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                                     LIBERTINI E  VERI UOMINI
 
 "In vain have I struggled. It will not do. My feelings will not be repressed. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you"
“Invano ho lottato. Ma non è servito. I miei sentimenti non saranno repressi. Dovete permettermi di dirvi quanto ardentemente io vi ammiri e vi ami.”
Per chi non l’avesse riconosciuta, questa è parte della dichiarazione di Mr Darcy ad Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio, capolavoro della letteratura e modello per tutti i romances. Ma anche paradigma di come una società ed una cultura intendevano la femminilità e la mascolinità. Darcy è certamente un eroe alpha, molto orgoglioso, testardo e volitivo, il cui tratto principale, oltre all’affidabilità, è la capacità di controllo delle sue passioni e dei suoi istinti, requisito indispensabile per essere considerato all’epoca un vero uomo. All’opposto di questo vero uomo c’era il libertino, o meglio il debosciato, poiché questo termine aveva perso col tempo il suo originario significato filosofico, andando ad indicare semplicemente uomini sregolati e viziosi, senza alcuna tempra morale, che suscitavano il biasimo generale. Per uno strano fenomeno di trasmutazione, quest’esemplare è diventato popolarissimo nel ventunesimo secolo ed è protagonista incontrastato di uno sterminato numero di romanzi d’amore.
Con poche eccezioni, sono una moltitudine le donne che sospirano per tipi come Derek Craven (Sognando te), ladro, imbroglione e prostituto, o come Sebastian Ballister (Il lord della seduzione), il “più grande puttaniere di tutta la Cristianità” e come farebbe Jane Austen se fosse viva, anch’io mi domandavo le ragioni di tutto ciò.
I libertini infatti hanno in genere superato ampiamente i trenta anni, non hanno quasi mai avuto una relazione di una qualche importanza e non si sono mai innamorati prima di incontrare l’eroina di turno. Il che ci porta ad alcune considerazioni:
1) uomini che a trent’anni non hanno mai avuto un rapporto duraturo e significativo hanno chiaramente qualcosa che non va, e certamente sono degli immaturi con gravi problemi affettivi, nella vita reale ci terremmo ben lontane da loro
2)  uomini così immaturi ed inaffidabili è escluso che mostrino tempra morale e vero carattere
3) uomini abituati all’infedeltà ed a continue e ripetitive avventure, è altamente improbabile che cambino  improvvisamente e si trasformino in compagni fedeli, per cui un eventuale matrimonio con uno di loro inizierebbe con le peggiori premesse e quasi certamente farebbe sopportare una montagna di tradimenti
4) uomini adusi alla frequentazione di cortigiane e soprattutto prostitute non saprebbero come soddisfare una donna, poiché lo scopo della prostituzione è proprio questo: pagare per sfogarsi ed appagarsi, non per appagare la propria compagna che non esiste se non in funzione di  puro oggetto sessuale, senza volto e senza identità, perfettamente sovrapponibili le une alle altre
5) parimenti alle esigenze fisiche e sessuali delle donne, questi uomini, non avrebbero idea e fondamentalmente alcun desiderio di appagare anche i bisogni sentimentali delle donne, confinate a sole due parti: mogli e madri da una parte,  sgualdrine dall’altra
6) la maggior parte di questi libertini a trent’anni, proprio in virtù della loro abitudini, erano affetti dalla sifilide a vari livelli, con cui contagiavano le mogli, ignare vittime, e la loro progenie quando decidevano di maritarsi.
Ciò detto, come mai queste figure godono di un tale successo ai nostri giorni?
Secondo alcuni, le lettrici di romance sono di base molto conservatrici e ed aderenti a modelli tutto sommato patriarcali, per cui associano la potenza e l’attività sessuale all’essenza del vero uomo, così come la donna vergine e piuttosto sottomessa è l’essenza della vera donna. Le lettrici quindi, identificandosi con la protagonista illibata, nel conquistare l’eroe così maschio e concupito, ottengono una doppia vittoria: su  tutte le altre donne, su cui si dimostrano superiori, e sugli uomini in generale, visto che loro così inesperte sono riuscite a far impazzire un esemplare di tal fatta. In realtà è una vittoria ben effimera, primo perché ciò non può attenuare il fatto che le donne in quella società non godano di alcun prevalenza e che debbano subire un ordine sociale, morale e giuridico assolutamente ingiusto, secondo perché questo finto trionfo della vergine, mostra assai chiaramente il sogno da parte di queste donne di avere un potere che nella vita reale non hanno affatto.
Per cui, che senso ha morire dietro tipi del genere?
Personalmente mi attrae certamente un eroe passionale e sensuale, il che non fa rima con libertino, tra Derek Craven e Sir Ross (L'amante di lady Sophia) io non ho dubbi, preferisco un vero uomo (con tutto che Derek mi piace molto!).
Certo l'optimum sarebbe un Jofrè de Peyrac (Angelica), ovvero un eore che racchiude entrambe queste figure maschili, ma ripeto, io mi "accontento" di un  Sir Ross o di un Nick Gentry ( Amore ad ogni costo, il quale è lui ad essere vergine all'inizio del libro).
 
Voi invece, da che parte state e soprattutto perché?   
 
 

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