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Lunedì, 12 marzo, 2012 - 22:11
Antonella

Sulle Tracce di Un Lord - Quinta parte

Lo sguardo di Lord X si soffermò attentamente sulle due donne davanti a lui.
Perplesso, considerò quanto si diceva a proposito del sesso femminile: “debole” non era certo un termine adatto a descriverle, soprattutto quella specie di Budicca dai capelli di fuoco, che continuava a guardarlo con un fare sprezzante. E molto, molto irritato.
“Salvarla da quelli come me… cosa  diamine intendete dire, signora?” – chiese infine, sottolineando ironicamente l’appellativo. “Ho visto qualcuno che cercava d’introdurre a forza questa fanciulla in una vettura e ho pensato d’intervenire, evitando un atto di violenza”.
“Ma certo! Come ho fatto a non riconoscervi, Sir Lancillotto? E, sicuramente, sareste stato così nobile da occuparvi di lei. Magari per tutta la serata, non è vero?” – Lo guardò con occhi che scintillavano al buio, come quelli di una gatta pronta a sfoderare gli artigli per difendere i suoi cuccioli.
Erano gli occhi più verdi e brillanti che Lord X avesse mai visto. Ed anche i più pericolosi.
Ma lui non si era mai sottratto ad una sfida e certo non intendeva farlo ora.
“Quali sono invece le vostre intenzioni, mia Lady Ginevra?” – rispose pertanto con un tono esageratamente gentile. Fu costretto ad ammettere con se stesso che, nonostante il risentimento iniziale, quella strana schermaglia verbale stava diventando molto, troppo divertente. Sentì il sangue scorrergli più veloce nelle sue vene, insieme al desiderio un po’ folle di prolungare quel bizzarro colloquio.
“Non sono la Lady di nessuno e tantomeno vostra, signore” – rispose lei sprezzante, mentre spingeva la sua protetta verso la carrozza, costringendola a salire. Con mossa agile, entrò a sua volta nel veicolo, chiudendo lo sportello con un colpo secco. Si affacciò al finestrino. “Questa fanciulla non è più affar vostro. Con noi sarà al sicuro e non avrà bisogno di ricorrere alla protezione di nobili debosciati e viziosi”. Gli lanciò un’occhiata sprezzante. “Vi auguro una buona notte, signore” gli disse infine, atteggiando la bella bocca ad un sorriso ironico. “Vi consiglio di cercare il riposo nel vostro letto. Da solo.” – Batté energicamente le nocche guantate sulla parete della vettura, che partì immediatamente.
Lord X vide le alte ruote scomparire rapide nella notte. Frastornato e incredulo, scosse la testa. Lo scambio d’insulti velati si era rivelato intrigante e, inspiegabilmente, l’aveva eccitato in modo piuttosto imbarazzante. Socchiuse gli occhi dorati stringendo le labbra sottili, mentre si rendeva conto di non avere scelta: doveva assolutamente ritrovare quella donna e scoprire su di lei … tutto. Possibilmente, anche quel corpo magnifico che si era scolpito nella sua memoria e nei suoi sensi.
C’era solo un posto dove, a quell’ora, avrebbe potuto recarsi per riflettere in santa pace. E dove, di sicuro, avrebbe trovato le informazioni che cercava.
Si diresse verso il proprio tilbury. Fece un cenno al cocchiere che attendeva ordini. “Al Club, Barkis”, disse semplicemente.
Dopo pochi minuti di tragitto lungo Pall Mall, lo splendido viale illuminato dai lampioni a gas già dal 1807, la carrozza si arrestò in St. James Street,  al numero civico 60.
Era arrivato da Brooks’s.
 

Far parte di uno o più degli esclusivi clubs, era molto di più  che un aspetto “accessorio” nella vita di un gentleman del diciannovesimo secolo. Oltre ad essere un piacevole privilegio, era ritenuto quasi un dovere sociale, alla stregua della partecipazione alle sedute del Parlamento.
Tutti i clubs garantivano un’atmosfera confortevole e rilassata, concedendo ad ogni socio la possibilità di godere quei piccoli piaceri che la propria residenza ufficiale, una specie di “vetrina di rappresentanza”, non era in grado di fornire. Nel santuario del proprio club, il gentleman poteva liberamente fumare, bere, leggere il giornale; giocare a scacchi o a carte, scommettere e parlare di donne, sesso, caccia e cavalli fra i suoi simili. Senza troppe regole di etichetta, senza doversi alzare in piedi ogni istante di fronte a una signora, e, soprattutto, senza temere che i suoi discorsi fossero ripetuti al di fuori di quella sede. La legge, non scritta ma ferrea, che governava il mondo dei clubs imponeva, infatti, un velo di omertà fra gli associati.
L’atmosfera informale permetteva dunque che, nell’ambito di un club, venissero presi accordi di governo, si formassero e sciogliessero alleanze politiche, si decidessero incarichi a tutti i livelli. Era, a tutti gli effetti, il luogo in cui  si svolgeva la vita “dietro le quinte” di ogni nobile, uomo di cultura, politico o imprenditore, che avesse un qualche peso all’interno della società. Era così importante far parte di un club, che, come racconta Lord Horace Walpole, molti nobili mandavano un valletto a iscrivere i propri figli nel registro delle candidature, ancor prima di registrarne la nascita.

La struttura esterna e l’arredamento di questi “templi” dedicati all’Uomo-divinità della migliore società britannica erano piuttosto simili fra loro, poiché essi dovevano ricreare l’atmosfera di lusso e comfort di un’abitazione privata; grandi caminetti di marmo, tappeti soffici, tappezzeria lussuosa, poltrone comodissime  e stoviglie di porcellana e argento. Il personale era la discrezione personificata e pian piano si passò a dare sempre maggiore importanza anche alla cucina, regno dello chef incaricato di predisporre un buffet sempre fornito, a qualunque ora del giorno e della notte.
Ecco alcune informazioni relative ai più famosi club di Londra.
 

Alfred Club
23 Albermarle Street,  fondato nel 1808
Il "Club" per eccellenza, frequentato dagli uomini di lettere, soprattutto dopo la partecipazione di Lord Byron. Nel 1855 si fuse con il club “Oriental” che era stato fondato nel 1824 per coloro che avevano vissuto parte della loro esistenza in India.

Boodle's
28 St James's Street, fondato nel 1762.
Frequentato anche da nobiltà non cittadina e dagli appassionati di caccia alla volpe, era rinomato per il gioco d’azzardo.
 

Brooks's
60 St James's Street (Lato ovest), fondato nel 1778.
Il più politico dei clubs. I 27 soci fondatori erano “macaroni”, giovani stravaganti famosi per le loro parrucche. Il club, in opposizione a White’s, divenne il punto d’incontro favorito dai Whig, ovvero il partito politico “progressista” rispetto a quello conservatore dei Tory. Già nel 1799 c’era un limite di 450 membri e una sottoscrizione annuale di dieci ghinee, oltre al costo d’ingresso. Fu il club favorito dal principe reggente, finché non venne bocciata la candidatura del suo amico Payne. Il principe, allora, favorì il club rivale, White’s.

Four-Horse Club
Detto anche Four-in-Hand Club, Whip Club o Barouche Club, era dedicato agli sportivi amanti della guida spericolata dei veicoli da corsa. Era facile riconoscere questi virtuosi della frusta, dal colore giallo e blu imposto alle vetture e alle loro uniformi.


Watier's
81 Piccadilly - Angolo Bolton Street, fondato nel 1807.
Il Principe di Galles, stufo di mangiare “l’eterna bistecca, il fagiano bollito con salsa di ostriche e la torta di mele”  da White’s o Brooks’s, suggerì di fondare un nuovo club la cui cucina fosse affidata al proprio chef, Jean-Baptiste Watier. Brummel fu eletto presidente perpetuo di questo club, dove fortune immense furono gettate sui tavoli del Macao, una varietà del  'vingt et un'.

White's
37-38 St James's St, fondato nel 1736.
Il più antico club di Londra, il più elegante ed esclusivo. In origine, alla fine del 1600, era una “coffee and chocolate house”, fondata dall’italiano Francesco Bianco, inglesizzato in Francis White. Divenuto un club nel 1736, ospitò fra i suoi membri molti Tory e gran parte della nobiltà. Nel 1811 fu costruito il famoso bovindo, la finestra a livello della strada, dalla quale Brummel e i suoi amici dettavano legge in fatto di eleganza ed apparenza.  Da White’s e da Brooks’s era sempre aperto il libro delle scommesse, per annotare le più stravaganti puntate dei loro membri.
 

 

L’antico orologio a pendolo batté pochi rintocchi, indicando che ormai l’alba di un nuovo giorno era vicina.
La porta della sala da gioco si aprì improvvisamente, inquadrando la figura alta e slanciata di un uomo, circonfusa da un alone di fumo biancastro.
Un valletto si precipitò alle sue spalle, chiudendo nuovamente le doppie porte di quercia; ai pochi giocatori rimasti, che si accanivano sulle ultime puntate ai tavoli verdi, andava garantito il silenzio e la più assoluta concentrazione.
L’uomo rimase immobile per qualche istante, contemplando se stesso nel grande specchio che ornava una delle pareti: l’immagine che gli era restituita, per ciò che riguardava gli abiti da sera, era quella di un perfetto gentleman. Il volto, tuttavia, dava un’impressione completamente diversa. Il colorito olivastro conferiva al suo aspetto un’apparenza esotica, accresciuta dal naso aquilino e dagli occhi scurissimi; i capelli, neri e lucidi come il piumaggio di un corvo,  toccavano ribelli le sue spalle, incuranti di quanto imponeva la moda. Si passò una mano sul viso, accarezzando la sottile cicatrice bianca che gli attraversava la mascella, mentre percorreva con lo sguardo la grande sala. La bocca mobilissima si contrasse in una smorfia divertita nel riconoscere il giovane che, ad un tavolo d’angolo, contemplava assorto una scacchiera sulla quale si svolgeva una partita solitaria. Lo raggiunse con pochi passi delle sue lunghissime gambe.
“Partita difficile, Yale?” sussurrò, apparendo silenziosamente alle spalle dell'amico.
  Questi non sussultò, né si scompose minimamente, come se ne avesse avvertito in anticipo la presenza.
Fisicamente, i due non avrebbero essere più dissimili: eppure, nonostante la carnagione chiarissima e i capelli biondi, gli occhi grigi di Yale, visconte Seemings, apparivano freddi ed insondabili quanto quelli dell’altro. E ugualmente letali.
“Non più del solito, Zach. Dal momento che tu non eri disponibile, non potevo far altro che giocare con me stesso. Con tutti gli altri, francamente, non ne vale la pena.
Lord Zachary Blackstone, si lasciò cadere sulla sedia con un sospiro. “La verità” disse “è che ci stiamo annoiando. Da quando siamo tornati, tutto sembra immerso nel torpore. Dove sono le sfide cui eravamo abituati? Da quanto tempo I Tre Ultimi non hanno qualcosa di serio di cui occuparsi?”
“Due mesi. Due lunghi, dannatissimi mesi. Come se avessimo bisogno di tutto questo tempo, per riposarci. A me bastano quindici giorni per essere stufo marcio di questa vita insulsa.” Spinse via la scacchiera, facendo traballare pericolosamente i pezzi rimasti.
“Già. Dobbiamo inventarci qualcosa. A proposito, che ne è di Cliffords? È un po’ che non si vede in giro. Forse ha qualcosa per le mani. O forse, con la sua faccia da bravo ragazzo e i suoi modi cortesi, è caduto fra le grinfie di qualche donzella”.
Gli occhi di Seemings ebbero un lampo di divertimento, mentre la testa bionda accennava all’uomo che entrava proprio allora nella sala. “Quando si parla del diavolo…”
Blackstone si voltò, il volto improvvisamente illuminato da un lampo d’interesse. “Dov’eri finito, Cliff?”  lo apostrofò.“Seemings ed io abbiamo bisogno di uno dei tuoi colpi di genio, per sopravvivere nell’attesa”.
Lord Xavier Cliffords si avvicinò, stringendo le mani dei suoi amici.
Non solo amici, in verità.
Erano compagni fedeli, fratelli di sangue; ognuno di loro aveva, più di una volta, rischiato la propria vita per salvare gli altri.
“Che ne direste” rispose, mentre un sorriso soddisfatto si allargava dalla bella bocca fino agli occhi dorati, orlati da lunghe ciglia scure “di un mistero intrigante per I Tre Ultimi? Una di quelle sfide per le quali eravamo famosi già ai tempi del College”.
Noia e stanchezza scomparvero dagli sguardi degli uomini, immediatamente sostituite da una scintilla d’interesse e vitalità.
Xavier, Yale e Zachary. O, come amavano chiamarsi fra loro, giocando con le iniziali dei loro nomi, X,Y,Z.
I più intelligenti, pericolosi, misteriosi gentlemen che il regno di  Sua Maestà avesse mai conosciuto.
E, sicuramente, i più affascinanti.

 

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Commenti

Interessantissimo post.

Interessantissimo post. Complimenti! ^_^

Ritratto di Poppy77

Arrivo in ritardo.... Come al

Arrivo in ritardo....

Come al solito un aqrticolo meraviglioso!Un viaggio nella storia davvero imperdibile....quando lo leggo mi sembra di essere lì.

baci

 

vale

 

Ritratto di Antonella

Lord X ringrazia...

Le sue cortesi ammiratrici!

@Elnora

Gli dirò di passare sotto casa tua, magari con una rosa rossa...

@Emy

Grazie, sei davvero molto gentile

 

@Tutte

Baci

 

 Le avventure di Lord X si

 Le avventure di Lord X si fanno sempre più interessanti, prima l'intrigante schermaglia verbale con la rossa e poi l'irresistibile comparsa dei suoi fedeli compagni.

Complimenti Antonella, spero che non ci farai aspettare molto per il prossimo post.

Devo assolutamente sapere cosa combineranno I Tre Ultimi. 

Ritratto di Elnora

Sulle tracce di un lord è

Sulle tracce di un lord è diventato per me un appuntamento davvero piacevole: mi godo la storia di Lord X con tutte le emozioni di un romance, imparo qualcosa e viaggio con la mente attraverso una città che,  nonostante abbia visitato brevemente ormai quasi un anno fa,  ha lasciato un segno indelebile nella mia anima. Ma cosa posso desiderare di più ?Lord X in carne e ossa che mi aspetta fuori dal cancello di casa, è ovvio.

Bravissima Antonella!

 

Ritratto di Antonella

Grazie, troppo carine!

@ Veronica

Grazie mille cara! Farò del mio meglio per non divagare troppo!

@ Libera

La giornata di Lord X è quasi giunta al termine; però, chissà!

Sei davvero molto carina e ti ringrazio.

@ Chiara

Troppo gentile! La rossa ringrazia...

@ Telenad

Grazie cara! Mi fa piacere che ti sia piaciuto

 

Baci a tutte

Ritratto di Telenad

Entusiasmante!

Meglio di un serial TV questo Lord X...avier, che trovata geniale!

Al di là della parte romanzata è bellissima e curata anche la ricostruzione storica: davvero non si sa se leggere il post per saperne di più sui luoghi del regency o per il romanzo che vi stai ambientando... facciamo che lo leggo due volte!

E comunque io mi associo a chi chiede a gran voce il proseguo della storia...

Ritratto di MissWentworth

Finalmente!!

Svelato il nome del misterioso Lord X!!!! :) e adesso avremo anche il piacere di seguire le avventure dei suoi due amici,Lord Y e Lord Z?  Tra l'altro io già prevedo scintille tra il Lord e la rossa,spero di non sbagliarmi ^.^
Complimenti Antonella,ci stai davvero tenendo incollate al pc con questa storia avvincente,che oltretutto non manca mai di fornirci delle gustose notizie sulla vita londinese,quest'oggi con la carrellata dei più famosi club della città.
Chiara

Ma è finito?

O esce il romanzo?

Voglio sapere come e dove e perchè e quando... insomma la trovano la rossa? Chi la sposa? Ma soprattutto chi è?

WOW Antonella sei stata bravissima in questo tour con Lord X... se aggiungi le giornare di Y e Z e anche la soluzione del mistero, con magari una terza fanciulla e tre innamoramenti, compro il romanzo di sicuro!Bravissima!

 

Libera

Ritratto di VeronicaBennet

Grazie Anto, che bella questa

Grazie Anto, che bella questa carrellata di Club inglesi. Di solito, nei romance, si sente parlare del White's, quando invece ce ne sono molti altri, altrettanto affascinanti. Ovviamente è bellissima anche la  storia ma mi raccomando non divagare troppo... devo assolutamente sapere come finisce con la rossa!

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