L’opera è concepita come un feuilleton di fine ‘800: al posto delle puntate tipiche del “romanzo d’appendice”, l’autrice ci offre sequenze in continua evoluzione, una cavalcata tra passato e presente, paesi e tradizioni, sentimenti e accadimenti.
La storia inizia con la protagonista, Anahita Chavan, nella sua casa di Darjeeling, India, in attesa di figli, nipoti e pronipoti invitati per festeggiare il suo centesimo compleanno. Ma Anahita non è concentrata sull’evento, bensì nella ricerca di chi, tra i membri della sua famiglia, potrà accettare il compito di ritrovare il suo primogenito Moh che ha dovuto abbandonare in Inghilterra all’età di due anni dopo la fine della prima guerra mondiale. Lei infatti non crede che il figlio sia morto sebbene disponga di un certificato di morte inglese. E questo perchè Anahita non ha sentito la sua morte. Per non essere ritenuta fuori di testa, da molto tempo ha provveduto a scrivere la sua storia, di come sia nato e sviluppato il suo amore, ricambiato, con il nobile inglese Donald Astbury, padre del piccolo e sulle circostanze che l’hanno costretta a lasciare il paese, l’uomo della vita e il loro adorato figlio.
Anahita crede di aver individuato nel pronipote Ari Malyk la persona che ha il suo dono e gli affida pertanto il suo manoscritto e il compito di svolgere ricerche in Inghilterra per avere notizie del figlio.
La madre di Anahita, di stirpe nobile, a suo tempo aveva rinunciato al suo status e al benessere della sua famiglia per contrarre matrimonio con un semplice insegnante. La donna, alla morte del marito, deve incrementare la sua attività di guaritrice e nello stesso tempo trasmettere alla figlia la sua scienza. Da tempo la madre di Anahita aveva scoperto che la ragazza aveva ereditato i suoi poteri e cioè: la capacità di diagnosticare le malattie; di sperimentare nuovi rimedi nell’ambito dell’antica medicina ayurvedica e di percepire molto tempo prima che accadesse, la morte delle persone.
L’ospitalità presso una parente ricca consente alle due donne di barcamenarsi. Anahita si trasformerà in dama di compagna e tutor di una cugina anche se quest’ultima, per gelosia, non le dimostrerà molto affetto e amicizia. Ma sarà la coetanea Indira, figlia di Ayesha, Maharani del regno di Cooch Behar, a cambiarle la vita. Ad un raduno di re e principi indiani conosce la ragazzina e riesce a catturare la sua attenzione e a guadagnarsi la sua benevolenza. Questa nuova relazione la porterà a diventare la beniamina della Maharani e a seguire Indira in Inghilterra per studiare assieme a lei in un college locale.
All’epoca l’India era una colonia inglese e gli inglesi erano educati allo snobismo, alla supponenza ed era piuttosto normale che coltivassero sentimenti razzisti verso i popoli sottomessi. Anahita né fa le spese e la sua pelle scura non le facilita la vita. In particolare, sarà proprio Maud, la madre di Donald, ad osteggiarla in modo sfacciato e a determinare la sua rovina.
A 10 anni di distanza dal momento in cui ha ricevuto il diario della bisnonna, Ari Malyk , depresso per aver perduto la donna amata, legge il documento decidendo poi di partire per l’Inghilterra per esaudire il suo desiderio. Da dove iniziare? Ovviamente dal castello degli Astbury.
Nel castello si sta intanto girando un film che vede per protagonista un’attrice beniamina del grande pubblico, Rebecca Bradley, che attraversa un momento delicato in quanto sente che il suo rapporto con il fidanzato Jack Heyward, anch’egli attore, è entrato in crisi. Cosa ha a che fare questo personaggio con la storia dell’indiana Anahita? Apparentemente nulla se non che Rebecca assomiglia come una goccia d’acqua alla moglie americana di Donald.
Della trama non voglio aggiungere altro se non che le tante storie, come in un arazzo, man mano che la tessitura/scrittura procede, vanno a comporre un quadro armonioso, avvincente e ben concatenato. L’autrice ci rimanda in più occasioni al pensiero di Rudyard Kipling laddove, per i rapporti, consiglia:
“di non perdere la calma anche quando chi ci circonda è in panico; usare la perseveranza, credere sempre in noi stessi, autocontrollo, autostima, fiducia, coraggio, dominio di sé, tenacia e pazienza.Si diventa uomini prendendo coscienza di sé stessi, stando a contatto con gli altri, facendo esperienze, restando ben presenti a sé stessi, mantenendo la fede in ciò che si fa, in quello che si è……”.
Ma il messaggio più importante dell’autrice è che chi ha la fortuna, l’audacia e la capacità di vivere un grande amore, diventa a sua volta un essere speciale, detentore di una sapienza di vita e sentimenti che dovrà a sua volta poter trasmettere. Non a caso buona parte dei personaggi femminili del romanzo, sono migliori perchè mettono al centro delle loro vite l’amore, ritenuto l’unico sentimento per cui valga la pena lottare e anche perdersi.
L’autrice, poi, prima di lasciare che il suo corposo romanzo prenda la sua strada, ci regala sul finale un vero coup de theatre, e lo fa con tanta maestria che ad un certo punto devi rileggere la frase per vedere se hai ben capito. Emozionante, con brivido garantito.
Non vorrete mica perdervelo, vero?
Che altro c'è da dire se non
Che altro c'è da dire se non bravissima Milly! Il brivido l'ho avuto io leggendo la tua fantastica recensione e adesso mi tocca procuramelo immediatamente. Ho capito che è un romanzo molto lungo, ma evita o no l'effetto mattone? Anna
Ti ringrazio Anna, come sei
Ti ringrazio Anna, come sei gentile. Effettivamente il romanzo è molto corposo, ma non è affatto un mattone, anzi. Certamente ci sono passaggi lenti, ma la trama è molto equlibrata e con un bel colpo di scena finale, tra l'altro. Non penso ti annoierai se decidi di provarlo.
Recensione approfondita e
Recensione approfondita e coinvolgente come sempre Milly, dove hai messo benissimo in luce tutti i pregi del libro. Ho comprato il romanzo dopo la vostra segnalazione tra le uscite del mese scorso e si è rivelata una lettura di spessore e di grande respiro, di quelle che ti fanno rimpiangere di averle terminate, lasciandoti tuttavia soddisfatta. Io ho amato particolarmente la parte indiana, che mi ha fatto sognare nonostante le vicende narrate non siano leggere. Rossella
Cara Rossella, sia io che le
Cara Rossella, sia io che le altre blogger siamo sempre liete di poter esser d'aiuto nella scelta delle letture. Ti ringrazio per l'apprezzamento e concordo, la parte indiana è molto suggestiva.
E' impressionante cara Mily
E' impressionante cara Mily la tua capacità di farmi incuriosire su un titolo che proponi e poi farmelo amare (come è stato per esempio per Il colore del latte e I guardiani della storia).
Parto sempre con diffidenza per poi ricredermi durante la lettura.
Grazie
Grazie cara Marin, che
Grazie cara Marin, che bellissimo complimento! Ti assicuro che anche questo romanzo vale assolutamente la pena. Mi saprai dire una volta terminato. Un abbraccio
Lo avevo preso anch'io ma non
Lo avevo preso anch'io ma non ho ancora avuto il tempo di leggere nemmeno una pagina. Ma dopo la tua recensione devo rubare qualche ora al sonno.
Cara Emynem, spero che il
Cara Emynem, spero che il libro ti piaccia e vedrai che le ore rubate al sonno si tramuterranno in piacevoli escursioni con la fantasia. Fammi sapere la tua opinione.