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RECENSIONE LA BELLA ADDORMENTATA (Sleeping Beauty) di Judith Ivory
Prima edizione: 1998 by Avon Books
Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi Emozioni no.15, marzo 2010
Ambientazione: Inghilterra 1870 circa
Livello di sensualità: hot (bollente)
Voto/rating: 7,5/10
James Stoker è giovane, bello, intrepido e ambizioso. Ha trascorso gli ultimi tre anni come capo geologo di una spedizione in Africa, da cui, unico sopravvissuto, ha riportato in Patria montagne di manufatti d’oro che gli hanno garantito laute prebende, cariche prestigiose ed addirittura una baronia. La vita gli sorride e lui se ne gode ogni momento, soprattutto da quando è stato vicinissimo a perderla. Ha praticamente tutto, il mondo è nella sua mano e vorrebbe assaporare qualche nuovo piacere, come intrecciare una liason con una donna in grado di sconvolgerlo, oltre che di eccitarlo. Un incontro fortuito, dal dentista, darà corpo a questa sua fantasia nella persona di Coco Wild, che ben presto egli scoprirà essere stata una famosissima cortigiana, compagna di nomi altisonanti del gotha europeo. Nonostante lei lo scoraggi in ogni modo, sottolineando i quasi otto anni che li dividono, come anche il fatto che accostare il proprio nome al suo lo danneggerebbe in quella che è una brillante carriera agli inizi, James non demorde e si mette in testa di averla, in un modo o nell’altro. Coco dal canto suo, non è animata solo da nobili intenzioni nell’evitare di rovinare il giovane, ma pure da un sano egoismo, ormai ricca ed indipendente infatti, non vuole rischiare di infatuarsi di James, da cui è fortemente attratta, e perdere un equilibrio faticosamente conquistato. Decide quindi di mettere la più grande distanza possibile tra di loro. Il destino, tuttavia, ci metterà lo zampino e li farà incontrare nuovamente, costringendoli ad affrontare un territorio ben più inesplorato e pericoloso del centro Africa, ovvero quello dell’amore.
Ogni volta che debbo recensire un libro di Judith Ivory mi trovo in grande difficoltà. Non sono poi molte le scrittrici che possono vantare una prosa così raffinata ed elegante, così musicale e densa di significati da rivaleggiare tranquillamente con la grande letteratura, con una capacità di sintesi che non tralascia mai una varietà descrittiva entusiasmante. I suoi eroi, inoltre, sono sempre interessanti, complessi, arguti, seducenti, mascolini, forti e pieni di dinamismo, come lo è James in questo romanzo. Non è difficile amarlo, trascinati dalla sua voglia di vivere, pienamente e completamente, in una società repressiva di cui prima faceva parte ed a cui si uniformava, ma in cui ora, dopo tante esperienze drammatiche con paesi e culture lontane, non si riconosce più. Per lui Coco non è meno esotica di una tribù sub-sahariana, così diversa dalle sue connazionali, così libera, così sensuale, un frutto succoso da gustare. Ma Coco è anche colta, intelligente e divertente, né una scialba debuttante, né un’ipocrita e fredda dama del ton che cerca un’avventura sordida. E James, che si ritiene un uomo fatto, ma in campo erotico e sentimentale è ancora uno scolaretto, viene rapito dalla prospettiva di intrattenere una relazione con una donna di tal fatta, capace di garantirgli sensazioni forti, senza intrappolarlo in un unione. Qui, però, inizia l’inghippo, poiché è evidente che James è colpito da Coco fin nel profondo e che non si accontenterà mai di un semplice legame carnale. Peggio ancora quando passiamo ad esaminare l’affascinante Coco, colei che dovrebbe esser degna di tanta devozione e del prezzo piuttosto pesante che James dovrà pagare per vivere con lei allo scoperto. La perfezione fisica e la capacità dialettica non sono sufficienti, a mio avviso, a giustificare né la passione sfrenata, né l’amore duraturo che James proverebbe per lei. Mai in tutto il romanzo, se si eccettua un accenno di lato materno, Coco mostra qualche dote dell’anima che la renda amabile, simpatica, commovente. La sua presunta paura d’amare è poco toccante e troppo ragionata per risultare nulla più che un espediente narrativo. Non ci viene nemmeno fornita una qualche spiegazione per la sua scelta di vita che, onestamente, al lettore era dovuta. Alla fine non conosciamo granché Coco e quello che conosciamo di lei non è esattamente esaltante. Da qui nasce il mio imbarazzo a cui accennavo sopra, nel leggere un libro esteticamente delizioso, ma carente di immedesimazione, perché come è abituale, le eroine della Ivory sono tutte, immancabilmente, odiose e Coco non fa eccezione, al di là della sua professione. L’autrice inoltre, osserva dall’alto i suoi personaggi senza entrare veramente nella loro pelle. Molto lucidamente per carità e con un acume raro, ma un poco più di emozione non avrebbe guastato. Per il resto il romanzo segue l’impostazione classica di tutti i libri della scrittrice: incontro dei due senza che l’uno sappia esattamente chi è l’altro, notte di passione infuocata, presa di distanza ed abbandono il giorno dopo per riassumere i rispettivi ruoli, lento riavvicinamento con lui che insegue strenuamente lei. Non importa che lei sia una cocotte e lui un uomo più giovane, questi son particolari secondari di uno schema già risaputo. Peccato, perché secondo me ne avrebbe guadagnato la trama se questi fossero stati approfonditi, ma così non è. E’ una lettura di qualità e di sostanza anche se non molto coinvolgente, comunque consigliata perché la Ivory ha un grandissimo talento.
E' assolutamente vero quello
E' assolutamente vero quello che dici sugli eroi ed eroine di quest'autrice Maet: per lo più, gli uomini sono adorabili, tanto quanto le donne o sono freddine, o addirittura odiose. La campionessa assoluta in questo senso secondo me è quella di Untie my heart ( mai tradotto, se non erro ) ... eppure il libro è magnifico.
Per quel che mi riguarda, posso benissimo sopportare di leggere libri scritti così magnificamente senza che mi piaccia particolarmente l'eroina ( tanto, diciamocelo in tutta franchezza, la mia attenzione a livello emotivo va soprattutto all'eroe ).
Sicuramente, però, il coinvolgimento che la Ivory opera sui lettori è a livello più intellettuale e poetico, che sentimentale e passionale - nonostante le scene erotiche della Ivory siano in genere "hot", siamo lontani le mille miglia, per es., dalla sensualitàdella Kleypas. che anche nel suo libro meno riuscito riesce a farti venire caldo pure nel bel mezzo dell'inverno....
Io ancora non l'ho iniziato,
Io ancora non l'ho iniziato, ma penso che sarà il prossimo libro che prenderò in mano perché la tua recensione mi ha incuriosita tantissimo.
Grazie per i complimenti
Grazie per i complimenti ragazze!
@ Francesca
No, Coco non spicca per simpatia, ma onestamente è meglio di altre odiose protagoniste della Ivory
@ Lener
Ci sarebbe molto da dire, ma non è questa la sede. La figura della cortigiana è quanto mai stereotipata, per questo mi sembrava un'occasione persa da parte di una scrittrice così dotata.
Sulla freddezza dei suoi scritti mi sono già pronunciata e non posso che ribadire . Però credo che continuerò a leggere i suoi libri, scive davvero benissimo.
Ciao maet!Recensione
Ciao maet!
Recensione curatissima come sempre!
Non ho letto il romanzo, ma non penso che cercherò di procuarmelo. La Ivory è un'autrice che al momento mi lascia perplessa: sicuramente ha un grande talento espressivo, però nelle sue trame manca sempre quel quid che davvero riesce ad avvincermi...
Comunque, è una mia impressione o la cortigiana sta diventando una protagonista ricorrente negli ultimi romance? Penso alla Campbell, alla Chase ed, appunto, alla Ivory.
Quello che mi domando è (considerando il delicatissimo tema trattato: d'alto bordo, ma prostituzione resta): siamo di fronte a cortigiane realisticamente rappresentate, oppure si sta formando un nuovo ed irreale cliché?
Un caro saluto!
Lener
Complimenti per la
Complimenti per la recensione, sono d'accordo con te il libro è molto bello, scritto bene ma freddino e poi lei non mi è piaciuta per niente! Non perchè è una cortigiana ma perché è egoista in confronto a lui. Vale la pena di leggerlo comunque.
Ciao.
Francesca
Sono assolutamente concorde
Sono assolutamente concorde con la tua bella recensione: libro letto con piacere ma...mi rimane poco.