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@ Susa grazie per aver

@ Susa

grazie per aver condiviso con ni e tue impressioni, sempre molto interessanti e ben motivate!

provo a rispondere ad alcune tue osservazioni...

- la Garwood:

che dire? delle sue papere, sappiamo già: non è certo un'autrice che brilla per precisione storica. Oltretutto la papera dello zucchero è un classico, nel senso che ci cadono un sacco di autrici - così come le patate, etc.

Ne abbiamo già pubblicato una simile di un'altra autrice tempo fa, spiegando perchè a quell'epoca lo zucchero non c'era, e non ci poteva essere.

Eccola qui per chi non l'avesse ancora letta ( la trovate sotto "funny" ):

http://romancebooks.splinder.com/post/10753578

Tanto per buttare benzina sul fuoco, in un altro libro medievale della Garwood c'è la scena di un cavaliere che salta a cavallo il vallo di Adriano, la famosa cinta muraria costruita dai Romani in Inghilterra - peccato che il vallo di Adriano nella realtà sia alto parecchi metri, e che non credo proprio che i cavalli medievali conoscessero il salto con l'asta...

Qualcuno potrà dire, non è per i dettagli storici e la loro precisione che si legge un romance. Vero: chi compra un romance vuole prima di tutto una bella storia d'amore, se non c'è quella è inutile essere gli storici più precisi del mondo.

Però, gli errori danno fastidio lo stesso! se i lettori se ne accorgono danno l'impressione che l'autrice non si sia documentata abbastanza, o che non abbia fatto attenzione ai dettagli, o che prenda per ignoranti i lettori ( nel senso che forse pensa che non si accorgeranno dei suoi svarioni ), o che è proprio lei, l'autrice, ad essere ignorante - comunque sia, non è certo una bella figura.

A parte la faccenda degli eroori storici, le caratteristiche degli eroi ed eroine della Garwood sono sempre più o meno le stesse: omoni giganteschi, forzuti, taciturni, un po' orsi ma dal cuore in fondo tenero; eroine molto più giovani, infantili, spesso stupidine se non addirittura ochette, che l'eroe deve praticamente tenere a balia perchè lasciate a se stesse farebbero una misera fine.

Se vi piace questo tipo di coppia e di situazione, benissimo, siete a cavallo - nel senso che nei libri della Garwood lo ritroverete all'incirca sempre, e sempre uguale, fino all'estenuazione. Se non vi piace, meglio lasciar stare. ( A me, per la cronaca, non piace ).

- la James: be', il bello di una serie è anche il fatto che i personaggi nel corso del tempo cambiano, evolvono, maturano. Imogen è partita nel primo romanzo come una ragazzetta viziata ed egocentrica, ma pian piano matura ( a suon di legnate, ma matura ) fino a diventare più altruista e generosa, capace di tolleranza e di pazienza. Io ho trovato il suo percorso umano molto credibile e realistico, mi ha convinto insomma.

Circa il fatto che Imogen si fosse accorta o meno della vera identità di Gabe: la cosa ha fatto molto discutere anche negli USA quando il libro è uscito, tant'è vero che la James si è lasciata convincere dalle lettrici a spiegare meglio come sono davvero andate le cose, e ha scritto una scena "extra", che ha pubblicato solo sul suo sito.

Se la vuoi leggere ( in inglese ovviamente ), trovi i link nei commenti al post delle uscite Mondadori di novembre.

Se vi interessa, posso tradurvela - vi va?

- la Ivory:

hai fatto centro, la sua abilità numero uno è proprio lo stile magnifico, e la numero due l'originalità assoluta delle storie e dei personaggi. Non c'è nessuno che scriva come lei ( le si avvicina un po' la Liz Carlyle, ma non è la stessa cosa ), nessuno che crei storie come le sue. E come dici tu, visto che nel romance molte volte si ha l'impressione di leggere sempre le stesse cose, fritte e rifritte cento volte, l'originalità è qualcosa di nient'affatto scontato, che merita stma ed apprezzamento.

Oppure, in alternativa, se non riesci ad essere originale, devi chiamarti Mary Balogh, e sapere scrivere così bene e con tanta eleganza da riuscire a rendere anche una trama banale e sfruttata mille volte da mille autrici fresca, nuova, intrigante. Ma quante Mary Balogh ci sono, in giro? Una sola, mi sa...

Cmq l'agnello muore in un incidente, mica è violenza per amore della violenza ! non è l'asinello ( o era un pony? ho cercato con tutte le mie forze di dimenticare la scena... ) massacrato e fatto a pezzi per pura crudeltà in uno dei medievali della Garwood.

- la Hoyt:

come dicevo nelle note, la critica si è abbastanza divisa su quest'autrice. Sa scrivere bene, questo è certo, ha una prosa fluida e un ritmo narrativo senza rallentamenti o punti morti ( anche se tra lei e, che ne so, la Hern e la James, per esempio, a mio avviso ce ne corre... non parliamo nemmeno di una Ivory, o una Carlyle, perchè in quel caso non ci sarebbe proprio confronto ).

Però, non c'è niente da fare: ha ragione Janine, la reviewer di DearAuthor quando dice che in questo romanzo sono sbagliate le reazioni, sono sbagliati i dialoghi, sono sbagliati perfino i pensieri dei personaggi - non hanno niente a che vedere con quel che succedeva ala fine del Settecento, punto.

Io ho letto il libro in inglese, e devo dire che anche se non arrivo all'estremismo di Janine, che ha piantato il libro a metà senza finirlo, questi anacronismi mi hanno dato parecchio fastidio, più ancora dello zucchero della Garwood che mi ha fattosolo sorridere. E' un po' come sentire il gesso stridere sulla lavagna, mi spiego?

Immagina di aprire un libro della Balogh e leggere una conversazione di questo tipo:

"Ehi bella, come ti butta?"

"Alla grande, e te?"

... ti piacerebbe leggere un libro così?

quel che voglio dire è che puoi anche avere la storia d'amore più bella del mondo, ma errori simili possono massacrarla, se non addirittura ucciderla. La traduzione in italiano ha sicuramente migliorato un po' le cose, almeno come linguaggio, ma non certo risolvere tutto.

Per cui, tutto sommato sono d'accordo con il tuo voto di 7+ a questo romanzo, ma secondo me la Hern è un 8, e la James e la Ivory tutt'e due 8.5 anche se per ragioni diverse.

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