ecco le sorteggiate...
- La prima, del commento n. 23, è Vitty
- La seconda, del commento n. 22, è Tiziana.
Complimenti, ragazze!!!
Poiché mi sembra che nessuna di voi due abbia un account su Splinder, vi pregherei di mandarmi una email a ritarisponde@gmail.com per concordare le modalità di spedizione dei libri. Grazie!
Mando un grande abbraccio a tutte le persone straordinarie che hanno partecipato al gioco lasciando bei commenti e facendo domande interessanti. Ringrazio ancora "Isn't it romantic?" per la splendida esperienza. E' stato bellissimo essere qui con voi! Siete fantastiche!
Rita
Grazie anche a te, Laura!
Grazie anche a te, Laura!
Ecco un'altra autrice
Ecco un'altra autrice italiana da tenere d'occhio! Complimenti!!
Laura
Grazie, Lory!
Grazie, Lory!
anche se in ritardo volevo
anche se in ritardo volevo fare i complimenti a Rita, i suoi libri sono davvero originali e interessanti, ed il video è veramente carino!
Lory
Che bello… quanti messaggi!
Che bello… quanti messaggi! Sono proprio contenta!
Cara Tiziana, ti ringrazio moltissimo dei complimenti e sono davvero felice che ti abbia colpita l’estratto relativo al parto. Non avendo personalmente questa esperienza, ho fatto ricerche accurate sull’argomento, ho parlato con amiche che hanno figli, ho letto libri – anche agghiaccianti, come uno che narra di come si partoriva fino all’Ottocento, quando si sapeva ben poco di fisiologia e dominava la superstizione. Quindi, ti ringrazio del prezioso ed emozionante riscontro…
Cara Vitty, grazie anche a te. Il booktrailer l’ho fatto io con le mie mani – e naturalmente con l’ausilio del computer – quindi sono molto felice che ti piaccia!
Cara Paola, un enorme grazie da parte mia! Anche a me capita a volte di fare le quattro del mattino in compagnia di un libro che non voglio smettere di leggere… mi emoziona così tanto sapere che ti è accaduto con il mio nuovo romanzo! E grazie anche per lo “spargimento di voce”… è una cosa così autentica e preziosa…
Cara Bruna, grazie per il nuovo commento e per la precisazione! Adesso potrai partecipare all’estrazione a pieno diritto… e grazie ancora una volta per il tuo caloroso apprezzamento.
Un grandissimo abbraccio a tutte voi, e buonanotte,
Rita
Finalmente mi sono
Finalmente mi sono registrata!!! Mi ero dimenticata di farlo...e quindi il commento anonimo n°17 è il mio! Voglio rinnovare i miei vivi apprezzamenti riguardo i romanzi storici "La sorella di Mozart" e "La strana giornata di Alexandre Dumas"...me li sono letteralmente gustati con una gioia fortissima rimanendo nella fantasia molto, molto tempo! Grazie alla bravissima scrittrice.
Volevo solo lasciare un
Volevo solo lasciare un enorme grazie a Rita (mi permetto di darti del "tu") per i suoi romanzi: ho comprato La strana giornata di Alexander Dumas quasi per caso e l'ho finito in due giorni (tirandoci le quattro del mattino in compagnia di Maria Stella) e facendo arrivare in libreria anche il primo: "La sorella di Mozart", mangiandomi poi anche quello... ora in trepida attesa del tuo nuovo lavoro quando in libreria (ho la fortuna di lavorarci) mi chiedono un romanzo da regalare/leggere/adorare io consiglio sempre La strana giornata di Alexander Dumas che ha qualcosa di assolutamente magico... quindi... grazie mille Rita!
Paola.
Complimenti a Rita per il suo
Complimenti a Rita per il suo nuovo romanzo. Mi piace molto come trama! Devo assolutamente leggerlo!
Grandiosa l'idea di presentare il libro in costume! e bello anche il booktrailer.
Vitty
Carissima Rita le faccio i
Carissima Rita le faccio i miei più vivi complimenti per l'intervista e per gli estratti dei suoi romanzi. A dire il vero mi ha sorpreso molto il suo modo di porsi di fronte alla gente alla fiera di Torino, vestendosi addirittura con abiti ottocenteschi! Un'idea sensazionale! Mi è piaciuto molto l'estratto "Vincenza" perchè sono riuscita a vivere perfettamente l'attimo del parto, col suo dolore e con l'impressione di avere le membra separate. Davvero interessante il paragone col "cencio". Beh, cosa dirle? Grazie per le emozioni che ci ha voluto regalare e per quelle che ci regalerà. Buon lavoro. Tiziana
Cara Silvia, davvero
Cara Silvia,
davvero trooooooooppo buona! Sono felice che tu ritenga di avere diversi punti in comune con me e, al di là delle reciproche letture, spero di avere la possibilità di conoscerti di persona, un giorno. Ma poi, perché “improbabile” che tu vinca? Bisogna sempre sperare di vincere! (Lo dico a te, ma soprattutto a me stessa…)
Un grande abbraccio, Rita
Cara Lisa,
grazie anche a te dei complimenti che spero di meritare. Rispondo prima alla domanda sulle maggiori difficoltà che potrebbe incontrare una donna nel farsi pubblicare. Nel mio caso, non è stato così; anzi, tutto il contrario. Bisogna tenere presente che l’universo letterario è soprattutto femminile. Le statistiche dicono che leggono più le donne che gli uomini e anche nelle case editrici ci sono soprattutto donne. All’interno della Piemme io ho a che fare principalmente con l’editor, il direttore editoriale e l’ufficio stampa: tutte donne. Per diverse ragioni, quindi, un libro scritto da una donna e che esplora l’universo femminile può essere persino più interessante da pubblicare. Il problema è un altro: la donna in Italia non è ancora considerata un soggetto autorevole. C’è una misoginia strisciante che non riguarda solo gli uomini, ma le donne stesse, per cui una scrittrice che all’estero riscuoterebbe grande credito non gode da noi della stessa considerazione. Di recente ho sentito fare questo esempio: Anna Banti e Marguerite Yourcenar – due grandissime scrittrici. La seconda è una gloria della cultura francese, la prima purtroppo non lo è, allo stesso modo, per gli italiani.
Veniamo all’altra tua domanda, che in effetti tocca un tasto delicato. Anche Corbaccio avrebbe voluto pubblicare il mio secondo romanzo; dopo averlo letto, aveva mostrato grande entusiasmo. Ma a volte si compiono scelte sull’onda di un trasporto emotivo, illudendosi di seguire la logica e ascoltando troppo certi consigli. Il mio cambio di editore è stato vissuto da Corbaccio come un tradimento e in qualche modo lo è stato, come mi sono resa conto dolorosamente solo in seguito. Io semplicemente non sapevo che tra autore ed editore si stringe un patto che non ha molto a che fare con la firma di un contratto. Ragionavo come quando facevo l’attrice: io mi ritengo impegnata con chi si impegna per iscritto con me. Comunque le esperienze insegnano e l’importante è acquisire una maggiore consapevolezza ed evitare di ripetersi. Oggi non posso che essere felicissima di essere pubblicata da Piemme: è un editore di grande prestigio e mi trovo molto bene con la mia editor, che è una ragazza veramente in gamba. La copertina è splendida e il libro si trova praticamente in tutte le librerie. Mi hanno offerto di pubblicare il terzo romanzo fin da prima che lo scrivessi e fin da prima di pubblicare il secondo, e con modalità che per l’Italia sono davvero rare.
Mi sono dilungata ma, come dici tu, queste informazioni possono essere interessanti per le aspiranti scrittrici…
Un caro saluto, Rita
Sono contentissima di questa
Sono contentissima di questa intervista a Rita Charbonnier che si è rivelata una persona squisita, quindi si è più invogliati a comprare i suoi libri!!!
Volevo farti una domanda forse indiscreta, ma che di sicuro interessa molte aspiranti scrittrici: come mai sei passata dalla Corbaccio alla Piemme? Non hanno accettato il secondo manoscritto o tu non avevi trovato tutte le condizioni favorevoli? Come donna hai incontrato più difficoltà per farti pubblicare o no?
Spero di non aver toccato un tasto dolente o troppo delicato ma mi piacerebbe proprio avere risposta.
Grazie comunque e complimenti.
Lisa
Che vinca (improbabile) o non
Che vinca (improbabile) o non vinca... io credo proprio che leggerò entrambi i tuoi romanzi, Rita. Leggendo questa tua intervista mi sono convinta ancora di più che devi essere un'autrice straordinaria (e tra l'altro, di avere parecchie idee in comune con te sulla scrittura, sull'approfondimento dei personaggi, per esempio, perché io vengo da una scuola di cinema e ho imparato a studiare i caratteri un po' come fanno gli attori... ). Mi intrigano moltissimo le tue idee sulla scrittura, sulla ricerca storica e via dicendo. E sei davvero una forza della natura in abiti ottocenteschi! Complimenti!
Silvia (Z. Summers)
Grazie, cara!
Grazie, cara!
Che belli i romanzi di Rita
Che belli i romanzi di Rita Charbonnier! Ho ancora vivi i ricordi di quelle letture che mi hanno fatta sognare per molto tempo...e poi... il fatto di poter comunicare direttamente con l'autrice è per me un arricchimento ulteriore di esperienza.
Che bello, quanti
Che bello, quanti messaggi!
Cara Tiziana, ri tingrazio molto dell’entusiasmo e sono felice che ti sia piaciuta l’idea della presentazione in costume! Se poi leggi il romanzo, visto anche che sei un’amante di Dumas, fammi avere le tue impressioni…
Cara Freecora, grazie anche a te! Io credo che ognuno di noi “adatti” i personaggi storici al proprio punto di vista. Per esempio, adesso mi sto interessando a Garibaldi, ed è soprendente vedere come per alcuni fosse un eroe e per altri un farabutto. Quindi anche un romanziere che scrive su un personaggio storico non fa che fornire la propria personale interpretazione di quel personaggio…
Cara Hatshepsut81 (accidenti che nick!), mi fai una bella domanda. Potrebbe essere molto interessante spingermi nel territorio del paranormale. Tutto quello che non obbedisce a una visione statica ed eccessivamente razionale della vita mi affascina. Quindi forse succederà… crepi il lupo e in bocca al lupo anche a te!
Cara Andreina65, grazie di cuore dei bei complimenti! Un personaggio storico che ammiro molto… mmh… la prima cosa che mi viene in mente è: una donna che abbia retto le sorti di un Paese per molto tempo, quindi inevitabilmente una regina. Elisabetta d’Inghilterra, o anche Maria Teresa d’Austria. Rari esempi di donne che hanno avuto un grandissimo potere e l’hanno esercitato con fermezza.
Cara Cris, grazie davvero! Sono felice che ti piaccia il romanzo storico e, ti prego, se leggi i miei, poi fammi sapere se ti sono piaciuti…
Io tra poco mi butto sotto le coperte… un abbraccio a tutte, ancora grazie e a domani!
Rita
Un post bellissimo, grazie a
Un post bellissimo, grazie a Rita per essere con noi, e grazie a te Naan.
Rita, quando ti ho vista promuovere il tuo romanzo in costume, sono caduta ai tuoi piedi. Mi sono detta:Quella è una donna che crede veramente in ciò che fa! Comprerò i tuoi romanzi perché da ciò che ho potuto leggere, il tuo stile è incisivo, avvincente, efficace. Mi ha colpito anche il fatto che le tue protagoniste siano donne che per la storia sono dovute nascere e crescere all'ombra di un uomo. Non vedo l'ora di poter approfondire la conoscenza dei tuoi romanzi. Qualche tempo fa ho potuto leggere sul tuo blog un'interessante discussione sul romanzo storico. Io adoro questo genere letterario, un genere complesso, importante, che per cura e documentazione esige il tempo, la vita e il sangue dello scrittore. Hai tutta la mia stima.
a presto.
Cris
Benvenuta nel nostro blog
Benvenuta nel nostro blog cara Rita, sono veramente intrigata dagli estratti, e poichè ho sentito parlare molto bene dei suoi libri, credo che colmerò questa lacuna.
Lei è troppo simpatica!!!l'idea del vestito è geniale , mi sono veramente divertita a immaginare le facce delle persone quando la vedevano!
Complimenti ancora per il suo lavoro e anche per aver avuto il privilegio di lavorare con un artista come Nino Manfredi.
Vorrei porle una domanda specifica:
a prescindere dalle figure storiche dei suoi libri, c'è un personaggio storico uomo o donna che sia, o entrambi che lei ammira più di tutti, e perchè?
grazie
Grazie a Naan per il post e
Grazie a Naan per il post e all'autrice per la disponibilità.
Confesso, che come MarchRose, di non avere i suoi libri, ma trovo intrigante ed interessante l'estratto.
Avrei, però, una domanda: Crede che in futuro scriverà un romanzo storico con elementi paranormali?
In bocca al lupo per tutto! ^_^
Debbo dire che
Debbo dire che quest'intervista mi ha incuriosita tanto quindi complimenti e grazie a naan e anche a Rita!!!
Una domandina l'avrei... cara Rita quanto adatta i personaggi storici alla sua protagonista e a ciò che da essa vuole far trasparire?
Grazie della disponibilità
L.
Devoconfessare che dopo aver
Devoconfessare che dopo aver tanto sentito parlare di Rita charbonnier, ho volgia di leggere qualcosa di suo, forse proprio cominciando da LA STRANA GIORNATA DI ALEXANDRE DUMAS, che è uno dei mie autori preferiti di sempre!Mi piacciono molto questi romanzi dove la realtà storica si fonde con la finzione,e gli estratti letti non fanno che aumentare la mia curiosità!
complimenti anche per l'originale idea di presentare il libro in abiti ottocenteschi...denota uan personalità davvero vivace e simpatica.
Tiziana
Carissima Naan, grazie delle
Carissima Naan, grazie delle domande! Riguardo al romanzo che sto scrivendo adesso: avevo in mente Anita Garibaldi da tempo, come figura-simbolo di una guerriera che riesce ad essere anche madre; una combattente, che non ha paura di sparare, che anzi ha più coraggio degli altri soldati maschi e anche di suo marito. La figura del personaggio di invenzione si è aggiunta in seguito, perché c’è un episodio poco noto che riguarda Anita e che si verificò nel 1931: il trasferimento della sua bara da Nizza a Roma, pare in parte fraudolento (nel senso che qualcuno entrò nottetempo nel cimitero e rubò la bara). Allora ho cominciato a pensare a questi due piani temporali, gli anni ’30 e la seconda metà dell’800, e al modo in cui avrebbero potuto relazionarsi e interagire… e alla figura di una ragazza che vive nel 1931 e si convince di essere la reincarnazione di Anita…
Carissima Maet1, grazie di cuore dei complimenti e della domanda. Per quanto riguarda i miei personaggi sposo la tua terza ipotesi: in ognuno di essi c’è una parte di me. In realtà credo che in ognuno dei personaggi di ogni opera ci sia una parte del suo autore. Scrivere non è che rappresentare il proprio dialogo interno e farlo agire; e solo se si riesce a farlo con sincerità, e a toccare la parte profonda dentro di noi che ci accomuna tutti, si può comunicare per davvero.
Adesso mi metto proprio a lavorare sul nuovo romanzo… vi abbraccio tutte e mi connetterò in serata. Spero di trovare nuovi commenti!
Ancora grazie a tutte,
Rita
Accidenti, che bello, si sono
Accidenti, che bello, si sono aggiunti altri due messaggi proprio mentre postavo la mia risposta! Rispondo subito subito e stacco la connessione dopo...
Grazie, MarchRose, per la
Grazie, MarchRose, per la domanda! In molti sensi hai ragione: nell’occuparsi di personaggi realmente esistiti, l’autore gode di meno libertà. Ma non è sempre detto. Il personaggio di un’opera di finzione ha per l’autore un valore simbolico, che sia realmente esistito o meno. Il lavoro più lungo e complesso non è quello di informarsi sui fatti storici e di tentare di rispettarli, ma quello di costruire una storia che abbia un senso e una coerenza psicologica. E questo vale per qualunque storia, inventata in toto o in parte. Spero di aver risposto alla domanda…
Adesso devo mettermi a scrivere… mi collegherò nuovamente in serata e spero di trovare altre belle domande!
Un grande abbraccio,
Rita
Salve Rita e benvenuta, è un
Salve Rita e benvenuta, è un piacere ospitarla sul nostro blog.
Io adoro i romanzi storici vorrei diffondere il "contagio" se possibile.
Inizierei facendole i complimenti, gli estratti, al di là dell'indubbia qualità stilistica, catturano l'attenzione e fanno immediatamente entrare dentro la storia il che non è da tutti.
Poi volevo chiederle se passando dalla recitazione alla scrittura, ha conservato lo stesso metodo per affrontare i personaggi, ovvero quello di entrar loro sotto pelle e farli vivere, o invece come fanno diversi autori, plasma figure che può controllare interamente, benchè basate su persone realmente esistite. O forse ogni suo personaggio nasconde dentro di sè una parte di Rita?
La saluto e la ringrazio per la sua risposta.
Carissima Rita, è un piacere
Carissima Rita, è un piacere per noi averti nostra ospite!
Mi è piaciuta molto la tua intervista e sono affascinata dalle trame dei tuoi romanzi, quello su cui stai lavorando poi, da quel poco che sveli ;-) , è molto intrigante.
Hai detto che per prima cosa scegli la tua protagonista, e dal momento che si tratta di personaggi realmente vissuti, immagino che la trama sia legata alla realtà storica, ma in questo terzo romanzo, hai un'eroina di pura invenzione! quindi da dove è nata la trama? E tra tutti i personaggi storici femminili, come mai proprio Anita Garibaldi?
grazie anzitutto a Naan per
grazie anzitutto a Naan per la splendida intervista, e a Rita per a squisita gentilezza e la disponibilità.
Confesso di non avere mai letto i suoi libri, ma trovo le premesse de “La strana giornata di Alexandre Dumas” molto intriganti :-)
Avrei una domanda per l'autrice, come mai la sua scelta di utilizzare sempre dei personaggi storicamente esistiti? non lo trova un po' limitante, dal punto di vista dell'immaginazione, per quanto riguarda la scelta delle trame e dell'ambientazione? non sarebbe più libera di spaziare, in un certo senso, se i suoi personaggi fossero totalmente immaginari?
Grazie anticipate,
MarchRose
Te lo auguro con tutto il
Te lo auguro con tutto il cuore!
Io la penso proprio come te.
Io la penso proprio come te. Evidentemente abbiamo delle affinità noi due. :-)
Amo i romanzi storici, la musica (ho cantato per anni come soprano in un coro) il teatro (a scuola partecipavo sempre alle rappresentazioni teatrali, nonostante la mia proverbiale timidezza) e, perché no, anche la scrittura. Non sono ai tuoi livelli, ma mi sforzo di migliorare. Quindi crepi il lupo, non si sa mai che magari non riesca anch'io a produrre qualcosa di buono, un giorno! :-P
Grazie di cuore, Luna70, del
Grazie di cuore, Luna70, del tuo commento e degli affettuosi complimenti! Lo sai cosa si dice spesso nel mio romanzo? Che le coincidenze non esistono…
Riguardo alla reincarnazione: sì, in qualche modo ci credo. Non so se la nostra anima si sposti effettivamente da un corpo ad un altro, ma sono convinta che non esista una separazione netta tra noi e gli altri. Ognuno di noi racchiude in sé piccole parti di moltre altre persone, che vivono in questo momento da qualche altra parte, o che magari hanno già vissuto. E’ una prospettiva emotiva e spirituale che amo molto. Pensare che siamo fatti soltanto di logica e ragione non mi sembra molto ragionevole…
Un grande abbraccio, crepi il lupo e in bocca al lupo a te per tutto!
Amo svisceratamente i romanzi
Amo svisceratamente i romanzi storici e, sarà una coincidenza, ma proprio ieri ho letto una recensione de "La strana giornata di Alexandre Dumas" e mi sono detta: "Questo libro deve essere mio!" Forse sarà segno del destino il fatto che abbia trovato qui quest'intervista! :-)
Posso farti una domanda? Sia dalla trama del romanzo a cui stai lavorando ora, sia da una delle tue risposte, quando dici che secondo te le persone sono collegate fra loro anche al di là del tempo, mi è venuta in mente questa curiosità: credi nella reincarnazione? Un grosso in bocca al lupo per la tua carriera di scrittrice, è bello trovare in libreria anche autrici italiane in gamba come te.