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Dietro la lavagna
Eccomi qui ancora una volta con la mia malefica lavagna.
So che mi odiate cordialmente … a volte mi sono antipatica da sola ve lo assicuro.
Ma siccome sto invecchiando ho la fatale abitudine di dover dire il mio parere su tutti gli argomenti e anche se qualche amico vorrei conservarmelo, non riesco a fare finta di niente su libri o autori che vengono spacciati per rivelazioni dell’anno o letture indimenticabili.
Sempre e comunque rispettando il lavoro e il parere di ognuno e con la sacrosanta convinzione che qualche volta posso sbagliarmi anch’io.
Inizio a sconsigliarvi la serie Love di L.A. Casey.
Ho letto il primo libro e proprio oggi la novellina che completa la parte dedicata al primo dei fratelli Slater e almeno per quanto mi riguarda, la lettura termina qui.
Parolacce, violenza, ambientazione: ecco i tre punti che mi fanno mettere questo libro dietro la lavagna.
Siamo in un college e fin qui si può anche soprassedere se non fosse che i protagonisti si comportano come adulti navigati ed esperti tanto da rasentare il ridicolo, usano un linguaggio sboccato e forte che nella maggioranza dei casi urta perché gratuito e inutile e parlano della violenza in generale con una superficialità e una leggerezza da incoscienti.
I protagonisti non sono uomini e donne forti ma bulletti prepotenti che non ci pensano due volte ad alzare le mani o ad imprecare, a fare sesso, a delinquere per saldare vecchi debiti e il tutto giustificato in parte dal fatto che sono irlandesi.
L’autrice ha avvertito che i suoi romanzi sono difficili da digerire, ma qui ci vorrebbe una farmacia intera di gastroprotettori per riuscirci.
E vi dirò che in fondo ho provato pena, si pena, per questi diciottenni già vecchi e stanchi.
E la prossima volta che la mia amica Erica tornerà da Waterford le chiederò se gli irlandesi si schiaffeggiano per strada e sono proprio così rissosi come nel romanzo della Casey.
Due libri da evitare sono anche Sorprendimi e Volevo tanto che fossi tu di Megan Maxwell.
Il primo, Sorprendimi, è un’accozzaglia di sesso sesso e ancora sesso in tutte e con tutte le variabili possibili.
Non mi si venga a dire che è una storia d’amore il rapporto tra Bjorn ( amico fraterno e compagno di merende di Eric e Judith Zimmermann , protagonisti della serie Chiedimi quello che vuoi) e Melanie, soldatessa americana che si finge hostess per non infastidire il teutonico avvocato.
Chi mi legge sa che a me piacciono gli erotici, ma qui siamo di fronte ad un porno bello e buono con tutto quel sesso senza sentimento, scambi e orge tra un volo o un’udienza.
Ho lasciato dopo pochi capitoli anche perché altrimenti non riuscirò più a gustarmi un romanzo di James Bond.
Delusa da Sorprendimi ho provato a leggere Volevo tanto che fossi tu sempre della Maxwell ma edito da un’altra CE.
Un romanzo, come diceva Bluefly nel suo ultimo post, è una forma d’arte, è una melodia che dovrebbe accompagnarti dall’inizio alla fine con l’armonia e la coerenza del bel scrivere.
E invece o per i tagli, o per la traduzione ballerina o per l‘incapacità dell’autore spesso ci troviamo davanti ad un racconto che stona dall’inizio alla fine.
La trama avrebbe potuto essere gradevole ma l’autrice si è persa milioni di volte steccando come una mediocre soprano davanti ad uno spartito che non è in grado di interpretare.
I protagonisti principali e quelli che fanno da contorno sono sempre i soliti : un uomo d’affari ricco, affascinante, superdotato e perennemente eccitato, una donna lavoratrice con mille problemi, gli amici al seguito (di cui uno sempre omosessuale ) che la aiutano nel lavoro o nella vita di tutti i giorni, ex fidanzate che ostacolano il nuovo rapporto…
El periódico de Catalunya scrive «Megan Maxwell parla al cuore delle lettrici e la sua voce non si dimentica.»
E non si dimentica no cavoli il caos di questo libro che con una trama più sensata e curata e senza l’ostentata e martellante fissa di inserire pezzi di testo di canzoni e lo stereotipo che latino significa caliente e inglese o tedesco (tranne i casi umani che compaiono nei suoi libri) voglia dire stoccafisso, sarebbe stata una lettura leggera ma godibile.
Tutto il resto è amore di Melanie Merchande
Ho iniziato a leggerlo armata delle più buone intenzioni e attirata da una trama che mi incuriosiva anche se il particolare che fosse un uomo a scrivere storie erotiche non mi convinceva molto.
Era come se il mio sesto senso mi avesse già messa sull’avviso che alla fin fine sarebbe stata mezza delusione.
E in effetti è stato così, non tanto per il plot in generale che in fondo non era poi così male ma per la confusione con cui si dipana il racconto specialmente da metà libro in poi.
Quando per poter capire il capitolo devi ritornare indietro e vedere cosa pensi di aver perso significa che . manca la melodia, manca il tempo, manca l’armonia.
Adrian Risinger, trentatré anni, sexy da impazzire, irritante miliardario che prometteva così bene si è rivelato un ragazzone immaturo e con qualche problemino su quello che vuole fare da grande. Così tanto sexy e donnaiolo che ha difficoltà a farsi avanti con la sua segretaria burrosa e di taglia forte e si inventa addirittura una serie erotica dove lei è la protagonista senza saperlo. E come se non bastasse questo, la obbliga a fingersi l’autrice in un incontro di presentazione della serie.
Pensavo meglio, veramente.
Passiamo adesso ad un altro tasto dolente, almeno per me : i romanzi self o editi da autrici italiane.
Non citerò nessun nome e nessun titolo ma credo che si capirà senza problemi visto che quelli buoni sono nelle mie pillole.
Sono contro le italiane? No, non sono contro le mie connazionali.
Sono contro quegli autori che non hanno idee, che scopiazzano di brutto un genere, che infarciscono i loro romanzi con sesso o violenza pensando di catturare il lettore.
Pinca, Pallina, Sempronia… vengono editate o lo fanno da sole venendo poi recensite e adulate come fenomeni nuovi e interessanti nel panorama del romance italiano lasciando al palo autrici come per esempio la Camocardi, Masella, Albanese, Fracon, D'Angelo, Parodi, May e altre ancora, che l’arte dello scrivere la sanno fare per davvero e ti regalano emozioni e batticuore anche senza essere in tredici in un letto, venir violentata da un bruto o menata per stress.
Esagero?! No e vi dico anche il motivo.
In uno di questi pseudo libri ho trovato scritto di un lui che tornato dal lavoro stressato e stanco dice alla compagna ( non posso citare testualmente perché dovrei tirarlo fuori dal cestino):
“ sono particolarmente nervoso e ho bisogno di calmarmi… preparati che devo picchiarti…”.
Alla prossima care amiche!
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