Il Patto di Julie Garwood è la conferma che bisogna sempre dare una seconda possibilità a uno scrittore o a una serie, nel caso la prima esperienza non ci abbia del tutto convinto. La Confessione, il primo volume della serie Buchanan, mi era piaciuto, perché la Garwood sa scrivere e i suoi romanzi scorrono che è un piacere, tuttavia non avevo avvertito quella chimica tra i due personaggi principali che è d'obbligo in un romantic suspence, come in un romance. Quella magia chiamata attrazione fatale, quel delizioso battito di cuore quando i due protagonisti cominciano a conoscersi e a piacersi, li ho trovati, invece, in questo secondo capitolo, più intenso e ben orchestrato.

Questa volta l'autrice si prende il suo tempo per introdurci nella vita dei protagonisti, nei loro pensieri e ci fa respirare l'aria del posto: le paludi della Louisiana, dove Theo Buchanan, avvocato di Boston impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, ha seguito il medico che gli ha salvato la vita, la bella - ma anche simpatica - Michelle Renard, perché dopo tanto tempo una donna sembra avere qualcosa che lo attiri veramente. Se però Theo, uomo sensuale e stuzzicante, pensa di andarci per divertirsi e passare una vacanza all'insegna del relax, si sbaglia alla grande: qualcuno minaccia la donna che lui vuole sedurre e oltre alle scintille della passione voleranno anche pallottole vere, tra fughe, inseguimenti e colpi di scena degni di questo nome.

Adoro le paludi e le cittadine che vi sorgono attorno negli Stati Uniti. Non sono sicura che ci vivrei - forse la mia è un'adorazione puramente idealizzata, da topo di città -, ma quando trovo un romanzo ambientato lì, non me lo faccio mancare. Quindi grazie alla Garwood per avermi trasportata in quei luoghi un po' sinistri ma tanto suggestivi, che lei sa descrivere così bene, e avermi regalato una storia che mi ha coinvolta e mi ha fatto anche ridere sonoramente, in casa da sola, come non mi succede spesso leggendo un libro. 

Un romantic suspense che si rispetti deve avere, oltre che una storia d'amore convincente, anche una parte thriller che dia spinta all'azione e faccia da contrappunto ai momenti intimi e di seduzione tra i protagonisti. Nel Patto troviamo entrambe le cose e, per fortuna, la narrazione consente l'introspezione  dei 'villain' - i componenti del Club della Semina - credibili e umani, nel bene e anche soprattutto nel male. Quello che non sempre ci si aspetta in un romantic suspense, invece, è di ridere di gusto e di cuore, come in questo caso. I dialoghi brillanti tra Theo e Michelle creano un ritmo coinvolgente che viene accentuato e sviluppato dalla sapiente caratterizzazione dei personaggi secondari, preparando alcune scene esilaranti, che però non fanno dimenticare la tensione crescente che sta per trasformarsi in dramma.

Irresistibile, come nel primo romanzo, il personaggio di Noah, l'agente dell'FBI dal "sorriso assassino" che fa da contraltare a Theo, rubandogli spesso la scena. Geniale l'introduzione del fratello di Michelle, John Paul, che sono sicura non mancherà di incuriosirvi. Mi è piaciuto il personaggio di Michelle, così sicura nel lavoro, con in mano il bisturi e la vita dei pazienti, quanto fragile quando si tratta di tenere sotto controllo la propria vita e abbandonarsi a sentimenti che potrebbero mandarla in pezzi.

Su Theo non vi dico altro, tranne che con un tipo così sarei dispostissima a trasferirmi ovunque, anche nelle paludi della Louisiana, e più precisamente a Bowen, che nelle mani della Garwood diventa teatro di azione e di morte, per quanto l'atmosfera del romanzo non sia mai claustrofobica o angosciosa. L'autrice ha uno stile solare, col quale sembra volerci rassicurare che tutto andrà bene e le cose che devono andare a posto, andranno a posto. Prima, però, dovremo accompagnare i protagonisti nelle loro peripezie e fino all'ultima pagina l'ho fatto con grande piacere.