Untitled
RECENSIONE: LA SIGNORA DEI FUNERALI ( The Gatecrasher ), di Madeleine Wickham
Anno: Corgi, 1998 ( prima edizione UK )
Pubblicato in Italia da: Mondadori, collana OMNIBUS, 2009
Formato: paperback
Livello di sensualità: subtle (sottile)
Genere: chicklit
Ambientazione: Inghilterra, fine anni ‘90
Voto: 7/10
Fleur Daxeny si è inventata una ben strana professione: si imbuca a funerali di donne ricche, comincia a corteggiare i vedovi, e dopo averli sedotti li “alleggerisce” del loro cospicuo conto corrente. Poi sparisce in cerca di una nuova vittima… e così via, finchè al funerale di Emily Favour incontra il vedovo Richard.
Il quale non è certo una preda facile come le altre; sembra davvero un vedovo inconsolabile (inizialmente), e soprattutto sembra davvero un gentiluomo, interessato a lei tanto da accoglierla in casa sua, facendola entrare a far parte della sua famiglia: la frustrata cognata Gillian, l’infelice figlia Philippa, sposata con l’arrogante Lambert; il figlio adolescente Antony, che immediatamente simpatizza con Zara, la coetanea e problematica figlia di Fleur.
Mentre il tempo passa, molti nodi vengono al pettine e non solo per la famiglia di Richard…
Prima di diventare famosa con la serie I LOVE SHOPPING e con lo pseudonimo di Sophie Kinsella, la scrittrice inglese aveva già pubblicato in patria alcuni romanzi col suo vero nome, Madeline Wickham appunto.
Uno di essi è questo LA SIGNORA DEI FUNERALI, in cui già si possono notare molte caratteristiche che poi l’autrice svilupperà, consoliderà e anche migliorerà nel corso della sua carriera.
Primo fra tutte, la capacità di rendere curioso e accattivante un personaggio certamente non perfetto e potenzialmente antipatico (ammettiamolo, anche Becky, se la conoscessimo nella realtà, al 90% dei casi non la sopporteremmo): la protagonista, Fleur, è una donna che sfrutta il dolore e i sentimenti altrui per arricchirsi, incurante di quello che potrebbe lasciare dietro di sé.
Fleur infatti si è specializzata nel sedurre ricchi vedovi senza nemmeno aspettare che abbiano passato il periodo di lutto, visto che la sua opera comincia addirittura alle commemorazioni funebri delle mogli; a chi starebbe simpatica una così?
Invece Madeline Wickham riesce a ritrarla in modo da provocare curiosità (perché si comporta così? Cambierà?), simpatia (ma che furba questa Fleur!) e anche un certo fascino (come fa a conquistare tutti così?). Ma di Fleur percepiamo anche la solitudine, il bisogno di affetto, il dolore che si porta dietro: motivazioni che spiegano in parte il suo comportamento. Fleur non ha appoggi, non ha certezze, a parte la figlia Zara (con cui non riesce ad avere un rapporto sereno per colpa sua, perché non cerca di capirla) e l’amico Johnny; ella scambia per certezze i soldi che accumula, ma non riesce a entrare nell’ottica che ci sono altri tipi di certezze e bisogni molto più profondi. Solo nel finale sembra tornare sui suoi passi, lasciando spazio all’immaginazione di un possibile futuro stabile.
Ho apprezzato anche l’umanità degli altri personaggi, dal vedovo Richard, persona perbene che ha sempre avuto un segreto tormento per il suo matrimonio apparentemente perfetto ma in cui non riusciva a capire che cosa non andava; la figlia Philippa, prigioniera della sua vita infelice e che nessuno ascolta davvero; la cognata Gillian, che ha sacrificato la vita per la famiglia della sorella, e il figlio Antony, il personaggio che riserva più momenti di leggerezza nel romanzo.
Questo romanzo può benissimo essere definito una commedia nera, visto anche che, nel corso della lettura, apprendiamo da varie cose che la defunta non era poi così amorevole e ammirevole come tutti l’avevano sempre vista… un fantasma ingombrante e brutto; allo stesso modo Fleur, pur essendo piena di difetti, porta comunque la serenità - anche se involontariamente - nella vita di Richard e della sua famiglia.
Un difetto purtroppo è il fatto che, avendo così tanti personaggi, la Wickham non riesce a soddisfare appieno la curiosità del lettore su fatti e motivazioni di ognuno: perché Fleur fa così, che sentimenti realmente prova, che cosa è successo tra lei e il padre di Zara, perché Gillian e Philippa non hanno mai reagito alle cattiverie di Emily, perché la stessa Emily si comportava così… a volte, le cose rimangono in superficie, quando invece si poteva approfondire meglio.
Ma se consideriamo che è un’opera prima, credo che il giudizio complessivo possa essere più che soddisfacente. Consigliato in particolare alle fans della Kinsella, per scoprire le origini della loro autrice preferita!
Il genere chicklit non mi
Il genere chicklit non mi appassiona particolarmente, ma ho letto della Kinsella " sai tenere un segreto?" e l'avevo trovato grazioso, con riferimenti alla vita quotidiana negli uffici davvero verosimili.
Non ho letto ancora nulla di
Non ho letto ancora nulla di questa autrice, prima o poi lo farò !