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Prima pubblicazione anno: 2000
Pubblicato in Italia da: Harlequin Mondadori I Grandi Romanzi Storici
Livello di sensualità: warm (caldo)
Ambientazione: Inghilterra XII secolo
Trama: Nell’Inghilterra devastata dalla guerra civile fra i sostenitori dell’imperatrice Matilde e i seguaci del re Stefano di Blois, la bella e intraprendente Cecily Tyrell, fedele suddita dell’imperatrice, è disposta a tutto pur di salvare il suo castello e le persone che vi abitano. Anche a sposare il demonio in persona. E se le voci che corrono sono vere, Rowan DeCourtenay, il tenebroso cavaliere che Matilde ha scelto per lei, potrebbe essere davvero l’incarnazione del male. Ma il loro amore, nato come un’avventura, trionferà sulle calunnie e si rafforzerà nella reciproca fiducia, sconfiggendo tutti i demoni e i fantasmi del passato.
Ho terminato la lettura di questo romanzo con enorme fatica.
Forse "Per volere di Sua Maestà" (primo titolo della serie "Bride" di Deborah Hale) è un libro che ha maggiore probabilità di piacere alle lettrici che apprezzano in primis una trama avventurosa, anche al punto da chiudere un occhio sulle caratterizzazioni.
A mio modesto avviso, invece, la qualità di un romanzo dipende soprattutto dalla resa e cura psicologica dei personaggi ed il mio giudizio su questo lavoro della Hale non può che essere un pollice verso.
Fin dalle prime pagine si ha la sensazione di non avere tra le mani un romance che può fare la differenza. Nonostante il prologo, dov'è narrato il primo incontro trai due protagonisti, sia un pezzo indubbiamente delizioso, si avverte comunque subito l'impressione di "già visto, già sentito": abbiamo il nobile crociato dall'oscuro passato, la fanciulla in convento graziosa, vivace, ribelle e femminista ed il matrimonio voluto dalla Corona. Un niente di nuovo che, però, a parer mio non pregiudica la possibile riuscita di un romanzo: secondo me, anche su temi già noti si può comunque realizzare un gioiellino. Ma non è il caso di quest'opera, che ho trovato anche al di sotto dei classici lavori di maniera.
Tasto dolente, ripeto, i personaggi e, soprattutto, il protagonista maschile. Ho avuto la sensazione che l'autrice abbia un po' giocato all'apprendista stregone: una caratterizzazione che, sicuramente, nelle sue intenzioni doveva essere profonda e tormentata le è sfuggita di mano in un risultato tremendamente sui generis.
Il nostro eroe, Rowan DeCourtenay, lungi dall'essere l'incarnazione del bel tenebroso, affascinante anima persa pure sospettata di uxoricidio, a me è sembrato semplicemente avere la solidità emotiva di un budino e necessitare urgentemente di un bravo terapista: un egoista lagnoso della peggior specie, perché Rowan dall'inizio alla fine del romanzo pensa sempre e soltanto a sé stesso. Probabilmente nelle intenzioni dell'autrice voleva esserci il tema della redenzione morale prima cercata inutilmente dall'eroe nella guerra santa (sebbene Rowan dimostri a più riprese la psicologia e capacità belliche di un colleggiale, altro che veterano), ma soltanto conseguita nell'amore dell'eroina. Un tema molto delicato e complesso che la Hale svilisce superficialmente (e fastidiosamente) in un protagonista malriuscito. Rowan non mi è piaciuto perché non c'è nulla in lui che lo renda in qualche modo attraente: né carisma, né temperamento, né dolcezza. Il tormento interiore, che dovrebbe essere la sua cifra distintiva, lo rende ossessivo, sbilanciato e goffo.
La protagonista femminile, Cecily Tyrell, è sicuramente un personaggio più riuscito (non che ci voglia molto). Allegra, impulsiva e diretta è una figura molto fresca. Il suo carattere eccessivamente femminista ed indipendente (pure troppo considerando l'ambientazione medievale) trova comunque una sua giustificazione nel fatto desiderasse l'affetto del padre e volesse vincerlo mostrandosi capace quanto i suoi fratelli maschi. Non capisco perché la Hale non l'abbia resa anagraficamente più giovane: avrei trovato il personaggio storicamente più realistico (e soprattutto coerente con i suoi comportamenti ed ingenuità) come adolescente che non come ventitrenne.
Anche la narrazione presenta delle ingenuità che mi stupisco un editore non abbia corretto: sebbene possa sembrare audace ed astuto lo stratagemma con cui Cecily fugge dal suo castello assediato all'inizio del romanzo, nessuno per quanto disperato indosserebbe mai gli stracci di un lebbroso morto! "Non uccidere" poi a me risulta sia il quinto comandamento, non il sesto (che è "Non commettere atti impuri") come sostengono durante un dialogo piuttosto surreale Rowan e Cecily.
In questo romanzo ho trovato un'unica piacevole sorpresa, ovvero il personaggio secondario di Con ap Ifan, mercenario gallese di grande fascino ed intelligenza ("Avevo sentito dire che i gallesi sono dei grandi adulatori, ap Ifan" "Non adulatori, milady. Siamo bardi. O poeti, come li chiamate voi. Possiamo difenderci con le parole non meno che con la spada. A volte anche con entrambe").
Con è il protagonista maschile de "L'arpa e la spada", secondo romanzo della serie "Bride", e nel finale di "Per volere di Sua Maestà" lo sappiamo in viaggio nel Gywnedd, dove rincontrerà la donna che ha amato e perduto.
Ringrazio MarchRose per il
Ringrazio MarchRose per il suo apprezzamento: sono davvero lusingata che il mio modo di recensire ti piaccia! Grazie!
Devo dire che io stessa sono rimasta sorpresa dalla delusione che mi ha procurato questo romanzo: sebbene non avessi ancora letto nulla della Hale la conoscevo comunque come un'autrice molto apprezzata (e molto tradotta in Italia).
Se mi capiterà di trovare "L'arpa e la spada" lo prenderò sicuramente (e staremo a vedere se la Hale saprà farmi ricredere: un'altra occasione gliela concedo senza pregiudizi!).
Comunque, come ha detto giustamente Andreina, i gusti sono gusti: non escludo certo che "per volere di Sua Maestà" possa anche piacere molto ad un'altra lettrice... ma per quanto mi riguarda... beh, penso di aver detto abbastanza nella recensione.
Saluti a tutte!
E' uno dei libri che vorrei
E' uno dei libri che vorrei leggere ,ma caspita che stroncata questo povero maschietto! :)
Tiziana
@ Andreina65 be', la Hale in
@ Andreina65
be', la Hale in genere è una brava autrice, non ho letto questo romanzo specifico quindi non mi esprimo su di esso ( la recensione di Lener è molto bella, in ogni caso - complimenti ! mi piace come mette a fuoco tutti i vari aspetti di unlibro, personaggi-ambientazione storica-stile-trama - etc. ).
Però secondo me il fatto che questo libro abbia vinto un premio letterario non è automaticamente garanzia di alta qualità, purtroppo. Ci sono tantissimi romanzi che ricevono premi ( parlo di quelli dati da giurie, non di sondaggi a livello di pubblico ) perchè un po' "pilotati" dalle varie case editrici e così via.
Ci son state moltissime discussioni, ad es., sull'effettivo valore dei premi RITA. Tanto per fare qualche esempio: secondo te, il fatto che la Balogh abbia vinto pochissimi premi, a parte quelli alla carriera, in confronto a molte altre scrittrici, significa forse che i suoi romanzi non sono altrettanto validi?
Non ho ancora letto questo
Non ho ancora letto questo libro.
ho alcuni libri della Hale da leggere, non conosco il suo stile ma scrive il genere medievale che mi piace tanto !
questo libro che non ti ha entusiasmato ha però vinto un RIO AWARDS nel 2000!
qualcosa vorrà dire!!! ma questo dimostra anche che i gusti son gusti!!!!