In un gruppo di aficionados, alla domanda che cosa ci regala una buona lettura, non ho fatto in tempo a formulare un pensiero ponderato che un mio amico se ne è uscito dicendo: una buona lettura ci permette di “entrare” nella mente dell’autore e di scoprire la sua anima e poi di “uscirne” con la percezione di essere parte dell’una e di aver assaporato alcune sfumature dell’altra”. La risposta non poteva esprimere meglio il mio sentire.
E’ esattamente quel che ho provato con la lettura di NON LASCIARMI, racconto molto, molto glamour di Isabella Fracon. La storia è ambientata (mi verrebbe da dire, affrescata), alla fine del 1700 precisamente al tempo del trattato di Campoformio che servì alla Francia per consolidare il suo dominio in Italia mediante la svendita di Venezia e dei suoi domini all’Austria (forse, non a caso, il libretto è pubblicato a ridosso dell’anniversario dell’infausto trattato siglato Il 17 ottobre 1797).
Per quanto sullo sfondo, sappiamo che gli eventi storici hanno avuto molta influenza nella vita del protagonista Niccolò il quale, combattendo da partigiano della Repubblica, è entrato in rotta di collisione con il padre, contrario alle ostilità verso le potenti Francia e Austria unicamente per ragioni di interesse. In totale rottura con il padre è anche Rubina che si trova segregata e sottoposta a sevizie corporali per essersi rifiutata di sposare un riccastro quanto bavoso pretendente.
La concisione con la quale l’autrice tesse gli eventi nulla toglie alla pienezza della storia nè al delicato disvelamento dei sentimenti dei protagonisti. La scrittrice dimostra, semmai, la sua capacità di produrre atmosfere senza barocche costruzioni e di saper cadenzare i tempi per produrre un risultato definito. Il viaggio che i due protagonisti compiono nella storia è reale e onirico allo stesso tempo e risulterà, alla fine, più importante della meta. Il primo capitolo del racconto è una scudisciata, il finale, da solo, vale l’acquisto del racconto.
Recensione by Marin
voto 9
Cosa cerchiamo in un libro? Cosa ci spinge a scegliere un autore o un genere rispetto ad un altro ? Cosa deve avere un romanzo per prenderci nelle spire della sua trama facendoci arrivare alla fine col desiderio di leggerne ancora ?
Cos'è quel collante misterioso e magico che riesce a mescolare con sapienza tutti gli ingredienti nelle giuste dosi e proporzioni senza eccedere in una cosa o in un'altra?
E' la capacità di scrivere, amiche mie.
E' la grande abilità di saper trasmettere attraverso le parole emozioni, sentimenti, immagini, sapori, odori, profumi.
E' il dono, l'istinto, il talento con cui uno scrittore ti rende attore della sua storia.
E' la maestria di saper raccontare e far capire anche in poche pagine.
Isabella Fracon è questo tipo di scrittrice e il suo nuovo libro/ racconto che mi accingo a recensirvi è l'ennesima prova delle sue doti e dell'eleganza della sua scrittura, dei suoi dialoghi realistici, dell'eroticità fine e garbata delle sue scene d'amore, della sua conoscenza quasi maniacale ma mai pedante per i particolari storici, del suo conoscere il mestiere e metterlo al servizio di chi legge e di chi cura ogni giorno nel suo lavoro.
Questo piccolo gioiello che ci regala Isabella Fracon parla di vita e d'amore, ci farà piangere ma sarà solo per un attimo, perchè il sentimento dolce e sincero che racconta riesce a superare ogni dimensione e ogni confine...anche quando sembra impossibile.
Niccolò Surian vuol fare l'ultimo tentativo per salvare Venezia e vendicarsi del tradimento di Napoleone che nel trattato di Campoformio annulla secoli e secoli della gloriosa storia della Repubblica di Venezia cedendola all'arciducato d'Austria.
Sa che per lui sarà un suicidio, ma l'amore che nutre per la sua amata città e l'illusione di poter fare ancora qualcosa per fermare il vile traditore francese che li ha venduti in nome della smania di potere e di ambizione, lo spinge a ritirarsi per qualche settimana tra le colline venete di Monselice per preparare il suo piano.
Un giorno, dietro la finestra dell'unica casa che incontra nelle sue passeggiate solitarie e tormentate, vede il viso pallido ed etereo di una giovane donna che lo osserva silenziosa.
Diventa così per lui una piacevole abitudine passare sotto la torretta e salutare con un cenno del capo la misteriosa ragazza che riesce a calmare il suo tormento e la sua rabbiosa solitudine. Le mani che lei appoggia al vetro della finestra sembrano accarezzargli l'anima e quietare per un poco l'angoscia che gli attanaglia la mente e il cuore.
Chi è, si chiede ogni volta...
Rubina Maldura è prigioniera in quella torre, ostaggio senza speranza di un padre che la sta punendo nel corpo e nello spirito perchè rifiuta il matrimonio con un depravato e ricco possidente terriero.
Le sue giornate passano lente e interminabili fra quelle quattro pareti che la soffocano, la opprimono e le tolgono la voglia di vivere. L'infinito calvario della sua solitudine è rotto solo dai pasti che le porta l'anziana carceriera e da quei lunghi e silenziosi sguardi con il bel sconosciuto che ogni pomeriggio passa sotto la sua finestra.
Fino a quando il destino e la fortuna le regalano la sospirata libertà.
Ma dove può andare Rubina? Non ha soldi, non ha vestiti, non ha nulla.
La sua unica speranza è Niccolò. Non ha paura di chiedergli aiuto nè di seguirlo, si fida di lui e delle decisioni che prenderà perchè sa che l'animo nobile e pulito del giovane la terrà al sicuro per sempre.
Il viaggio che Rubina e Niccolò iniziano insieme li portera lontano dal dolore e dalle ingiustizie che hanno pesantemente influito e guidato le loro scelte e cambierà la loro vita per sempre.
Ragazze, che dire? Non vorrei
Ragazze, che dire? Non vorrei suonare banale e retorica ma mi avete commossa con le vostre recensioni inattese. Dovrei essere arrabbiata- voi sapete perchè- e invece vi ringrazio per l'iniziativa.
Quando si scrive si spera sempre di riuscire a raggiungere chi un giorno ci leggerà e di essere in grado di trasmettere idee, emozioni e sensazioni. Non sempre ci si riesce e non sempre ci si riesce nel modo in cui si vorrebbe, avere la conferma di aver raggiunto il cuore anche di una persona è una soddisfazione enorme. Grazie ancora per le vostre parole.
Io credo che nessuno meglio
Io credo che nessuno meglio di me sappia la generosità del tuo cuore... e che ami gli elefanti.
Ma nessuna amicizia o stima mi farebbe dire cose che non penso veramente.
Questo tuo racconto mi ha emozionato come pochi sanno fare e mi sembrava ingiusto non rendere partecipi a queste sensazioni le altre amiche del blog.
Le lodi le meriti tutte, credimi.
Cara Maet, le emozioni le sai
Cara Maet, le emozioni le sai trasmettere eccome e condividere le mie impressioni con le lettrici mi sembrava solo giusto. Siamo inondati di prodotti mediocri o pessimi, spesso scritti da analfabeti che grazie alla pubblicità o a recensioni comprate riscuotono comunque gradimento. Segnalare un prodotto di alta qualità, che solo per lo stile raffinato e pulito meriterebbe un 10, è un dovere per me.
Aspettiamo il prossimo racconto, anzi no, il prossimo romanzo.
Milly e Marin la vostra
Milly e Marin la vostra bravura non si smentisce, condiviod ogni parola!
Ieri sera ho scaricato l'ebook sul pc e non l'ho mollato fino all'ultima pagina! Ringrazio Isabella per tutte le emozioni che mi ha dato, mi sono ritrovata completamente catapultata nel Veneto del 18esimo secolo a seguire col fiato sospeso la vicenda di Rubina e Niccolò, due personaggi forti e indimenticabili, per me. Finale geniale!
Lilith, sei davvero un
Lilith, sei davvero un diavoletto! Sono io a ringraziare te per tutto e per l'entusiasmo che mostri per il mio racconto. Niccolò e Rubina mi sono molto cari e saperli "adottati" dalle lettrici è strano e lusinghiero allo stesso tempo. Il finale non so se sia geniale, ma è gentile che tu lo pensi.
Io sono un diavoletto! Anzi
Io sono un diavoletto! Anzi la moglie del diavoletto, non si vede? Ragion per cui non ho bisogno di mentire e dico sempre ciò che penso: il lusso di Mrs Devil !
Diavoletti... elefanti... Non
Diavoletti... elefanti...
Non ti facciamo mancare nulla Maet!
Non ho una particolare
Non ho una particolare predilezione per i racconti, però se sono ben scritti li apprezzo in special modo perché rappresentano una sfida maggiore di un romanzo, non è infatti facile rendere credibili storia e personaggi in poche battute. Isabella Fracon ci è riuscita, regalandoci una storia intensa ed emozionante, per niente scontata, che forza un poco alcuni limiti del genere. L'ho letto tutto d'un fiato e l'ho terminato con dispiacere, mi sarebbe piaciuto restare ancora in compagnia di Niccolò e Rubina. Complimenti a questa giovane autrice, che penso andrà lontano e brave le blogger che hanno recensito egregiamente il racconto. Rossella
Cara Rossella, non sono poi
Cara Rossella, non sono poi tanto giovane ma grazie, grazie per l'attestato di stima, l'augurio per il futuro e per aver apprezzato " Non lasciarmi". La storia un po' particolare rappresentava una sfida e sono felice che ti sia piaciuta e ti abbia coinvolta.
Letto in autobus mentre
Letto in autobus mentre andavo al lavoro, semplicemente bellissimo! L'ho iniziato tanto per dare un'occhiata e non sono riuscita a staccarmi fino alla fine, una fine spettacolare secondo me, ho ancora gli occhi lucidi!!!Bravissima Isabella Fracon e bravissime Milly e Marin, due recensione che rispecchiano perfettamente ciò che penso. Un saluto a tutte. Nadia
Ti ringrazio Nadia, sono
Ti ringrazio Nadia, sono lieta di averti tenuto compagnia mentre ti recavi al lavoro. Per un autore avere la conferma di saper toccare le corde del sentimento è un grandissimo complimento. Spero che in futuro sarò in grado di farti venire gli occhi lucidi, o magari di sorridere, con un'altra storia.