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Venerdì, 8 novembre, 2013 - 00:03
Milly

In the Spotlight/Sotto i Riflettori: Ester Ashton

L'AUTRICE

Ester Ashon vive a Roma con la sua famiglia e un gatto da molti anni.
Ama molto leggere libri romance storici, fantasy e urban – fantasy, tanto che non avendo più posto nella sua libreria, li regala alle sue amiche.
La sua avventura con il mondo della scrittura nasce per caso su internet e incoraggiata da un’amica, scrive un fantasy.
Nel marzo 2010 esordisce con il suo primo libro che fa parte di una saga dal titolo Damned for the eternity – The secret e dopo pochi mesi partecipando a un concorso si classifica al 3 ° posto nella narrativa edita fantasy al Premio Letterario Nazionale Circe – una donna tante culture. Amante di romanzi d’amore a ottobre 2011 esce con un nuovo romanzo Una passione nel tempo Il mistero e il mese dopo con il sequel della saga Damned for the eternity – the mistery.
Tra un libro e l’altro di cui non può fare a meno di scrivere, ha continuato a concorrere ad altri premi letterari e a febbraio 2012 si è classificata semifinalista al Premio Internazionale Penna D’autore, con il romanzo Una passione nel tempo – il mistero.
A marzo 2012 il suo primo libro Damned for the eternity – the secret è uscito in seconda edizione.. Recentemente ha scritto anche un racconto “Red Passion” che fa parte di un’antologia che si intitola Woman in Red, e Le Prescelte in Fantasy 2012 e successivamente agli inizi di dicembre 2012 escono dei racconti erotici Lo scrigno dell'eros .

http://esterashton.blogspot.it/

  

IL LIBRO

PERVERSE LOVE LIBRO APERTO EDIZIONI

« Sapevo benissimo che invece non avrebbe dimenticato nulla e neanch'io»
 

Alexandra Wheeler è una scrittrice di talento, ma la sua ascesa avviene quando decide di aggiungere ai suoi romanzi un tocco di erotico. Quello che i lettori non sanno è che nella vita privata non ha mai assaporato le fiamme della passione. L’incontro con Chris Davemport, bellissimo e affascinante proprietario di un’agenzia di servizi di sicurezza, cambierà ogni cosa. Perseguitata da uno stalker, Alexandra si affiderà alla sua protezione vivendo una notte di passione sfrenata che si rivelerà fatale sia per lui sia per lei. Tra colpi di scena e infuocate notti d’amore, un tragico evento li porterà davanti a un bivio indiscutibile: Chris e Alexandra riusciranno a conquistare il cuore l’uno dell’altra?
                                   

 

L'ESTRATTO

Una leggera brezza entrava dalla finestra aperta, muovendo lievemente la tenda, mentre i pallidi raggi del sole si affievolivano ormai al tramonto. C’era ancora abbastanza luce nello studio e questo mi permetteva di non accendere la
lampada sulla scrivania e di poter scrivere indisturbata il mio nuovo romanzo. Pigiavo veloce sui tasti concentrata sulla nuova trama che da qualche giorno riempiva la mia mente, anche se le immagini che affioravano erano per lo più erotiche.
Dopo che i miei primi romanzi avevano avuto un discreto successo, anche per le situazioni erotiche e passionali dei protagonisti, avevo deciso di osare un po’ di più, sicura che i lettori ne sarebbero stati entusiasti. Mi fermai appoggiandomi
allo schienale della poltrona e rilessi il passaggio che avevo scritto e per quanto quella scena danzasse davanti ai miei occhi, avevo l’impressione che mancasse qualcosa. Sospirai tamburellando le dita sul legno liscio e lucido della scrivania,
socchiusi gli occhi e corrugai la fronte rileggendo il passo.
“Lucrezia allungò la mano verso il suo pene e lo strinse tra
le dita” lessi “per quanto la sua asta fosse dura, si meravigliò
di quanto la sua pelle fosse liscia e morbida come velluto”
spazientita sbuffai.
“Ma come faccio a dire che sia proprio così se non l’ho mai
provato?” pensai.
Per quanto avessi quasi trentatré anni, la mia vita sessuale faceva acqua da tutte le parti. Certo non ero più vergine e di questo dovevo ringraziare ‒ anche se mi sembra alquanto esagerato dirlo ‒ un ragazzo conosciuto al college. Per mia
sfortuna quella sera la ricorderò per tutta la vita: un disastro in piena regola. In seguito, anche se ero uscita con un paio di ragazzi all’università, non era andata bene, “anzi proprio per niente” mi ripetei, lasciandomi ignorante su quello che
riguardava il sesso.
Non erano riusciti a coinvolgere i miei sensi e non avevo provato nulla di quello di cui si vantavano le mie amiche. Mi ero dovuta accontentare della mia immaginazione, che correva a briglia sciolte su scene erotiche, ma a volte il dubbio
persisteva: quello che scrivevo era esatto? Quante volte sognavo di poter provare le cose che descrivevo. Quanto avrei voluto trovare un uomo come quello che descrivevo nei miei romanzi e sentire le sue mani sul mio corpo, la sua bocca che
mi baciava o la sua lingua che percorreva la mia pelle leccandola e il suo membro che mi riempiva e mi donava un piacere immenso. O che le mie mani accarezzassero un corpo statuario e possente, dando lo stesso piacere ricevuto.
Potevo farlo. Al solo pensiero brividi di eccitazione si propagarono lungo la mia schiena e un languore mi contrasse il basso ventre.
“Oh, mio dio!” chiusi il computer con un colpo secco. “Se
continuo così dovrò correre in bagno a cambiarmi!”
Un rumore lieve risuonò nel silenzio della mia casa e mi fece irrigidire e rizzare i capelli dietro la nuca. Con uno scatto mi alzai, chiusi la finestra senza fare rumore e con il cuore che mi batteva forte mi diressi verso la porta. Appoggiai la mano
allo stipite e uscii dalla stanza guardandomi in giro, con la gola
attanagliata dalla paura che qualcuno potesse essere entrato in  casa. Controllai le stanze al pianterreno, perché se un intruso fosse passato davanti alla porta dello studio l’avrei visto e quando non notai nulla di strano, sospirai di sollievo. Andai in
cucina per versarmi un succo di frutta, mi sentivo la gola secca anche a causa della tensione. In quelle ultime settimane parecchie cose non mi quadravano, alle volte mi sembrava di essere seguita, ma se mi voltavo non vedevo nulla che potesse confutare quella sensazione. Chi mai poteva seguirmi? Conducevo una vita normale, a parte le volte in cui partecipavo agli eventi in libreria. Anche lì, però, avevo avvertito qualcosa che mi aveva preoccupato.
Forse ero più stanca di quello che pensavo: negli ultimi anni presa dai miei libri, non mi ero fermata neanche un attimo per godermi un meritato riposo. Ero stata travolta dagli eventi dopo aver pubblicato il secondo libro e le mie vendite erano salite
vertiginosamente, trovando il placido benestare di ragazze, donne e anche di parecchi uomini. Da quel momento la mia vita era cambiata senza darmi tregua, per “cavalcare l’onda del momento” come dicevano la mia agente e il mio editor.
Tuttavia qualcosa mancava nella mia vita, nonostante avessi i miei migliori amici accanto. Certo non disdegnavo per niente quello che ero riuscita a creare con tanta determinazione e fatica, ma l’unica cosa che volevo sembrava che fosse così
irraggiungibile da bramarla come non mai. Ero così persa nelle mie elucubrazioni che quando sentii il campanello suonare, squarciando il silenzio che regnava in
casa, sobbalzai facendo cadere un po’ del succo sulle mani e per terra. Imprecando anche per la mia goffaggine, presi al volo un tovagliolo di carta, posai sul bancone il bicchiere e mi diressi alla porta. Quando la aprii, sospirai di sollievo nel vedere la mia migliore amica, Allyson.
«Ciao Alex» salutò entrando «che succede?»
Richiusi la porta e ricambiai l’abbraccio che mi diede.
«Ciao, Ally» risposi «nulla, perché me lo chiedi?»
Lei mi allontanò da sé con le mani ancora sulle mie spalle, per guardarmi in viso.
«Sei tesa come una corda di violino» ribatté «quindi deduco che ci sia qualcosa che ti turba.»
«Ah, smettila!» replicai sorridendo e posandole un braccio sulla spalla, la trascinai in cucina. «Riflettevo sul mio nuovo romanzo.»
«Pensavi al tuo libro» ripeté canzonandomi mentre si appoggiava con la schiena al bancone «è una bella serata estiva e tu cosa fai? Scrivi.»
«Ho una scadenza, lo sai» mi difesi girandomi di schiena «e se posso, preferisco portarmi avanti con il lavoro.»
«Sai cosa penso, Alex?» aggiunse.
«Cosa?»
«Hai bisogno di una sana e splendida scopata!»
«Ally!» la rimproverai.
«Non mi dire che sei scandalizzata!» puntò i suoi occhi castani nei miei e aggiunse. «Dimmi da quanto non lo fa i…»
Sospirai.
«Ally …» la ammonii e al tempo stesso sapevo che qualunque cos’avessi detto oppure obiettato, lei non avrebbe desistito nel suo intento.
«Te ne stai rinchiusa qui dentro per la maggior parte del tempo con la scusa della scrittura quando puoi benissimo prenderti delle ore, una mezza giornata o anche un’intera senza che quel benedetto romanzo ne soffra! Non esci se non quando
devi andare a portare la tua persona o meglio, la tua mano a firmare i tuoi libri e cavoli, non socializzi nemmeno con un uomo … da quanto?» ci pensò su e riprese. «Mesi … forse anche un anno e mi sembra che lo tenga più io il conto che tu!»
«Non è come dici, Ally» obiettai «non è colpa mia se fino ad ora non sono stata fortunata a incontrare come dici tu» mimai con le dita delle virgolette immaginarie «l’uomo della mia vita!»
Non dissi nient’altro, lasciando cadere nel vuoto il suo ammonimento. Cos’avrei potuto dire? Che mi sentivo osservata quando cercavo di godermi anche qualche ora spensierata in giro per negozi, tanto da farmi suscitare brividi di terrore? Mi
avrebbe preso per pazza e avrebbe solo confutato quello che professava.
«Alex, non si tratta solo di fortuna» replicò Ally «non vuoi nemmeno uscire con qualcuno dei miei amici e se esci con me, devo pregarti per delle ore affinché tu mi accontenti» si avvicinò e mi posò una mano sulla mia. «Io mi preoccupo per
te, sei giovane e piena di vita ma non so, negli ultimi tempi sembra che parte di te, del tuo carattere, sia radicalmente cambiato e non riesco a capire il morivo.»
«Sono sempre io» affermai sorridendo «nulla è cambiato, ma hai ragione, forse dovrei uscire di più, te lo concedo!» aggiunsi tentando di rabbonirla.
«Finalmente hai detto qualcosa di sensato» ammise «quindi non creerai problemi, se ti dico che sono venuta da te anche per invitarti a cena?»
“Oh, no” pensai “non potevo stare zitta?”
«Stasera?» chiesi nella speranza di aver capito male.
«È quello che ho appena detto, no?» rispose sollevando un sopracciglio. «Se pensi d’inventarti qualsiasi cosa, toglitelo subito dalla mente. Rimarrò qui fino a quando non ti prepari, anche perché James passerà a prenderci tra un’ora» concluse
guardando il suo orologio.
«Che cosa?» ribattei alzandomi di scatto dallo sgabello neanche avessi delle spine nelle natiche. «E me lo dici solo adesso?»
«Se te l’avessi detto prima, avresti trovato mille scuse per rifiutare» sorrise «come vedi ti conosco troppo bene!» Le rivolsi un’occhiataccia e mi allontanai andando verso la mia stanza, senza meravigliarmi che Ally mi seguisse come un’ombra. Solo in quel momento, mentre salivo le scale, mi ricordai il rumore che avevo sentito prima e quindi avanzai guardinga e attenta, pronta a cogliere qualunque cosa che mi
potesse far intendere che ci fosse qualcuno. Entrai nella mia camera e sospirai di sollievo quando notai che era tutto a posto.
Ally si lanciò sul letto ridendo e solo per un attimo sembrò di nuovo una bambina. Scuotendo la testa mi diressi nel bagno per fare una veloce doccia. Anche se ero un po’ arrabbiata con lei perché aveva giocato d’astuzia ingannandomi, alla fine non
potei darle effettivamente torto su quello che aveva detto. Stavo lasciando che le mie paure avessero il sopravvento.
Nonostante i miei pensieri fossero concentrati sulle parole di Ally, nel passarmi il bagnoschiuma, notai che la mia pelle era sensibile al movimento delle mie mani. Quando il mio palmo scivolò tra i miei seni, i capezzoli s’inturgidirono divenendo
duri ed eretti, mentre brividi di eccitazione invasero il mio corpo e allo stesso tempo, sentii una lieve contrazione nel basso ventre. Stupita dalle sensazioni che provavo, mi affrettai a risciacquarmi, chiusi la manopola dell’acqua e allungai la mano
per prendere un telo per asciugarmi. Mi avvicinai allo specchio e passai una parte dell’asciugamano che avevo fra le mani sul vetro appannato mentre mi osservavo attentamente. I miei capelli erano color tiziano, scendevano quasi fino a metà
schiena in lunghi riccioli, risaltando sulla mia pelle diafana e sui miei occhi castano chiaro, le cui iridi erano spruzzate di verde e oro, contornate da ciglia lunghissime. Toccai le mie sopracciglia arcuate, gli zigomi alti e scivolai sul mio naso piccolo e leggermente all’insù. Le mie labbra le avrei preferite più carnose, anche se erano ugualmente piene e ben disegnate.
“Ally ha ragione” pensai, “ho bisogno di un uomo!”
I miei occhi scesero sul mio petto e osservai il mio seno pieno e rigoglioso che l’asciugamano tratteneva a fatica e mi accorsi che i miei capezzoli spingevano contro il telo, ancora duri.
La voce di Ally che mi chiamava mi distolse da quei pensieri che se fossero continuati sarebbero stati lussuriosi e non solo. Tornai nella camera e osservai la mia amica davanti al mio armadio, con metà busto nascosto all’interno a
controllare i miei abiti e già presagivo il peggio.
«Trovato!» esclamò Ally raddrizzandosi mentre sosteneva con una mano il vestito incriminato che secondo lei avrei dovuto indossare.
Sollevai gli occhi al cielo e le diedi le spalle andando verso il mobile al lato opposto del letto, per prendere la biancheria intima. Nell’aprire il cassetto, la spugna dell’asciugamano sfregò i capezzoli e solo per un attimo immaginai la mano di un
uomo che lo facesse al suo posto.

IL BOOKTRAILER

 

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Ritratto di Marin

Questo è un libro che mi

Questo è un libro che mi hanno passato alcuni mesi fa e che ancora non ho letto perchè mi frena lo stalker e il "tragico evento"...
Ma una di queste sere lo prendo in mano e saprò se mi sono persa qualcosa ad aspettare.

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