Giustamente il titolo è stato inizalmente incluso nella collana “Extra Passion”, perchè di passione, eros e sesso in tutte le espressioni, il libro è ricchissimo. Non altrettanto di trama, che appare flebile, pretestuosa, inconsistente. La sintesi della storia, pertanto, non richiede molto impegno.
Gerard Faulkner, marchese di Grayson e Lady Isabel Pelham, una affascinante e avvenente vedova dell’alta società inglese, decidono di sposarsi per essere così “liberi” di poter frequentare i rispettivi amanti senza l’assillo di fanciulle (per lui) e nobiluomini (per lei), che vorrebbero portarli all’altare. Ad onor del vero, i due protagonisti arrivano all’ardita decisione anche per motivazioni più profonde, frutto di esperienze dolorose che hanno lasciato profonde cicatrici nelle loro anime. Una di queste esperienze segna per sempre Gerard indicendolo a riflettere sul suo stile di vita, sulle conseguenze delle sue scelte e sul bisogno di darsi altre priorità. Si isola da tutti, Isabel compresa, per circa quattro anni e quando ritorna nella dimora coniugale e in società, è un uomo completamente diverso, trasformato, ad eccezione dei suoi appetiti sessuali che sono rimasti elevati, per non dire incontenibili. L’uomo appare così diverso da risultare incomprensibile sia a Isabel che alla sua tessa famiglia, madre a parte che nella vita non ha mai capito nulla di questo indipendente figlio.
La ricerca di un equilibrio con la moglie – di cui Gerard si scopre intanto innamorato perso – e la diffidenza di Isabel che non vuole legami con nessuno, fatti salvi i rapporti affettuosi ma a tempo con i suoi amanti – sono gli elementi su cui lavora l’autrice per buona parte della storia. L’impegno di Gerard per conquistare la moglie - con la quale, va detto, non aveva avuto precedentemente rapporti intimi per precisi accordi presi tra di loro – è un vero lavorio, fatto di apparenti vittorie che si trasformano in sconfitte, di compromessi che diventano precarie tregue, di promesse che vengono subito disattese.
Insomma, questa altalena si dispiega in circa 260 pagine ed è notevole che l’autrice, senza fatti rilevanti, abbia avuto tanto da scrivere senza scadere nella noia. Credo che il libro non faccia dormire perchè il sesso, abbondantemente disseminato nella storia, ha la giusta componente di sogno. E’ spinto ma vario, intenso ma non ripetitivo, a tratti brutale ma anche estremamente romantico. Non difetta nemmeno nella descrizione ambientale che ci perviene ricca di annotazioni sulla società inglese dell’epoca anche se abbiamo copiose testimonianze da parte di colleghi della Day sia di ieri che di oggi.
Diciamo che il libro ha una sua ragione d’essere per esser letto
1.SETTE ANNI DI PECCATO (Sette anni di peccato)
2 MARITO AMANTE (The Stranger I Married)
3.ORGOGLIO E PIACERE (Pride and Pleasure)
4. Bad Boys Ahoy
Milly, sai che è migliore la
Milly, sai che è migliore la tua recensione del romanzo, vero? Non voglio offendere le amanti della Day, ma secondo me lei scrive molto meglio i contemporanei, gli storici nono sono il suo forte e questo non fa eccezione. Meno male che tu te lo sei goduto.
Sono d'accordo con Marin, la
Sono d'accordo con Marin, la Day non mi soddisfa mai del tutto e anche se parte bene poi si perde per strada con troppo sesso. Alla fine mi resta sempre un po' l'amaro in bocca, ma forse è perché questa scrittrice non è nelle mie corde, chi lo sa. Complimenti a milly per l'ottima recensione comunque.Maria Rita- per non confondermi :)
Sylvia Day non mi convince
Sylvia Day non mi convince del tutto , nemmeno nella sua famosa serie che fa impazzire le lettrici di mezzo mondo e anche Marito amante non si sposta dalla sensazione di non completa soddisfazione quando leggo i suoi libri.
Milly ha azzeccato e ha saputo parlare del racconto in modo impeccabile, come al solito, sottolineandone pregi e difetti. Lo riprendero' in mano e farò piu attenzione alla lettura anche se i personaggi non mi sono mai piaciuti del tutto.