Bel commento, cara Miraphora. Ora, a prescindere dal presupposto di dare di me il meglio che posso, tanto da "stare" su un capitolo per settimane se non mi convince, si rimane un po' interdetti se la critica viene mossa su un solo assunto del romanzo, senza soffermarsi a valutare l'intero contesto. Sono una lettrice da un libro alla settimana e spesso mi capitano sotto gli occhi opere di colleghe che abbandono alla decima pagina. Non per questo perdo la stima nei loro riguardi: si scrivono trenta romanzi uno più appassionante dell'altro e capita che il trentunesimo lo sia meno di quelli che lo hanno preceduto. Io penso comunque che ogni romanzo abbia una sua dignità, e che inoltre chi legge possa percepire l'impegno che scriverlo ha comportato per un'autrice, a partire dalle ricerche storiche. Semplicemente capisco che dovendo per l'appunto attenersi a uno schema abbastanza rigido, diventa arduo brillare in originalità. Quando sono intenta alla stesura di un romanzo io non "stacco" mai la testa da quello che sto facendo. Mai. Giro per casa con gli stessi attrezzi del tenente Colombo, ossia notes e penna perchè mentalmente elaboro capitoli, scene e dialoghi tra i personaggi, e butto giù le idee cercando di non "ripetermi", di rendere credibile la storia, e di non essere banale perchè al giudizio delle mie lettrici tengo moltissimo. Mi piacerebbe che leggesse qualcosa di mio, Miraphora, magari il prossimo romanzo in uscita a luglio, e cioè Una seconda occasione, e che poi mi dicesse obiettivamente cosa ne pensa. Per intanto La saluto cordialmente, mariangela camocardi