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RECENSIONE: MA TU MI VEDI GRASSA? - DIARIO DI UNA DONNA INSICURA ( Does my bum look big in this? ), di Arabella Weir
Anno: 1997
Pubblicato in Italia da: Adriano Salani Editore, 1998
Formato: paperback
Livello di sensualità: subtle (sottile)
Genere: chick lit
Ambientazione: Inghilterra, seconda metà degli anni ‘90
Voto: 3/10
Jacqueline Pane ha 34 anni, single, lavora per un'importante azienda e una granitica certezza: per fare in modo che la sua vita sentimentale - disperatamente vuota - migliori, deve assolutamente rientrare in una taglia 40 (lei ha una 46).
Per questo il 3 gennaio decide di tenere un diario che l'aiuterà finalmente a portare a termine questo suo proposito. Veniamo così a conoscenza di Sally, l'amica dal corpo perfetto, dei genitori prevaricatori ed egoisti, della simpatica vicina di casa sorda e di Andy, il nuovo collega, il quale - incredibilmente - sembra interessato a lei....
E’ vero che il chicklit è sinonimo di leggerezza e spensieratezza, ma a tutto c’è un limite, e oltretutto bisogna sapere narrare anche la leggerezza e la spensieratezza. Raramente mi è capitato di leggere un libro più sciocco di questo, talmente inconsistente dal farmi pensare che non valeva certo la pena buttare via del tempo per scriverne la recensione.
Ma poi ho pensato che, comunque, non è giusto scrivere solo le recensioni dei libri che piacciono, è giusto scriverne anche degli altri, arrogandomi pure la presunzione - per una volta - di voler segnalare un libro con cui davvero non vale la pena di perdere il proprio tempo.
Credo che il 98% di noi donne abbia problemi (reali o esagerati) con kg di troppo, ciccia, cellulite, maniglie dell’amore e via dicendo… o sbaglio?
Ma di certo Jackie, la protagonista della storia, rientra per forza in qualche caso di grave patologia mentale, visto che ogni singolo pensiero o azione che compie è tutto imporntanto al suo peso, arrivando a farsi paranoie veramente da ricovero in un centro di igiene mentale: se le tengono aperta la porta dell’ascensore pensa che lo fanno solo evitare di essere spiaccicati contro la parete dalla cicciona (lei,ovviamente), se calpestando un tombino fa rumore pensa che tutti in strada hanno pensato che la colpa è sua perché pesa troppo, se il suo capo si complimenta per un lavoro fatto bene è perché lei gli fa pena perla sua stazza… addirittura quando finalmente decide di rivolgersi a una psicologa si fa prendere dal panico perché la donna è grassa! La frase “roba da matti” mai come in questo caso sembra la più adatta.
Jackie narra la storia in prima persona ed è praticamente l’unico personaggio che conta: tutti gli altri (i genitori, la matrigna, l’amica Sally, i colleghi Andy e Clara) sono macchioline filtrate dalle sue parole, stereotipi incolori che apportano pochissimo alla storia e vengono dimenticati appena chiuso il libro (in questo caso non è che sia un gran male).
I loro caratteri e personalità non solo non sono abbozzati, semplicemente non esistono, in quanto “vivono” totalmente in funzione di quello che dicono o pensano della protagonista; a proposito della quale è bene spendere ancora due paroline.
Oltre a quello già detto in precedenza, la nostra è talmente ossessionata dall’obiettivo "dimagrimento” che indulge in comportamenti non solo paranoici, ma pericolosi:
- Per perdere kg in fretta è solita digiunare per qualche giorno consecutivamente, rimpinzandosi solo di acqua; gli inevitabili svenimenti che le capitano non solo sono visti come piccoli inconvenienti, ma addirittura, a volte, usati come metro per misurare l’efficacia del dimagrimento in atto (se svengo di più, vuol dire che dimagrisco di più!);
- Per le occasioni importanti Jackie usa delle mutande contenitive strettissime che, a un certo punto, rischiano di causarle gravi danni circolatori; ma alle quali ovviamente non intende rinunciare, perché si sa…quel vestito di una taglia in meno è troppo importante!
Davvero dei bei messaggi, complimenti!
Del resto capiamola: Jackie parla spesso dei suoi genitori, leggendo quello che scrive nel diario possiamo capire da chi ha preso: da un padre che dà alla figlia della “culona” (scusate la parola) perché indossa i jeans e da una madre prevaricatrice e oppressiva che arriva addirittura a invitarla a pranzo per poi offrirle della roba scaduta (sic!) per rimproverarla di alcune sue presunte mancanze filiali, cosa poteva mai uscire?!
Consiglio: se avete del tempo da buttare, buttatelo pure in altro, fosse anche starvene distese a pancia all’aria a guardare il soffitto… tutto è meglio piuttosto che leggere un libro del genere!
un libro decisamente
un libro decisamente orribile, me ne sto ben lontana.
Però la tua recensione acuta e lucida mi è piaciuta moltissimo!
@ paige79 Marilyn era
@ paige79
Marilyn era alta, per cui il peso e la taglia andavano bene. Comunque la penso come te, in più,... non credo che le ragazze che soffrono di anoressia debbano vedere questi "libri" in giro! E poi, una donna senza curve, senza seno, senza cosce , e senza lato B, CHE DONNA è???
Il mondo è pieno di donne stecchino, che spreco!
è con questo concetto che ho cresciuto mia figlia,( ormai quasi diciassettenne), CHE ADORA Marilyn.
GIUSY73
@poppy: più che altro,
@poppy: più che altro, chiunque volgia perdere anche solo pochi kg lo deve fare in maniera seria e affidandosi ai consigli di medici, dietisti e persone competenti. E chi invece ha veramente gravi problemi di peso li deve afforntare in maniera serie, anche con operazioni chirugiche se necessario.
sono passata e passo attraverso tutti questi problemi, perciò forse sono troppo ipersensbile a queste cose, ma visto anche il proliferare in rete di blog pro-ana e cose simili, non abbiamo bisogno anche di un libro di questo tipo!
che poi, la taglia 46 era la taglia di Marylin...a lei avrebbero chiesto di dimagrire?
@Giusy73: ti sei risposta da sola...e il bello è che probabilmente libri più meritevoli giacciono lì anni!
Ma chi l'ha pubblicato, ha
Ma chi l'ha pubblicato, ha soldi da buttare???...evidentemente Sì!
GIUSY73
Mamma mia Paige...credo che
Mamma mia Paige...credo che lo eviterò come la peste....
Inoltre mi pare di capire che la protagonista porta una taglia 46...che è una taglia assolutamente normale!!!!La grassezza (quella vera) è un problema di salute e bisogna combatterla per carità ma bisogna anche piacersi e amare il proprio corpo senza farsene una malattia. Un argomento così delicato non doveva essere trattato con tanta leggerezza. Che tristezza.....
un bacio
vale