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Suffragette - Meglio ribelli che schiave
Il 7 ottobre scorso, il prestigioso London Film Festival è stato movimentato dalla première di un film molto atteso, Suffragette, che narra la storia, intrecciando personaggi realmente esistiti con altri di pura fiction, del movimento femminista inglese, che tra il XIX e il XX secolo si batté duramente e con successo per i pari diritti delle donne, tra cui quello di voto.
Per la gioia della stampa, sul red carpet al centro della capitale del Regno Unito, dedicato al passaggio delle star, alcune odierne suffragette si sono stese urlando “la battaglia non è ancora finita”, a sottolineare che questo film deve essere un’occasione di riconoscimento di un movimento coraggioso che ha cambiato la storia e la sorte di milioni di donne nel mondo, ma che c’è ancora tanto lavoro da fare.
Il film, diretto da Sarah Gavron e sceneggiato da Abi Morgan (già sceneggiatrice di Iron Lady) vede come protagoniste principali nientemeno che Maryl Streep nei panni di Emmeline Pankhurst, straordinaria e ormai leggendaria leader del movimento suffragista inglese, fondatrice della Women’s Franchise League (Lega per il diritto di voto alle donne) nel 1889 e nel 1903 del combattivo Women's Social and Political Union, che diedero un contributo fondamentale alla lotta femminista (la Pankhurst morì il 14 giugno 1928, poche settimane prima che il Parlamento inglese estendesse finalmente il diritto di voto a tutte le donne che avessero compiuto 21 anni. Sua la celebre frase "Meglio ribelle che schiava") e Natalie Press, nel ruolo di Emily Wilding Davidson, altra figura storica del movimento suffragista, morta in seguito a un incidente durante una manifestazione, travolta dal cavallo di re Giorgio V, il quale, pare, espresse disappunto per la giornata rovinata ma non rincrescimento per le ferite mortali riportate dall’attivista. Tanto valeva la vita delle suffragette all’epoca.
Abbiamo poi altre star d’eccezione, come Elena Bonham Carter e Carey Mulligan.
Suffragette è stato molto ben accolto dalla critica. Il Guardian lo ha definito un “film estremamente valido e coinvolgente, con alcune sequenze di suspense girate magnificamente”, e il Telegraph un film “sanguigno e affascinante”, solo per citarne un paio.
Che dire… è il film che aspetto di più, da cui mi aspetto di più e che spero verrà visto dal maggior numero di donne possibile, e magari anche di uomini, perché male non gli fa. Ciò che molte donne sembrano oggi dare per scontato, il riconoscimento che anche il genere femminile sia dotato di un cervello e non solo di un utero, è stato il conseguimento, lungo, difficile e doloroso, pagato spesso con il sacrificio dei propri affetti, della “rispettabilità” e persino della vita, di donne incredibili, che pian piano hanno cominciato ad alzare la voce, scrivere le proprie opinioni, scendere in piazza a fare comizi, sfidare i politici sul loro terreno. Le suffragette venivano spesso e volentieri incarcerate per le loro manifestazioni. In prigione si sottoponevano a durissimi scioperi della fame. Per evitarne la morte, le attiviste venivano “liberate”, si aspettava che si rimettessero in forze e poi le si incarcerava di nuovo. Oppure in prigione le si alimentava forzatamente.
Il movimento femminista dovette combattere non solo contro i pregiudizi e un sistema maschile e maschilista consolidatosi nei secoli, ma anche contro l’opposizione di molte donne, che vedevano nelle suffragette una minaccia ai propri “privilegi” oppure un qualcosa di troppo rivoluzionario per le loro abitudini.
Oggi molte ragazze mettono avanti le mani e dicono “io non sono femminista”, come se fosse qualcosa di sbagliato, di cui vergognarsi. E allora, ben vengano film come questo. Un omaggio scritto, diretto e interpretato da donne, alle donne senza le quali nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile e che ricorderà a tutto il mondo, grazie alla forza grafica del cinema, il caro prezzo che è stato pagato per la libertà.
Ancora non abbiamo una data di uscita del film in Italia, speriamo che sia presto e che abbia un’ampia distribuzione. (nella foto, Emmeline Pankhurst).
Ora, dato che il nostro blog si occupa anche di romace storico, come non citare alcuni romanzi che hanno come protagoniste proprio delle suffragette? Anzi, devo ammettere che vorrei se ne scrivessero (e traducessero) di più in questo senso. Infondo, una narrativa scritta da donne e indirizzata alle donne non dovrebbe trascusare certi temi, seppur affrontati in modo più leggero e romantico.
Il primo libro che mi viene in mente è il passionale Conquistata, di Hope Tarr, pubblicato nel 2010 nella collana Passione dei Romanzi Mondadori: Callie Rivers, “Maid of Mayfair”, ovvero una delle voci più convincenti del movimento per i diritti civili delle donne. Talmente convincente da risultare scomoda. Hadrian St Claire, a cui delle suffragette non importa poi molto, è un abile fotografo tutt’altro che immune alle tentazioni. Pressato da un consistente debito di gioco, Hadrian non esita ad accettare il classico lavoro sporco: fotografare Callie in pose compromettenti. Ma tra uno scatto provocante e l’altro, Hadrian si rende conto che Callie sa come parlare al suo cuore. Potrà davvero rovinare l’unica donna che rende la sua vita completa?
Poi abbiamo il brillante Caro nemico, di Connie Brockway, sempre pubblicato nei Romanzi Mondadori e recentemente riproposto in ebook: All’apertura del testamento di Horatio Thorne, una sola cosa è certa: a contendersi Mill House, leggiadra dimora di campagna, saranno il nipote Avery e Lily, una lontana parente. il giovane però potrà avere l’eredità solo se, nel giro di un lustro, la ragazza non sarà riuscita a ricavarne degli utili. Ma trascorsi quei cinque anni, Avery scoprirà che l’unica cosa che veramente desidera è Lily.
Un libro invece che non è ancora stato tradotto in Italia, e non so se mai lo sarà, è The Suffragette Scandal (2014), di Courtney Milan, ultimo della "Brother Sinister Series". Courtney Milan è cresciuta moltissimo dal primo romanzo che ha scritto, pubblicato anche in Italia dalla Harmony e che avevo trovato pessimo. The Suffragette Scandal, che non potevo esimermi dal leggere, è una storia scritta magnificamente, con personaggi splendidamente tratteggiati e una trama sviluppata con intelligenza e giusta dose di suspense e approfondimento psicologico.
La protagonista, Frederica “Free” Marshall, è una brillante suffragetta che pubblica un giornale che si batte per i diritti delle donne, e di cui l’aristocratico dall’oscuro passato Edward Clarke s’innamora suo malgrado. Splendidi gli scambi verbali tra i due: Edward è affascinato da quella creatura così diversa dalle altre donne che ha conosciuto – e avuto – e sente di capirla, anche se inizialmente non condivide la sua dedizione a una causa, quella femminista, che secondo lui è persa in partenza. Lei non può restare indifferente al fascino di quell’uomo misterioso, ma non è tipo da perdere la testa facilmente. Sa chi è e cosa vuole dalla vita.
C’è un dialogo fantastico tra i due che ho persino sottolineato, e che vi traduco al volo con le mie scarse capacità:
“Miss Marshall, state cercando di dirmi che non avete mai sognato di sposare un lord quando eravate più giovane? Che non avete mai giocato a fare la lady, fantasticando su come sarebbe stato essere servita in tutto e per tutto? Pensavo che ogni ragazzina con una benche minima inclinazione al matrimonio sognasse di mettere gli occhi su un lord”.
“Dio, no. (…) “le ragazze di campagna che attirano l’attenzione di un lord non finiscono sposate. Siamo fortunate se non restiamo incinte. No, quanto ero ragazzina volevo essere un pirata”.
L’ultimo libro che voglio segnalare è di recentissima pubblicazione da parte della Avon, si intitola One Scandalous Kiss ed è scritto da Christy Carlyle. L’ho comprato in versione ebook a un prezzo irrisorio, ma non l’ho ancora letto, quindi non so dirvi se ne vale la pena, ma solo che è il primo della nuova serie “Accidental Heirs” e che ha ottime recensioni. La protagonista, la suffragetta Jessamin Wright, è proprietaria di una libreria in difficoltà, e per salvare l’attività accetta la scommessa di una nobildonna, che evidentemente ha soldi da buttare, che le darà una grossa somma di denaro se oserà baciare in pubblico il famigerato Lucius Crawford, Visconte di Grimsby. Lucius, che ha sempre evitato coinvolgimenti emotivi, resta folgorato dalla fanciulla, cosa che rischia però di creargli un sacco di problemi…
E ora non mi resta che augurarvi buona visione, se deciderete di vedere il film, e, come sempre, buone letture
La lotta continua...
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