Untitled
RECENSIONE: LA SPOSA INNOCENTE ( My Lady Innocent ), di Annie Burrows
Anno: 2007
Edizione originale: Harlequin Mills & Boon Historicals Romance
Pubblicato in Italia da: Harlequin Mondadori, serie I GRANDI ROMANZI STORICI, N.682, maggio 2009
Formato: paperback
Livello di sensualità: subtle (sottile)
Genere: medievale
Ambientazione: Inghilterra, fine XV secolo
Voto: 4/10
Maddy è figlia di un traditore, come tale è stata espropriata di tutti i suoi beni e,dalla morte del padre e edei fratelli,cacciata dalle sue terre e affidata alle cure di una dispotica cugina ,che l’ha portata con sé quando è stata ammessa fra le dame della Regina Elisabetta. La giovane donna vive infelice, maltrattata dalla cugina e senza speranza di felicità in una corte dove gli intrighi sono all’ordine del giorno, per questo accoglie con grande gioia la notizia che il Re Enrico ha deciso di darla in sposa a Sir Geraint, uno dei suoi uomini di fiducia al quale ha donato le terre un tempo appartenute alla famiglia di Maddy. Così potrà ritornare nella propria dimora da padrona, vivere lontano dalla corte e avere un marito che la protegga da chiunque volesse farle del male.
Dal canto suo Sir Geraint, cavaliere di origine non nobile, dapprima accetta malvolentieri di prendere in sposa la figlia di un traditore, ma poi viene conquistato dalla dolcezza, spontaneità, generosità di Maddy, la quale a sua volta è conquistata dalla passionalità con cui il marito le dimostra il suo affetto.
Tuttavia nessuno dei due è davvero incline a fidarsi dell’altro e ciò causerà molti guai…
Con questo romanzo posso tranquillamente dire che ho preso una cantonata. Infatti, nonostante non ami i medievali, l’ho preso attirata dalla trama visto che mi piaceva l’idea di una coppia formata da un fedelissimo del re e dalla figlia di un traditore, con tutto quello che ne poteva conseguire.
E invece mi sono trovata a leggere una storiellina di tira e molla senza senso, di equivoci immotivati e con due protagonisti che sono molto più che diffidenti: a volte i problemi se li creano proprio da soli!
Lei, Maddy, è una docile e sfortunata fanciulla, figlia e sorella di uomini che sono morti combattendo contro il re, e che dopo la morte dei suoi cari è stata affidata alla crudele cugina Lady Lacey, che l’ha sì portata con sé a vivere fra le dame di corte, ma in pratica le fa fare la serva, maltrattandola sia fisicamente che psicologicamente (l’ha persino costretta a cambiare il suo nome - Margaret - in Agnes) e addirittura tessendo su di lei un diabolico piano con in suo amante, per liberarsene e diventare ricca. A corte nessuno presterebbe attenzione alla figlia di un traditore che cercasse aiuto, quindi Maddy deve tenere per sé tutto il suo dolore e le sue paure, in un crescendo di disperazione e angoscia molto ben rese nelle prime pagine.
Lui, Geraint, figlio di mercanti gallesi promosso cavaliere per la fedeltà a Enrico, è il tipico uomo che si è fatto da solo contro tutto e tutti, abituato a difendere quello che si è duramente conquistato, ma che nonostante la “promozione” è rimasto comunque un uomo del popolo, semplice e diretto. Per questo sogna un matrimonio alla pari(per quanto possibile nel medioevo) e senza segreti e sotterfugi, basato sulla complicità e sincerità. E fin qui tutto torna.
Ma, dal momento del matrimonio e del primo incontro tra Maddy e Geraint, la storia inizia ad andare per conto suo, lasciando spesso disorientato chi legge: da subito infatti inizia tra i due un rapporto fatto sì di passione, ma anche di diffidenza ad uno stato patologico:ogni parola, ogni gesto che intercorre tra loro viene travisato in modo spesso incredibile dall’una e dall’altro. Anche un semplice prendersi la mano o rivolgersi la parola per parlare, chessò, del tempo (visto che siamo in Inghilterra l’esempio può anche starci ), viene visto senza nessun motivo da Maddy e da Geraint come un qualcosa con un secondo fine, sicuramente diretto a far del male all’altro. Altro che quando sono da soli spergiurano di amare alla follia… ma amore non vuol dire anche fiducia?!
Da qui tutta una serie di complicazione mastodontiche e che avrebbero interessato il buon Sigmund Freud se fosse stato presente… più in generale, mi ha dato un grande senso di incomunicabilità.
Per non parlare delle ingenuità in cui si scade nel tratteggiare i nostri due eroi. Non si capisce ad esempio perché Maddy insista per tenersi accanto Lady Lacey che per tutto il romanzo la tormenta in tutti i modi possibili, arrivando persino ad insinuare un tradimento da parte del marito, e nonostante le angosce e paure che questa donna le provoca: ma non si era sposata anche per sfuggirgli?
E secondo quale ragionamento Geraint arriva a pensare che Maddy l’abbia sposato perché bisognosa di un matrimonio riparatore? E come può pensare che la moglie abbia organizzato un ‘imboscata se per tutta la sua vita è rimasta chiusa nelle stanze di palazzo, e oltretutto non sapeva nemmeno che il Re avesse conservato le sue terre per restituirgliele (tant’è vero che fino al matrimonio è convinta di essere povera!).
Insomma nei ragionamenti e comportamenti dei nostri due si intravedono grossi e inspiegabili buchi, tant’è vero che molto spesso ho pensato ci fossero dei tagli alla storia, ma non avendo letto l’originale non posso dirlo.
Più interessanti, ma di poco, i cattivi.
Insomma, un’occasione mancata.
Tiziana
Quando scopro l'ambientazione
Quando scopro l'ambientazione medievale tendo a scappare e in questo caso ho fatto bene data la tua recensione.
sono d'accordissimo con te; è
sono d'accordissimo con te; è una di quelle storie di cui si può affermare che siano "senza infamia e senza lode" quindi non ci curiam di loro, ma passiamo al prossimo romanzo nella speranza che ci regali le emozioni che cerchiamo
gio