La libreria stava chiudendo ed io, a secco di riserve, mi dovevo approvvigionare per il viaggio in treno dell’indomani alle ore 6.15. Considerato che il secondo volume della serie esce a fine mese, ho scelto mio malgrado, di provare Sylvia Day anche stavolta, visto che altri suoi storici usciti negli extra passion non mi erano dispiaciuti.
La storia è ambientata in Inghilterra in un periodo indefinito, ma non per questo meno identificabile. Siamo nel classico Regency, uno dei più battuti dagli autori, fonte inesauribile di ispirazioni e trame e…. anche di vendite, per la verità, visto il favore che continua ad incontrare.
La protagonista, Jessica Sheffield,è rimasta da poco vedova di Benedict Sinclair, marito devoto da lei molto amato. Nell’eredità che quest’ultimo le ha lasciato, c’è una grande proprietà nelle Indie Occidentali e Jessica decide di partire per occuparsene. Il caso vuole che Alistar Caulfied, scapestrato libertino che in passato si è fatto scoprire da Jessica in una situazione molto imbarazzante e compromettente - e per questo il ricordo dell’un per l’altra e viceversa è rimasto indelebile – sia oggi un uomo di successo, proprietario tra l’altro della nave che dovrà portare Jessica all’altro capo del mondo nonché di piantagioni nella stessa regione.
Trovandosi dopo molti anni in stretto contatto negli spazi angusti di una nave, le schermaglie verbali tra i due protagonisti prendono il loro spazio nella narrazione. Ma il piatto forte, naturalmente, è rappresentato dall’inizio della loro relazione sessuale che precede quella sentimentale. Questo perchè ognuno dei due ha tenuto sepolto dentro di sé l’attrazione vicendevolmente provata ed ora il fiume in piena della passione li travolge e con loro, viene un po’ travolta anche l’attenzione dei lettori.
Hai voglia a bilanciare le cose con problematiche che riguardano i trascorsi famigliari dei due protagonisti e di altri personaggi comprimari: resta il fatto che l’autrice ha debordato. Come direbbero William H.Master e Virginia Johnson (nota: bellissima la serie televisiva a loro dedicato che avevo in un primo tempo snobbato), qui c’è un’abbondanza di tutto, dalla fase di eccitamento, al plateau per finire ai ripetuti amplessi. Come si sviluppa e si conclude la storia diventa praticamente secondario.
L’appunto che mi sento di fare all’autrice – che reputo comunque una buona artigiana della scrittura – è di saturare l’argomento sesso facendo scemare nelle lettrici l’identificazione con quelle situazioni hot che di solito rappresentano, con un buon equilibrio, una fuga dal giornaliero per molte di noi. Aggiungo poi quella che mi sembra una topica della scrittrice: parlare di influenze ormonali nei comportamenti all’inizio del 1800 quando si è cominciato a capire la funzionalità degli ormoni stessi all’inizio del 1900. O sbaglio?
Resta un libro godibile se non si pretende di più di quel che può dare.
1.SETTE ANNI DI PECCATO (Sette anni di peccato)
2 MARITO AMANTE (The Stranger I Married)
3.ORGOGLIO E PIACERE (Pride and Pleasure)
4. Bad Boys Ahoy
Leggere Sylvia Day per me è
Leggere Sylvia Day per me è come andare in altalena... a volte vai giù, a volte voli in alto.
La tua analisi cara Milly è perfetta anche se forse io avrei dato al libro mezzo voto in più.