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KAREN ROSE: BRIVIDI E PASSIONE 

 

Karen Rose, autrice di bestseller internazionali e vincitrice del premio RITA, è nata e cresciuta nella periferia di Maryland a Washington, DC.  Incontrò suo marito Martin con un appuntamento “al buio” quando entrambi avevano diciassette anni, e dopo che si furono laureati presso l’Università del Maryland, (Karen ha una laurea in Ingegneria Chimica) traslocarono a Cincinnati, Ohio. Karen lavorava come ingegnere per una grande azienda produttrice di beni di consumo,  e ha ottenuto due brevetti, ma, come dice Karen, “Avevo la testa piena di scene e di immagini, tanto che non riuscivo a concentrarmi sul mio lavoro, e così ho cominciato a scriverle. Tutto è iniziato per divertimento, ma presto mi sono resa conto di non poterne fare a meno

 

Il suo romanzo d’esordio, DON'T TELL, è stato pubblicato nel luglio 2003. Da quel momento, Karen ha scritto altri dieci romanzi ed un racconto. Il suo terzo romanzo, I'M WATCHING YOU, ha ricevuto l’ambito premio RITA da parte dell’Associazione Romance Writers of America come Miglior Romantic Suspense del 2005. Nel medesimo anno il suo secondo romanzo, HAVE YOU SEEN HER? è stato anch’esso finalista ai RITA.

 

Il suo quarto romanzo, NOTHING TO FEAR, finalista ai RITA del 2006, ha ricevuto la nomination per il premio di Romantic Times Magazine nella categoria Miglior Suspense, e per il premio Southern Independent Booksellers Alliance per la narrativa. Il nono romanzo di Karen, DIE FOR ME, è stato finalista ai RITA come Miglior Romantic Suspense e ha vinto il premio Romantic Times' Reviewers' Choice Award nella categoria Miglior Romantic Suspense del 2007.   SCREAM FOR ME (gennaio, 2009) è anch’esso stato finalista ai RITA. Ad oggi, i suoi libri sono stati tradotti in diciotto lingue.

 

Karen, che ha anche un passato di insegnante di chimica e fisica nei licei, oggi vive in Florida con il marito che ha sposato oltre vent’anni fa, le loro due figlie adolescenti, un cane e due gatti. Quando non scrive, Karen si diverte a viaggiare e sciare.

 

“Io amo i lieto fine,” dice Karen, “e credo che anche altre lettrici li amino. A volte la vita reale può sopraffarci. E’ bello rifugiarci in un mondo dove sai che tutto finirà per il meglio prima che arrivi l’ultima pagina. Leggere mi ha aiutato nei periodi duri della mia vita, così come in momenti in cui tutto era un po’ caotico. Spero che anche le mie storie offrano ai lettori un piacevole rifugio.”

 

I personaggi di Karen in genere devono sopportare dure prove. In DON'T TELL, Caroline ha un passato di abusi da parte del marito. C’è Dana, la sua migliore amica, che la incoraggia e la guida, ma molte vittime di abusi non hanno una "Dana" nella propria vita. Comunque, è possibile trovare aiuto per situazioni come questa e per molte altre. A Karen venne l’idea di creare il sito LIFE LINKS, un gruppo di siti che forniscono risorse d’aiuto per vari problemi di diversa natura. “Grazie a Dio, non sono mai stata vittima di abusi, ma ho vissuto altre situazioni dove ho avuto bisogno di cercare aiuto,” dice Karen.

Infatti, Karen ha dovuto sottoporsi a lunghe terapie per la cura della sterilità. Quando la sua primogenita aveva sei settimane, Karen seppe che suo marito Martin aveva un cancro.

“Avevamo bisogno d’aiuto per superare la cosa, l’abbiamo ricevuto, e ora lui sta bene. Spero che visitiate Life Links. Mi piacerebbe usare quest’area del mio sito per condividere aiuto e supporto con più gente possibile”.

 

ALCUNE COSE DIVERTENTI CHE L’AUTRICE RACCONTA DI SE’....

 

Ho ricevuto il mio primo libro horror da mio padre, che, stufo delle mie scelte infantile di Trixie Belden, Nancy Drew e delle reiterate letture di PICCOLE DONNE, mi spinse a leggere "vera letteratura."   Mi consegnò un libro di racconti. Sono assolutamente certa che non li avesse mai letti, perché il primo racconto era “Il Pozzo e il pendolo” di Edgar Allen Poe e (a) io avevo solo otto anni, (b) mio padre è un’ottima persona.  Non sapeva che dopo averlo letto non sarei stata letteralmente più capace di dormire per un bel pezzo.  Mi spaventò a morte.

In genere non sono superstiziosa, ma non salgo mai su un aereo senza un romance da quando sono sopravvissuta a uno spaventoso atterraggio d’emergenza mentre leggevo Jude Deveraux . Mi tenne calma.

Ho viaggiato per tutto il mondo, e una volta sono riuscita a riempire un passaporto e mezzo in tre anni.  La mia città straniera preferita è Londra, benché Roma venga subito dopo.

Una volta in Giappone ho mangiato un pesce vivo per non offendere i miei ospiti, e da allora sono stata chiamata Karen-san.  Adesso il sushi è sulla mia lista di cose da cui girare al largo.

Ho passato il mio diciassettesimo compleanno reclusa in una prigione in Guatemala, e benché ci sia rimasta solo poche ore, non dimenticherò mai il suono di quelle grandi porte che si chiudono di schianto.

Sono l’autrice di due brevetti che spiegano come fare in modo che il Metamucil (un lassativo) abbia un sapore migliore.

Me la cavo con il linguaggio dei segni, anche se non posso dire di essere fluente, e spesso faccio da interprete per la mia bambina sorda.


 La LEGGEREDITORE metterà in palio una copia di "Muori per me" che verrà sorteggiata giovedì 14 ottobre tra tutte le lettrici che lasceranno il loro commento. Quindi non dimenticate di firmarvi con un nome o un nick!

 

 

 

RECENSIONE MUORI PER ME (Die for me) di Karen Rose

 

 

Prima edizione: 2007 by Vision

 

Edito in Italia da: Leggereditore, settembre 2010

 

Formato: Trade paperback

 

Traduzione di: Arianna Gasbarro

 

Ambientazione: contemporanea, USA

 

Genere: romantic suspense

 

Voto/rating: 8,5/10

 

Se volete saperne di più ecco la nostra news:

 

http://romancebooks.splinder.com/post/23218526

 

 

 

 

 

 

Un corpo immobile, abbandonato in un sonno indotto, ignaro della sua condizione e che quelli saranno gli ultimi sogni che farà. Pian piano, il risveglio: la confusione, lo spaesamento, i ricordi che riaffiorano faticosamente. Infine la consapevolezza, degli arti legati strettamente, del luogo squallido da cui non ci sarà fuga, dell’odore della paura che aleggia nell’aria. Poi giunge il carceriere, calmo, sicuro, eccitato. Prepara i suoi strumenti di lavoro, strumenti di tortura per le sue vittime, strumenti di estasi per lui. Incidere la carne, strappare gli organi, separare i tendini dalle ossa, e ascoltare le grida e le suppliche di quei corpi impotenti, vederli contorcere dal dolore e dalla disperazione. Vederli infine cedere alla morte e registrare quel momento  in cui si passa dallo strazio supremo al nulla assoluto: il culmine di ogni piacere.

Corpi immobili, massacrati, celati dalla terra nel loro orrore, composti come effigi. Corpi che una volta erano persone, che erano figli, compagni, amici di qualcuno. Vito Ciccottelli detective della polizia di Philadelphia e Sophie Johannsen  archeologa specializzata nel medioevo, che è stata chiamata come consulente, sono pietrificati e angosciati dalla scoperta di un terribile cimitero di senza nome. Una scoperta casuale eppure drammatica, l’opera di un serial killer spietato, l’opera di un essere che di umano non ha più nulla. Un assassino che potrebbe scegliere proprio Sophie come prossima  preda.

Vito e Sophie sono due anime delicate, sotto una scorza di una certa durezza, due persone che hanno avuto la loro bella dose di sofferenza,  due persone in fondo sole, ma anche due persone che vorrebbero amare ed essere amate, che cercano quella casa che solo il cuore può dare. Due individui che nonostante i loro limiti e le loro fragilità si getteranno in quell’avventura senza paracadute che è innamorarsi, perché di fronte agli abissi dell’orrore e della depravazione più assoluta, sono l’amore  e la  luce a dover prevalere.

 

Iniziare a leggere questo libro, significa non riuscire a staccarsene, ti inchioda fino all’ultima pagina e si entra in una sorta di apnea che ci permette di espirare solo alla pagina finale. Karen Rose è un’autrice straordinaria, con un talento naturale per il thriller e un raro dono per la scrittura. Lo stile è semplice e mai banale, molto curato eppure estremamente evocativo, con poche parole si è già immediatamente dentro la storia e la si vede in technicolor, quasi si percepiscono gli odori. Inoltre la Rose è bravissima nel creare e definire nettamente, con qualche pennellata, tutti i personaggi, da quelli minori ai principali, riuscendo a tenere le fila di un racconto ricco e complesso e delle sue tante voci senza mai perdersi e soprattutto senza perdere di verosimiglianza e complessità. E’ evidente che dietro il romanzo c’è molto studio, niente è approssimativo o vago in Muori per me, tutti i dettagli sono curati e contribuiscono a mantenere alta la tensione.

 

I protagonisti sollecitano immediatamente e abilmente l’identificazione: Vito bello, forte, ma anche sensibile, generoso, passionale; Sophie bellissima, intelligente colta, ma insicura, insoddisfatta e ferita. Vogliono sentire l’amore fluire nei loro corpi e nelle anime, desiderano far vivere quella parte del loro cuore che è andata in letargo, nonostante tutta la bruttura che li circonda, nonostante il pericolo e la morte li seguano dappresso. Non vogliono arrendersi, né dichiararsi sconfitti di fronte al male e all’egoismo supremo dei mostri: dichiarati  o sotto mentite spoglie. Certo, la loro relazione è in qualche modo secondaria alla trama gialla e non potrebbe essere altrimenti, così come Sophie da una parte è un po’ troppo perfetta e dall’altra  è un po’ troppo ingenua e inconsapevole, ma questi sono peccati veniali che non inficiano minimamente la qualità del libro.

 

La Rose mette tanta carne al fuoco, sorvegliandone attentamente la cottura e oso dire che di amore qui ce ne è molto, anche se non si tratta solo di quello romantico. C’è l’amore per il proprio lavoro, l’amore nei confronti dei colleghi e degli amici, l’amore per le vittime senza nome che attraverso le cure del medico legale e le indagini dei poliziotti riacquistano la loro dignità rubata e violata e possono riposare in pace, l’amore per le famiglie di sangue e quelle cercate. Le scene di Vito con i nipoti e i fratelli sono tenere e commoventi, come sono toccanti quelle di Sophie con gli zii e la nonna, che sono diventati i suoi genitori dopo l’abbandono della madre. Un amore necessario, direi, per contrastare la potenza del personaggio dominate di Muori per me: un serial killer tra i più terribili di cui abbia mai letto e che tuttavia risulta ipnotizzante come lo sguardo del cobra prima di colpire. L’autrice ci fa entrare nei recessi della sua mente perversa con assoluta naturalezza  e con grande acume, legandoci al punto da renderci quasi complici, perché per quanto inorriditi, è impossibile smettere di seguirlo.

Se amate il thriller e il romantic suspense, che lo ricordiamo non è affatto un romance, non perdetevelo, la scrittrice è talmente brava da coniugare il lieto fine con una storia drammaticissima.

Da comprare, immediatamente (anche perchè costa solo 10 euro a fronte di quasi 600 pagine...).                

Potete leggere un estratto qui:     

http://www.fanucci.it/catalogo/1028/files/EstrattoMuoriperme.pdf



 

English translation by Drakon75

A motionless body, abandoned in an induced sleep, unaware of its own condition and of the fact that this shall be the last time it will dream. Then, a very slow awakening: confusion, disorientation,  memories resurfacing slowly and elaborately. And finally the awareness of its own painfully tied limbs, of the squalid place from which there will not be any chance to escape, of the smell of fear lurking in the air. Then  the jailer himself arrives; calm, resolute, excited. He is preparing his working tools- the instruments of torture for his victims, the instruments of ecstasy for him. To carve the live flesh, tear away the organs, detach the sinews from the bones, and listen to the screams and implorations of those helpless bodies and seeing them writhing in pain and desperation; and to see them finally succumb to the death and to register the exact moment in which one passes from the absolute agony to the absolute nothing- it is the apex of every pleasure.
 
 Motionless bodies, massacred and hidden by the soil in their horrors, composed like effigies. Bodies that once used to be persons, someone’s children, partners, or friends. Vito Ciccottelli, the Philadelphia Police detective, and Sophie Johannsen, expert in Medieval archaeology and called in to help in the case as a consultant, are shocked and anguished in front of the macabre discovery of a nameless cemetery of horrors. It was an accidental, but nevertheless, dramatic discovery; a work of a merciless serial killer. A work of somebody who lost all his humanity. An assassin who could now choose Sophie as his next prey.
 
Vito and Sophie are two delicate souls, hidden under the rigid exterior shell, which had had their lot in life, two essentially lonely persons, who, at the same time, would be happy to love and to be loved, two persons who are in search of a home in someone’s heart. And these two persons, although aware of their human limits and weaknesses, will throw themselves without a parachute into this adventure, a parachute called falling-in-love, because when facing the abysses of horror and the absolute depravation, love and  light must prevail.
 
 
To start this book means not being able to put it down, remaining glued to it until the last page in a sort of apnoea that would release you only after you’ve read the very end. Karen Rose is an extraordinary author, with a natural talent for thrillers and with a very unique gift for writing. Her style is simple, but never banal, very accurate and at the same time extremely evocative. With only a few words you are pulled into the story, with a Technicolor sight  and almost discernable aromas. Furthermore, Mrs Rose is a master in her way of framing the characters, both the main and the secondary ones, with just a few strokes of brush, maintaining at the same time a very rich and complex course of the story line and its many voices without loosing any of its plausibility or complexity. It is obvious that behind this story, there is a detailed research. Nothing is approximate or vague in Die for Me, every detail is accurate and made to maintain the tension high.
 
From the very beginning of the story, both characters define skilfully their main traits: Vito is handsome, strong, but, at the same time, sensible, generous, passionate; Sophie is beautiful, intelligent and educated, but, insecure, unsatisfied and hurt. All they want is to feel love flowing through their bodies and souls, what they desire is to bring back to life that part of their heart that went into lethargy, despite all the ugliness that surrounds them and despite danger and death are following them close. They do not want to give up, nor do they want to declare defeat, facing the evil and the absolute egoism of any kind of monster: either known, or the one under false pretences. Certainly, their relationship is in a way secondary to the main mystery plot, and that is the way it should actually be, the same way as Sophie’s personality is a bit too perfect on one side, and a bit too naïve and unaware on the other – a minor flaw that does not lower the quality of the story.
 
Mrs Rose puts many irons in the fire, watching attentively as they burn, and, I dare say, this story contains enormous quantity of love, and I am not talking just about romance. There is the love for one’s profession, the love for colleagues and friends, and the love for those nameless victims, who, through the attentive job of the coroner and the investigation of the police, regain their stolen and violated dignity, giving them their final rest. There is love for families, both with blood ties and adoptive. The scenes where Vito is with his nephews and brothers are tender and moving, as they are those of Sophie when she is with her uncle and her grandmother, her only family after her mother has abandoned her. A necessary love, I would say, which serves to antagonise the power of the dominating character of “Die for Me”: one of the most dreadful serial killers I’ve ever read of, and yet, hypnotising as a cobra’s look just before the attack. The author lets us enter in the darkest depths of his perverted mind in an effortless and astute way, tying us to him in a way that we almost became his accomplices, for no matter how horrified we are, we are bound to follow him.
If you love thriller and romantic suspense, which I want to precise, is not the real Romance genre at all, do not miss this book. The author proves to be a master in blending a Happily Ever After with a very dramatic story.
A book worth buying immediately.

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