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RECENSIONE SENTIMENTO VENEZIANO (Your Scandalous Ways) di Loretta Chase
Prima edizione anno: 2008 by Avon Books
Edito in Italia da: Mondadori, Collana Emozioni no.10, Ottobre 2009
Ambientazione: Italia 1818
Grado di sensualità: warm (caldo)
Voto rating: 7+/10
James Cordier, agente della Crorona Inglese, è stanco di quella che per altri sarebbe una vita eccitante, ma lui non ne può più di tradimenti, doppi e tripli inganni, identità plurime, sesso frettoloso e vuoto, pericoli costanti, corse da una parte all'altra del continente, intrighi, menzogne sempre sulle labbra, nessun porto sicuro a cui tornare, nessun amico, nessun vero affetto a parte la famiglia lontana. La noia pervade la sua esistenza, il cinismo ed il disgusto per sé e per gli altri sono fedeli compagni. Vorrebbe finirla con tutto questo James, ma il suo superiore gli impone un'ultima missione prima del rimpatrio: andare a Venezia e recuperare delle lettere molto compromettenti per Lord Elphick, parlamentare che ambisce a divenire Primo Ministro, ma che ha alle spalle molti oscuri segreti.
Sembrerebbe una missione facile, se la custode di queste lettere non fosse Francesca Bonnard, ex moglie di Elphick ed ora famigerata e ricercatissima cortigiana. Bella, sensuale, intelligente, divertente, sagace, fiera ed indipendente, Francesca ha il potere di sedurre ogni uomo, James compreso nonostante la sua esperienza di seduttore incallito. Francesca a sua volta è irretita da quest'uomo così diverso, così sensuale e così intimamente simile a lei, ma non vuol cedere nemmeno all'idea di potersi innamorare e sconvolgere così la nuova vita che si è costruita con fatica lontano da casa.
Un gioco a rimpiattino metterà di fronte dunque i due degni avversari, impegnati ciascuno in una missione: lui quella di recuperare le lettere facendola cadere ai propri piedi, lei quella di farlo spasimare, conquistarlo e poi abbandonarlo. Alla fine entrambi perderanno ed ovviamente, entrambi vinceranno.
Cominciamo con lo sgombrare il campo dagli equivoci: nonostante il titolo originale e la professione della protagonista, qui di scandaloso non c'è davvero nulla. Al contrario, forse tanto l'impianto quanto la conclusione sono assolutamente e totalmente tradizionali. Per cui chi si aspettava un linguaggio ardito, argomenti scabrosi o passaggi molto spinti, rimarrà deluso.
Sentimento veneziano è una commedia leggera, alquanto godibile, con splendidi dialoghi ed un ritmo veloce, a tratti forse troppo. Si ride, ci si diverte, si ammira l'abilità dell'autrice nel tirare le fila della vicenda e nello scrivere alcune scene estremamente sensuali e romantiche con uno stile elegante, raffinato ed incisivo come da alcuni libri non la si vedeva più fare. Certe frasi destano ammirazione e confermano una ottenuta, brillante, maturità espressiva, che a mio avviso raggiunge e supera in qualche maniera quella de Il Lord della seduzione, ed è la ragione principale per la votazione odierna.
Bellissima inoltre l'atmosfera veneziana che la Chase riesce a creare, facendoci percepire quasi fisicamente l’umidità della laguna e la notte perenne di una città ormai avviata ad una decadenza senza riscatto. Ma tanto è viva la città, tanto sono inerti i protagonisti di questa storia. Nessuno dei due convince, avvince o palpita. Nessuno dei due suscita emozioni. E’ impossibile non riconoscere la mano sicura con cui l’autrice padroneggia loro e la trama, ma pare più un esercizio di stile, uno sfoggio di bravura e mestiere che non il risultato di una vera ispirazione o anche partecipazione alla trama. James e Francesca sono due figure intercambiabili nella loro completa autosufficienza, nessuno ha realmente bisogno dell’altro e difatti non capiamo perché due persone che palesemente hanno tutto e in fondo sono soddisfatte della loro condizione, debbano innamorarsi follemente ed abbassare difese degne di Fort Knox nel giro di dieci giorni.
Forse se la Chase avesse dedicato uno spazio maggiore all’approfondimento psicologico ed alla ricostruzione del presunto passato doloroso di entrambi, ce li avrebbe fatti sentire più vicini, allo stato delle cose invece non abbiamo elementi per credere veramente alle motivazioni che animano i due, in particolare Francesca, che avrebbe deciso di divenire una cortigiana per ragioni proprio inconsistenti. Un divorzio, per quanto devastante, non è giustificabile da solo come causa di una scelta così radicale, anche perché il continuo ribadire della donna quanto sia forte e indipendente da qualsiasi uomo stride con l’amara verità: nessuno è più dipendente dagli uomini di una prostituta, anche se d’alto bordo. E difatti Francesca ci mette pochissimo a mandare all’aria tutto per buttarsi nelle braccia di James, arrivando addirittura al matrimonio con tanto di presunta benedizione della futura suocera italiana (ma come, la suocera italiana, ovvero una jattura peggio di tutte le sette piaghe d’Egitto che accetta col sorriso la nuora ex- sgualdrina? Impossibile!). Come ho detto all’inizio, le controversie in questo romanzo sono solo formali, in realtà ed ahimè in modo assolutamente reazionario, Francesca non è una ribelle né una eroina scomoda ma il trionfo dell’ovvio e dello scontato nel romance: la puttana che in realtà ha il cuore d’oro e non attende che un cavaliere per tornare all’ovile, più sottomessa di prima, a sancire il trionfo del maschio padrone. Avrebbe potuto essere un libro diverso, molto più oscuro e languido se solo la scrittrice avesse avuto il coraggio di andare fino in fondo e, sfruttando anche un’ambientazione così straordinaria, avesse ritratto due anime perdute. Comunque da consigliare perché poche scrivono come la Chase e tante dovrebbero imparare da lei, i suoi libri meno riusciti sono comunque superiore alla media delle altre. Forse se ci fosse stata meno intelligenza e più passione ne avremmo beneficiato tutti. Incompiuto.
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