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RECENSIONE: I LOVE MINI SHOPPING (Mini Shopaholic), di Sophie Kinsella
Anno: 2010
Pubblicato in Italia da: Mondadori
Formato: hardcover
Livello di sensualità: subtle (sottile)
Genere: chick lit
Ambientazione: Inghilterra, 2010
Voto: 8/10
Collegamento con altri romanzi: è il sesto romanzo della serie I LOVE SHOPPING.
Minnie, la figlia di Becky e Luke, ha ora due anni, e per lei vale sicuramente il detto “tale madre tale figlia”: la piccola dai geni materni ha evidentemente ereditato la passione per la moda e lo shopping, fornendo materia prima alla madre, che non ha cambiato abitudini ma anzi le estende, a volte suo malgrado, alla pargoletta.
Peccato che la crisi economica e il crollo delle banche dia il via a un periodo in cui è necessario tirare la cinghia; tutto questo proprio mentre Becky sta progettando una mega festa a sorpresa per il compleanno di Luke. Ma la nostra eroina non si lascia prendere dallo sconforto e, come sempre, reagisce piena di risorse nei modi più strampalati.
Qualcuno ha davvero pensato, dopo I LOVE SHOPPING PER IL BABY, che le avventure di Becky Bloomwood fossero finite? Qualcuno ha davvero pensato che la maternità avrebbe reso la nostra eroina una persona matura, concreta, seria?
Se qualcuno c’è stato, si è sbagliato nella maniera più assoluta: In questo nuovo romanzo la Kinsella ci racconta le avventure di mamma Becky, alle prese con la piccola Minnie, una mini copia della madre.
Come da trama, a soli due anni Minnie ha già imboccato la strada dello “shopping compulsivo”: il suo divertimento preferito, oltre ai normali giochi e cartoni animati comuni ai bimbi della sua età, è girare per negozi, comprare cose (al grido “Miiiiiiiooooooo!”) e, finito lo shopping, rilassarsi mangiando un bel muffin. Mamma Becky ovviamente, nonostante i suoi fermissimi propositi educativi volti a non crescere una bambina viziata e con manie consumistiche, proprio non ce la fa a non trattenere moti di tenerezza e orgoglio materno osservando i gusti della pargoletta, che mostra una curiosa propensione per le borse Balenciaga, gli abiti da sera vintage e i cappotti Miu Miu… e quindi finisce spesso per cedere, causando situazioni che l’autrice ci descrive in modo comico e simpatico ma che probabilmente in realtà farebbero rizzare i capelli anche alla compostissima Tata Lucia (a proposito: nel libro Becky e Luke, per risolvere i problemi con Minnie, si rivolgono alla sua omologa inglese Tata Sue, con risultati ovviamente imprevedibili!).
L’abilità dell’autrice nel mantenere sul versante divertente tutto il libro certo non sempre ci chiude gli occhi di fronte ad alcuni irritanti comportamenti della protagonista, generosa e simpatica finchè si vuole ma a cui ogni tanto bisognerebbe dare uan tiratina d’orecchi, visto che con i suoi comportamenti mette spesso nei pasticci qualcuno (rischia di far licenziare la segretaria di Luke, imbroglia i datori di lavoro, assume atteggiamenti che aggravano in Luke una crisi interiore), senza peraltro mettersi in gioco - ammettendo la verità - per risolvere le cose. Certo, il lieto fine è garantito, Becky come sempre si salva per il rotto della cuffia… ma non sarebbe stato meglio cambiare almeno questo aspetto del carattere del personaggio? Alla fine, nonostante sia quasi impossibile provare antipatia per lei, non si può evitare di essere presi da un certo senso di fastidio leggendo di certi comportamenti su una donna di ventinove anni!
Per il resto, come già detto e come sempre del resto, il romanzo regge tutto sull’abilità dell’autrice nel mantenere sul piano comico-ironico anche situazioni difficili e potenzialmente drammatiche: il crollo delle banche con relativa preoccupazioni finanziarie dei risparmiatori- viene gestito puntando su Jess, l’economa sorella di Becky che con sua grande gioia può finalmente dispensare a tutti consigli su come risparmiare combattendo il capitalismo e salvaguardando l’ambiente; e il doloroso rapporto tra Luke e sua madre Elinor (di cui già sappiamo dai romanzi precedenti) viene dipanato grazie a Becky che, inaspettatamente (e dopo aver comicamente superato il trauma di essersi accorta dell’impressionante somiglianza tra nonna e nipotina), dà alla suocera-nemica un’occasione di riscatto.
Insomma, tutto come sempre ma con cose sempre nuove; questo sembra essere il segreto del successo della serie, che grazie ad un finale aperto (complici un nuovo lavoro per Luke, un nipotino in arrivo e forse anche un fratellino per Minnie) fa pensare che prima o poi Becky, Luke, Jess e tutti gli altri torneranno a farci compagnia…
Anno: 2010
Pubblicato in Italia da: Mondadori
Formato: hardcover
Livello di sensualità: subtle (sottile)
Genere: chick lit
Ambientazione: Inghilterra, 2010
Voto: 8/10
Collegamento con altri romanzi: è il sesto romanzo della serie I LOVE SHOPPING.
Minnie, la figlia di Becky e Luke, ha ora due anni, e per lei vale sicuramente il detto “tale madre tale figlia”: la piccola dai geni materni ha evidentemente ereditato la passione per la moda e lo shopping, fornendo materia prima alla madre, che non ha cambiato abitudini ma anzi le estende, a volte suo malgrado, alla pargoletta.
Peccato che la crisi economica e il crollo delle banche dia il via a un periodo in cui è necessario tirare la cinghia; tutto questo proprio mentre Becky sta progettando una mega festa a sorpresa per il compleanno di Luke. Ma la nostra eroina non si lascia prendere dallo sconforto e, come sempre, reagisce piena di risorse nei modi più strampalati.
Qualcuno ha davvero pensato, dopo I LOVE SHOPPING PER IL BABY, che le avventure di Becky Bloomwood fossero finite? Qualcuno ha davvero pensato che la maternità avrebbe reso la nostra eroina una persona matura, concreta, seria?
Se qualcuno c’è stato, si è sbagliato nella maniera più assoluta: In questo nuovo romanzo la Kinsella ci racconta le avventure di mamma Becky, alle prese con la piccola Minnie, una mini copia della madre.
Come da trama, a soli due anni Minnie ha già imboccato la strada dello “shopping compulsivo”: il suo divertimento preferito, oltre ai normali giochi e cartoni animati comuni ai bimbi della sua età, è girare per negozi, comprare cose (al grido “Miiiiiiiooooooo!”) e, finito lo shopping, rilassarsi mangiando un bel muffin. Mamma Becky ovviamente, nonostante i suoi fermissimi propositi educativi volti a non crescere una bambina viziata e con manie consumistiche, proprio non ce la fa a non trattenere moti di tenerezza e orgoglio materno osservando i gusti della pargoletta, che mostra una curiosa propensione per le borse Balenciaga, gli abiti da sera vintage e i cappotti Miu Miu… e quindi finisce spesso per cedere, causando situazioni che l’autrice ci descrive in modo comico e simpatico ma che probabilmente in realtà farebbero rizzare i capelli anche alla compostissima Tata Lucia (a proposito: nel libro Becky e Luke, per risolvere i problemi con Minnie, si rivolgono alla sua omologa inglese Tata Sue, con risultati ovviamente imprevedibili!).
L’abilità dell’autrice nel mantenere sul versante divertente tutto il libro certo non sempre ci chiude gli occhi di fronte ad alcuni irritanti comportamenti della protagonista, generosa e simpatica finchè si vuole ma a cui ogni tanto bisognerebbe dare uan tiratina d’orecchi, visto che con i suoi comportamenti mette spesso nei pasticci qualcuno (rischia di far licenziare la segretaria di Luke, imbroglia i datori di lavoro, assume atteggiamenti che aggravano in Luke una crisi interiore), senza peraltro mettersi in gioco - ammettendo la verità - per risolvere le cose. Certo, il lieto fine è garantito, Becky come sempre si salva per il rotto della cuffia… ma non sarebbe stato meglio cambiare almeno questo aspetto del carattere del personaggio? Alla fine, nonostante sia quasi impossibile provare antipatia per lei, non si può evitare di essere presi da un certo senso di fastidio leggendo di certi comportamenti su una donna di ventinove anni!
Per il resto, come già detto e come sempre del resto, il romanzo regge tutto sull’abilità dell’autrice nel mantenere sul piano comico-ironico anche situazioni difficili e potenzialmente drammatiche: il crollo delle banche con relativa preoccupazioni finanziarie dei risparmiatori- viene gestito puntando su Jess, l’economa sorella di Becky che con sua grande gioia può finalmente dispensare a tutti consigli su come risparmiare combattendo il capitalismo e salvaguardando l’ambiente; e il doloroso rapporto tra Luke e sua madre Elinor (di cui già sappiamo dai romanzi precedenti) viene dipanato grazie a Becky che, inaspettatamente (e dopo aver comicamente superato il trauma di essersi accorta dell’impressionante somiglianza tra nonna e nipotina), dà alla suocera-nemica un’occasione di riscatto.
Insomma, tutto come sempre ma con cose sempre nuove; questo sembra essere il segreto del successo della serie, che grazie ad un finale aperto (complici un nuovo lavoro per Luke, un nipotino in arrivo e forse anche un fratellino per Minnie) fa pensare che prima o poi Becky, Luke, Jess e tutti gli altri torneranno a farci compagnia…
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