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Romance Park
Eccoci di ritorno con l'appuntamento dedicato alle scrittrici, aspiranti o esordienti, che desiderano mettersi a confronto con le lettrici!
L'estratto di questa puntata si intitola "IL VECCHIO", e il nick della sua autrice è JENNY. Come già sapete si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.
Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710 ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.
IL VECCHIO
di Jenny
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.
Lei è stata una bambina ricca e bella, ma vorrebbe essere come lui, forte e intelligente. Lui l’ha vista nascere: sua madre, che l’ha accudita fino alla propria morte, la chiamava “principessa dei capricci”. Ha giocato con lei, poi è diventato tutto troppo difficile e, una notte, lei è stata picchiata in giardino. Lui è stato incolpato e allontanato. Si ritrovano nel 1993, a parti quasi invertite, lei prigioniera dei suoi mostri e lui dei propri.
Pensa che quei due ragazzi sono molto innamorati. Lui è bruno e lei bionda. La loro pelle giovane e abbronzata, parla di una lunga vacanza al sole e al mare. Le loro facce, i loro occhi luminosi, parlano d’amore. Pensa che sono belli e ben assortiti.
Siedono sulla sabbia di fronte al mare, entrambi in calzoncini corti e maglietta, piedi nudi, lei tra le gambe di lui, appoggiata all’indietro, e le braccia di lui la circondano. Le parla all’orecchio, lei volge il viso e si baciano. La spiaggia è deserta, a parte quei due. Nell’aria si avvertono i primi brividi autunnali. È stato un caldo e dolce settembre che però sta volgendo alla fine.
Il sole è tramontato e nel cielo è rimasta la breve luce che precede la sera. Li sorpassa camminando sulla battigia, continua a camminare lentamente, con i suoi passi di vecchio, le braccia dietro la schiena, si ferma e si volge a guardarli. Anche l’ultima luce sta svanendo e loro stanno ancora là a baciarsi. Non sono i baci in sé: è per come lo fanno, fermandosi a fissarsi negli occhi prima e dopo il bacio. Quel modo di guardarsi, gli fa provare una struggente malinconia per qualcosa che il tempo gli ha fatto dimenticare. Una ragazza che lui ha baciato, seduto con lei sulla sabbia. Non riesce a ricordarne il nome. Eppure l’ha amata, l’ha negli occhi come allora: i capelli neri, la bocca rossa, gli occhi scuri, il corpo nel costume bagnato. Ricorda tutto, ma non il nome.
Lascia vagare lo sguardo in giro, guarda i due che si sono alzati e si stanno avviando dalla parte opposta, abbracciati. Il ragazzo solleva d’improvviso la ragazza e muove due passi verso l’acqua. Lei protesta, ma il vento che viene dal mare e che scompiglia quei lunghi capelli biondi schiariti dal sole e dal sale, si porta via le parole.
Il ragazzo si ferma, più che sentirla, vede la risata sulla sua bocca. La risata cessa e, prima del bacio, c’è di nuovo quel modo intenso di fissarsi. La tiene ancora in braccio, poi la fa scivolare piano lungo il proprio corpo e restano abbracciati. Stanno diventando un’unica ombra indistinta sulla sabbia.
Sì, lo sono davvero, innamorati.
Guarda le orme che si è lasciato dietro. Non ci sono più: la risacca le ha cancellate.
Riprende a camminare lentamente tentando di ricordare il nome di quella ragazza.
Rinuncia e tentenna la testa, sentendosi un po’ più vecchio e un po’ più stanco.
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