Avrei dovuto aspettare gennaio, lo so, quando uscirà l'edizione italiana, ma non ce l'ho fatta. Tre mesi mi sembravano troppi, così, nonostante la mia traballante e saltuaria linea internet, ho scaricato Life and Death: Twilight Reimagined. Dopo dieci anni volevo constatare se l'autrice che aveva saputo emozionarmi con una delicata e intensa storia d'amore adolescenziale sarebbe riuscita a ripetere la magia.

Ce l'ha fatta? Purtroppo la risposta è negativa. Non tanto perché la Meyer ha perso il tocco, ma perché il tocco non l'ha proprio usato ed è un peccato, l'idea di ribaltare il sesso dei protagonisti poteva risultare una trovata geniale. Invece, a conti fatti, sembra davvero una furbata.

Non vi tedierò con il riassunto della trama, che penso oramai conoscano anche isassi, ma partirò dai nomi. Stephenie, ma cosa ti sei fumata? In una storia i nomi hanno importanza, specialmente quelli dei protagonisti, dunque come ritieni che possiamo sorbirci un eroe che si chiama Beaufort e peggio ancora un'erona che si chiama Edythe? Senza contare Jacob che diventa Julie e Carlile che si tramuta in Carine, e così per il cambio sesso di quasi tutti i personaggi? Dai, siamo seri! Edward e Isabella erano belli, musicali e adatti a chi li portava, Beau ed Edythe sembrano una farsa, visto che non siamo in un romance medievale. E una farsa involontaria en travesti sembra essere l'intero romanzo, che oltre a nomi improbabili non offre altri spunti interessanti e che non è capace di ridisegnare la psicologia dei suoi character a sessi invertiti.

Il punto di forza di Twilight erano la freschezza e l'ingenuità della narratrice Bella, una giovane - nel precario momento di transizione da ragazza a donna - con i suoi dubbi, le sue paure, le sue insicurezze. Il suo bisogno di abbandonarsi a un amore assoluto e totalizzante. I suoi monologhi in cui potevano specchiarsi molte ragazze in lotta con il proprio aspetto e con le difficoltà di trovare la propria strada. La sua ossessione per un giovane irragiungibile che incarnava tutte le sue più sfrenate e segrete fantasie. E poi c'era Edward, un Romeo dei nostri giorni, che dalle pagine ha sedotto milioni di donne, più che adulte, in tutto il mondo. Eroe tormentato e maschio possessivo e ossessivo, come e più di Bella. Una miscela quasi perfetta, quasi ipossibile da replicare.

Forse, e dico forse, se l'autrice ci avesse creduto veramente, avremmo avuto una versione più matura e differente di Twilight, invece abbiamo praticamete lo stesso libro, con sostanzialemente gli stessi passaggi e le stesse frasi  e una storia d'amore non solo improbabile, ma noiosa. Beaufort è un ragazzo carino, ma tanto tanto normale che si innamora, sai che sorpresa, della divinamente bella Edythe, che sembra uscita da una patinata rivista di moda. Beau non si interroga su se stesso, non si ritiene inferiore a Edythe e non ha lunghi monologhi interiori. Edythe dal canto suo è una centenaria vampira perfettissima e potentissima, dunque non si comprende perché si incaponisca con questo ragazzetto. Se una donna è mediamente più matura di un suo coetaneo maschio, come può Edythe perdere la testa per un acerbo diciasettenne? Commettendo un grave errore, la casa editrice e la Meyer non si sono posti questa semplice domanda, mostrando di aver perso contatto con il pubblico femminile.

Le lettrici vogliono sognare e una donna ultra matura, ultra potente, ultra ricca, anche di fascino, che sceglie un ragazzo banale, uno come tanti, senza nemmeno mezzo potere, reale o metaforico, senza denaro e senza il carisma sessuale che si matura solo con l'esperienza, uccide la fantasia. La umilia. 

Le lettrici vogliono identificarsi nella protagonista, e un'eroina che ha troppo di tutto è irritante, perché ricorda gli innumerevoli esempi di modelli inarrivabili con cui veniamo bombardate ogni giorno e che detestiamo, perché siamo persone reali.

lnfine, le lettrici desiderano un eroe che le rapisca, che le conquiste, che sia speciale in qualche cosa e in qualche modo. Mentre Beau non è niente di tutto questo, al punto che non ci importa né di lui, né di quello che gli succede. Come non ci importa di Edythe. Non a causa di una trama risaputa, ma a causa dell'assenza totale di cuore nella narrazione. E perché ci sono davvero tanti, troppi stereotipi.