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ROMANCE PARK
Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!
L'estratto di questa settimana si intitola "MOONLIGHT E SHADOW", e il nick della sua autrice è RED SCORPION. ATTENZIONE, si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.
Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710 ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.
MOONLIGHT E SHADOW
di Red Scorpion
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.
Il racconto si svolge in una cittadina imprecisata negli Stati Uniti. Un anonima cittadina,un anonima ragazza,così lei crede. Moonlight e Shadow sono due gattini che all'inizio sembrano passare quasi inosservati,e invece diventeranno un ponte tra due anime sole. Come “colonna sonora” del racconto ci sono brevi estratti dei libri preferiti delle protagoniste...e della scrittrice!
Prologo
I passi riecheggiavano tra le mura del vicolo stretto e buio,alternandosi alle gocce di umidità che cadevano sull'asfalto. Amanda camminava in fretta,stringendo lo zaino al petto,guardandosi sovente alle spalle. Il pizzicore alla nuca la avvertiva che qualcuno la stava seguendo...o era solo suggestione??
Ancora qualche centinaio di metri,poi finalmente raggiunse la fermata del bus,un ultimo sguardo alle spalle mentre il bus accostava...e le parve che un'ombra rientrasse nel vicolo.
“Per un pelo...”,pensò,lasciandosi cadere sul sedile sbeccato.
24 Ottobre.
Mancava una settimana esatta ad Halloween. Non era proprio la serata adatta per girare in quel quartiere da sola. Di notte.
Era inquietante,anche per una persona meno timorosa superstiziosa di lei.
Ma stava cercando di diventare una persona diversa,migliore; non voleva più essere la ragazzina timida e paurosa che dormiva con la luce accesa e chiudeva a chiave la porta della camera...voleva diventare più coraggiosa,intrepida,impavida ! Come le eroine dei romanzi rosa usati che le aveva regalato la signora Violet del negozio di libri dove lavorava.
Aveva vent'anni e aveva deciso di affrontare la vita,non subirla...e aveva cominciato sventando due omicidi.
CAPITOLO 1
“Alice si gloriava di essere ben istruita nella logica e ben dotata di intelligenza. Quella sera era più che disposta a crederci e si dava il caso che ce ne fosse una seduta a capotavola nel salone di Lingwood Manor. Alice suppose che anche le leggende dovessero mangiare.”
(Il cristallo verde,Amanda Quick)
Il campanello della porta tintinnò quando Amanda entrò nel negozio. Vicino alla porta troneggiava su un tavolino una zucca enorme,con una candela alla vaniglia all'interno. Accanto alla zucca un vassoio di pasticcini alla cannella ancora caldi emanavano un delicato profumo che insieme alla vaniglia le addolcivano il cuore. Uno sguardo alla finestra dall'altro lato della strada,e come sempre la tenda si richiuse bruscamente. “Beccato,un'altra volta!”,pensò Amanda sorridendo.
«Buongiorno Violet!»
«Buongiorno cara!»,rispose l'anziana signora seduta accanto alla finestra. La poltrona era un po' vecchia,di un color viola un tantino sbiadito...ma quanto era comoda!
Sembrava ti abbracciasse con calore! L'anziana signora posò il libro sul tavolino accanto a lei,”Il cristallo verde” lesse Amanda ,e bevve un sorso di te caldo,alla cannella,la spezia preferita di Violet.
Da sopra il bordo della tazza Violet scrutò Amanda . Dalla punta degli stivaletti consumati,alle calze a righe grigie e viola,salendo su per il vestitino di lana nero accollato e l'enorme sciarpa di lana arancione,fatto a mano e regalato da lei il precedente Natale.
Gli occhiali enormi con la montatura nera le calavano dal naso dandole l'aspetto di una bimba che sta provando gli occhiali della madre. I capelli lunghi e neri erano tirati su alla bell'e meglio con...una matita??
Violet sorrise. Amanda aveva un aspetto molto migliore dell'anno prima,quando si presentò a cercare lavoro,emaciata,intimidita,con le ombre scure sotto gli occhi. Ombre dovute non alla mancanza di sonno,ma alla sofferenza. La signora Boyle,del negozietto di dolciumi,le aveva raccontato della brutta storia della ragazza. Storie non infrequenti purtroppo. Madre sottomessa,padre alcolizzato e violento. Una sorella e un fratello scappati di casa appena adolescenti. La famiglia media del nuovo millennio,pensò con amarezza.
Ah,lo zaino. L'immancabile zaino. E sembrava si muovesse....
«Amanda dove sei stata ieri sera?»
Un sorriso dolce,ma di trionfo trasformò il viso della ragazza,persino gli occhi nocciola si illuminarono. Posò lo zaino a terra,e apertolo ne tirò fuori...due minuscoli gattini neri.
«L'hai sentita anche tu Rose. Suo marito voleva portarli in periferia chiusi dentro una scatola e abbandonarli. Non potevo permetterlo!» L'indignazione sostituì il trionfo nella sua voce.
«Sono andata a casa loro,li aveva già messi nella scatola e lasciati sul pianerottolo,al freddo. Così li ho portati via. Nessuno se n'è accorto. E poi,a loro non importa!»
«Ma,Amanda ...dove li metteremo? Non posso tenere animali nel condominio...e nemmeno tu mi pare.»
«Non preoccuparti,» rispose guardando verso la finestra dall'altra parte della strada,«ho già in mente chi potrebbe tenerli. Ha un giardino molto grande.»
Violet seguì la direzione dello sguardo. “Oh,cielo!”,pensò.
Durante il tragitto del bus che l'avrebbe portata a casa,la sera prima Amanda si era lambiccata il cervello. Sapeva di non poter tenere i gattini nelle piccola stanza del condominio dove abitava,a pochi passi dalla libreria. E nemmeno Violet poteva tenerli.
Li aveva salvati da una vita randagia,forse addirittura dalla morte. Un passo alla volta,si era detta quando aveva escogitato il piano per portarli via dalla casa di Rose Meddell. Ma ora? Il destino,così pensava,ci aveva messo lo zampino,e proprio in quel momento il bus si fermò davanti alla libreria,dove scese. E proprio di fronte a lei,la finestra della casa di fronte era illuminata.
La casa del signor Blackthorne.
E' un uomo solo,pensò.
Non usciva quasi mai. E comunque non in pieno giorno. Rimase ferma li,sul marciapiede, a riflettere. La prima volta che l'aveva visto era stato poco prima di Natale,l'anno precedente.
In effetti era quasi un anno. Lo ricordava molto bene......
CAPITOLO 2
“Le sfiorò il mento con il lato esterno del pugno.-Signora,a questo punto e nella vostra posizione quasi tutte le donne sarebbero contente di discutere del matrimonio.
-Io preferirei parlare del tempo.
-E' un peccato,perché invece discuteremo di matrimonio.
'Non finché non imparerai ad amarmi' giurò silenziosamente.”
(Il cristallo verde,Amanda Quick)
Stava sistemando le decorazioni di Halloween nella libreria,un po' di ragnatele finte sulla porta;una zucca qui,un ragnetto là. Quando si accorse che la tendina della finestra della casa di fronte era scostata,e qualcuno la stava guardando. O almeno,stava guardando dalla sua parte. Qualche secondo e la tendina si richiuse. Non era riuscita a capire chi fosse,ma era un uomo. Ne era sicura. Rientrata,mise a scaldare l'acqua per il te e appena pronta si sedette accanto a Violet,comoda nella consueta poltrona viola con un libro aperto in grembo. Oggi era “Tesori sepolti”.
«Chi ci abita nella casa di fronte?» chiese all'anziana signora.
«Il signor Blackthorne. Perché? L'hai visto?»
«Era alla finestra,ma non sono riuscita a vederlo.»
«Poveretto ..sempre chiuso li dentro invecchierà prima di me.»
«Perché? Che gli è successo?» chiese Amanda stranamente incuriosita.
«Ha avuto un brutto incidente. Sono morte tre persone,non ricordo esattamente come,ci sono state un sacco di voci,ma una più ridicola dell'altra. Ricordo che la colpa non era sua,ma per lui è come se lo fosse. Ha delle cicatrici sul viso,non sono bruttissime,ma da quando l'anno scorso dei ragazzini che avevano bussato alla sua porta per Halloween,sono scappati urlando 'al mostro',non esce quasi più e con il passare del tempo è diventato un orso. Bambini insensibili!»
«Accipicchia.....» mormorò Amanda guardando verso la finestra. Non era poi così strano che non uscisse mai.
Fu così che Amanda prese a tenerlo d'occhio. Spazzava e guardava la finestra. Prendeva il te e guardava alla finestra. Anche quando serviva qualche cliente riusciva a sbirciare fuori. Quando entrava o usciva,lanciava sempre un'occhiata. E lo aveva visto almeno la metà delle volte. Ci pensava spesso. Se lo immaginava sulla cinquantina,con un bel po' di cicatrici sparse sulla faccia. Ma non riusciva a provare ribrezzo. Le faceva molta pena,invece. Lo immaginava seduto su una sedia,perennemente alla finestra,ad osservare,anzi a desiderare il mondo fuori. Quel mondo che lo giudicava un mostro.
Dopo qualche giorno Amanda prese una decisione,forse lui non voleva più avere a che fare con il mondo,ma sarebbe stato il mondo a bussare alla sua porta. O almeno,una parte piccola e insignificante del mondo. Così prese il suo bel vassoio di biscotti appena fatti, gentilmente offerti dalla signora Boyle,e si diresse decisa verso la porta del signor Blackthorne.....
La casa non era piccola. Mentre si avvicinava,la studiò. Era tenuta bene,la vernice sembrava rinfrescata di recente,e anche le persiane verdi erano in buone condizioni. Entrambi i lati della casa erano circondati da un grande giardino. C'erano pochi cespugli,e nemmeno un fiore,ma l'erba era bassa e tagliata con cura. Salì i tre gradini di legno fino al portico,dove c'era un tavolino con quattro sedie. Un po' spoglio,pensò. Nemmeno un vaso di fiori abbelliva il portico. Tutto era curato. Ma non c'erano decorazioni.
Bussò. Ma nessuno rispose. Provò un'altra volta,ma dopo aver aspettato un tempo che le parve sufficiente,posò il pacchetto sul tavolino e se ne andò.
L'indomani,mentre si dirigeva ad aprire la libreria,il suo passo era più deciso,quasi militaresco. Non si sarebbe lasciata scoraggiare tanto facilmente. Conosceva bene la solitudine,e anche quando era una scelta non faceva bene a nessuno. Lei ora lo sapeva. Violet era diventata così importante! Era così bello sapere che qualcuno si preoccupava per lei. E lei ora si sarebbe preoccupata del signor Blackthorne.
Si fermò dalla signora Boyle a prendere la ciambella con le noci. Così profumata,ancora calda!
Mentre girava la chiave,la solita sbirciata alla finestra,un'abitudine ormai. Girò il cartello “APERTO”,accese le luci e preparò il te per Violet che sarebbe arrivata a minuti,con il suo libro...qual'era?..Ah,Tesori sepolti. Dopo l'avrebbe passato a lei. Aveva letto la trama. L'insignificante Jane... Magari le somigliava.
Il rito mattutino del te con Violet,e poi uscì. La ciambella stretta al petto,il passo veloce per non sentire il freddo pungente e infine la porta. Bussò. Naturalmente nessuno venne ad aprirle. Bussò ancora. Più insistentemente stavolta. Si guardò attorno e vide la tendina scostata,che si richiuse subito. Orso!
«Per favore,mi apra!....Pesa!»
«E adesso cosa vuole!?»,berciò la sua voce spalancando la porta.
Fu sufficiente per Amanda. Allungò il pacchetto.
«E' ancora caldo. Felice Halloween.»
Lo mise tra le mani di un allibito signor Blackthorne,si girò e torno velocemente al negozio,perché le gambe le stavano tremando. E non per il freddo. Amanda era ammutolita quando l'aveva visto.
L'aveva guardato per meno di un minuto,ma era stato sufficiente. Per vedere che le cicatrici,si erano brutte,ma non raccapriccianti. Per vedere che aveva gli occhi scuri,non amichevoli certo,ma molto belli. Fu sufficiente per farle battere forte il cuore e farle tremare le ginocchia.
E desiderare di essere molto,ma molto più carina.
RATING FINALE : 5,44 /10
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