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Domenica, 18 ottobre, 2009 - 23:58
VeronicaBennet

Untitled

INTO THE SPOTLIGHT - SOTTO I RIFLETTORI:

FRANCESCA BORRIONE – autrice esordiente italiana


L'AUTRICE SI PRESENTA

Sono nata a Perugia nel 1978, dove vivo e lavoro. Attualmente frequento l’ultimo anno di dottorato di ricerca presso la Facoltà di Scienze della Formazione.

Ho già pubblicato il saggio "Il maccartismo" e "Gli anni inquieti del cinema americano".

"L’uomo che attraversò il tempo per me" è il mio primo romanzo.

 

Studio per lavoro, cosa che considero un grande privilegio.

Leggere, scrivere, ascoltare musica e andare al cinema sono le mie più grandi passioni. Leggo di tutto, ma mi sono avvicinata al genere romance solo di recente, e mi sono immersa nei romanzi storici con grande entusiasmo. Mi piacciono i classici, i noir, gli urban fantasy, ma più semplicemente mi piacciono le belle storie. Quando leggo voglio entrare nei personaggi, nelle situazioni che vivono, nei loro sentimenti, nei conflitti interiori che devono affrontare. Voglio sentirmi parte dei racconti, e mi piace quando un autore è capace di farmi provare la sua stessa passione.

Ho sempre scritto, prima come una sorta di terapia per la mia timidezza, poi per cercare di costruire, nella mia fantasia, personaggi e storie più affascinanti della mia realtà.



"L’uomo che attraversò il tempo per me" è nato così, nel 2001, dal mio desiderio di creare la storia che in quel momento particolare della mia vita avrei voluto vivere. E così è nata Selma, la protagonista del romanzo, una ragazza come tante e come tante chiusa nel proprio microcosmo privatissimo fatto di letture e soprattutto di cinema. Selma vorrebbe vivere in un film, in una perfezione che nella realtà non esiste, e quando mette queste due verità a confronto rimane inevitabilmente delusa. La sua vita non le piace, ma non le piace perché non l’ha mai curata. Selma critica molto se stessa e si schiaffeggia costantemente perché non sopporta molti aspetti di sé, e ciò che odia di più è  l’inerzia della vita, l’incapacità di agire. Questa lentezza, la passività di fronte alle cose. Finché trova il coraggio di uscire fuori dal personaggio che lei stessa ha creato e diventare una persona nuova. Curare le relazioni è la cosa migliore per rendere la propria vita più calda e più umana, e non c’è stereotipo che regga il confronto con l’imprevedibilità dell’amore.

Ho impiegato pochi mesi a scrivere L’uomo che attraversò il tempo per me. Sei anni per trovare un editore. Quando desideri fortemente qualcosa, c’è sempre qualcuno che ti dice che è impossibile. Non so più le porte chiuse che ho incontrato, prima perché ero un’esordiente, poi perché il mio stile era ritenuto troppo anglosassone, poco affine quindi ai lettori italiani. Ma io non ci ho creduto. Ho invece creduto in me e alla fine sono riuscita a realizzare questo piccolo sogno. Con la scrittura comunico una parte di me che nella vita di tutti i giorni rimane silenziosa, e trovo così una chiave per aprire i miei sogni alle persone.


 

IL BLOG DELL'AUTRICE: http://misselse.blogspot.com/

EDITORE: www.ilfilonline.it

Il libro è ordinabile in tutte le librerie ed è disponibile in tutte le librerie online, oltre naturalmente al sito della casa editrice. 



ESTRATTO -  dal romanzo L'uomo che attraversò il tempo per me”


Eccolo lì. Fermo sul portone d’ingresso, come se stesse aspettandomi. Quella posa mi ricorda Winona Ryder che caccia i suoi vestiti in una busta di carta e corre fuori a cercare Ethan Hawke. Che è proprio davanti casa, fermo come se fosse sempre stato lì e lei fosse stata troppo cieca per notarlo.

Sorrido un po’ impacciata. L’ultima fila di scale la scendo con calma, non per fare scena ma per riprendere fiato.

«Mi stavi cercando?» chiede. Sorride, se l’aspettava. Penso che non sia mai stato respinto da nessuna donna. Era certo che non sarei stata io la prima.

Mi stringo le labbra, meditabonda su quello che avevo in animo di dire. Non sono certa di questa mia intraprendenza.

«Domani sera va bene» affermo stupita di me.

Jason mi dà conferma soddisfatto:

«A che ora?».

«Alle otto?» propongo interrogativa.

«Alle otto − ribadisce − ti passo a prendere qui».

«D'accordo».

«Buonanotte, allora» mormora sottovoce. Stavolta esce davvero.

Le vetrate del portone mi permettono di seguire la sua discesa per le scalinate esterne. Chissà se lui si volterà indietro ad osservarmi tornare in casa. Chissà se vorrà guardarmi un'ultima volta prima di andarsene. Se lo farà, sarà un segno inequivocabile di una certa affinità emotiva tra noi. Oddio, si volta davvero verso di me. Ed io che sono lì a fissare lui. Eh, sì. Deve essere destino. Mi saluta con un cenno della mano. Il suo viso è sorridente.

Credo anche il mio. Torno in casa e mi sdraio sul divano. Non posso non pensare a Jason. Il suo comportamento, quello stare sulle spine,la parlantina assente, i gesti nevrotici delle mani, tutto era tipico di un ragazzo qualunque. Non sembrava certo uno che può avere tutto quello che vuole.

A forza di leggere soggetti immaginari, comincio a credere che la mia visione della vita sia alterata dai fiumi di parole che la mia mente è abituata ad assimilare. Inserisco amici e sconosciuti in comodi e superficiali stereotipi che somigliano preoccupantemente a qualche personaggio scartabellato durante il lavoro. Laura è l'amica-sorella che dice sempre la verità, il luogo di lavoro è un microcosmo in cui vivono tutte le categorie degli esseri umani, mentre io sono la ragazza problematica e introversa che non riesce mai a trovare una cura ai propri mali.

In questo modo, Jason mi appariva, fino a pochi minuti fa, come riassunto di tutti i cliché esistenti circa la gente di spettacolo: lui era la star egocentrica abituata ad avere ogni ragazza ai suoi piedi, era l'arrivista che calpesta chiunque pur di raggiungere il traguardo, il ragazzo affascinante ma dalla doppia faccia. Jason era il sogno e l'incubo che tormentava i miei pensieri. Adesso, al contrario, ripercorro gli istanti trascorsi con lui, e forse mi devo ricredere. Forse voleva davvero soltanto invitarmi fuori, forse era veramente nervoso per l'impegno della prima mossa, forse non aveva altri fini che quello di rivedermi, e forse quel modo di irrequieto di tenere le mani, il balbettio, l'aria così incerta, mi devono comunicare che lui non sarà uno come tanti, ma è accessibile, anche a me che non sono nessuno. Mi dondolo nella suggestione di piacergli. Non mi sono mai innamorata di nessuno, dopo John voglio dire. Sono sempre stata sola. Anche quando stavo con John, ero sola.

Ho rimuginato sul passato talmente a lungo che non ricordo più che significa quando ti piace qualcuno. Non ne sono sicura, ma forse non voglio nemmeno riconoscere i miei sentimenti. Dovrei parlare di questa serata con Laura, ma voglio tenere per me questo piccolo, magico segreto. Se non sarà, farò finta che non sia mai accaduto, e non dovrò spiegazioni a nessuno. Mentre mi rigiro sul divano, mi torna alla vista la busta che ho gettato in terra per correre dietro a Jason.

Vado a raccoglierla.

Dentro c'è il solito insieme di pagine pinzate precariamente. Niente rilegatura elegante. Si vede che la mia sfuriata di ieri ha minato la creatività dell'autore.

Sulla prima pagina, nessuna dedica.

Sulla seconda, un lungo assolo.

Comincio a leggere.

"Selma non vuole che si parli di lei. Non vuole nemmeno che si parli con lei. Selma sta rinchiusa in un guscio speciale dal quale può osservare lo scorrere della vita senza lasciarsi toccare. Selma di  mestiere fa l'osservatrice. Scruta l'immaginazione altrui, la seziona come un corpo, la scompone e la ricostruisce, e poi se ne lava le mani. Che della Creatura se ne occupi qualcun altro.

Selma non agisce, perciò non reagisce. A Selma piace sostenere l'esistenza della propria invisibilità. Un concetto che, a pensarci bene, è un paradosso. A Selma calza perfettamente.

Selma non gradisce consigli. Probabilmente ritiene che tutti potrebbero portarla sulla cattiva strada, e allora preferisce sbagliare da sola.

Lamenta la solitudine e poi si coccola in essa. Adora le sorprese ma detesta ciò che non conosce. Le sono capitato io inaspettatamente, e il suo mondo è stato in qualche modo violato. Ora non sa che fare con me.

Non si accorge che tutto è cambiato dal momento che ha letto il mio primo scritto. L'invisibilità è scomparsa, mentre è restata l'esistenza.

Selma ora è fragile in mezzo alla gente, sa che uno di quegli estranei potrei essere io, e muore dalla voglia di sapere di chi si tratta.

Così, per la prima volta ha aperto la sua vita a qualcuno. Quella persona le piace, anche se probabilmente non vuole ammetterlo, e in cuor suo si augura che si tratti di me, di Kyle Reese, del principe azzurro dalla armatura lucente e le maniere cortesi, di quello straordinario personaggio di cui ha visto le imprese in un vecchio film con Gregory Peck. Selma spera che lui sia ogni brano di letteratura, ogni verso di poesia, ogni sequenza di film, ogni passo di danza e segmento di musica mai realizzato nella storia del mondo. Selma si aspetta da lui l'impossibile sogno costruito per tutta la vita.

Selma sa che così non sarà. Lo ha sempre saputo. Perciò ha evitato sguardi e abboccamenti, perciò si è nascosta come in fuga dal sole, perciò si è aggirata furtivamente tra le strade della città. Selma non voleva essere notata per non dover spiegare le ragioni della propria solitudine. Finché sono arrivato io. Spezzato il precario equilibrio di questa esistenza senza emozioni, ho dato a Selma una goccia di speranza.

Se leggesse queste righe, ne prenderebbe coscienza e, invece di odiarmi, proverebbe a sentire riconoscenza nei miei confronti. Se solo leggesse attentamente.

Intanto il mondo le è sembrato migliore, degno della sua attenzione, e subito nuove sensazioni si sono affacciate nel suo cuore. Chissà se questa persona dall'aria affascinante è proprio quella giusta. Selma non deve commettere ancora l'errore di paragonarla al suo magico ideale. Nessuno sarà mai a quell'altezza. Selma deve rendere se stessa accessibile, e apprezzare le persone per quello che sono...".

I puntini di sospensione terminano la lettura. Guardo la mia libreria, zeppa di libracci pagati una manciata di spiccioli. Libri che non entreranno nella storia della letteratura. Libri che ho letto, spulciato, sottolineato, e messo in un angolo dello scaffale, impilati come si fa con i barattoli di confetture. Quei protagonisti maschili, dagli improbabili nomi che rievocano epiche storie d'amore, non sono certo reali. Sono un po' “Albert Schweitzer, un po’ Capitan America” (The Net, 1995). Hanno sempre infiniti complessi, e traumi da superare, e passati da dimenticare, mogli da riconquistare, figli da accudire, eppure sanno sempre cosa fare nel momento giusto. Non sbagliano una mossa, per lo meno nel presente. Possono anche rimediare agli errori, tanto infallibili sono diventati. Non si sentono uscire dalla loro bocca frasi come “è tardi per ricominciare” o “è troppo presto per lasciarsi andare”. Loro e il tempo non hanno nulla in comune. Affrontano tutto di petto, senza incertezze,senza balbettii. Il tempo loro lo attraversano, esattamente come il Reese di Terminator, con l'immagine della donna che amano ben impressa nella mente in ogni curva ed ogni lineamento del viso.Prendono le loro donne tra le braccia come Rhett Butler possedeva Rossella su per quella immensa scalinata tinta di rosso, le sollevano come piume, dedicano loro tutta la passione di cui sono capaci, e le fanno sentire belle, importanti, al sicuro e protette dal male. Sono uomini tutti d’un pezzo, irreali e intrappolati in storie impossibili da cui non riescono mai ad uscire, e sono ideali.Ne voglio uno così. Voglio uno che mi dica che sono “La più bella invenzione dopo i profiteroles” (La leggenda del re pescatore, 1993). Voglio il principe azzurro. Forse è questo che il mio critico ammiratore cerca di farmi notare. Che sono una poetessa dell’impossibile, irrimediabilmente persa nelle mie fantasie. Che sono colpevole di troppa solitudine. Che sono invischiata nella ragnatela tesa con le mie stesse mani.

Devo liberarmi. Mi lancio verso il mobile sotto il televisore. Riviste, cartacce, giornali. Il secondo plico. La penna. Mi accoccolo di nuovo sul divano. Comincio a scrivere. Abbozzerò soltanto poche righe. Sono stata sgarbata con Reese, mi dispiace. Chissà che lui non voglia il mio bene, dopo tutto.

Ma questa sarà soltanto una lettera breve e formale. Non gli scriverò mai più, dopo questa volta. Decisamente. Anche se, dopo un avvio balbettante, le parole mi escono a cascata sulla carta.



 

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Commenti

@Eleonora. Grazie a te,

@Eleonora. Grazie a te, davvero, per le splendide parole! :)

Francesca

Ho finito di leggere il

Ho finito di leggere il libro ieri sera . Francesca è stata così gentile da regalarmi una copia del suo romanzo in occasione del gioco "Babbo Natale Segreto".
Prima di iniziare "L'uomo che attraversava il tempo per me", ho abbandonato ben tre libri, e onestamente non davo molte speranze nemmeno a questa storia. Ultimamente non riesco a trovare un libro che mi emozioni, ma questo romanzo si è rivelato una lettura in "apnea", cioè ho respirato solo quando l'ho finito , e l'ultimo capitolo l'ho riletto quattro volte. Un libro che io personalmente ho trovato originale, introspettivo, scorrevole e commovente nel finale, in quel bellissimo ultimo capitolo che difficilmente scorderò, perchè mi piace pensare che le persone nascondano nel cuore segreti così pieni di amore.

Grazie Francesca e in bocca al lupo.

Eleonora

Grazie Hatshepsut81

Grazie Hatshepsut81

A giudicare dall'estratto

A giudicare dall'estratto deve essere davvero un bel libro. Complimenti all'autrice e a Veronica per avera presentata (io non la conoscevo). ^_^

Grazie ad Andreina per il suo

Grazie ad Andreina per il suo commento! Ero davvero curiosa di sapere la tua opinione, sono contenta che ti sia piaciuto!
Non ho previsto alcun sequel. Come per tutte le storie d'amore, credo oltre all'happy end, più o meno marcato, si possano immaginare molteplici sviluppi... Ma non ci ho mai pensato! Naturalmente, mai dire mai, ma credo che il romanzo abbia un suo senso così com'è, e se penso alla delusione per Che pasticcio, Bridget Jones!, credo che per scrivere il seguito di un romanzo servano delle motivazioni forti e delle idee veramente nuove. Forse Selma ha detto tutto quello che aveva da dire, non lo so... Non credo sarei capace di tirar fuori nuovamente il suo spirito con le stesse parole, perché non sono più la stessa persona che ero nel 2001, quando ho scritto il romanzo... Ma ci sono indubbiamente molti personaggi che hanno molto da raccontare! :P

L'utilizzo della narrazione in prima persona è una cosa effettivamente particolare, ma non credo inusitata, anzi in un certo tipo di narrativa al femminile mi è capitato di trovarla spesso. Mi piace scrivere in prima persona, perché si usa un linguaggio più diretto e più emotivo, più personale e anche più mio (mio, cioè di Francesca!), mentre la narrazione in terza persona esige forse un maggiore rigore, anche se è molto affascinante perché ti permette di entrare in tutti i personaggi. Con la prima persona, quello che scrivo è soltanto il punto di vista di Selma, e l'intera storia è vista attraverso i suoi occhi... Cosa che, da un punto di vista strettamente narrativo, permette di giocare un pò con il mistero dell'uomo che attraversa il tempo per lei, che Selma non conosce e che quindi è ignoto anche al lettore.
"L'uomo che attraversò il tempo per me" è una citazione cinematografica. Kyle Reese, protagonista del film Terminator, a un certo punto dichiara il suo amore per Sarah Connor e le dice appunto "Ho attraversato il tempo per te. Ti amo, ti amo da sempre". Nel mio caso, il misterioso Kyle Reese non attraversa veramente il tempo... E' un pò una metafora per parlare di quell'amore che non conosce distanze, e di quelle persone un pò speciali che per amore possono arrivare all'impossibile...

Grazie ancora! :)
Francesca Borrione

Grazie anzitutto a Francesca

Grazie anzitutto a Francesca per averci presentato il suo libro.
Sono colpita dall'uso del presente narrativo, unito alla prima persona è una scelta stilistica sicuramente impegnativa, molto difficile da reggere per un libro intero! Come mai questa scelta, se posso chiedertelo?
Altra cosa: il titolo del tuo libro evoca l'dea del "time-travel", ma dall'estratto non sono riuscita a capire se lo è davvero oppure no... ci puoi anticipare qualcosa, senza fare troppi spoiler ovviamente ? ;-)

Grazie anticipate,
MarchRose

@ Andreinaaaa attendevo il

@ Andreinaaaa attendevo il tuo commento! Prego!
E non parlarmi del finale ti prego, non sai quanto mi ha sorpreso. Non mi sbilancio ovviamente ma la fantasia di Francesca non ha limiti!

Prima di tutto , grazie 

Prima di tutto , grazie  Veronica !

Ho letto il libro di Francesca Borrione tutto d'un fiato, sono rimasta molto soddisfatta di quello che ho letto.
Il suo personaggio  Selma, è una ragazza come tante altre, con i soliti problemi di lavoro, di peso, d'amore...in poche parole una ragazza come tante altre.
Francesca ha descritto il personaggio che poterebbe essere ognuna di noi, in quanto rispecchia quello che in effetti è la vita di tutte ...o almeno la maggior parte.
il suo stile è semplice, di facile lettura , ma non per questo meno interessante anzi il contrario, e mi stupisco veramente delle scelte editoriali che alcune case editrici fanno.
Pubblicano tante di quelle schifezze che rimango basita come un libro come quello di Francesca debba essere edito da una casa editrice minore , con tutto il rispetto per quest'ultima.Mi ha colpito molto il finale e sinceramente non mi sarei aspettata che fosse....no, non dico nulla ma vorrei sapere se ci sarà il proseguimento di una storia, magari dell'amica Laura e del suo ragazzo...che dici Francesca lo farai? Sean e Laura sono due bei personaggi.

Ecco abbiamo scritto nello

Ecco abbiamo scritto nello stesso momento  !!!

Ecco, Veronica me l'aveva

Ecco, Veronica me l'aveva raccomandato... "Firmati"!
E io puntualmente mi sono scordata.
La risposta di cui sopra è la mia! Un saluto a tutti

Francesca Borrione, la smemorella :P

Prima di tutto grazie a tutte

Prima di tutto grazie a tutte per esservi soffermate a leggere! E grazie a Veronica che è davvero impagabile :)

Ecco, il romanzo non è autobiografico. La finzione è nella storia, in certi personaggi e nella costruzione. Ma il romanzo è narrato in prima persona, e allora in questo senso i pensieri di Selma sono i miei, miei i suoi stati d'animo, mie certe considerazioni sulla solitudine sentimentale e sulle relazioni... C'è molto di me, in lei... Eppure, come dire, forse perché calata in una storia di fantasia, lei si dimostra molto più dinamica e anche per certi versi più sveglia di me!
E' che desideravo scrivere la storia che in quel momento avrei tanto voluto vivere!

New York, in questo senso, rientra nel quadro delle fantasie, cioè della storia ideale. Ambientare le storie altrove mi aiuta a scrivere con maggiore libertà, perché così posso staccarmi dalla mia quotidianità e alienarmi completamente! New York poi è la città dei miei sogni, e prima o poi ci andrò...

Sulle citazioni cinematografiche, magari sembra strano ma inserirle mi è venuto naturale. Conosco a memoria le battute dei miei film preferiti e scrivendo queste mi sono uscite di getto. La sola cosa che ho cercato di fare è stato variare i film! :)

Grazie ancora a tutti :*

io lo prenderò di

io lo prenderò di sicuro!appena accumulo altri 2 3 libri lo ordino da una libreria online

Ops, dimenticavo. Volevo

Ops, dimenticavo.
Volevo ringraziare Silvya Z.Summers per essere passata... sapevo che ti avrebbe attirato la tua attenzione .

Che bello leggere tutti

Che bello leggere tutti questi commenti positivi!
Freecora grazie, stamattina mi sentivo come se lo spotlight fosse su di me!
Ci tenevo che ne uscisse un buon post perchè il libro, sempre secondo il mio modesto parere, merita davvero.

Comunque, sono tornata perchè anche io ho qualche domandina da fare a Francesca . Me le ero segnata a fine lettura e le ho tenute in serbo per oggi!
Allora la prima è... perchè hai scelto proprio New York come luogo?

Avendolo letto non posso non spendere due parole riguardo alle diverse "citazioni cinematografiche" presenti nell'intero romanzo. Per quanto una persona possa essere amante dei film le citazioni sono comunque impegnative da ricordare.  Sono curiosa lo so ma mi chiedo se le hai inserite in una seconda rilettura (magari con un bel manuale alla mano) o se le hai tutte mmagazzinate nella tua testa. Per capirci, come hai fatto a collocarle sempre al momento giusto?

Complimenti Francesca,

Complimenti Francesca, soprattutto perché non hai mai mollato e hai continuato a cercare un editore in grado di comprendere che un lettore italiano merita di poter scegliere cosa leggere. Per quanto mi riguarda ho trovato l'estratto molto più che interessante e quale donna non si è ritrovata a sperare un giorno di incontrare l'uomo perfetto, quello che troppo spesso speri che esca dalla pellicola di un film e ti dica cose da farti sciogliere per sempre.
Assolutamente da leggere!

Silvietta

Complimenti, Francesca! Del

Complimenti, Francesca! Del tuo libro me ne aveva già parlato Veronica e devo dire che l'estratto è molto promettente. Credo proprio che lo cercherò. Tra l'altro, credo anch'io di avere qualche punto in comune col tuo stile e con i tuoi gusti, vista la mia formazione in una scuola di cinema e l'idea che lo studio dei personaggi debba essere molto approfondito (proprio come fa un attore prima di girare). L'estratto che ci hai presentato è emblematico, credo, di un tipo di scrittura forte e non banale. Brava davvero. E in bocca al lupo per il futuro! (dato che si parla di viaggi nel tempo mi sembra "calzante ;-)  ....)
Silvia Zucca (Summers)

Io ho ordinato il suo libro

Io ho ordinato il suo libro in libreria, su consiglio di Veronica. Non vedo l'ora che mi arrivi perché mi incuriosisce da matti!!! Tra l'altro noto di avere molti punti in comune con l'autrice. Sono certa che il suo romanzo mi piacerà.

@ Welcome Barbara Thank's

@ Welcome Barbara
Thank's for visiting, I am very happy.

@ Cri
già te l'ho consigliato e non vedo l'ora di sapere la tua opinione!

Ho letto il libro di Francesca un paio di settimane fa e sono rimasta davvero colpita dalla storia ma più che altro sono sorpresa che un romanzo così bello non sia presente, in prima fila, negli scaffali di tutte le librerie d'Italia!
Chi mi conosce sa che non amo i contemporanei per cui sono la prima ad essere stupita di questo mio giudizio. Ma il fatto è che "L'uomo che attraversò il tempo per me" è una storia magica dove la fantasia si intreccia alla realtà e dove i sogni prendono vita. 
Francesca svolge un accurato lavoro di introspezione psicologica sulla protagonista descrivendola in tutti i suoi aspetti e questo fa sì che il lettore ritrovi in Selma qualcosa di sè. E' impossibile rimanere indifferenti alla sua solitudine, alla sua amarezza ed anche al suo lato autoironico... ecco mi sto dilungando e finisce che vi faccio una recensione seduta stante !
Vi lascio allo spotlight!

Complimenti all'autrice per

Complimenti all'autrice per l'estratto davvero intrigante. Credo che cercherò questo libro...
Molto accattivante anche l'idea di rivelare il nome della protagonista mentre legge, non si sa bene cosa, dato che dall'estratto il tutto sembra essere un suo diario.
Poi volevo sottolinerare qualcosa che dice di se...

"...ma più semplicemente mi piacciono le belle storie. Quando leggo voglio entrare nei personaggi, nelle situazioni che vivono, nei loro sentimenti, nei conflitti interiori che devono affrontare. Voglio sentirmi parte dei racconti, e mi piace quando un autore è capace di farmi provare la sua stessa passione."

Accidenti, è esattamente quello che direi di me!!!

Grazie anche a Veronica per la "presentazione" ^_^

Solo una curiosità, che nasce dalla seguente frase:
"<<L’uomo che attraversò il tempo per me>> è nato così, nel 2001, dal mio desiderio di creare la storia che in quel momento particolare della mia vita avrei voluto vivere."

Ecco, vorrei sapere quanto Selma somigli a Francesca...

Libera.

Hello, Veronica! Beautiful

Hello, Veronica! Beautiful site :) I love all the grogeous covers you have!

Barbara

Il libro di Francesca me l'ha

Il libro di Francesca me l'ha consigliato Veronica e sta lì in attesa di essere cominciato, quando avrò smaltito quelli in lettura...
Cristina

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