Avevo voglia di qualcosa di diverso, e quando mi prendono queste voglie, scarto tutti i libri finché non trovo quello che cerco. Per fortuna l'ho trovato in fretta, e ho riposto gli altri romanzi nell'angolo del "presto ti leggerò", su una pila che sta diventando così alta da meritare un altro nome, del tipo "prima o poi verrà anche il tuo momento".

Mindspace racconta una storia che riesce a essere originale, pur avvalendosi della tipica struttura del thriller e ammiccando nel contempo alla fantascienza distopica. Il mondo che ci presenta è diviso in umani e telepati di vario livello. Com'è facile immaginare, l'equilibrio tra i due è precario, soprattutto in seguito alla Guerra Tecnologica, in cui i telepati hanno salvato il mondo e milioni di vite, svelando però l'incredibile potenza distruttiva delle loro abilità, e accentuando la diffidenza che i "semplici" umani nutrono nei loro confronti. Il diverso è sempre guardato con sospetto, soprattutto se può spappolarti il cervello con la sola forza del pensiero. O leggerti la mente, scoprire tutti i tuoi segreti, mettere a nudo le tue debolezze...

Così i telepati hanno costituito un Ordine che li controlli, crei delle leggi e dei regolamenti per loro, e li tuteli allo stesso tempo. Dell'Ordine devono obbligatoriamente far parte i più dotati, e il protagonista del romanzo - di cui si apprende il nome solo alla fine - lo è senz'altro. Il lettore lo conosce però quando è ormai vittima e superstite delle sue stesse cattive scelte, che ne hanno provocato l'espulsione dall'Ordine e lo hanno obbligato a diventare un collaboratore di polizia, per sopravvivere. È un eroe caduto, che grazie al suo straordinario talento aveva davanti a sé un futuro pieno di promesse, e invece ha scelto di rovinarsi da solo, e ora sta faticosamente risalendo la china, fra la costante tentazione di lasciarsi andare e il disprezzo dei colleghi. Il suo peccato? La droga Satin, per la quale ha perso tutto, e più di una volta. Cosa c'è di più tragico di chi avrebbe potuto afferrare la vita e piegarla al proprio volere, ma ha finito per farsi rovinare da una cosa banale come la droga? 

Il nostro è un protagonista che mi ha fatto tenerezza. Ha perso fiducia in se stesso e nel futuro, gli manca l'Ordine, nonostante sia consapevole dei suoi lati oscuri, e ha un debole per la detective Isabella Cherabino, una donna difficile, bella ma scontrosa, chiusa e (molto) spesso indisponente. Evidentemente, ho pensato mentre leggevo il libro, gli piace soffrire, e dopo la Satin ha trovato un nuovo modo di martellarsi le gengive. 

Tra lui e la Cherabino c'è uno strano, ambiguo rapporto, che l'autrice è abile nel delineare. Intuiamo i sentimenti del protagonista pagina dopo pagina, come se lui stesso, nel corso della vicenda, ne diventasse consapevole, e viene il sospetto che anche Isabella lo ricambi, con molti "ma" e molte tormentate riserve. La Cherabino, come avrete capito, non mi è simpatica. Immagino che questo fosse l'intento dell'autrice: creare un personaggio ostico al limite della sopportazione, che facesse da contraltare a quello maschile principale, piacevolmente beta. Questo, se da un lato mi ha spinto a domandarmi come facesse il nostro telepate a provare qualcosa per lei che non fosse la voglia di prenderla a sberle, dall'altro ha creato una stimolante tensione sensuale/caratteriale, che, unita all'indagine, mi ha obbligata a leggere il libro con avidità. Si vede che anche a me piace soffrire.

La vita del nostro eroe, ancora senza nome, va avanti così, un giorno dopo l'altro, finché lui e Isabella non si devono confrontare con un pericoloso serial killer, per fermare il quale le sue abilità telepatiche risultano fondamentali. Gli omicidi efferati devono essere fermati il prima possibile, ma questa volta la posta in gioco non è "solo" la vita degli altri. Questa volta, il caso sembra riguardare il passato del protagonista molto da vicino, e risolverlo potrebbe richiedere un prezzo altissimo...

Ho trovato assai intrigante il mondo dei telepati creato dalla Hughes, fantasioso eppure concreto, realistico nel modo in cui riesce a esserlo la migliore fantascienza. L'autrice non cade nella trappola delle infodump, che spezzano la narrazione e creano un effetto di estraniazione nel lettore, ma per farlo, a mio avviso, utilizza un espediente che mi ha convinto poco, nonostante il romanzo mi sia piaciuto molto. Per spiegarci il background dei personaggi e del mondo in cui si muovono, la Hughes utilizza i dialoghi, soprattutto tra "lui" e la Cherabino. Questo le permette di rendere più graduale la trasmissione delle informazioni, ma a volte si scontra con la logica. I due protagonisti lavorano insieme da cinque anni. Dopo cinque anni che quotidianamente si lavora fianco a fianco con qualcuno, è impensabile non essere a conoscenza di certe cose. Quali siano queste cose non ve lo dico, così, se deciderete di avventurarvi nella lettura, avrete il piacere di scoprirlo da soli. In certi momenti è come se i due personaggi si conoscessero per la prima volta, ma non ha molto senso. Questo è l'unico difetto strutturale che ho trovato nel romanzo, che presenta, di contro, una solida trama mistery e un protagonista che difficilmente può lasciare indifferenti, assieme a una narrazione dal tono dolceamaro, che sembra chiedere la comprensione del lettore, oltre che la sua attenzione.

Chi detesta le serie non si scoraggi: il libro è autonclusivo. Chi, come me, le ama, non si abbatta. La storia del telepate caduto in disgrazia continua, speriamo anche in Italia, vendite e scelte editoriali permettendo.