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Sabato, 25 maggio, 2013 - 01:03
Panthy

Salone del Libro di Torino 2013

Lunedì sera si è chiuso il ventiseiesimo Salone del Libro a Torino.
Il Salone dei record, a quanto pare, con il 4% in più di visitatori e un trend positivo anche di vendite nonostante la crisi (sembra il 20% in più).
Per 5 giorni, visitatori abituali e occasionali, bibliofili accaniti e non, scolaresche distratte si sono aggirati per i vari padiglioni che, come ogni anno, hanno ospitato non solo grandi e piccole case editrici ma star dello spettacolo, politici, accademici, scrittori noti ed emergenti.
E’ stata, insomma, un’abbuffata di incontri, happening, eventi ma impossibile seguirli tutti. E da qui la domanda che mi faccio da anni: perché non prolungare la kermesse ad almeno una settimana?
 

Ci sono stati sicuramente aspetti positivi e migliorie rispetto agli anni precedenti: in primis la temperatura diminuita che gli anni scorsi si aggirava intorno ai 30° (sembra una banalità ma vi assicuro che non lo è!); in secondo luogo una maggiore attenzione ai più piccoli non solo con stand a loro dedicati sull’editoria per ragazzi ma anche un’area apposita di babysitting e laboratori ad hoc su creatività e riscoperta, ad esempio, dei vecchi giochi, quelli che usavano i nostri nonni.
Sono convinta che l’attenzione ai bambini e ai ragazzi sia un’ottima scelta visto che sono i lettori del futuro.
Una scelta vincente da parte della Regione è stata quella di dedicare un notevole spazio all’arte culinaria come connubio tra libri, eccellenze del territorio (vino e cibo): Cook Book.
E’ ovvio che qualche pecca c’è stata: i piccoli editori si sono lamentati e anche a ragione, secondo me. Bisogna aiutare e sostenere maggiormente l’editoria di nicchia e non della grande distribuzione perché molto spesso è quella che dà voce e spazio ai giovani scrittori emergenti.
Quest’anno il paese ospite è stato il Cile. Un paese tormentato ma che ha dato i natali a grandissimi scrittori.
Per quanto mi riguarda, però, la delusione è stata enorme quando ho scoperto che la mia scrittrice preferita non sarebbe intervenuta: Isabel Allende. Non conosco le motivazioni della sua assenza ma io ero già pronta  a portare al Salone un trolley con tutta la sua bibliografia per farmela autografare.
 

E’ inutile dire che l’editoria digitale è sempre più presente tanto che quest’anno ha esordito l’ “App” del Salone scaricato da almeno 20 mila persone.
Dopo aver passato l’intero week end al Lingotto Fiere, ho fatto questa riflessione: in fondo ho la sensazione che nonostante le costanti migliorie, l’evento sia sempre uguale a stesso. Questo non è un aspetto negativo perché mi dà un senso di familiarità e appartenenza, sai già dove sono gli stand che ti interessano maggiormente e le varie sale rosse, gialle, blu..per i vari incontri.
Ci sono anche un paio di aspetti negativi che  purtroppo riscontro ogni anno:- l’eccessivo rumore che dopo un po’ è snervante soprattutto se si passa tra gli stand molto tempo; - non ci sono molti posti per sedersi e riposarsi ma, ancora di più, per leggere comodamente e con tranquillità (sarebbe molto gradita una sala lettura che ricordi una biblioteca).
Magari qualcuno ci penserà e rimedierà.
Come ha detto l’assessore alla cultura Michele Coppola - “vedrete la sorpresa del prossimo anno”- , quindi non ci resta che aspettare e vedere.
 

Al prossimo anno!
 

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Commenti

Ritratto di Bluefly

 Quest'anno purtroppo per

 Quest'anno purtroppo per motivi di lavoro non sono riuscita ad andare al Salone, che strazio. Grazie del report Panthy, l'anno prossimo non mancherò!

Concordo anch'io sul dare maggior spazio e attenzione all'editoria di nicchia o comunque non dei grandi gruppi editoriali, che poi è l'editoria che seguo di più e che spesso costa anche di meno. Ho saputo che quest'anno al Salone c'è stato un aumento di partecipanti, speriamo che anche l'editoria italiana nel prossimo periodo possa vedere un aumento di lettori.

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