La storia è costruita intorno ad una cena che improvvisamente deve essere data dai coniugi Clara ed Edward Moorhouse al posto di quella organizzata dall’ambasciatore inglese a Parigi il quale, resosi indisponibile per impegni, non può disdire l’incontro con un gruppo di importanti ospiti.
Troviamo Clara, la protagonista, per niente preoccupata dell’imprevisto dal momento che suo marito è un diplomatico in carriera ed entrambi sanno bene che una cena ben riuscita, in questa fase dell’attività di Edward e con ospiti di livello, può costituire una spinta per la sua promozione ad ambasciatore in Irlanda, possibilità molto concreta anche perchè Clara, cittadina statunitense, è di origini irlandesi.
I preparativi per la cena, molto ben curati, pieni di dettagli e atmosfere, costituiranno un elemento importante nel racconto perché ci forniscono la chiave di lettura del carattere di Clara. Donna meticolosa, ordinata, pianificatrice, abituata a tenere sotto controllo le emozioni, perfetta nello svolgimento dei compiti che si è assegnata nella vita di coppia e nel sociale. Lei si definisce un diplomatico di Sua Maestà senza stipendio, ma è anche vero che quello del marito è più che sufficiente e consente a lei e ai due figli maschi, una vita agiata e cosmopolita.
Parrebbe una vita da manuale, ma anche l’ineffabile Clara ha la sue pene: convive infatti con un segreto che doppiamente la tormenta perché legato all’uomo che ha veramente amato, Niall, e ad un’azione di fiancheggiamento all’I.RA , “Irish Repubblican Army”, cioè la parte di combattenti per l’indipendenza dell’Irlanda dall’Inghilterra che non ha mai riconosciuto l’Accordo Anglo Irlandese del 1922. Un’azione in cui l’ha coinvolta lo stesso Niall ma di cui lei non ha mai saputo le finalità, limitandosi ad immaginarle. Da oltre vent’anni si chiede infatti se il denaro che ha portato dagli Stati Uniti all’Irlanda sia servito per organizzare attentati e se qualcuno, a causa di esso, abbia perso la vita. Il timore, mai sopito nonostante il trascorrere degli anni, è che qualcuno possa ricordare di averla vista a Dublino o accostarla a Niall. Se ciò accadesse, la carriera di suo marito e la serenità famigliare, potrebbero essere compromesse.
Per Niall, all’epoca, lei avrebbe fatto di tutto, anche in contrasto con le sue convinzioni. Sapeva di essere amata da Niall, eppure lui aveva mancato all’appuntamento che si erano dati dopo la consegna del denaro: di più, si era volatizzato e dopo alcuni anni aveva saputo che era morto.
Più volte, nel corso degli anni, a Clara è sembrato di vedere Niall tra la folla. Anche stamattina, proprio mentre faceva un supplemento di spesa al mercato e comprava fiori e piante dal fiorista, aveva intravisto il suo volto. La stanchezza, la preoccupazione per il figlio minore Jamie che aveva lasciato la scuola di Londra con un trucco – e ciò poteva preludere alla sua espulsione dal prestigioso all’istituto – lo scontro in strada con un misterioso quanto malconcio straniero, avevano messo a dura prova il suo proverbiale autocontrollo proprio a poche ore di distanza della cena.
A questo punto del racconto si verificano alcuni colpi di scena che avrebbero tutta la consistenza per dare una scossa al racconto, ma ciò non avviene: la scelta dell’autrice, perchè di questo si tratta e non di incapacità di valorizzare gli elementi, è invece quella di un coinvolgimento intimistico, trattenuto, ragionevole, privo di pathos. Lei sfiora le emozioni, non ne suscita. Lei ti rimanda al raziocinio, non alla passione. E’ contenuta al punto che anche alla fine del racconto tu non sai se oltre al rispetto ha mai provato amore per il marito. Anche su una figura di rottura come poteva essere Niall, l’unico che appaia sanguigno e con un carattere determinato, non consente al lettore di conoscerlo perchè l’autrice lo tratteggia in forma minimale.
Clara non è una signora snob, ma non si leva mai (metaforicamente) le scarpe di Christian Loubotin. Non basta a farla sentire diversamente neppure una sofferta decisione che sul finire della storia deciderà di prendere. C’è più calore nella concitata preparazione della cena che nei sentimenti espressi. Ed anche sulla cena, nonostante la gran maestria dell’invidiata cuoca Mathilde, faccio un rilievo. Come si può sostituire un pesce del mediterraneo con del pangasio, pesce povero di Omega 3 allevato nel delta inquinato del fiume Mekong in Vietnam?
La mia conclusione personale. Perchè disponendo di grande talento espressivo l’autrice ci presenta un racconto così smorzato e sostanzialmente grigio come la copertina del suo editore italiano? O forse sono io che pretendo troppo?
Che peccato
Che peccato, se in un romanzo manca un po' di pathos, se i protagonisti non suscitano emozioni, vuol dire che il libro è riuscito a metà. La trama sembrerebbe interessante, ma non basta.
Grazie dell'ottima recensione Milly. Se, come dici tu, c'è più calore nella preparazione della cena che nei sentimenti dei personaggi, allora non fa per me.
Cara Bluefly, io a volte mi
Cara Bluefly, io a volte mi chiedo cosa ci sia dietro romanzi del genere. Il talento espressivo è innegabile, ma le emozioni e il pathos latitano, per cui mi viene il sospetto che sia principalmente un esercizio intelletuale, riservato agli intellettuali per i quali una frase ben congenata con termini poco usati è il massimo del successo.
In generale detesto l'uso
In generale detesto l'uso dell'arte, in questo caso della narrativa, come puro esercizio intellettuale, perché mi risulta inutile. I veri grandi autori hanno saputo trasmettere emozioni indimenticabili senza rinunciare anche a stile e riflessione sociale. E infatti verranno ricordati in eterno. Altrimenti, è solo noia.
Hai ragione...
Hai ragione Milly. Probabilmente ci sono anche scadenze con le case editrici. Mi viene da chiedere se il talento basta per scrivere un bel libro o deve accendersi quel quid tra anima e testa che permette alle emozioni di esprimersi al loro meglio su carta tramite una storia. A me è capitato con la Klaypas. Adoro il suo stile, eppure ci sono stati romanzi che ho percepiti forzati, tirati per le orecchie. Molta bravura e competenza nello scrivere ma per nulla coinvolgenti emotivamente. Non so voi se avete avuto esperienze simili anche con altre scrittrici. Più brave sono più stridenti sento questi contrasti. PATTY
Cara Patty, sottoscrivo in
Cara Patty, sottoscrivo in pieno ogni tua parola! Non sono state poche le volte in cui un romanzo di un'autrice che amavo mi ha delusa per l'evidente meccanicità figlia di scadenza da rispettare e non dell'ispirazione. In questi casi mi sento molto delusa e anche un po' presa in giro, però perdono facilmente e concedo un altra possibilità, sperando in una bella sorpresa.
Seguo sempre i vs. consigli letterari...
Seguo sempre i vs. consigli letterari... e non solo di romance e spesso sono libri molto belli. Uno su tutti, letto recentemente per esempio, LA CANZONE DI ACHILLE...BELLISSIMO!!!!! Questo romanzo, da te recensito benissimo, l'avevo già adocchiato nella presentazione, ed è uno di quelli che avevo segnato. Ma il tuo giudizio non proprio positivo mi frena. Va bene l'intimistico, che a me personalmente piace molto..mi sembra di venire a conoscere di più i personaggi. Ma la noia e la lentezza in un libro proprio no. Che faccio???? PATTY
Cara Patty ti ringrazio per
Cara Patty ti ringrazio per la tua gentilezza,speriamo sempre che i nostri consigli vi siano utili. Sono contenta che ti sia piaciuta La canzone di Achille, è un libro molto bello, al contrario di questo. Anche a me aveva incuriosito moltissimo e non posso negare che l'autrice scriva con grande maestria, però manca qualcosa, a partire dal ritmo. Visto che i gusti sono personali, non posso essere sicura che a te non piacerebbe invece, tuttavia io sinceramente non lo consiglierei.
Mi aveva incuriosita un poco
Mi aveva incuriosita un poco la trama, ma poi alla fine preferisco cose con più sangue... anche il pesce lo amo piccante e saporito.
Lascio Milly...
Marin cara, non posso che
Marin cara, non posso che dirti anch'io: lascia. Sicuramente spezie e sapore qui difettano...