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Dietro la lavagna ( novembre/dicembre )
Una lavagna per novembre e dicembre ?
Me ne sarebbero servite altre quattro o cinque vista la penosa rassegna di libri che ci sono stati proposti in questi mesi.
Vorrei veramente sorvolare sui titoli che ci sono stati presentati e incensati nel periodo novembre/dicembre, ma mi riesce difficile sempre far finta di nulla.
Con l’avvicinarsi delle Feste, le case editrici avranno pensato che qualsiasi cosa potesse andare bene per farsi o fare un regalo, magari digitalizzato visto il boom di e-reader e tablet che c’è stato.
E allora ecco tutta una serie di libri odorosi di vischio e di neve che dovrebbero farti passare qualche ora di tranquillità mentre fuori fa freddo.
Ma, donne mie, sarà che di neve non ne ho vista manco un fiocco quest’anno ma di romanzi che mi abbiano scaldato l’anima e il cuore ne ho letti veramente pochi.
Stendo un velo pietoso sulla serie The Boss di Abigail Barnette. Mi sono fermata al terzo e nemmeno leggendolo per intero e ho messo l’intera serie tra i titoli da evitare anche nei momenti più demenziali che potrei avere così pure per After di Anna Todd.
Le trame sono talmente… sono talmente e basta, che sarebbe bastato un solo libro per raccontare e sopportare la pochezza della trama e dei protagonisti. Torturarci con cinque è quasi da querela se non avessimo il libero arbitrio di poter scegliere.
Vogliamo poi parlare dei libri raccontati dal punto di vista di lei, da quello di lui, da quello della sorella, da quello del cugino, da quello del fruttivendolo sotto casa … e più ne ha più ne metta?
Che un uomo e una donna abbiano due visioni diverse sulle cose e sulle situazioni lo sa anche la mia Lunetta ormai, che si sciroppa con due occhi sgranati i miei brontolii mentre leggo con lei accucciata al mio fianco. E su, fermiamoci care autrici perché alla fine si stanca solo il lettore in questa maniera e anche il romanzo più gradevole poi risulta pesante e indigesto.
Pollice verso anche per la botta di erotici che ormai escono dagli occhi perfino a me.
Siccome si è arrivati alla frutta anche in questo genere e purtroppo non esiste più l’umiltà di ammettere che scrivere è un dono per gli altri e non per la propria vanità, ognuno pensa di poterlo fare in qualsiasi modo e su qualsiasi argomento credendo che basti descrivere sesso ( con tutte le varianti e le perversioni possibili) per sfondare e vendere, vendere e ancora vendere. E poi se ci scappa un film meglio ancora.
Ultimamente io ho trovato poco, veramente poco che meritasse essere letto sia di autrici italiane che di autrici straniere. Sembra basti prendere una coppia, inserirla in un contesto più o meno ingarbugliato o meglio ancora con un bel po’ di suspense, far fare loro ogni due tre paragrafi un bel po’ di sesso in ogni dove e in tutti i modi ( non si disdegna assolutamente il menage, frusta e giocattolini vari), scrivere di orgasmi multipli, grugniti e urli da lupo mannaro, dimensioni che Siffredi si sogna e il gioco, pardon il libro è fatto. E se ci va male ci scappa la serie…
Quindi amiche care non aspettatevi fuochi d’artificio dalla Trilogia del desiderio di J.Keller (Wanted, Heated, Ignited), romanzi autoconclusivi ma legati l’uno all’altro perché i tre protagonisti maschili sono soci d’affari.
Mediocre anche la trilogia The club di Lauren Rowe (l’ultima uscita è prevista per il 26 febbraio) che racconta la storia d’amore di Jonas, uomo d’affari alla ricerca di una donna che realizzi e soddisfi tutti i suoi desideri in camera da letto e di Sarah che per mantenersi agli studi lavora in un sito di incontri on line e che lo sfida a farle avere, se ci riesce, una vera soddisfazione sessuale…
Affosso e mi rifiuto di leggere il bombardamento di NA, YA o ancora SM (scuola materna) che le CE continuano a propinarci senza logica e buonsenso.
Mi dispiace che un paio di autrici italiana abbiano voluto provarci pensando di riuscire a tessere una buona storia e, per me, abbiano fallito miseramente.
Così come molti titoli della collana You Feel… dateci qualcosa di buono vi prego signora Rizzoli/Mondadori e non dei racconti che potrebbero avere come mood “noioso” o “assurdo” e non certo ironico, erotico o emozionante.
Faccio fatica ad accettare e di conseguenza a comprare anche quei libri usciti precedentemente in self e poi pescati da qualche CE.
Perdonatemi … ma credete che possa bastare una drastica correzione grammaticale e una rinfrescatina alla trama per fare quel racconto un libro interessante?
O sono stata sfortunata io perché ho beccato dei bei bidoni riveduti e corretti oppure ci prendono per oche pensando che ci basti vedere il logo di una casa editrice per acquistare ancora lo stesso prodotto.
Ci sono delle eccezioni, ma lo si capisce subito già nelle uscite auto pubblicate e l’intervento della casa editrice non fa altro che ufficializzare la qualità del prodotto.
Fare magari una scelta più accurata e non di tendenza o di sudditanza a questo o a quell’altro blog aiuterebbe un pochino noi lettrici negli acquisti e a fidarci delle CE.
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