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ROMANCE PARK

Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!


L'estratto di questa settimana si intitola "IL BACIO RUBATO", e il nick della sua autrice è OLIMPIA. ATTENZIONE, si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.
Si tratta un brano tratto da un romance storico, e la scena che tra poco leggerete fa parte dei capitoli centrali del romanzo.

Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710  ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.

 

IL BACIO RUBATO
di Olimpia
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.



Il romanzo è un contemporaneo e si può classificare come paranormale. Il protagonista è un mutante, nato umano ma poi trasformato in un essere dalla forza e resistenza superiori con lo scopo unico di servire e proteggere l'immaginaria classe sociale dei Nobili. Pur conservando i cliché principali del romance paranormale, ho cercato di dare una mia interpretazione dell'eroe non umano, inserendolo in un contesto sociale e storico completamente inventato ma che rispecchia le principali caratteristiche del mondo reale. E' il mio primo, vero tentativo di scrittura 'seria' (mi riferisco allo stile non ironico che utilizzo generalmente) e di elaborazione di una trama 'pensata'.

 

Sam aveva riconosciuto la ragazza. Era la giovane nobile che si era nascosta nel suo luogo di appostamento la sera della festa, quella che gli aveva fatto un sacco di domande. Poverina pensò, era palese che questo non era un lavoro fatto per lei. Appena era entrata aveva notato che aveva uno sguardo spaventato, ma poi, quando lo aveva visto era sbiancata così tanto che Sam si era chiesto come avesse fatto a non svenire.
Però ci aveva provato, doveva rendergliene merito. Aveva cercato di medicarlo, anche se i suoi metodi non erano esattamente gli stessi di una vera infermiera. Tanto per cominciare, nessuna infermiera si sarebbe inginocchiata di fronte ad un paziente per medicarlo quando avrebbe potuto farlo stando in piedi, ma sopratutto nessuna Nobile si sarebbe messa in una posizione del genere con un Puro. Sam, però, aveva gradito l'immagine. Non gli capitava tutti i giorni che una ragazza carina come questa si mettesse volontariamente in ginocchio davanti a lui. Ok, basta con i pensieri sconci Samuel, si disse, meglio che tu l'aiuti a medicarti.
Tuttavia non fu sorpreso dal tonfo che sentì quando la ragazza si mise alle sue spalle, era stata solo una questione di tempo, ma era sicuro che sarebbe svenuta prima o poi. Con un sospiro scivolò dal lettino e camminò lentamente verso la ragazza. Si appoggiò al lettino con una mano mentre si accucciava vicino al suo corpo. Era proprio andata, poverina. Sorrise a vedere l'espressione beata sul viso della sua infermiera. “Forza bambolina, ti mettiamo a letto ora” fece passare un braccio sotto alle sue ginocchia e l'altro sotto al collo e lentamente si sollevò con la ragazza tra le braccia. Le ferite alla gamba pulsavano e probabilmente avevano anche ricominciato a sanguinare, ma non gli importava, doveva mettere comoda la ragazza. Il problema era che il lettino era ancora sporco di sangue e l'idea di sdraiarla su quella superficie sporca lo disturbò. Si guardò attorno ma l'unico posto libero era la sedia. Poteva cercare di svegliarla, sì, forse quella era l'idea migliore. Ma non poteva stare in piedi e nemmeno poteva sedersi per terra perché le ferite gli facevano ancora troppo male, così decise di sedersi sull'unica sedia e di tenere la ragazza in braccio finché non fosse riuscito a svegliarla.
Si mosse con attenzione e si sedette piano sulla sedia, muovendo il piccolo corpo in modo che fosse sdraiata sulle sue gambe e avesse la testa appoggiata al suo braccio. Si concesse qualche secondo per godersi il riposo e per imprimere nella memoria la sensazione del suo corpo contro il suo. Così piccola, morbida e fresca. Se qualcuno li avesse visti in quel momento lo avrebbero condannato a morte seduta stante, ma non c'era pericolo in quel caso perché nessuno andava mai a controllare un guerriero nel Laboratorio, nemmeno i dottori. Tanto loro guarivano sempre.
Con la mano libera le spostò la treccia dietro le spalle e le controllò le pulsazioni sul collo. Il battito era forte e regolare, si sarebbe svegliata fra qualche momento. Era incerto se aspettare e approfittare di quei momenti per assaporare questa unica occasione, o se svegliarla ed evitare di tormentarsi con qualcosa che non avrebbe potuto più avere. Siccome il masochismo non faceva parte dei suoi hobby, la scrollò leggermente.
“Forza bambolina svegliati” ma la ragazza non dava segno di riprendersi.
“Se non ti svegli entro il tre dovremo provare il metodo della bella addormentata” Sam stava scherzando, ovviamente, era sicuro che si sarebbe svegliata. “Uno...due...tre!” ma la ragazza continuava a rimanere svenuta. Ok, e adesso? Se le minacce non funzionano, passa ai fatti, così gli avevano insegnato. Con un momento di estrema lucidità Sam si rese conto che non gli importava, l'avrebbe baciata non per svegliarla, ma perché voleva farlo, perché ne sentiva il bisogno.
Era passata una vita dall'ultima volta che aveva baciato una donna. Di solito gli unici contatti intimi che aveva con le donne era quando aveva voglia di fare sesso, e in quelle occasioni non sopportava di farsi toccare più del necessario e, soprattutto, non tollerava di essere baciato da delle sconosciute. L'idea lo ripugnava. Ma con questa ragazza, con questa Nobile, non sentiva nessun disgusto, anzi l'idea di baciarla gli sembrava sempre più giusta. Lentamente avvicinò il viso al suo, non si ricordava bene come si faceva, anche se le basi le sapeva: labbra contro labbra. Appoggiò la bocca contro quella della ragazza e rimase in quella posizione per un paio di secondi, studiando le sensazioni. La morbidezza del labbro inferiore, la consistenza della pelle, il calore lo sorpresero. Si era dimenticato tutto questo. Sollevò il viso e studiò quelle labbra, erano così morbide perché era svenuta? O forse erano proprio così.
Per appurare la sua teoria prese il labbro inferiore tra le sue e poi fra i denti e lo mordicchiò con delicatezza. Dopo un paio di morsi, passò al labbro superiore, meno carnoso ma stranamente più morbido. Tornò a studiarle la bocca. Sembrava più rossa, forse aveva morso con troppa forza. Sei un idiota, si disse, adesso si sveglia e sentirà male. Doveva svegliarla, ma non voleva, non gli era ancora passata la voglia di baciarla. Così riabbassò il viso e ricominciò a baciarla, piccoli baci lievi in modo che non si potesse svegliare, ma abbastanza da permettere a lui di sentire qualcosa. Dopo qualche secondo si rese conto di una cosa. Era eccitato, e molto anche, e la coscia della ragazza gli premeva contro. Bhe chi se lo sarebbe immaginato! Riusciva ad avere un'erezione anche con sette ferite da pistola! Ridacchiò, forse era arrivato il momento di fare una visita a qualche signora della strada, invece di trovarsi in situazioni come queste. Sì, decisamente era il caso.
Sam si sentiva in imbarazzo. Non tanto perché aveva un’erezione, dopotutto era una reazione naturale, ma più per il fatto che l’oggetto di tutta questo interesse era una ragazza schifosamente più giovane di lui. E non solo, una Nobile, fra tutte le donne del mondo! Quindi non solo giovane ma innocente, vergine al 90% e soprattutto off-limits. Sam conosceva bene le regole, Darek era stato estremamente chiaro nei primi mesi del suo addestramento, le Nobili per loro erano proibite, non venivano tollerati contatti con la classe inferiore. Ci erano passati troppe volte nel passato e si erano resi conto che con le unioni tra Nobili e Puri si avevano molti uomini Nobili soli, e quindi, i codardi avevano reso impossibile i contatti tra le due classi. Non ci avevano guadagnato molto, una compagna depressa che non ti ama non è una persona con cui passare piacevolmente il resto della propria vita, ma questa era l’idea di Sam, e i Nobili probabilmente se ne fregavano della felicità, per loro le apparenze erano e sono tutto.
Con un sospiro spostò il braccio che le sorreggeva il collo e guardò con attenzione la ragazza. Gli aveva detto il suo nome, se non si ricordava male. Qualcosa con la D. Bha e chi si ricorda, pensò. Anche se un po’ si vergognava, l’aveva baciata e non si ricordava il suo nome. In genere ci si ricorda il nome della persona che si sta baciando, no? O almeno era convinto che fosse così per la maggior parte delle persone. Lui, quindi, non rientrava in questa distinzione, però si sentiva ugualmente in colpa. Alle ragazze piacciono le attenzioni. O forse erano i regali? Sam non ricordava, lui di solito non faceva regali, lasciava i soldi che gli chiedevano. Questo è anche peggio amico, si disse, pensare che stava tenendo in braccio un essere superiore a lui quando l’ultima volta che aveva toccato una donna quella era una puttana lo faceva sentire in colpa, sporco e punibile di torture per averla messa in una situazione così degradante. Dio che bastardo! Sono un egoista, pensò Sam. Con uno sforzo si alzò dalla sedia e sentì delle fitte di dolore alle gambe per le ferite. La ragazza non si era ancora ripresa, ma stava cominciando a tornare nel mondo dei vivi, il respiro era più veloce ed irregolare. Si sarebbe svegliata a momenti e, se Sam voleva evitarle un trauma, doveva muoversi velocemente e stenderla sul lettino. Dopotutto era meglio per lei essere sporca di sangue che trovarsi tra le sue braccia.
Lentamente e con delicatezza Sam distese la ragazza sul lettino, cercando di fare meno rumore possibile e di muoverla poco; le appoggiò le braccia lungo i fianchi, fece attenzione che la treccia non si fosse impigliata e che non le tirassero i capelli, poi si ritrasse. Con le mani sui fianchi, guardò con attenzione la ragazza. Sembrava comoda. Bene, adesso leviamo le tende.

 

RATING FINALE  :  7,19 / 10

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