Se il Creatore di tutte le cose avesse quattro super favoriti, a beneficio dei quali desse forma e vita a compagne perfette, fatte esclusivamente per loro, e voi rimaneste a bocca asciutta nella vostra immortale solitudine, non vi arrabbiereste? Io sì e, infatti, durante la lettura del romanzo della Killough-Walden ho sempre parteggiato per Samael, il “cattivo”. Questo probabilmente fa di me un’anima dannata, ma se consideriamo che Samael viene descritto come un Caduto di impareggiabile bellezza, fascino ambiguo e sensuale a cui nessuna donna ha mai saputo resistere, ricco e potente, almeno sulla Terra, capirete bene che ho le mie scusanti.
Quando il Vecchio – così chiamato dall’autrice - crea da quattro stelle del firmamento le suddette compagne, le cherubine, qualcuno invidioso fa in modo che queste si disperdano, incarnandosi sulla Terra ancor prima di aver incontrato i loro promessi. Michele, arcangelo guerriero, Azrael, angelo della Morte, Uriel, angelo della Vendetta e Gabriele, il Messaggero, decidono dunque di abbandonare il regno celeste e andare a cercarle tra i mortali. Siccome però sulla Terra le cose non vanno mai come dovrebbero, passano i secoli ma i quattro arcangeli non riescono a trovarle. Trovano invece dei posti di lavoro e delle identità di copertura, nelle quali si immedesimano sempre di più, quasi perdendo di vista il motivo per cui si sono calati sin qui. Bellissimi, come possiamo immaginare siano belli degli arcangeli, e naturalmente dotati di grandi poteri, si sono apparentemente integrati fra noi. Uriel, a cui è dedicato questo primo libro, è diventato una star del cinema, adorato da migliaia di fan per il suo fascino magnetico e i suoi incredibili occhi verdi, nei quali si perde da subito Eleanore, una cherubina. Anzi, La Cherubina di Uriel.
Da questo incontro agognato, ma casuale, cominciano i problemi, perché Eleanore non è consapevole della sua natura, ha trascorso una vita cercando di nascondere il suo inspiegabile potere di guarigione ed è quindi una giovane donna molto diffidente, nonché bellissima. È per me motivo di costante stupore come, in alcuni romanzi, protagoniste dotate di bellezza straordinaria riescano a mantenersi del tutto inconsapevoli a riguardo, crescendo umili e insicure, persino dubbiose delle proprie qualità fisiche. In una società che ha fatto dell’apparenza il culto principale, secondo solo a quello dei soldi, una simile ingenuità risulta più un espediente narrativo per non rendere la protagonista indigesta ai lettori, che non un elemento minimamente credibile. In parole povere, se hai un fisico da top model e il viso di Elizabeth Taylor prima o poi te ne accorgi. Eleanor no, ma Uriel sì: gli basta uno sguardo per riconoscerla, ma le cose non saranno così semplici, per colpa di Samael, che cerca da tempo le cherubine e per colpa di altri personaggi che non vi svelo.
Alla Killough-Walden riconosco una buona fantasia creativa, anche sottilmente dissacrante, ma che non mi è sembrata accompagnata da un’altrettanta capacità narrativa e un’adeguata introspezione psicologica di figure che, dunque, risultano piatte. L’autrice scomoda personaggi importanti, che però non brillano, complice anche uno stile di scrittura alquanto anonimo. Uriel è nientemeno che l’angelo della Vendetta, ma di lui l’unica caratteristica esaltata e ripetuta è la bellezza esteriore. Eleanore, nell’arco di tutto il romanzo, è costantemente abbagliata dalla bellezza di Uriel e, perché no, anche da quella di Samael, ma per il resto i nostri protagonisti non sembrano in grado di offrire molto di più.
Il paranormal romance ci ha abituati alle unioni predestinate, ma proprio perché predestinate, per riuscire a coinvolgere il lettore e risultare credibili, oltre ad elementi esterni che contrastino l’unione, i moti dell’animo dei protagonisti, le caratteristiche interiori - difetti compresi - devono essere abbastanza approfonditi da far sembrare questa unione predestinata un’unione, invece, scelta e maturata. Una passione nata e cresciuta, non calata dall’alto e accettata di fatto, come mi sembra accadere in questo romanzo.
Vi sono alcuni elementi interessanti, che però non vengono approfonditi: Azrael, l’arcangelo più misterioso e che risalta nel gruppo, nella sua discesa sulla Terra è diventato un vampiro, sorte che può colpire anche altre creature celesti, ma non viene spiegato perchè. Lilith, la prima donna per eccellenza, simbolo di ribellione e di emancipazione femminile, è qui una figura triste, che funge da “segretaria” di Samael. Sacrilegio! I dialoghi non brillano e mancano di ritmo, ed è davvero un peccato perché il contrasto di personalità tra i quattro arcangeli e i loro avversari avrebbe offerto infinite possibilità di espressione, che qui restano solo nelle intenzioni. Considerando che, almeno a mio avviso, non è la fantasia che manca alla Killough-Walden, ma la forza narrativa, questo primo capitolo sugli angeli mi è sembrato un diamante grezzo che, con maggiore esperienza e un po’ di coraggio, potrebbe diventare una saga ora solo potenzialmente intrigante.
Primo romanzo della serie "Lost Angeles" così composta:
1. AVENGER'S ANGEL
2. MESSENGER'S ANGEL
3. DEATH'S ANGEL (Uscita prevista nel novembre 2012)
Dubbiosa
Ti faccio i complimenti per la bellissima recensione Bluefly, purtroppo anch'io concordo con te e Lilith e forse aspetterò il suo parere sul proseguo della serie. In genere io dò sempre seconde e pure terze occasioni a una autrice, quindin staremo a vedere, in fondo gli angeli mi piacciono tanto .
Fantasia creativa? Perdonami
Fantasia creativa?
Perdonami cara Bluefly ma io proprio non l'ho vista! Probabilmente è colpa mia perché ho comprato questo libro solo perchè si parla di angeli..
SPOILER
e invece sul più bello il protagonista si trasforma in un vampiro! Con solite problematiche già sviscerate: sete di sangue, pelle bianchissima, paura del sole, ecc.
Sinceramente ho dovuto interrompere la lettura per la rabbia! Comunque dopo l'ho finito e per il resto mi trovo d'accordo con te;) anche se Samuel mi ha intrigata tanto che se l'autrice dovesse scrivere un libro su di lui allora lo prenderei ma per il resto io con questa serie ho chiuso!
Anch'io di fantasia creativa
Anch'io di fantasia creativa ne ho vista poca ... anzi se c'era dov'era???? Il libro è stato da me abbandonato per noia, non ne potevo più: la trama non era a mio avviso molto coerente e i dialoghi scadenti, i personaggi poi non avevano nessun spessore... Che delusione e dire che questo genere mi piace molto ....
SPOILER: Sì la
SPOILER:
Sì la trasformazione in vampiro è stata decisamente inutile quanto inspiegabile. Io aspetto il commento di Lilith sul secondo, anche se l'unico personaggio che mi ha davvero intrigata è stato Azrael e mi sa che fino al terzo libro non reggo. Eh, peccato perché, come dicevo, le idee nel romanzo mi sono piaciute.
Occasione persa
Cara Bluefly non potrei essere più d'accordo! Hai centrato in pieno le pecche di un libro che prometteva molto, almeno secondo me, ma che si è perso per strada dopo un buon inizio, insomma io mi aspettavo di più. Visto che il personaggio di Samael mi ha coinvolto più del protagonista e gli angeli mi attirano parecchio, penso che comunque proverò anche il secondo romanzo se verrà pubblicato, potrebbe essere molto più bello di questo .
Allora Lilith aspetto il tuo
Allora Lilith aspetto il tuo parere sul secondo e se sarà effettivamente migliore lo leggerò anch'io. Il terzo poi dovrebbe essere su Azrael, quindi... speriamo
Questa volta passo
Una bellissima recensione Bluefly, molto articolata e approfondita. Come sai non amo il paranormale e se debbo basarmi su ciò che scrivi, gusti personali a parte non sarà questo libro uno di quelli che proverò per sconfiggere la mia allergia al genere.
Grazie Milly, sempre
Grazie Milly, sempre gentile
Mi aspettavo di più da un libro che aspettano da tempo. Pazienza
Peccato
Ciao, purtroppo già comprato influenzata dalla trama che sembrava intrigate; ma dalla tua recensione sembra proprio che non sia così, speriamo che non siano soldi completamente buttati e che (come dal Tuo voto) sia almeno sufficiente.
Ciao Lady, il giudizio è
Ciao Lady, il giudizio è sempre soggettivo. Ciò che non ha convinto me è invece piaciuto ad altre. Secondo me vale sempre la pena di tentare