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Recensione Dimmi che ti dispiace/Oh Dear Silvia
Recensione Dimmi che ti dispiace/Oh Dear Silvia
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Recensito da

Milly
Autore: 
Dawn French
Edito in Italia da: 
Leggereditore, marzo 2013
Formato: 
rilegato
Traduzione: 
Laura Liucci
Prima edizione: 
2012 by Michael Joseph
Ambientazione: 
contemporanea, Inghilterra
Voto/Rating: 
9,5/10

Cribbio, nell’arco di un mese mi è capitato di leggere,  in sequenza, un  terno di libri veramente notevoli, l’ultimo dei quali, dal titolo  “Dimmi che ti dispiace”,  non posso che collocarlo ex equo con  “Il colore del latte”, cioè nell’ambito delle produzioni fuoriclasse .

La prima considerazione che  mi è venuta spontanea è che l’editore, con questo genere di pubblicazioni, innalza la qualità del suo catalogo perchè l’opera fuoriesce dai manierismi di un autore mestierante, collocandosi, invece, nell’ambito  di una letteratura  destinata a lettori dai palati più esigenti.  

Non è di ostacolo al giudizio positivo il fatto che la storia si sviluppi intorno ad una donna in coma, Silvia (Silv)Shute, perchè  pur essendo lei, tecnicamente, il personaggio centrale, i protagonisti, i veri protagonisti, sono le persone che a vario titolo ruotano intorno a lei. Non a caso dico “ruotano” perchè Silvia ha sempre inteso se stessa come un pianeta al centro di un sistema di satelliti funzionali al soddisfacimento delle sue esigenze: il suo egoismo, sconfinante in una noia esistenziale, non consisteva tanto nel vivere come le pareva, ma nell’esigere che gli altri vivessero come voleva lei. E in questa ricerca di un indefinito equilibrio, ha disarticolato quello del marito, la sua autostima, le certezze basilari. Ad un certo punto, precisamente cinque anni prima dell’incidente che l’ha portata al coma (una caduta dal balcone), ha cacciato il marito da casa, venduto la casa che lui le aveva intestato e messo sulla strada i due figli minorenni; apparentemente non perdona la figlia di 16 anni di essere rimasta incinta, ma in effetti vuole tagliare i ponti  incurante del fatto che loro, per anni, si tormenteranno per capire in che cosa avevano sbagliato e perchè lei  sembrava ritenerli indegni del suo amore.
Insomma, in quel letto giace un mostro.
Nonostante  questi antefatti,  in tempi diversi tutti accorreranno al suo capezzale per cercare di svegliarla. Il primo è Ed, l’ex marito, poi Jo, la sorella maggiore, Tia, la domestica indonesiana, Cat, l’amica piovra dalla nefasta influenza  e Cassie, la figlia, che troverà la forza di avvicinarsi al suo letto portandole quella nipote che Silvia non ha mai voluto conoscere.

Tutti parlano con Silvia: da Ed sappiamo il tipo di vita che conducevano da sposati,  le umiliazioni subite, il desiderio di farla finita dopo il divorzio, le difficoltà economiche che aveva incontrato, la sua vicinanza ai figli e come aveva ritrovato la stabilità immergendosi nella natura con l’acquisto del bosco che era stato testimone del loro amore (“….guardavi verso di me e sorridevi, concedendomi di continuare. Dentro il bosco, dentro di te. Ansimante e compiacente…” . Ed vorrebbe dire a Silvia: “ma non vedi la natura? E se la vedi, non la guardi? E se la guardi, prova ad osservarla. Non resterai arrabbiata a lungo, si scioglierà quell’espressione accigliata che tu scambi per serietà. Cammina a piedi nudi con l’anima spoglia di qualsiasi armatura e il mondo giocherà con te, riconoscendo la bambina che sei stata”. La bambina che aveva perso la madre a sei anni, ed era stata cresciuta da un padre che per il dolore si era dato all’alcol e da una sorella di poco maggiore, oppressa dalla responsabilità  di proteggerla.
Tia non è una domestica sui generis. E’ una donna asiatica di gran carattere e dal cervello fino che conduce una solitaria battaglia per mandare avanti la sua famiglia composta da un marito infermo (e quindi disoccupato) e da figli che hanno preso molti dei difetti inglesi senza conservare alcune delle virtù orientali. Conosce Silvia molto bene, le parla con quella confidenza che viene dalla consuetudine e data la sua infermità, le porta speziatissimo cibo indonesiano il cui profumo dovrebbe favorire il risveglio riservandosi, poi,  alcune iniziative che avranno conseguenze su altri personaggi della storia.
Winnie è l’infermiera giamaicana che si occupa di Silvia. La lava, la pettina, controlla le apparecchiature che la tengono in vita. Le parla della sua vita, di suo figlio, della sua passione per il canto e cerca di stabilire un contatto cordiale con i famigliari. E’ colpita dalle  stravaganze di Jo, dalla maturità di Cassie e dalla dolcezza di Ed. E’ una donna di principi che non ha mai ceduto, nel suo difficile lavoro,  al cinismo e all’indifferenza.

La chiave di quel che Silvia è diventata negli ultimi anni sta nel suo rapporto con Cat, nel segreto che le accumuna,  nel modo in cui quest’ultima, medico apparentemente integerrimo ma in realtà persona con turbe psicotiche e di dominio, sì è insinuata nella vita di Silvia facendola pendere definitivamente verso il lato oscuro della vita.

Quel che alla French riesce benissimo è di dar vita ad un grande affresco sui sentimenti:  di stimolare la nostra sensibilità con pensieri profondi e nello stesso tempo freschissimi;  ci commuove senza intristirci; chiama all’appello la bontà che è in ognuno di noi senza  melensi artifici;  ci fa riflettere sulla grandezza del perdono.  Trova infine lo spazio per l’epifania di un nuovo amore. E’ brava, originale e versatile. Il suo libro rientra nella categoria degli imperdibili.

 

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Commenti

L'ho iniziato

Ammetto che questa uscita non l'avevo proprio notata e se non avessi letto la tua bellisima recensione Milly sarebbe passata inosservata. L'argomento non è dei più allegri! Visto che vi seguo sempre e mi fido dei vostri cosigli mi sono detta, dai proviamolo! L'ho comprato sabato e l'ho iniziato subito, per adesso mi sta prendendo molto, è un libro strano ma molto coinvolgente e poi è scritto benissimo. FrancescaT

Ritratto di loredana1

... finalmente una storia

... finalmente una storia originale!

Bella e sentita la recensione di Milly che si dimostra, come sempre, donna di grande sensibilità.... 

Ritratto di Milly

Ma cara Loredana, quanto sei

Ma cara Loredana, quanto sei gentile e carina! Grazie davvero.

A me spiace spaziare nelle letture, alternando romance più scontati o tradizionali a romanzi molto differenti, come questo. Spero possa piacere anche a te.

French

Ciao Milly, ho avuto una zia in coma e forse per questa ragione la recensione mi ha toccato particolarmente, tanto che alla fine mi è venuto un piccolo groppo in gola. E' un'esperienza difficile che non auguro a nessuno e poi è difficile anche condividerla, la gente non ne vuole parlare e il supporto che ti dà non supera la pacca sulla spalla! Scusa non volevo annoiare con problemi personali ma farti capire che per me è stato bello che tu abbia parlato di un libro con un argomento così particolare. Non so se riuscirò a leggerlo, ho paura di star male, ma se è così bello come dici sono molto tentata. ciao Anna

Ritratto di Milly

Cara Anna quanto mi dispiace

Cara Anna quanto mi dispiace per tua zia! Non temere, non mi annoi affatto. Esperienze simili, come hai sottolineato, sono difficili da condividere e da superare, spesso la gente mostra poca comprensione. A me personalmente, in frangenti drammatici, la lettura ha molto aiutato, consentendomi una spazio per estraniarmi e ricaricarmi al contempo.

Se mai deciderai di leggere questo romanzo, mi sento di consigliartelo perché nonostante l'argomento si tratta in realtà di una celebrazione della vita, della forza dell'amore e del perdono. Forse ti farà sentire meglio. Un abbraccio

 

Un aiuto preziozo

Cara Milly leggere le tue recensioni è sempre un piacere, così come lo è leggere quelle di tutte voi bravissime blogger che ci fornite un aiuto indispensabile per scegliere nella vasta proposta editoriale italiana, che di questi tempi privilegia la quantità alla qualità. Seguirò nuovamente il tuo consiglio e comprerò questo romanzo, che aveva già attratto la mia attenzione per la copertina particolare e sobria, ma che dopo le tue parole mi affretterò a leggere. Non credo si tratti semplicemente di una comunanza di gusti, nonostante anche ciò sia importante, quanto del fatto che la tua analisi mi ha fornito gli elementi per formarmi una mia opinione. Grazie a te e alle altre ragazze. Rossella

Ritratto di Milly

Cara Rossella ti ringrazio

Cara Rossella ti ringrazio (non per per la prima volta, se non mi confondo) delle tue gentili parole che scaldano il cuore. Noi "ragazze" cerchiamo sempre di trasmettere non solo le sensazioni che una lettura ci suscita, ma anche di fornire a voi amiche, come tu dici, più elementi possibile per formarvi una vostra opinione. Riuscirci pure in parte è fonte di grande soddisfazione.

Mi auguro che questo libro ti piaccia quanto è piaciuto a me.

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