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CHARLAINE HARRIS E LA SERIE DI SOOKIE STACKHOUSE, DAL LIBRO ALLA TELEVISIONE
Charlaine Harris, sposata con un ingegnere e madre di tre figli, ha sempre voluto fare la scrittrice e quindi si ritiene ad oggi una persona molto fortunata. Il ciclo di Sookie Stackhouse, pur trattandosi di una serie urban-fantasy, negli intenti dell'autrice vorrebbe essere una finestra aperta sul mondo dei diversi, di tutte quelle persone che non sono accettate in seno alla società moderna, così come accade infatti a Sookie per via della sua facoltà di leggere le menti umane, che molti trovano inquietante avendo del resto ben poco di bello nella testa da mostrare. Le sue avventure ambientate a Bon Temps, immaginaria città della Lousiana, si svolgono in un contesto contemporaneo che vede i vampiri uscire allo scoperto nello sforzo di integrarsi nel tessuto sociale umano, forti anche della creazione del True Blood, un sangue sintetico molto sofisticato frutto dell'inventiva dei giapponesi e che dovrebbe ( il condizionale è d'obbligo ) togliere dalla testa di queste creature della notte qualsiasi sogno proibito concernente l'attingere a gole umane. Niente è così facile come sembra, perchè se i vampiri hanno fatto sentire la loro voce, altre creature paranormali che ugualmente convivono con gli umani ma in gran segreto, o stanno pensando di emulare i succhiasangue ( mutaforme e mannari ) oppure se ne guardano bene dal seguire il loro esempio ( esseri fatati ) e la convivenza spesso non è facile. La nostra Sookie è sempre al centro dell'attenzione di tutto il mondo paranormale che lei lo voglia oppure no, contesa, amata e temuta. Sulla trasposizione televisiva dei suoi libri ad opera di Alan Ball, l'autrice è molto diplomatica e proclama il "divide et impera": Charlaine non interferisce con le scene da girare e Alan fa altrettanto con i libri che Charlaine scrive, anche se guardando l'episodio pilota l'autrice ha rivelato il suo timore che i vicini le avrebbero tolto il saluto. Charlaine adora la fantascienza, oltre ad essere stata influenzata da Edgar Allan Poe, H. P. Lovecraft e Anne Rice, ma il suo primo amore è stato Jane Austen, seguita a ruota dalle sorelle Bronte.
" [....]Lo tirai fuori dalla borsetta e aprii la busta con la lima per le unghie, estraendo il biglietto che conteneva. Accluso a esso c'era una fotografia che non avevo mai visto, e che era stata senza dubbio scattata quando Eric aveva posato per il calendario che era possibile comprare nel negozio di articoli da regalo del Fangtasia. [...] Aspetto la notte in cui ti unirai a me, aveva scritto sul biglietto, altrimenti bianco, con la sua calligrafia quasi illeggibile."
(Morto spacciato, Charlaine Harris - Delos Books.)
RECENSIONE MORTO SPACCIATO ( Dead and gone ) di Charlaine Harris, by elnora
Publisher/editore: Ace Trade
Publication date marzo 2009
Edizione Italiana: Delos Books, ottobre 2010
Genre and setting/ genere e ambientazione: urban fantasy, contemporaneo Lousiana - USA
Sensuality rating/livello di sensualità: caldo
rating: 8/10
Collegamenti con altri libri: nono libro della serie di Sookie Stackhouse così composta:
- FINCHE' NON CALA IL BUIO (Dead until dark)
- MORTI VIVENTI (Living dead in Dallas)
- IL CLUB DEI MORTI (Club dead)
- MORTO PER IL MONDO (Dead to the world)
- MORTO STECCHITO (Dead as a doorrnail)
- DECISAMENTE MORTO (Definitely dead)
- MORTI TUTTI INSIEME (All together dead)
- DI MORTO IN PEGGIO (From dead to worse)
- MORTO E SPACCIATO (Dead and gone)
- UN TOCCO DI MORTE (A Touch of Dead, raccolta di racconti sul mondo di Sookie Stackhouse)
- Dead in the Family, di prossima pubblicazione
Sookie Stackhouse lavora come cameriera in una tranquilla località della Louisiana. Apparentemente potrebbe sembrare una ragazza come tutte le altre, se non fosse che è capace di leggere i pensieri e frequenta "strana gente": ha un legame di sangue con il capo della comunità locale dei vampiri, nel suo albero genealogico annovera pantere mannare ed esseri fatati e lavora per un mutaforma. I vampiri sono già usciti allo scoperto, ma se decidessero di farlo anche altre creature paranormali, cosa succederebbe? Gli equilibri del mondo sovrannaturale si stanno incrinando e una guerra furiosa sta per avere inizio. Sookie ne sarà coinvolta in modi che non può nemmeno immaginare. Riusciranno vampiri, mutaforme e fate a salvarla?
La serie di Sookie Stackhouse rappresenta il mio porto sicuro dove attraccare quando sono in balia dei tanti libri sui vampiri che popolano gli scaffali delle librerie di questi ultimi tempi. Non fatevi ingannare dalla protagonista che narra in prima persona la sua storia e che legge le menti umane - caratteristiche già viste in giro - Sookie Stackhouse è un personaggio fresco, onesto e caratterizzato da un’autoironia deliziosa che non perde mai la verve. Giunta alla lettura del nono libro ancora non mi sono stancata di questa cameriera della Louisiana che con le sue doti psichiche si muove al centro di complesse vicende in compagnia di creature soprannaturali come fate, mutaforma e vampiri ( una menzione speciale per Bubba, attraverso il quale l’autrice riporta in vita nelle vesti di vampiro demente uno storico artista americano mescolando abilmente finzione e realtà ).
Sookie può leggere le menti degli umani ma non quelle dei vampiri. Non ha mai avuto un ragazzo, del resto come biasimarla? Vi immaginate come deve essere poter ascoltare tutti, ma proprio tutti, i pensieri del vostro compagno? Magari la mattina quando vi vede appena scese dal letto? Quindi la compagnia dei vampiri risulta a Sookie riposante, quasi di conforto e non sarà un caso se diventerà la donna di uno di loro, precisamente di Bill Compton, ermetica e un po’ sbiadita creatura che darà comunque grattacapi alla nostra eroina. Sookie è una ragazza con i piedi per terra, semplice e pragmatica, lontana da manie di grandezza degne di una “super donna”. Mi piace infatti pensare a lei piuttosto come a un’antieroina, che vive la dote della telepatia con imbarazzo e fastidio, che si è sempre sentita diversa a causa di questa sua capacità. Questo dono ha condizionato tutta la sua vita, facendola sentire una diversa, appartata e incompresa, e ora l’ha anche catapultata in situazioni pericolose e ambigue senza però che lei l’abbia mai minimamente desiderato. Infatti Sookie si rivela un’umana utilissima agli occhi di vampiri e mutaforme grazie alla sua “capacità” che consente di portare allo scoperto segreti scomodi, tradimenti e intenti pericolosi. E’ comunque una protagonista credibile, ha un forte senso di responsabilità e si comporta razionalmente anche in contesti dove la razionalità proprio non è di casa. La narrazione in prima persona non è assolutamente limitativa perché attraverso gli occhi di Sookie tutti i personaggi vengono caratterizzati in modo efficace e il lettore non manca spesso di conoscere cosa passa per la testa delle persone ( solo umane però ) potendo la protagonista leggerne le menti. Potreste cominciare a conoscere la serie anche da questo libro, l’autrice ha dichiarato che ciascun libri è concepito come stand alone ed effettivamente vengono spiegati in maniera concisa ma esauriente gli avvenimenti passati, ma io lo ritengo un peccato. Sarebbe come giungere ad un pranzo luculliano per gustare solo il dessert, delizioso senza dubbio, ma avreste perso le portate prelibate che lo hanno preceduto come ad esempio "Morto per il mondo" ( quarto libro della serie ): un primo piatto dai sapori forti, leggermente piccante, molto appetitoso e con un retrogusto dolce, apprezzato soprattutto dalle lettrici che - come la sottoscritta - hanno tifato dall’inizio per Eric, capo della comunità vampiresca locale, biondo e gigante vampiro proveniente dalle gelide terre del nord Europa che mina le piccole e rassicuranti certezze di Sookie.
Tornando però al nostro dessert, "Morto spacciato" – che paragonerei a una torta molto liquorosa farcita con tre leggeri strati di creme - mi sento di considerarlo un altro degli episodi fra i più belli che io abbia letto fin’ora: ha un ritmo teso e atmosfere striate di sentimento, horror e suspense ( insomma i tre strati di crema, appunto ), ma è soprattutto un libro che spicca per i toni drammatici nel finale. Nel suo stile lucido, sintetico, scorrevole e privo di ampollosità, la Harris ci propone un libro molto intenso verso il finale, di confine, dove la protagonista vive situazioni forti, che hanno lasciato un segno tanto profondo in lei che nulla da qui in avanti può essere più come prima. E’ uno dei pregi della Harris quello di preparare bene il terreno durante lo svolgersi della vicenda, costellando il corso della lettura di avventure per giungere poi ad un finale avvincente in termini anche di emozioni. Risvolti inaspettati e una buona dose d’azione serrano il libro lasciando il lettore sazio per la chiusura della storia ma al contempo l'autrice getta i semi degli eventi futuri che frutteranno nei libri successivi, e adesso io aspetto con ansia di leggere il prossimo capitolo!
RECENSIONE TRUE BLOOD LA SERIE, SECONDA E TERZA STAGIONE
by Lener
True blood è sesso, kitch, splatter e turpiloquio.
La prima stagione colpisce come un calcio nello stomaco, riducendo a brandelli l'eleganza e il romanticismo dell'immaginario suprannaturale in generale e vampiresco in particolare. Forse avendo già inequivocabilmente chiarito quali atmosfere debba aspettarsi lo spettatore, la seconda e terza stagione sono meno esplicite e si concentrano sullo svolgimento di una trama che assume contorni sempre più di ampio respiro. Prosegue la storia d'amore tra Sookie, cameriera telepatica interpretata da un'Anna Paquin insopportabilmente smorfiosa e primadonna ( e questo, a parer mio, è il grande mistero di True blood: una tale recitazione da un'attrice premio Oscar capace di ben altro ) e il laconico Bill Compton, vampiro centenario desideroso di integrarsi nell'ordinaria quotidianità della cittadina di Bon Temps. Ma qualcosa di sinistro sta per... riaccadere in questo squallido angolino della provincia americana e la partenza improvvisa di Sookie e Bill, reclutati dall'algido Eric Northman per una missione investigativa nella lontana Dallas, lascerà campo libero a una pericolosa forestiera capace di liberare gli istinti più primordiali degli abitanti del posto. Una seconda stagione quasi scissa in due trame parallele, dove abbiamo su un binario un'orgiastica e babilonica Bon Temps e dall'altra parte, quella decisamente più interessante, uno scontro armato tra vampiri e la Compagnia del Sole, setta umana, politica e religiosa intenzionata a combattere contro le creature delle tenebre. Conosciamo anche Godric, millenario vampiro dall'aspetto adolescenziale, adorato creatore di Eric, nonché una delle figure più affascinanti e dolenti di tutta la serie ( ma confesso di non riuscire a liberarmi dal dubbio Godric mi abbia così colpita perché, tutto sommato, abbastanza "tradizionale" nella sua stanchezza per l'immortalità, nelle riserve sulla propria natura e rispetto della vita umana ). Abbiamo anche un assaggio di quello che sarà il tema vincente della terza stagione: la gerarchia monarchica vampiresca e le lotte di potere in seno allo stesso popolo dei vampiri e altre creature soprannaturali. Ai già conosciuti vampiri e mutaforma si aggiungono i licantropi. Ahimé in True blood non si distinguono per particolare fascino né intelligenza, lasciandosi gioiosamente asservire dal carismatico Russel, machiavellico re dei vampiri del Missisipi. Tra questi volgari e grezzi lupi mannari, emerge il magnifico Alcide Herveaux, non tanto come licantropo ma decisamente come uomo ( in assoluto il mio preferito, che le fans di Bill e Eric non me ne vogliano ). Tanti personaggi e fin troppe sottotrame, alcune deliziose ( come la baby vamp Jessica e la sua sincera storia d'amore con l'adorabile e umanissimo Hoyt ), altre esilaranti nel loro grottesco estremismo ( il folle ma innegabilmente originale Franklin con la sua ossessione per Tara ), altre francamente dimenticabili ( come la famiglia biologica di Sam Marlotte, quintessenza del white trash, e l'improvvisa rivelazione del lato oscuro del nostro barista mutaforma ). I difetti di True Blood sono tanti... ma straordinariamente questa serie è riuscita quasi a renderli i suoi punti di forza. Come ho già detto True blood è sempre e comunque sesso, kitch, splatter e turpiloquio, tuttavia, dopo tanti cliché che hanno inflazionato il genere, è anche una boccata di aria fresca, notturna e umida come il profondo sud della Luisiana dov'è ambientato. Personalmente, con i suoi dodici episodi a stagione, lo considero un godibilissimo guilty pleasure.
Potete leggere la recensione della prima stagione di True Blood qui
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