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Ma un bel pezzo di f...usto no?
Oggi volevo parlarvi della critica della ragion pura di Kant o farvi l’esegesi delle lettere di Sant’Agostino, ma visto che la filosofia è un poco pesante di primo mattino e indigesta per pranzo, ho deciso che ripiegherò su un tema più prosaico ma non meno importante, ovvero le copertine. Come, direte voi, non eri tu una di quelle che non calcola le cover? Assolutamente sì, lo confermo: di un libro non è la copertina ad attrarmi, bensì il titolo, la trama o il nome dell’autore. Ciò non toglie che, potendo scegliere, la mia preferenza vada ad immagini sobrie ed eleganti e che, nel caso specifico dei romance, è sempre un piacere e purtroppo una sorpresa quando ne trovo uno con una copertina adeguata.
Ora, non mi sto riferendo alle immagini di coppie variamente avvinte, no, no, io mi riferisco ai soggetti singoli. Dunque mi domando: perché un genere letterario scritto da donne e indirizzato principalmente a loro, deve avere in copertina riproduzioni femminili di ogni grado e variazione, spesso discinte e praticamente mai un bell’uomo? Ma ogni tanto, un bel pezzo di manzo, no? Non chiediamo l’esclusiva per carità, però occasionalmente, una bella immagine virile, anche con esposizione parziale o totale di pettorali non guasterebbe, e di certo farebbe felici molte, molte lettrici. Non è un invito a riesumare gli imbarazzanti modelli pompati di steroidi degli anni ottanta-novanta, per carità, ma ci sono molti modelli attraenti e tonici senza eccessi, che figurano felicemente nella cover estere che anche noi potremmo se non importare quantomeno imitare. Sempre nei limiti del buongusto, le opzioni esistono e sono diverse, e non si capisce come mai in Italia, salvo rare eccezioni, gli uomini non vengano praticamente presi in considerazione per figurare su un romance. E’ un fiorire di signore e signorine che spesso espongono mercanzia, o labbroni a canotto, che una donna mediamente eterosessuale non trova così interessanti, in fondo ha la stessa dotazione e può eventualmente osservare la propria, se davvero ci tiene. Il viso di un aitante e tenebroso figliolo, son certa, la attirerebbe di più!
Non si discute ovviamente la bellezza del corpo femminile, vestito o nudo, che pure fino all’Umanesimo e al Rinascimento non era affatto il protagonista della rappresentazione artistica, però vorrei ricordare che per gli antichi greci la perfezione assoluta era la nudità maschile e per secoli la pittura e la scultura ne hanno continuato a immortalare la forza e la tensione. Non si pretendono novelle statue del Bernini o del Canova – per quanto se quelle fossero in copertina mi spingerebbero di certo all’acquisto compulsivo - ma più modesti succedanei in carne e Photoshop.
Non entro nel merito del maschilismo strisciante e della profonda paura degli uomini rispetto a una omosessualità sempre più presente e poco dichiarata, preferisco concentrarmi sulle nostre preferenze. Credo che a nessuna dispiacerebbe una delle copertine qui di fianco e penso che anche noi donne abbiamo diritto a riempirci gli occhi. E che nell’affrontare la vita quotidiana, di questi tempi sempre più pesante per tutti, uno zuccherino non guasta e aiuta a sorridere. Aiuta pure a farsi risate e simpatiche sghignazzate con le amiche e a sentirsi complici tra ragazze, casomai qualcuno ancora lo ignorasse non siamo fatte di solo spirito... O semplicemente a sognare un pochino con un ideale mascolino molto lontano dalla realtà, cionondimeno molto evocativo. Sarà mica permesso solo agli uomini fantasticare o lasciare pigiami di saliva su oggetti del desiderio, giusto? Per cui, cari signori, dateci anche qualche fusto, fa bene all’ormone e fa bene all’umore!
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