Accesso utente

Nuovi utenti

  • Tata Zia
  • manuela76
  • liliana
  • guarda donatella
  • Vittoria

Twitter

Seguiteci anche su Twitter!

Paper Blog

Wikio

Wikio - Top dei blog - Letteratura

Banner

 

 

Home | Untitled

Rispondi al commento

Untitled

NAZIM HIKMET

Le note biografiche di Nazim Hikmet ci dicono che il poeta, nato a Salonicco il 20 Novembre 1902 da una nobile famiglia turca, era figlio di un diplomatico e di una pittrice appassionata di poesia, “innamorata di Baudelaire e Lamartine che leggeva in francese”.
Ci raccontano della sua affermazione come poeta - iniziata a diciassette anni e plasmata da studi e incontri con i grandi poeti turchi contemporanei - e del suo impegno politico e sociale che gli costò, nel 1938, una condanna a 28 anni di carcere (ne scontò 13), per le sue attività anti naziste e anti franchiste e un esilio che trascorse viaggiando per l’Europa fino alla sua morte, avvenuta a Mosca il 3 giugno 1963.
Quello che la storia non ci racconta di lui, appartiene alla sfera delle emozioni.
Le sue Poesie sono espressione in versi di un fortissimo sentimento d’amore; per la sua terra e per la meravigliosa Istanbul, per l’uomo nella fatica quotidiana del vivere e, soprattutto, per la sua donna, Munnever, che con il figlio piccolo non poté seguirlo nell’esilio.
Quello che colpisce nei versi di Hikmet è la capacità di trasmettere la “sensazione” stessa dell’amore, attraverso una costruzione poetica assolutamente semplice, basata su un lessico quotidiano e che pure suona così musicale da far pensare al testo di una canzone.
Prendiamo una poesia del 1959:

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte bruciante di febbre
bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo il pesante sacco della posta
non so che cosa contenga e da chi
pieno di gioia pieno di sospetto agitato
ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.


Le mille sfumature che provoca l’amore dentro di noi, sono rese da sensazioni fisiche legate al gusto (il sale), al tatto (il freddo del rubinetto sulle labbra) e a pure emozioni (gioia, eccitazione).
Sono stati d’animo e reazioni che ogni persona innamorata ha sentito agitarsi dentro di sé.
La scrittura diviene ancora più sensuale quando l’innamoramento si trasforma in un rapporto profondo. Cogliamo la magia di una notte d’amore; la passione ha il potere di cancellare confini, di annullare distanze, di trasportarci in dimensioni diverse dal quotidiano. Niente è più uguale a prima e tutto è migliore:

Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi capelli
si riflettono sul mio viso.
Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte forte?
Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci tu?
dove comincio e finisco io stesso?


I miei giorni son fette di melone
profumato di vita
grazie a te
i frutti si protendono verso la mia mano
come se fossi il sole
grazie a te
grazie a te
succhierò solo il miele della speranza
anche le mie serate più solitarie sorridono
come un tappeto d’Anatolia
appeso sulla parete
grazie a te
al termine della mia strada che non entra in città
mi sono riposato in un giardino di rose
grazie a te
grazie a te
non lascio entrare la morte vestita di veli molli
che bussa alla mia porta cantando le sue canzoni
e invitandomi al gran riposo.


Colori, profumi e sapori lievemente esotici, costruiscono delle immagini fortemente evocative, dipingendo davanti ai nostri occhi un quadro ricco di sfumature preziose. Non si tratta però di sensazioni puramente fisiche, se l’amore per la sua donna è così forte e pieno di vita da sconfiggere persino ogni richiamo o tentazione di morte.
I legami fra i due amanti diventano così indissolubili, in grado di resistere a prove terribili, quali il carcere o la lontananza, sia essa fisica o spirituale.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!
certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento
certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti

certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme
ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!”


L'assenza dondola nell'aria
come un batacchio di ferro
martella il mio viso martella
ne sono stordito
corro via l'assenza m'insegue
non posso sfuggirle
le gambe si piegano cado
l'assenza non è tempo né strada
l'assenza è un ponte fra noi
anche quando
di fronte l'uno all'altra
i nostri ginocchi si toccano.



L’amore è la risposta a tutti i nostri bisogni, a tutte le nostre richieste. E’, prima di tutto il nostro stesso bisogno di amare che diventa realtà.

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.



Infine, un dolce, incantevole messaggio per il futuro: il fascino di questa breve poesia del 1942 è tutto negli orizzonti, fisici e spirituali “ancora” da scoprire. E’ tutto lì, in quell’ancora sussurrato a fior di labbra….

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

 

Grazie all’amicizia che legò Hikmet alla poetessa italiana Joyce Lussu, abbiamo la fortuna di leggere Poesie d’amore nella versione che, insieme, essi ricrearono nella nostra lingua; pertanto non è del tutto corretto parlare di semplice traduzione, soprattutto considerando i limiti che impone un’operazione puramente linguistica.

La prefazione a Poesie d’amore edita da Mondadori è particolarmente interessante, dal momento che si tratta di una lettera scritta da Hikmet a Joyce, nella quale, cercando di rispondere alla domanda sul perché scrivesse poesie, racconta piuttosto i momenti importanti della sua vita che si sono “tradotti” in versi; l’infanzia, il patriottismo, l’amore per le donne (“mi sono innamorato follemente di varie ragazze e ho scritto per loro dei versi”), la denuncia sociale, la scoperta di “un’immensa gioia di vivere, di creare”, che lo porta a concludere: “da allora, non posso non scrivere delle poesie”.

 


 

Rispondi

CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Inserisci i caratteri che vedi qui sopra

Calendario

Amazon

 

 

Giveaway

Partecipate al giveaway di Mariangela Camocardi, avete tempo per lasciare un commento fino al 9 novembre, quindi registratevi al sito se ancora non lo avete fatto e buona fortuna!

 

Eventi

        

Un'iniziativa di Kijiji

Commenti recenti

Fanfiction

Dream heroes

Alcuni eroi da sogno...