Con Il matrimonio dell'anno la Guhrke mi ha dato grande soddisfazione. L'avevo preso in mano titubante perché l'idea che regge la serie, ovvero spose abbandonate sull'altare e poi "riprese", non mi entusiasmava. Credo nelle seconde possibilità, ma a tutto c'è un limite. La bravura dell'autrice, però, mi ha spinta a dare alla serie almeno una prima possibilità, e ho fatto bene. La sinossi sul retro della copertina non rende giustizia a questo gioiello scritto e sviluppato impeccabilmente. Siamo all'inizio di un nuovo secolo, il XX, e nell'aria è forte il profumo del cambiamento. Le donne cominciano a indossare i pantaloni, guidare le primissime automobili e la nobiltà a perdere un po' di altezzoso distacco dal resto della società che lavora. C'è ancora tanta strada da fare, ma è pur sempre un inizio.
Sei anni prima, William Mallory e Beatrix Danbury, entrambi nobili e ricchi, stavano per sposarsi e coronare il loro sogno d'amore. Diversi eppure affini, si erano amati per anni, e speravano di poterlo fare come marito e moglie anche per quelli a venire. Ho apprezzato molto questi due personaggi, come anche quelli secondari. La Guhrke è stata così abile nell'infondere loro il soffio della vita che mi è sembrato di vederli, di distinguere la diversità dei loro gesti, mirabilmente coerenti con il loro temperamento.
William è un uomo moderno, un sognatore proiettato verso il cambiamento, che odia l'etichetta e l'immobilismo della società a cui appartiene e ha ormai abbracciato l'innovazione inesorabile del nuovo secolo, che per lui rappresenta un mare di opportunità. Vuole l'avventura, sogna la conoscenza. Ama l'archeologia e l'Egitto, che proprio in quegli anni colpiva la fantasia dei lettori europei con i resoconti dei viaggi e delle scoperte archeologiche. Beatrix è invece una donna più combattuta, legata alla famiglia e alla tradizione, che soffoca un innato ma timido spirito d'avventura per diversi motivi. Quando, a pochi giorni dal matrimonio, per loro si presenta la grande scelta: partire insieme per l'Egitto alla ricerca della tomba di Tutankhamon, oppure lasciarsi, i due fidanzati si lasciano. Lui incolpa lei, lei incolpa lui. Fatto sta che William rimane nella terra dei Faraoni per sei anni, mentre Beatrix cerca di ricomporre i pezzi della propria vita.
Quando si rivedono, lei è fidanzata con il rigido ma attraente barone Aidan Carr e lui sta cercando disperatamente un finanziatore per altri scavi alla ricerca della tomba leggendaria. L'attrazione che li legava un tempo torna a tormentarli, ma le cose non saranno facili, né Beatrix così disposta a dimenticare. Ne nasce un romanzo estremamente intelligente, molto psicologico e maturo. Gli scambi tra Beatrix e William, cattivi, ironici, spesso rabbiosi, a volte disperati, ma sempre pieni di passione, rappresentano una parte importante del libro, che ha un ritmo incalzante nonostante gli accadimenti siano ridotti al minimo. Sono i sentimenti e gli stati d'animo ad avere il ruolo di protagonisti, eppure leggerli è un'avventura. La Guhrke è riuscita a coniugare logica, sensualità e ironia, cosa non da poco. Accanto a Beatrix e William troviamo Aidan, l'esatto opposto di William e Julie, cugina inquieta e scapestrata di Beatrix. La Guhrke li delinea in modo perfetto, suggerendo quello che sarà lo sviluppo del prossimo romanzo. Un bravo scrittore spesso si riconosce anche da come tratta i personaggi secondari e vedrete se Aidan e Julie non sapranno conquistarvi!
Mi è piaciuto molto il modo realistico di presentare un tema delicato nelle relazioni: la conciliazione delle aspettative. Soprattutto, ho simpatizzato con William, un uomo che vede oltre i limiti delle convenzioni sociali e che brucia di una vera passione, l'archeologia, ma non ho potuto non comprendere le motivazioni di Beatrix, e il confronto tra i due è inizialmente alla pari. Con maestria, e uno stile di scrittura fluido ed elegante, l'autrice porta il lettore alla fine del romanzo creando situazioni che permetteranno ciò che all'inizio sembrava impossibile.
Una curiosità: il ritrovamento della tomba del giovane faraone Tutankhamon (avvenuta il 4 novembre 1922, nella Valle dei Re) fu, come è risaputo, la scoperta archeologica più importante del secolo, e sicuramente una delle più importanti della storia, perché svelò agli occhi del mondo, per la prima volta, l'interno di una tomba reale rimasta completamente intatta. Il ricchissimo corredo della tomba fornì oggetti di valore inestimabile per la ricerca.
Nel romanzo si fa esplicito riferimento a Howard Carter, l'archeologo a capo degli scavi in Egitto, e dunque il personaggio di William Mallory, a rigor di logica, dovrebbe essere liberamente ispirato a George Herbert, V conte di Carnavon, egittologo britannico che finanziò le ricerche. I nomi di Carter e Lord Carnavon sono ormai leggenda e la loro impresa è stata raccontata in innumerevoli film, romanzi e saggi di archeologia. Carnavon non ebbe però molta fortuna: pochi mesi dopo l'apertura della tomba, all'età di 57 anni morì a causa della puntura di un insetto. Questo probabilmente alimentò la fantasia di un giornalista e nacque la leggenda della Maledizione di Tutankhamon. Auguriamo al personaggio della Guhrke maggiore longevità.
Nell'immagine in basso, l'apertura della tomba di Tutankhamon
Primo volume della trilogia "Abandoned at the Altar", spin-off della serie "Girl bachelors". La serie prosegue con:
2.Scandal of the Year
3.Trouble at the Wedding
Mi sembrava di aver
Mi sembrava di aver già lasciato un commento, ma forse non l'ha mai preso o il caldo mi dà alla testa.
Cara Bluefly, prima di tutto ti faccio i complimenti per la bellissima recensione, poi concordo con te su questo romanzo che si è rivelato migliore di quanto mi aspettassi. All'nizio anche io come Marin mi sono irritata con William, ma poi col procedere del libro ha cominciato a piacermi; in particolare mi ha colpito come la Guhrke ha riannodato la relazione tra i due ex fidanzati, non era semplice farlo in maniera credibile .
Grazie Milly! Sì, la Guhrke
Grazie Milly!
Sì, la Guhrke ha risolto brillantemente una situazione apparentemente senza sbocco.Sono molto curiosa di leggere il secondo della serie, che sarà fors edi stampo piùclassico ma con due personaggi che fanno scintille.
Non ho letto il libro,
Non ho letto il libro, Bluefly, proprio per l'argomento che tratta e che mi piace pochissimo. Personalmente non credo mai alle seconde possibilità, tuttavia siamo in un libro e possono anche andare, ma essere piantata sull'altare perché mi si preferisce uno scavo archeologico non mi va giù nemmeno con l'olio di ricino. Non esisterebbe proprio più come persona uno così e se mi frulla in testa che è tornato solo per trovare altri finanziamenti ... non sarei solo rabbiosa.
La tua ottima recensione mi stuzzica però a leggere il libro su Aidan e Julie.
A me questo libro è piaciuto
A me questo libro è piaciuto propro per questo. Il gioco proposto nel romance di solito è troppo semplice: un uomo e una donna che cercano qualcuno da sposare, non hanno grandi aspettative, si innamorano, si spostano e via. Ma cosa accade se si hanno aspettative e sogni diversi? A volte stare insieme a qualcuno significa anche venirsi incontro, e né Will né Beatrix all'inizio riescono a farlo. La seconda possibilità dunque significa riscire a riprendere il discorso con una maggiore maturità, col senno di poi insomma. E vedere se ciò che prima era inconciliabile non lo è diventato ora. E poi, tieni conto che si tratta di un libro scritto benissimo.
Detto questo, io sarei quella che scappa in Egitto...
Ti accompagno
Ti accompagno allora...
Riprendere il discorso in un rapporto che si era interrotto, per la mia personale esperienza, è stata una perdita di tempo e forse per questo giudico negativamente le seconde possibilità. Credo che nella coppia ognuno abbia sogni e aspettative diverse com'è giusto che sia e solo venendosi incontro si va avanti. I compromessi, le rinunce e i passi indietro si fanno insieme e si accettano se c'è il sentimento. Se manca, invece si fugge e si mette davanti a tutto il proprio ego, la professione, la carriera...
Scappare, mollare tutto, ripresentarsi dopo anni e pensare di poter ricominciare dove si era fermato il progetto di vita che si era fatto insieme, significa per me non avere rispetto della persona che hai ferito andandotene e l'egoismo di pensare che tutto ruoti intorno alla tua persona.
Senza contare che alla prossima nuova difficoltà e divergenza di opinione lo rifarebbero di nuovo.
Nella vita reale logicamente... nei romanzi è tutto diverso.
Ti confesso la mia più grande soddisfazione? Quando ritornano e si mangiano le dita ...
Diciamo che essendo un
Diciamo che essendo un romance, la Guhrke presenta il problema in modo soft. Ma la questione si pone: non è sempre un fatto di opinioni, ma di aspettative. Will ha una forte passione per l'archeologia e sogna di fare la più grande scoperta della storia (cosa che poi fece anche nella realtà). Beatrix vuole la sicurezza per sé e per i propri eventuali figli. Nella realtà le due cose non sarebbero coniugabili, nei romanzi sì. D'altra parte è naturale immedesimarsi nel persogaggio che più si avvicina al nostro modo di essere e valutare secondo le nostre esperienze. Anch'io come Will tanti anni fa ho avuto una passione "intellettuale" (non l'archeologia però), che mi ha posto davanti a delle scelte, e come Will ho scelto, accettandone le conseguenze. Purtroppo la vita è un po' diversa dai romance. Ma perché condannare chi insegue un sogno? La società lo fa quasi sempre però. Ho apprezzato che la Guhrke abbia trattato il povero Will con maggiore delicatezza