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IN THE SPOTLIGHT - SOTTO I RIFLETTORI
JOCELYN KELLEY-JO ANN FERGUSON'S LATEST RELEASES :
LE ULTIME USCITE DI JOCELYN KELLEY-JO ANN FERGUSON :
SEA WRAITH -- DREAMSEEKER
THE AUTHOR - L'AUTRICE
Jo Ann Ferguson - Jocelyn Kelley is a very appreciated author who in her twenty years of writing career has written an incredible number of novels and short stories, many of which have been honored with award nominations from Pearl, ROMY, Romantic Times, Rom/Con and Affaire de Coeur magazine. Two of her regencies, "The Counterfeit Count" and "A Christmas Bride", have been bestowed the ARTemis Award by the Romance Writers of America Association.
She already was our guest last year, you can find her interview here:
http://romancebooks.splinder.com/post/17081717
Jo Ann Ferguson - Jocely Kelley è un'apprezzata autrice con alle spalle vent'anni di carriera e all'attivo un numero incredibile di romanzi e novelle, molti dei quali hanno ricevuto nominations a premi quali Pearl, ROMY, Romantic Times, Rom/Con e Affaire de Coeur magazine. Due suoi Regency Tradizionali, "The Counterfeit Count" e "A Christmas Bride" sono stati insigniti del premio ARTemis dall'associazione Romance Writers of America.
Jocelyn/Jo è già stata nostra ospite lo scorso anno, potete trovare la sua intervista a questo link:
http://romancebooks.splinder.com/post/17081717
www.joannferguson.com
www.jocelynkelley.com
http://jocelynkelley.com/blog/
THE NEW RELEASES - LE NUOVE USCITE
SEA WRAITH
Book #3 of the Nethercott Tales (June 2009)
available / acquistabile :
http://www.imajinnbooks.com/
ONE SPIRITED MISS...
Sian Nethercott wants to put her mistakes behind her. First, a man she agreed to marry, even though he did not touch her heart; then Lord Lastingham, the only man she has ever loved...even though he seems to have forgotten her. She travels to her sister’s house in Cornwall in order to paint a mural, but her trip is interrupted when she encounters a masked man named Wraith, a criminal whose brazen kiss thrills her. But she can’t forget the warning she received before she left Nethercott Castle: Beware of ghosts in Cornwall!
THREE DANGEROUS MEN...
Shocked to find Lord Lastingham in Cornwall where he intends to put a stop to Wraith and the other wreckers, Sian also meets Arthyn Trembeth, the curate in the tiny village of St. Gundred. All three men charm her in their unique ways, but it is Wraith who seems to be near whenever she finds herself in need for rescuing...or a soul-sapping kiss. Is he the ghost she was warned about? Even if he is, can she deny herself what she thought she would never find?
TOO MANY GHOSTS...
Sian and Wraith must come to trust each other–and their own hearts–as they battle a common enemy to protect all they hold dear...and have a ghost of a chance at love.
UNA SIGNORINA DI SPIRITO...
Sian Nethercott vuole buttarsi gli errori alle spalle. Primo, un uomo che ha accettato di sposare, anche se non le ha toccato il cuore; poi Lord Lastingham, l'unico uomo che ha sempre amato... anche se sembra averla dimenticata. Sian si trasferisce nella casa della sorella, in Cornovaglia, per dipingere un murale, ma il suo viaggio si interrompe quando incontra un uoma mascherato di nome Wraith, un criminale il cui bacio impudente l'ha elettrizzata. Tuttavia non può dimenticare l'avvertimento che ha ricevuto prima di lasciare il Castello di Nethercott: attenta ai fantasmi in Cornovaglia.
TRE UOMINI PERICOLOSI...
Stupita di trovare Lord Lastingham in Cornovaglia con l'intenzione di mettere fine ai saccheggi di Wraith, Sian incontra anche Arthyn Trembeth, il curato del piccolo villaggio di St.. Gundred. Tutti e tre gli uomini l'affascinano in modo particolare, ma è Wraith che sembra esserle accanto quando ha bisogno di essere salvata... o baciata. E' lui il fantasma contro cui è stata messa in guardia? Anche se fosse, può Sian negarsi quello che pensava non avrebbe mai trovato?
TROPPI FANTASMI...
Sian e Wraith devono arrivare a fidarsi l'uno dell'altra - e dei loro cuori - mentre combattono contro un comune nemico per proteggere ciò che hanno a cuore... e per avere un'occasione d'amore.
CONNECTIONS WITH OTHER BOOKS - COLLEGAMENTI CON ALTRI LIBRI
This is the third book in the Nethercott Tales series. The first two books (published by Penguin) are Lost in Shadow and Kindred Spirits.
Questo è il terzo libro della serie Nethercott Tales. I primi due libri (pubblicati da Penguin) sono Lost in Shadow e Kindred Spiritis.
FROM THE AUTHOR - DALL'AUTRICE
I set these three books in some of my favorite spots in England – Yorkshire, London, and now Cornwall. A few years ago, I traveled to Cornwall and had the time to visit the off-the-beaten-path sort of places. One was an ancient barrow near St. Just, Cornwall. Looking out at the sea and Land’s End in the distance, I was amazed how lonely and ancient the area felt, even though the village was not far away. What a perfect location for a ghostly visitor to bring the tales of the three Nethercott Tales to a conclusion! And if you’re in Cornwall in the Regency era, you just have to have smugglers, so I brought them into the story as well. It’s always fun to have characters who straddle the line between legal and illegal. And the mural the heroine is painting? It could just possibly come out of the experience of having fabulous stripes painted up my stairwell!
Ho ambientato questi tre romanzi in alcuni dei miei luoghi preferiti d'Inghilterra - Yorkshire, Londra ed ora Cornovaglia. Alcuni anni fa, ho visitato la Cornovaglia e ho avuto occasione di visitare alcuni di quei luoghi molto fuori mano. Uno di essi era un'antica collina vicino a St. Just, Cornovaglia. Guardando verso il mare e verso Land's End, in distanza, mi meravigliò il modo in cui l'area mi parve solitaria e antica, anche se il villaggio non era lontano. Che luogo perfetto per un visitatore fantasma che concludesse i tre racconti di Nethercott! E se sei in Cornovaglia nell'epoca Regency, non puoi non avere anche i contrabbandieri, così ho infilato anche loro nella storia. E' sempre divertente avere un personaggio che si muove tra il legale e l'illegale. E il murale che l'eroina sta dipingendo? Potrebbe semplicemente provenire dal fatto che io stessa ho delle bellissime striscie dipinte sulla tromba delle mie scale!
DREAMSEEKER
Book #5 of The Dream Chronicles (July 2009)
available / acquistabile :
http://www.imajinnbooks.com/
SHE LONGS TO HEAR A DREAMSONG...
Lajila is the daughter of two shapeshifters, but what makes her different is that she cannot hear–not anyone’s words or even a dreamsong sung by the Tiria’s mate. She longs to be of service to the Tiria in restoring Gayome and fighting the fierce Cha’Kwain who use the Gayomians’ own dreams to destroy them. She does not suspect her chance has come when a stranger arrive...and she can hear the handsome man’s thoughts in her mind.
HE LONGS FOR ANOTHER LIKE HIMSELF...
Kallen Elfodd has no idea why Lajila can hear him. What else can she discern? Can she guess he is Teqqet, a member of an ancient race whose task is to keep balance between Gayome and the rest of the universe? He refuses to believe he is the last of his kind. But his quest to find another is interrupted when he becomes fascinated with Lajila and wonders what it would be like to hold her. When he does, he brings on a fiery disaster that threatens everything the Tiria has rebuilt.
BUT THEY HAVE MORE IN COMMON THAN THEY CAN GUESS
To keep the Tiria’s people from starving in the aftermath of the devastating fire, Lajila and Kallen set off on to find food to replace what was inadvertently destroyed when, as he gazed into her eyes, he forgot about balance. Can two such different people help each other and the Tiria? What will happen if they surrender to the passion exploding between them? Will they bring forth Gayome’s final destruction...or win love?
LEI DESIDERA SENTIRE UN SOGNO CANTATO...
Lajila è la figlia di due mutaforma, ma quello che la rende diversa è che non può sentire - né le parole di chiunque né un sogno cantato dal compagno della Tiria. Lei vorrebbe essere d'aiuto alla Tiria nel restaurare Gayome e combattere il fiero Cha'Kwain, che usa gli stessi sogni dei Gayomiani per distruggerli. Non sospetta che la sua occasione si presenta quando arriva uno straniero... e lei può sentire i pensieri dell'affascinante uomo nella sua mente.
LUI DESIDERA TROVARE UN'ALTRA COME LUI...
Kallen Elfodd non ha idea del perchè Lajila può sentirlo. Cos'altro può apprendere? Può scoprire che lui è Teqqet, un membro di un'antica razza il cui obiettivo è mantenere l'equilibrio tra Gayome e il resto dell'universo? Kallen rifiuta di credere di essere l'ultimo della sua specie. Ma questa ricerca che ha intrapreso per trovare un altro simile viene interrotta quando si ritrova affascinato da Lajila e si chiede come sarebbe tenerla tra le braccia. Quando lo fa, dà inizio a un disastro che minaccia tutto ciò che Tiria ha ricostruito.
MA LORO HANNO IN COMUNE PIU' COSE DI QUANTO IMMAGININO
Per evitare che la gente di Tiria muoia di fame dopo il devastante incendio, Lajila e Kallen si mettono alla ricerca di cibo per rimpiazzare quello che è stato inavvertitamente distrutto quando, ne guardare negli occhi di lei lui dimenticava di mantenere l'equilibrio. Possono due persone così differenti aiutarsi l'un l'altro e aiutare Tiria? Cosa accadrà se si arrenderanno alla passione che sta per esplodere tra loro? Causeranno la totale distruzione di Gayome... o troveranno l'amore?
CONNECTIONS WITH OTHER BOOKS - COLLEGAMENTI CON ALTRI LIBRI
This is the fifth book (out of 6) set on a planet/country named Gayome where a few select people can sing dreams. This ability allows the dreamsinger to reach out into other people’s dreams to communicate with them and to give them glimpses of the future. The first three books were set at the time of a great upheaval when Gayome was invaded by their long-time enemies (who value science over dreamsinging) and saved by Nerienne (the Tiria – leader) and Durgan Ketassian (a dreamsinger). The second three books are the stories of the children of the heroes/heroines of the first books. I’m just beginning work on book number six, and it will be very sad for me as a writer to leave these characters, as the first book in the series was published ten years ago. The books in the series are: Dreamsinger, Dreamshaper, DreamMaster, Dreamtraveler...and now Dreamseeker. The last one is tentatively called DreamEnder and should be out in 2010.
Questo è il quinto libro (di sei) ambientati su un pianeta chiamato Gayome dove alcune persone selezionate possono cantare i sogni. Questa abilità permette al cantatore di sogni di raggiungere le altre persone attraverso i loro sogni e comunicare con loro e dare loro visioni sul futuro. I primi tre libri sono ambientati al tempo del grande sconvolgimento, quando Gayome viene invasa dai nemici di lunga data (che considerano la scienza al di sopra dei sogni cantati) e in seguito salvata da Nerienne (la Tiria - il capo) e Durgan Ketassian (un cantatore di sogni). I seguenti tre libri sono le storie dei figli degli eroi e delle eroine dei primi libri. Ho appena iniziato a lavorare sul sesto libro, e come scrittrice trovo molto triste dover abbandonare questi personaggi, dato che il primo libro di questa serie fu pubblicato dieci anni fa. I libri appartenenti alla serie sono: Dreamsinger, Dreamshaper, DreamMaster, Dreamtraveler ed ora Dreamseeker. L'ultimo si chiamerà presumibilmente DreamEnder e dovrebbe essere pubblicato nel 2010.
FROM THE AUTHOR - DALL'AUTRICE
I was looking for a challenge when I got to the fifth book in the series, and I wanted to create a character who was “outside” the mythology I had created for my world with dreamsinging. So I made her deaf. Not only can she not hear voices, but she cannot hear dreamsongs. She can read lips and develops a way of communicating with the hero. She feels like an outsider also because her family is the only one of its race in the compound where she lives. For her hero counterpart, I created a man who is truly alone. He is the very last of his race – as far as he knows, and he’s on what seems to be a futile quest to find others. His people are responsible for the balance in the universe, for keeping everything in its place. A huge task for a whole group of people, an almost impossible burden for a single man...especially when the balance is threatened any time he draws the heroine into his arms. The cover art shows him trying to keep the stars from falling from the sky, which shows his struggle. The story focuses on how what we believe are our greatest weaknesses can also be the source of our greatest strengths.
Ero alla ricerca di una sfida quando ho iniziato il quinto libro della serie, e volevo creare un'eroina che fosse al di fuori della mitologia che avevo creato per il mio mondo dei cantatori di sogni. Così l'ho resa sorda. Non solo non può sentire le voci, ma non può nemmeno sentire i sogni cantati. Può leggere le labbra e sviluppare un modo di comunicazione con l'eroe. Lei si sente un'intrusa, anche perché la sua famiglia è la sola ad appartenere alla sua razza nel quartiere in cui vivono. Per la sua controparte, l'eroe, ho creato un uomo che fosse davvero solo. Lui è l'ultimo della sua razza - almeno per quanto ne sa, ed è impegnato in quella che sembra una inutile ricerca per trovare altri come lui. Il suo popolo è responsabile dell'equilibrio dell'universo, per mantenere ogni cosa al suo posto. Un compito enorme per un intero gruppo di persone, e un peso impossibile per un singolo uomo... specialmente quando l'equilibrio è minacciato ogni volta che attira l'eroina tra le sue braccia. L'immagine di copertina mostra l'eroe mente cerca di impedire alle stelle di cadere dal cielo, il che rappresenta il suo sforzo. La storia si concentra su come ciò che noi crediamo essere le nostre più grandi debolezze possono essere anche la sorgente delle nostri maggiori punti di forza.
EXCERPTS - ESTRATTI
from - da "SEA WRAITH"
(...)
As she passed the well house, she glanced at the moors rising in the distance, folding one into another like a collection of knees belonging to sleeping giants. That thought made her shudder as she remembered the whispers of ancient giants last year. She was glad those whispers had faded.
The door banged against the well house. The building was about six feet square and not even a full story high. Made of the same stone as Nethercott Castle, it protected the water from debris and droppings. Sian sighed as the door struck the wall again. One of the servants must have forgotten to latch it.
A glimmer inside caught her eye. Was it sunshine reflecting off water in the well? Usually the well house was as dark as she felt right now, but the pattern on the wall was intriguing. She flipped open her sketchbook and bent to search her pouch for the right charcoal.
When she looked up again, the light was not there. Confound it! Had the sunlight gone behind a cloud, taking the illusion with it? No, there it was. It had shifted over to another wall where she could see only one edge of the reflection.
Sian stepped inside, keeping to the narrow space around the raised stones of the square well. At one time, it had been called a holy well, so steps had been cut into one side to allow pilgrims to step down into it. That belief had ended with the razing of the priory by the agents of King Henry VIII. She squatted, balancing the sketchbook on her knees as she began to draw. The light danced as if the waters were stirred by a high wind. With the ease of practice, she glanced up, looked down to draw a few strokes, then up again.
Her hand slowed on the page as she realized the light was changing. The flickers became more solid, a glowing orb.
“Oh, my goodness!” she breathed as she stood. Was she seeing what her sisters had since their father’s death?
Lord Nethercott had instructed his daughters in metaphysics. He had never been able to prove the existence of ghosts, even though he had made every possible attempt. Yet, in the wake of his passing, two ghosts had appeared at Nethercott Castle. One to each of her older sisters. She had envied them.
Was it her turn now?
Holding the book over her heart, not caring that the charcoal would stain her gown, she watched the light. Both Jade and China, the oldest of the three, had described the process as light took on a solid form. She had not guessed it would be exciting and frightening at the same time. Beneath her sketchbook, her heart pounded like a bird trying to flee a closed room.
Arms and legs and a body appeared out of the light. At the top, a head remained a glowing blob. She held her breath, wondering whose spirit haunted the well house. She had heard stories of lovers who drowned themselves in the deep well hundreds of years ago. Was the ghost one of them?
Sian waited, but the metamorphosis stalled. It was as if she looked through a thick mist with the sun glaring behind it. She could not see features, although she could tell the spirit was male because his legs were visible against the brighter light.
“Who are you?” she asked, amazed she could speak.
“You are sad,” came a voice from within the mist. Like the specter’s image, it was indistinct. “But you were wise to do as you did.”
“Have you been watching me?”
“Every old house has guardian spirits.”
She almost thought she heard amusement in the voice, but it was so veiled by the mist, she could not be certain. “Are you one of those guardian spirits?”
“I am now.”
“And before?”
The voice, deep and pleasant on the ear in spite of being muffled, said, “I came to speak with you, daughter of the house, of the future, not of the past.”
“The future of Nethercott Castle?”
“Your future.”
She shook her head. “Forgive me, because I know it must have taken a great deal of energy for you to appear, but I have no interest in speaking of my future right now.”
“Because you sent that man away?”
“You have been spying on me!”
The sound might have been a chuckle or the tinkle of water from the spring at the bottom of the well. “I am a guardian for this house, and its inhabitants are my responsibility.”
Sian swallowed roughly, unsure what to say next. She was fortunate that the ghost – or was a guardian something different? – had not taken insult at her accusation. Recalling how pale and shaken her sisters had been after their encounters with phantoms, she knew she needed to be cautious.
“What do you want of me?” she whispered.
“I want you to heed my warning.” On the last word, the stones in the small building seemed to shiver.
Or was it her imagination? Her sisters praised her logic, but they never guessed it was because she could see many different alternatives to each decision. Her father had understood, urging her to release that creative way of seeing the world into her art.
Whether the rocks really quivered or not, she was shaking. “What warning?”
“You soon travel far from here.”
“Yes, to visit my sister in Cornwall,” she replied, even though she suspected the ghost was already privy to the plans.
“Be wary while you are there, daughter of the house.”
“Wary?” She squinted as she tried to discern the guardian’s face. “Of what or whom?”
“Of ghosts.”
“You are warning me about ghosts?”
“Who better?”
She could not restrain her laugh. “It was a silly question. Forgive me.”
“Hear my warning, daughter of the house, and take it into your heart.”
“I will.”
“Be wary of old ghosts and new ones while in Cornwall.”
Her eyes widened. “You mean I will see more ghosts there?”
“You will encounter more ghosts–both old and new–there. You may not see them, but they will be there. They are waiting for you. Be wary.”
More ghosts? Her sisters had seen only one each. Why would she see more? She was about to ask when she realized the light was swallowing the form into it. The guardian was leaving!
“Be wary,” she heard him repeat as if from a great distance.
“Wait!” she cried. “Tell me more! Where will I see the ghosts? What do they want of me?”
She got no answer. The light was gone, the well house dim as it usually was.
Sian leaned back against the moss covered walls. Sliding slowly down to squat once more, she held her charcoal over the page where she had been drawing. She stared at the page. It was blank! Flipping through the book, she saw sketches she had done earlier, but not the one of the light gathering to open a portal to the plane of existence where spirits resided.
If she drew a picture of the nebulous figure that had spoken to her, would that sketch vanish, too? She raised her eyes to the spot where the guardian had appeared. She did not need a drawing to recall how he had looked, because she was sure of one thing.
She would see him again.
(...)
Nell'oltrepassare la casetta del pozzo, Sian diede uno sguardo alle brughiere che si levavano in lontananza, piegandosi l'una nell'altra come tante ginocchia di giganti addormentati. Quel pensiero la fece rabbrividire mentre ricordava i bisbigli degli antichi giganti dell'anno prima. Era lieta che quei bisbigli fossero svaniti.
La porta della casetta sbatté. La costruzione era solo sei piedi quadrati e non alta quanto una stanza normale. Fatta della stessa pietra del castello di Nethercott, proteggeva l'acqua dai detriti e preveniva che vi cadesse qualcosa. Sian sospirò quando la porta sbatté di nuovo. Uno dei servitori doveva averlo dimenticato aperto.
Uno scintillio all'interno catturò il suo sguardo. Era forse la luce del sole che si rifletteva nell'acqua del pozzo? Di solito la casetta era buia quanto si sentiva lei ora, ma i disegni sulla parete erano intriganti. Aprì il suo album per gli schizzi e si abbassò a cercare nella borsa il carboncino giusto.
Quando alzò di nuovo lo sguardo, la luce non c'era più. Strano! Che il sole fosse stato coperto da una nuvola, portandosi via l'illusione? No, eccola. Si era spostata su un'altra parete dove poteva vedere solo un lato del riflesso.
Sian entrò, infilandosi nello stretto spazio tra le pareti quadrate. Una volta, era stato ritenuto un pozzo sacro, così alcuni gradini erano stati tagliati su un lato per permettere ai pellegrini di entrarvi. Quella credenza terminò con la distruzione della prioria da parte degli agenti di re Enrico VIII. Sian si abbassò, tenendo in equilibrio l'album sulle ginocchia e iniziò a disegnare. La luce danzava come se l'acqua fosse increspata da un forte vento. Con l'abilità derivata dalla pratica, alzò lo sguardo, lo abbassò per tracciare alcuni tratti, poi lo alzò di nuovo.
La sua mano rallentò sulla pagina nel realizzare che la luce stava cambiando. Lo scintillio stava diventando più solido, una sfera luminosa.
"O mio Dio!" bisbigliò alzandosi. Stava forse vedendo quello che anche le sue sorelle vedevano fin dalla morte del padre?
Lord Nethercott aveva insegnato alle figlie la metafisica. Non era mai stato in grado di provare l'esistenza dei fantasmi, nonostante avesse fatto tutto il possibile. E tuttavia, dopo la sua morte, due fantasmi erano apparsi al castello di Nethercott. Uno a ciascuna delle sue sorelle maggiori. Lei le aveva invidiate.
Era il suo turno adesso?
Tenendo l'album premuto contro il cuore, senza curarsi che il carboncino potesse macchiarle il vestito, Sian guardò la luce. Sia Jade che China, la maggiore delle tre, avevano descritto il processo attraverso il quale la luce si trasformava in forma solida. Non pensava che sarebbe stato eccitante e spaventoso allo stesso tempo. Sotto il suo album da disegno, il suo cuore bateva come un uccellino che cercava di scappare da una stanza chiusa.
Braccia e gambe e corpo apparvero al di sotto della luce. In alto, una testa si sovrappose alla sfera luminosa. Trattenne il fiato, chiedendosi quale spirito poteva abitare la casetta del pozzo. Aveva udito storie di amanti che si erano annegati insieme nelle profondità del pozzo centinaia di anni pria. Era il fantasma di uno di loro?
Sian aspettò, ma la metamorfosi si fermò. Era come guardare attraverso una fitta nebbia con il sole che lampeggiava dietro ad essa. Non poteva vedere lineamenti, tuttavia poteva dedurre che lo spirito fosse maschio, poichè le sue gambe erano visibile contro la luce più forte.
"Chi sei?" gli chiese, stupendosi di riuscire a parlare.
"Tu sei triste," una voce provenne dalla nebbia. Come l'immagine dello spettro era confusa. "Ma sei stata saggia ad agire come hai fatto."
"Mi stavi guardando?"
"Ogni vecchia casa ha uno spirito guardiano."
Le parve quasi di sentire il divertimento nella voce, ma era così mascherata dalla nebbia, che non poteva esserne certa. "Sei uno di quegli spiriti guardiani?"
"Lo sono ora."
"E prima?"
La voce, profonda e piacevole da udire nonostante fosse soffocata, disse, "Sono venuto a parlare con te, figlia della casa, del futuro, non del passato."
"Il futuro del Castello di Nethercott?"
"Il tuo futuro."
Lei scosse il capo. "Perdonami, perchè so che deve essere costata molta energia per apparirmi, ma io non ho alcun interesse a parlare del mio futuro, in questo momento."
"Perchè hai mandato via quell'uomo?"
"Mi stavi spiando!"
Il suono avrebbe potuto essere una risata o lo sciacquio dell'acqua sul fondo del pozzo. "Io sono un guardiano di questa casa, e i suoi abitanti sono una mia responsabilità"
Sian deglutì a fatica, non sapendo cosa dire. Era fortunata che il fantasma - o un guardiano era qualcosa di diverso? - non si fosse sentito insultato dalla sua accusa. Nel ricordare quanto pallide e sconvolte erano le sue sorelle dopo i loro incontri con i fantasmi, sapeva di dover essere cauta.
"Cosa vuoi da me?" gli bisbigliò.
"Voglio che presti attenzione al mio avvertimento." sull'ultima parola, le pietre della piccola costruzione sembrarono tremare.
O era la sua immaginazione? Le sue sorelle la consideravano una persona logica, ma non sapevano che ciò dipendeva dal fatto che poteva vedere molte diverse alternative ad ogni decisione. Suo padre aveva capito, e l'aveva incoraggiata a liberare quel suo modo creativo di vedere il mondo nella sua arte.
Non importava che le rocce avessero davvero vibrato o no, lei stava tremando. "Quale avvertimento?"
"Presto viaggerai lontano da qui."
"Sì, andrò a visitare mia sorella in Cornovaglia," replicò, anche se sospettava che il fantasma sapesse già dei suoi piani.
"Fai attenzione mentre sarai là, figlia della casa."
"Fare attenzione?" strizzò gli occhi cercando di distinguere la faccia del guardiano. "A cosa, o a chi?"
"Ai fantasmi."
"Tu mi stai mettendo in guardia dai fantasmi?"
"Chi meglio di me?"
Sian non poté trattenere una risata. "Era una domanda stupida. Scusami."
"Ascolta il mio avvertimento, figlia della casa, e tienilo a mente."
"Lo farò."
"Attenta ai vecchi fantasmi e anche a quelli giovani mentre sarai in Cornovaglia."
Lei spalancò gli occhi. "Intendi che vedrò più fantasmi laggiù?"
"Incontrerai molti fantasmi - sia antichi che recenti - laggiù. Non li potrai vedere, ma ci saranno. Ti stanno aspettando. Stai attenta."
Più fantasmi? Le sue sorelle ne avevano visto solo uno ciascuna. Perchè lei avrebbe dovuto vederne più d'uno? Stava per chiederlo quando si accorse che la luce stava assorbendo in sé la forma. Il guardiano se ne stava andando!
"Stai attenta." lo udì ripetere come da una grande distanza.
"Aspetta!" gridò. "Dimmi di più! Dove vedrò i fantasmi? Cosa vogliono da me?"
Non ebbe risposta. La luce se n'era andata, la casetta era tornata buia come sempre.
Sian si appoggiò contro la parete ricoperta di muffa. Scivolando lentamente in basso fino ad accucciarsi di nuovo, tenne il carboncino sulla pagina dove stava disegnando. Guardò la pagina. Era bianca!
Sfogliò l'albun e vide gli schizzi che aveva fatto prima, ma non quello del riflesso che aveva aperto un portale sul piano dimensionale dove risiedevano gli spiriti.
Se avesse disegnato la figura nebulosa che le aveva parlato, sarebbe scomparso anche quello schizzo? Alzò gli occhi nel punto dove il guardiano era apparso. Non aveva bisogno di un disegno per ricordare come era, perché di una cosa era certa.
L'avrebbe visto ancora.
from - da "DREAMSEEKER"
(...)
The breeze on her face was from the west, a change in the wind since yesterday. Cold weather had arrived a nineday before. The brightly colored leaves were swirling downward from the trees that made up the wall of the hide-house. After the leaves had fallen, the residents within must take extra care that no light sifted through the branches to betray the location of the hide-house.
The younger of the two strangers was walking toward her, and he paused in front of her. As he pushed his floppy hat back on his black hair, he met her eyes evenly. Not many men in the hide-house could, for she had inherited her height from her parents. His eyes were the same steely-gray as the blade on her belt, and something about the way he stood balanced lightly on his feet–as if he were ready to leap in any direction without warning–suggested he was as dangerous as that dagger.
Everything else about him contradicted that impression. His clothes, dusty and worn, were commonplace and could have been worn by any traveler. The toes of his scuffed boots were shiny from long use. Even his hat was like dozens of others in the hide-house.
Only his eyes of a shade she had never seen were odd. Even as she watched, they seemed to turn from gray to almost the silver of Nerienne’s hair. Were they a harbinger of his volatile thoughts or a warning?
“Were you sent back to interrogate me?” he asked with a smile.
“What gave you that idea?” She needed to be cautious and judge every motion he made and how his mouth moved when he created each sound. Maybe that would reveal something to her that she could share with Nerienne. One thing she already knew. This man was no common entertainer. While his friend continued to delight the children, his gaze had been evaluating every inch of the hide-house.
“I saw the Tiria (May she live–”
“We don’t use that phrase unless Nerienne’s receiving representatives of other governments.”
“Nor do you bow to her,” he said.
“She asked us not to.”
His brows, which were several shades lighter than his hair, rose. In amusement? Disbelief? Irony? “I see I have many assumptions I need to set aside during our stay here.”
“Are you planning to stay long?”
He smiled. “Now that’s the question I have been expecting you to ask. So let’s pretend these are our first words and start anew. Greetings.” He bowed his head.
She waited until he was looking at her again before she said, “Greetings to you, stranger.”
When he did not reply, she wondered if her voice had revealed more than she intended. She almost laughed at the thought. Her voice never revealed any emotion.
“You are not like the others here,” he said, enunciating each word as if he were also performing. Was he?
Telling herself she should be grateful that he was speaking clearly, enabling her to read his lips with ease, she said, “You talk with rare authority for someone who has had little time to learn anything about those within these walls.”
“When one travels as I do, learning to make quick judgments is a vital skill.”
“Learning to make quick, accurate judgments I would deem a far more important skill.”
He smiled, and those amazing eyes seemed to come alive as if a bright lamp had been lit within them.
Lajila looked at where his companion was still beguiling the children. By the First Dream, why was she acting as silly? A traveling performer must have many ways to befuddle anyone he hoped would give him food or whatever else he wanted.
In spite of her wish not to look at the man again until he took the hint and continued on his way, she focused on him. Nerienne was depending on her to obtain information. But it was more than that. Something more than his good looks, although those were enough to draw any woman’s eyes. There was something else about him, something she could not explain, that hinted at secrets he intended to keep. As long as they brought no danger to the hide-house and its inhabitants, he was welcome to keep those secrets.
“Did you come here because you want something?” she asked.
“Yes.”
His straightforward answer startled her, but she managed to ask, “What?”
“Your name would be a good place to start.”
“Why do you want to know my name?”
“Why shouldn’t I want the name of a lovely redhead?” He gave her a roguish smile. “Maybe I intend to use it tonight to call you to my side.”
“You would be wasting your time.”
“It is mine to waste.” His smile widened. “But you are now the one wasting time with your reluctance to tell me something as simple as your name. I am sure nobody else here would be unwilling to share that small bit of information with me.”
How arrogant could he be? She might be mistaking his words, but not his pose. His smile had an easy nonchalance that suggested he was doing her a favor by deigning to speak with her. Talking to him was worthless. She would tell Nerienne that. Maybe Durgan could persuade him to be more forthcoming. She took a step to turn away, but the man edged in front of her before she could walk toward the house.
“Are you going to force me to ask someone else what your name is?” he asked. “No doubt, they would be curious why you were loath to share that simple fact with me. They would ask me questions I could not answer. Questions such as why were you so shy when you usually–”
She had had enough of this nonsense. “My name is Lajila Tocho. Are you satisfied?”
“Hardly, but that will have to do for now.” Without apology, his gaze slipped along her, taking note of each inch of her as he had the compound.
“If you will excuse me...”
“Kallen Elfodd.”
“If you will excuse me, Kallen,” she said, although she had not been waiting for him to give her his name. She did not like dueling with words, for that put her at a disadvantage.
“Are you going to leave before seeing Garod’s astounding final stunt? That would be something you might come to regret.” Glancing at his companion, he said something else.
Lajila moved so she could see his lips again but understood only, “...a kind.”
“What?” she asked.
Puzzlement lowered his brows as he faced her. “Weren’t you standing over there?” He pointed to his left.
“I was, but when you turned away I could not understand what you were saying. Will you repeat it?”
“I said Garod enjoys the sound of his own voice and that he is one of a kind.”
“Thank you for repeating that.” She looked at the man in his outlandish clothes. As he brought his performance to a conclusion, he was attracting the attention of almost every person in the hide-house.
“Why did you need me to repeat that?” asked Kallen. “You were standing right here.”
“But I could not see your lips.”
“My lips?” The rakish grin returned. “I like how you think, Lajila. If there is something you would like my lips to do for you...” He turned his head toward his companion.
“Please look at me.”
When he did, he was frowning. “Why do you need me to look at you when I am speaking loudly enough for you to hear?”
“No matter how loudly you speak, I cannot hear you.”
“You cannot hear? Not at all?”
“No.” She did not lower her eyes, even though she wanted to avoid the inevitable look of pity from him.
It was not forthcoming. Instead of filling with sympathy, his eyes widened with astonishment. “How do you know what I am saying if you cannot hear me?”
“I watch your lips make your words.”
“Which is why you have shifted from place to place.” He put his hand up to his mouth and continued to speak.
“I cannot understand what you are saying when you hide your mouth.”
He did not lower his hand, but she could tell by the movement of his jaw that he was talking. Until now, she had thought pity was the worst reaction she could see when someone new learned she was deaf, but he was making fun of her. Hospitality to strangers did not extend to allowing one of them to ridicule her.
She turned to storm away in righteous indignation. Her plan was foiled when he grasped her arm, halting her. Shocked, she put her hand on her dagger as she looked from his hand to his face. Any sign of amusement had faded. His eyes now burned with silver-white fire, a fire as cold as the ice it resembled.
“Don’t go,” he said.
La brezza sul suo viso soffiava da ovest, il vento era cambiato da ieri. Il freddo era arrivato circa nove giorni prima. Le foglie dai colori brillanti stavano cadevano in mulinelli dagli alberi che ornavano le pareti della casa rifugio. Una volta che le foglie fossero cadute, coloro che vivevano nel rifugio avrebbero dovuto fare molta più attenzione affinché nessuna luce filtrasse tra i rami e tradisse la posizione della casa rifugio.
Il più giovane dei due stranieri stava camminando verso di lei, e le si fermò davanti. Si spinse il piatto cappello sui capelli scuri, e la guardò direttametne negli occhi. Non molti uomini nella casa rifugio potevano, poiché lei aveva ereditato l'altezza dei suoi genitori. Gli occhi di lui erano dello stesso grigio acciaio della spada che lei portava alla cintura, e qualcosa nel modo in cui si bilanciava leggero sui piedi - come se fosse pronto a scattare in ogni direzione senza preavviso - suggeriva come fosse altrettanto pericoloso.
Ogni altra cosa che lo riguardasse contraddiceva quell'impressione. I suoi indumenti, polverosi e usati, erano comuni e avrebbero potuto appartenere ad ogni viaggiatore. Le punte dei suoi stivali consumati erano lucidi per il troppo uso. Anche il suo cappello era uguale a dozzine di altri della casa rifugio.
Solo i suoi occhi di una sfumatura che lei non aveva mai visto erano strani. Anche mentre li guardava, sembravano cambiare da grigio all'argento dei capelli di Nerienne. Che fossero forieri dei suoi volubili pensieri o un avvertimento?
"Ti hanno mandato per interrogarmi?" le chiese con un sorriso.
"Cosa te lo fa pensare?" doveva essere cauta e giudicare ogni movimento che faceva e come la sua bocca si muoveva per creare ogni suono. Forse ciò le avrebbe rivelato qualcosa da riferire a Nerienne. Una cosa già la sapeva. Quest'uomo non era un comune intrattenitore. Mentre il suo amico continuava a divertire i bambini, il suo sguardo aveva valutato ogni angolo della casa rifugio.
"Ho visto la Tiria (Possa vivere-"
"Non usiamo quella frase a meno che Nerienne riceva rappresentati di altri governi."
"E nemmeno vi inchinate a lei," disse lui.
"Ci ha chiesto di non farlo."
Le sue sopracciglia, di diverse sfumature più chiare dei suoi capelli, si sollevarono. Per divertimento? Incredulità? Ironia? "Vedo che dovrò mettere da parte molte dei miei presupposti durante la mia permanenza qui."
"Hai intenzione di fermarti a lungo?"
Lui sorrise. "Ora questa è una domanda che mi aspettavo mi chiedessi. Facciamo finta che queste siano le nostre prime parole e ricominciamo da capo. Salute." egli chinò il capo.
Lei aspettò che la guardasse di nuovo prima di dire, "Salute a te, straniero."
Quando non replicò, lei si chiese se avesse rivelato con la voce più di quanto intendesse. Quasi rise al pensiero. La sua voce non rivelava mai alcuna emozione.
"Tu non sei come gli altri di qui," disse lui, pronunciando ogni parola come se stesse recitando. Era così?
Dicendosi che avrebbe dovuto essergli grata per il fatto di parlare chiaramente, permettendole di leggere le sue labbra con facilità, lei disse, "Parli con una strana autorità per qualcuno che ha avuto così poco tempo per apprendere qualcosa su chi vive tra queste mura."
"Quando uno viaggia come me, imparare a giudicare velocemente è un'abilità di importanza vitale."
"Imparare a giudicare velocemente e accuratamente lo riterrei una ancor più importante abilità."
Lui sorrise, e quegli incredibili occhi parvero ravvivarsi come se una luce brillante si fosse accesa in essi.
Lajila guardò dove il suo compagno stava ancora intrattenere i bambini. Per il Primo Sogno, perchè si stava comportando come una sciocca? Un attore viandante doveva avere molti modi per confondere chiunque potesse dargli cibo o qualsiasi altra cosa volesse.
Nonostante il suo desiderio di non guardarlo di nuovo per indurlo a riprendere la sua strada, focalizzò la sua attenzione su di lui. Nerienne dipendeva da lei per ottenere informazioni. Ma c'era di più. Qualcosa di più del suo bell'aspetto, anche se quello era sufficiente ad attirare lo sguardo di ogni donna. C'era qualcosa d'altro in lui, qualcosa che lei non riusciva a spiegare, che alludeva a segreti che non avrebbe rivelato.
Fino a quando non avessero causato alcun pericolo alla casa rifugio e ai suoi abitanti, poteva tenere quei segreti.
"Sei venuto qui perchè volevi qualcosa?" gli chiese.
"Sì."
Quella risposta diretta la fece trasalire, tuttavia riuscì a chiedere, "Cosa?"
"Il tuo nome sarebbe un buon punto di partenza."
"Perchè vuoi conoscere il mio nome?"
"Perchè non dovrei desiderare di conoscere il nome di una graziosa testarossa?" le regalò un sorriso libertino. "Forse intendo usarlo questa notte per chiamarti accanto a me."
"Sprecheresti il tuo tempo."
"Sono padrone di sprecare il mio tempo." il suo sorriso si allargò. "Ma sei tu quella che ora sta sprecando tempo, mostrandosi riluttante a dirmi una cosa così semplice come il tuo nome. Sono sicuro che nessun altro qui sarebbe disposto a rivelarmi questa piccola informazione."
Quanto arrogante poteva essere? Lajia poteva aver frainteso le sue parole, ma non il suo atteggiamento. Il suo sorriso possedeva una tranquilla nonchalance come se le stesse facendo un favore degnandosi di parlare con lei. Non valeva la pena parlare con lui. A Nerienne poteva dire quello. Forse Durgan poteva persuaderlo ad essere più disponibile. Fece un passo per voltarsi, ma l'uomo si spostò di fronte a lei prima che potesse tornare alla casa.
"Hai intenzione di obbligarmi a chiedere il tuo nome a qualcun altro?" le chiese. "Di sicuro, sarebbe curioso di sapere perchè tu fossi restia a rivelarmelo. Mi farebbero domande che non potrei rispondere. Domande del tipo perchè tu fossi stata così timida quando invece di solito-"
Ne aveva abbastanza di queste stupidaggini. "Il mio nome è Lajila Tocho. Soddisfatto?"
"Non proprio, ma per il momento basterà." senza alcuna scusa, il suo sguardo scivolò su di lei, prendendo nota di ogni sua parte così come aveva fatto con il quartiere.
"Se mi vuoi scusare..."
"Kallen Elfodd."
"Se mi vuoi scusare, Kallen," disse lei, anche se non stava aspettando che le desse il suo nome. Non le piacevano le schermaglie verbali, perchè la mettevano in situazione di svantaggio.
"Hai intenzione di andartene prima di vedere lo stupefacente salto finale di Garod? E' qualcosa che forse ti dispiacerebbe perdere." ed egli disse qualcosa d'altro mentre dava un'occhiata al suo compagno.
Lajilasi mosse per poter vedere di nuovo le sue labbra ma capì solo "...un tipo"
"Cosa?" chiese.
Lui abbassò le sopracciglia perplesso. "Non ti trovavi in quel punto?" indicò alla sua sinistra.
"Sì, ma quando ti giri non posso capire quello che stai dicendo. Potresti ripetere?"
"Dicevo, a Garod piace il suono della sua voce ed è un tipo strano."
"Grazie per averlo ripetuto." guardò l'uomo nei suoi abiti da straniero. Mentre finiva la sua recita, stava attirando l'attenzione di quasi ogni persona della casa rifugio.
"Perchè hai avuto bisogno che lo ripetessi?" chiese Kallen "Eri proprio qui."
"Ma non riuscivo a vedere le tue labbra."
"Le mie labbra?" ritornò il sorriso da furfante. "Mi piace come pensi, Lajila. Se c'è qualcosa che ti piacerebbe le mie labbra facessero per te..." si voltò verso il compagno.
"Per favore guarda verso di me."
Quando lo fece, si corrucciò. "Perchè hai bisogno che ti guardi se parlo a voce abbastanza alta perchè tu mi senta?"
"Non importa quanto alta sia la tua voce, non posso sentirti."
"Non puoi sentirmi? per niente?"
"No." lei non abbassò lo sguardo, anche se voleva evitare di vedersi rivolgere l'inevitabile sguardo di pietà.
Non arrivò. Invece di riempirsi di compassione, i suoi occhi si spalancarono stupiti "Come fai a sapere quello che dico se non puoi sentirmi?"
"Guardo le tue labbra mentre pronunci le parole."
"Per questo ti muovevi qui e là." si mise la mano sulla bocca e continuò a parlare.
"Non posso capire quello che dici se nascondi la tua bocca."
Lui non abbassò la mano, ma dal movimento delle sue mascelle Lajia capiva che stava parlando. Finora, aveva pensato che la pietà fosse la reazione peggiore che potesse suscitare quando qualcuno apprendeva della sua sordità, ma lui si stava prendendo gioco di lei. L'ospitalità agli stranieri non includeva permettere loro di ridicolizzarla.
Si voltò e si allontanò con giustificata indignazione. Le sue intenzioni furono vanificate quando lui le afferrò il braccio, fermandola. Scioccata, Lajila mise mano al pugnale, guardando dalla sua mano alla sua faccia. Ogni traccia di divertimento era svanita. I suoi occhi ora bruciavano di un fuoco argentato, un fuoco freddo quanto il ghiaccio.
"Non andartene," le disse.
This post's content is copyrighted by Jo Ann Ferguson/Jocelyn Kelley, has been translated and published with her expressed authorization.
Il contenuto di questo post è protetto da copyright ed è stato tradotto e pubblicato con l'espressa autorizzazione di Jo Ann Ferguson/Jocelyn Kelley
translation comment # 2
translation comment # 2 (vitty)
I just read the historicals by Jocelyn Kelley, and I liked them.
The ghost excerpt is very beautiful and intriguing, I hope they will soon translate it :-)
Many compliment to the author for her new releases.
Vitty
translation comment # 3 (andreina65)
We are looking forward to read them in italian! The excerpts are very beautiful! Compliments!!!
Andreina65
translation comment # 4 (freecora)
Two wonderful excerpts, we hope to be able to read them in Italy too...
freecora
Due bellissimi estratti,
Due bellissimi estratti, speriamo di poter leggere presto in italia questi due romanzi...
Aspettiamo impazienti che
Aspettiamo impazienti che escano anche in Italia sono estratti molto belli!! complimenti!!!!!
Della Kelley ho letto gli
Della Kelley ho letto gli storici e mi sono piaciuti.
L'estratto sul fantasma è molto bello e intrigante, spero lo pubblichino presto :-)
Complimenti all'autrice per i suoi nuovi romanzi.
Vitty
great excerpts, I love both
great excerpts, I love both ghost stories and fantasy romance ! Thank you so much, Jocelyn, for sharing them with us!
Questi estratti sono splendidi, io adoro sia le storie di fantasmi che i fantasy romance!
Tantissime grazie, Jocelyn, per averli condivisi con noi!